LIFESTYLE- Pagina 61

Jacopo Chieppa presenta il suo primo panettone stellato

 Per festeggiare la stella Michelin assegnatagli il 5 novembre scorso

 

Non può mancare neanche quest’anno il panettone firmato da Jacopo Chieppa, chef e lievitista fresco di stella Michelin, arrivata il 5 novembre scorso per il suo ristorante Equilibrio, a Dolcedo, in provincia di Imperia. Lo chef Jacopo Chieppa presenta anche quest’anno, come ogni Natale, la sua linea di panettoni stellata in edizione limitata. Proprio per festeggiare questo importantissimo traguardo, raggiunto dopo soli due anni, lo chef ha preparato la gamma di panettoni più ricca di sempre, con tre gusti “special”, che quest’anno si vanno ad aggiungere alle solite tipologie, tutti confezionati in una elegante scatola regalo dedicata allo straordinario anno appena passato dal team di lavoro di Chieppa. Diventano così 7 i panettoni realizzati per il 2024, un dolce speciale a cui lo chef è particolarmente legato, vista la sua passione per i lievitati e gli impasti. Accanto al panettone classico alla ligure, che segue la ricetta tradizionale con l’arancia candita e uvetta sultanina, lasciata a bagno per circa due giorni nel vino Pigato, un’altra rivisitazione del panettone che omaggia ulteriormente la Liguria è la nota “Coccola”, realizzata con una ricetta a base di Olio EVO, olive candite, cioccolato bianco e limone candito; è poi presente il panettone al gianduja, con l’aggiunta appunto del cioccolato gianduja, e ritorna la novità 2023 del panettone al cioccolato 70%, marmorizzato con caramello salato. A questi si aggiungono quest’anno tre gusti speciali: il primo è pere, cioccolato fondente e caffè, il secondo frutti rossi e cioccolato fondente, il terzo albicocche e dulce de leche. I panettoni dello chef Jacopo Chieppa sono disponibili a 30 euro, e per chi non si trovasse in Liguria a passare dalla sua pizzeria sul lungomare d’Imperia Kilo, o presso il suo ristorante Equilibrio, a Dolcedo, può ordinarli online sui rispettivi siti web.

 

Mara Martellotta

A Natale siamo più buoni: due iniziative di beneficenza

A Natale siamo tutti più buoni e più facilmente mettiamo mano al portafoglio per opere di bene, anche per quel senso di colpa verso chi ha più problemi di noi. Ci sono opere che poi tornano perché tutti abbiamo conosciuto qualcuno che ha avuto a che fare con la malattia del secolo e in Piemonte abbiamo una struttura medica di  eccellenza la Fondazione di Ricerca per il Cancro che opera a Candiolo.
Quest’anno grazie alla collaborazione tra i lavoratori del Teatro Regio e il personale di Candiolo si terrà una partita di Calcio proprio per raccogliere fondi per la ricerca .
Siamo tutti invitato a partecipare e a diffondere la notizia.
La partita si terrà  sabato 7 dicembre alle ore 14.00 al campi sportivo Città Turin in corso Ferrucci 63 a Torino.
Scenderanno in campo due squadre d’eccezione il team della Fondazione IRCC e quello del Teatro Regio.L’evento patrocinato dal Comune di Torino al fischio d’inizio il sindaco,per dimostrare che si può far squadra contro il cancro.
Ma il 7 dicembre c’è un altro evento benefico che si ripete da anni, questa volta non è lo sport ad unire ma la musica Gli amici di Piero riuniscono le migliori band rock del momento  alle Ogr, il ricavato andrà alla Fondazione Caterina per sostenere iniziative per i bambini Piemontesi.
Se non potete partecipare condividete la notizia.

GABRIELLA DAGHERO

Rubrica Torino Over

Choco Tram e Museo del Cioccolato e Gianduja: alla scoperta di una delle iniziative più belle

Torino, città dalla storia ricca e dal fascino intramontabile, continua a sorprendere con nuove

attrattive culturali. Tra queste, spiccano il Choco Tram e il Museo del Cioccolato e del

Gianduja , un luogo che racconta al grande pubblico il meraviglioso mondo del cioccolato.

Questo Museo nasce dalla collaborazione tra Francesco Ciocatto , proprietario della

storica Pasticceria Pfatisch di Torino, ed Eddy Van Belle , imprenditore e collezionista

belga. Van Belle è noto per aver ideato i musei Choco Story, presenti in Belgio, Francia,

Repubblica Ceca, Libano e Messico.

Torino segna un importante primato, ospitando il primo museo dedicato alla storia del

cioccolato in Italia.

Situato in Via Paolo Sacchi 38 , nei laboratori della storica Pasticceria Pfatisch, il Museo

celebra l’antica tradizione cioccolatiera della città, rendendo omaggio a uno dei suoi simboli

più amati.

Un’esperienza imperdibile per chi vuole scoprire il legame profondo tra Torino e il cioccolato.

“Torino desiderava da tempo un museo dedicato alla storia del cioccolato, e grazie

all’incontro tra Van Belle e Ciocatto, questo sogno è diventato realtà”.

Il laboratorio di Ciocatto, con le sue macchine antiche dei primi del 900, offre un

affascinante viaggio nel tempo.

Un giro all’interno del Museo del Cioccolato e del Gianduja

La prima tappa del magico mondo della storia del cioccolato, ci porta subito all’epoca degli antichi Maya, con i loro strumenti per lavorare il cacao. All’inizio, esso veniva consumato

solo come bevanda, quindi unicamente in forma liquida. I Maya utilizzavano il cacao per

rituali magici e benevoli, poiché, come ben sappiamo, ha proprietà benefiche per il corpo

umano.

L’atmosfera della prima sala è intrisa di figure mitologiche e suoni ispirati alla natura,

offrendo ai visitatori un’esperienza immersiva e coinvolgente.

Proseguendo il percorso, ci si imbatte nelle Metate, antichi strumenti di pietra utilizzati per

lavorare le fave di cacao. Questi strumenti, vere e proprie macchine preistoriche,

trasformavano le fave in una pasta oleosa, pronta per essere assaporata e apprezzata per il

suo gusto unico.

Ma non finisce qui: i visitatori possono anche ammirare le riproduzioni virtuali delle

piantagioni di cacao, immergendosi visivamente nell’ambiente in cui tutto ha origine. Un viaggio tra tradizione e natura che svela i segreti del cioccolato.

Il percorso fa rivivere anche l'atmosfera degli antichi galeoni spagnoli. Con

l’accompagnamento dei suoni del mare e una vista spettacolare sull’oceano, si può

immaginare il grande viaggio che, secoli fa, ha portato il cacao dall’America in Europa,

grazie agli esploratori europei.

Filmati ambientati in epoche passate: valore aggiuntivo della visita

Non solo un percorso visivo ma anche interattivo.

Il Museo del Cioccolato e del Gianduja, ha incorporato nel percorso esplorativo quattro video

installazioni che narrano l’utilizzo del cioccolato nella storia, a partire dal XVII secolo fino al

XX secolo.

Nella terza tappa, ad esempio, è possibile visionare un piccolo corto del XVI secolo, periodo

in cui il cioccolato era ancora in forma di bevanda e consumato esclusivamente da ceti

sociali di alto rango, poiché aveva un costo importante.

Tutti i video ad ambientazione storica sono stati realizzati da Alessandro Rota per

l’Associazione Culturale Officine Ianós con il coinvolgimento del gruppo di rievocazione

storica Le Vie Del Tempo e la consulenza storica di Alessia Giorda.

Viaggio sensoriale e non solo

Nel percorso dedicato al XVII secolo, i visitatori saranno coinvolti in un viaggio sensoriale

unico, dove l’olfatto diventa protagonista.

Si potranno percepire le fragranze delle antiche ricette della prima bevanda al cioccolato che

venne “patentata” alla fine del XVII secolo proprio a Torino: la prima autorizzazione per il

commercio di una bevanda a base di cacao fu concessa a Giovanna Battista di Savoia

Nemours, madre di Vittorio Amedeo II.

Un momento che segna l’inizio del legame tra Torino e il cioccolato.

Il viaggio prosegue con la scoperta di raffinate cioccolatiere d’epoca, arricchite da monitor

interattivi, giochi multimediali e una collezione di tazze storiche , alcune delle quali

progettate con particolari supporti per proteggere i baffi degli uomini, per evitare che se li

sporcassero, mentre gustavano la cioccolata.

Il percorso include anche una suggestiva rievocazione della sala del trono, dove è possibile

scattare divertenti fotografie. Inoltre, è possibile guardare un nuovo video storico , girato

presso la Palazzina di Caccia di Stupinigi, che racconta come il consumo del cioccolato si

sia evoluto nel tempo.

La prima forma di cioccolato solido arriva nell’800.

Gianduja

Lungo il percorso non poteva mancare una sezione dedicata a Gianduja , la storica

maschera simbolo di Torino, il cui nome ha ispirato la creazione del celebre Gianduiotto , il

cioccolatino tipico del Piemonte.

Questo dolce iconico nasce dall’incontro perfetto tra cioccolato e nocciole , ingredienti che rappresentano la tradizione gastronomica locale.

Il percorso interattivo e visivo (sempre in collaborazione con Le Vie Del Tempo) racconta la

storia di Michele Prochet e Paul Caffarel , i due maestri cioccolatieri che, grazie al loro

ingegno, inventarono il Gianduiotto, il primo cioccolatino incartato della storia.

Una vera e propria innovazione che ha segnato un'epoca, dando vita all’industrializzazione

del cioccolato e alla nascita di tante note imprese, come Pfatisch, Ferrero, Gerla, Ziccat,

Ferrero e molte altre.

Un’altra “chicca” interessante?

Il Museo ospita un prezioso e originale costume di Gianduja , gentilmente fornito dalla

Famija Turineisa; che arricchisce ulteriormente questa esperienza immersiva nella

tradizione torinese.

Le decorazioni di cioccolato di Stefanella Bergiotti

A metà del viaggio all’interno del museo, nella stessa galleria che ospita statue e quadri di

cioccolato, si incontreranno le creazioni pasquali di Stefanella Bergiotti, consorte del

titolare di Pfatisch.

«Amo disegnare e, da moglie di un cioccolatiere, mi sono ritrovata immersa nel magico

mondo del cioccolato. È così che ho iniziato a dar vita ai miei personaggi utilizzando sac à

poche e cioccolato. Ho creato coniglietti, galline e molti altri soggetti, sempre con

espressioni buffe e divertenti, perché il mio sogno di bambina è sempre stato quello di

diventare una fumettista.

L’idea di decorare uova di cioccolato è nata durante il lockdown in Italia di qualche anno fa.

In quel periodo, ho trovato grande gioia e ispirazione dedicandomi a questa attività, e per la

Pasqua sono arrivata a realizzarne circa 500!

Ogni uovo era un piccolo capolavoro,

decorato con cioccolato colato, dettagli e ghirigori fatti a mano, e arricchito con frutta e foglie

modellate in cioccolato plastico. È stata un’esperienza creativa straordinaria, e da allora non

ho mai smesso di farlo.

Col tempo ho perfezionato le tecniche e reso il processo più veloce per soddisfare i nostri

affezionati clienti di Pfatisch. Vedere la gioia negli occhi di chi riceve una delle mie creazioni

è una soddisfazione immensa, la prova che la passione e l’arte possono davvero regalare

felicità agli altri.»

Finiamo il giro al Museo e saliamo sul Choco Tram

Il giro al Museo del Cioccolato si conclude con un’esperienza dolce e coinvolgente: piccoli

assaggi di cioccolato accompagnano la visita ai macchinari originali della storica pasticceria

Pfatisch, risalenti agli anni ’20 e tutt’ora funzionanti.

Uno di questi macchinari è messo in funzione ed è affascinante osservarne i movimenti e sentirne il rumore.

Proprio qui scopriamo come, dopo la creazione del Gianduiotto, il cioccolato abbia trovato

nuovi abbinamenti con ingredienti come zucchero a velo, mandorle e altri sapori.

Queste combinazioni hanno ispirato la creazione di macchine innovative per lavorazioni

sempre più ricche e golose, aprendo la strada a un’evoluzione che ha portato alla

realizzazione di cioccolatini, dolci e torte raffinate.

L’ultima parte del tour è un vero viaggio nella fabbrica del cioccolato di Torino, dove

tradizione e innovazione si incontrano.

Prima di lasciare il Museo, una sosta alla pasticceria Pfatisch è assolutamente imperdibile!

Qui, tra creazioni dolciarie straordinarie, prodotti artigianali e bevande di caffetteria, ogni

visitatore potrà concedersi un momento di pura golosità.

Un’esperienza che unisce gusto, storia e arte in un crescendo di emozioni indimenticabili.

Il viaggio prosegue a bordo del bellissimo e vintage Choco Tram,vettura originale del 1924,

già protagonista delle riprese dei video presenti nell’esposizione permanente del museo.

L’Associazione Torinese Tram Storici permette così di far vivere ai passeggeri, su questo

meraviglioso mezzo, diversi quartieri torinesi, mentre i rievocato de “Le Vie del Tempo”,

affascinano i viaggiatori con interessanti aneddoti riguardanti Torino e il suo legame con il

cioccolato.

In alcune date selezionate ogni mese, dalla fermata situata proprio di fronte al Museo, sarà

possibile vivere questa esperienza unica.

Preparatevi a salire a bordo per un viaggio indimenticabile nel tempo!

Francesco Ciocatto

«Nel 2020, rilevando Pfatisch, ho subito compreso che il successo risiedeva nel valorizzare

la Storia di questo luogo iconico e nel proiettarlo nel futuro. Sognavo un museo del

cioccolato a Torino, da realizzare proprio qui, in questa pasticceria centenaria che

custodisce l’eleganza e l’operosità tipiche della nostra città, insieme ai macchinari originali

perfettamente funzionanti.

La mia idea era andare oltre: innovare, aprire il “dietro le quinte” del cioccolato e coinvolgere

il pubblico con esperienze sensoriali. Grazie all’incontro con Eddy Van Belle, questo sogno è

divenuto realtà: nasce così il Museo del Cioccolato e del Gianduja, Choco Story.»

Sign. Ciocatto, avete progetti per il 2025?

«Choco Story è in continua evoluzione. A Gennaio 2025 aprirà il Choco Story LAB: un luogo

dedicato ai workshop per persone di tutte le età che potranno sperimentare la creazione del

proprio cioccolato!»

Curiosità: il Museo è visitato maggiormente da turisti o torinesi?

«Sono davvero moltissimi i turisti esteri, ma anche italiani provenienti da fuori città. I torinesi

sono in grande numero, segno che il Museo è stato molto ben accolto. Nei suoi primi mesi

(abbiamo inaugurato il 26 Giugno!) ha riscosso un grande successo.»

Ci sarà qualche “dolce” proposta per Natale 2024?

« Assolutamente si, abbiamo i nostri panettoni, versione classica e quella speciale, fatta con

pan di zucchero, lievitato soffice senza canditi, lieve zucchero, impasto gianduja e marron

glacè. Un prodotto nostro sul mercato da più di 30 anni.»

Prossime date disponibili

Dicembre 2024:

Sabato 7 dicembre

Venerdì 20 dicembre

Sabato 28 dicembre

Gennaio 2025:

Sabato 25 gennaio

Prenotazioni sul sito:

www.choco-story-torino.it/choco-tram

Non perdete l’occasione di vivere un’esperienza unica che celebra l’eccellenza e la

tradizione torinese.

Il Museo del Cioccolato e del Gianduja, insieme all’affascinante viaggio a bordo del Choco

Tram, è un autentico tuffo nella storia, nel gusto e nell’eleganza della nostra città.

Un orgoglio tutto torinese, da scoprire e riscoprire non solo durante il magico periodo delle

feste, ma in ogni stagione dell’anno.

Lasciatevi conquistare da un percorso che unisce

cultura, intrattenimento e sapori in un modo davvero indimenticabile.

CRISTINA TAVERNITI

Una fresca insalata di farro

/

Il farro e’ un cereale antico dalle elevate proprieta’ nutritive.

L’insalata di farro e’ un’ottima alternativa all’insalata di riso o di pasta, e’ un piatto estivo originale e fresco. Gusto di nocciola, giusta consistenza…una sorpresa di gusto, assolutamente da provare.

***

Ingredienti

 

200gr. di farro perlato

80gr. di olive verdi denocciolate

1 confezione di wurstel di pollo

2 uova sode

150gr. di mais e piselli sgocciolati

2 filetti di peperone giallo e rosso in agrodolce

Olio evo

Lavare il farro e metterlo in una pentola con acqua fredda e salata. Cuocere a fuoco lento per 30 minuti dall’ebollizione. A cottura ultimata scolare e lasciar raffreddare. Tagliare i wurstel, le uova sode e i filetti di peperone, unire il mais e i piselli sgocciolati e le olive al farro, condire con un filo di olio evo, mescolare bene, aggiustare di sale e servire fresco.

 

Paperita Patty

La tranvia a cremagliera “Sassi Superga” compie 140 anni, un unicum che vale la targa d’oro ASI

L’Automotoclub Storico Italiano, nella sua continua opera di tutela e valorizzazione del patrimonio motoristico italiano, ha acceso i riflettori sulla lunga storia della tranvia Sassi-Superga, nota anche come Dentiera, che collega la Città della Mole alla collina dove si erge la basilica di Superga. La linea venne inaugurata come funicolare a vapore 140 anni fa, il 27 aprile 1884 e nel 1934 subì l’aggiornamento tecnico utilizzato ancora ai giorni nostri, a novanta anni di distanza. Si tratta della cremagliera di tipo Scrub senza fune e con trazione elettrica. Ad oggi rimane l’unico esempio italiano di tramvia a cremagliera e uno dei pochi rimasti al mondo. La linea, a binario unico con scartamento di 1435 mm, è lunga poco più di tre chilometri, affronta un dislivello di 425 metri e una pendenza massima di 21 gradi.

Per celebrare questo particolare primato, ASI ha rilasciato la prima certificazione di storicità per un convoglio tranviario elettrico, quello in funzione sulla Sassi Superga, formato dalla matrice D2-D3 SNOS del 1934 e dai rimorchi D11-D12-D13-D14 del 1884.

Le rispettive targhe oro sono state consegnate dal Presidente ASi Alberto Scuro e dalla Commissione ASI Rotabili Ferroviari, Gabriele Savi, Michele Fontani e Alberto Sgarbi, al Presidente dell’Associazione Torinese Tram Storici Roberto Carbursano, al termine di un evento organizzato sabato 30 novembre scorso alla stazione di Sassi, durante il quale sono intervenuti la Presidente del Consiglio Comunale di Torino, Maria Grazia Grippo, l’Assessore regionale Andrea Tronzano e il presidente GTT Antonio Fenoglio.

Nell’occasione è stato offerto un road tour sulle rotaie della città a bordo di due affascinanti tram della collezione curata dall’Associazione Torinese Tram Storici, il ‘2598’ del 1933, e il ‘312’ del 1935.

La Sassi Superga è stata la prima funicolare italiana a vapore ad adottare il sistema Agudio, che consisteva in un cavo d’acciaio che, scorrendo accanto al binario, azionava due grandi pulegge a lato del convoglio che, a loro volta, muovevano gli ingranaggi sulla cremagliera centrale. Un motore a azione azionava l’argano. Il sistema venne aggiornato nel 1934 con la cremagliera tipo Scrub senza fune e con trazione elettrica. Le motrici in uso dal 1934 sono la D1 a due assi e le D2 e D3 a carrelli, quattro assi. La colorazione esterna riprende i colori storici di ATM ( Azienda Torinese Mobilità, oggi GTT Gruppo Torinese Trasporti). Il rosso crema adornato dal filetto giallo blu dell’araldica torinese, abbandonati nel 1927 per imposizione ministeriale furono riproposti in quanto la linea Sassi-Superga non è una normale tranvia urbana. Ad eccezione del periodo della seconda guerra mondiale, quando le vetture furono ricolorate in beige, la D2 e la D3 sono tra i pochi tram a non aver mai cambiato livrea. Durante i loro novanta anni di onorato servizio, le motrici D2 e D3 hanno percorso oltre un milione e mezzo di chilometri, accompagnando milioni di persone fino alla base della Basilica di Superga.

I quattro motori TIBB-GTDM permettono al tram di spingere fino a due rimorchi, per un totale di 210 passeggeri. L’interno del tram è completamente in legno lucidato, cosiccome lo sono le porte. I sedili sono formati da panche dallo schienale reclinabile. Solo nella zona rivolta a valle ci sono una paratia e una porta scorrevole a dividere la zona passeggeri dalla parte ristretta del tram. L’orientamento del tram è fisso, sebbene sia bidirezionale. Il lato rivolto a monte si riconosce per la presenza delle condutture dell’aria. I finestrini sono ampi, panoramici e possono scomparire all’interno della fiancata del tram.

Nel 1934, in occasione del rinnovo del parco veicoli, l’ATM decise di recuperare i vagoni a quattro assi, due aperti estivi D13, D14 e due invernali chiusi D11 e D12, e di riutilizzarli sulla linea nuova, previa aggiunta di una ruota dentata che ingranasse sulla cremagliera per garantire la frenatura. Questi vagoni, fino all’immediato secondo dopoguerra, accompagnavano i passeggeri a partire da piazza Castello fino a Superga. Nel tratto tra piazza Castello e Sassi, le rimorchiate venivano agganciate al tram a vapore della linea Torino Brusasco, chiusa poi nel 1949, e da esso trainate fino alla stazione Sassi dove, con motrici di servizio, venivano portate sulla linea per Superga e unite alla motrice.

Sono state restaurate da un’officina specializzata nel 2000 e malgrado non siano praticamente mai cambiate nel corso dei decenni, solo pochi dettagli lasciano intendere la loro effettiva età.

Mara Martellotta

‘Gran Galà degli Sposi’, Caramagna Piemonte capitale italiana del Wedding

Al ‘Lago dei Salici’ va in scena l’eccellenza nel matrimonio firmata Giovanni Riggio

Oltre 500 persone, fra spose, sposi e accompagnatori hanno partecipato all’edizione 2024 del ‘Gran Galà degli Sposi’, l’appuntamento di settore più atteso in Italia nel settore del wedding. Un rito d’essai che, quasi una funzione sacra e solenne, va in scena perfettamente da oltre vent’anni e che vede, quale elegante e inarrivabile cornice, il ‘Lago dei Salici’ di Caramagna Piemonte, al confine tra la provincia di Cuneo e Torino.

Un luogo incantevole e altrettanto incredibile per la capacità d’accoglienza (può ospitare fino a cinque cerimonie nuziali in contemporanea per oltre 2.000 invitati) magistralmente guidato dal patron Giovanni Riggio. Professionista instancabile, imprenditore visionario, anche quest’anno ha richiamato a sé quanti hanno celebrato il giorno più bello della vita nel 2024 per una festa che, dire coi fiocchi, è quantomeno il minimo.

Accanto ai protagonisti dell’evento, anche un parterre ricchissimo di stelle dello showbusiness e del jet-set internazionale venute a dare il proprio contributo alla memorabile serata tra cui Katherine Kelly Lang, famosa interprete di Brook Logan, l’infinito amore di Ridge Forrester nell’eterna e intramontabile soap opera ‘Beautiful’.

Con lei anche l’attore Lorenzo Flaherty, il soprano Katia Ricciarelli e ancora Sasà Salvaggio di ‘Striscia La Notizia’, Simona Tagli con l’ex compagno Antonio Zequila, l’attore comico Franco Neri e Maurizio Scandurra, opinionista de ‘La Zanzara’ di ‘Radio24’, che dichiara: “Il Piemonte è una fucina sorprendente di talenti. Ringrazio l’amica fraterna Simona Tagli per avermi invitato a questa kermesse, rivelatasi una continua sorpresa. Dalla straordinaria ampiezza e originalità del contesto, di certo il più ampio sito italiano dedicato a quanti vogliono sposarsi fra classe, natura, eleganza e ottima tavola. Il fondatore Giovanni Riggio come un provetto capitano di lungo corso incarna lo spirito pionieristico dell’imprenditore competente che vive ogni singola azione di sviluppo come se tutto iniziasse oggi, fondendo professionalità e cortesia alla maestria stupefacente di un vero cuore bambino capace di innamorarsi e far innamorare tutti delle piccole cose e di ogni altrettanto impagabile dettaglio”.

Sua maestà la bagna cauda

/

Esistono numerose varianti  della ricetta tradizionale che prevede esclusivamente l’utilizzo di pochi ingredienti di ottima qualita’: acciughe, aglio e olio

La Bagna Cauda e’ senza dubbio uno dei pilastri della cucina piemontese, ed ha origini lontane nel tempo. E’ una ricetta semplice ricca di gusto e passione che esalta la convivialita’, un rito simbolo di amicizia ed allegria poiche’ in genere la “bagna” si consuma in compagnia. Esistono numerose varianti  della ricetta tradizionale che prevede esclusivamente l’utilizzo di pochi ingredienti di ottima qualita’: acciughe, aglio e olio. Vi propongo la mia variante modernizzata per “addolcire” l’intingolo.

***

Ingredienti per 4 persone:

2 teste d’aglio intere

1 etto di acciughe “rosse” di Spagna sotto sale a persona

200ml di olio evo

200ml di latte intero

200ml di panna da cucina

acqua e aceto q.b.

Verdure fresche di stagione a piacere (cardo gobbo, cavolo verza, topinambur, peperoni arrostiti, patate lesse, cipolle al forno, barbabietola ecc.)

***

Dissalare velocemente le acciunghe in acqua e aceto e ridurre a filetti. Preparare l’aglio eliminando il germoglio centrale di ogni spicchio poi, affettare sottilmente. Far cuocere a fuoco lentissimo l’aglio in 100ml di latte sino a quando e’ tenerissimo, scolare il latte e ridurre in poltiglia. In una terrina di coccio (“fojot” in piemontese) versare l’olio e quando e’ caldo mettere le aggiughe e la crema di aglio, rimestare con un cucchiaio di legno sino a quando e’ tutto sciolto infine, aggiungere la panna ed il rimanente latte. La salsa e’ pronta per essere servita bollente in ciotole di terracotta singole per ogni commensale. Abbinamento perfetto con un giovane barbera vivace.

 

Paperita Patty

 

Le pericolose conseguenze dell’effetto alone

/

Parte 2

Nel continuo intento di farci risparmiare tempo e fatica (ecco come nasce l’esperienza, ma purtroppo anche certi schemi mentali difficili da sradicare) il nostro cervello a volte sbaglia, nel suo tentativo di semplificarci la vita. Facendoci arrivare a determinazioni e conclusioni rapide.

In tal modo certamente risparmiandoci ogni volta un faticoso e lungo lavoro di ponderazione e di valutazione, ma talvolta semplificando eccessivamente la realtà. È certamente questo il caso dell’effetto alone. Nella nostra vita questa dinamica ci si ritorce contro a volte con conseguenze davvero molto gravi.

Conoscendo l’esistenza dell’effetto alone e le dinamiche che ne derivano, possiamo però anche essere in grado di sfruttarle a nostro favore, usandolo consapevolmente. Sia per valutare in modo più veloce e corretto le altre persone, o certi oggetti (pensiamo agli inganni da effetto alone di molta pubblicità…) in molteplici situazioni.

Ma anche di esprimere al meglio noi stessi attraverso il modo in cui ci presentiamo nei vari ambienti, in modo da suscitare le reazioni a noi più favorevoli… Specialmente negli ultimi tempi il fenomeno dell’Effetto Alone è stato analizzato anche relativamente al settore commerciale e del marketing dei prodotti, poiché esso condiziona il nostro giudizio.

È la percezione che abbiamo anche sui prodotti, in special modo quelli appartenenti a uno specifico brand (o marchio o linea di prodotti). Per via di questa ingannevole distorsione mentale, le case produttrici più famose e prestigiose in genere godono di un sostanziale vantaggio. Nel senso che che beneficiano del fenomeno Effetto Alone quando lanciano un nuovo prodotto.

Nel caso in cui la marca venga percepita con un giudizio positivo dai consumatori. Se in precedenza la casa produttrice ha commercializzato un prodotto di successo, gli acquirenti tenderanno ad estendere il giudizio positivo dato al prodotto precedente anche sul nuovo prodotto, pur non sapendo ancora nulla delle sue caratteristiche.

(Fine della seconda parte)

Potete trovare questi e altri argomenti legati al benessere personale sulla Pagina Facebook Consapevolezza e Valore.

Roberto Tentoni
Coach AICP e Counsellor formatore e supervisore CNCP
www.tentoni.it

Autore della rubrica settimanale de Il Torinese “STARE BENE CON NOI STESSI”