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Corso per l'uso degli strumenti GPS ed orientamento

anemos gpsIniziativa  a cura di Anemos Itinerari del Vento

 

Possedere un GPS è solo il primo passo, a volte non è neppure il più importante. Anemos Itinerari del Vento organizza un corso sull’uso degli strumenti GPS in ambito escursionistico e cicloescursionistico. Il corso, limitato a 12 partecipanti, si articola in due appuntamenti teorici e pratici serali in aula. Il corso si rivolge a tutti gli appassionati dell’outdoor che vogliono migliorare la conoscenza e la padronanza degli strumenti GPS per l’orientamento. Il corso è aperto anche agli operatori turistici interessati a condurre in sicurezza le escursioni e valorizzare il proprio bagaglio di competenze tecniche. Paolo Pia – Istruttore Nazionale di mountain bike di Anemos – spiega quali argomenti saranno trattati: “Ci occuperemo brevemente di mappe, altimetro e bussola, sistemi di coordinate geografiche e UTM, map datum, per poi dedicare tutta la nostra attenzione agli aspetti più pratici del mondo gps. Lavoreremo sia con strumenti Garmin che con applicativi per smartphone. Con l’ausilio di fasce cardio vedremo come incrociare i dati di velocità ed altimetria con il battito cardiaco. Impareremo a visualizzare immagini georeferenziate rendendo immediata l’individuazione della nostra posizione sulla mappa, parleremo quindi anche di mappe digitali e accenneremo alla georeferenziazione”. Il calendario degli appuntamenti in aula, presso la sede operativa di Turro in via Vincenzo Monti 5 a Moncalieri (TO): mercoledì 25 novembre e giovedì 3 dicembre dalle 19.00 alle 22:30.

 

La quota di partecipazione al corso è di €50. Per informazioni ed iscrizioni è sufficiente inviare una email a info@anemostorino.com, oppure compilare il form sul sito www.anemostorino.com.

Il film Malala per la Giornata contro la violenza sulle donne

violenza

Le iniziative del Consiglio regionale

 

Presentate a Palazzo Lascaris le iniziative promosse dal Comitato Diritti Umani e dalla Consulta regionale delle Elette in occasione della Giornata contro la Violenza sulle Donne, mercoledì 25 novembre.In dodici sale cinematografiche del Piemonte, per le classi terze quarte e quinte delle scuole superiori, il 25 novembre verrà proiettato il film “HE NAMED ME MALALA”.

 

“Quest’anno abbiamo scelto di veicolare il messaggio di rispetto per le donne attraverso un film particolarmente significativo – ha detto il presidente del Consiglio regionale Mauro Laus –pensiamo infatti che il messaggio di rispetto per le donne possa arrivare più facilmente alla sensibilità dei giovani attraverso un film. Negli spazi lasciati liberi dalla politica spesso si insinuano odio e violenza, dobbiamo rioccuparli con una battaglia di civiltà e di rispetto per il genere umano ed in particolare per le donne”.

 

“La storia di Malala, una ragazza pachistana 15enne, vittima dei Talebani, che ha meritato il Nobel per la Pace 2014 – ha sottolineato Stefania Batzella, presidente della Consulta delle Elette – ci mostra come in ogni situazione la cultura la conoscenza e la comunicazione siano strumenti di libertà e di democrazia”.

 

Simone Castagno e Roberto Morano, rispettivamente presidente Anec regionale e segretario generale Agis Piemonte e Valle D’Aosta, hanno sottolineato “la grande collaborazione tra le istituzioni, le sale cinematografiche, le imprese dello spettacolo e le scuole per promuovere una campagna di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne in particolare verso le nuove generazioni”.

 

In occasione della Giornata con la Violenza sulle donne la Consulta delle Elette diffonde in tutte le istituzioni e gli ambulatori pubblici una locandina con i numeri telefonici che le donne possono utilizzare per chiedere aiuto in situazioni di violenza fisica o psicologica.

 

 Mercoledì 25 novembre dalle ore 15 a Palazzo Lascaris la Consulta femminile regionale organizza inoltre un convegno dal titolo: “Piemonte in rete contro la violenza di genere. Per creare insieme un sistema integrato di contrasto alla violenza e di difesa, tutela e supporto alle donne vittime di violenza”.

 

www.cr.piemonte.it

Terrore parigino, "disordini" torinesi: indizi diversi di ingovernabilità

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di Patrizio Tosetto

 

 

 

In Francia il terrore. Qui occupazioni, manifestazioni, povertà. Corso Siccardi angolo via Cernaia. Altra polizia, altra manifestazione. Studenti antagonisti (in verità quattro gatti) che ci spiegano che tutti i mali del mondo dipendono da Pd (poverino) e ne bruciano la bandiera. Brillanti nell’argomentare le loro ragioni. Il filo che lega due realtà diverse: noi e Parigi.

 

Difficile scrivere della nostra città, ora che il peso esistenziale provocato dai fatti di Parigi grava sulle nostre conoscenze. Quello che sarà e quello che è stato. Purtroppo un intimo filo lega il tutto. Condiziona e condizionerà le nostre  anime. Questa è una piccola premessa. I fatti. Venerdì mattina presto in via Asti. La caserma sgomberata dall’occupazione. Tra pattuglie di polizia, auto dei vigili urbani e polizia privata scopro qualcosa che non sapevo. Prima dei Rom, l’arrivo dei profughi, probabilmente pachistani è stato richiesto, concordato, con il sindaco. Nella richiesta soddisfatta c’è una legittimità nell’agire dei ragazzi  di Terre di Mezzo.

 

Capisco la rabbiosa reazione degli anarchici dopo lo sgombero. Capisco ma non legittimo, visto che nei campi predisposti per i Rom, per intenderci quelli non abusivi, c’è ancora posto. Ed anche la soluzione della Cavalerizza  posticcia . Ad oggi le politiche di integrazione sono fallite. Percorro a piedi via Po. Incontro l’mmancabile senzatetto. Ho il dubbio se fotografare. Debbo però testimoniate ciò che vedo. Vedo polizia schierata. Rumoreggiare in via Verdi dove, appuro successivamente, insegnanti comunali di scuola materna manifestano contro l’assessore competente. Vorrebbero aumentare l’orario ed il relativo carico di lavoro.

 

Mancano i soldi e debbono fare di necessità virtù. Oggi scopro che per loro il pericolo è scampato. Il contratto di lavoro nazionale lo impedisce. E poi tra un po’ si vota a Torino. Il Lungo è intervenuto per motivi elettorali. Verso Porta Palazzo: sotto i portici del Palazzaccio, davanti al Duomo, altri profughi bivaccano. Normale amministrazione. Non vorrei essere giudicato un perbenista, ma sollecito soluzioni alternative. Oltre al fatto che l’inverno a Torino è duretto.

 

Corso Siccardi angolo via Cernaia. Altra polizia, altra manifestazione. Studenti antagonisti (in verità quattro gatti) che ci spiegano che tutti i mali del mondo dipendono da Pd (poverino) e ne bruciano la bandiera. Brillanti nell’argomentare le loro ragioni. Film già visto. Vorremmo essere ottimisti. Purtroppo i fatti sono più forti di noi. Il filo che lega ora Parigi e la nostra città, pur con le dovute differenze di un fatto tragico come quello degli attentati, rispetto alla situazione torinese,  è l’ingovernabilità.

 

Non vogliamo e possiamo arrenderci a questa ingovernabilità. Ma l’unica cosa che possiamo fare è organizzarci.

 

(Foto: il Torinese)

 

Comuni fioriti, vincono anche i torinesi

FIORI SINDACI COMUNESono stati assegnati ai 142 Comuni della rete (in continua crescita nel numero e nella qualità delle fioriture sul territorio), i tradizionali cartelli stradali gialli con i fiori rossi, da apporre all’ingresso del paese, sotto quello bianco con il nome

 

La Città di Cervia ha vinto i “Quattro fiori Oro”, massimo riconoscimento per i Comuni fioriti. È stato l’ultimo premio assegnato stamani ad Alba all’interno della finale nazionale del concorso promosso da Asproflor, l’Associazione dei Produttori florovivaisti. “I fiori, con l’impegno delle Amministrazioni comunali e della comunità, sono fondamentali”, hanno commentato Renzo Marconi e Sergio Ferraro, presidente e vice di Asproflor. E così Cervia, dopo aver partecipato e vinto l’oro nel concorso mondiale Communities in Bloom (con le città fiorite di tutto il mondo), raccoglie il massimo premio assegnato ad Alba . Villar Pellice (Città Metropolitana di Torino si è classificata al primo posto tra i comuni tra i mille ed i cinquemila abitanti.

 

Alla premiazione hanno preso parte il sindaco di Alba Maurizio Marello con l’assessore Alberto Gatto e la presidente dell’Ente fiera del Tartufo, il deputato Mino Taricco, l’eurodeputato Alberto Cirio, Tommaso Mario Abrate, presidente di Fedagri-Confcooperative, il responsabile marketing di Bayer Italia Maurizio Rigolli, che ha presentato i prodotti di “Top linea”. Ospite d’onore – come sabato pomeriggio durante l’elezione di Miss Comuni fioriti vinta da Arianna Viale, di Boves, seconda Giulia Margaria di Villar San Costanzo e terza Adela Moldovan di Forza d’Agrò – la cantante Numa, con il suo ultimo brano Promised Land, scritto da Phil Palmer, chitarrista Dire Straits.

 

Nel corso della mattinata, sono stati assegnati ai 142 Comuni della rete (in continua crescita nel numero e nella qualità delle fioriture sul territorio), i tradizionali cartelli stradali gialli con i fiori rossi, da apporre all’ingresso del paese, sotto quello bianco con il nome.

 

 Per la Città Metropolitana di Torino I quattro fiori rossi sono andati ad Avigliana, Claviere, Sestriere, Usseaux, Villar Pellice,

I tre fiori rossi a  Cavour, Cesana Torinese, Chiusa San Michele, Ingria, Piobesi Torinese, Pomaretto, Sant’Ambrogio di Torino, Tavagnasco, Vistrorio,

Due fiori rossi ad Agliè, Condove, Lauriano, Robassomero, Rueglio, Strambino,

Florale, Anna Furlani Pedoja, Jacopo Fontaneto, Mauro Paradisi, Alberto Pejron.

 

Tanti i premi speciali assegnati stamani a Comuni e a privati.  Tra loro ci sono il premio Bayer Garden alla scuola primaria Sandro Pertini di Chiusa San Michele, il premio per la partecipazione dei cittadini a Pomaretto.

 

Massimo Iaretti

 

"Didone e Enea" al Regio e "King Arthur" incanta il Conservatorio

Al teatro Regio amore e passione sono  i temi dell’opera “Didone e Enea” di Henry Purcell, nello spettacolare allestimento di Roussat e Lubek.  “King Arthur”, eseguito dall’Accademia Stefano Tempia

 

regio 2Per la prima volta al teatro Regio di Torino, giovedì 19 novembre alle 20, andrà in scena “Didone e Enea”, l’opera di Henry Purcell, dando avvio al filone tematico della stagione, il Progetto Opera Barocca. Il direttore Federico Maria Sardelli, al suo debutto sul podio dell’Orchestra e del Coro del teatro Regio, affronterà la ricca partitura del compositore inglese. L’ allestimento,  spettacolare, in prima italiana, proviene dall’opera di Rouen Haute Normandie ed è firmato da Cecile Roussat e Julien Lubek,  autori di regia, scene, costumi e coreografia del cast. Nel cast figurano Roberta Invernizzi, Benedict Nelson,  Roberta Mameli e Carlo Allemandi, solisti di fama internazionale e riconosciuti esperti nel campo della musica da camera barocca.

 

Lunedì 16 novembre, alle 21, al Conservatorio Giuseppe Verdi, l’Accademia Stefano Tempia presenterà intanto “King Arthur”, la dramatic-opera, sempre di Purcell, eseguita in forma di concerto, con un adattamento del testo in italiano a cura di Orlando Perera,  per la direzione di Dario Tabbia. I leggendari cavalieri della tavola rotonda, re Artù, il mago Merlino sono alcuni dei personaggi di questa semi-opera articolata in cinque atti, ricca di pagine musicali entrate nella storia della musica,  tra cui la celebre passacaglia “Happy the lover”, basata su di un ostinato di quattro battute ripetute variate per ben 59 volte.

 

” Didone e Enea viene proposta – spiega il direttore Federico Maria Sardelli – in maniera ampliata, con alcune danze tratte dal catalogo di Purcell, rispettando la prassi dell’epoca e le atmosfere indicate dall’autore. L’opera rappresenta un caso storicamente e musicalmente assai interessante, oltre che un lavoro molto efficace sul piano teatrale. Gli artisti che firmano la produzione, Cecile Roussat e Julien Lubek, formatisi nella leggendaria scuola di Marcel Marceau, si sono distinti per le loro produzioni, capaci di fondere arte circense, proiezioni, illusionismo e danza. Il loro teatro è arte concreta e l’opera, quella barocca in particolare, uno spettacolo totale”.

 

Il quarto libro dell’Eneide virgiliana rappresenta la fonte letteraria per l’opera di Purcell. Il libretto, scritto da Nahum Tate, divide la vicenda in tre atti, durante i quali si consuma il dolore di Didone. Innamorata di Enea e vittima di un inganno che porterà il suo amato lontano, la giovane conservatorio torinoprincipessa cartaginese sarà sopraffatta dal dolore. Nel libretto operistico, tuttavia, compaiono alcune sostanziali differenze rispetto al testo virgiliano, di cui la più importante è rappresentata dal ruolo delle streghe, protagoniste dell’impressionante inizio del secondo atto. Sono loro a ordire una trama contro Didone, essendo una delle maghe invidiosa della felicità della regina cartaginese e del suo amore per l’eroe troiano.

L’opera debuttò a Londra, nel teatrino del collegio femminile guidato da Priest, nel 1690, destinata a diventare con il tempo il capolavoro del barocco musicale inglese. Ispirata a modelli operistici italiani e francesi, “Didone e Enea” raggiunge il culmine dell’emozione nello splendido lamento finale di Didone alla sorella.

 

Il cast impegnato nelle cinque recite dal 19 al 28 novembre annovera artisti di livello internazionale. Il soprano Roberta Invernizzi,  interprete di Didone, è una delle artiste più apprezzate nel repertorio barocco, dotata di un timbro di voce dolce, scolpito da una dizione impeccabile e arricchito da una presenza scenica di prim’ordine. Benedict Nelson, anche lui al suo debutto al teatro Regio, si è rivelata una delle voci più promettenti della nuova scuola inglese e ha fatto nell’interpretazione di Enea uno dei suoi masterpiece, tanto da essere invitato anche al festival di Salisburgo.

 

L’opera sarà presentata al pubblico mercoledì 18 novembre al Piccolo Regio Puccini con una conferenza a ingresso libero, dal titolo “Un manifesto per la fondazione del melodramma inglese”, a cura di Dinko Fabris.

 

Mara Martellotta

Biglietteria del Teatro Regio, piazza Castello 215. Tel 0118815241/242.

“Il cuore dentro alle scarpe. Uomini di calcio: le loro storie, la loro magia”

calcio balillaDal 13 al 28 novembre la terza edizione del Festival

 

Nasce nel 2013 l’idea di creare un piccolo Festival per parlare di calcio. Ma parlare di calcio liberandolo dall’urgenza della pura cronaca sportiva. “Il calcio non è cronaca, è racconto”, il titolo della prima edizione. Niente risultati o commenti tecnici, ma questo sport usato come strumento per parlare di persone e per raccontare delle storie che evochino epoche, luoghi, sentimenti.In questa terza edizione gli appuntamenti in programma sono cinque, dal 13 al 28 novembre 2015. Si è deciso di allargare il campo di osservazione: non più o non solo le storie dei singoli, ma la Storia, nel suo complesso. La Storia che irrompe nei fatti del calcio. Perché il calcio è specchio di ciò che succede. E spesso spiega le cose meglio di altro.

 

L’intreccio tra calcio e politica è il comune denominatore di quest’anno. Viste dai campi di pallone e dagli spalti, verrà raccontata la storia della guerra in Jugoslavia, la storia di Hillsborough e di come siamo finiti dalle curve dritti seduti sui divani, la storia dell’Heysel e le storie del calcio militante, così come lo vivono in Irlanda del Nord, nei Paesi Baschi e in Germania.  Questo il programma del Festival che si svolge a Casseta Popular (via Tripoli 56, Grugliasco):

Venerdì 13 novembre ore 21.30: La Jugoslavia più forte di sempre. Quando la guerra ruba la storia. Le guerre degli anni ’90 nella ex Jugoslavia hanno privato il calcio di un pezzo della sua storia: la nazionale Jugoslava tra il 1990 e il 1992 era da tutti considerata geniale e piena di talento. Un viaggio alla scoperta di quella squadra e di quegli uomini a cavallo tra sport e politica per capire cosa ci siamo persi. Una nazionale, quella jugoslava, che per due anni domina la scena europea, che perde solo una partita, quella ininfluente contro la Danimarca, si prepara a vivere un Europeo da protagonista. Poi, la guerra. E quell’Europeo lo vince proprio la Danimarca, ripescata all’ultimo.

Ne parlano:  Damiano Benzoni (giornalista, East Journal), Alessandro Gori (giornalista), Andrea De Benedetti (giornalista, Guerin Sportivo).

 

Sabato 14 novembre ore 21.30: 96 bugie per una Premier League. Il disastro di Hillsborough equivoco alla base del calcio moderno. Un’analisi del percorso che ci ha condotti al di fuori degli anni ’90, dal calcio che fu al calcio moderno, partendo dalla madre di tutte le bugie. Il 15 aprile 1989, Hillsborough, Regno Unito. Il calcio come oggi lo conosciamo è fatto forse più di televisioni, replay e divano che di stadio e gradinate. Come siamo arrivati a questo calcio, sempre più legato a doppio filo agli introiti delle televisioni, sempre più prodotto da vendere. Per capirlo partiremo dalla madre di tutte le bugie: dalle 96 vittime di Hillsborough, da quel disastro che segnò l’occasione per rendere gli stadi sempre meno luogo del tifo e sempre più esperienza di pochi, indirizzando la politica che governa il calcio verso il dominio televisivo. Capiremo perché, alla base di una trasformazione epocale, ci fossero Margareth Tatcher e una bugia durata 25 anni.

Intervengono: Christiano Presutti (co-fondatore del collettivo Luther Blissette del blog Fútbologia), Fulvio Paglialunga (giornalista e scrittore, Luca Di Meo (Wu Ming 3, scrittore, co-fondatore del progetto Fútbologia), Andrea De Benedetti (giornalista e scrittore).

 

Giovedì 26 novembre ore 21.30: Incontro col giornalista e scrittore Gian Luca Favetto in compagnia di Beppe Quaglia e Leandro Agostini.

Presentazione del libro “Il giorno perduto. Racconto di un viaggio all’Heysel”. La storia di un viaggio verso Bruxelles compiuto da due parti dell’Europa, la Valchiusella nel Torinese e Liverpool, in Inghilterra, da quattro ragazzi tifosi.

 

Venerdì 27 novembre, ore 21.30: Pareggia o Raddoppia? Il grande quiz del calcio.

Conduce Maurizio Blatto (scrittore, autore de “L’ultimo disco dei Mohicani”)arbitra Giorgio Pilon (musicista).

 

Sabato 28 novembre, ore 21.30: Un calcio al fascismo – Storie di calcio militante tra Amburgo, Derry e Bilbao.

Intervengono: Edoardo Molinelli (Minuto Settantotto, Athletic Club), Alessandro Colombini (Minuto Settantotto, autore di “Strikers – Viaggio in Irlanda del Nord tra George Best e Bobby Sands”), Marco Petroni (autore di “St. Pauli siamo noi – Pirati, punk e autonomi allo stadio e nelle strade di Amburgo”).

 

Tutti gli appuntamenti sono ad ingresso libero riservato ai soci Arci

Non riesci a dimagrire? Scopri perché la tua dieta non sta funzionando

dietaSei partita piena di buona volontà: il tuo obiettivo è rientrare in quel bel tubino nero che giace in fondo al tuo armadio. Nonostante gli sforzi, però, l’ago della bilancia non scende. Scopri cosa stai sbagliando

 

La cerniera del tuo abito preferito non sale più: che delusione. Così hai deciso di metterti a dieta. Purtroppo, dopo i primi incoraggianti risultati, non ci sono stati miglioramenti. Perché? Cerchiamo di capirlo insieme. 

 

All’inizio è più semplice – I primi chili si perdono in modo più facile, perché inizialmente si perdono i liquidi in eccesso. Man mano che si prosegue, il calo di peso è più lento: è normale.


Ti nutri male
– Ti sembra di non mangiare nulla, ma non è esattamente così. Salti il pranzo ma poi vai alle macchinette e ingurgiti una merendina, oppure dei salatini, o ancora delle barrette al cioccolato. Sbagliato: meglio un piatto di pasta con verdure o pomodoro fresco, condito con un filo di olio a crudo: è più sano e ti sazierà, cosa che non faranno gli snack, pieni di grassi e conservanti e poveri di nutrimento.

Non ti muovi – Hai dato un taglio alle calorie, ma conduci una vita molto sedentaria. Sbagliato! Se vuoi perdere peso devi muoverti. Non è necessario massacrarsi di spinning o di corsa. Innanzitutto cammina di più: usa l’auto e i mezzi pubblici il meno possibile. Se hai la possibilità iscriviti in palestra, vai in piscina o a correre. Sii costante: sì a un allenamento di un’ora due-tre volte la settimana, no a un allenamento di tre ore concentrate in un solo giorno.

Bevi poco o male – Bisognerebbe consumare 1,5/2 litri di acqua al giorno per favorire il drenaggio dei liquidi. Non basta bere durante i pasti. No all’acqua gasata e nemmeno alle bibite o ai succhi. Sì alle tisane e al the verde.

La quantità è importante – Esageri con gli alimenti che consideri sani. Per esempio hai sostituito il burro con l’olio extravergine di oliva (ottimo!) ma ne usi troppo per condire (male!). Oppure hai eliminato le merendine  in favore dello yogurt, ma ne mangi due per volta. O ancora: assumi quantità esagerate di frutta: è vero che fa bene, ma contiene anche molti zuccheri.

Sgarri – A colazione, pranzo e cena sei inappuntabile, ma lontano dai pasti sei da riprendere! Il fatto di mangiare bene durante i pasti ti fa sentire in diritto di concederti una bella merenda nel pomeriggio e del junk food dopo cena, davanti alla tv. Questo è totalmente sbagliato.

(VIOL)AZIONE E NARRAZIONE: la violenza maschile contro le donne

Basta chiamarlo raptus: stereotipi fuorvianti e (dis)informazione

 

donne viol-azioneIl prossimo 25 novembre, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, l’Università degli Studi di Torino e il Comitato Unico di Garanzia con la collaborazione dell’Associazione Volontarie Telefono Rosa Piemonte di Torino e del Teatro della Caduta, organizzano una serie di eventi e di iniziative dal titolo “(VIOL)AZIONE E NARRAZIONE: la violenza maschile contro le donne. Basta chiamarlo raptus: stereotipi fuorvianti e (dis)informazione”.

 

Si inizierà il 16 e il 17 novembre con due incontri presso il Campus Luigi Einaudi, dove avvocate e psicologhe/i che da anni lavorano con il Telefono Rosa di Torino interagiranno con studentesse e studenti sui temi della narrazione della violenza. Nel primo appuntamento verrà dato risalto agli stili delle narrazioni delle donne vittime di violenza; nel secondo saranno centrali i linguaggi e le comunicazioni giornalistiche sul tema della violenza di genere: narrazioni che vedono sempre al centro dell’attenzione, anche dei mezzi di comunicazione, la “donnavittimadiviolenza” con pochissimi riferimenti, invece, al responsabile della violenza, il maltrattante o, nei casi più gravi, il femminicida.

 

Il 25 novembre, dalle ore 14, presso l’Aula Magna del Campus Luigi Einaudi verranno presentati gli esiti dei due incontri e discussi con alcune esperte sul tema. Il convegno vedrà la partecipazione generosa e straordinaria di Serena Dandini, che presenterà brani tratti dal suo libro “Ferite a morte”, letti da Germana Pasquero.

 

Il 24 e il 25 novembre e il 3, 4, 5 dicembre, alle ore 21, presso il Caffè della Caduta in Torino, Via Eusebio Bava n. 39, saranno messe in scena cinque repliche di “Open Cafè speciale 25 novembre”: si tratta di una performance appositamente ideata e realizzata dal Teatro della Caduta, uno spettacolo interattivo di storytelling, un momento per riflettere sull’educazione sentimentale del maschio. Con Francesco Giorda, Emanuela Currao, Stefano Gorno.

 

Nella settimana fra il 23 e il 28 novembre, le/i docenti dell’Università degli Studi di Torino dedicheranno alcune ore di lezione al tema della violenza di genere in un’ottica multidisciplinare: temi delle lezioni, orari e sedi saranno disponibili alla pagina web:

www.unito.it/pagina/25novembre_donne

 

 

Il focus delle iniziative sarà il binomio “violenza e narrazione”: storie non solo di cronache efferate ma anche di culture, di opinioni, di stereotipi e di pregiudizi; linguaggi che riguardano ambiti giuridici, sanitari, dei centri antiviolenza e di chi, a diverso titolo, si occupa di violenza. Con un preciso scopo: affrontare temi importanti, delicati e mai risolti, all’interno dell’università, dove l’argomento della violenza di genere è marginale non solo nei percorsi di studio ma anche nel modo stesso in cui i giovani e le giovani conoscono e affrontano il problema.

 

 

 

Università degli Studi di Torino

Staff Comunicazione e Stampa

Responsabile Eva Ferra

Tel. 011 6702590 – 2222 – 2533

Email: ufficio.stampa@unito.it

 

Università degli Studi di Torino

Comitato Unico di Garanzia (CUG)

Presidente Silvia Giorcelli

Tel. 011 6704369

Email: cug@unito.it

 

Associazione Volontarie Telefono Rosa Piemonte di Torino

Via Assietta 13/A – Torino

Tel. 011 530666 – 5628314

Email: telefonorosa@mandragola.com

 

Caffè della Caduta

Via Bava 39 – Torino

Tel. 011 5781467

Email: info@teatrodellacaduta.org

WhatsApp 340 6906136

Nursing Up: “Sicurezza sull’orario di lavoro: dal 25 novembre servizi a rischio”

Il segretario regionale Claudio Delli Carri: “Nessuno ha ancora fatto nulla: l’unica soluzione è assumere. Siamo pronti a tutelare i nostri lavoratori e i cittadini piemontesi”

 

LETTO OSPEDALELa normativa europea recepita dalla Legge 161 del 30 ottobre 2014- Disposizione in materia di orario di lavoro del personale delle aree dirigenziali e del ruolo sanitario del servizio sanitario nazionale, che stabilisce il tetto delle ore lavorabili settimanali per chi opera in sanità, il tetto delle ore di riposo giornaliere (11 ore consecutive) e il riposo settimanale, deflagrerà come una bomba nelle aziende sanitarie piemontesi mettendo addirittura a rischio alcuni servizi. La data in cui inderogabilmente entrerà in vigore questa norma è il 25 novembre 2015 e ad oggi nessuna Azienda Sanitaria piemontese è ancora corsa ai ripari, perché? Perché c’è l’impossibilità di procedere a nuove assunzioni derogando alla recente legge regionale.

 

Con la disattesa di tali parametri imposti dall’Europa non solo non ci sarà personale sufficiente a coprire tutti i reparti e le aziende sanitarie della nostra regione dovranno chiuderli, ma le stesse aziende si vedranno esposte a numerose segnalazioni che perverranno agli ispettorati del lavoro delle provincie piemontesi con multe salatissime che piomberanno sui direttori generali e su bilanci aziendali già dissanguati. Il Nursing Up, il sindacato degli infermieri italiani, in assenza di un piano, di una strada chiara individuata dalla Regione per sopperire a questa emergenza, è pronto, a partire dal 26 novembre, a rivolgersi agli Ispettorati del lavoro per mettere in regola tutti i lavoratori  della sanità piemontese tutelando così anche i cittadini-utenti.

 

“Siamo in una situazione che va oltre il paradosso – attacca Claudio Delli Carri, segretario regionale del Nursing Up -. La soluzione è una sola: fare subito nuove assunzioni in modo da rimpolpare i reparti e far si che i turni di lavoro siano rispettosi della norma sopra menzionata. Per fare un esempio, già oggi,  in uno degli ospedali più grandi della regione, c’è  un  reparto con 23 infermieri con una  programmazione turni di lavoro  preventiva già fuori norma. Con le attuali dotazioni organiche non è possibile, per le aziende, ottemperare al rispetto della direttiva che verrà imposta dal 25 novembre 2015.E allora? Che facciamo? Chiudiamo i reparti cancellando dei posti letto? Facciamo esplodere le già sovraffollate liste d’attesa?”.

 

“A quanto pare sembra che presso il Governo sia in fase di preparazione una deroga a questa norma che scatta dal 25 novembre – aggiunge Delli Carri -. Ciò che non si vuole capire però è che gli ospedali non hanno bisogno di artifici politici o amministrativi per coprire turni massacranti con poco personale, hanno invece necessità urgente di più infermieri e personale di supporto per garantire prestazioni adeguate ed efficaci ai pazienti. Noi siamo contrari a qualsiasi tipo di deroga e lo ripeteremo in Regione all’incontro programmato per il 16 novembre. La soluzione a questo pasticcio non la possono pagare i lavoratori che hanno il sacrosanto diritto al rispetto della sicurezza sull’orario di lavoro, soprattutto per  una professione  usurante come la  nostra.

 

Le persone, gli infermieri, non sono numeri. L’unica soluzione è rivedere le dotazioni organiche con uno studio adeguato dei carichi di lavoro e una rimodulazione dei modelli organizzativi sia per i servizi ospedalieri sia per quelli territoriali. Ci va, insomma, una riorganizzazione generale vera che deve partire dalla Regione. E, poi, basta perdere tempo, la direttiva che scade il 25 novembre è di un anno fa e fino a oggi nessuno ha fatto nulla. Noi siamo pronti, a partire dal 26 novembre, a tutelare adeguatamente i nostri lavoratori che hanno tutto il diritto di fruire delle ore di riposo necessarie. Le aziende sanitarie, dal 26 novembre, potrebbero trovarsi in serie difficoltà”.

 

 

 

Il Segretario  Regionale

Nursing Up Piemonte

Claudio Delli Carri

 

Moni Ovadia apre Eccentrika al teatro Le Serre di Grugliasco

Moni-Ovadia

La musica Klezmer e la lingua yiddish sono un connubio perfetto per  esprimere la condizione universale dell’ebreo errante

 

Moni Ovadia apre il 14 novembre la stagione Eccentrika del Teatro Le Serre di Grugliasco, curata dal Circo Vertigo. Lo spettacolo di cui è protagonista è incentrato sul cabaret yiddish,  vale a dire sulla musica, la lingua e la cultura yiddish, quel miscuglio di tedesco, ebraico, polacco, russo, ucraino e romeno,  che ben esemplificano la condizione universale dell’ebreo errante, il suo essere privo di una patria. Dal cabaret yiddish è poi derivato il celebre Oylem Goylem. Lo spettacolo di Moni Ovadia, che presenta la forma classica del cabaret comunemente inteso, alterna brani musicali e canti a storielle, aneddoti d citazioni, che la comprovata abilità di Moni Ovadia sa rendere particolarmente vivaci. La curiosità dello spettacolo sta nel fatto di essere dedicato a quella parte della cultura ebraica di cui lo yiddish è la lingua e il klezmer la musica.

 

Questa musica, che ben esprime, secondo Moni Ovadia, “Il suono dell’esilio e della dispersione”, deriva dalle parole ebraiche Kley Zemer,  che si riferiscono agli strumenti musicali del violino, archi in genere, e il clarinetto, con cui si suonava la musica tradizionale ebraica dell’Est europeo a partire circa dal Cinquecento.

 

“Ho scelto – spiega Moni Ovadia – di dimenticare la filologia per percorrere un’altra possibilità, proclamando che questa musica trascende le sue coordinate spazio temporali scientificamente determinate, per parlarci delle lontananza dell’uomo, della sua anima ferita,  dei suoi sentimenti assoluti, dei suoi rapporti con il mondo naturale e sociale, del suo essere “santo” e della sua possibilità di ergersi di fronte all’universo, debole ma sublime. Gli umili sono stati depredati della loro cultura e trasformati in consumatori inebetiti, ma sono riusciti a lasciarci una chance postuma, una musica che si genera laddove la distanza tra cielo e terra ha la consistenza di una sottile membrana imenea che, vibrando,  suggerisce che siamo stati posti qui per qualcos’altro”.

 

Mara Martellotta

Teatro Le Serre di Grugliasco  Parco Culturale, via Tiziano Lanza 21, ore 21.

Biglietteria aperta sabato sera a partire dalle 19.30. Consigliata la prenotazione ai numeri 011071448 o 3277423350.