Negli ultimi anni si è assistito ad una vera e propria riscoperta dello swing e del lindy hop in tutto il mondo. Quando sembrava ormai essere irrimediabilmente tramontato il ballo di coppia, eccolo a far di nuovo irruzione come principale forma di intrattenimento nel fine settimana e quale modo migliore per incontrarsi. Il merito va sicuramente a questo revival dei balli swing, lindy hop in testa, che resistono al tempo e alle mode. Di origine afroamericana, il lindy hop nacque alla fine degli anni Venti al Savoy Ballroom di Harlem a New York. Dalla comunità nera si espanse poi al resto della società diventando il primo fenomeno di ampia portata di integrazione culturale tra bianchi e neri. Oggi le comunità di lindy hoppers che scelgono luoghi precisi in città dove incontrarsi ogni settimana, le
scuole e i festival periodici in cui vengono presentati workshop e ospiti internazionali sembrano crescere e consolidarsi di anno in anno e a dismisura. Una delle cose che sorprende di questo ballo è la socialità. Nelle serate di social dance si balla liberamente con partners diversi senza seguire coreografie predefinite, ma improvvisando guidati dalla musica e dalla sintonia spontanea che si instaura tra i ballerini. Normalmente si è abituati a considerare il ballo di coppia frutto di uno studio accurato di coreografie prestabilite in vista di esibizioni o gare, basti pensare al programma “Ballando con le stelle”. L’improvvisazione di questo ballo invece, tutto giocato sull’abbandono alla musica e al partner, è qualcosa di unico ed è ciò che entusiasma tutti coloro che condividono questa passione. L’euforia collettiva che si sprigiona durante una jam session e l’immediatezza
della musica dal vivo che accompagna gli scatenati balli contribuiscono ad alimentare il desiderio di far parte di una comunità che sembra espandersi continuamente. Durante la settimana sono tante le serate dedicate ai balli social, occasioni imperdibili per chi vuole mettere a frutto i passi imparati a lezione e per ballare con persone diverse. Due sono i ruoli nella coppia: il leader, colui che guida improvvisando e la follower che segue il leader interpretando. Ma si suol dire che a ballare si è sempre in tre: il leader, la follower e la musica.
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Abbiamo incontrato Chiara Silvestro, ballerina e insegnante tra le più brave della scena swing torinese e fondatrice della scuola Feel Good Swing, per catturare la magia di questo ballo e capire le ragioni di questo successo.
Quando è iniziato il revival dei balli swing a Torino? Chiara, per quali vie sei approdata al lindy hop e da quanti anni insegni?
Ho tenuto le prime lezioni di charleston e jazz roots nell’estate del 2009. Si tratta di balli swing, come il lindy hop, ma a differenza del lindy sono danzati singolarmente. Sono stati la mia prima
grande passione, ma anche una scelta abbastanza obbligata nel momento in cui a Torino non esisteva ancora una scena swing e non conoscevo nessuno che ballasse lindy hop! Dopo moltissimi anni di danza modern jazz e contemporanea ero approdata ai balli swing perché, appassionata di musica nera d’annata, avevo scoperto che in Europa esistevano diversi festival dedicati e avevo iniziato a frequentarli. Pian piano le cose a Torino sono cambiate e di sicuro un grosso aiuto è arrivato dal Jazz Club che ha iniziato a organizzare serate dedicate alla musica swing e alla social dance nell’inverno 2011. In tutti questi anni ho sempre continuato a insegnare e ho visto la scena swing crescere e trasformarsi e la città rispondere in maniera entusiasta. Oggi si può ballare più o meno ogni sera a Torino! Dopo varie esperienze e collaborazioni ho infine fondato la scuola Feel Good Swing assieme al mio compagno di ballo e di vita Alessandro Rossi. Man mano la squadra si è allargata e siamo molto contenti del percorso fatto fin qui e dell’atmosfera rilassata e inclusiva che si respira in Feel Good Swing. D’altronde abbiamo scelto questo nome proprio perché secondo noi la cosa più bella e importante da trasmettere attraverso i balli swing è la voglia di divertirsi, di stare assieme e di stare bene!
Una delle cose che colpisce dell’ambiente swing è l’aspetto sociale, la comunità che si crea intorno e la straordinaria varietà di persone attratta dalla musica e dal ballo. Un fenomeno che sembra essere un po’ in controtendenza visti i tempi dominati per lo più da relazioni alimentate sui social network. Quali tipologie di persone si iscrivono ai corsi?
Il balli swing hanno un pubblico estremamente trasversale: si passa dallo studente universitario, al professionista, dall’appassionato di musica jazz a chi la musica jazz non l’ha mai ascoltata prima. Di sicuro alla base dello strepitoso successo di questo ballo sta proprio l’inclusività e la socialità che è in grado di generare. Oltre ai corsi, sia durante la settimana che durante i fine settimana, ci sono moltissime occasioni di ballo e la gente sa che andando alle serate social incontrerà persone che già conosce e avrà occasione di fare nuove amicizie con cui condividere un interesse comune. Questo aspetto aggregante di sicuro è in controtendenza rispetto alla solitudine dei nostri tempi. Ballare assieme presuppone un contatto diretto e fisico che non ha niente a che vedere con le chat sui social! Forse è anche una sana reazione a un modo di vivere in cui viene a mancare il senso di comunità. Così è naturale comprendere come la socialità offerta dal mondo swing venga apprezzata e sostenuta dalle persone.
E per chi volesse cimentarsi nel lindy hop? Bisogna avere esperienze pregresse o ci si può “buttare” anche senza esperienze di ballo?
Esistono campioni del mondo di lindy hop che raggiungono dei livelli di qualità e raffinatezza del ballo altissimi. Detto ciò il lindy è nato come ballo di strada e come ballo sociale, quindi può essere imparato e goduto anche da totali principianti! A gennaio partono due corsi proprio dedicati ai principianti tenuti da me e Alessandro. Tutti i curiosi possono partecipare alle lezioni di prova che saranno giovedì 11 e sabato 13 gennaio. Tutte le informazioni si trovano sul nostro sito www.feelgoodswing.com, ma gli interessati ci possono anche contattare via email (info@feelgoodswing.com) o sulla nostra pagina facebook (www.facebook.com/feelgoodswing/). Venite e capirete le ragioni di tanto successo!
Giuliana Prestipno
La geografia della bellezza
prodotti cosmetici. In venti anni di collaborazione con aziende cosmetiche e farmaceutiche internazionali ha maturato una profonda conoscenza del cosmetico e della pelle. Si occupa costantemente di ricerca e divulgazione, per diffondere un nuovo paradigma della cosmetica e, proprio per questo il suo impegno è esteso e continuo. Barbara Bertoli è una viaggiatrice curiosa che ama immergersi nelle culture locali per cercare all’origine l’incredibile biodiversità che la natura ci offre. Luoghi in cui l’uso tradizionale delle piante, dei fiori e delle essenze più pure e incontaminate dalla chimica, diventa fonte d’ispirazione per elaborare un nuovo concetto di bellezza e di consapevolezza cosmetica, più completo ed evoluto. Nel 2015 è uscito il suo libro “La geografia della bellezza”, che io personalmente ho letto 2 volte e mi è piaciuto tantissimo, un giro del mondo attraverso i continenti e attraverso i rituali di bellezza dei
popoli passando dalle proprietà dell’olivo utilizzato in Grecia, al rosmarino e mandorle dell’Italia, dal miele impiegato in Egitto alla vaniglia del Madagascar. E poi gli oli essenziali utilizzati in Oriente e il bagno onsen giapponese, arrivando poi nella moderna America. Il tutto corredato da ricette di bellezza facilmente replicabili, ma non voglio svelare tutti i Paesi trattati nel libro e dei popoli protagonisti, i cui preziosi consigli costituiscono un vero patrimonio da tramandare e divulgare. Oltre ad aver scritto il libro “Geografia della Bellezza” edizioni Ultra di Castelvecchi, ha scritto su
MELISSA e i suoi 65 passi dalla Mole
lasciato al caso, ogni dettaglio è curato nei minimi particolari, carta da parati vintage, credenze colme di barattoli con infusi, aromi speziati, profumi di una volta, insomma una miscellanea di sensazioni olfattive che riportano ai ricordi. Girovagare tra gli scaffali e trovarci di tutto: tisane, caramelle, cioccolato, libri, profumi, scatole, fotografie, trucchi, sali da bagno e tanto altro ancora. Questo è il segreto del successo di questa bottega. Un angolo fatto di dettagli, di piccole cure, di particolari dove anche solo un sacchettino di caramelle alla rosa può letteralmente addolcire la giornata.
È sicuramente un’opera unica nel suo genere, l’allestimento è curato con estrema attenzione e non è solo la meccanica che rende unico il Presepe, ma anche la fantasia dei realizzatori che riescono a strabiliare il visitatore. Quest’anno ad accogliere il visitatore si aggiungono figure di pastori (ad altezza d’uomo) che lo accompagnano verso la meta. Per rendere più belle le figure esterne al presepe quest’anno si sono aggiunti i tre re Magi a grandezza naturale. Inoltre hanno realizzato la Natività, sempre a grandezza d’uomo che verrà collocata in chiesa. La creazione del Presepe meccanico dell’oratorio Michele Rua è frutto di un’idea nata anni fa da alcuni salesiani cooperatori. L’associazione salesiani cooperatori è un’associazione creata e ardentemente voluta da Don Giovanni bosco. Il Presepe meccanico ed il Laboratorio uomini del Michele Rua di Torino non è nato solo per stupire, ma è l’occasione per ritrovarsi in famiglia o con amici, un momento di incontro e di condivisione.















Quando si prende un cucciolo, che non deve avere mai meno di due mesi, non si può non tener conto che potrà sporcare in casa (fino a quando non avrà il controllo degli sfinteri, esattamente come i nostri bambini, solo che loro ci mettono molto meno), piangere se lasciato solo (bisogna abituarlo gradualmente, soprattutto se lo portate a casa quando siete in ferie, ricordate che poi dovrete tornare a lavorare), mordere qualunque cosa (è con la bocca che il cane impara a conoscere il mondo), che andrà educato (con delle regole e col gioco), dovrà uscire spesso (in qualsiasi condizione meteo), ed essere sottoposto ad una serie di controlli dal veterinario. Oltre a tutto ciò e bene non dimenticare che il cucciolo diventerà presto adolescente e poi adulto, e che oltre all’impegno temporale c’è anche quello economico. E’ fondamentale soprattutto che gli adulti sappiano che la stragrande maggioranza dell’impegno toccherà a loro, anche se è corretto responsabilizzare i bimbi. Pensare che siano i figli a prendersi cura del cucciolo, sarebbe come pensare di mandare il proprio bimbo all’asilo con la maestra che ha più o meno la sua età e che lo educa secondo la sua esperienza e le sue regole..lascio immaginare a voi. 
E’ fissato per domenica 17 dicembre il mercatino natalizio più atteso ai piedi del Musinè.
formativi così da ampliare i suoi orizzonti e le sue competenze. Costumi per la scena, intimo donna, design, modellismo. Questi sono i molteplici interessi di Jenny che hanno influenzato la sua visione di moda fino alla realizzazione del suo brand. Ha quindi cominciato a farsi riconoscere per i dettagli delle sue creazioni, per la perseveranza e la meticolosità del lavoro, per la visione precisa degli abiti che escono dal suo atelier. Tessuti e tagli per risaltare le linee femminili accarezzate dei tubini. Abiti per ogni occasione resi unici da dettagli portabili. Collezione dopo collezione ha proseguito giocando sulle forme, mescolando aderenza e volumi, scultura e leggerezza. Ha coltivato con cura il principio
di idee su misura, mantenendo tuttavia il valore dell’accessibilità: anche nella produzione in serie sono evidenti le caratteristiche di artigianalità e cura dei dettagli. Il suo pensiero è quello di vestire tutte le donne, nessuna esclusa, tutte le forme, inserendo in ogni capo particolari che rivelano il forte carattere della stilista trasmettendolo a chi lo indossa. Vi invito a vedere il suo profilo Instagram dove si possono ammirare bellissimi scatti delle sue creazioni in cui tessuti, trame e modelli unici fanno da cornice ad un’espressione artistica e di un artigianato di stile.
Bologna e autore per Il Mulino della pubblicazione “Annibale”, tema dell’incontro, dedicata al leggendario condottiero cartaginese. Annibale generale tra i più grandi di ogni tempo e genio militare dalle insuperate doti di condottiero, nel corso della seconda guerra punica inflisse ai romani una serie di spaventose disfatte. Venne sconfitto a Zama ad opera di Scipione che avviò Roma verso il predominio sul Mediterraneo.Giovanni Brizzi, con la casa editrice Il Mulino ha inoltre pubblicato “Il guerriero , l’oplita, il legionario. L’esercito nel mondo antico”, “canne. La sconfitta che fece vincere Roma” e “Ribelli contro Roma. Gli schiavi, Spartaco, l’altra Italia”. La mostra Odissee racconta il cammino dell’umanità sul pianeta Terra nel corso di una storia plurimillenaria attraverso un centinaio di opere provenienti dalle raccolte di Palazzo Madama e da vari musei del territorio e nazionali: dipinti, sculture, ceramiche antiche, reperti etnografici e archeologici, oreficeria longobarda e gote, libri antichi, strumenti scientifici e musicali, carte geografiche. Gli incontri organizzati in collaborazione con Il Mulino proseguiranno
scoprire i cambiamenti della moda indossata da nobiltà e borghesia nel periodo tra settecento e novecento. Al termine della visita i bambini potranno vestire dei modellini in carta secondo la loro creatività. Al termine delle attività sarà offerta ad ogni bambino una merenda dell’azienda centrale del latte di Torino, partner dell’iniziativa. Durata: un’ora circa, evento rivolto a bambini dai 6 ai 12 anni, costo: bambini € 3; adulti € 8 oppure gratuito per i possessori dell’Abbonamento Musei; 2 adulti +1 bambino €15. Prenotazione obbligatoria al numero 