LIFESTYLE- Pagina 371

Come comunicano i cani (parte I)

Lo “scodinzolare” viene generalmente interpretato dall’uomo come un segnale di felicità, ma non sempre è così. Anche attraverso il movimento della coda, il cane dimostra la sua intenzione di interazione e la sua agitazione, positiva o negativa

 

 

Nell’articolo precedente è stata presa in considerazione la comunicazione con il cane, in questo e nel prossimo vedremo come, invece, il cane comunica con noi. Comprendere il suo linguaggio e interpretare correttamente i segnali che utilizza per comunicare con l’uomo e con i suoi simili, è funzionale al saper riconoscere i segnali e a poter intervenire di conseguenza. Oltretutto tale capacità qualificherà la nostra figura ai suoi occhi come competente e quindi meritevole di fiducia; altrimenti, in un contesto che non è in grado di capirlo, a prevalere sarà una sensazione di frustrazione. La comunicazione del cane è composta dalla componente chimica (olfatto e paraolfatto), visiva, acustica e tattile. La comunicazione chimica è il senso più sviluppato nei cani ed è usata solo per comunicare tra loro. Il paraolfatto, grazie alla presenza dell’organo vomeronasale situato al di sopra del palato e formato da due canali all’interno delle cavità nasali, permette loro di percepire i feromoni (sostanze chimiche che si trovano nelle secrezioni vaginali, nelle ghiandole perianali ed in quelle sudoripare dei cuscinetti plantari) attraverso l’aria, l’acqua o la terra. La comunicazione olfattiva (marcature), avviene principalmente tramite urina, feci, ghiandole anali e interdigitali e nel padiglione auricolare, attraverso i quali i cani raccolgono informazioni importanti sull’altro individuo circa sesso e età, mole, condizioni di salute e stato gerarchico. Così come il nostro cervello è predisposto ad apprendere il linguaggio verbale, allo stesso modo quello del cane è preparato a elaborare e discriminare gli odori. Risulta quindi fondamentale permettere al nostro amico di “leggere” le informazioni di cui ha bisogno senza strattonarlo continuamente (a meno che non si stia facendo un percorso di recupero comportamentale su soggetti particolarmente territoriali e/o dominanti). Un video illustrativo, divertente e molto interessante dal titolo “Come fanno i cani a vedere con il naso” spiega come funziona il meraviglioso mondo dell’olfatto canino e quali potenzialità spesso ignoriamo.

 

La comunicazione visiva, ovvero il linguaggio corporeo del cane, è definita postura e varia in funzione della situazione-stimolo con cui deve interfacciarsi; la corretta visione d’insieme di orecchie, coda, mantello, mimica facciale, movimenti di avvicinamento e traiettoria, fornisce indicazioni preziose sullo stato emozionale del cane. A tal proposito, consiglio di leggere “Il linguaggio del cane” di Roger Abrantes, da cui è tratta l’immagine delle evoluzioni del linguaggio corporeo canino. 

 

 

Le più comuni sono:

Postura RILASSATA: posizion neutra, testa alta, orecchie morbide, coda bassa leggermente curva.

Postura DOMINANTE (cane che intende comunicare la sua superiorità gerarchica): posizione dritta, orecchie in avanti ed erette, coda alta verticale che si muove lentamente e a scatti, sguardo fisso e diretto sul dorso o verso gli occhi dell’avversario, muso o zampa (o entrambi) poggiati fermi sopra la testa o il collo dell’ altro (T-POSITION). La monta tra cani dello stesso sesso in determinati contesti ha natura gerarchica e non ha nulla a che vedere con la monta sessuale.

Postura DOMINANTE AGGRESSIVA (cane in situazione di possibile scontro): corpo proteso in avanti, labbra e naso arricciati, denti e gengive ben scoperte, fronte con rughe verticali, piloerezione.

Postura di SOTTOMISSIONE (finalizzata a interrompere un’azione irruente o di aggressione):

  • ATTIVA: postura bassa, orecchie all’indietro, coda bassa tra le gambe, movimenti a scatti, testa girata da un lato, leccamento e stimolazione labiale verso l’ altro.
  • PASSIVA: ventre scoperto, segnali di pacificazione con eventuale emissione di urina, soprattutto nei soggetti più giovani.

Postura di INSICUREZZA/TENSIONE (cane che di fronte ad una possibile minaccia cerca di stemperare la tensione): posizione leggermente rannicchiata, coda tra le gambe, orecchie appiattite ai lati della testa.

Postura di ALLERTA (cane che si imbatte in qualcosa di interessante o vede arrivare qualcuno): posizione dritta, orecchie tese in avanti, occhi ben aperti, coda orizzontale con possibile movimento oscillatorio, piloerezione.

Postura di GIOCO: “inchino”, movimenti ampi della coda, abbai e ringhi dati da eccitazione, movimenti veloci e circolari del corpo e della testa.

 

Lo “scodinzolare” viene generalmente interpretato dall’uomo come un segnale di felicità, ma non sempre è così. Anche attraverso il movimento della coda, il cane dimostra la sua intenzione di interazione e la sua agitazione, positiva o negativa. Ad esempio, due cani che si avvicinano con fare di circospezione, le cui punte delle code si muovono velocemente, sono quasi sicuramente minacciosi l’uno verso l’altro. Un erronea interpretazione di questo comportamento, pensandolo amichevole, non riconosce la pericolosità della situazione e non consente di intervenire in tempo, evitando possibili aggressioni che potrebbero essere, invece, scongiurate.

Nel prossimo articolo vedremo gli altri due tipi di comunicazione del cane. Stay tuned!

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Francesca Mezzapesa

Educatrice cinofila – Istruttrice Rally Obedience

Le bollicine piemontesi di Martinotti

Il nome di Federico Martinotti e del suo metodo di vinificazione potrebbe diventare presto un veicolo per fare conoscere a milioni di persone il Monferrato in giro per il mondo. In occasione della prossima edizione del “Vinitaliy”, la più grande manifestazione dedicata al vino italiano, che si svolgerà dal 15 al 18 aprile a Verona, il Comitato Casale Capitale della Doc   l’Associazione Donne del Vino, in più incontri di questa importante vetrina di respiro italiano e mondiale, faranno una proposta semplice ma rivoluzionaria. Lo ha anticipato giovedì scorso, Andrea Desana, presidente del Comitato, già assessore provinciale di Alessandria e direttore della Coldiretti di Vercelli e Biella, in un incontro di approfondimento con gli allievi delle classi terze (Enogastronomia e Sala/Vendita) dell’Istituto alberghiero Artusi di corso Valentino a Casale. L’occasione, concordata con l’Istituto scolastico e con il docente di Diritto e tecniche amministrative delle aziende ristorative Massimo Iaretti, era quella di spiegare ai ragazzi ed alle ragazze il contesto nel quale era nata e si è poi sviluppata sino ai giorni attuali la legislazione sulla denominazione di origine controllata – Doc e controllata e garantita – Docg dei vini italiani. E il relatore era assolutamente titolato a parlarne, in quanto figlio di Paolo Desana, il senatore casalese che nel 1963, alle ultime battute dei quella legislatura, riuscì a portare a termine, dopo quasi un secolo una legge in quel senso, quando la Francia principale competitor a livello internazionale l’aveva dal 1935. E proprio nel 2013 venne costituito un Comitato per ricordare quanto avvenne. Nel citare i nomi della vitivinicoltura italiana Andrea Desana, ha ricordato anche Federico Martinotti, di Villanova Monferrato, direttore della Regia stazione per l’enologia di Asti ed inventore del metodo di fermentazione dello Champagne in autoclave, oggi chiamato “Charmat”. “Proporremo – ha detto – ai produttori italiani di inserire in etichetta di vini come l’Asti Spumante o il Prosecco, che è stato vinificato con la denominazione Metodo Federico Martinotti – Villanova Monferrato. Questo vorrebbe dire che, calcolando la produzione dei nostri vini spumanti, tutti di ottima qualità e oggetto di esportazione in tutto il mondo, il nome Monferrato, sia pure indirettamente, andrebbe ad essere posto, su una quantità pari a circa seicentottanta milioni di bottiglie ogni anno”. E tutto questo potrebbe avere una notevole ricaduta su un territorio che sta cercando la via della crescita turistica come il Monferrato. Nel suo intervento, durato circa un’ora e seguito con attenzione dagli allievi dell’Artusi (all’incontro ha assistito anche un assistente tecnico, Lorenzo Damosso, ex allievo Artusi, che nella sua tesina per l’esame di Stato dedicò uno spazio proprio a Paolo Desana) ha anche citato le cattedre ambulanti della seconda metà dell’Ottocento, iniziate da Giuseppe Antonio Ottavi, corso di origine ma diventato monferrino nel corso della vita, dei suoi figli e di Arturo Marescalchi.

 

Viaggio nella Sardegna del vino

Starhotel Majestic – Corso Vittorio Emanuele 54 – TORINO


I vini autoctoni, le storie di uomini e donne del vino

Ecco il prossimo appuntamento in Hotel promosso dall’associazione Go Wine a Torino.
La degustazione sarà dedicata alla regione Sardegna, con un focus sulla viticoltura dell’isola.
Un evento esclusivo che intende valorizzare il ricco patrimonio di vini autoctoni esistente ed una antica storia legata alla coltura della vite. Una sorta di viaggio virtuale nelle principali aree di produzione dell’isola con una qualificata selezione di aziende direttamente presenti; un’enoteca completerà il panorama della degustazione.

Partecipano al banco d’assaggio:
Agricola Soi – Nuragus (Ca); Argiolas – Serdiana (Ca); 
Boinaglios Ledda Fele
 – Oliena (Nu);
Cantina Lilliu 
– Ussaramanna (Vs); Carpante – Usini (Ss); 
Silvio Carta 
– Zeddiani (Or); Delogu Tenute – Sassari; 
Farina 
– Ozieri (Ss); Gostolai di Tonino Arcadu – Oliena (Nu); 
Jerzu Antichi Poderi 
– Jerzu (Og); Mulas – Bono (Ss); 
Murales
 – Olbia (Ot); Quartomoro di Sardegna – Arborea (Or); 
Santa Maria La Palma 
– Alghero (Ss); Sedilesu – Mamoiada (Nu); 
Su’Entu 
– Sanluri (Vs); Tondini Antonio – Calangianus (Ot).

Programma e orari
Ore 16,30 – 18,30: Anteprima: degustazione riservata ad operatori professionali (titolari di Ristoranti, Enoteche e Wine Bar);
Ore 18,30: breve conferenza di presentazione dell’evento;
Ore 19,00 – 22,00: Apertura del banco d’assaggio al pubblico di enoappassionati.

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Il costo della degustazione per il pubblico è di € 18,00 (€ 12,00 Soci Go Wine, riduzione Soci associazioni di settore € 15,00).
L’ingresso sarà gratuito per coloro che decideranno di associarsi a Go Wine direttamente al banco accredito della serata (benefit non valido per i soci familiari). L’iscrizione sarà valevole fino al 31 dicembre 2018. 

ATTENZIONE: Per una migliore accoglienza è consigliabile confermare la presenza alla serata all’Associazione Go Wine, telefonando al n°0173/364631 oppure inviando o un’e-mail astampa.eventi@gowinet.it entro le ore 12.00 di martedì 06/03 p.v..

L’invidia del sorriso

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L’invidia è un vissuto scomodamente inconfessabile. Viviamo in una società di persone invidiose e frustrate, al punto tale da sperare nell’insuccesso dell’altro piuttosto che concentrarsi sul loro, in un vortice di inettitudine e scarsa propensione al sacrifico, talmente alta da essere invidiosi anche di un sorriso. C’è un giudizio in queste parole, un’accusa forte, rumorosa, quasi quanto un’unghia sulla lavagna, come se andasse di moda “sputare” sul trionfo altrui per giustificare il proprio fallimento. L’invidia è il desiderio di possedere qualcosa che appartiene a qualcun altro e di cui si sente intimamente l’assenza.Dal punto di vista psicologico ciò provoca uno stato d’animo tanto angosciante quanto ambivalente. Da una parte coltiviamo rabbia verso chi, secondo i nostri personali standard, sembra apparentemente appagato dal proprio stile di vita, ma dall’altra coviamo desiderio per gli stessi traguardi. Vogliamo essere come la persona che invidiamo, proprio perché ciò che possiede è quello che vorremmo anche noi. Attraverso l’invidia demoliamo l’altro, non avendo potuto raggiungere come lui, o per lo meno non ancora, quel “grappolo d’uva sul ramo più alto”. Aggredire, in questo caso, rappresenta il tentativo di tenere a galla la propria autostima e la fiducia in se stessi. Infatti, svalutando ciò che abbiamo intorno, il nostro vissuto non apparirà più così negativo come sembra. “Sporchiamo” gli altri non riuscendo a “lavare” noi stessi. In questo modo si placa quel senso di insoddisfazione che, evidentemente, si può provare. Sminuire quello che non si riesce ad ottenere diviene dunque una sorta di “stratagemma” per preservare dal dolore di non essere come si vorrebbe. E’ un autoinganno che, nella società attuale, fortemente centrata sul valore della competizione e della rivalità a colpi di “selfie” pubblici, trova terreno fertile.

 

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L’osservare, lo sbirciare cosa fanno gli altri comporta un confronto continuo ed ossessivo, quanto inutile, con   qualcuno di cui la maggior parte delle volte sappiamo poco. Veniamo completamente assorbiti dal superficiale fattore visivo e lo prendiamo come dato certo: “Se sorride in quella foto vorrà dire che è più felice di me”. Muoviamo le nostre riflessioni su dati apparenti, considerandoli assoluti nel tempo, all’interno del quale l’invidia si espande, presentandosi come un’emozione che danneggia l’autostima, col rischio di cristallizzarsi emotivamente in maniera duratura. Prende vita, così, nel proprio io, uno stato di malessere e inadeguatezza che sfocia nell’avversione nei confronti della persona invidiata. La conseguenza più grave per lo stato d’animo è un danno psicologico in termini di crisi della considerazione che abbiamo di noi, poiché, invece di apprezzare le personali abilità, si tenderà in modo non sano, a confrontarle con quelle degli altri che appaiono migliori, fuori da un ottica di valutazione oggettiva costruttiva. La persona che ha raggiunto il successo non viene considerata un punto di riferimento da cui trarre semmai inspirazione per migliorarsi, ma un nemico da svalutare il più possibile. L’osservazione dell’altro, da eventuale momento di confronto creativo, viene trasformata in occasione di insulto e denigrazione, perdendo qualsiasi funzione vitale alla crescita individuale. Le persone diventano bersagli da colpire. Gli altrui successi, il risultato di comportamenti sicuramente scorretti e di mera fortuna, lontani da una logica di sudata realizzazione ricercata professionalmente. Per liberarsi da questa condizione nociva sia per il proprio benessere psicofisico, sia per la qualità e salute delle relazioni interpersonali, è fondamentale far emergere il coraggio e l’impegno di concentrarsi solo sulla propria frustrazione, piuttosto che disperdere energie in tentativi di denigrazione dell’altro. In questo processo è determinante mantenere come punto di riferimento il proprio “io”, anziché fattori e dettami sociali, riscoprendo il valore positivo nella conquista di un sorriso ricevuto, apparentemente piccola cosa, ma oggi assai rara, invece che perdere il sonno dietro incubi di angosce persecutorie. L’occhio dell’invidia altro non fa che mettere in evidenza il disagio emotivo che si può sperimentare nella vita sociale, e porta ad incamerare un vissuto così indigesto da inquinare una parte profonda dell’individuo, la considerazione di sè. La mancata elaborazione di questo processo mentale può far insorgere serie problematiche di adattamento. Per evitare che questo accada sarebbe opportuno prendersi cura delle proprie imperfezioni ed essere consapevoli dei propri pregi e traguardi raggiunti, donandoci valore, per non venire fagocitati dalla moltitudine di stimoli e vivere in uno stato di insicurezza perenne e di inadeguatezza interiore. Si evita, così, di sprofondare nell’invidia, usandola come “nocivo” meccanismo di difesa. Se avremo la capacità di riconoscere i nostri limiti non sentiremo l’esigenza di confrontarci al di là del nostro cuore.

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Dott. Davide Berardi, Psicologo – Psicoterapeuta

Psicologo, Psicoterapeuta ad Indirizzo Relazionale Sistemico, Docente Corsi di Accompagnamento al parto, Psicologo della riabilitazione e del sostegno nella terapia individuale e familiare, Terapeuta del coraggio emotivo.

davide_berardi_78@yahoo.it      

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Non una dieta, ma un metodo alimentare personalizzato

Dieta. Dal greco “daita” il termine indica un modo di vivere; nel secondo significato, dal latino “dies”, si richiama al termine “giorno”. È nella prima accezione che la intende il dottor Eugenio Franzero, medico chirurgo nutrizionista, con studio a Torino in corso Galileo Ferraris 51 e, dal settembre 2009, attivo anche a Milano. “Non mi piace parlare ai miei pazienti di dieta – precisa il dottor Franzero – quanto piuttosto di “metodo alimentare”. Oggi in Italia esiste, purtroppo, nel campo ancora molta confusione legislativa e normativa e, spesso, i pazienti appaiono disorientati nel momento nel quale decidono di affrontare un percorso di dieta, a volte spinti, soprattutto se donne, soltanto dall’esigenza e dal desiderio di perdita di peso corporeo. Assumere un metodo alimentare nuovo, secondo me, rappresenta, invece, un passo molto più completo nella vita di una persona, coinvolgendo anche l’acquisizione di nuove conoscenze sugli alimenti ed ottenendo benefici sulla salute a 360 gradi. Il medico deve servire come guida nel percorso di dieta del paziente, che in un momento successivo dovrà proseguire più autonomamente”.

 

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“La mia attività di medico chirurgo esperto in nutrizione umana – precisa il dottor Franzero – si avvale di molteplici e proficue collaborazioni che hanno permesso di sviluppare esclusivi kit per le indagini diagnostiche, qual il cytotest ed il test del DNA, vale a dire l’analisi dei geni, che viene effettuata con prelievo mucoso, elaborato dal Genetic Lab, laboratorio leader a livello europeo nella diagnostica molecolare. Per questo test dallo scorso gennaio sto utilizzando un kit delle intolleranze che è frutto di miei studi, messo a punto da me in maniera esclusiva. Il cytotest rappresenta ad oggi la tecnica d’indagine più affidabile per le intolleranze alimentari e riconosciuta dal Ministero della Sanità, ottenuta con prelievo di sangue venoso. Dopo aver effettuato sul paziente il cytotest e dopo la sua valutazione dal punto di vista anamnestico, elaboro un piano alimentare personalizzato, partendo sempre dalla considerazione che la dieta deve essere una scelta consapevole personale. Il mio piano alimentare personalizzato si basa su un metodo che non prevede che si pesino gli alimenti, né che si contino le calorie o si utilizzino farmaci. Il mio metodo si basa, invece, sull’eliminazione temporanea (di solito da 4 a 6 mesi) dei soli alimenti verso i quali il paziente presenta una intolleranza e sul loro successivo reintegro a fine dieta, sotto stretto controllo medico”.

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“Con questo metodo” aggiunge il dottor Franzero – si ottengono risultati molto positivi nel calo graduale del peso corporeo, nel mantenimento nel tempo dei risultati raggiunti, nell’attenuazione ed in molti casi scomparsa della sintomatologia di accompagnamento (cefalee, coliti, dermatiti), nel miglioramento dei valori della glicemia, colesterolemia e della pressione sanguigna. Un altro test che i pazienti possono effettuare presso il mio studio è quello del DNA, vale a dire l’analisi dei geni, effettuato con prelievo del tampone mucoso. È un test adatto a tutti ed in particolare a coloro che sospettino una predisposizione familiare ad una patologia, utile anche nel mantenimento di diete pregresse, negli sportivi e nei bambini. Questo test rientra nella disciplina della nutrigenomica, che si basa non sul principio della dieta, bensì su quello di un programma di prevenzione finalizzato a ridurre al minimo lo sviluppo di gravi patologie quali diabete, elevati livelli nel sangue di colesterolo e trigliceridi, aumento degli acidi urici, osteoporosi, intolleranza al glucosio, sensibilità all’alcool, resistenza glicidica, stress ossidativo, obesità genetica. La conoscenza della predisposizione genetica consente di programmare piani alimentari preventivi, capaci di ridurre al minimo lo sviluppo delle patologie legate ai geni studiati, indispensabile per chiunque voglia conoscere, gestire e vivere in modo sano la propria alimentazione senza alcun tipo di rinuncia”. Il dottor Franzero si avvale nel suo studio anche della collaborazione della dottoressa Paola Villata, dietista, coadiuvante nelle visite di controllo e nel follow up di alcuni pazienti, e di una biologa per gli esami del sangue effettuati in sede.

 

Mara Martellotta

Gobino, il re del cioccolato a Eataly

 

Il cioccolato è il tema dei mesi di febbraio e marzo a Eataly Lingotto: ricchissimo il programma di eventi dedicati ad uno dei prodotti artigianali d’eccellenza.

Tra questi spicca l’appuntamento che si terrà venerdì 2 marzo alle ore 18 in Sala Punt&Mes: il Maestro Cioccolatiere Guido Gobino sarà il protagonista dell’incontro “Dal Cacao al cioccolato”. Al centro dell’attenzione il processo che trasforma le fave di cacao in cioccolato: Gobino racconterà come avvengono le fasi di lavorazione artigianale nella sua sede di via Cagliari e presenterà le sue eccellenze. Il cioccolato di Gobino ha più di 50 anni di tradizione famigliare alle spalle: dal 1964 a Torino la produzione parte direttamente dalle fave di cacao, fino ad arrivare alla tavoletta o al famoso giandujotto. Fra le provenienze di cacao selezionate, molto importante è il Cacao della Chontalpa, regione del Messico poco sotto il Tropico del Cancro dove la natura e i millenni hanno lavorato per produrre il miglior cacao del pianeta. È qui che nasce il Cacao Presidio Slow Food selezionato da Guido Gobino per produrre un’intera linea di Cioccolato Extra Bitter impreziosita dal logo con la chiocciola. “Dal cacao al cioccolato” sarà, dunque, l’occasione per raccontare la storia del Cioccolato Presidio Slow Food e degustare alcune delle eccellenze firmate Gobino: i Cioccolatini Chontalpa, i Tourinot numero 10 e i nuovissimi Ovetti Assortiti della Selezione di Pasqua 2018.

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L’evento “Dal cacao al cioccolato” è proposto al pubblico al prezzo di € 10. È necessario prenotare: www.eataly.it o 011 19506801.

 

Il rispetto verso la tradizione e lo slancio verso un’attenta innovazione, coniugando creatività, gusto e passione per il cioccolato artigianale di alta qualità sono i punti forti della filosofia di Guido Gobino basata sull’etica e sui valori. Da oltre 50 anni la tradizione continua, ma è intorno all’inizio degli anni 90, che inizia l’avventura imprenditoriale di Guido Gobino con il primo marchio “Selezione Guido Gobino”, destinato sin da subito a rappresentare i prodotti simbolo dell’azienda: il Giandujottino Tourinot® e il Tourinot Maximo®.

 

 

A tu per tu con Sasha, estetista dell’anima

L’appuntamento con Sasha Guerriero è fissato sotto la Torre dello Stadio Olimpico a piazza d’Armi. Attendiamo una ragazza bionda. La luce del sole del pomeriggio colpisce invece una bella ragazza dai capelli rossi intenta a consultare lo smartphone. Un bel sorriso, una stretta di mano ed eccoci a parlare. Inizia una lunga conversazione passeggiando lungo i viali che costeggiano il parco. E tra una battuta e l’altra esce con chiarezza il profilo di una giovane ragazza alla ricerca di un metodo e di una visione della vita atipica per la maggioranza dei suoi coetanei.
Sasha, un nome raro nel panorama torinese…
Un nome russo che mia mamma ha tratto da un film dove ad un certo punto una bellissima ragazza bionda dice di chiamarsi Sasha.
Che cosa ti interessa di più in questo momento?
Mi interessa lo stare bene con me stessa e con il prossimo. Ho compreso che nella vita è importante avere fede, essere fiduciosi che le cose si realizzino e se hai questo atteggiamento mentale ed emotivo unito all’azione spesso accade ciò che hai immaginato e progettato. In termini “filosofici” sono orientata alla trasformazione e rigenerazione di sé. E come per tutte le discipline che hanno a che fare il mondo interiore ci vuole esercizio ed allenamento.
E concretamente come hai iniziato?
Dopo aver cercato dentro di me ho deciso di approfondire quello che intuivo con una esperienza in Thailandia.
Ci puoi dire di più di questa tua esperienza orientale?
Sì, certo. La formazione in Thailandia si riassume in un desiderio di conoscenza, crescita e nasce anche per amore. Ho seguito un corso di un mese per 12 ore al giorno. Mi sono immersa in una vera e propria riprogrammazione emozionale e dell’inconscio. Ero e sono mossa tutt’ora dalla ricerca per aiutare me stessa e gli altri. L’esperienza thailandese si è protratta per altri tre mesi. Ho seguito un maestro. Le persone ti aiutano. Qui in Occidente viviamo una vita decisamente meno spirituale. Ho ricordi bellissimi di incontri con le persone del luogo; uno di essi è legato ad un medico molto simpatico e alle interminabili chiacchierate che mi mettevano molta allegria nonostante la difficoltà della lingua straniera: riuscivamo a superare i limiti della lingua con un’intesa che andava oltre le parole. Un’altra immagine particolare è quella di un monaco che fuma una sigaretta in riva all’Oceano in una dimensione di pace interiore. Il cielo che osservi da quella latitudine è magnifico e ti ispira una tranquillità assoluta dell’anima. Mi piace ricordare il Tempio del Buddha di Smeraldo a Bangkok: meraviglioso!
Cercando su Google Sasha Guerriero troviamo il Diario di Viaggio su Youtube… ci racconti come nasce, chi vorresti raggiungere?
Semplicemente voglio comunicare le mie esperienze e quelle degli altri. Desidero condividere emozioni e sensazioni e dare stimoli a chi ascolta le mie riflessioni….Non mi sottraggo al confronto con il mondo. Mi sto organizzando con professionalità: le cose voglio farle bene.
Abbiamo notato delle foto molto belle sul tuo profilo Facebook, hanno una vena artistica… sei ispirata da qualcuno?
Mi ispiro –sorride- al mito di Venere ma non soltanto per le foto. Venere rappresenta per me il potere di liberazione femminile. La mitologia con le divinità e i riti antichi e le simbologie possono aiutarti moltissimo. A me è accaduto di avere un vero e proprio “split” interiore.
Vogliamo parlare anche del tuo lavoro? Che cosa fai?
Lavoro nel campo estetico da 11 anni. Mi occupo di “teste” ma non solo… Sono una parrucchiera ed una onicotecnica: curo e ricostruisco le unghie. Il mio è un lavoro che mi piace perché consente di relazionarmi con gli altri, conoscere le persone, le loro opinioni e idee. E’ uno strumento utile per capire l’universo femminile e maschile. Allo stesso tempo coltivo la crescita personale e la cura per il benessere degli altri. Mi sono specializzata nella induzione: in sostanza nel far emergere dalla persona il bisogno di cura interiore.
Pratichi qualche sport, hai qualche hobby?
Amo camminare, camminare a lungo e praticare yoga. Mi piace leggere e soprattutto studiare.
Di grande aiuto per la crescita personale è stato il libro di Lise Bourbeau le “Cinque Ferite e come guarire”. Leggere e decifrare le immagini da un mazzo di tarocchi è una passione che coltivo da tempo: d’altra parte –sorride- sono una vera e propria strega.
Affrontiamo il tema dell’amore…
L’amore come esperienza personale mi ha fatto soffrire molto. Ma d’altra parte chi non soffre in amore? Posso dire che ho un ricco bottino d’amore fatto di vita vera, vissuta e che l’amore mi ha trasformata. Quasi per magia -dice scherzando ma non troppo – ho trovato il mio modo di amare senza gelosia e possesso: patti chiari e amicizia lunga. Riscontro nei miei coetanei superficialità…spesso mi sembrano dei sacchi di patate vuoti, in amore conta anche moltissimo l’intelligenza, l’interiorità e la maturità.
C’è una Sasha ludica?
Certo! Adoro cantare e ballare: nel ballo mi scateno e mi diverto tantissimo… Così mi piace molto il cinema: Adaline è un film che ho trovato strepitoso, bravissima la protagonista interpretata dall’attrice Blake Lively! E poi ogni tanto mi concedo qualche piccola trasgressione… ma non vi dico quale.
Qual è il tuo sogno nel cassetto?
Voglio passare le mie conoscenze a quante più persone possibili ed essere di esempio per i grandi cambiamenti positivi che queste conoscenze mi hanno portato. Il mio scopo su questa terra è di passare il Testimone! Non ho ancora ben inteso come ma inizio con ciò che per ora ho in valigia.

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Fmb

Tra fumetti e auto d’epoca

Sabato 24 febbraio 2018 – Ore 11.30

OPEN GARAGE

Visita guidata
In via eccezionale, sarà possibile visitare l’OPEN GARAGE del MAUTO – l’area dedicata ai lavori di manutenzione e conservazione che ospita circa 70 pezzi da collezione disposti in ordine cronologico – e assistere ai lavori di restauro in loco. Dalla Décauville 3 1/2 HP che alla velocità media di 28 km/h vinse nel 1989 la Parigi-Amsterdam-Parigi alla prima utilitaria Peugeot “Bébé” AG, dalla spider Opel 5/12 HP del 1912 alla lussuosa limousine Lancia Theta dotata dei primi servizi elettrici incorporati e carrozzeria made in Torino, si tratta di un’occasione unica per vedere “dietro le quinte” del Museo dell’Automobile.

 

Prenotazione obbligatoria a museoauto@museoauto.it o al numero 011677666

 

Costi:
La visita è compresa nel prezzo del biglietto d’ingresso. Il gruppo dovrà essere composto da un minimo di dieci persone a un massimo di venti.

 

 

 

Domenica 25 febbraio 2018 – Ore 16.00
AL CENTRO DEL FUMETTO
Visita guidata e laboratorio per bambini dai 3 ai 12 anni
Gaston Lagaffe, protagonista del fumetto “La fantastica Fiat 509”, è il nome del personaggio che accompagnerà i piccoli in visita. Dopo aver letto insieme alcune parti del racconto e aver individuato gli elementi essenziali di alcune automobili presenti in Museo, si creerà una striscia/fumetto ispirata ad un’automobile che ogni bambino potrà scegliere tra cinque vetture. Grazie a sagome pretagliate e a nuvole fumetto precedentemente preparate, anche i più piccoli potranno, con l’aiuto dei genitori, assemblare il proprio piccolo racconto per immagini.

 

Prenotazione obbligatoria a museoauto@museoauto.it o al numero 011677666
Costi:

L’attività didattica ha un costo di 5 euro a bambino, 3 euro per gli adulti accompagnatori. Alla quota si aggiunge il prezzo del biglietto di ingresso al Museo di 8 euro (ridotto) per gli adulti e di 2,50 euro per i bambini (gratuito per i minori di 6 anni). I possessori delle tessere Abbonamento Torino Musei pagheranno solo il contributo per l’attività.

Barolo, Barbaresco e Roero alla conquista di Milano

Hotel MICHELANGELO – MILANO, Piazza Luigi di Savoia 6

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Barolo, Barbaresco e Roero si presentano a Milano giovedì 22 febbraio, rinnovando in città un appuntamento di grande successo che dedica speciali attenzioni alle nuove annate del Barolo, del Barbaresco e del Roero. Sede dell’evento l’Hotel Michelangelo di Milano, a fianco della Stazione Centrale, comodamente raggiungibile a piedi per chi è in grado di raggiungere Milano con il treno anche da città di altre regioni.  Si tratta di un’occasione unica per approfondire e per degustare! Per conoscere, attraverso la degustazione ed il dialogo, il profilo delle aziende presenti all’evento con la loro storia, i loro terroir, i piccoli segreti legati a vini che arrivano sulle tavole dopo un percorso di anni e di affinamento.

In degustazione anche grandi annate! Non saranno protagoniste solo le nuove annate. Alcune aziende presenteranno anche selezioni di annate anteriori: nel particolare contesto della serata si potrà così esaltare il valore di grandi vini che hanno nella longevità uno dei punti di forza.
Come ogni febbraio a Milano, ormai da parecchi anni, l’evento è impreziosito dal profilo delle aziende partecipanti, in coerenza con il mix che caratterizza l’enologia di Langa e Roero fra aziende storiche, vigneron pluripremiati, realtà che si stanno gradualmente consolidando.

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Ecco tutti i protagonisti della degustazione:

ADRIANO MARCO & VITTORIO
Frazione San Rocco Seno d’Elvio, 13/a – Alba
Tel 0173 362294 info@adrianovini.it
Barbaresco Sanadaive 2015
Barbaresco Basarin 2015
Barbaresco Basarin 2014
Barbaresco Basarin Riserva 2012

ALARIO CLAUDIO
Via Santa Croce, 23 – Diano d’Alba
Tel 0173 231808 Fax 0173 231433 info@alarioclaudio.it
Barolo Riva Rocca 2014
Barolo Sorano 2014

BARALE
Via Roma, 6 – Barolo
Tel 0173 56127 Fax 0173 56127 info@baralefratelli.it
Barolo Cannubi 2013
Barolo Castellero 2013
Barolo Bussia Riserva 2011
Barbaresco Serraboella 2015

BATASIOLO
Frazione Annunziata, 87 – La Morra
Tel 0173 50130 Fax 0173 509258 info@batasiolo.com
Barolo 2014
Barolo Briccolina 2010
Barbaresco 2014

BEL COLLE
Frazione Castagni, 56 – Verduno
Tel 0172 470196 Fax 0172 470940 info@belcolle.it
Barolo Simposio 2013
Barolo Monvigliero 2013
Barbaresco Pajorè 2015

BERA
Località Castellero, 12 – Neviglie
Tel 0173 630194 Fax 0173 630956 info@bera.it
Barbaresco 2013
Barbaresco Rabajà Riserva 2012
Barbaresco Rabajà Riserva 2011
Barbaresco Basarin Riserva 2009
Barolo 2013

…continua 

 

Il programma dell’evento:
Orari del Banco d’assaggio:
– 14.30-18.15: Degustazione riservata ad un pubblico di operatori del settore ristorazione/enoteche.
– 18.15: Intervento di saluto, consegna riconoscimenti “Premio Amici dei Grandi Rossi di Langa e Roero”.
– 18.45 – 22.00: Degustazione aperta al pubblico di enoappassionati.

Modalità di partecipazione al banco d’assaggio: 

Costo della degustazione ai banchi d’assaggio è di € 23,00.
Riduzioni: € 15,00 Soci Go Wine; € 20,00 associazioni di settore.
L’ingresso sarà gratuito per coloro che decideranno di associarsi a Go Wine direttamente al banco accredito della serata (prima di accedere al banco d’assaggio).

ATTENZIONE: Per una migliore accoglienza è consigliabile confermare la presenza alla serata ed il numero degli eventuali accompagnatori all’Associazione Go Wine, telefonando al n °0173/364631 oppure inviando un fax al n°0173/361147 o una e-mail a stampa.eventi@gowinet.it entro le ore 18 di mercoledì 21 febbraio 2018.

PER GLI OPERATORI DI SETTORE: l’ingresso gratuito è confermato esclusivamente se seguito da una mail di riscontro da parte di Go Wine alla Vostra richiesta di accredito. In caso contrario non sarà possibile usufruire dell’omaggio ma sarà applicato il costo della degustazione riservato ai nostri associati, ad esclusione di chi presenterà l’invito gratuito messo a disposizione dalle aziende presenti in sala.

Info: Associazione Go Wine – Tel. 0173 364631 e-mail stampa.eventi@gowinet.it

Freisa di Chieri e Castelmagno

Tre doppio magnum di Freisa di Chieri DOC Superiore “Vigna Villa della Regina”, griffate da tre giovani artisti torinesi, saranno protagoniste venerdì 23 febbraio di una cena con asta benefica a Villa Balbiano ad Andezeno (To) 

Ospite della serata il Castelmagno dell’Azienda Agricola Chandarfei che farà da ingrediente principe al menu firmato dalla chef Claudia Fraschini di Cooking Factory, accanto ai prodotti di quattro Maestri del Gusto di Torino: Pastificio Bolognese di Muzzarelli, Pescheria Gallina, Macelleria Giampaolo e Cantine Balbiano, che accompagnerà i piatti con i suoi vini insieme a quelli di Elio Altare. L’appuntamento è la tappa conclusiva del primo ciclo di incontri del progetto “Arts club”, che ha consentito a tre giovani artisti, Orma Il Viandante, Corn79 e Nice & The Fox, di trasformare in tela d’artista tre “jeroboam” (3L) di Freisa di Chieri DOC Superiore. Questi tre pezzi unici saranno battuti all’asta nel corso della serata.  Il ricavato sarà interamente devoluto all’Associazione Infanzia Nefropatica, che si occupa di bambini affetti da malattie renali croniche. 

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Menu 

* Aperitivo con sushi di carne al Castelmagno

* Polpo croccante e patate su fonduta di Castelmagno

* Sformato di Castelmagno con mostarda di mele e noci

* Ravioli di Castelmagno con riduzione di Freisa di Chieri e castagne

* Tagliata di sottofiletto con carciofi e scaglie di Castelmagno erborinato

* Sorbetto al Freisa di Chieri

Orario: 20.30. Corso Vittorio Emanuele 1, Andezeno (To). 
Costo della cena 80 euro a persona.  Posti limitati, prenotazione obbligatoria tel 011.9434044 – info@balbiano.com