LIFESTYLE- Pagina 371

Cosa prevede il percorso per adottare un cane?

Vi sarà capitato in quest’ultimo mese di vedere in giro per Torino le locandine del Canile rifugio di strada Cuorgné che, promuovendo le adozioni in modo consapevole, invitano ad andare a conoscere la realtà del canile

Ma cosa prevede il percorso per adottare un cane? Quando si prende questa decisione, la lista delle domande che viene rifilate dalle associazioni o dai canili sembra infinita e anche quasi invadente tanto che spesso mentre effettuavo dei pre-affidi non era difficile sentirmi dire “eh, ma quante domande, sono esagerati!”. Siamo proprio sicuri che lo siano? I canili e le associazioni di volontariato serie, che si occupano di recuperare cucciolate e cani che o sono già in canile da molto, troppo tempo, o che rischiano la vita per la strada, o che vengono tolti da situazioni intollerabili, oltre all’intervento di recupero, spesso si occupano di curare malattie e/o parassiti e, quando possibile, anche di fare un lavoro di recupero comportamentale o dare il più possibile competenze al cane in modo da avvantaggiare i futuri adottanti, mettendoci cuore e tempo, oltre che la competenza. E’ quindi loro legittima intenzione assicurarsi che il cane vada a stare bene. Le risposte vengono valutate attentamente e, quando possibile, seguite da un pre-affido, ovvero da una visita di un educatore/volontario formato per fare due chiacchere con gli aspiranti adottanti per capire dove e con chi andrà a stare quel cane. Il tutto per evitare che quel cane scelto con tanta emotività su internet o davanti alle sbarre, venga restituito al mittente o, peggio ancora, una volta finita l’euforia della novità e del cucciolo, lo stessa venga abbandonato. In questo gioca un’importanza estrema l’importanza della scelta del cane, di cui parleremo nel prossimo articolo, che sia di razza o meticcio. Quando si comincia a pensare di voler prendere un amico a 4 zampe per la tutta la vita, queste sono, secondo me, le 4 domande a cui bisogna rispondere prima di tutto a se stessi:

 

  • 1- Perché voglio prendere un cane?
  • 2- Sono consapevole che questa scelta cambierà radicalmente le mie abitudini?
  • 3- Ho tempo e pazienza di imparare a conoscere questo mondo meraviglioso?
  • 4- Quanto sono disposto a mettermi in gioco?

 

Se le risposte che vi siete dati in modo onesto e con il cuore, portano tutte ad un esito positivo, siete già a buon punto, e non dovete temere, dunque, le molte altre domande che vi verranno poste. Potrete sfruttare il test pre-adozione e l’eventuale incontro pre-affido rispondendo alle domande in modo onesto: esse saranno una reale prova di quanto siete disposti ad investire in termini di tempo, soldi e impegno per avere nella vostra vita un cane, che è uno dei doni più belli che si possa sperare di vivere.

 

Accettate di buon grado l’eventuale controllo post-affido, non è una visita indagatoria, ma più semplicemente è un modo per appurare che il cane si stia integrando nel nuovo ambiente e nella nuova famiglia nel modo migliore possibile per entrambi. Vi invito ad approfittare anzi, di questi momenti, per porre domande ed eliminare eventuali dubbi sulla gestione del nuovo arrivato.

Se il cane non si trova nelle vicinanze, solitamente viene accompagnato tramite “staffetta” di volontari il più vicino possibile (molto spesso ci sono dei punti d’incontro pre-fissati). E’ probabile che vi venga chiesto un contributo per il trasporto. Anche questo potrebbe essere uno dei primi indizi su quanto davvero volete adottare: siete disposti a muovervi e a mettere mano al portafogli per andare a prendere il vostro nuovo compagno di vita?

 

Purtroppo anche le adozioni, hanno un loro “mercato nero” fatto di persone che lucrano alle spalle di quelle anime innocenti. Come è diritto delle associazioni informarsi sugli aspiranti adottanti, anche questi ultimi hanno e, anzi, DEVONO informarsi su chi ha in carico l’adozione e il trasporto del cane. Non ci sono regole scritte, ci si deve affidare al buon senso e soprattutto essere informati.

 

Ecco alcune indicazioni su come individuare se chi sta dietro quell’adozione è una persona o associazione seria o meno: i cani devono avere tutti i documenti in regola, essere vaccinati e con microchip, il trasporto deve essere effettuato con mezzi adeguatamente attrezzati e idonei, informatevi su chi effettuerà il viaggio e verificate la serietà della persona facendo qualche ricerca su internet o chiedendo ad associazioni o all’Enpa. Informarci (e se il caso denunciare) è l’unico mezzo che abbiamo per non alimentare questo mercato e non renderci complici di truffe, maltrattamenti e trasporti inaccettabili.

 

Un capitolo a parte sono gli acquisti di cuccioli su internet, in cui abbiamo già parlato nell’articolo sui cuccioli come regalo di natale.

 

L’adozione è un gesto di grande responsabilità, una scelta di vita da cui ne dipende totalmente un’altra, non può e non deve essere fatta con leggerezza da nessuna delle parti interessate, per il bene di entrambi!

 

Francesca Mezzapesa

Educatrice cinofila 3° livello Fisc – Istruttrice Rally Obedience

c/o Centro Cinofilo White Apple Dogs fran.mezzapesa@gmail.com

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Langhe in festa

Evento altisonante per Paroldo, piccolo comune, ai confini con l’Alta Langa, per la tre giorni di manifestazioni che si sono tenute nel piccolo ed effervescente paese del Cebano monregalese

Aria di festa che si respirava nell’aria, eppure c’erano anche autorità, come il presidente della Fondazione CRT, Giovanni Quaglia al quale è stata conferita la cittadinanza onoraria nella Sala consiliare, il presidente della Fondazione CRC, Giandomenico Genta, il già rettore dell’Università del Gusto di Pollenzo, Piericarlo Grimaldi, il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino e tanti sindaci e appassionati nonché Piercarlo Adami nella sua duplice veste di sindaco di Paroldo e presidente dell’Onav. Nel 2013, la cittadinanza era stata conferita al principe Alberto II di Monaco accompagnato dalla splendida moglie Charlene. Quaglia, nel suo ringraziamento ai presenti ai numerosi sindaci presenti, ne ha pure rivolto uno particolare alla moglie, in una delle pochissime uscite ufficiali in pubblico. Nel ricevere la cittadinanza onoraria, ha tenuto un’altra Lectio Magistralis (dopo quella di Levice) riparlando di aree marginali – tema a lui caro – di radici, di “Communitas” e del significato della condivisione, citando anche quella del priore di Bose, Ugo Bianchi. Comunità, intesa come il “cum-munus“ del dono e non solo dell’obbligo e ha aggiunto: “Le Fondazioni donano perché le precedenti gestioni hanno raccolto e risparmiato e ciò permette di poterlo fare ancora”. Ha quindi elogiato quanto fa il comune di Paroldo per conservare la tradizione, citando un frase del compositore boemo Gustav Mahler che il presidente Sergio Mattarella aveva ripreso in un recente discorso nel Biellese: “Perché la tradizione non è onorare le ceneri, ma mantenere il fuoco acceso”. 

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Durante la Festa di San Martino anche il conferimento del Mantello di San Martino al presidente regionale Sergio Chiamparino che, tra l’altro, ha esortato ad essere amministratori che stanno davanti ai cittadini, non andando solo a rimorchio e senza tener solo conto dei sondaggi, ma cercando anche di andare controcorrente e non solo di galleggiare. Fra le curiosità, anche la presentazione della panchina in legno dell’artista Giuseppe Lerda che riprende, in parte, la più imponente “Grande Panchina per Tutti”, promossa dal presidente Giandomenico Genta, in occasione del 25° anno della Fondazione CRC e realizzata dall’artista Chris Bangle. Fra gli altri interventi anche quello di Piercarlo Grimaldi sul concetto della seconda Estate, quella di San Martino. Fra le altre iniziative anche il Premio Palodium che si propone di fare di Paroldo un polo musicale. La Fiera, da venerdì 9 a domenica 11, è stata anche folclore, canti, balli in costume, bancarelle, escursioni, incontri gastronomici con tema “Le masche”, teatro popolare della “Compagnia teatrale Marenco” di Ceva, la Veglia della Bagna Cauda, i canti dei “Brav Om” di Prunetto, i Nustres Occitani, banchetti, abbinamenti favolosi fra formaggi e Spumante Alta Langa e altro ancora. Se le aree marginali sono queste, non è niente male e se quelle non marginali potessero dimostrare altrettanta vitalità sarebbe ancor meglio!

Tommaso Lo Russo

Cous Cous Fest in Tour

Appuntamenti in Via Savonarola 2/M  Torino

Martedì 13 e giovedì 15 novembre dalle 19.00 alle 22.00, due serate, due laboratori per imparare tutti i segreti del Cous cous, piatto diffuso dal Maghreb alla Sicilia, ambasciatore di integrazione tra popoli diversi, di gioia e di solidarietà.

Le Chef Chef di San Vito lo Capo, Maria Piera Spagnolo del Ristorante Tha’am e Caterina Abrignani della Trattoria Gnà Sara, insieme a Claudia Fraschini, Chef e anima di Cookin’ Factory, terranno due laboratori buoni e golosi  nel quale verranno svelati tutti i segreti per cucinare e gustare un meraviglioso cous cousMartedì  sarà una serata all’insegna del mare con Cous cous Fest Fish, mentre giovedì novembre sarà il momento di Cous Cous Fest Veg, per accontentare ogni regime alimentare e ogni gusto. Da 16 anni San Vito Lo Capo ospita il Cous Cous Fest. Simbolo di integrazione all’insegna dei sapori, questo piatto versatile, pieno di colori e di ingredienti diversi che si fondono tra loro in combinazioni armoniose, la cui tradizione è portata avanti dalle donne siciliane, è protagonista di un prestigioso evento gastronomico internazionale che, dalle spiagge assolate della provincia di Trapani si sposta ogni anno a toccare diverse città della nostra penisola. A Torino, una delle tappe del Cous Cous Fest si svolgerà a Cookin’ Factory, il crocevia nel quale la cucina si fonde e incontra l’arte e la cultura per dar vita ogni volta a nuove sensazioni. Come per tutti gli eventi legati al Cous Cous Fest in Tour, anche in occasione dei due Cous cous Lab che si terranno a Cookin’ Factory l’intero ricavato delle serate verrà devoluto in solidarietà, a sostegno delle attività della Scuola Secondaria Sant’Ignazio di Loyola di Msaladzi, nell’Altopiano di Angonia, zona un tempo considerata il granaio del Mozambico e i cui abitanti ora sono invece costretti a convivere con lunghi periodi di carestie e frequenti inondazioni. OAF – I, Organizzazione di Aiuto Fraterno – Italia, che organizza e promuove il Cous Cous Fest in Tour, vuole dare il suo contributo alla promozione e al sostegno di uno sviluppo rurale delle comunità che abitano i villaggi sparsi nella zona della provincia di Tete, coinvolta dal progetto. Il sostegno alla scuola, infatti, vuole dare l’opportunità a 300 giovani di frequentare corsi di agropecuaria (basi di agricoltura e zootecnia), sperimentare attivamente quanto appreso e trasmetterlo poi nei loro villaggi, diventando così protagonisti dello sviluppo del Mozambico.

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Per partecipare a Cous cous Fest Veg e Cous cous Fest Fish, al costo di € 55.00, è indispensabile la prenotazione sul sitowww.cookinfactory.com.

 

COOKIN’ FACTORY

Via Savonarola 2/M

Orto urbano, coltivare e meditare

Coltivare le nostre spezie preferite dai profumi evocativi, insaporire i nostri piatti con prodotti raccolti uscendo semplicemente sul terrazzo riavvicinandoci così alla natura e assicurandoci qualità e freschezza. Che meraviglia il nostro vivaio cittadino, il nostro giardino profumato e aromatico dove coltivare basilico, rosmarino, salvia, timo ma anche insalata, agrumi, ortaggi e frutta è realizzabile, dove nutrire il nostro benessere non solo alimentare ma anche psicofisico è possibile

L’Ortoterapia è considerata una vera e propria pratica, simile alla meditazione per le sue caratteristiche distensive, che può essere utile ad alleviare diversi disturbi da stress e mitigare le tensioni a cui la quotidianità ci sottopone. Curare un proprio spazio sapendo che qualcosa crescerà, dedicare tempo ad una attività pensando che i frutti del nostro impegno daranno vita a qualcosa, è una buona attività terapeutica, una occupazione che produce energia positiva, una cura che arricchisce. Secondo la Coldiretti, 6 italiani su 10 hanno il loro personale orto sul terrazzo, le motivazioni di tale interesse sono sia ecologiche, ovvero l’amore per la natura, ma anche valoriali e quindi una rivalutazione di rallentati ritmi di vita fonte di benessere e salute. Questa nuova abitudine, giovane quantomeno per la quantità di persone che vi si dedicano abitualmente, costituisce anche un piccolo apporto nella lotta contro l’inquinamento considerato che il raccolto autoprodotto non viene trasportato. Ci sono piante più facili da coltivare come la lattuga, il basilico, le fragole, il prezzemolo e i pomodori, ma qualcuno riesce a far crescere anche il cocomero, la zucca, spinaci e carciofi insomma un vera e propria produzione alimentare. Non servono grandi spazi per l’orto urbano, un terrazzo o anche un balcone di piccole dimensioni possono dare buoni risultati basta seguire alcune regole come per esempio utilizzare contenitori adatti, fertilizzanti giusti e materiali indicati come l’argilla e poi ovviamente una corretta irrigazione ed una buona esposizione sono fondamentali. Un ottimo sistema salvaspazio è la coltivazione verticale che permette, nel caso di alcune piante, di realizzare il nostro progetto verde anche in pochi metri, uno di questi è quello in tessuto fatto da un telo corredato di tasche dove inserire i vasi, facile da gestire e di grande praticità. Non ci sono più scuse insomma, se ci piace l’idea di aggiungere del peperoncino alla nostra pasta o di insaporire le nostre insalate con profumi e fragranze di nostra produzione lo possiamo fare, basta un piccolo spazio, pochi gesti, dedizione e un po’ di pratica.

Maria La Barbera

Un mondo di Cioccolatò

Un paradiso di cioccolato a disposizione per tutti i golosi  per ben dieci giorni di eventi nel cuore di Torino, dal 9 al 18 novembre in Piazza San Carlo e via Roma che  ospiteranno un centinaio di stand in occasione di  CioccolaTò 2018

Un’edizione rinnovata nella formula che promette di attrarre ancora più pubblico degli anni scorsi e coinvolgere appassionati di ogni età. “Sono certo che le famiglie torinesi e i diversi turisti che giungeranno in questo periodo pre-natalizio per ammirare i tesori dei nostri musei, le Luci d’Artista e prendere parte alle manifestazioni del contemporaneo, apprezzeranno la kermesse dedicata alle prelibatezze modellate dalle mani sapienti dei maestri cioccolatieri, con la possibilità di cimentarsi direttamente nell’arte dolciaria nei laboratori che saranno organizzati e misurarsi così con l’estro creativo”.  “CioccolaTò è cultura dell’artigianalità. Un evento importante a livello europeo perché si discosta dalle altre fiere monotematiche puramente commerciali. Durante la kermesse torinese, quindi, c’è la possibilità di portare in piazza la propria abilità: da qui arriva l’idea della fabbrica per mostrare come viene lavorato il cacao”, spiega Gregorio Catricalà, organizzatore e responsabile di Craun&Crest“Con soddisfazione voglio sottolineare la grande attenzione da parte delle nostre imprese dolciarie al ritorno a Torino di CioccolaTò 2018, un’importante manifestazione, che negli anni passati, ha saputo mettere in piena luce l’arte dolciaria dei nostri Maestri cioccolatieri, dei loro laboratori e delle loro botteghe” dichiara Maria Luisa Coppa, Presidente Ascom Confcommercio Torino e provincia.

 

Un calendario di eventi che si divide in tre principali blocchi tematici: “Choco Talk”, “Choco Experience” e “Choco Kids”. Gli stand saranno aperti sempre dalle 10 alle 22 (il sabato fino alle 24) e ogni giorno ci sarà la possibilità di degustare, conoscere e divertirsi.  Durante dieci giorni di dolcezza verrà proposto “Cioccolato a Corte”, organizzato da “Viaggi a Corte”: un percorso di degustazioni nelle residenze sabaude e nei caffè storici Torinesi che termina in Piazza San Carlo con la visita alla Fabbrica del Cioccolato e del Gianduiotto (info@viaggiacorte.it). Tra gli altri tour, anche “Torino Golosa Speciale CioccolaTò” che parte in piazza Castello dal punto info Turismo Torino, in collaborazione con SomeWere, ed è un itinerario nel centro storico della città per raccontare la storia del Piemonte più antico e gustare le golosità nate in quell’epoca tra nobiltà e popolo. Sabato 17 novembre, invece, torna “Choco Tram” la cena gourmet sullo special tram Gtt con un menu pensato per l’occasione (infowww.gtt.to.it).

Coinvolti in questa edizione esplosiva di CioccolaTò grandi chef stellati – Claudio Vicina “Casa Vicina” Torino, Andrea Larossa “Ristorante Larossa” Alba, Giovanni Grasso e la Pastry Chef Chiara Petracchini “Ristorante La Credenza” S. Maurizio Canavese, Marcello Trentini “Ristorante Magorabin” Torino – che sveleranno i loro segreti con show cooking di ricette dolci e salate dedicate al cioccolato e il cacao.  Per chi vuole sperimentare l’esperienza di una degustazione multisensoriale, venerdì 9 novembre dalle 17 alle 18, il maestro Guido Gobino – ambasciatore del cioccolato di qualità nel mondo – in collaborazione con l’Istitute Internazionale Chocolier proporrà un viaggio alla scoperta del cibo degli Dei che non si ferma al Gusto ma mescola il piacere del palato con l’Udito. In cuffia per accentuare la concentrazione verrà abbinata una attenta selezione musicale.

 

A tutto questo si unisce un contest che coinvolgerà più generazioni “Nonni e nipoti al Cioccolato”. E’ il contest 2018 per riscoprire e realizzare antiche ricette dei nonni sulla torta al cioccolato. Un modo per condividere momenti preziosi e tramandare segreti di famiglia ai più giovani. Bisogna inviare le proprie specialità, che sia una ricetta o la foto della creazione a iscrizioni@cioccola-to.eu.  Tre ricette fra le più originali, decorate e creative o tradizionali, saranno scelte per la sfida finale: nonni e nipoti si raduneranno domenica 18 novembre al pomeriggio presso il ChocoLab in Piazza San Carlo per realizzare le ricette che verranno giudicate da alcuni dei Maestri Cioccolatieri Piemontesi di Ascom, Epat e Conpait. Grazie alla collaborazione con Selmi Group, azienda leader nel settore dei macchinari per la lavorazione del cioccolato e sponsor tecnico di Cioccolatò, Torino si trasformerà in un laboratorio di cioccolato a cielo aperto con due fabbriche del cioccolato.  Non mancherà anche quest’anno la presenza di Centrale del Latte di Torino con degustazioni dei suoi prodotti, ottime merende e Milk break e panna ad accompagnare la cioccolata calda per tutti. Un appuntamento della Città di Torino realizzato da Craun&Crest con il supporto di Conpait e Ascom Confcommercio Torino e Provincia.

 

Londra al femminile nella guida di Elisa Pasino

Londra… per Virginia Woolf Londra era un incanto, per Gilbert Keith Chesterton un mistero, oggi è di fatto una città sconfinata in continuo fermento

Se volete scoprirla anche nei suoi angoli meno noti e turistici, non partite senza la guida -fresca di stampa- “Londra al femminile” di Elisa B.Pasino (Morellini editore) che la presenterà al Circolo dei Lettori di Torino lunedì 12 novembre alle ore 18.La giovane giornalista giramondo -direttore responsabile di “I like.it magazine” e dell’ufficio stampa dell’università IULM- ha un suo blog di viaggi “Valigia a due piazze” seguitissimo, ed ora, dopo il successo dei precedenti “Prêt a partir. Tutti i consigli per una viaggiatrice perfetta” e “New York al femminile”, vi suggerisce come, quando, dove e cosa scoprire della capitale inglese in questo vademecum che è in vendita anche all’Italian bookshop di Kensington, a Londra.Non la solita guida turistica, piuttosto una compagna di viaggio che vi segnala scorci inediti della città e scoperte fatte in prima persona dall’autrice. Quindi procuratevi una copia, prenotate un volo per questa città facilmente raggiungile (circa due ore di aereo da Milano), fate una valigia da Londoner, armatevi di impermeabile e ombrello, attraversate la Manica e via all’avventura.La scelta delle mete segnalate è davvero ampia: da quelle famose ad altre più nascoste e imperdibili. A voi la scelta della Londra che più vi si addice, tra tour classici in 10 tappe, musei, gallerie, spazi culturali e artistici, mercati e mercatini, shopping a tutti i livelli e per tutte le tasche, dove bere, mangiare e dormire, cosa leggere…e ancora tanto altro sciorinato in modo chiaro e facilmente consultabile in poco più di 200 preziosissime pagine.

Innanzitutto come muoversi in città? Con uno dei simboli   londinesi, i double decker ovvero gli autobus rossi a due piani che iniziarono a circolare nel 1829 trainati da cavalli. Oggi ovviamente sono motorizzati con due le linee in servizio: i Routemaster che fanno parte dell’English Heritage. La linea 15 (Trafalgar Square –Tower Hill) e la 9 (Royal Albert Hall-Aldwich) ideale per il pub craw, ovvero il giro dei bar, alcuni anche storici, in cui bere birra. Nel libro sono elencate linee non storiche ma interessanti di double decker (da quelle dei musei a quelle dei parchi, passando per London antica e quella elegante). Da autentici inglesi potrete anche sorseggiare ottimo tea nel tour di un’ora del Bakery Afternoon tea bus tour(dura un’ora e tocca alcuni degli angoli più noti della città). Decisamente più cari, ma da prendere almeno una volta per spostarsi, i black cab, i famosi taxi neri che potete fermare per strada alzando un braccio. Tra le tante destinazioni suggerite dall’autrice eccone alcune super consigliate.I villaggi di Londra. E già… perché Londra è tante città in una; è cresciuta inglobando comunità e sobborghi nati nel tempo intorno al nucleo centrale. Ed ecco allora Londra e i suoi villaggi, ognuno particolare a modo suo, con un centro e un’anima che lo definiscono: vivere qui è piacevole, lontano dal traffico del centro, ma senza sentirsi in periferia. Il libro vi segnala angoli pittoreschi, mercati e aree verdi.

 

I Mews. Sono le strade laterali delle vie principali, in cui nei tempi andati c’erano stalle, rimesse per le carrozze e fienili. Le mews house oggi più in voga   sono nella zona di Notting Hill (si, proprio quella del film cult del 1999 con Hugh Grant e Julia Roberts). Per orientarvi al meglio, nel libro c’è l’elenco completo. Secondo l’autrice tra i mews più belli ci sono: a Fitzrovia,Warren Mews; a Kensington, Atherstone Mews; a Westbourne Green, Saint Lukes Mews.

Case più antiche. Sono in stile georgiano e concentrate in Fournier Street, a Shoreditch, (alle spalle di Old Spitalfields Market). In questa zona ricca di storia si trasferirono a inizi 700 gli ugonotti francesi, seguiti nei secoli da ebrei e poi bengalesi. Curiosità: per gli appassionati di Jane K.Rowling c’è una casa in perfetto stile Harry Potter.

 

Giardini segreti. Oltre ai famosissimi Kensington Gardens e Hyde Park, Londra è uno scrigno prezioso che racchiude altri giardini gioiello. Ecco alcune chicche da non perdere. Chelsea Physic Garden, il più antico orto botanico inglese che risale al 1673: un piccolo paradiso con la prima aiuola rocciosa al mondo ed oltre 5000 piante provenienti da tutte le latitudini del globo terrestre. E’in Royal Hospital Road e per entrare dovete suonare un campanello.

Poi sono da scoprire anche Postman’s Park (non lontano da St Paul Cathedral) con le targhe che ricordano gli atti eroici di gente comune; e il Phoenix Community Garden (si può anche riservare per eventi privati) creato negli anni 80 e unico dei 7 community gardens della zona sopravvissuto fino ad oggi grazie all’impegno di un gruppo di volontari.

 

Vecchi cinema dove bere e mangiare guardando un film. Tra i 10 suggeriti dalla scrittrice spicca l’Electric Cinema di Portobello Road aperto dal 1910 in un edificio in stile barocco con facciata di pietra e colonne ioniche. Entrate e non perdetevi l’emozione di occupare una delle postazioni

-tutte con abat-jour che si accende a inizio e a fine ripresa- appoggiate comodamente i piedi sull’apposito cubo e ordinate il pasto al cameriere di sala che ve lo servirà. What else?

Columbia Road Flower Market, in East London, nel distretto di Bethnal Green. E’ l’affollatissimo mercato dei fiori della domenica, particolarmente di moda tra i Londoners

negli ultimi 2 anni. Qui la gamma floreale è vastissima, i banchetti vengono montati già alle 5 del mattino e restano aperti fino alle 3 del pomeriggio: tutte le sante domeniche, che piova, nevichi o sia festa. E sempre la domenica, li vicino, potete fare una puntata al Brick Lane Market e all’Old Spitalfields Market: al coperto e tutti i giorni, meta perfetta per ripararsi dal maltempo tenendo presente che il giovedì è dedicato all’antiquariato, mentre la domenica agli artigiani e ad oggetti di design.

 

London Street Art, ancora in East London, se ad attrarvi è l’arte di strada -in continuo divenire- e la sorprendente creatività dei murales, prendete spunto dal libro per un coinvolgente e indimenticabile Walking Tour. Non perdetevi il famoso “His Master’s Voice” disegnato da Banksy alla birreria Cargo o le scritte “Happy” e “Scary” realizzate da Ben Eine (nome d’arte di Ben Flynn) creatore di un famoso alfabeto decorato. E girovagando nelle traverse di Brick Lane potete passeggiare tra graffiti giganteschi che rivestono interi palazzi.

 

Locali che piacciono alle donne e luoghi da selfie, in primis caffè e pasticcerie diventati location imperdibili sia per Londoners che turiste. Vale la pena l’ingresso del Peggy Porschen Cakes a Belgravia dove lasciarsi tentare da un cupcake e mettersi in fila per una foto davanti alla porta decorata da fiori finti declinati a seconda delle stagioni e delle varie feste (da zucche e scheletri per Halloween al tradizionale rosso natalizio). Sempre per la sensibilità femminile, assolutamente da non perdere, è il paradiso fiorito in terra di Petersham Nurseries (a Richmond nell’affascinante borgo affacciato sul fiume ed ora anche a Covent Garden). Incantevoli luoghi poliedrici che sono serra, ma anche mille altre cose… ristorante, caffè e sala da te. Assolutamente consigliati a chi non può fare a meno della più avvolgente e tipica atmosfera English countryside.

 

Ovviamente questi sono solo alcuni spunti ….a voi scoprire il resto di “Londra al femminile” e fare buon viaggio.

 

Laura Goria

 

 

 

 

Gnocchi di semolino, sani e nutrienti

Ideali per ogni occasione, gli gnocchi di semolino non richiedono particolari abilità, sono nutrienti, sani e realizzati con ingredienti di facile reperibilità. 
Un piatto classico con il sapore di “una volta”. 
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Ingredienti 

1lt. di latte fresco intero 
250gr. di semolino 
100gr. di parmigiano 
120gr. di burro 
2 tuorli 
Sale q.b 
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Versare il latte con un pizzico di sale in una casseruola e portare a ebollizione. Versare a pioggia il semolino, abbassare la fiamma e mescolare fino ad ottenere una polenta. Togliere dal fuoco e sempre mescolando, aggiungere 50gr. di burro, 50gr. di parmigiano e i tuorli uno alla volta. Versare il composto su un vassoio inumidito con acqua fredda e stenderlo con una spatola inumidita fino allo spessore di un centimetro. Lasciar raffreddare poi tagliare a quadri/tondi.  Imburrare una pirofila, sistemare gli gnocchi a file sovrapposte, condire con il burro rimasto e il parmigiano.  Gratinare in forno per 15 minuti a 200 gradi. Servire subito.

Paperita Patty 

Risotto classico ai funghi porcini

porcini-riso-ciboL’autunno e’ il momento migliore per gustare i funghi freschi. Il porcino e’ tra i funghi il piu’ conosciuto ed apprezzato per il suo sapore e profumo inconfondibili. Un classico della nostra gastronomia e’ il risotto ai funghi porcini che vi propongo questa settimana, un piatto autunnale che profuma di boschi ma al contempo raffinato, aromatico e semplice da preparare.

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Ingredienti:

 

350gr. di riso per risotti

500gr. di funghi porcini freschi

50gr. di burro

50gr. di parmigiano grattugiato

1 piccola cipolla bianca

1 spicchio di aglio

1 lt. di brodo vegetale

1 bicchierino di vino bianco

2 cucchiai di prezzemolo tritato

Sale q.b.

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Pulire delicatamente i funghi privandoli da tutte le impurita’. In una padella antiaderente fondere il burro, aggiungere la cipolla e l’aglio tritati e lasciar appassire. Aggiungere il riso e tostare per qualche minuto poi, sfumare con il vino bianco, mescolare bene e aggiungere il brodo vegetale caldo poco alla volta. A meta’ cottura aggiungere i funghi tagliati a tocchetti, salare e mescolare bene. A cottura ultimata aggiungere il parmigiano, il prezzemolo e servire caldo.

 

Paperita Patty

Family Dress chiude Dreamers

Si è conclusa con la performance Family Dress la terza edizione di Dreamers, fiera di moda indipendente e di ricerca a cura di Barbara Casalaspro e Ludovica Gallo Orsi, che si è tenuta presso gli spazi di Toolbox da giovedì 1 novembre ad oggi
Un momento performativo di danza contemporanea che ha visto i ballerini della scuola torinese di danza Mcf Belfioeredanza e i volontari tra il pubblico indossare i 34 capi del maxi abito collettivo Family Dress e sfilare nei corridoi della fiera in nome di una moda più consapevole, portatrice di bellezza, valori etici, innovazione, rivolta a tutte le persone interessate allo stile, alla storia e soprattutto al futuro. Consapevolezzasostenibilità e riuso sono stati d’altronde i concetti sviluppati da questa edizione, intitolata “Re-wear”, approfonditi nei talk di questi giorni che hanno registrato grande partecipazione da parte del pubblico, come testimonia l’incontro “Out of fashion” con Benedetta Barzini che registrato il tutto esaurito in sala. Tutto esaurito anche per i workshop rivolti ai più piccoli La mia scarpa dei sogni a cura di Fondazione Ferragamo e I vestiti dell’avvenire a cura di Art Enfant. Grande partecipazione per il workshop a cura del team di Fashion Revolution Italia intitolato  What my clothes say about the garment industry!  La parte fieristica ha ottenuto un grande riconoscimento da parte del pubblico e degli addetti ai lavori per l’alta qualità dei brand selezionati e l’unicità dei prodotti presentati e provenienti da tutti Italia.

Cervere, Caraglio e Farignano alla conquista di Palazzo Lascaris

“Ieri ho accolto con piacere a Palazzo Lascaris, a Torino, i Sindaci, i Presidenti delle Pro Loco e dei Consorzi, che organizzano le Fiere “San Nicolao e dei Puciu” di Farigliano, di “Aj a Caraj” di Caraglio e del Porro di Cervere. Sono lieto e fiero di aver dato la possibilità, in qualità di Vice Presidente del Consiglio Regionale, di presentare nel Capoluogo piemontese i prodotti d’eccellenza della terra cuneese, frutto della dedizione e della passione dei nostri agricoltori. Un importante momento di incontro con i media per avvicinare simbolicamente Torino al Cuneese, valorizzando il lavoro degli amministratori dei piccoli Comuni e dei volontari che animano le iniziative del nostro territorio”. Così Franco Graglia, Vice Presidente del Consiglio regionale del Piemonte commenta l’iniziativa tenutasi ieri a Torino. Aggiunge Graglia: “La speranza è che altri comuni del territorio raccolgano l’opportunità di sfruttare una vetrina prestigiosa, come quella del Consiglio regionale del Piemonte, per valorizzare al meglio le fiere e i prodotti tipici del territorio. Personalmente mi impegnerò a fare da cassa di risonanza al riguardo”.