LIFESTYLE- Pagina 269

La Magia è… femminile!

Siamo abituati, nell’accezione più comune, a considerare la figura femminile in un numero di magia, di illusionismo, in veste di valletta, di assistente dal mago. Infatti la storia della magia, della prestigiazione, mette in evidenza il mago, quale stereotipo maschile, che indossa un frac ed un cilindro, almeno nel mondo occidentale. Ma nel tempo, arrivando ai nostri giorni, sempre più la figura femminile si è distinta, lo continua ad essere, per creare meraviglie in prima persona, associando la propria femminilità a quella nobile Arte che è la prestigiazione, la magia.

E chi meglio di una professionista torinese rende questo momento storico importante, nel quale la Magia è, per l’appunto, femminile ? Stiamo parlando di Laura Luchino, in arte Lilyth, una delle poche illusioniste italiane ma soprattutto è una delle pochissime trasformiste. È sicuramente una delle prime nel nostro paese ad essersi cimentata in questa arte così particolare. Il trasformismo, denominato anche come “Quick change”, si tratta, come noto, dell’arte di cambiarsi velocemente abito, dando immagine e corpo a figure diverse. Teniamo sempre presente che questa forma d’arte ha origini italiane, la cui figura artistica rappresentativa è stato Leopoldo Fregoli, che debuttò nel periodo 1890 – 1930. In ogni caso il concetto di base del trasformismo è che non consiste solo in un mero cambiamento veloce di abito (aspetto tecnico), ma si tratta di interpretare, da parte dell’artista, ogni personaggio, associato ad ogni vestito, visibile da parte del pubblico.

Anche se la storia del trasformismo è legata a figure artistiche maschili, la cui massima rappresentazione non solo a livello nazionale ma anche internazionale, è data dal connazionale Arturo Brachetti, negli ultimi anni, si sono approcciate a tale forma artistica alcune figure femminili, a all’interno del panorama artistico nazionale emerge, per l’appunto, la figura femminile di Lilyth.

La possiamo così descrivere “Lilyth è una maga (o forse una fata?) che ha saputo superare il ruolo di mera assistente del mago per conquistare il centro della scena. Con lei femminilità e bellezza non sono più coreografici elementi d’arredo, ma fabbrica di fascino e di magiche emozioni”.

Nasce a Torino, la città magica per eccellenza e il suo percorso artistico la vede nelle prime esperienze nel ruolo di assistente di un prestigiatore, Giovax, per poi intraprendere nel tempo una carriera da solista, che l’ha portata ad esibirsi in molti prestigiosi teatri Italiani, centri di spettacolo come casinò, palazzetti dello sport o locali storici del cabaret come Zelig, il Caffè’ Teatro , CAB 41, etc.

 Finalista per quattro anni consecutivi al Campionato Italiano di Magia Masters of Magic, Lilyth vanta un repertorio che spazia dal trasformismo, alla magia da scena, alla micromagia. I suoi numeri sono particolari, caratterizzati da una grande fantasia e da un modo assolutamente originale di interpretare la magia. La sua originalità le è valsa diversi passaggi televisivi nelle reti nazionali Rai e Mediaset.

 

Cosa significa per te, Lilyth, essere donna e fare Magia?

Essere una donna maga, per me ha un significato profondo, è la facoltà rara e preziosa di regalare sorrisi e spensieratezza. Questo è quanto io cerco di esprimere nei miei numeri. Infatti, mi ispiro alle fate, perché è un qualcosa che sento dentro di me, nei miei show riproduco me stessa!

 

Come è nato l’amore per il Trasformismo, che è una forma d’Arte molto particolare, e come si è evoluto nel corso degli anni?

In generale la passione per la Magia è nata un po’ per caso. Ho iniziato come assistente, come peraltro può essere successo a tante donne, e poi con il tempo, quel ruolo mi è diventato stretto. Così ho cercato di trovare una strada da protagonista e ho incominciato ad esaltare la mia femminilità, la mia fantasia e con il trasformismo ho trovato il modo ideale. Con il trasformismo ho la possibilità di esprimermi in forme differenti, essendo diversi i personaggi. Posso estrarre da me stessa più capacità espressive, e quindi il trasformismo si addice a perfezione. Mi piace vivere le varie emozioni attraverso diversi personaggi e questo lo ritengo molto intrigante. Non sentirmi sempre uguale e scegliere di essere speciale nei momenti in cui mi esibisco, lo considero sicuramente un privilegio.

 

Oltre ad ispirarti alle fate per i tuoi numeri, ci sono altre cose dalle quali trai ispirazione?

Cerco sempre di regalare delle emozioni, poiché per me l’Arte significa questo. Cerco di non smettere mai di sognare in un qualcosa che mi può rappresentare, posso farcela, posso trasmettere qualcosa, usare le “pozioni magiche” e, quindi, realizzare i “sogni nel cassetto”. Per me essere Maga significa questo.

 

Che cosa è l’Arte?

“Arte è regalare emozioni”. C’è tutto in questa frase, penso che chi riesce a regalare emozioni, prenda per mano le persone e le conduca in un mondo differente da quello che conosciamo nella quotidianità. Ritengo che questo sia molto importante, soprattutto al giorno d’oggi, che viviamo di stress continui. Avere l’opportunità di sognare, cambiare dimensione, anche solo per pochi attimi, è magnifico.

 

Quale aspetto della nostra Arte preferisci?

Ho una visione della magia un po’ in controtendenza, nella quale non è solo importante l’effetto magico di per sé, ma è importante la magia dello spettacolo. Per essere “magici” non è necessario essere maghi; la magia è in ogni cosa che facciamo sul palco.

Un esempio del mio modo di interpretare quest’arte è rappresentato forse dal mio numero “la scatola dei sogni”. Il numero si basa su un classico della magia, una scatola apparentemente vuota dalla quale il mago estrae molti oggetti. Io ho pensato a questo effetto in maniera differente, non volevo che uscissero degli oggetti, ho pensato che sarebbe stato più’ magico per una trasformista se fossero usciti dalla scatola dei personaggi.

 

C’è una frase che ti rappresenta, oppure che ti ripeti spesso?

Sicuramente “non abbattersi, andare sempre avanti e con il sorriso”, qualunque cosa accada, e la Magia aiuta anche in questo, a vedere il lato buono della vita. In altri termini, aggiungere sempre un sogno nel famoso cassetto e cercare di realizzarlo, di portare avanti, un progetto, anche se la vita è difficile e ci mette davanti tanti ostacoli. Ma con la volontà di provare a superare le difficoltà, si riesce ad ottenere molto. Personalmente sono davvero felice dei miei risultati, il pubblico che applaude alla fine dei miei shows mi riempie il cuore di pura gioia.

 

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Mi piace immaginare il mio futuro a disposizione della fantasia, senza programmi o schemi preordinati. Partecipare a galà e concorsi è qualcosa che mi esalta e mi tiene “magicamente viva”, ed è proprio da questo che traggo motivazioni ed ispirazione per provare a migliorarmi continuamente.

 

Come è possibile contattarti?

Su Facebook e su Instagram ho una pagina intestata a: La Magica Lilyth

 

E con questo possiamo veramente concludere che “la Magia è….femminile ! “.

Fotoritratti di cuvée di Alta Langa sotto la Mole

Il Consorzio Alta Langa dedica a Torino gli scatti del progetto di comunicazione invernale

Per il suo servizio fotografico invernale, il Consorzio Alta Langa ha scelto Torino: le inconfondibili atmosfere del capoluogo sabaudo, le piazze, le strade e le eleganti architetture, i bei portici, i palazzi storici, la collina che abbraccia sinuosa il corso del Po e il fascino dell’arco alpino, con le cime innevate sullo sfondo, sono protagonisti degli scatti che il Consorzio ha realizzato in questi giorni.

Ognuna delle fotografie del progetto – circa 40 in totale, 14 delle quali sono state già pubblicate sui profili Facebook e Instagram del Consorzio (@altalangadocg) – rappresenta un angolo iconico della città ed è dedicata a uno specifico produttore e a una sua cuvée di Alta Langa; altre fotografie sono riservate invece all’etichetta istituzionale del Consorzio.
La pubblicazione degli scatti nelle pagine social proseguirà giorno dopo giorno; al termine, tutte le foto saranno raggruppate in una gallery sul sito istituzionale (www.altalangadocg.com), nutrendo e rafforzando quel sentimento di “Orgoglio Piemontese” che ancora oggi, come nei primi anni di vita del Consorzio, ispira e identifica le bollicine di Alta Langa.

ALTA LANGA DOCG – L’Alta Langa Docg è il metodo classico tradizionale del Piemonte. Una denominazione con una storia molto lunga: fu il primo metodo classico a essere prodotto in Italia, fin dalla metà dell’Ottocento, nelle “Cattedrali Sotterranee” oggi riconosciute Patrimonio dell’Umanità Unesco.
È fatto di uve Pinot Nero e Chardonnay, in purezza o insieme in percentuale variabile; può essere bianco o rosé, brut o pas dosé e ha lunghissimi tempi di affinamento sui lieviti, come prevede il severo disciplinare: almeno 30 mesi.
L’Alta Langa è esclusivamente millesimato, riporta cioè sempre in etichetta l’anno della vendemmia.

 

Le vignette di Mellana

E’ indubbiamente in vaccino anti-covid il protagonista principale del 2021.
La scienza dovrà dimostrare ai suoi detrattori di essere in grado di contribuire ad aiutare e proteggere la razza umana, senza pretendere però di assurgere a unico Dio salvifico,
rischio che traspare dalle affermazioni di alcuni scienziati (la scienza non è democratica), un tantino troppo categoriche.
Per fortuna a sventare questo rischio ci ha pensato quel fantastico giornale che è La Repubblica pubblicando in prima pagina il suo forte sostegno alla vaccinazione di massa
ma, contemporaneamente e sempre in prima pagina,  edulcorando l’onnipotenza della scienza con un bell’oroscopo fatto in esclusiva per il quotidiano.
Come dire, un colpo ai Novax e l’altro a Burioni.
Da notare che nell’oroscopo non si trova un solo accenno alla pandemia anche se, con un po’ di astuzia, si potrebbero fare previsioni alla Nostradamus, buone per tutte le interpretazioni.
Tipo:
  • Ariete: riceverai molti complimenti per il tuo deltoide;
  • Toro: ti innamorerai di un angelo vestito di bianco che ti entrerà dentro;
  • Gemelli: E’ l’anno in cui dovrai rimboccarti le maniche.
  • eccetera
Provate a fare voi ora le altre previsioni.
Claudio Mellana

Oroscopi: per chi ci crede e per chi non ci crede…

I VERI SEGNI ZOODIACALI PER IL 2021
Di Gianluigi De Marchi

Molti credono negli oroscopi senza pensare al fatto che le costellazioni dello zodiaco sono fasulle (tutti fanno finta di non sapere che le costellazioni sono 13, perché c’è anche l’Ofiuco, andate su Internet e lo scoprirete!); ma fanno male… Il fatto è che le “vere” costellazioni cui fare riferimento sono altre; le abbiamo scoperte grazie alla collaborazione del famoso astrologo Lino Pendo, aiutato dall’astronomo Nico Coper. Leggetevele, memorizzatele, e sappiatevi regolare! E chi vuole ascoltare la previsione dalla viva voce dell’autore, clicchi sul link per ogni segno zoodiacale; buon divertimento!

CANGURO
Sarà un anno di alti e bassi, con improvvisi salti di umore e quando crederete di avere il successo in tasca (pardon, nel marsupio) dovrete ricominciare daccapo. Però consolatevi bevendo una fresca Coca Koala e pensando che in fondo c’è gente più sfigata di voi: pensate a chi è nato sotto il segno dell’ornitorinco glionito (ed è tutto scemo).

ZEBRA
Un anno fortunato per chi deve attraversare la strada, perché non dovrà mai attendere il verde al semaforo, basterà che si sdrai per terra e come per incanto tutte le auto s’inchioderanno davanti a lui lasciandolo passare.
Ammenocché…ammenocché non arrivi un’auto targata Praga che vi metterà sotto senza frenare, perché l’autista non vi ha visto, essendo ceco…

MOSCA
Avrete un 2012 molto brutto, come gli altri, perché dovrete continuare a mangiare cacca tutti i giorni. E anche se vi spostate emigrando all’estero per trovare i vostri parenti russi (che abitano, ovviamente, a Mosca) la vita non cambierà.

MAIALE
Avrete un’annata interessante, vincerete un sacco di soldi giocando a porker, avrete un culo pazzesco andando in macchina in centro perché troverete sempre il porcheggio libero, ed entro l’autunno sarete scelti come protagonisti per il remake di “Fronte del porco”.

POLIPO
Il 2021 vi riserverà grandi soddisfazioni. Se non siete sposati, troverete l’anima gemella e partirete in viaggio di cozze. Se sarete ingiustamente accusati di omicidio, sarete assolti con formula piena, per assoluta mancanza di piovre. Se volete darvi alla magia, è il momento buono: aprite uno studio ed esercitatevi fin da subito ad evocare i fantasmi pronunciando la frase: “Spirito, se ci sei batti un polpo!”

VESPA
Basta con i motorini anonimi, quest’anno circolate con uno scooter di marca! Donne, godetevi la vita. Non aspettate di essere un’ape nsionata, andate tutti i giorni a sorseggiare un buon ape ritivo; il pomeriggio, tornate al bar a gustarvi, bella fresca, l’ape psicola. In amore non aspettate l’occasione giusta (quella che però capita sempre alle altre): e non fate caso se vi considerano un’ape ripatetica: il 2021 va goduto fino all’ultima goccia di nettare, ci sarà sempre tempo per fare l’ape nitenza!

CANE
Amici giocatori d’azzardo nati sotto questo segno, è la vostra annata, dedicatevi soprattutto alle carte: avrete sempre poker d’ossi!
Amici antropofagi nati sotto questo segno, è la vostra annata, visto che siete canibali!
Amici ballerini nati sotto questo segno, è la vostra annata, tutti vi chiederanno di esibirvi in un frenetico can can!

GALLINA
Attenti a rispettare le leggi, altrimenti rischiate di essere beccati dalla pollizia e rinchiusi in gallera. Attenti anche alla salute, il freddo intenso potrebbe provocarvi dei fastidiosi torcipollo; fatevi delle belle vacanze all’Equatore (armati di una bella macchina fotografica Pollaroid), altro che al Pollo Nord!
Passerete spesso le serate in casa; evitate di star sempre davanti alla televisione, leggetevi piuttosto un bel libro (consigliamo il Milione di Marco Pollo).

MARMOTTA
Dopo un 2020 anonimo, per voi si aprono grandi orizzonti. Chi lavora nel settore dell’auto avrà grande successo tingendosi di verde e spacciandosi per una “marmotta catalotica”. Chi volesse dedicarsi all’astrologia può coronare il suo sogno, diventando un ghiromante. E per i ciclisti, finalmente è giunto il momento del trionfo: vincerete il Ghiro d’Italia!

CAVALLO
I nati sotto questo segno avranno, come il solito, problemi di salute; ma soltanto immaginari, perché sono ippocondriaci. Avranno tante soddisfazioni nello sport degli scacchi, a fianco di alfieri, Re e Regine. Avranno un’annata straordinaria in amore, se faranno gli stalloni.

SCIMMIA
Finalmente una di voi, care amiche della scimmia, coronerà il sogno: sarà eletta Miss Universo grazie ad un costume molto sexy, un ridottissimo uranga-tanga.
Sarà felice vostro padre babbuino, e sarà felicissima vostra madre, mammuina.

GATTO
Ahimè chiudiamo con un segno che avrà poca fortuna, perché per lui il 2021 sarà un anno veramente sfigatto.
Non se la caveranno neppure i fedeli islamici, perché saranno inutili anche le preghiere a Miaometto.
Evitate in tutti i modi di andare al mare, c’è il rischio fortissimo di morire annegatti.

ESTRATTO DA LA MORMORA SUSSURRA,
L’ORNITORINCO … GLIONISCE Ed.Sottosopra
Disponibile con “sconto buon anno” riservato ai lettori “Il Torinese”: euro 5 anziché 12
demarketing2008@libero.it

Cantine d’Italia, è uscita la nuova edizione della Guida per l’Enoturista

La Guida Go Wine dal 16 dicembre in libreria e a disposizione dei soci. L’evento di presentazione si terrà a Bologna lunedì 25 gennaio 2021

 

Esce ufficialmente Cantine d’Italia 2021, la Guida per l’Enoturista a cura di Go Wine. Come ogni anno mantiene come periodo di uscita il mese di dicembre.

 

Una Guida alla Cantine, con una sua identità specifica, non una Guida tradizionale ai vini.

Una Guida pensata per i turisti del vino, che racconta e scrive di vino partendo dalla “Cantina”.

Ovvero la Cantina come luogo dove uomini e donne del vino operano e progettano il loro lavoro, dove sono portatori di storie e tradizioni familiari, oppure di più recenti investimenti.

La Cantina che, nel corso degli anni, è diventata a pieno titolo un luogo di promozione del territorio, perché invita al viaggio e comunica con la sua realtà un’identità territoriale fatta di tutto quanto ruota attorno: il paesaggio, i vigneti, la tradizione del luogo, i borghi.

Una Guida che privilegia il tema della narrazione perché raccontando la cantina, racconta le vicende che stanno attorno al vino e aiutano meglio a comprendere il profilo di ogni realtà.

Una Guida che pertanto non vuole rivolgersi soltanto ai “super appassionati”, ma che desidera essere un’occasione per creare cultura a favore del vino e dei suoi territori. E per far riflettere sull’importante ruolo che la viticoltura italiana sta svolgendo a favore della bellezza e della valorizzazione di tanti territori.

Una Guida edita da Go Wine e che mantiene inalterata la sua mission: promuovere la grande accoglienza italiana in cantina e comunicare anche attraverso un volume l’identità dell’associazione.

 

Cantine d’Italia 2021 si presenta con una copertina rinnovata, 790 cantine selezionate, 235 “Impronte d’eccellenza” per l’Enoturismo, oltre 4.350 vini segnalati, circa 1.500 indirizzi utili per mangiare e dormire.

 

Esce nel corso di un dicembre che chiude un anno straordinario per l’Italia, l’anno del Coronavirus e di tutto quello che ha significato e significa la pandemia. Anche per queste ragioni, per la prima volta la Guida vede differire a gennaio l’evento ufficiale di presentazione, arrivando intanto in libreria e ai soci Go Wine.

Sarà la città di Bologna ad ospitare l’evento, la data è quella di lunedì 25 gennaio.

 

Il volume si apre con due interventi introduttivi a cura di Antonio Paolini (giornalista) e Vincenzo Gerbi (titolare del corso di Enologia nel corso di Laurea in Viticoltura ed Enologia dell’Università di Torino), trattando rispettivamente di storytelling e comunicazione (Paolini) e di vini da vitigni autoctoni e storici (Gerbi).

Sempre all’insegna del tema del racconto, il volume si apre con nove interviste a uomini e donne del vino, esponenti di cantine selezionate in Guida. Si tratta di: Remo Falconieri, Cieck (Piemonte), Francesco Moser, Moser (Trentino), Ornella Molon Traverso, Ornella Molon (Veneto), Stefano Pizzamiglio, La Tosa (Emilia Romagna), Miriam Caporali, Valdipiatta (Toscana), Antonio Patricelli, Collefrisio (Abruzzo), Paolo Mastroberardino, Terredora (Campania), Demetrio Stancati, Serracavallo (Calabria), Marco Nicolosi Asmundo, Barone di Villagrande (Sicilia).

 

Il volume si presenta come un articolato repertorio di cantine, ricco di dati e riferimenti che si aggiorna in ogni edizione, con nuovi inserimenti ed alcune esclusioni. E con nuove cantine che ottengono per la prima volta il riconoscimento de L’Impronta.

 

Sono in totale 235 le “Impronte Go Wine” nell’edizione 2021: esse rappresentano un segno di “eccellenza” nel campo dell’Enoturismo nazionale e costituiscono una sorta di segno ideale che Go Wine attribuisce alle cantine che hanno conseguito un alto punteggio nella valutazione complessiva su sito, accoglienza e profilo produttivo.

Si tratta dei tre fattori su cui si compone la presentazione delle singole cantine e su cui si definisce una loro valutazione.

Sito: luogo ove si trova la cantina, guardando anche alla cantina medesima dal punto di vista architettonico; ma anche sito come patrimonio di vigneti complessivo di cui dispone la cantina.

Accoglienza: la vocazione della cantina verso una parallela attività, sia per attività come agriturismo, B&B o ristorazione, sia per iniziative culturali che denotano un atteggiamento di “apertura” della cantina verso il mondo esterno.

Vino: il profilo produttivo dell’azienda valutato nel tempo, al di là dell’exploit di una singola vendemmia; dunque anche tenendo conto del carattere della produzione, della eccellenza di alcune etichette, di una particolare cura verso specifiche tipologie di vini.

 

Nella speciale classifica per regioni che ogni anno si aggiorna, si conferma ai vertici la Toscana con 48 impronte, seguita da Piemonte (43) e Veneto (34).

Sono 15 le Cantine che raggiungono il vertice delle “Tre Impronte Go Wine”:

Badia a Coltibuono (Toscana); Bellavista (Lombardia); Ca’ del Bosco (Lombardia); Capezzana (Toscana); Castello Vicchiomaggio (Toscana); Ceretto (Piemonte); Donnafugata (Sicilia); Feudi di San Gregorio (Campania); Ferrari (Trentino); Florio (Sicilia); Fontanafredda (Piemonte); Lungarotti (Umbria); Malvirà (Piemonte); Masciarelli (Abruzzo); Planeta (Sicilia).

 

Per la seconda edizione consecutiva, la Guida presenta i “Percorsi Autoctoni”: con il simbolo dell’acino in carrozzina viene segnalato un numero significativo di cantine che hanno condotto nel recente periodo un lavoro di ricerca e attenzione a favore dei vitigni autoctoni, con un occhio di riguardo da parte della Guida verso quelli rari o comunque meno conosciuti. Il simbolo va infatti ad evidenziare un’altra caratteristica del volume: quella di dare voce, attraverso la narrazione di tanti vignaioli, anche del loro impegno a favore della viticoltura di territorio. La selezione che si ricava rappresenta un panorama davvero straordinario di vitigni e di vini.

 

La Guida assegna inoltre 7 “Premi Speciali”: intendono sottolineare alcuni temi della Guida e attribuire riconoscimenti a cantine che hanno raggiunto particolari eccellenze su tali temi.

Ecco la sequenza dei premi speciale di Cantine d’Italia 2021:

Premio “Alto Confort” per il Relais aziendale dell’anno:

Locanda La Raia – LA RAIA (Gavi, Piemonte);

Premio “Cantine Golose” per la Tavola aziendale dell’anno:

Opera02 – CA’ MONTANARI (Castelvetro di Modena, Emilia Romagna);

Premio “Cantine Meravigliose” per l’EnoArchitettura dell’anno:

D’ARAPRÌ (San Severo, Puglia);

Premio Enocultura:

Museo del Vino – ZENI FRATELLI (Bardolino, Veneto);

Premio “Autoctono si nasce”:

Montefalco Sagrantino 25 Anni – ARNALDO CAPRAI (Montefalco – Umbria);

Premio “Buono…non lo conoscevo!”:

Ormeasco di Pornassio Superiore – TENUTA MAFFONE (Pieve di Teco, Liguria);

Premio “Vini Storici d’Italia”:

Falerno del Massico Vigna Camarato – VILLA MATILDE (Cellole, Campania).

 

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La Guida Cantine d’Italia 2021 è edita dall’associazione Go Wine e nasce da un’idea di Massimo Corrado che ne cura il coordinamento e la direzione editoriale. Conferma l’impegno dell’associazione volto ad affermare, anche attraverso la Guida, i principi ispiratori dell’attività associativa. La redazione Go Wine cura la redazione di tutto il volume e del repertorio delle cantine selezionate, con i contributi e le segnalazioni di giornalisti e delegati Go Wine in Italia.

 

Le 790 cantine presenti nel volume sono state scelte in base all’esperienza diretta.

Per ogni cantina una pagina ricca di notizie: dall’anagrafica aziendale ai dati sulla produzione, ai referenti interni da contattare; dai giorni e gli orari di visita alle informazioni stradali; dal racconto delle suggestioni che la cantina e il suo contesto offrono al visitatore a una serie di utili appunti sui vini aziendali con indicazione del vino top e degli altri vini da conoscere.

Ogni cantina è presentata attraverso una valutazione in stelle (su scala 5), suddivisa nei tre aspetti che sono ritenuti rilevanti dalla Guida: il sito, l’accoglienza e i vini.

Inalterato è sempre lo spirito dell’opera: spingere l’appassionato a viaggiare per conoscere il fascino del territorio del vino italiano attraverso il racconto di molti suoi interpreti d’elezione.

Ogni istante può essere Natale e Pasqua

Purtroppo in questo periodo gli auguri sono ogni anno una consuetudine, frasi fatte, un copia incolla, post riciclati e spediti, massificati.

Pubblichiamo con gioia quelli singolari di Roberta Arduini del quartetto OASI di Pesaro, artista dello spettacolo, scrittrice di testi e autrice di progetti di parole e musica come il suo ultimo “Il Soffio della Nuova Vita”, nel segno di una rinascita, ispirato a questo momento drammatico della pandemia Covid, andato in onda su Fano Tv (https://www.youtube.com/watch?v=Fxcc6J0I6lk&t=507s). Cos’altro aggiungere, in attesa di poterci rincontrare in un foyer, in attesa di poter condividere nuovamente abbracci e sorrisi, in attesa di vedere ancora un sipario spalancarsi, in attesa di poter tornare alla nostra straordinaria normalità… che in un momento di forte difficoltà, che la Speranza, l’Amore e la Misericordia non possano mai mancare nelle nostre vite.

Vito Piepoli

Due anni fa questi erano i miei Auguri.

Rileggendo ora, queste mie parole mi sembrano quasi predittive. Forse l’ umanità aveva bisogno di un Natale più intimo e più consapevole e a volte quell'”Intelligenza superiore” ci mette a dura prova per farci comprendere che è ora di cambiare rotta, che una Mamma accondiscendente non può crescere figli maturi.
E allora ricordiamoci che è impossibile salire su di una scala rotta, senza prima riparare i pioli più deboli.
La guarigione di quella catena che è l’ intera umanità, avverrà solo curando gli anelli più deboli. Questo è il mio Augurio più sincero:
buon Natale e buona Cura a tutti !

Non esiste una fine e un inizio dell’anno. Tutto è un continuo. Tutto scorre ogni secondo della nostra vita. In un momento possiamo morire e nell’altro rinascere. A ogni battito di ciglia c’è un inizio e una fine.
Il Natale arriva solo quando sei pronto a partorirti, la Pasqua quando sei pronto a morire per poi ri-nascere.

Forse si ha bisogno di ritornare bambini, di magia, di stupore, di bontà, di rituali, di fare resoconti.
Forse è per questo che c’è tanta frenesia, in questi giorni dell’anno, che non ho mai capito fino in fondo.
Frenesia che fa perdere di vista il vero senso di tutto, perché si alimenta di se stessa fino a raggiungere un apice che ci porta a un falso “culmine del piacere”.
Non voglio togliere assolutamente l’allegria e il furore delle danze. Che siano benedetti!
Ma mi piacerebbe che tutto questo fosse naturale come un respiro, come i fiori che sbocciano a primavera o l’alba di un nuovo giorno.
Naturale come il vero Amore che arriva solamente quando la nostra anima è pronta per amare. Vorrei che si arrivasse a coltivare questa consapevolezza; di sentire veramente il nostro io e di sentirlo ad ogni respiro, di nutrirlo con Amore.
Perché solo in quel momento si potrà vivere, gioire, amare, perdonare davvero.
Questo è il mio Augurio.
E che infine, questa energia universale di vero Amore, porti sollievo dove c’è un bambino che urla impaurito e una madre disperata che non sa come nutrirlo.
Dove c’è un ammalato solo e indifeso in uno squallido letto d’ ospedale.
Perché dal Vero Cuore in festa può liberarsi energia per tutto quanto l’universo!
Auguri a Te, perché ciò che hai piantato piangendo, tu possa raccoglierlo sorridendo!

Roberta Arduini

Gli Spettacoli di Roberta Arduini del quartetto OASI di Pesaro:
– Echi Antichi nella Voce di Madre Terra
La Voce del nostro Pianeta, che con la sua forza ancestrale colma di Amore, aprirà le sue braccia e ci farà sentire una connessione profonda con il nostro nucleo, il nostro seme interiore e le nostre radici, attraverso il primordiale rapporto che ci lega a Lui.

– Dal buio della Notte all’Alba della Vita
La LUCE oltre la ferita. La RINASCITA dopo una morte interiore. Le fasi della Vita in cui ci partoriamo nuovamente, abbracciando sempre più la bellezza della nostra autenticità.

– La Verità negli Occhi dell’Amore
In un Sogno, dove la Voce della Verità (di quella Coscienza o Intelligenza Superiore), ci guiderà verso un intricato ma anche affascinante Viaggio nei sentieri dell’Amore, mostrandoci ogni lato di Noi che può inquinare la sua meravigliosa Forza, ma che può anche essere uno stimolo per farci evolvere nella più potente delle Grazie.

– Il soffio della Nuova Vita:
Con umiltà, i nostri primordiali bisogni e istinti che il periodo di clausura ha fatto emergere e accoglieremo la pura bellezza della Ri-nascita con un Inno ai sensi, alla Vita, all’Italia e alla beatitudine su questa Terra che rende tutti Dei e che ci unisce all’eterno.

Il mix siculo-sabaudo del vecchio dragone conquista il palato

A Torino è una tranquilla mattina di Dicembre, la morsa del freddo di qualche settimana fa ha dato tregua e passeggiare per le vie addobbate del centro è un vero piacere. Qui, proprio nel cuore della città, immerso fra arte, storia e cultura trova ubicazione il distinto, elegante  e, in quanto tale,  piacevolmente non esuberante ristorante “Al Garamond”.

Un nome che non passa inosservato e che soprattutto rende in qualche modo omaggio al bellissimo palazzo dell’800 in cui è nato. Il Garamond (luogotenente dei dragoni di Napoleone) infatti, nasce all’interno di quello che una volta era la scuderia del reggimento dei dragoni Piemontesi ed è in questa perfetta ambientazione storica che lo Chef Santino, siciliano di nascita (e nel cuore), mette a nostra disposizione le sue qualità in un perfetto mix di tradizione sicula e sabauda.

È un ambiente elegante e riservato, con soffitti a volta fatti di mattoni a vista e luci soffuse alle pareti. I lumi di candela che accompagnano il pasto rendono tutto più intimo e rilassante, il mood giusto per prepararsi ad un’ esperienza culinaria di qualità indubbiamente alta.

Le piccole entrée riescono già a confermare le previsioni, tartine finger food prendono spazio sul tavolo, un misto di mare e terra con un insolito prosciutto d’anatra che ha stuzzicato il palato e incuriosito lo stomaco! Il pane di lievito madre accompagnato dall’olio d’oliva artigianale ha rubato il cuore nella semplice genuinità.
Con gli antipasti ci si trasferisce immediatamente in una delle tante meraviglie siciliane, siamo fra Mazara e Bronte, dove il Gambero sua Maestà incontra il pistacchio creando un’accoppiata vincente che nella sua freschezza si fonde in bocca quasi come fosse una crema.

La portata principale ci catapulta invece nei territori piemontesi, quasi al confine gallico, fra i suoi boschi, nel tepore dei rifugi di un freddo mezzogiorno di fine autunno. È così che gli Gnocchi di Castagna in fonduta di formaggio francese vi conquisteranno il cuore. Sorprenderà la cannella spolverata in piccola quantità a bordo piatto, una chicca, a mio avviso, per nulla scontata!
Un pranzo degno di un Re se poi si considera la compagnia densa e corposa di un bianco senza dubbio importante, considerato uno dei migliori Piemontesi. Il Timorasso “Derthona” di Walter Massa è un trionfo di aromi e fragranze floreali, riscoperto e rilanciato qualche anno fa dal vitigno tortonese che si è prestato in maniera perfetta durante l’intero pasto.

Il dessert non poteva far altro che coronare questo gemellaggio tra terre decisamente lontane e differenti, le castagne incontrano le mandorle ed i cachi incontrano i fichi, il tutto amabilmente abbinato da un Moscato e dal suo lontano cugino Passito.

Un ristorante questo di cui non ci si dimentica facilmente, attuale e moderno, che anche in tempi non facili come questi, riesce a mettersi in gioco grazie alle mille risorse dello chef e dei suoi collaboratori, riuscendo a portare anche dentro le nostre case tutto il suo sapere e la sua passione!
“La magia di un piatto è qualcosa che inizia in cucina, va in scena in sala e si conclude con un sorriso”

Giorgia Di Salvo

Girovagando per il Piemonte

Continua il viaggio di Dante Paolo Ferraris nei piccoli (e suggestivi) borghi del Piemonte

Alla fine di settembre, in occasione della serata organizzata dall’Unione dei Comuni della Valcerrina/Area Cultura e dal Comune di Gabiano, aveva annunciato che entro la fine dell’anno sarebbe uscito il secondo volume di  ‘Girovagando per il Piemonte – alla scoperta dei piccoli borghi’.

E così è puntualmente avvenuto. Dante Paolo Ferraris, disaster manager della Provincia di Alessandria, con una grande passione per lo scrivere e per il Piemonte ha dato alle stampe il volume 2 dei suoi appunti di viaggio nei piccoli comuni piemontesi, alla scoperta di quelle centinaia di località che spesso sono misconosciute da coloro che abitano magari a pochi chilometri di distanza, ma che portano con sé un patrimonio di bellezze storiche, artistiche, architettoniche, paesaggistiche e di storie di varia umanità che non sono seconde a nessuno. Nel volume due Ferraris racconta i vari borghi armato del suo taccuino e di macchina fotografica, ma più che proporre immagini le crea con la scrittura in modo che il lettore le abbia davanti leggendo semplicemente il suo racconto, sempre ricco di riferimenti storici ed artistici. Sono stati tutti viaggi compiuti nei fine settimana, nei momenti liberi dal lavoro, durante i quali Dante Ferraris ha preso la sua auto ed è andato sul posto, proprio come un viaggiatore alla Pessoa, autore al quale si ispira. Questa volta viaggio parte da Rosazza in Provincia di Biella e fa poi tappa a Murisengo in Valcerrina (Alessandria), Moncenisio (Torino) per secoli porta d’Italia dalle Alpi, Barolo (Cuneo), Frassineto Po (Alessandria), Graglia con il suo Santuario (Biella), Quargnento (Alessndria), la Sacra di San Michele in Valsusa (Torino), la Canonica di Vezzolano, ‘tempio’ del romanico piemontese (Asti), Roccaverano nella Langa Astigiana (Asti), Balocco (Vercelli), l’Abbazia di Rivalta Scrivia (Alessandria), Boca (Novara), Riva presso Chieri (Torino), Masserano (Biella), Fontanetto Po (Vercelli) che diede i natali a Giovanni Battista Viotti, Vogogna (Vco), Pasturana (Alessandria), Belgirate (Vco), Acceglio (Cuneo), Massino Visconti (Novara), Aramengo (Asti), Fossano (Cuneo). Il viaggio si chiude (naturalmente sono per quest’anno perché è già in programma una terza edizione nel 2021 con un’infornata di nuovi piccoli e piccolissimi borghi subalpini e tra loro ci sarà Gabiano Monferrato) con il racconto di Palmina, un’anziana signora che negli anni dopo la seconda guerra mondiale andava a fare la mondina nelle risaie del Vercellese e che con altre importò l’abitudine di cucinare la ‘panissa’ piatto tipico della Bassa del quale nacque poi una variante nella Valcurone. Il libro asi trova nelle librerie e negli store online di Feltrinelli, Mondatori, Ibs e Youcanprint.

Massimo Iaretti