LIFESTYLE- Pagina 265

Lo charme delle donne

Appuntamenti a Palazzo Dal Pozzo della Cisterna Via Maria Vittoria 12 – Torino

Corsi e ricorsi della moda…passeggiando in atelier (prossimamente per gli uomini) Fabrizio Modina, docente di Fashion design e consulente d’immagine

L’associazione Cromie – Vivere a Colori, con il patrocinio della Città Metropolitana di Torino, organizza un incontro “in rosa” ispirato all’intramontabile (e ineccepibile) eleganza di Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany. In programma, la conferenza – con proiezioni – di Fabrizio Modina, docente di Fashion design nonché consulente d’immagine: l’esperto, illustrerà l’evoluzione dell’eleganza femminile, dai primi del Novecento passando attraverso i decenni che più hanno fatto tendenza – dai ruggenti Anni 20 ai mitici Cinquanta, dai leggendari Sixties sino agli Anni 80 tornati prepotentemente in auge – fino ai nostri giorni. Inoltre, verrà allestito una sorta di atelier dove provare – davanti allo specchio – una selezione di accessori: cappelli, guanti, occhiali e gioielli. Una volta trovato il giusto look, ci si potrà far fotografare sul “set”, proprio come una diva d’altri tempi (gli scatti verranno realizzati da un professionista). E per meglio lasciarsi coinvolgere nell’atmosfera retrò, a disposizione del pubblico femminile ci sarà anche una postazione make up. Al termine, aperitivo conviviale a buffet. L’evento, con la regia della maison Sorelle Novembre, vedrà la partecipazione di

Alessandro Finessi - Cappelli

Maison Sorelle NovembreOcchiali e profumi

Coniugi CavagnaGuanti

Alexandra – Sandra Finotti Gioielli

Fedora Feltrin by Yves Rocher – Make up

***

I posti sono limitati (max. 70), prenotazione obbligatoria al 338/5077618; oppure sulla e-mail cromie@cromie.biz.

IL CATERING E’ A CURA DELLA PASTICCERIA DEZZUTTO VIA DUCHESSA JOLANDA TORINO.

Ingresso gratuito per i soci

 

Contributo partecipazione: 10 euro (5 per accompagnatori soci)

 

San Valentino con cena e serenata

Informazione promozionale

Held Eventi – Creatori di Emozioni ha il piacere di offrire – ad un numero limitato di coppie –  la possibilità di vivere una romantica serata nella notte di San Valentino

❤ Una sala riservata
❤ Una rosa al tavolo
❤ Una candela profumata
❤ Un gustoso menù studiato per l’occasione
❤ Due musicisti pronti a trasformare in melodia i vostri pensieri e sentimenti dedicandoli, sotto forma di serenata, alla persona che amate.
❤ Un menù musicale su ciascun tavolo

Questi alcuni degli ingredienti di una serata in cui l’amore sarà assoluto protagonista.

La cena si svolgerà presso le Fonderie Ozanam di Torino, in una sala riservata per l’occasione.

Guardare negli occhi la persona che amate e vivere una serata fuori dal tempo gustando un’ottima cena, saranno solo alcune delle emozioni che potrete provare.

Held Eventi – Creatori di Emozioni, infatti, vi offrirà anche la possibilità di

❤ dedicare una serenata alla persona amata.

Riprendendo lo stile tradizionale della posteggia napoletana (partenopea) e della serenata su commissione – eseguita da sempre sotto al balcone dell’innamorata – in occasione della cena di San Valentino due musicisti di grande talento

Simone Campa | voce, chitarra classica e battente, flauti, fisarmonica diatonica, percussioni
Angelo Palma | voce, chitarra classica

In collaborazione con “La Paranza del Geco” e “Simone Campa – Arte e Tradizione”

❤ passeranno tavolo per tavolo offrendo un brano musicale ad ogni coppia.

❤Un canto d’amore, una serenata, una dedica in musica con chitarra, mandolino, fisarmonica diatonica, intrecciando le proprie voci in testi e parole d’amore e di sentimento, tra passione e romanticismo.

Quali saranno le canzoni che potrete dedicare?

Un “menù musicale”, su cui saranno riportati i brani da poter richiedere, sarà presente su ogni tavolo, affinché ogni coppia possa scegliere quale brano desidera come momento di intrattenimento musicale. Il repertorio dei brani spazia dalle tradizioni italiane alla canzone francese, dai classici sudamericani al Messico e Cuba, dalla Spagna all’Andalusia.


MENU’ DELLA SERATA

Antipasti

– Vitello tonnato della tradizione al punto rosa
– Sformatino di zucca con fonduta di Raschera e polvere di caffè

Primo
– Risotto al mirtillo nero e roquefort con chips di pancetta

Secondo
– Guancia di manzo al Nebbiolo cotta a bassa temperatura con gratinate


Dolce
– Zabaione croccante con meliga artigianale

Vino  
Barbera La Maricca d.o.c.g.
Arneis Produttori di Govone d.o.c.
Moscato d.o.c.g.

Acqua – Caffè

Inizio evento: h 20.30
Fine evento: h.23
.00 ca

Prenotazione obbligatoria.
Evento ideato e realizzato da Held Eventi s.n.c.

Quota di partecipazione:
Intero € 49
.00

Riduzioni, sconti e gratuità riservati ai possessori della Held Eventi Gold Card.

La quota comprende:

  • Cena romantica in sala riservata
  • Menù musicale al tavolo
  • Serenata dedicata per ciascuna coppia
  • Info Line dedicata
  • Servizio Memo
  • Referente in loco

CONVENZIONI: Cral Regione Piemonte, Cral Comune di Moncalieri, Assocral, Cisl Card, Tessera “Io Studio” come da convenzioni stipulate con i relativi enti e non cumulabili.

INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI: Per ulteriori informazioni in merito a questo evento e/o per essere ricontattati dalla segreteria organizzativa, inviare una mail con scritto “INFO VALENTINO 14” oppure “PRENOTAZIONE VALENTINO 14” all’indirizzo: torinese@held-eventi.com

Il cappello, l'accessorio più elegante ed essenziale

L’educazione di una donna consiste in due lezioni: non lasciare mai la casa senza calze e non uscire mai senza cappello, diceva Coco Chanel. Certamente i tempi sono cambiati, le abitudini legate al nostro abbigliamento sono differenti, meno rigide e scarsamente legate a canoni e modelli uniformanti. Il cappello tuttavia non ha perso il suo fascino e neanche la sua utilità, ci riscalda d’inverno, ci protegge dal sole d’estate e aggiunge un elemento di stile e gusto al nostro look. Dall’ antico Egitto fino agli oltre cinquemila indossati dalla Regina Elisabetta II, passando per i vistosi copricapi rinascimentali, il cappello ha rivestito storicamente un significato culturale, un riferimento alla posizione sociale ed anche alla appartenenza etnica. Il basco, la cloche, il berretto o beanie, il fedora sono deliziosi modelli di cappello molto attuali e di moda che vestono e conferiscono alla nostra mise ricercatezza e buongusto. Nella nostra elegante e raffinata città diverse sono le cappellerie storiche dove trovare svariati e deliziosi modelli, appropriati alle nostre caratteristiche fisiche e al nostro stile e, dove immergersi, perché no, in atmosfere di un fascinoso passato. Alcuni tra quelli che troveremo, infatti, sono poco indossabili quotidianamente, sicuramente più adatti ad eventi particolari o avvenimenti mondani ma sicuramente di grande charme e capaci di suscitare in ognuno di noi ammirazione e incanto.

Ecco alcuni negozi dove trovare il cappello più adatto a noi:
 
Viarani in Corso Vittorio Emanuele II 27 in zona San Salvario, dal 1884 vende cappelli di produzione propria, sia per donna e che per uomo, ma anche i migliori brand sia del made in Italy che internazionali. Tradizione ma anche attenzione all’evoluzione della moda. “Un luogo fuori dal tempo, magico”.
 
Regge in Corso Vittorio Emanuele II 70, verso il quartiere Crocetta, troviamo un’ elegante cappelleria. Bombette, borsalini dal gusto un po’ retrò ma anche prodotti artigianali attuali e originali personalizzabili anche nelle misure.
 
La Moda del Guanto, in Via Santa Teresa 19, dal 1905 tratta modelli di produzione italiana. Piccolo ma molto fornito, offre anche una vasta varietà di accessori, soprattutto di guanti, da abbinare ovviamente ai deliziosi copricapi.
 
La Cappelleria Imberti la troviamo invece a Via XX Settembre 14, di fronte al Cinema Reposi e proprio rimanendo in argomento, durante il Cinema Festival espone e fa sfilare modelli legati a produzioni famose.
 

Maria La Barbera

 
 
 
 

Crostata sorrentina, dolce raffinato

La crostata che vi presento e’ assolutamente da non perdere! Buonissima, profumata, friabile e raffinata e’ un dolce davvero speciale . Un guscio di frolla che racchiude una cremosa farcia avvolgente di crema, amaretti e amarene, un dessert indimenticabile.

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CROSTATA SORRENTINA CIBOIngredienti

Per la frolla:

300gr. di farina 00

80gr. di zucchero semolato

130gr. di burro

1 uovo e 1 tuorlo

2gr. di lievito per dolci

Buccia grattugiata di mezzo limone

 

Per la farcia:

 CROSTATA 2 CIBO

400ml. di latte intero

80gr. di zucchero semolato

3 tuorli

30gr. di maizena

24 amaretti

Amarene Fabbri q.b.

Liquore Alchermes q.b.

Zucchero a velo

***

Impastare nel mixer farina, burro tagliato a tocchetti, zucchero, uova, lievito e la buccia grattugiata del limone. Formare una palla, volgerla nella pellicola e riporla in frigo per almeno un’ora. Preparare la crema pasticcera, lavorare i tuorli con lo zucchero, aggiungere la maizena e versare a filo il latte bollente, cuocere a bagnomaria, sempre mescolando, per 7/8 minuti. Lasciar raffreddare. Dividere la pasta frolla a meta’, stenderla con il mattarello e trasferirla in una teglia da crostata da 24cm. di diametro rivestita di carta forno, bucherellare il fondo con una forchetta. Spennellare il fondo con lo sciroppo di amarena, aggiungere le amarene e 2/3 amaretti sbriciolati. Coprire con la crema pasticcera e livellare bene. Posare sulla crema gli amaretti precedentemente bagnati con un pennello nell’Alchermes. Stendere la rimanente frolla sugli amaretti, chiudere bene i bordi. Cuocere in forno preriscaldato a 180 gradi per 45 minuti. Lasciar raffreddare nella teglia, prima di servire cospargere di zucchero a velo.

 

Paperita Patty

Alle Poste le cartoline di San Valentino

Poste Italiane come ogni anno celebra la Festa degli innamorati e dedica a San Valentino quattro cartoline filateliche raccolte in un cofanetto personalizzato. Le speciali cartoline, colorate ed animate, seguono lo stile di quelle del 2018 permettendo così ai tanti che le hanno acquistate di dare seguito alla collezione. Un’occasione unica per ogni collezionista o per chi, semplicemente, desidera ricordare e festeggiare in modo originale la giornata di San Valentino. Il kit filatelico può essere acquistato nei 19 uffici postali con sportello filatelico della provincia di Torino e negli “Spazio Filatelia” di Milano, Genova, Trieste, Verona, Venezia, Firenze, Roma, Roma 1 e Napoli dove, fino a sabato 16 febbraio, saranno disponibili anche gli annulli speciali.

Ventagli delle montagne

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In contemporanea con la mostra omonima esposta al Museo nazionale della Montagna, la Galleria Spagnuolo di Palazzo Lascaris ospita fino all’8 marzo una selezione di 40 ventagli promozionali a tema montano, insieme ad una trentina di carte da collezione, manifesti e fotografie realizzati tra metà Ottocento e gli anni ‘40 del ‘900. Tutti i materiali provengono dalla collezione del Museomontagna. Da giovedì 7 febbraio a venerdì 8 marzo la mostra “Ventagli delle montagne” è visitabile a Palazzo Lascaris dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17, con ingresso gratuito. Il ventaglio promozionale nasce in Europa a metà Ottocento come veicolo di promozione turistica per alberghi, luoghi termali ed eventi, come le grandi Esposizioni nazionali e internazionali. Con l’inizio del ‘900 il ventaglio diventa strumento per pubblicizzare le più svariate tipologie di servizi e prodotti: il produttore di scarpe, il droghiere, le sale da ballo e le imprese di servizi, prime fra tutte quelle di onoranze funebri che lo utilizzano come biglietto da visita. La mostra è realizzata dal Museo nazionale della Montagna in collaborazione con il Consiglio regionale del Piemonte e la Camera di Commercio di Trento ed è esposta in due sedi: il Museo della Montagna di Torino e Palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale del Piemonte. L’esposizione sarà visitabile anche a Trento, Palazzo Roccabruna, dal 12 aprile all’11 maggio 2019 in occasione del Trento Film Festival.

L’amore di Torino per i cani

Torino è decisamente la città amica dei cani, si incontrano di ogni taglia e tipologia, code che scodinzolano in ogni parte della città, discorsi in linguaggio canino frequentissimi e animati, padroni innamorati che passeggiano con loro ad ogni ora pur di farli divertire.


Il Comune ha dedicato ai quadrupedi più di 90.000 mq, con oltre 50 aree sparse per ogni quartiere dove posso socializzare e stare liberi come il Parco della Pellerina o il Parco Ruffini, accoglienza negli esercizi commerciali, sui trasporti pubblici e perfino in alcuni musei. Il capoluogo sabaudo è in testa riguardo alla quantità di strutture turistiche che li accettano ed è consigliata come meta a chi non rinuncia alle vacanze con il proprio animale domestico.

 

E’ bello vedere fuori da ristoranti, negozi e bar ciotole con l’acqua dove i nostri amati animali si possono rinfrescare, è comodo andare a fare la spesa con loro, leggere un libro e gustare un caffè senza doverli lasciare a casa o in macchina, qualcuno si è inventato perfino un servizio di asilo in accordo col dentista. A tutto ciò si aggiunge la solidarietà e il vero amore per questi esseri senzienti da parte di coloro che ogni anno adottano circa 250 cani al canile della città, un’altra dimostrazione di quanto Torino sia un modello in fatto di cultura cinofila e di quanto i cani siano coinvolti nella vita di tutti i giorni, nella famiglia, nella società.

 

Un riavvicinamento alla natura insomma, una spinta per fare vita all’aperto godendo di una compagnia allegra e incondizionatamente fedele di supporto per gli anziani più soli, preziosa per i bambini il cui apporto positivo alla sfera emotiva e relazionale durante la crescita è oramai certo. I cani sono “quella cosa a metà tra bambini e angeli” diceva Totò, “chi non ha avuto un cane non sa cosa significhi essere amato” affermava Schopenhauer mentre Pennac parla di meditazione riferendosi alle nostre passeggiate con loro, non sono solo una compagnia quindi, i nostri amici possiedono un potere taumaturgico, curativo e ci supportano quotidianamente senza avanzare nessuna richiesta particolare se non quella di stare con noi e a Torino questo loro desiderio è davvero esaudibile ovunque.

 

Amiamoli, passiamo del tempo con loro sfruttando le possibilità che abbiamo in questa bellissima città senza dimenticare però di rispettare una serie di regole e consuetudini di buona e civile convivenza come portarli sempre al guinzaglio, mettere la museruola quando previsto e mantenere le strade pulite non lasciando le loro tracce indesiderate, è una responsabilità e una dimostrazione di civiltà importante e necessaria.

Maria La Barbera

 

Ieri, quando c’era un domani

STORIE DI CITTA’  di Patrizio Tosetto
La neve ovatta tutto. In città poi se si ha l’occasione ci si barda per benino. Scarponi alla bisogna e via camminare. Tutto diventa bianco e tutto diventa ricordo di quei film in bianco e nero. Di quelli vecchi che ti fanno star male. Sì, proprio così, a volte il ricordo ti fa stare un po’ male. Ne vale la pena. Non perché ciò che dirai o penserai serva a cambiare in meglio il presente. Ricordi perché vivi ed il tempo passa e camminare aiuta nel pensare , riflettere e ricordare. Non c’ è solo il proprio ricordo. C’ è anche quello  di seconda mano. Mio nonno paterno lavorava alla Fiat Materferro. Tutte le mattine dal lunedì al sabato partiva in bicicletta da Vanchiglietta dove abitava. 6 o 7 km andare e 6 o 7 chilometri a tornare. Bici balilla della Bianchi. Lui era pure un benestante rispetto a chi la bici non si poteva permettere. Tutti i giorni, neve compresa. Anzi mi raccontava che quando c’era la neve respirava meglio. Ed il carbone sporcava il mantice. Quando c’ era, il carbone, perché in guerra scarseggiava e si stava in casa con i vestiti addosso. Risparmi su risparmi investiti rigorosamente in oro. Oro indispensabile per salvare mio padre dalle grinfie dei fascisti di via Asti. Ci scherzavamo su dopo, raccontandoci della neve, del carbone e della bicicletta. Ricordo o perlomeno penso di ricordarmi i carbonari che partivano da Stura e portavano da via Lauro Rossi il carbone fino a Porta Palazzo. Si stendeva sopra a grandi lenzuola e si vendeva al chilo. I venditori  erano uomini oramai tutti neri in volto e chi comprava erano donne con i mariti che lavorano alla Feroce (la Fiat). Allora a Porta Palazzo si andava anche di domenica. Rigorosamente a piedi e nei momenti eccezionali il ritorno in tram. Giusto perché si era fatto tardi ed alle 12,30  si doveva pranzare. Anche la classe operaia aveva i suoi tempi. Allora non c’ era costruito nulla dei mercati coperti. Piccolo, vedevo il mondo molto più grande. Porta Palazzo era uno spazio enorme come un mare che allora non avevo ancora conosciuto. Al centro venditori di piatti che battevano per venderli. Microfono alla bocca urlavano: fate la vostra offerta. Non sempre la base economica era rispettata in su. Anzi il più delle volte l’offerta era al ribasso. E poi i dialetti. Uno spettacolo. Con calabresi o napoletani che per farsi capire si inventavano improbabili lingue miste tra torinese ed italiano producendo un idioma  naif.
***
Il momento più aulico era all’ inizio dell anno, in seconda elementare. Ci davano il voto per la bella calligrafia. Sono sempre stato una schiappia. Salutando come una liberazione la prima macchina da scrivere Olivetti Lettera 22. Ogni anno si doveva comprare una penna Aurora. Dal cartolaio, 500 lire. Porta Palazzo, 450 lire. Prezzo base ovviamente. Poi si trattava. Colore permettendo . Più  tardi sarebbe arrivato lo stupendo libro La donna della domenica di Fruttero e Lucentini con il successivo e stupendo film con Mastroianni, il mirabile commissario Santamaria.  Porta Palazzo era luogo d’ incontro delle regioni di Italia. Ed anche qui non tutto era perfetto. Anzi si capiva, si intuiva che qualcosa non andava. Chiedevo a mio padre: chi sono quei signori? Caporali. Chi sono i caporali? Sfruttatori che fanno lavorare in nero le persone che ingaggiano. Nero? Senza contratti di lavoro.  Sicurezza zero . Soprattutto nell’ edilizia. Ma anche le boite come i mercati rionali o i mercati generali. Polizia mai vista. Imparata la prima lezione sull’ ingiustizia sociale. Ed ora? In fondo in molti casi, in troppi casi, nulla è cambiato. E se volete, passando il tempo molto è peggiorato. Quando hanno deciso di istituire il mercato del baratto mi è parsa una cosa buona e giusta. Un tentativo di integrazione, attraverso una cosmopolita rigatteria dove potevi trovare un po’ di tutto. Vestiti usati, soprammobili e altre cose. Poi si sono affacciate storie di furti. O di rom che spaccavano gli appositi contenitori di vestiti usati per rubarli e rivenderli. Storie di illegali, e oggi come ieri ciò che sembrava positivo è diventato negativo. Ieri difficile integrazione tra il Sud ed il Nord. Con la “variabile ” della criminalità organizzata. Oggi tra gli immigrati di tutte le parti del mondo ed una Torino impoverita e spaurita. Ieri c’ era la Fiat che assumeva. Non sempre le condizioni di lavoro erano accettabili. Si moriva di lavoro. Si costruivano alloggi in ogni dove, senza un piano regolatore . Tutto caotico e non proprio tipico di un paese civile. Oggi questa confusione è aumentata. Ieri luci ed ombre. Oggi stiamo cercando le luci che non troviamo, così il ricordo é anche un modo di sopravvivere. Ed in fondo ci piace più la Porta Palazzo di ieri, quando c’era un domani che oggi non intravedo. 

Ieri, quando c'era un domani

STORIE DI CITTA’  di Patrizio Tosetto
La neve ovatta tutto. In città poi se si ha l’occasione ci si barda per benino. Scarponi alla bisogna e via camminare. Tutto diventa bianco e tutto diventa ricordo di quei film in bianco e nero. Di quelli vecchi che ti fanno star male. Sì, proprio così, a volte il ricordo ti fa stare un po’ male. Ne vale la pena. Non perché ciò che dirai o penserai serva a cambiare in meglio il presente. Ricordi perché vivi ed il tempo passa e camminare aiuta nel pensare , riflettere e ricordare. Non c’ è solo il proprio ricordo. C’ è anche quello  di seconda mano. Mio nonno paterno lavorava alla Fiat Materferro. Tutte le mattine dal lunedì al sabato partiva in bicicletta da Vanchiglietta dove abitava. 6 o 7 km andare e 6 o 7 chilometri a tornare. Bici balilla della Bianchi. Lui era pure un benestante rispetto a chi la bici non si poteva permettere. Tutti i giorni, neve compresa. Anzi mi raccontava che quando c’era la neve respirava meglio. Ed il carbone sporcava il mantice. Quando c’ era, il carbone, perché in guerra scarseggiava e si stava in casa con i vestiti addosso. Risparmi su risparmi investiti rigorosamente in oro. Oro indispensabile per salvare mio padre dalle grinfie dei fascisti di via Asti. Ci scherzavamo su dopo, raccontandoci della neve, del carbone e della bicicletta. Ricordo o perlomeno penso di ricordarmi i carbonari che partivano da Stura e portavano da via Lauro Rossi il carbone fino a Porta Palazzo. Si stendeva sopra a grandi lenzuola e si vendeva al chilo. I venditori  erano uomini oramai tutti neri in volto e chi comprava erano donne con i mariti che lavorano alla Feroce (la Fiat). Allora a Porta Palazzo si andava anche di domenica. Rigorosamente a piedi e nei momenti eccezionali il ritorno in tram. Giusto perché si era fatto tardi ed alle 12,30  si doveva pranzare. Anche la classe operaia aveva i suoi tempi. Allora non c’ era costruito nulla dei mercati coperti. Piccolo, vedevo il mondo molto più grande. Porta Palazzo era uno spazio enorme come un mare che allora non avevo ancora conosciuto. Al centro venditori di piatti che battevano per venderli. Microfono alla bocca urlavano: fate la vostra offerta. Non sempre la base economica era rispettata in su. Anzi il più delle volte l’offerta era al ribasso. E poi i dialetti. Uno spettacolo. Con calabresi o napoletani che per farsi capire si inventavano improbabili lingue miste tra torinese ed italiano producendo un idioma  naif.
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Il momento più aulico era all’ inizio dell anno, in seconda elementare. Ci davano il voto per la bella calligrafia. Sono sempre stato una schiappia. Salutando come una liberazione la prima macchina da scrivere Olivetti Lettera 22. Ogni anno si doveva comprare una penna Aurora. Dal cartolaio, 500 lire. Porta Palazzo, 450 lire. Prezzo base ovviamente. Poi si trattava. Colore permettendo . Più  tardi sarebbe arrivato lo stupendo libro La donna della domenica di Fruttero e Lucentini con il successivo e stupendo film con Mastroianni, il mirabile commissario Santamaria.  Porta Palazzo era luogo d’ incontro delle regioni di Italia. Ed anche qui non tutto era perfetto. Anzi si capiva, si intuiva che qualcosa non andava. Chiedevo a mio padre: chi sono quei signori? Caporali. Chi sono i caporali? Sfruttatori che fanno lavorare in nero le persone che ingaggiano. Nero? Senza contratti di lavoro.  Sicurezza zero . Soprattutto nell’ edilizia. Ma anche le boite come i mercati rionali o i mercati generali. Polizia mai vista. Imparata la prima lezione sull’ ingiustizia sociale. Ed ora? In fondo in molti casi, in troppi casi, nulla è cambiato. E se volete, passando il tempo molto è peggiorato. Quando hanno deciso di istituire il mercato del baratto mi è parsa una cosa buona e giusta. Un tentativo di integrazione, attraverso una cosmopolita rigatteria dove potevi trovare un po’ di tutto. Vestiti usati, soprammobili e altre cose. Poi si sono affacciate storie di furti. O di rom che spaccavano gli appositi contenitori di vestiti usati per rubarli e rivenderli. Storie di illegali, e oggi come ieri ciò che sembrava positivo è diventato negativo. Ieri difficile integrazione tra il Sud ed il Nord. Con la “variabile ” della criminalità organizzata. Oggi tra gli immigrati di tutte le parti del mondo ed una Torino impoverita e spaurita. Ieri c’ era la Fiat che assumeva. Non sempre le condizioni di lavoro erano accettabili. Si moriva di lavoro. Si costruivano alloggi in ogni dove, senza un piano regolatore . Tutto caotico e non proprio tipico di un paese civile. Oggi questa confusione è aumentata. Ieri luci ed ombre. Oggi stiamo cercando le luci che non troviamo, così il ricordo é anche un modo di sopravvivere. Ed in fondo ci piace più la Porta Palazzo di ieri, quando c’era un domani che oggi non intravedo. 

I “tumin al verd”, un classico piemontese

tomini-cibo2I tomini freschi di latte vaccino a pasta morbida, dal gusto leggermente acidulo, hanno origini antichissime e spiccano tra i tipici antipasti della cucina piemontese.

I classici – tumin al verd – preparati con ingredienti semplici come prezzemolo, acciughe, aglio e peperoncino ci permettono di preparare una ricetta particolarmente stuzzicante, perfetta per una cena autunnale da consumare con gli amici in allegria.

***

Ingredienti

 

1 rotolo di tomini freschi

1 mazzetto di prezzemolo

1 spicchio di aglio

4 filetti di acciuga sott’olio

1 peperoncino piccante

1 tuorlo d’uovo sodo

1 pezzettino di pane secco

Sale, aceto bianco, olio evo q.b.   

***

Per preparare il bagnetto verde, mettere a bagno il pezzetto di pane nell’aceto, lavare bene il prezzemolo, asciugarlo e tritarlo con la mezzaluna, aggiungere i filetti di acciuga, l’aglio, il peperoncino, il tuorlo ed il pane ben strizzato dall’acetoaggiustare di sale e aggiungere l’olio. Mescolare il tutto con cura e disporre sopra ai tomini precedentemente tagliati a fette. Servire a temperatura ambiente con un buon bicchiere di vino rosso piemontese.

Paperita Patty