LIFESTYLE- Pagina 255

I due “soci”

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Un torinese (acquisito) a Finale Ligure/Pillole di spiaggia

Di Gianni Milani

“Sono proprio gentili questi due ragazzi!”. Un attimo di pausa. “Peccato tutti quei tatuaggi… Sono soci, eh!”. Abbozzo un impacciato sorriso. A parlare é un’arzilla signora diversamente giovane, Palmira, in attesa della sua 85esima primavera, cuneese di Langa e mia vicina di ombrellone, incredibile dispensatrice di garbate e granitiche verità. I giovani di cui Palmira parla sono i due tatuatissimi ragazzotti stesi al sole su due lettini posti a fianco dei nostri bunker-ombrelloni. Azzardo: “Soci? Hanno un’attività in comune?”. ” Ma no – risponde lei – quasi stizzita per il mio, a suo parere, improvviso rincoglionimento”. ” Soci! É chiaro no?”. Faccia stupita la mia. “Due mariti!!”. Ah, bè! Riabbozzo un sorriso di partecipe condivisione. ” Mai visto due ragazzi così a modo e gentili” continua lei. ” A l’e’ propri ‘n piasi’ parleie ansema” continua in stretto cuneo-piemontese”. ” As ved che s’volu propi bin!”. Antica, magnanime saggezza langarola. Le sorrido. La signora ha proprio capito tutto. Da sola. Senza stucchevoli e inutili simposi culturali o vocianti diatribe TV oggi più che mai di moda. ” E quando due si vogliono bene…”. Sospensione. Condivido. ” Peccato – conclude – tutti quei tatuaggi!”.

Gavettone Day

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Un torinese (acquisito) a Finale Ligure/Pillole di spiaggia

 

Di Gianni Milani

Ferragosto edizione 2021. Anche quest’anno é andata! Solito copione. Stessa spiaggia, stesso mare. Ed eccoci, per fortuna, al giorno dopo. Negli occhi e nelle orecchie flash d’immagini e voci che sono quelle ripetute a copione nel tempo. Banali, perfino un po’ tristi, sotto regie cafonare degne del miglior Oscar Pettinari, il tipico “coatto” romano inventato in “Troppo forte” dal mitico Verdone. Primissima mattina, la calata dai pullman sul lungomare di frotte multiformi e variopinte dei bagnanti in gita di giornata provenienti (con tanto di vu’ cumpra’ e “bottega” appresso) dai paesi limitrofi o dall’entroterra ligure. Borse-frigo, cibarie varie, canotte varie, infradito vari, facce varie, palloni e palloncini e salvagente vari, cappelli e cappellini fra i più improbabili e multiuso. Corsa alla spiaggia libera che in un attimo diventa occupata. Meglio occupatissima. Distanziamento? Parolona grossa. Ed ecco in un baleno, il nuovo panorama vista mare: ombrelloni e ombrellini infilzati a terra, una galleria di asciugamani stesi al sole, lettini e sdraio e sedie per i nonni, cagnolini (povere bestie) guinzagliati alle gambe di tavolini traballanti che stanno in piedi sfidando inspiegabilmente la forza di gravità. E subito i primi sonori scappellotti ( tanti altri ne seguiranno) ai ragazzini che ogni mezzo minuto corrono – manco fossero Jacobs – in acqua, mentre le mamma iniziano fin da subito, quasi fossero in pieno cucinino di casa, a preparare la “tavola”, con figlie e fidanzati e padri spaparanzati al sole. Tutt’altra musica nei Bagni privati a fianco. Non fosse che anche lì cominciano a veleggiare nell’aria strane occhiatine e occhiatacce. Ci siamo! Comincia a montare la strana voglia ferragostana. La voglia del gavettone. Rito secolare. Ahinoi, intramontabile. Si cominciano a caricare pistole e mitragliette di plastica. E a sparare. ” Ma cazzarola, é gelida quest’acqua! Cominciamo?”. In un attimo é tutti contro tutti. I primi ad impugnare le armi (incredibile!), signori- giovinotti che vanno dai 40/50 in sù. Scatenati, mirano come ossessi a ridanciane damigelle dai costumi impercettibili e ai compagni di “scopone”. “Ma basta, papà, smettila!”, urla con vergogna una ragazzina al “firmatissimo” genitore (avvocato, manager, imprenditore, politico, amico forse di quel famoso onorevole del Papete?). E lui manco per niente. Fino all’ora di pranzo. I bagni di svuotano. Quasi. Fatta eccezione per i martiri dell’abbronzatura che timbrano il cartellino alle dieci e per otto ore filate a flirtare con il sole non li smuove più nessuno. Nella spiaggia libera, intanto, é un corpo a corpo alle vettovaglie, con paninari famelici che a 40 gradi all’ombra mangerebbero pure minestroni bollenti e polente conce, bimbi giustamente piagnucolanti e risate e risate e acqua e birra, birra tanta birra. Poi ci saranno altri tuffi. Appena mangiato? Ma chissenefrega. E’ Ferragosto. Non esistono regole. Appuntamento finale nei Bagni privati alle 18. Sarà guerra totale di gavettoni. Bagni contro bagni. Tutti contro tutti Il lungomare diventerà campo di battaglia. Senza pietà. Penso proprio di rientrare in hotel verso le 17,30. Massimo massimo 17,45. ” Ma che bella giornata”, cantava nel ’68, con toni dememenzial-ironici, Ugolino, al secolo Guido Lamberti. Proprio una bella giornata!

Green Pass Free: a Torino si gioca all’aperto nella Urban Escape Room

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Il Green Pass non è obbligatorio per giocare nelle Escape Room, quando sono all’aperto.  La capitale sabauda, città magica per eccellenza, propone infatti “Il lato oscuro”: un gioco di enigmi da risolvere attraverso una full immersion in cultura, tradizioni e divertimento.  Si può giocare a ferragosto. Di giorno e notte. Per torinesi e non

Spiegano gli organizzatori: ““Il lato oscuro”: è la risposta per gli amanti delle Escape Room, per lo più giovani e ancora non vaccinati, che potranno giocare anche a Ferragosto. Si tratta infatti di un’escape room che abbatte gli spazi fisici per immergere i giocatori in una avventura all’aperto, nella Torino Magica. Ideato da Wesen srl (www.wesen.it) “Il lato oscuro” consente di scoprire la città giocando: 90 minuti alla ricerca di dettagli architettonici e storici straordinari, sui quali cittadini e turisti difficilmente posano lo sguardo, su un percorso di 1,5 km che si snoda nel cuore di Torino”.
Passeggiando per la città, i partecipanti vengono calati in una storia fatta di leggenda e realtà che parte da Piazza Carlo Emanuele II, più nota come Carlina, nomignolo che, si dice, nel XVII secolo fu dato al duca di Savoia, per i suoi modi affettati. Qui, durante l’occupazione francese, veniva posta la ghigliottina e si narra che vi aleggi ancora lo spirito della “bela Caplera”, prima vittima della storica lama, adultera e assassina del marito. È lei la protagonista del gioco: una catena di enigmi da risolvere attraverso intuito, attitudine all’osservazione e capacità di fare squadra.
In piazza Carlina i partecipanti diventano esploratori e vengono guidati in un panorama affreschi, elementi architettonici, particolari come un diavolo che fa la guarda all’attacco di un idrante… dettagli che si possono notare passeggiando, osservando l’ambiente a vari livelli: pavimento, altezza occhi, alzando lo sguardo verso l’alto. Storia dell’urbanistica, dell’arte, passato, presente, leggende: tutto si mescola in una narrazione appassionante che tiene i giocatori “incollati” all’architettura, alle tradizioni, alla vita di Torino.
La magia a Torino è scolpita nelle facciate dei palazzi, nei monumenti, nelle fontane e l’Urban Escape Room è un modo diverso di guardare la città. «L’abbiamo ideata come opportunità per vivere Torino da turisti pur abitandoci e di scoprirla giocando, di giorno o di notte – spiega Marta Colangelo, fondatore di Wesen – Oggi si conferma una proposta di intrattenimento valida proprio perché svolgendosi completamente all’aperto, non occorre esibire il green pass, che invece è indispensabile nelle 3 Escape Room al chiuso che abbiamo in via Po 30».
Per giocare: prenotazione obbligatoria t. 3887308828 info@mysteryhouse.it  www.mysteryhouse.it

Il peperone quadrato della Motta nuovo Presidio Slow Food

Piatto iconico di Lidia e Guido Alciati, simbolo dei paradossi dell’agroindustria per Carlo Petrini, è oggi rilanciato da tre giovani orticoltori e dal Comune di Costigliole d’Asti

Le prime fonti scritte sulla sua coltivazione nella piana alluvionale del fiume Tanaro risalgono al 1914, quando un concorso della Società Orticola Astigiana ne evidenzia la produzione da parte di numerosi orticoltori di Costigliole d’Asti e di alcuni comuni vicini. Da lì in avanti è stato un crescendo, fino ad arrivare ai 40-50 mila quintali degli anni ‘60 e ‘70, quando la zona della Motta era orgogliosamente soprannominata “piccola California”. Poi il declino, con gli orti rigogliosi sostituiti da altre culture. Finalmente, oggi, si può parlare di una nuova rinascita del peperone quadrato della Motta di Costigliole d’Asti che diventa Presidio Slow Food.

 

Quella di questo ortaggio, tanto pregiato quanto delicato, è una storia antica che negli anni ha appassionato cuochi, gastronomi, contadini, tecnici e ricercatori e che è stata raccontata oggi, sabato 7 agosto, in una conferenza ospitata a Costigliole. È stato il sindaco Enrico Cavallero ad accogliere, tra gli altri, Stefano Scavino, referente dei produttori del Presidio, Carlo Petrini, presidente di Slow Food e lo chef Ugo Alciati, figlio di Guido e Lidia Alciati, dello storico ristorante Da Guido, di cui quest’anno ricorrono i 60 anni dalla nascita. Ed è proprio dai ricordi di questi ultimi che vogliamo partire oggi con questo racconto che segna un pezzo della storia gastronomica del Piemonte, e non solo.

La sapienza e la tenacia dei cuochi che lo hanno reso famoso

 

Quadrangolare la forma della bacca, gialla o rossa, generose le dimensioni, spessa e carnosa la polpa, e poi quel gusto intenso, ma dolce e delicato, dato dall’elevato contenuto zuccherino, con cui Lidia Alciati, la grande cuoca del ristorante Da Guido, ha incantato avventori provenienti da ogni dove, richiamati dal suo peperone quadrato farcito con tonno, capperi, acciuga, e condito con un po’ di maionese e una goccia di aceto di vino bianco.

 

A scovare i migliori prodotti per lei era il marito Guido: «Fin dai primi anni ‘60, quando il ristorante ha aperto, mio papà andava in giro per le campagne dell’astigiano con l’intento di convincere i piccoli produttori della zona a non abbandonare la coltivazione di varietà locali rare e di qualità. Alcune, dopo gli anni dell’oblio ce l’hanno fatta e hanno segnato una svolta per il loro territorio, come il cardo gobbo di Nizza Monferrato, oggi Presidio Slow Food. Il peperone quadrato si è un po’ perso per strada ma speriamo che oggi con questo riconoscimento riesca a ripercorrere quelle stesse orme» ricorda Ugo Alciati, chef e patron del ristorante Guido da Costigliole.

 

L’intuizione del gastronomo: da qui nasce l’ecogastronomia che ha rivoluzionato l’azione di Slow Food

 

I peperoni quadrati d’Asti, una varietà carnosa, profumata e gustosa, non erano quasi più prodotti nella zona. […] Incontrai un contadino, mi confermò che appunto là, fino a pochi anni prima, si coltivavano quei magnifici ortaggi. Ma ora non più e mi disse in dialetto: «Non conviene, gli olandesi costano meno e nessuno ce li compra più, i nostri! Danno lavoro ed è tutta fatica buttata al vento!». […] Per me quel giorno fu la data d’inizio ufficiale dell’ecogastronomia: la materia prima dev’essere coltivata e prodotta in maniera sostenibile, la biodiversità e le tradizioni alimentari e produttive locali vanno salvaguardate a tutti i costi.

 

È da questo estratto del libro Buono, pulito e giusto (Einaudi, 2005) in cui Carlo Petrini, presidente di Slow Food, parla di una sua esperienza del 1996, che emerge il legame e l’affetto speciale per questa varietà di peperoni. «Oggi, dopo 25 anni, sapere che il peperone quadrato della Motta rientra a pieno titolo tra i Presìdi Slow Food, è per me motivo di grande orgoglio e appagamento. Il fatto che proprio questo ortaggio, che ho portato nel mondo come simbolo dei paradossi dell’agroindustria, torni a rappresentare valori buoni, puliti e giusti e in piena armonia con tradizioni alimentari e produttive, significa che nessuno sforzo è stato vano, e che la strada segnata da Slow Food in questi anni è quella giusta da perseguire, anche per le nuove generazioni di contadini disposti a impegnarsi in un’agricoltura più pulita e sostenibile» dichiara Carlo Petrini.

 

Il messaggio dei giovani: quelli che credono in un futuro più etico e più prospero

 

Ed è proprio un giovane contadino, già protagonista di un altro Presidio Slow Food piemontese, il carciofo astigiano del Sorì, che si è lasciato ispirare da questo brano, battezzando la sua azienda agricola Duipuvrun. «Avevo letto il libro di Carlo e mi aveva colpito questa storia, inoltre avevo un ricordo d’infanzia, di quando andavo con i nonni al mercato a comprare i peperoni». E così, fin dal 2015, Stefano Scavino, oggi trentatreenne, decide di investire una parte del suo ettaro, coltivato con metodo biointensivo, su questa varietà, ma i semi della cultivar tradizionale non sono così facili da identificare. L’unica soluzione diventa rivolgersi alla Banca del Germoplasma dell’Università di Agraria a Grugliasco: «Mi diedero una piccola quantità di semi che cominciai a coltivare. Nel 2017 ho partecipato a un bando dell’Unione europea che sosteneva la valorizzazione degli ecotipi locali, insieme al Cnr, all’Università di Agraria e all’Agrion di Manta, presentando sia il carciofo che il peperone. Per due anni, grazie al loro apporto scientifico e agronomico abbiamo selezionato le piante in campo per migliorare la resa e la resistenza alle malattie» continua Stefano. Oggi i semi di peperone frutto del lavoro di selezione in campo nell’orto dell’azienda Duipuvrun sono stati messi a disposizione del vivaio Casto che ha prodotto i piantini per l’anno in corso e dell’azienda di Giorgio Austa che ha aderito al progetto.

«Se dovessi esprimere un auspicio, vorrei che l’istituzione del Presidio fosse un messaggio diretto ai giovani, affinchè capiscano che si può avere un ruolo in questo mondo anche facendo il contadino e utilizzando metodi agroecologici». Inoltre, ci racconta Stefano, fare squadra consente di investire in ricerca agronomica, di avere quantitativi di prodotto più elevati e di aumentare i margini di profitto: «È importante che il peperone del Presidio ricominci a essere utilizzato dai ristoratori e bottegai della zona, che sono i primi ambasciatori, ma è pur vero che se la produzione aumenta si possono conquistare altri mercati: un mio cliente di Londra che acquista il carciofo del Sorì aspetta già da un po’ il peperone quadrato della Motta, spero quest’anno di riuscire a spedirgli il primo lotto».

 

L’impegno delle istituzioni per la rinascita di un territorio e di una comunità

 

Chi non si è lasciato scappare tutto questo patrimonio storico e culturale, oltre che agricolo, sono il sindaco di Costigliole d’Asti Enrico Cavallero e la sua amministrazione, che si è adoperata per avviare il Presidio Slow Food e rilanciare il peperone quadrato della Motta. «Ho sempre fortemente creduto in questo peperone, l’unico autoctono della sua categoria. Il tutto è iniziato quasi 13 anni fa quando del peperone si era quasi perso il seme e se oggi ne celebriamo la rinascita, lo dobbiamo al lavoro di selezione fatto in questi anni con Stefano e gli altri orticoltori pionieri della produzione, che con grande soddisfazione abbiamo presentato in questa giornata. Quello che abbiamo cercato di fare, insieme all’assessore all’agricoltura Alessandro Borio e agli amici orticoltori della Motta, è sostenere e promuovere un’operazione comunitaria in sintonia con Slow Food e con la filosofia amministrativa, che ci porta a essere attenti, in modo concreto, alla valorizzazione e alla qualità dei nostri prodotti. Sono convinto che questo primo raccolto permetterà di mettere basi solide per un più ampio progetto di rilancio complessivo del comparto orticolo, con interventi mirati ad agevolare lo sviluppo delle imprese presenti, che sicuramente genererà un indotto utile a mantenere vivo il prodotto» sottolinea il sindaco Enrico Cavallero.

 

Il peperone quadrato della Motta di Costigliole d’Asti è il 37esimo Presidio Slow Food piemontese, grazie anche al grande lavoro che il coordinamento regionale di Slow Food Piemonte e Valle d’Aosta sta facendo sui territori per il recupero di produzioni e varietà a rischio estinzione.

 

Area di produzione

Comune di Costigliole D’Asti (frazione Motta e aree limitrofe)

Presidio sostenuto da Comune di Costigliole d’Asti

Pragelato, un’estate ricca di eventi

Iniziative e manifestazioni. Un’offerta turistica plurale.

“Seppur nel rigoroso rispetto di tutte le normative sanitarie, l’estate pragelatese è ricco di eventi, iniziative e manifestazioni. È un’offerta turistica plurale e che punta a valorizzare le eccellenze che caratterizzano questa località olimpica. Le feste religiose delle varie borgate sono accompagnate da una rilettura storica e culturale di quelle suggestive località da parte di vari esponenti locali. Sempre per quanto riguarda le borgate campeggia l’iniziativa ’Frazioni fiorite’ dove una giuria assegnerà i primi tre premi alle borgate più ricche di fiori. Venerdì 6 agosto nella piazza Pragelatesi nel mondo ci sarà la manifestazione annuale ‘Gusta Pragelato’ e Beer & food, prodotti locali spiegati e illustrati ai cittadini. Domenica 8 agosto sarà il momento degli intagliatori del legno che subiranno diverse opere del settore. All’interno di questa iniziativa ci sarà anche una panchina che verrà installata e dedicata a Patrick Negro e Cala Cimenti, due alpinisti scomparsi recentemente. Arte e cultura proseguono per tutto il mese di agosto: alla galleria Tinber la mostra di Michele Baretta dove si possono ammirare le opere del celebre artista piemontese. Prosegue, intanto, la Fiera del Libro presso la Palestra Comunale.

L’11 agosto presso la Chiesa parrocchiale si terrà il concerto annuale ‘Altenote’. Alla sera cinema all’aperto. Il 14 agosto è previsto il Concerto d’Opera nella Piazza Pragelatesi. A Ferragosto la Fiera in Piazza del mercato e alle 11 Santa Messa officiata dal Vescovo di Pinerolo, mons. Derio Olivero, nel prato attiguo alla piazza Pragelatesi nel mondo.

Una vasta gamma di iniziative, eventi e manifestazioni che si possono scorrere e visionare presso l’Ufficio Turistico di Pragelato”

Cheese ti dà Appuntamento a Tavola

Anche per questa edizione tornano le storiche cene ospitate dal  ristorante Garden dell’Albergo dell’Agenzia e dal ristorante Battaglino

 

Il programma in aggiornamento è su cheese.slowfood.it

 

Gli Appuntamenti a Tavola sono, storicamente, tra gli eventi di Cheese più attesi, e anche quest’anno il programma che bolle in pentola non è da meno.

 

Quattro gli eventi in programma per la tredicesima manifestazione internazionale dedicata alle forme del latte organizzata da Slow Food e dalla Città di Bra (Cn) dal 17 al 20 settembre. Per apparecchiare le tavole più variegate, coinvolgono chef rinomati e giovani promesse della ristorazione, per approfondire la conoscenza del mondo dei latticini e dei formaggi o per esplorare con l’assaggio temi come il recupero e l’abbattimento degli sprechi alimentari e le interconnessioni tra ecosistemi diversi, come le terre alte e le terre d’acqua, le montagne e il mare.

 

Le cene si tengono a Bra, presso il ristorante Battaglino, e a Pollenzo, presso il Ristorante Garden dell’Albergo dell’Agenzia, giovedì 16, venerdì 17, domenica 19 e lunedì 20 settembre.

La preview: 16 settembre ore 20 – Appuntamento a Tavola con l’osteria Ai Due Platani e il Parmigiano Reggiano

A volte, potremmo essere portati a pensare che i formaggi naturali siano prodotti misconosciuti, produzioni piccole, nomi ignoti ai più. Invece, a smentire questa percezione, spicca il nome del Parmigiano Reggiano, con tutta probabilità il formaggio italiano più noto nel mondo. Ed è proprio il Parmigiano il protagonista della cena allestita dall’osteria Ai Due Platani di Parma che conferma da sempre il simbolo più importante della Guida Osterie d’Italia, la Chiocciola con cui si segnalano le migliori osterie del paese. Ai Due Platani, la tradizione è di casa, con piccole innovazioni seguite con maestria dai cuochi in cucina. Pronti, dunque, a degustare un menù in cui il re dei formaggi è il protagonista indiscusso, insieme agli altri prodotti e alle ricette che rendono grande il territorio, dai salumi ai cappelletti fino ai vini delle cantine della stessa regione.

19 settembre ore 20 – L’Alleanza dei Cuochi e le vie della transumanza in Calabria

 

La pratica della transumanza, in Calabria, ha costituito una delle forme più antiche, e di più lunga durata, di economia naturale. Come in gran parte delle campagne collocate nel bacino del Mediterraneo, essa deve essere sorta – secondo il modulo della transumanza orizzontale, svolgentesi cioè tra montagna e pianura alle stesse latitudini – dalle necessità di alimentare una massa di bestiame che difficilmente poteva contare su condizioni agrarie e climatiche di allevamento stanziale. Così Piero Bevilacqua descrive in un suo saggio la pratica della transumanza nella regione protagonista di questo appuntamento. A raccontarcela coi loro piatti e i prodotti che meglio la esemplificano tre cuochi dell’Alleanza Slow Food, dal nord al sud, da San Sosti ad Albi a Cardeto. La tana del ghiro, La pecora nera e Il tipico calabrese vi danno Appuntamento a Tavola, e non si può mancare.

20 settembre ore 20: in Liguria – L’incontro tra il mare e l’entroterra nella cucina di Marco Visciola

È il nome di innumerevoli ristoranti, pizzerie e alberghi in tutta Italia. Ma è anche il “riassunto” che meglio esprime, forse, l’essenza della cucina ligure, che è fatta appunto di mare e monti, di pesce e prodotti dell’entroterra, di un connubio felice e un’interconnessione continua tra ecosistemi diversi, le terre d’acqua e le terre alte. Per dipingerla in una cena imperdibile, Marco Visciola, talentuoso chef del Marin di Eataly Genova, quasi a creare un connubio tra Cheese e Slow Fish. In pochi anni Marco ha conquistato il palato dei buongustai e, oggi, è un punto fermo della cucina di qualità genovese e non solo. A lui il compito di raccontare la sua cucina attraverso piatti di mare con influenze dell’entroterra ligure. Preparatevi a essere sorpresi con il suo mare e monti!

17 settembre ore 20 – L’Appuntamento a Tavola presso il Ristorante Battaglino di Bra: il formaggio circolare e la cucina del recupero secondo Ivan Milani

Quest’anno a Cheese diventa protagonista dei nostri Appuntamenti a Tavola anche uno dei luoghi del cuore di Slow Food, il Ristorante Battaglino di Bra! Suo ospite, Ivan Milani, chef in continua evoluzione, mai pago di novità e scoperte, con un’idea di cucina che muta nel tempo grazie alle influenze che respira, si misura con il concetto di recupero. Recupero che inizia dal pane a lievitazione naturale, che di forme di recupero ne ha in sé ben due: la scotta ottenuta dopo aver prodotto prima il formaggio e poi la ricotta sostituisce l’acqua nell’impasto; inoltre il miso di pane, prodotto con il pane avanzato, che conferisce al lievitato una complessità aromatica incredibile. Sempre a tema, il dessert è una torta di pane raffermo servita con un mascarpone alla verbena prodotto in casa. Tra il pane e il dolce tre portate che parlano della storia del cuoco e delle terre in cui ha vissuto e cucinato.

Questo appuntamento lo si acquista telefonando direttamente al ristorante, al numero 0172 412509. Affrettati perché i posti sono limitati (35 circa). Il costo della cena è di 47 euro vini inclusi.

Ecco quello che ci aspetta a Cheese, non resta altro da fare se non prenotare il proprio posto! Per la sicurezza di tutti, in adeguamento alle norme vigenti, gli appuntamenti di Cheese 2021 sono accessibili esclusivamente ai detentori di Certificazione verde.

Cheese, la manifestazione internazionale dedicata alle forme del latte, si terrà a Bra (Cn) dal 17 al 20 settembre 2021 ed è organizzata dalla Città di Bra e da Slow Food con il sostegno della Regione Piemonte. Considera gli animali è il tema della tredicesima edizione, un focus sul regno animale e la varietà di connessioni con le azioni dell’uomo. Senza di loro infatti non esisterebbe l’infinita biodiversità casearia che tocchiamo con mano ogni due anni a Bra. Straordinaria già oggi l’attenzione nei confronti dell’evento – che si garantisce con il consueto programma, nella massima sicurezza – sia da parte dei protagonisti di Cheese che da parte del mondo della ristorazione e dell’ospitalità del territorio. Cheese 2021 è possibile grazie al supporto di moltissime realtà, pubbliche e private, che credono in questo progetto. Tra tutte, ringraziamo i main partner: BBBell, BPER Banca, Consorzio del Parmigiano Reggiano, Egea, Pastificio Di Martino, Quality Beer Academy (QBA) e Reale Mutua.

Bra, Raschera e Toma piemontese in alta quota

Il Bra, il Raschera e la Toma tornano protagonisti durante una serata in cui le montagne saranno il teatro perfetto per ospitare le tre perle lattiero casearie.

Avrà infatti luogo martedì 10 agosto a Bardonecchia la “Cena sotto le stelle”, un’occasione speciale per poter degustare questi formaggi d’eccezione tra una stella cadente e l’altra. Organizzata in collaborazione con Arpiet e nell’ambito del progetto cofinanziato dalla Regione Piemonte, si preannuncia un evento ricco di sapori e seducenti abbinamenti culinari, completamente immersi in un’atmosfera speciale.

“Sfortunatamente, l’emergenza legata al Covid ci ha impedito di ripetere l’organizzazione di alcuni momenti in cui i Consorzi erano presenti sulle piste da sci più rinomate del territorio – spiega Franco Biraghi, presidente dei Consorzi di tutela di Bra, Raschera e Toma Piemontese, evidenziando come questa assenza sia stata “un vero peccato dal momento che si trattava di occasioni utili a far conoscere i nostri prodotti in contesti diversi e che avevano riscosso in passato un grande successo”.

A Bardonecchia non saranno più le piste innevate, ma i colori brillanti dell’estate a fare da scenografia alle tre Dop, per le quali l’estate ha significato una ripresa di quei momenti volti a far conoscere ancora di più le loro peculiarità. Complice l’estrema versatilità che rende il Bra (nella duplice versione Tenero e Duro), il Raschera e la Toma perfetti sia come formaggi da tavola che come comprimari all’interno di svariate ricette, quella del 10 agosto ha tutte le carte in regola per rivelarsi una serata in cui il contesto dialoga alla perfezione con il gusto: “Che sia quello più sapido del Bra Duro, dolce del Raschera, delicato della Toma Piemontese o morbido del Bra Tenero, questi aromi inconfondibili si armonizzano gradevolmente tra loro, impreziositi da una cornice d’eccezione – commenta Marco Quaglia, vicepresidente dei Consorzi di Bra, Raschera e Toma Piemontese -. L’evento del 10 agosto è l’occasione ideale per consentire a questi prodotti di dare il meglio di sé, anche in alta quota – in un contesto in cui l’atmosfera fa la differenza e rinforza ancora di più la potenza di simili formaggi”.

La fonduta al Raschera, il risotto mantecato al Bra Duro o la polenta con la Toma Piemontese rappresentano, infatti, alcuni capisaldi del ristoro invernale, ma queste eccellenze sanno offrire il meglio di sé anche in versione estiva. Ed ecco che se la neve lascia il posto al verde dei prati, le Dop si uniscono con il Salame Piemonte in un tagliere dai gusti tradizionali, lasciandosi degustare in purezza o mettendosi nelle mani di chef che conferiranno ulteriore risalto all’unicità del loro gusto. Quest’ultimo è diventato, nel corso dei secoli, un punto di riferimento inalterato sulle nostre tavole, creando un connubio quanto mai consolidato con quella genuinità che deriva da un’artigianalità antica e da una maestria che non è mai venuta meno alle aspettative.

“Sono formaggi che ci rendono ogni giorno più orgogliosi – conclude Mario Cappa, vicepresidente dei Consorzi di Bra, Raschera e Toma Piemontese -. Con la loro garanzia di qualità sono considerati eccellenze di cui il nostro territorio non può che andare fiero. Ecco perché la loro presenza a eventi enogastronomici è sempre più richiesta: dopo la Cena sotto le stelle sarà, infatti, la volta della Sagra del Peperone di Carmagnola”. La celebre manifestazione che si terrà dal 27 agosto al 5 settembre sarà un’ulteriore occasione per gustare Bra, Raschera e Toma all’interno di ricette pensate ad hoc per l’occasione

I monopattini Helbiz a Bardonecchia

Da oggi Helbiz sarà attivo con i suoi monopattini anche a Bardonecchia  che ha scelto i suoi servizi di micromobilità elettrica in sharing per agevolare gli spostamenti dei turisti e dei residenti nel periodo estivo.
L’avvio delle attività a Bardonecchia giunge a poche settimane dal conseguimento della licenza di operatore di micromobilità per la Città metropolitana di Torino, un’area che conta più di 2.500 mezzi Helbiz, fra monopattini e bici elettriche.

Re peperone in festa a Carmagnola

dal 27 agosto al 5 settembre 2021 a Carmagnola (TO)

Tutti gli eventi sono gratuiti ad eccezione degli eventi de “Il Foro Festival”

www,fieradelpeperone.it

 

Dopo l’edizione “Speciale e Diffusa” del 2020, arriva al traguardo dei 72 anni la più grande manifestazione fieristica italiana dedicata a un prodotto agricolo che torna a riproporre, come da tradizione, 10 giorni di eventi gastronomici, culturali ed artistici per tutti i sensi e per tutte le età.

 

In un’area espositiva di oltre 10.000 mq, con 8 piazze dedicate di cui 6 enogastronomiche, 2500 posti a sedere e oltre 200 espositori, il Comune di Carmagnola presenta un cartellone con tante proposte a cavallo tra gusto, cultura e attualità, con degustazioni, workshop, show cooking, cene a tema, street food, concerti e spettacoli di vario genere, talk show, iniziative solidali, area bimbi, una grande rassegna commerciale e altro ancora.

 

Con tanti ospiti – tra i quali ARTURO BRACHETTI, TINTO, GINO SORBILLO E PAOLO MASSOBRIO – questa sarà anche la seconda edizione anti-spreco alimentare grazie alla partnership con l’azienda Cuki che fornirà migliaia di piatti in alluminio prodotti con materiale riciclabile al 100%  e di Cuki Save Bag distribuite ad espositori ed esercenti della città.

 

Per il terzo anno consecutivo inoltre, la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro ONLUS è charity partner con diverse iniziative dedicate a promuovere e sostenere le sue attività, tra le quali alcune belle proposte del progetto Pep-Revolution di Fata Zucchina dedicato alla salute dell’uomo e del pianeta.

 

Torna anche “Il Foro Festival” con i concerti a pagamento di GIUSY FERRERI il 28 agosto, di SAGI REI il 29 agosto e dei THE KOLORS il 30 agosto, oltre al Belle Époque Show del 27 agosto.

Una torinese alle finali di Miss Grand Prix

La 17enne piemontese tra le 24 finaliste  a Pescara

C’è anche una ragazza di Mompariero (TO) tra le 24 pretendenti allo scettro di Miss Grand Prix 2021, di fatto il secondo più importante concorso di bellezza al femminile organizzato in Italia e giunto quest’anno alla sua 34esima edizione.

La 17enne studentessa Giulia Agate, ha infatti superato a Giulianova lo “scoglio” delle prefinali accedendo così all’atto conclusivo del concorso in programma , sabato 7 agosto allo Stadio del Mare di Pescara.
Eliminata invece l’altra concorrente torinese, la 27enne di Rivoli Monica Barillaro la cui corsa si interrompe quindi in prefinale.
Giulia Agate, invece, salirà sul palco per la finalissima presentata da Jo Squillo che vedrà la presenza di personaggi del calibro di Federico Moccia (presidente di giuria), Manuela Arcuri, Beppe Convertini, Leo Gassman e tanti altri.
Il concorso di Miss Grand Prix, organizzato sotto l’egida di patron Claudio Marastoni, è stato negli anni “trampolino di lancio” per nomi importanti del mondo dello spettacolo italiano tra cui Tessa Gelisio, Carlotta Maggiorana, Raffaella Fico e la vincitrice del 2020 Camilla De Berardinis che domani sera poserà la corona sulla testa della vincitrice.
Il concorso ha il sostegno e la partnership di Ducati, Caffe Mokambo, Bes Italy, Bomba Energy Drink e il patrocinio dei Comuni di Giulianova e di Pescara.
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