LIFESTYLE- Pagina 24

Ritorna Torino Tattoo Convention 

Torna a Torino la Torino Tattoo Convention 2025, che aprirà le sue porte dal 26 al 28 settembre all’Inalpi Arena, per un’edizione che promette di essere ancora più ricca, coinvolgente e piena di sorprese, un evento tra i più attesi in Europa, dove il tatuaggio è diventato arte, cultura e linguaggio universale. Con oltre 400 tatuatori da tutto il mondo e oltre 15 mila visitatori attesi, la manifestazione si conferma come un punto di riferimento per gli appassionati del settore. Gli artisti italiani e internazionali presenti porteranno sul palco della manifestazione il proprio talento, ma anche visioni uniche che riflettono le diversità delle varie tradizioni tatuatorie. Anche quest’anno non mancheranno i ‘tattoo contest’, competizioni che vedranno i migliori tatuatori sfidarsi in un’esplosione di creatività. Il programma prevede inoltre intrattenimento, musica e djset e live show per un evento immersivo capace di coinvolgere tutti i sensi. Non si tratterà solo di una fiera, ma di un’occasione unica per respirare l’arte del tatuaggio in tutte le sue forme. Dal punto di vista privilegiato di tatuatore della convention, arriva una panoramica globale sulle tendenze del tatuaggio in Italia.
Il mondo del tatuaggio in Italia sta, infatti, vivendo una fase di grande evoluzione e maturazione, con una clientela sempre più attenta e consapevole. Il 60% dei clienti italiani ha un’età compresa tra i 26 e i 35 anni, a conferma del crescente interesse tra i giovani adulti, ma non mancano nemmeno tatuaggi tra le persone più giovani, il 13% dei tatuati ha tra i 18 e i 24 anni. Circa il 70% dei tatuatori italiani indica che i propri clienti si sottopongono a più di una sessione di tatuaggio, dimostrando che esso è sempre più considerato forma d’arte.
La tendenza di genere, la divisione tra uomini e donne si sta equilibrando. Tra gli stili e soggetti preferiti emerge un ritorno alla tradizione, mescolato a nuove tendenze contemporanee. Il 46% dei tatuatori indica il realismo come uno degli stili più richiesti, i soggetti includono nature morte e ritratti. Il 30% dei tatuatori segnala un crescente interesse per fiori, piante e temi naturali. Molti sono i ritratti di persone e animali, i soggetti cichani e le scritte, anche in lingue straniere. Lo stile minimal si aggiudica una quota del 16%, seguito a ruota dal black work geometrico, fine line e giapponese che continuano a dominare la scena spartendosi le rimanenti quote percentuali. Un aspetto interessante che emerge dai dati è la richiesta di personalizzazione. Il 75% dei tatuatori italiani dichiara che i propri clienti preferiscono creare un design esclusivo, chiedendo di lavorare a stretto contatto con l’artista per sviluppare un’idea unica che rappresenti la loro identità. La preferenza si orienta sui tattoo di grandi dimensioni, oltre 15 cm, il 46,7%, per un costo medio che oscilla fra i 200 e i 500 euro a lavoro.

26-28 settembre 2025 – Inalpi Arena, corso Sebastopoli 123.

Info: torinotattooconvention@gmail.com

Mara Martellotta

Il “Formaggio delle viole”: è il Plaisentif della Val Chisone

TRA MEDIOEVO E XXI SECOLO NELLA FIERA DI PEROSA ARGENTINA E NELLA RIEVOCAZIONE STORICA “POGGIO ODDONE TERRA DI CONFINE”

 

Noto ai gourmet come il “Formaggio delle viole”, il Plaisentif della Val Chisone è una prelibata tometta che si confeziona nel mese di giugno, quando i fiori che ingentiliscono i prati degli alpeggi rendono il latte particolarmente profumato. La terza domenica di settembre, durante la rievocazione storica “Poggio Oddone Terra di Confine”, le vie di Perosa Argentina ospitano la Fiera del Plaisentif, che ha origine proprio nel tempo in cui i margari, scendendo a fine estate dagli alpeggi, sostavano a Poggio Oddone, dando vita al più importante mercato della valle. La piazza di Perosa era il luogo giusto per cercare e acquistare il Plaisentif, perché, anche allora, se ne producevano poche migliaia di forme. Nobili e alti funzionari non facevano mai mancare il Plaisentif sulle loro tavole, mentre i margari del Delfinato (che comprendeva l’Alta Valle Chisone) lo offrivano ai governanti e ai loro funzionari come donativo, affinché anche in territorio sabaudo ne fosse consentito lo smercio.

Quest’anno la Fiera del Plaisentif e la rievocazione storica “Poggio Oddone: Terra di Confine” sono in programma da venerdì 19 a domenica 21 settembre. Tra i momenti più significativi del programma di quest’anno figurano il convegno storico che si terrà alle 16 di sabato 20 settembre nella palestra della scuola primaria di Perosa Argentina, la Messa in costume nella chiesa parrocchiale alle 9 di domenica 21 e il successivo corteo storico, la presentazione dei gruppi storici, degli sbandieratori, dei musici e degli arcieri partecipanti, la consegna delle benemerenze civiche e del premio ai produttori intitolato alla memoria di Ivano Challier Villa Willy, la degustazione guidata del Plaisentif alle 11,30, i giochi e i laboratori per i bambini, le dimostrazioni con i cani addestrati dall’associazione Argo Ucs di Caselle Torinese. L’ospite d’onore della giornata sarà Michela Carbone, che ha vinto il Campionato Mondiale della Pizza con una ricetta che comprende il Plaisentif e la Salsiccia di Bra. La manifestazione si concluderà nel pomeriggio con l’evento “Il più votato del Reame”, in cui una giuria popolare voterà il migliore Plaisentif presentato in fiera. La fiera è un’immersione completa nelle tradizioni e nei sapori locali, grazie alle bancarelle dedicate ai prodotti agroalimentari e artigianali. In Val Chisone i margari producono da secoli il Plaisentif, ma questa vera e propria rarità ha rischiato di scomparire ed è stata salvata grazie a un progetto di riscoperta e valorizzazione dell’allora Comunità Montana Valli Chisone e Germanasca e del Comune di Perosa Argentina, sostenuto dall’Assessorato all’Agricoltura e Montagna dell’allora Provincia di Torino. Oggi se ne producono ogni anno poche migliaia di forme, confezionate con latte crudo interostagionate per una settantina di giorninumerate e marchiate a fuoco. L’allora Provincia nel 2009 inserì il Plaisentif nel proprio Paniere dei prodotti tipici, mentre l’anno successivo si costituì l’associazione dei produttori. Tra i protagonisti del progetto di riscoperta e valorizzazione vi fu uno dei margari che negli anni ’90 tramandavano ancora l’antica sapienza casearia, il compianto Ivano Challier, allevatore e produttore nella frazione Balboutet del Comune di Usseaux, padre dell’attuale presidente dell’associazione dei produttori. Fu con la fondamentale collaborazione del Baffo (così lo chiamavano compaesani e valligiani) che venne stilato il disciplinare di produzione, che prevede che il latte utilizzato per produrre le forme sia solo quello munto quando le mucche si nutrono del fieno e delle viole che fioriscono nel mese di giugno. A garantire ai consumatori la qualità del Plaisentif sono il marchio registrato, che è custodito in una teca posta nell’ufficio del Sindaco di Perosa, la rigorosa scelta delle forme che meritano di essere marchiate a caldo dagli esperti del Consorzio di formazione Agenform di Moretta (Cuneo) e la stagionatura per 70 giorni in locali idonei. La selezione e la marchiatura avvengono presso le aziende dei margari. Le forme che possono fregiarsi del marchio riportano impressi a caldo anche il nome dell’azienda produttrice e le date di caseificazione e di inizio della stagionatura. Visto che, se si parla di Plaisentif, è buona norma prenotarlo per tempo, il consiglio è di contattare uno dei produttori indicati nell’elenco pubblicato nel sito dell’associazione Poggio Oddone alla pagina www.poggiooddone.it/associazione-produttori-plaisentif/

Cocconato, rivive il Medio Evo con lo storico Palio degli Asini

Nel prossimo fine settimana, 20 e 21 settembre, la suggestiva fiera medioevale animerà Cocconato “riviera del Monferrato”, paese inserito tra i borghi più belli d’Italia e insignito della bandiera arancione da parte del Touring Club. A chiudere il settembre cocconatese, sabato 27 e domenica 28 settembre, sarà invece il tradizionale Palio degli Asini, un appuntamento che coinvolge l’intera comunità e richiama ogni anno migliaia di visitatori. Il Palio di Cocconato, nato nel 1979, non è una semplice corsa, ma una vera e propria rievocazione e storica: i 7 borghi del paese, Airali, Brina, Colline magre, Moransengo, San Carlo, Torre e Tuffo si sfideranno in una serie di eventi che culmineranno nella corsa della quarta domenica di settembre. Il terzo fine settimana di settembre si aprirà con la fiera medievale, uno degli appuntamenti più seguiti del calendario cocconatese. Gli orari saranno sabato dalle 18 alle 24 e domenica dalle 10 alle 18. I borghi allestiranno scene di vita medievale, con mercati popolati da fabbri, artigiani, tessitrici, cartomanti e speziali, e taverne che serviranno piatti del Medio Evo insieme a vini locali. Nella piazza del Municipio si terrà il mercato medievale con l’ente Agosto Medievale di Ventimiglia, e le sue bancarelle artigiane; i rapaci de “Il Mondo delle Ali” e i cavalli del Centro Ippico “La Balzana”, protagonisti di cavalcate e attività didattiche con falchi e gufi. Le vie del borgo si riempiranno di spettacoli e animazioni con il giullare Milfo lo Buffon, la Compagnia del Coniglio. Sabato alle 22 avverrà l’investitura ufficiale del Capitano del Palio Giorgio Apostolo, che riceverà dal Sindaco e dal Conte Radicati, accompagnati dal frate di corte, “pieni poteri come Signore delle Terre e delle genti di Cocconato” per l’intera settimana e fino alla fine della corsa del Palio. Domenica mattina alle 9.30 partirà dal municipio la sfilata storica che accompagnerà la messa solenne nella chiesa parrocchiale, con la benedizione dei due nuovi drappi del Palio 2025 realizzati da Chiara Tortia.

Alla vigilia del Palio avrà luogo una suggestiva sfilata storica con i nobili, i Gonfaloni del borgo dei Conti Radicati e il Capitano del Palio, che guiderà il pubblico fino al Cortile del Collegio, dove andrà in scena il grande banchetto medievale, animato dai “Fulet d’la marga”.

Il menù proporrà prodotti e piatti locali, tra cui la storica robiola con opere al Barbera.

Prenotazione obbligatoria entro il 24 settembre – 23 euro a persona

cocconatoufficioturistico@gmail.com

Tel: 0141 600076

Domenica 28 settembre, dalle 14, prenderà il via il Palio degli Asini. Dopo il corteo storico, la corsa scatterà alle 16.30 tra piazza Melchiorre e piazza Cavour. Saranno 7 i borghi che si sfideranno in un circuito cittadino cosparso di fieno, articolato in barriere e finale: vincerà il borgo il cui asino, insieme al suo palafreniere, taglierà per primo il traguardo. Gli sconfitti della batteria di recupero riceveranno l’acciuga, il vincitore sarà incoronato con lo stendardo del Palio.

Biglietti in tribuna a 20 euro – sedie a 10 euro

“Come Sindaco di Cocconato – dichiara Monica Marello – sono felice di presentare l’intensa agenda delle prossime settimane. Questo è il periodo più bello dell’anno per il nostro borgo, un momento in cui la comunità si riunisce e le istituzioni collaborano con entusiasmo per valorizzare Cocconato. Il Palio resta l’evento simbolo, capace di coinvolgere ogni angolo del paese, frazioni comprese, ma non sono da meno gli altri appuntamenti guidati dall’Associazione Palio. Sono orgogliosa di promuovere manifestazioni che, anno dopo anno, hanno visto crescere la loro qualità, grazie alla cure dei dettagli. Penso alle cene, momenti che esaltano la nostra tradizione, la cultura gastronomica per la quale Cocconato è conosciuta in tutto il modo. Palio e Fiera Medievale rappresentano un investimento importante che ci ripaga con atmosfere uniche e momenti di grande calore umano, capace di unire la comunità e regalare un’esperienza indimenticabile”.

MARA MARTELLOTTA

“Quello che finora ho capito sulla gioia di vivere”, conferenza di Vito Mancuso presso la Casa della Madia

Vito Mancuso è un teologo e filosofo italiano, autore di numerosi saggi e attivo ricercatore di una fede autentica, consapevole e aperta al dialogo.

Nella conferenza che si è tenuta questa domenica, presso la Casa della Madia di Enzo Bianchi, dal titolo “Quello che finora ho capito sulla gioia di vivere”, Mancuso espone una visione chiara di cosa significhi questa gioia e di come potersi avvicinare ad essa.

La gioia di vivere viene descritta come un traguardo e non un qualcosa di contingente: ogni individuo dovrebbe aspirare a raggiungerla, come fine ultimo della propria esistenza.

Eppure, è proprio il pensiero della nostra finitudine che il filosofo tedesco Heidegger definiva come “essere per la morte”, che ci spaventa e ci porta nella direzione opposta a quella della gioia.

Il principale ostacolo, infatti, nasce dalla paura della conoscenza poiché essa comporta sensazioni, sentimenti e pensieri spiacevoli e ci obbliga a guardare le cose in profondità, chiedendoci di compiere un lavoro interiore per poter risalire da quegli abissi.

Avvertiamo che la conoscenza delle notizie e di quello che proviene dal mondo attorno a noi, compromette il nostro benessere psichico e ci distoglie dalla spensieratezza: ecco perchè le persone amano guardare le fiction, poiché hanno bisogno di finzione per poter evadere da ciò che le circonda.
Questa evasione porta ad una gioia dell’irrealtà e ci sono tanti modi per ottenerla, la religione stessa può essere vissuta in questa modalità distorta, senza profondità d’animo e come via di fuga dal mondo esterno.

Si preferisce, quindi, la felicità alla gioia. La prima è effimera, fatta di attimi e cose fugaci, dipende dall’esterno e può cambiare rapidamente in base alle condizioni. La seconda, invece, è consistente poiché dipende da noi stessi: è una condizione del vivere, nella quale siamo capaci di accettare anche il dolore, poiché tutto è vissuto con profondità e consapevolezza.
Possiamo definire la gioia come un “accordo di sé con sé stessi” mentre la felicità rappresenta un “accordo di sé con il mondo esterno”.

Ed è molto importante che questa gioia venga condivisa, che non sia solo una ricerca egoistica, ma che sia impregnata di altruismo e che arricchisca anche gli altri. La gioia vera la si riconosce poiché è pace interiore, è la sensazione di un avere un cuore calmo e di sentirsi sempre a casa e al sicuro.

Per arrivare alla gioia serve la consapevolezza: è necessario aprirsi al trascendente, alla profondità delle cose, accogliere i dolori e le difficoltà, compiere dei gesti concreti e coltivare onestà intellettuale e spirituale.
Si tratta di un vero e proprio cammino e la metafora che Mancuso sceglie per trasmettere questo messaggio è “Il mito della biga alata” di Platone: un messaggio lampante per comprendere come la gioia autentica emerga dalla sintonia tra le diverse dimensioni del nostro essere, con la consapevolezza come guida verso il bene e la verità.

IRENE CANE

Miss Italia: una fascia nazionale per Alicya Ferrero, 19 anni di Borgaro

Se la aggiudica il Piemonte di Mirella Rocca alla finale 

Alicya Ferrero, di Borgaro, proprio come Cristina Chiabotto, due occhi azzurri come il mare, si è presentata in finale a Miss Italia, andata in onda il 15 settembre su Rai Play e vinto dalla lucana Katia Buchicchio, con la fascia di Miss Valle d’Aosta. A rappresentarla in tutta la sua essenza, è stata la fascia di Miss Coraggio, assegnatale al concorso di Patrizia Mirigliani dopo aver ascoltato la sua storia, una vicenda di forza e coraggio che ha emozionato, commosso e fatto riflettere.

“Indossare questa fascia nazionale è un privilegio che va oltre l’apparenza – spiega Alicya – non è soltanto un titolo, ma un simbolo che custodisce volti, emozioni e sogni. È la vicenda della resilienza, della forza, ma anche di quella fragilità che quando viene accolta diventa una risorsa. Questa fascia, Miss Coraggio, ha un significato speciale perché racconta anche la mia vita: sono cresciuta con mia mamma, mentre mio papà ci ha abbandonate. Ogni tanto tornava, ma quei ritorni non portavano serenità. Vederlo andare e venire distrugge a la mia stabilità emotiva, mi faceva sentire ancora più fragile, come se non fossi abbastanza per meritare il suo amore. Quel dolore mi accompagna ancora oggi. A 16 anni la vita mi ha messo davanti a un’altra dura prova: la scoperta di una massa al seno. Per una ragazza così giovane una notizia del genere è un macigno, mi sono chiusa in me stessa, convinta di essere incompresa nel mio dolore. Erano giorni di silenzi e paure che sembravano più grandi dei miei sogni, eppure da quell’esperienza ho scoperto la forza di potermi rialzare anche quando tutto sembrava crollare. Per questo sento che questa fascia mi si addice, perché è il riflesso di una storia di cadute e rinascite, il simbolo di un coraggio che non nasce dall’assenza di paura, ma dalla scelta quotidiana di non lasciarsene vincere. Arrivare in finale è la dimostrazione che ognuno ha un dono unico, anche nei momenti più difficili. Porterò questa fascia con gratitudine e con la certezza che la vera bellezza non è solo esteriore, ma autenticità è verità”.

Alicya studia moda e cultura d’impresa e sogna la grande fiction, dove vorrebbe interpretare ruoli da protagonista.

Mara Martellotta

Torino VIP: l’app che cambierà le abitudini del tempo libero in città debutta il 19 settembre

L’app made in Torino che unisce intrattenimento, un buon sistema organizzativo e premi, promettendo di ridefinire le serate in città e oltre.

L’’intrattenimento torinese è sul punto di vivere una svolta epocale.

Il 19 settembre 2025 segna infatti il debutto ufficiale di Torino VIP, app mobile nata da un’idea imprenditoriale tutta torinese.

L’iniziativa nasce dall’incontro tra creatività locale e visione globale, con l’obiettivo di rendere Torino un punto di riferimento per il divertimento digitale in Italia. Torino VIP non è solo un’app o una piattaforma: è un ecosistema interattivo che coinvolge luoghi fisici, contenuti virtuali e community online, offrendo esperienze personalizzate e multisensoriali.

Un’esperienza che va oltre lo schermo
Il cuore del progetto è la creazione di un ambiente digitale che si integra perfettamente con la città reale.

Attraverso tecnologie come la realtà aumentata, la geolocalizzazione e l’intelligenza artificiale, gli utenti potranno esplorare Torino in modo completamente nuovo.

Monumenti, locali, eventi e percorsi culturali si trasformano in tappe di un viaggio interattivo, dove ogni scelta genera contenuti esclusivi e premi virtuali.

Ma Torino VIP non si limita all’intrattenimento turistico.

Il progetto coinvolge anche il mondo della moda, della musica e del food, con collaborazioni tra brand locali e influencer digitali. Le prime anticipazioni sui social mostrano un’estetica curata, un tono glamour e una forte attenzione alla sostenibilità e all’inclusività.

@torino_vip
Dai profili Instagram ufficiali (@torino_vip) emerge con chiarezza l’identità del brand: giovane, dinamico ed esclusivo, ma non elitario.

Le anteprime grafiche mostrano un’interfaccia utente curata, intuitiva e dal design accattivante, con un’attenzione maniacale ai dettagli che ricorda le big tech della Silicon Valley.

I post non promuovono semplicemente un prodotto, ma vendono un sogno e uno stile di vita: quello di chi sa che una serata di successo può cominciare con un click sullo schermo del proprio smartphone.

L’operazione, come evidenziato dalle sue stesse fonti, va ben oltre i confini cittadini. Sebbene il nome scelto sia “Torino VIP”, a rimarcare le origini del progetto, l’ambizione è chiaramente nazionale.

L’obiettivo dichiarato è espandere il network in tutta Italia, portando il format del “divertimento digitale premiante” in ogni città. Una visione che punta a creare una community nazionale e interconnessa attraverso le stesse passioni e la voglia di mettersi in gioco.

Il debutto: un evento da non perdere
Il lancio ufficiale del 19 settembre sarà accompagnato da un evento spettacolare nel centro di Torino, con installazioni digitali, performance artistiche e la partecipazione di ospiti VIP. L’obiettivo è quello di creare un momento di aggregazione che celebri l’identità della città e ne proietti l’immagine verso il futuro.

La domanda che sorge spontanea è: un’app può davvero cambiare il modo in cui viviamo il nostro tempo libero?

Torino VIP ci crede fermamente e la posta in gioco?

Un’esperienza torinese totalmente nuova.

CRISTINA TAVERNITI

“PedalanPo”, “bike lovers” e “bike lovers family” lungo le sponde del Po

Sabato 20 settembre

Moncalieri (Torino)

Bel titolo! “Pedalanpo”: come dire dai datti fare, muovi ‘ste gambe, ‘pedala un po’’ e, insieme ‘pedala un po’… dove? … lungo le facili sponde, dunque ideali anche per famiglie e i meno ‘in gambe’, del Po!

Chiarissimo che di più non si può, il titolo della seconda edizione dell’evento-scampagnata ciclistica, organizzata nella sede del “Parco delle Vallere” a Moncalieri, per il prossimo sabato 20 settembre, da “Torino Bike Experience”, in collaborazione con l’ “Ente Parco del Po piemontese”.

“ ‘PedalanPo’ parla a tutti – sottolineaAlessandro Ippolito, presidente di “Torino Bike Experience”- perché con tre percorsi disponibili da scegliere, la guida dei tecnici di ciclismo UISP, la collaborazione dell’ ‘Ente parco del Po’ e la presenza dei ‘guardiaparco’ che pedaleranno con noi, tutti i partecipanti potranno godersi la giornata. Il messaggio che vogliamo trasmettere è che abbiamo un territorio bellissimo, anche a pochi chilometri dalla città, e il grande fiume è una ricchezza da salvaguardare.

E ad Ippolito fa eco Emanuela Sarzotti, direttrice dell’“Ente Parco”: “Vivere ‘PedalanPo’ significa immergersi nella natura e nei paesaggi d’inaspettata bellezza del ‘Parco naturale del Po piemontese’ e della ‘Riserva MaB Unesco CollinaPo’. L’obiettivo del 2025 è consolidare l’evento, alla sua seconda edizione, mentre nel 2026, in occasione del rinnovo decennale del riconoscimento ‘Unesco’ e dell’allargamento verso est della ‘Riserva MaB’, sarà coinvolgere, oltre al Torinese e al Vercellese, anche il territorio dell’Alessandrino in un unico grande ‘PedalanPo’ ricco di percorsi convergenti verso il fiume, cuore e protagonista assoluto del Parco”.

Tre sono i percorsi programmati, tutti con partenza alle ore 9, presso la “Cascina delle Vallere”, in corso Trieste 98, a Moncalieri. Iscrizione obbligatoria su: https://www.pedalanpo.com

Il primo percorso è stato pensato per le famiglie.L’itinerario, facile per tutti, con la guida dei tecnici di ciclismo “Uisp” e l’accompagnamento dei “guardiaparco”, arriverà fino a San Mauropercorrendo la sponda destra del fiume. È prevista la sosta per pranzo, alle 12,30, al “Castelletto” di San Mauro”, antenna della “Riserva MAB UNESCO Collina Po”,  e il ritorno sulla sponda sinistra del Po toccando l’“Isolone Bertolla” con rientro a “Vallere” alle 16. Costo 10 euro adulti, junior dagli 8 ai 17 anni 5 euro, bambini 0-7 gratuito, sconti per famiglie. Nel costo sono inclusi gadget, colazione e guida ciclistica con assistenza meccanica.

Per gli amanti dell’unsupported (senza sostegno), ecco pronto il secondo percorso, l’“itinerario Gravel” : 120 chilometri, tutti d’un fiato, dislivello di 400 metri, valido come “Brevetto ARI (Associazione Randonneur Italia)”. L’itinerario, che si snoda sulla sponda destra – con tratti che percorrono la “Ciclovia Vento”, l’“Eurovelo8”, tratti di “Via Francigena” – arriva fino a “Cascina Ressia”, “Centro visite del Parco del Po Piemontese” a Crescentino (Vercelli): sarà punto di controllo e giro di boa e qui ci sarà la possibilità di pranzare a prezzo convenzionato (10 euro). Poi, il ritorno al “Parco delle Vallere”, percorrendo la sponda sinistra del Po, tra sterrati e tratti di strade asfaltate, passando per Chivasso eSettimo Torinese. Costo per i tesserati 15 euro, non tesserati 25.

E, infine (e qui viene il bello!) c’é anche una proposta per chi vuole stare via due giorni, con partenza sabato 20 e ritorno domenica 21, alla scoperta dei “Territori MAB UNESCO” e con la presenza dei “guardiaparco” che racconteranno aneddoti e faranno scoprire animali e piante del “Parco”. Dopo la colazione, si parte per “Cascina Ressia”, tappa pranzo alle 13,30. Alle 17 il giro di boa con la sosta alla “Grangia di Pobietto”, sede del “Parco del Po piemontese” e luogo del“FAI”, con arrivo, alle 18, al “Bosco della Partecipanza” di Trino Vercellese, nell’anno del suo 750° anniversario, con cena tipica (25 euro) e pernottamento. Domenica si riparte alle 9; alle 13sosta – ristoro a Chivasso lungo fiume  e, poi, rientro a Vallere.
Si toccheranno punti di interesse a San Mauro e a San Raffaele Cimena, si visiteranno “Cascina Ressia” e la “Grangia di Pobietto”, dove ci sarà l’opportunità di una breve visita al “Museo permanente della civiltà risicola”. Dopo la notte al “Bosco della Partecipanza” di Trino, la domenica si pedalerà sulla sponda sinistra con tappa all’“Antico Mulino – Riseria San Giovanni”, testimonianza unica, nella provincia di Vercelli, di “Riseria” azionata dalla forza motrice dell’acqua. Costo 30 euro (compreso di pernottamento e colazione di sabato e domenica).

g.m.

 

Camminata dell’Equinozio con merenda sinoira a Cantavenna

In occasione dell’equinozio d’autunno, che darà il via all’autunno astronomico con la giornata scandita da 12 ore di luce e altrettante di buio, Cammini divini di Augusto Cavallo, in collaborazione con la cantina del Rubino di Cantavenna, organizza un evento che prevede una camminata che si snoda su entrambi i versanti del caratteristico borgo Monferrato, a cavallo tra colline e pianura vercellese, per concludersi nella panoramica terrazza denominato Corte Davide Campari, annessa alla cantina per una gustosa merenda sinora accompagnata da vini di produzione locale. Il ritrovo è previsto a partire dalle ore 15 di domenica 21 settembre in piazza Cantavenna, nella terrazza per la iscrizioni. La partenza sarà alle 15.30. Il percorso prevede circa 9 km di cammino, con u  dislivello di 350 metri e una durata di 3 ore. Il ritorno è stimato verso le 18.30.

L’itinerario prevede una visita nei campi e negli orti nel versante collinare, a cui seguirà una discesa verso le ghiaie del Po, per poi risalire verso una tortuosa pietraia nel fitto della boscaglia nel versante Nord, fino a ritornare nei pressi della famosa balconata sospesa sulla pianura sottostante, e da qui un breve tratto per ritornare al punto di partenza, dove per chi vorrà sarà possibile fermarsi a mangiare in compagnia presso la terrazza della cantina del Rubino. Necessari un abbigliamento comodo, un cappellino, repellente per insetti, scorta d’acqua e calzature da trekking. La partecipazione all’evento prevede un costo di 8 euro per la camminata, mentre per la merenda sinoira, con vini della cantina del Rubino compresi, sarà di 22 euro. Per partecipare alla camminata e alla merenda sinoira è necessaria la prenotazione ai seguenti riferimenti:

Augusto Cavallo: 339 4188277 – augusto.cavallo66@gmail.com

Mara Martellotta

Oltre il grigio sabaudo: eleganza e libertà di colore a Torino

/

Quando ci si avvicina a Torino, al ritorno da un periodo altrove, si vede una città grigia. E’ stato, per decenni, il grigio-fabbrica; ora la fabbrica non c’è più, ma il grigio è rimasto.

Molte signore torinesi si adattano al grigiore: anche in virtù dell’understatement sabaudo, scelgono grigio, blu e nero, un po’ di beige, e bianco nelle stagioni più calde. All’arrivo a Torino, si tende a conformarsi a questa tendenza: gli altri colori ci sembrano fuori posto. Continuiamo così, a ignorare (pressoché) gli altri colori, o prendiamo atto che qualche altro colore ci piace e ci sta pure bene?

Io credo che uscire dalla monotonia e dall’uniformarsi sia sempre un bene.

Nero, grigio, blu, sabbia sono senza dubbio eleganti e raffinati. Essi rientrano tra i cosiddetti “Crossovers”, cioè i colori che stanno bene a tutti e si abbinano con tutti gli altri colori. Diversamente, il bianco è un colore, che esiste in tonalità diverse ciascuna delle quali è consigliata a seconda delle caratteristiche di ciascuno. Un capo o accessorio bianco non è particolarmente facile da abbinare, se non con i colori Crossovers. Dipende, poi, dal tipo di capo: una camicia bianca – capo base del guardaroba – sarà più semplice da abbinare di un blazer bianco. Certamente i commercianti hanno facilità a trattare i colori Crossovers:  come le taglie uniche e i capi base, quale la citata camicia bianca, possono essere proposti a tutti i clienti indistintamente. Proporre questo gusto come simbolo di unica, o preferibile, eleganza mi pare invece una forzatura, che non tiene conto dei possibili gusti del cliente. I colori citati lo sono sicuramente, ma escludere gli altri tout court è limitativo.

Che cosa pensiamo del cammello, colore non certo stravagante, che ha fatto la fortuna di tanti capi spalla e resta uno dei colori preferiti per il cappotto? Certo, non si può proporre a qualsiasi cliente, occorre avere nozioni di armocromia, alla base degli studi, e del successo planetario di Pantone.  Che cosa vogliamo dire del bordeaux, o del melanzana, colori di grande eleganza, specie in autunno-inverno? Anche qui, occorre sapere individuare la giusta tonalità di questo colore per il singolo cliente. Altrettanto diciamo per il verde, altro colore che può essere indossato nella stagione alle porte. Ancora, il marrone: uno dei colori fantastici per l’autunno. Potrei continuare, per affermare che non soltanto i colori Crossovers come nero, blu, grigio sono eleganti e raffinati: sono semplicemente più facili da proporre.

Possiamo osare e indossare nella “città grigia” un tocco di colore? Se risponde al nostro gusto, perché no? E’ un’ottima occasione per distinguerci dalla massa, anche di livello elevato. Certo, indossare i colori è più difficile. I colori vanno scelti con armonia, in modo adatto a noi: oltre che secondo il nostro gusto, anche secondo le nostre caratteristiche. La scelta di una tonalità piuttosto di un’altra può avere effetti favolosi o devastanti. Eventualmente, l’occhio dell’esperto saprà aiutare e guidare negli abbinamenti dei colori, altro aspetto importante e non sempre facile.

Alla domanda: a Torino l’armocromia può esistere, chi la sa applicare risponde: perché no?

Chiara Prele