LIFESTYLE- Pagina 175

Il Tubolario, dissacrante gioco di parole degli anni ’80

Sul finire degli anni Settanta, con la legge 833 del 1978, venne istituito il servizio sanitario nazionale. In seguito a quella che, a buon diritto, è ricordata come la vera e grande riforma sanitaria italiana, cominciarono a circolare una marea di piani sanitari regionali e locali infarciti di frasi ripetitive, roboanti e, come capita spesso, incomprensibili ai più.

Due professori, dotati di uno spiccato senso dell’ironia, ribellandosi a quest’alluvione di parole e di  frasi inutili, inventarono il GAPS, acronimo che stava per “Generatore Automatico Piani Sanitari”.Il professor Marco Marchi dell’Istituto di Biostatistica ed Epidemiologia dell’Università di Pisa e il prof. Piero Morosini, direttore di laboratorio dell’Istituto Superiore di Sanità, grazie alla notizia della loro “invenzione” si guadagnarono la prima pagina del Corriere della Sera.

La Tecnogiocattoli Sebino, ditta bresciana famosa per aver prodotto il famoso bambolotto “Cicciobello ( e anche i suoi  fratelli multietnici: Cicciobello Angelo nero e Cicciobello Ciao-Fiù-Lin, dai tratti somatici tipicamente orientali) li contattò all’inizio degli anni ’80 per sviluppare l’idea e dar vita al Tubolario, riadattando le frasi del Gaps, sostituendo i termini ed i riferimenti  squisitamente sanitari con la finalità di poterlo proporre in un linguaggio più “politichese”. La confezione che  venne messa in vendita (su licenza dei due inventori) consisteva in una scatola contenente tre tubi con riferimento ad altrettanti temi : il linguaggio politico-sindacale, le frasi d’amore e un gergo sportivo (in particolare riferito al mondo del calcio). Di quei “tubolari” ne furono vendute migliaia di copie. In seguito, anche per problemi legati alla corresponsione dei diritti d’autore ( che furono negati a Marchi e Morosini per l’uso collaterale del tubo quale contenitore di cioccolatini) il rapporto con la fabbrica di giocattoli di Cologne si concluse senza lo sviluppo di altre versioni del gioco, com’era nelle intenzioni originarie. Durò poco la storia, ironica e dissacrante, del “Tubolario”, gioco intelligente che prendeva di mira l’abitudine assai diffusa ad esprimersi per frasi fatte, luoghi comuni, ed altre forme più o meno omologate di discorso che caratterizzano il linguaggio specialistico di politici, giornalisti ed altri personaggi che, spesso, gicano con le parole per comunicare senza dire niente che possa comprometterli.

Un esempio? Ecco una frase del “Tubolario”: “L’indicazione della base/ persegue/ il ribaltamento della logica preesistente/in una visione organica e ricondotta a unità /evidenziando ed esplicitando /in termini di efficacia e di efficienza / l’adozione di una metodologia differenziata”. Non male, vero? Eccone un’altra: “Il nuovo soggetto sociale/ presuppone/ un organico collegamento interdisciplinare/con criteri non dirigistici/fattualizzando e concretizzando/nei tempi brevi, anzi brevissimi/un indispensabile salto di qualità”. Le frasi,organizzate sotto forma di un discorso dall’apparenza logica, di fatto non esprimono un bel niente, ma danno la sensazione di volerlo fare. Il “Tubolario”, realizzato con l’uso di una settantina di brevi periodi stampati su sette cilindri rotanti, consentiva, a chi avesse deciso di utilizzarlo, di improvvisare un numero imprecisato di frasi ad effetto, senza mai dire niente di concreto. Nonostante ormai sia un oggetto di culto, sentendo alcuni dei protagonisti dei talk show televisivi (termine di lingua inglese che significa, tanto per essere pignoli, “spettacolo di conversazione o programma di parole”), parrebbe che non sia stato relegato nel baule dei ricordi ma venga tutt’ora usato con disinvoltura.

Marco Travaglini

Che pizza! Al taglio e al padellino ecco 5 pizzerie torinesi top

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Vi riproponiamo una selezione di pizzerie torinesi pubblicata tempo fa dal nostro giornale. Che ne direste di aggiornarla indicandoci i vostri locali preferiti? 

Rotonda, a tranci, a fette, a spicchi, in piedi o a tavola, fuori o a casa, purché sia ottima: la pizza è un piatto universale. A Torino la scelta tra i locali è davvero ampia perchè la vera pizza è alimento povero e nobile, simbolo e rito, momento di aggregazione e di golosità.

Daniela Roselli

All’Enoteca Regionale del Roero si chiude la stagione del tartufo

Canale, 30 gennaio 2022. LEnoteca Regionale del Roero, punto di riferimento per la promozione delle eccellenze del territorio, annuncia la chiusura della stagione del tartufo 2021 e organizza un piccolo momento istituzionale per fare un bilancio dellannata. Un momento che vuole in qualche modo simbolicamente sostituire il raduno dei trifolao e dei cani da tartufo, evento molto sentito e da sempre organizzato dallEnoteca Regionale del Roero per celebrare la fine della stagione tartuficola, ma che questanno a causa delle restrizioni in vigore non potrà tenersi: limpegno però è di trovare un nuovo momento pubblico in futuro dove celebrare il lavoro fatto anche questanno dai tartufai piemontesi.

Unannata non iniziata nel migliore dei modi, con pochi tartufi nella regione che meglio rappresenta questeccellenza mondiale. Ma la stagione, al di là dei risultati in termini di prodotto, è proseguita con un grande risultato, il riconoscimento del Patrimonio Unesco per la Cerca e cavatura del tartufo in Italia a dicembre 2021. Un successo importantissimo, che permetterà una crescita ulteriore del Piemonte in termini turistici, e che richiede per questo una progettualità importante a supporto di quello che dora in avanti sarà un cappello di accompagnamento di rilevanza mondiale.

I temi da affrontare a chiusura di stagione sono dunque molteplici. In un momento come questo questa iniziativa è essenziale per lEnoteca Regionale del Roero, commenta il senatore Marco Perosino, Presidente dell’Eno

teca Regionale del Roero, che fino al 2020 ha organizzato, per la chiusura della stagione, il raduno dei trifulao, ora temporaneamente interrotto a causa della pandemia. Vogliamo celebrare il forte legame tra vino e Tartufo, prodotti di una terra generosa e il riconoscimento dellUnesco, ma vogliamo anche parlare della necessità di adeguarsi rapidamente ad una concezione di ambiente più consona alla salvaguardia e alla tutela. In questo appuntamento parleremo della difesa del bosco, della necessità di piantumazione obbligatoria di tutti i terreni pubblici liberi, della tenuta dei versanti franosi e dell’uso dei diserbanti: tutti argomenti che dobbiamo tenere presenti in vista del futuro di uno dei prodotti che meglio rappresentano il nostro territorio nel mondo.

Anche Mauro Carbone, direttore del Centro Nazionale Studi Tartufo, parla della necessità di costruire strategie di valorizzazione ancora più forti, in un momento in cui lattenzione internazionale nei confronti del tartufo è ai massimi livelli: Si chiude una stagione del tartufo bianco dAlba complessa, caratterizzata da scarsissime piogge e da una conseguente produzione molto limitata, spiega Carbone. Il raccolto scarso ha portato a un forte aumento dei prezzi, più che raddoppiati in alcune settimane della stagione. Molto buona la qualità: il freddo è arrivato presto e con il freddo anche la maturazione perfetta del prodotto. Deve essere una annata da capitalizzare in termini di programmazione, con una nuova strategia di gestione del territorio, mirata a una tartuficoltura moderna e smart.

Enoteca Regionale del Roero: chi siamo

Punto di riferimento storico per la promozione del prodotto enoico del territorio di Langa e Roero, l’Enoteca Regionale del Roero è un luogo che si pone l’obiettivo di raccontare le eccellenze enogastronomiche del territorio piemontese.

Radicalmente ristrutturata nel 2017, l’Enoteca Regionale del Roero è stata pensata come una realtà dinamica, capace e competitivamente forte per sviluppare ulteriormente le attività promozionali della produzione vitivinicola locale.

Lattività di promozione e valorizzazione del Roero e del territorio di cui è espressione, impregno principale dellEnoteca, avviene attraverso lorganizzazione di manifestazioni e di attività di degustazione presso la propria sede, al fine di meglio sfruttare gli spazi e di offrire anche una esperienza sensoriale, data dallottima presentazione dei principali prodotti locali.

Ad oggi lenoteca raggruppa i principali produttori vitivinicoli del Roero, tutti caratterizzati da ottima performance di crescita e da una sempre più crescente notorietà dei prodotti a livello internazionale. All’interno dell’Enoteca Regionale del Roero, dunque, i visitatori troveranno in degustazione e in vendita le principali denominazioni del territorio: Roero e Roero Arneis DOCG, Langhe Favorita, Barbera dAlba, Nebbiolo dAlba, Langhe Nebbiolo, Birbèt. Non solo vino, ma anche prodotti gastronomici d’eccellenza, prelibatezze tipiche della regione Piemonte, distillati e squisitezze artigianali, provenienti da piccoli e grandi produttori della zona di cui si punta a valorizzare il lavoro.

La Biblioteca dei Sapori: un Progetto di Sviluppo Regionale per promuovere il territorio

L’Enoteca Regionale del Roero si fa capofila di un Progetto di Sviluppo Regionale (PSR), improntato sulla promozione delle eccellenze enogastronomiche del territorio.

Nasce così la Biblioteca dei Sapori: un progetto che trasforma l’Enoteca, rendendola non solo uno spazio di vendita e degustazione, ma soprattutto di narrazione dei prodotti, delle realtà agricole che ci sono dietro, del lavoro virtuoso di chi preserva le antiche tradizioni proiettandole nel mercato del futuro.

Un progetto, dunque, che punta a promuovere in modo coordinato e integrato le molte piccole aziende del territorio che non avrebbero, da sole, la forza sufficiente per emergere. A questa necessità la Biblioteca dei Sapori del Roero risponde attraverso la costituzione di una filiera corta rappresentativa dei prodotti più tradizionali e tipici del territorio e attraverso le messa in rete di prodotti e micro produttori, migliorando il grado di cooperazione del tessuto imprenditoriale del comparto agroalimentare.

L’obiettivo è quello di costruire una promozione integrata ed efficiente dei prodotti coinvolti e, indirettamente del territorio nel suo complesso.

Proprio per dare voce a un intero territorio, l’Enoteca Regionale del Roero si fa forte all’interno di questo  operanti sul territorio di Langa e Roero: lEnoteca Regionale del Barbaresco, lEnoteca Regionale del Barolo e lEnoteca Regionale Piemontese Cavour. Realtà che, così come l’Enoteca Regionale del Roero, vanno oltre il concetto di semplice esercizio commerciale, poiché hanno in seno al loro Statuto e alla loro storia lobiettivo istituzionale di far conoscere, diffondere, valorizzare e vendere le produzioni agricole del territorio, e in particolar modo limportante patrimonio enoico.

L’Enoteca Regionale del Roero la sede

L’Enoteca Regionale del Roero ha sede a Canale, in provincia di Cuneo, in via Roma 57, nell’ex Asilo Infantile Regina Margherita, complesso edilizio dello scorso secolo accuratamente restaurato.

Varcando lingresso del cortile si è subito accolti dallo stemma della casata dei Roero che campeggia sul sontuoso cancello in ferro battuto: il motto Abon rendreincarna pienamente lo spirito di accoglienza sincera e familiare di questo luogo.

Ledificio si presenta con unoriginale forma a Ue ospita al pian terreno il punto vendita con lesposizione dei vini, lufficio turistico Roero Turismoe lOsteria dellEnoteca. Al primo piano si trova, inoltre, una grande eccellenza gastronomica della zona, il Ristorante All’Enoteca, una stella Michelin, guidato dallo chef Davide Palluda.

Informazioni pratiche

Enoteca Regionale del Roero

Via Roma 57, Canale (CN)

0173978228

www.enotecadelroero.it

Oltre la tazzina… c’è il caffè

I vistosi rincari a cui stiamo assistendo, in particolare nel settore gastronomico e della somministrazione delle bevande, sono dovuti a vari motivi, non solo legati alla pandemia.

Alla base vi è un profondo studio della materia, un’attenta lavorazione, importanti investimenti nella comunicazione e, naturalmente, passione per la materia prima: son solo alcuni degli aspetti che, parallelamente alla gestione sanitaria in corso, costituiscono i motivi per i rialzi dei prezzi e, in questo caso, della bevanda più consumata al mondo, la pausa della giornata per eccellenza, il caffè.

Ne ho parlato con Fabio Verona, coffee trainer ed autore del recente libro destinato agli operatori del bar (ma non solo) dal titolo “Professione barista: manuale pratico per l’espresso perfetto”, all’interno dell’ex “Diamante”, l’elegante costruzione in vetro di fronte alla Rinascente di Torino divenuta ormai da 2 anni sede del Costadoro Social Coffee Factory, il flagship store del brand Costadoro, marchio storico nella torrefazione del caffè.

Il libro, oltre che proporsi come un’aggiunta di qualità ai contenuti che già vengono impartiti negli istituti di formazione, vuole divulgare il concetto che la caffetteria non dev’essere solo un complemento all’attività del barista, ma parte integrante della sua attività, così da essere completi nel percorso di formazione. Ed anche qualcosa in più. Attualmente, nelle scuole, viene dato risalto ai reparti consueti quali quelli destinati alla gestione della sala o alle tecniche più moderne relative alla preparazione dei cocktail, ben poche ore sono invece riservate al settore della caffetteria. E, come ci rendiamo spesso conto, se nel bar un caffè non viene  realizzato a regola d’arte, di solito, il cliente in quel locale non ci torna più volentieri.

La composizione del testo rimanda alla struttura delle lezioni che lo stesso Fabio prepara e impartisce ai suoi allievi nei corsi tenuti presso la Costadoro Academy: una prima parte dedicata allo studio della botanica, alla conoscenza della materia prima, fondamentale per riuscire a creare la bevanda perfetta che trovi gradimento e soddisfazione, fino a conoscere gli specialty coffee. In un secondo tempo, come in ogni preparazione gastronomica, anche per il caffè è necessario utilizzare al meglio gli strumenti adeguati, e così l’attenzione si rivolge sugli attrezzi del mestiere: la macchina espresso, il grinder, le regolazioni da effettuare per un’estrazione perfetta, la montatura del latte, ecc. Inoltre, si affrontano anche i metodi di estrazione alternativa quali il chemex, la french press, ecc. Passione per il caffè a trecentosessanta gradi, dunque, unita al desiderio di comunicare nel miglior modo possibile il caffè: aspetti che sono trasmessi in maniera decisa dallo stesso Social Coffee Factory dove, ogni volta che si entra, alla pausa caffè si abbina una vera e propria pausa didattica sensoriale, inebriati dal profumo di caffè appena macinato.

Fabio, provenendo dal settore della cucina nella veste di cuoco e di pasticcere, è anche famoso come “coffee chef “, e cerca di riportare nel caffè il concetto di materia prima da trasformare e da lavorare. Il caffè, quindi, come alimento ancora non lo avevamo considerato. Tutte le declinazioni, nell’espressione e nella lavorazione dei prodotti sono possibili, e non a caso vari sono stati i cuochi che negli anni, proprio con Costadoro, hanno proposto piatti a base di caffè, facendo emergere, in maniera coraggiosa ma consapevole, sapori inaspettati e curiosi.

Così come la pratica del corretto abbinamento del vino al cibo o viceversa, anche nel caso del caffè è possibile.

Questo, come dicevamo, non è ancora percepito come alimento in quanto tale poiché le stesse tabelle nutrizionali non lo riportano dato l’irrilevante apporto calorico. In realtà lo è eccome: è un frutto tropicale dolce – acido, come il mango o la papaya, le cui sostanze vengono estratte e diluite con l’acqua calda. Ovviamente, va da sé che più il frutto è buono, meglio lo si conosce, lo si sa lavorare e trasformare, più la bevanda sarà gradevole e di qualità.

Parlare, però, di principi nutrizionali contenuti nell’espresso non è possibile: lo si può fare, però, declinando tali principi agli aspetti curativi e medici conseguenti al suo consumo. E su questo il dibattito è ampio. Ad esempio, non per tutti i soggetti la caffeina contenuta nelle classiche tre tazzine di caffè (corrispondenti a circa 150 – 300 mg in totale) può risultare “sana”: tutto dipende dal proprio stato di salute e dalle patologie in corso in grado di accogliere o meno i benefici del caffè.

Inoltre, i valori di caffeina contenuti nel caffè possono variare di molto, e dipendono anche dalle condizioni climatiche dove le piante nascono e crescono : ad esempio, una pianta di caffè che si sviluppa in altura (generalmente di specie arabica) dove le condizioni climatiche tendono al fresco,  produrrà poca caffeina con un tenore medio dell’1,3% (ricordiamo che la caffeina è un meccanismo di difesa dai parassiti e dagli insetti) e, quindi, il caffè finale risulterà un po’ più “digeribile”.  La specie “robusta”, invece, che prende vita in condizioni di stress, in territori caldi e pianeggianti, dove le piante sono spesso attaccate dalle muffe e dagli insetti, ha un contenuto di caffeina addirittura doppio. Vediamo quindi come per il vino, anche per il caffè, il microclima e la provenienza del territorio influenzano fortemente le caratteristiche della bevanda.

E a proposito dell’aumento dei prezzi della tazzina di caffè, Fabio è molto sicuro nella risposta: non è l’aumento del prezzo del caffè al kg a determinarlo, ma sono tutti i costi accessori, dalla manodopera alle utenze in generale ad aver inciso sul prodotto finale.

Spesso poi, un caffè non è cattivo perché la materia prima non è di qualità, ma è la presenza di personale non adeguatamente formato a realizzare un “buon” caffè che porta a bere espressi con sentori di bruciato o con sgradevoli acidità.

Torino porta da secoli una tradizione di torrefattori famosi e la stessa prima macchina del caffè è stata inventata proprio nella città sabauda ad opera di Angelo Moriondo, che già aveva avuto l’intuizione di come fosse comodo preparare il caffè in breve tempo e poterlo gustare appena estratto. Dovremmo forse ricordarcelo ed osservare con più attenzione il lavoro del barista che tutte le mattine ci dà la carica per iniziare la giornata: degusteremmo con più consapevolezza ed emozione la tazzina di caffè.

Chiara Vannini

Corso di Astronomia online

Osserviamo il cielo

In partenza la nona edizione del Corso di Astronomia online: Osserviamo il cielo.

Stelle, costellazioni, pianeti, nebulose e galassie: imparare a osservare il cielo attraverso 6 appuntamenti online con Marco Brusa, Fisico e divulgatore di Infini.to – Planetario di Torino. Gli incontri si svolgeranno di giovedì, dal 20 gennaio al 24 febbraio, dalle 20.00 alle 21.30.

Età minima consigliata 14 anni, adatto anche a principianti senza alcuna esperienza.

Il corso prevede sessioni pratiche a distanzasimulazioni del cielo utilizzando software freeware e multipiattaforma e costante interazione tra docente e partecipanti.

Per informazioni e iscrizioni scrivere a info@planetarioditorino.it

Al via gli appuntamenti per il 15° di Eataly Lingotto

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EATALY COMPIE 15 ANNI E CELEBRA IL MEGLIO DELL’ENOGASTRONOMIA ITALIANA

Appuntamenti a tavola, degustazioni guidate, tour del negozio e la più grande cena di sempre per festeggiare insieme

 

Buon compleanno Eataly Lingotto! Nel gennaio del 2007 Eataly iniziava la sua avventura aprendo le porte del primo punto vendita, quello nell’ex opificio Carpano al Lingotto di Torino. Un luogo inedito dedicato alla valorizzazione e al racconto del meglio delle tradizioni enogastronomiche italiane. Da 15 anni Eataly si occupa di raccontare incredibili storie i cui protagonisti sono i produttori, i luoghi, le tradizioni e i prodotti italiani: in una parola la nostra biodiversità.

Fino al 6 febbraio, a scaffale e ai banchi freschi tanti sono i prodotti e le eccellenze in offerta, eccezionalmente ad 1 € o scontati fino al 50%. Ma non solo: dal 20 al 30 gennaio i clienti di Eataly Lingotto avranno l’opportunità di conoscere ancora meglio alcuni prodotti iconici. I produttori saranno presenti in negozio e offriranno degustazioni, racconto e occasioni di didattica; mentre grandi chef, rappresentanti di tradizioni e nuove tendenze, interpreteranno le migliori materie prime in cucina.

Gli appuntamenti a tavola

Al via, quindi, un programma di appuntamenti per festeggiare insieme. Si inizia giovedì 20 gennaio con “Terra! La cena vegetale”: un menu inedito pensato dall’Executive Chef di Eataly Lingotto Patrik Lisa, che interpreta la cucina vegetariana e a km zero: i classici plin ma anche le tagliatelle di funghi cardoncelli, passando per una personalissima versione degli involtini primavera, fino ad un goloso dolce alle mele e gelato di San Pè, tutto secondo le verdure che la stagione offre (€ 60, con vini, acqua e caffè inclusi).

Si prosegue nei giorni successivi, con grandi cuochi da tutta Italia ospiti nelle cucine di Eataly Lingotto a pranzo e cena, che proporranno a Torino per un’occasione unica alcuni dei loro cavalli di battaglia. Venerdì 21 arriva Felice a Testaccio e porta con sé i sapori romani autentici, con grandi classici come cacio e pepe, amatriciana e carciofi alla giudia. Domenica 23 ecco la tradizione marinara dell’Osteria Caserma Guelfa, da San Benedetto del Tronto: insalata di mare, maccheroncini di Campofilone allo scoglio e pescatrice in potacchio sono i protagonisti del menu speciale del giorno. E poi lunedì 24 gennaio ci sarà la pizza di Giovanni Mandara di Piccola Piedigrotta, a Reggio Emilia: fatta a partire dall’impasto per il pane, soffice e condita con materie prime d’eccellenza, come il pomodoro Corbarino, la mozzarella di Vacca Rossa, la cipolla ramata di Montoro, il guanciale sardo al mirto e altri curiosi abbinamenti. Giovedì 27 è il turno di Yoji Tokuyoshi, che riporta in città la sua Bentoteca: gli ingredienti italiani incontrano la cultura giapponese, in un mix di gusto. Si passa ai sapori toscani venerdì 28, con l’osteria Mangiando Mangiando di Firenze: chianina, ribollita e fiorentina sono le parole d’ordine. Infine, sabato 29 ecco la Puglia di Lilith, Laboratorio in masseria a Vanze, in provincia di Lecce, che farà assaggiare alcuni dei grandi classici della tradizione come orecchiette, bombette e pasticciotti.

Non può mancare anche una serata nell’Enoteca di Eataly Lingotto, la più grande della città per dimensioni e varietà, con oltre 5.000 etichette e più di 35.000 bottiglie a disposizione. Sabato 22 gennaio dalle ore 19 ci sarà una grande degustazione, con alcuni tra i migliori produttori di vini di montagna: da Cavit a Le Cretes, passando per Favaro, Franz Haas, Cave du Vin Blanc, Dirupi e molti altri. In accompagnamento le tapas pensate per l’occasione dagli chef di Eataly, oppure le proposte della cucina di Giù da Guido, il nuovo locale della famiglia Alciati (evento su prenotazione – carnet da 6 calici a 30€ e da 3 calici a 18€).

Attenzione particolare verrà riservata alle famiglie e ai bambini: dal 20 al 30 gennaio tutti i bimbi fino ai 6 anni sono ospiti di Eataly a pranzo e cena e ci saranno anche menù speciali per i più grandi. E domenica 30 gennaio gran finale con la possibilità di concludere il pasto nei Ristoranti con il Tiramisù Eataly che verrà proposto in offerta libera (a partire da 2 euro). Tutto il ricavato verrà devoluto al progetto “Orti in Africa” della Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus.

“Cuciniamo l’Italia”, la più grande cena di sempre

Da segnare in agenda l’appuntamento di mercoledì 26 gennaio con la più grande cena di sempre, “Cuciniamo l’Italia”, organizzata da Fausto Fratti / Scorticata Eventi per Eataly Torino. In cucina chef provenienti da tutte le regioni d’Italia, dalla Valle d’Aosta alla Calabria, isole comprese, per compiere un viaggio di gusto tra le tipicità del territorio, ricette della tradizione ma anche rielaborazioni contemporanee. Protagonisti saranno 26 chef e i loro piatti: stelle Michelin, giovani promesse, esperti cucinieri e osti. Ognuno di loro sceglierà i prodotti per il menu direttamente la mattina stessa della cena tra le eccellenze di stagione del Mercato di Eataly Lingotto: ne nascerà un menu a sorpresa con piatti per tutti i gusti, uno spaccato delle cucine regionali d’Italia frutto dell’estemporaneità, di diverse storie ed esperienze degli chef stessi. Un’incredibile maratona di piatti, accompagnata dai migliori vini selezionati dai Cantinieri dell’Enoteca di Eataly e dalle birre Baladin, in una serata ricca di intrattenimento e musica, grazie anche alla presenza della Bandakadabra, per celebrare insieme questo 15° compleanno. Ecco l’elenco completo degli chef per ogni regione:

Valle D’Aosta

  • Sabrina Salussolia – Trattoria di Campagna, Sarre (AO)

Piemonte

  • Federico Zanasi – Condividere, Torino
  • Giuseppe Rambaldi – Cucina Rambaldi, Villar Dora (TO)

Liguria

  • Antonio Buono – Casa Buono, Trucco (IM)

Lombardia

  • Stefano Baiocco – Villa Feltrinelli, Gargnano (BS)

Veneto

  • Marco Bravetti – Tocia! Cucina e Comunità, Venezia
  • Andrea Rossetti – Antico Veturo, Trebaseleghe (PD)

Friuli Venezia Giulia

  • Stefano Basello – Al Fogolar 1905, Udine

Trentino Alto Adige

  • Simone Cantafio – La Stüa de Michil, Corvara in Badia (BZ)

Emilia Romagna

  • Daniele Bendanti – Oltre, Bologna
  • Giuseppe Gasperoni – Il Povero Diavolo, Poggio Torriana (RN)

Toscana

  • Lorenzo Barsotti – La Sosta dei Cavalieri, Pisa

Marche

  • Gabriele Eusebi – Cuoco Delle Lettere, Belmonte Piceno (FM)

Umbria

  • Giulio Gigli – Une, Capodacqua (PG)

Lazio   

  • Salvatore Tassa – Colline Ciociare, Acuto (FR)

Abruzzo

  • Mattia Spadone – La Bandiera, Civitella Casanova (PE)

Molise

  • Marco Pasquarelli – Il Tartufo, Castel del Giudice (IS)

Puglia

  • Vincenzo e Francesco Montaruli – Mezza Pagnotta, Ruvo di Puglia (BA)

Campania

  • Giuseppe Iannotti – Kresios, Telese (BN)
  • Franco Pepe – Pepe in Grani, Caiazzo (CE)

Basilicata

  • Michele Castelli e Virginia Caravita – Dimora Ulmo, Matera

Calabria

  • Luca Abbruzzino – Abbruzzino, Cava-cuculera Nobile (CZ)

Sicilia

  • Corrado Assenza – Caffè Sicilia, Noto (SR)

Sardegna

  • Dario Torabi – Old Friend Bistrot, Cagliari

Su prenotazione al prezzo di € 110, comprensivo di vini, birre, acqua e caffè.

Esperienze e corsi

Non mancheranno le attività didattiche: d’altronde una delle anime di Eataly sin dalla sua nascita è proprio la didattica, con l’obiettivo di rendere più consapevoli i consumatori e di scoprire la cultura enogastronomica in tutti i suoi aspetti. Ecco allora in programma incontri con i produttori, con degustazioni guidate ma anche corsi di approfondimento su alcune produzioni enologiche e brassicole. E poi l’Eataly Tour: un tour degustazione dedicato a chi non vuole perdere l’occasione di visitare il primo Eataly in assoluto, per vivere un’esperienza sensoriale a 360°! Un viaggio alla scoperta delle eccellenze della biodiversità italiana, con 15 golose degustazioni itineranti. Dalla Panetteria all’Enoteca, passando per i reparti freschi, il laboratorio di produzione dal vivo della pasta fresca, il Caseificio: queste e molte altre saranno le tappe dell’Eataly Tour, in programma sabato 22, martedì 25 o sabato 28 gennaio (evento su prenotazione, prezzo al pubblico € 15).

Per consultare il programma completo: www.torino.eataly.it

Tutti gli appuntamenti si svolgeranno nel rispetto delle norme anti-Covid vigenti. Eventuali modifiche del programma o cancellazioni verranno comunicate e gestite prontamente.

Il Bistrò di Off Topic presenta il progetto “DWNL”

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 In collaborazione con uno dei produttori di Elemento Indigeno

 

L’appuntamento in programma mercoledì 19 gennaio a partire dalle ore 20 si inserisce all’interno di un palinsesto di iniziative nate dalla nuova collaborazione tra Torino Wine Week e Off Topic.

Un progetto coraggioso e innovativo che ha dato vita a un risultato saporito e fuori dagli schemi. È questa “DWNL (Drink Wines Not Labels)”, l’iniziativa del produttore Alessandro Salvano distribuita in Italia da Elemento Indigeno che sarà raccontata mercoledì 19 gennaio a partire dalle ore 20 presso il Bistrò di Off Topic in Via Pallavicino 35 a Torino, all’interno di una cena con degustazione.

Attraverso vinificazioni a “grappolo intero” e una filosofia “in ascolto” del vino e poco interventista in cantina, con il suo “DWNL” Alessandro Salvano ha dato vita a vini inaspettati e di altissima godibilità, realizzati nella zona tra Montelupo Albese e Serralunga d’Alba, partendo dall’idea vincente secondo cui è possibile scoprire e apprezzare anche prodotti senza storia o un marchio riconosciuto.

Saranno tre i vini in assaggio durante la serata degustazione al Bistrò di Off Topic: un Langhe Chardonnay 2020, un Langhe Rosso 2020 e un Langhe Nebbiolo 2020.

Ad accompagnare e valorizzare ulteriormente i sentori e i profumi di questi vini innovativi e sostenibili sarà la cucina “pop” del Bistrò di Off Topic, che proporrà il Crostino con hummus di peperoni arrosto e ratatouille di verdure abbinato al Langhe Chardonnay, i Cavatelli al ragù bianco e funghi abbinati al Langhe Rosso e il Tomino boscaiolo con cipolla caramellata e pomodori confit abbinato al Langhe Nebbiolo.

DWNL è distribuito in Italia da Elemento Indigeno, il progetto di ricerca di Compagnia dei Caraibi interamente dedicato etichette di tutto il mondo. Un viaggio attraverso i continenti che interpreta ogni singola bottiglia come pura espressione di un patrimonio antropologico e culturale. Al centro, i produttori. Coloro che con la propria passione e competenza raccontano in forme e prospettive diverse un concetto comune: l’amore per il vino e per il territorio.  Un’idea perfettamente espressa dal claim del progetto, The World is Wine.

La serata “DWNL” sarà il preludio della nuova progettualità del Bistrò di Off Topic e di Torino Wine Week: la settimana diffusa dedicata al Vino di Torino vuole essere  sempre più stimolo di approfondimento nella città e ha ideato una programmazione continuativa durante tutto il 2022 che vedrà moltiplicarsi gli appuntamenti sul mondo dell’ enogastronomia, partendo proprio dalla collaborazione con Off Topic, che da sempre ha sviluppato ragionamenti e buone partiche sulle filiere corte, la sostenibilità  e la passione per i prodotti di qualità.

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Il costo della cena con degustazione “DWNL” è di 30 euro.

 

PRENOTAZIONE TAVOLI OBBLIGATORIA
Contatta il Bistrò di OFF TOPIC scrivendo su Whatsapp al numero 388.446.3855