LIFESTYLE- Pagina 167

A Carmagnola torna Ortoflora & Natura

32^ Mostra Mercato Regionale del settore florovivaistico ed orticolo che quest’anno si svolgerà nel centro della città.

 

sabato 2 e domenica 3 aprile 2022

dalle ore 9:00 alle ore 19:30 a CARMAGNOLA (TO)

Giardini del Castello e Giardini Unità d’Italia

INGRESSO GRATUITO –  www.ortofloraenatura.it

 

Dopo due anni di pausa, torna a Carmagnola una tra le mostre-mercato più importanti in Piemonte per ciò che riguarda le produzioni del settore florovivaistico ed orticolo con attrezzature ed arredi da orto e da giardino.

La grande novità di questa edizione consiste nel fatto che la manifestazione non si svolgerà più nel periferico Parco Cascina Vigna ma in centro città, nei Giardini del Castello e nei Giardini Unità d’Italia.

In un’area espositiva di circa 20.000 mq a ingresso libero, ci saranno la tradizionale degustazione del ravanin e del porro, uno spazio con i bellissimi animali dell’associazione Natural Farm, la grande mostra “Vita nei Campi” nel Salone Chiesa di San Filippo, “Ca’ Peperone Green” con laboratori, incontri e presentazioni, l’iniziativa Gusto Diffuso Carmagnolese con menù che avranno come protagonisti l’orto e le erbe aromatiche in molti locali della città, l’iniziativa AspOrtò con gustose specialità da asporto preparate, il lancio del nuovo contest “peperone Urbano”, presentazione della favola sociale della resilienza 10 E LVE, animazioni e intrattenimenti vari per grandi e piccini con giochi, musica, balli, esposizioni, pic nic urbano e mercatino degli hobbisti.

Grandi vini e bed & breakfast nel Roero, alla Costa Catterina

Al confine tra Castagnito e Castellinaldo, in località Djun nelle terre del Roero, è situata la Costa Catterina Wine & Rooms, l’azienda agricola di Antonio Coscia che insieme alla moglie Antonella e con validi collaboratori, porta avanti l’attività di famiglia producendo tutti i più caratteristici vini D.O.C. e D.O.C.G del Roero e delle Langhe, grazie all’esposizione delle vigne in diversi territori. Costa Catterina, nata nel 1897 con il bisnonno, ufficializza la propria forma giuridica quando Antonio, quarta generazione della famiglia Coscia, prende in mano le redini dell’azienda di famiglia, dedicandone alla madre l’attività.

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A torino eletta “Miss Mamma italiana”

Premiate 15 Mamme torinesi

 

Torino. Sono ripartite in tutta Italia le selezioni per “Miss Mamma Italiana 2022”, concorso nazionale di bellezza e simpatia giunto quest’anno alla sua 29° edizione, curato dalla Te.Ma Spettacoli di Paolo Teti (ideatore e Patron del Concorso) e riservato a tutte le mamme aventi un’età tra i 25 ed i 45 anni, con fascia “Gold” per le mamme dai 46 ai 55 anni e fascia “Evergreen” per le mamme con più di 56 anni.

“Miss Mamma Italiana” sostiene “Arianne” Associazione Onlus per la lotta all’Endometriosi, una malattia progressiva ed invalidante, ancora poco conosciuta, che in Italia colpisce oltre 4 milioni di donne fin dall’adolescenza e che, per questo motivo, deve essere ben conosciuta per permettere un’attivazione spontanea in caso di sintomi sospetti.

Lo scorso fine settimana, all’Allegroitalia Golden Palace di Torino, si è svolta una selezione valevole per l’elezione di “Miss Mamma Italiana 2022”. 22 le mamme partecipanti che, oltre a sfilare in passerella con abiti eleganti, hanno sostenuto una prova di abilità come cantare, ballare, illustrare ricette gastronomiche, cimentarsi in esercizi ginnici ed in prove creative ed artistiche.

La giuria ha proclamato vincitrice della selezione LAURA DAUKSYTE, 41 anni, commessa, di Torino, mamma di Angelica, Caterina e Lucia, di 14, 13 e 10 anni.

La fascia “Miss Mamma Italiana GOLD” (riservata alle mamme dai 46 ai 55 anni), è andata a STEFANIA SAPETTI, 47 anni, infermiera professionale, di Lanzo (TO), mamma di Alessio, Nicole, ed Emily, di 25, 23 e 14 anni; mentre la fascia “Miss Mamma Italiana EVERGREEN” (riservata alle mamme con più di 56 anni), è andata a PATRIZIA ZANDA, 56 anni, rappresentante, di Carignano (TO), mamma di Lorenzo di 23 anni.

 

Queste le altre mamme premiate che, insieme a Laura Dauksyte, si aggiudicano il pass di accesso per le Pre Finali Nazionali “Miss Mamma Italiana 2022”, in programma dal 5 al 10 settembre 2022 a Bellaria Igea Marina – Riviera Romagnola:

“Miss Mamma Italiana in Gambe” KATIUSCIA FAUSTINI, 37 anni, impiegata, di Gavirate (VA), mamma di Beatrice e Luisa di 10 anni;

“Miss Mamma Italiana Sportiva” MICHELA CINNANTI, 40 anni, libera professionista, di Susa (TO), mamma di Manuel e Nicole, di 16 ed 8 anni;

“Miss Mamma Italiana Eleganza” GAETANA BIUSO, 43 anni, addetta alla mensa, di Nichelino (TO), mamma di Melissa e Denise, di 19 e 17 anni;

“Miss Mamma Italiana Romantica” ZOTA ZENAIDA, 44 anni, operatrice sanitaria, di Torino, mamma di Giulia, Matteo e Victoria, di 18, 10 e 6 anni.

 

Queste invece le mamme premiate per le categorie “Gold” (dai 46 ai 55 anni) ed “Evergreen (dai 56 anni a salire):

“Miss Mamma Italiana Gold Arianne” SONIA GILI, 51 anni, assistente di Polizia Municipale, di Carignano (TO), mamma di Nadia, Andrea, Luca, Alessandro e Marco, di 23, 21, 13, 10 ed 8 anni e delle gemelle Alice e Giorgia di 4 anni;

“Miss Mamma Italiana Gold Sprint” SANDRA CAPELLO, 49 anni, imprenditrice, di Ferrere (TO), mamma di Francesca ed Alessio, di 13 e 12 anni;

“Miss Mamma Italiana Gold Dolcezza” CRISTINA BRUNO, 53 anni, parrucchiera, di Settimo Torinese (TO), mamma di Manuel ed Andrea, di 29 e 21 anni;

“Miss Mamma Italiana Gold Sorriso” ERMINIA MANDAS, 53 anni, impiegata, di Prarostino (TO), mamma di Gabriele di 14 anni;

“Miss Mamma Italiana Gold Glamour” LORETTA LICCIARDI, 50 anni, impiegata, di Orbassano (TO), mamma di Martina di 20 anni;

“Miss Mamma Italiana Evergreen Solare” LUISELLA D’ANDREA, 57 anni, gastronoma, di Beinasco (TO), mamma di Martina, di 28 anni;

“Miss Mamma Italiana Evergreen Radiosa” ENZA LASALANDRA, 58 anni, regista, di Torino, mamma di Elisa ed Alessio, di 31 e 26 anni;

“Miss Mamma Italiana Evergreen Simpatia” LISA NAVA, 61 anni, impiegata, di Torino, mamma di Alessio e Daniel, di 37 e 32 anni;

“Miss Mamma Italiana Evergreen Sprint” ROSELLA ZAMPAGLIONE, 58 anni, addetta alla sicurezza, di Rondissone (TO), mamma di Samuele e Rebecca, di 25 e 24 anni.

 

L’evento è stato presentato da Paolo Teti ideatore e Patron del concorso, Barbara Semeraro, Paola Lippi e Jennifer Barrella. Ospiti d’onore le Madrine di “Miss Mamma Italiana”, ovvero le vincitrici di fascia nazionale delle passate edizioni ed il gruppo di Majorette “le Sirenelle” della Maestra Donatella Galvani.

Le mamme interessate a partecipare al Concorso a loro dedicato (le iscrizioni sono gratuite), possono contattare la Te.Ma Spettacoli al numero 0541 344300 oppure consultare il sito www.missmammaitaliana.it

 

Nelle foto in allegato:

  • Le vincitrici delle tre categorie, da sinistra, Stefania Sapetti (fascia “Gold” dai 46 ai 55 anni), Laura Dauksyte (fascia 25 – 45 anni), Paolo Teti Patron del concorso e Patrizia Zanda (fascia “Evergreen” dai 56 anni a salire);
  • tutte le signore premiate alla selezione di Torino.

Pugaciòff, “luposki della steppaff”

Nella sua prima storia, “Il lupo della steppa” (“Cucciolo” n.10/1959), verrà presentato a Cucciolo e Beppe, che lo “adotteranno” come cane da guardia, da un buffo ometto, cosacco del Don, chiamato Ivan Ilià. In seguito assunse le fattezze di un animale antropomorfo ed eretto (come, del resto, fecero Cucciolo e Beppe), acquisendo anche il “dono” della parola, esprimendosi con un russo maccheronico esilarante (il pane era il paneff, l’acqua acquoski, macchina macchinawsky, e così via…)

Pugaciòff, il “luposki della steppaff“, è un personaggio dei fumetti ideato nel 1959 da Giorgio Rebuffi che lo inserì, come comprimario, nelle storie di Cucciolo e Beppe, pubblicate dalle Edizioni Alpe. Gianpaolo Bombara, vicepresidente dell’associazione culturale ComixCommunity, sul sito di Rebuffi (morto a 86 anni,nel 2014 ) raccontò che alla guida della grande insurrezione cosacca sul finire del Settecento, c’era un rivoluzionario cosacco del Don, Emel’jan Ivanovič Pugačëv (talvolta italianizzato in Emiliano Pugaciòf ), dal cui nome, probabilmente,  Rebuffi si era ispirato per il suo personaggio. All’inizio, e per parecchio tempo, Pugaciòff si presentò come un vero e proprio canide a quattro zampe, capace di esprimersi solo attraverso la rappresentazione dei propri pensieri. Infatti, nella sua prima storia, “Il lupo della steppa” (“Cucciolo” n.10/1959), verrà presentato a Cucciolo e Beppe, che lo “adotteranno” come cane da guardia, da un buffo ometto, cosacco del Don, chiamato Ivan Ilià.In seguito assunse le fattezze di un animale antropomorfo ed eretto (come, del resto, fecero Cucciolo e Beppe), acquisendo anche il “dono” della parola, esprimendosi con un russo maccheronico esilarante ( il pane era il paneff, l’acqua acquoski, macchina macchinawsky, e così via…). Il “luposki della steppaff” era un personaggio dal carattere deciso, irascibile, sovversivo e “divorato” da una fame atavica. Il suo bersaglio preferito (e unico scopo della vita, al punto di volerselo mangiare, crudo o cotto) era il grasso malfattore Bombarda, antagonista storico di Cucciolo, Beppe e Tiramolla.

Il povero Bombarda– con il suo degno socio Salsiccia –, terrorizzato dal luposky, prese poi le sue contromisure, piazzando nella piscina del suo giardino una guardia del corpo efficacissima, lo squalo Geraldo. Il successo del lupo fu clamoroso, in Italia e all’estero.Tra il 1959 e il 1970 furono pubblicate un centinaio di storie sull’ albo “Cucciolo” e sugli “Almanacchi e Strenne di Cucciolo”, pubblicate da Edizioni Alpe. In seguito alla chiusura della casa editrice, a metà anni ottanta, altre storie videro la luce per conto della Vittorio Pavesio Production, sul Tiramolla di A. Vallardi Editore ed altri. Luciano Tamagnini, capo redattore della rivista “Fumetto”, presentando il volume “Pugaciòff & dintorni”, scrisse così del “luposki” : “..forse è proprio perché Pugaciòff non rinuncia ad essere se’ stesso che ancora oggi è fresco e vivace. […] E allora “Attenti al lupo”, cioè attenti a non dimenticarlo perché è uno dei più bei personaggi dell’immaginario italico e perderlo sarebbe come perdere un po’ di noi stessi”. Parole sante, anzi – per dirla come il lupo della steppa –  “parolaski santeff”.

Marco Travaglini

Paperino e Topolino a scuola di fumetto a Moncenisio

Moncenisio: una scuola di scrittura, un corso di sceneggiatura per il fumetto con Roberto Gagnor

MONCENISIO – Paperino e Topolino vivranno un’avventura al Moncensio? Il Comune di Moncenisio è un paese diverso da tutti gli altri. Un paese a cavallo tra due paesi, due mondi, due civiltà. Un paese in cui, come il vento che ben conosciamo, le idee possono correre, volare via, rigenerarsi, nel silenzio e nella grandiosità della natura. Un posto dove puoi pensare. Dove cominciare o ricominciare. Un posto, insomma, dove creare. “Per me è sempre stato così – spiega lo sceneggiatore Roberto Ganor – I miei trisnonni vivevano qui. I miei nonni e i miei genitori hanno ristrutturato la loro casa, dove ho passato le estati più belle della mia vita, da bambino. Giorni passati a fare esattamente quello che faccio oggi: inventare e leggere storie, a fumetti e non. Le mie prime storie Disney sono nate a Moncenisio“. Ecco l’idea di questo corso. L’idea è di portare questo modello a Moncenisio, per un corso di sceneggiatura per il fumetto. Spiega ancora Gagnor. “Moncenisio può diventare d’estate, tra le altre cose, anche un centro di creatività. Piccolo ma comodo, estremo ma stimolante, connesso col mondo ma lontano dalle distrazioni. Dove il passato è vivo e vitale, un presente dinamico e coraggioso, ma soprattutto un futuro. E allora, se vogliamo ripartire davvero, se vogliamo raccontare qualcosa di nuovo, se vogliamo ricominciare, Moncensio è il posto giusto per l’avventura che ci aspetta“. Dice il sindaco Mauro Carena. “La possibilità che Gagnor, regista e sceneggiatore di fumetti possa offrire la sua esperienza e professionalità qui al Moncenisio è davvero stimolante. Un corso nel quale il docente proponga l‘idea di portare a Moncenisio un corso di sceneggiatura ci vede assolutamente partecipi”.

L’Antico Mulino, una meta nelle terre d’Acqua del Vercellese

Il vercellese, soprattutto nella piana, è terra d’acqua. Guardandolo dall’alto, dalle vicine colline del Monferrato, in particolare nella stagione in cui le camere delle risaie sono piene, si nota quel ‘mare a quadretti’ che lo contraddistingue e fa conoscere in tutto il mondo.

Acqua come ragione di vita e, oggi come ieri, strumento di lavoro. In questo panorama, nel territorio di Fontanetto Po spicca l’Antico Mulino – Riseria San Giovanni. Si tratta dell’unica testimonianza, nella provincia di Vercelli, di riseria azionata dalla forza motrice dell’acqua. La sua attività produttiva si è conclusa negli anni Novanta, non potendo reggere la concorrenza degli impianti industriali d’avanguardia. Ma la sua funzione oggi è quella di luogo della memoria storica del territorio, di un mondo che va via via scomparendo. E dal 2004 il complesso fa parte dell’Ecomuseo delle Terre d’Acqua.

La costruzione del Mulino San Giovanni è contemporanea a quella della roggia Camera, scavata per volere del marchese Guglielmo VIII del Monferrato (quando la potenza e l’influenza dei Paleologo toccò una delle sue massime vette. Il Mulino era anche detto ‘da Po’ per la vicinanza con il fiume. Ricostruito nel 1617, in seguito alle distruzioni subite dal territorio fontanettese, durante le guerre tra spagnoli e francesi, venne chiamato Mulino Nuovo. E analogamente a quanto accadde a molti altri mulini della pianura risicola anche il San Giovanni, col passare dei secoli, perse la sua funzione legata alla molitura dei cereali e venne adattato alla lavorazione del riso. Già nel 1699 era indicato come ‘pista’ a dimostrare che una parte della sua forza idraulica, ottenuta per mezzo di una ruota a pale, era impiegata per la lavorazione del riso.

Fino alla prima metà del secolo scorso, mulino e riseria erano proprietà della nobile famiglia torinese Tournon, dal 1956 la proprietà è passata alla famiglia Gardano, mugnai da 5 generazioni. Mulino e riseria, collegati da una passerella, ricevono la forza motrice non più dalla ruota a pale, ma dalla turbina ‘Francis’ che ancora oggi alimenta l’impianto, perfettamente funzionante anche se l’attività si è fermata. Infatti nel 1911 il vecchio mulino fu dismesso e alcune della macchine impiantate nella nuova riseria che rimase funzionante ad acqua sino al 1992. La struttura, grazie alla disponibilità del proprietario Mauro Gardano è visitabile e non è il solito ‘Museo dell’arte contadina’ di pianura ma offre la possibilità di riscoprire le diverse fasi della lavorazione del riso che avvengono attraverso macchine azionate dalla sola forza dell’acqua. Accanto a queste vi è l’esposizione permanente dell’artista torinese di origine monferrina, Anna Rota Milani, tra le cui realizzazioni ne spicca una proprio con il mare a quadretti.


L’Antico Mulino per le sue caratteristiche è stato visitato più volte da troupe di programmi televisivi sui canali nazionali quali Sereno Variabile, Linea Verde, Bell’Italia e Geo &Geo. Recentemente sono state girate diverse scene de ‘La Sposa’ la miniserie televisiva trasmessa ogni domenica in prima serata
su Rai Uno, dal 16 al 30 gennaio, diretta da Giacomo Campiotti con protagonisti Serena Rossi e Giorgio Marchesi, ambientata nei primi Anni Sessanta.  Le riprese, iniziate nel maggio 2021 a Roma, erano proseguite in Puglia, poi in Piemonte, in particolare ad Alessandria, Crescentino, Carignano e, appunto a Fontanetto Po.

L’Antico Mulino- Riseria San Giovanni, via Po 9 a Fontanetto Po è visitabile su prenotazione, telefono 0161/840120, cell. 338/8721631.

Massimo Iaretti

Pasticcio di mais con pesce veloce del Grana, che delizia!

01 Aprile 2022 – Venerdì di Quaresima – Giorno  del Pesce

APPUNTAMENTO IN VALLE GRANA PER ASSAPORARE UN PIATTO UNICO : IL PASTICCIO DI MAIS CON PESCE VELOCE DEL GRANA
ovvero l’inedita “ Polenta Bastarda con Trota del Grana”

Correva , un tempo, il vezzo di alcuni ristoratori di nobilitare dei piatti nei loro menù con descrizioni altisonanti  di effetto.
La più nota di queste , anche perché resa famosa dal conosciutissimo cantautore Paolo Conte , citava così:  <Pesce  veloce del Baltico dice il menù . Che contorno ha?  -Torta di Mais  – e poi servono polenta e baccalà >.
Ironicamente questa frase divenne popolare, particolarmente nei nostri luoghi,  quando si commentava, specialmente il venerdì di quaresima , la quasi onnipresente polenta e merluzzo presente in tavola.
Di bocca in bocca a torta divenne pasticcio di mais e il pesce veloce del baltico rimase il pesce veloce del baltico.
L’associazione ristoratori della Valle Grana , in collaborazione con il consorzio del Bodi ed il progetto di sviluppo e promozione della tipica Polenta Bastarda, con il patrocinio dell’Unione Montana Valle Grana promuove , per il 01 aprile 2022, venerdì di quaresima , giorno dedicato al pesce il “ PASTICCIO DI MAIS CON PESCE VELOCE DEL GRANA”  ovvero Polenta  e Trota della Valle Grana. Una ghiotta preparazione , unica nel suo genere, a ricordo di quella celeberrima frase ma indirizzata alle produzioni tipiche del territorio.
Nel menù saranno presenti preparazioni con patate coltivate dai produttori del locale  Consorzio del Bodi.

Aderiscono all’iniziativa gastronomica i seguenti locali ( a cui chiedere utili info sui menù proposti):
Ristorante La Pace di Pradleves – tel.0171986126
Ristorante Aquila Nera – Monterosso Grana – tel. 017198752
La Meiro Castelmagno – tel.3662271614
Trattoria della Società Valgrana – tel.3479050585
Agripiola Lou Porti – tel.3290097484
Ristorante Leon d’Oro – Pradleves – tel. 0171986506

Follia in fiore, primavera alla Certosa di Collegno

TRA ROSE, PIANTE, BONSAI, AGRUMI E CULTURA DEL VERDE

 

26 e 27 MARZO Ore 9:30 -18.30
Chiostro della Certosa Reale di Collegno (To)

A dare il via alla primavera è la XIII edizione di Follia in Fiore, la mostra mercato diventata uno degli appuntamenti florovivaistici imperdibili del panorama nazionale che torna, dopo due anni di stop, con una festa di primavera nel week-end di sabato 26 e domenica 27 marzo.

Promossa dalla Città di Collegno, in collaborazione con la Società Orticola del Piemonte, la manifestazione è rivolta a tutto pubblico di appassionati, famiglie, curiosi e amanti dei fiori, delle piante e della natura. Una vera immersione nel profumo e nei colori della primavera all’interno del giardino dei padri certosini che per primi coltivarono le erbe officinali nello splendido scenario seicentesco del Chiostro della Certosa Reale di Collegno, poi trasformato nel corso dell’Ottocento in una delle più̀ grandi strutture psichiatriche d’Italia.

 

Il risveglio della natura dei fiori appena sbocciati e le piante in germoglio avvicinano sempre più il giardino del Chiostro a una tavolozza di colore. La primavera rappresenta una ‘liberazione’ dalla stagione invernale passata, per aprirsi al mondo.

Quest’anno l’affascinante palcoscenico della Certosa Reale torna vivo grazie ai vivaisti provenienti da tutta la Penisola: agrumi, piante aromatiche, piante insolite e curiose, cactus e bonsai, piante da frutto di varietà antiche e piccoli frutti particolari, ma anche arbusti e piante ornamentali ed orticole, cactus, oltre a piante succulente, mangerecce e curative e piante acquatiche e da orto.

 

Attorno al cuore della mostra florovivaistica, ruota un ricco programma culturale a cura del Comune di Collegno, che rende oggi la manifestazione un punto di riferimento oltrechè per le innovazioni e le novità in campo vivaistico, anche come momento di divulgazione e di infomazione dedicato alla cultura del verde, per un pubblico di ogni età.

 

Due giornate di fiori e di primavera, impreziosite quindi da lezioni, approfondimenti, laboratori ed esibizioni, a partire dal coro di voci della Cooperativa Chronos e l’incontro con gli Sbandieratori dell’Associazione Cigno Nero Collegno. Nel corso della manifestazione, sarà inoltre possibile assistere alla Mostra di Bonsai e dimostrazioni di tecnica Bonsai a cura dell’Associazione Bonsai Club, ospite dell’Aula Formazione. Piccoli gioielli in mostra, ma anche la possibilità di conoscere approfonditamente le regole per un corretto allestimento alla presenza di esperti del settore che insegneranno come curare, innaffiare e potare al meglio i nostri bonsai “casalinghi”.

 

Un momento di richiamo per tutti coloro che amano e sono legati al mondo delle piante, dell’ambiente e della natura, non solo immersi tra fiori e vivai, ma anche fra artigiani, agricoltori, e apicultori. Due giorni per andare alla scoperta del mondo della natura fra attrezzi da giardino, articoli ornamentali, ceramisti. Come ogni anno non mancheranno infatti tutte le novità in materia di cura del giardino e del terrazzo per imparare a vivere e godere e vivere al meglio gli spazi verdi del proprio giardino di casa, con la bellezza delle creazioni dei più interessanti ceramisti italiani in mostra.

 

Spazio anche ai laboratori, con l’appuntamento “Erbe e profumi alla Certosa” a cura dell’Azienda agricola F.lli Gramaglia, fra i vivai più importanti d’Italia, e l’Associazione San Lorenzo Gruppo Storico Contea di Collegno. Giunti quindi alla quarta generazione di vivaisti, Marco e Paolo Gramaglia ci guideranno per mano per orientarci all’interno della grandissima varietà e collezione di piante aromatiche, medicinali, velenose e tintorieora provenienti dal loro vivaio, dove vengono coltivate oltre 2500 tra specie e varietà diverse.

Momenti creativi e artistici saranno garantiti anche dall’esposizione di vasi officinali del Concorso Nazionale Lucio De Maria a cura dell’Associazione Gli Argonauti, in uno dei locali più antichi della Certosa Reale, utilizzato dai padri certosini proprio come farmacia, e dove era conservata una collezione in maiolica.

I Ciceroni collegnesi guideranno inoltre i più curiosi alla scoperta dei siti storici della Certosa Reale.

 

Novità di quest’anno sarà inoltre l’area food per garantire al pubblico di passare un’intera giornata all’aria aperta in compagnia dell’intera famiglia, nello spazio allestito all’interno del Cortile dei Vini di Piazza S.S Annunziata. Insieme alle eccellenze del Piemonte, si potranno assaporare le birre artigianali del birrificio RAM – Radice a Moncalieri e, per i più piccoli, anche i coloratissimi burger vegani Van Veg Burger.

 

L’Ingresso di € 2,00 prevede l’entrata libera per i minori di 16 anni e accompagnatori di disabili. L’accesso è consentito con green pass, secondo le normative che saranno vigenti al momento della manifestazione.

 

Il Sindaco Francesco Casciano dichiara: «Dopo due sofferti anni di stop da pandemia, Follia in Fiore torna finalmente a colorare la Certosa di Collegno con un tesoro straordinario di storie da scoprire, tra profumi e aria di primavera».

 

Sua maestà il prosciutto Crudo di Cuneo Dop

Il prosciutto Crudo di Cuneo Dop sarà autentico mattatore tra le “mura di casa” in occasione della XX edizione di Fruttinfiore, in programma a Lagnasco dal 25 al 27 marzo. Lo spazio “Fruttinpiazza”, allestito in Piazza Umberto 1°, sarà il cuore pulsante della manifestazione e ospiterà, nell’area ribattezzata “Melagorà”, anche il grande stand del Consorzio di tutela e promozione del Crudo di Cuneo. In occasione degli show-cooking di sabato 26 e domenica 27 marzo il Crudo di Cuneo darà bella mostra di sé all’interno del percorso gastronomico che accompagnerà migliaia di visitatori tra piatti della tradizione e gustose novità d’eccellenza piemontese. Gli ospiti, anche provenienti da fuori regione, potranno degustare il prosciutto Crudo di Cuneo Dop servito quale simpatico spuntino, ma quest’anno avranno anche la possibilità di provarlo farcito sulla classica pinsa romana, prodotta per l’occasione dalla panetteria-pasticceria Gullino Marco di Lagnasco. Una vera novità che non mancherà di deliziare i palati più fini. Per ogni altra informazione visitare il sito www.fruttinfiore.it

Come mangiavano i monaci? “La Badessa” si racconta

IL RISTORANTE STORICO DI TORINO SI SCOPRE NEL SUO RACCONTO GASTRONOMICO E ARTISTICO

Si dice che Torino sia magica: in effetti è così. Ripercorrendo  le vie della città e attraversando le sue piazze, ci si imbatte sempre in scoperte ” monumentali”. Piazza Carlo Emanuele II, che i torinesi identificano meglio come “Piazza Carlina” , è sede – ad esempio – di Palazzo Boardi di Carpeneto, sconosciuto ai più ma denso di valore storico: costruito alla fine del ‘700 su progetto di Amedeo di Castellamonte, è una costruzione in stile barocco che presenta, sulla facciata, finestre a tutta altezza al piano nobile con timpani curvi e conchiglie decorative.

Proprio  sul lato opposto del famoso Nh hotel ” Carlina” , sorge un ristorante che pare quasi stonare con la serie dei locali presenti in piazza, rivolti principalmente ad una clientela giovane : la ” Badessa” , situato proprio all’interno di Palazzo Boardi e che, soprattutto per questo motivo, è considerato un testimone d’eccellenza per il racconto della storia di Torino.

Nel locale si respira fin da subito un’atmosfera quasi irreale, catapultati nella storia  dei monaci attraverso i dipinti selezionati dalla titolare – la signora Rossella, già titolare di altrettanti locali che hanno caratterizzato le uscite a tavole dei molti torinesi negli anni 90 – grande appassionata e insegnante di  cucina prettamente monastica, ha ispirato il ristorante ad una nobile badessa ( personaggio realmente esistito nel secolo scorso col nome di Maria Caterina Operti di Cervasca) divenuta famosa nell’  ‘ 800 per la sua bravura in cucina.

Durante la chiacchierata , Rossella – ristoratrice ancora molto entusiasta del suo lavoro nonostante le difficoltà dovute al particolare momento storico ed economico – dichiara la sua grande passione per i monasteri e per la vita al loro interno, incuriosita dalle ricette dei monaci così tanto secretate. Scopriamo così che si alimentavano soprattutto delle carni ottenute dall’allevamento degli animali da cortile ( polli, tacchini, oche) , tanti legumi e verdure: diete che,  se non fosse per la presenza  carnivora, potevano già essere raccontate come  “sostenibili ” .
La stessa scelta degli ingredienti per realizzare una cucina semplice, della tradizione gastronomica di varie parti d’Italia, quasi dimenticata e che fa fede direttamente agli antichi ricettari dei monaci ottocenteschi, dimostra come anche una cucina ” antica” può essere inaspettatamente moderna. Il vitello tonnato alla monferrina, gli agnolotti di cappone di Morozzo cotti nel brodo di manzo , mantecati nel parmigiano , le tagliatelle impastate al barolo con ragù bianco di salsiccia del Roero e il baccalà alla cappuccina, sono solo alcuni degli esempi per i quali , conoscere le antiche ricette racchiuse nei monasteri e nelle cucine dei conventi che hanno segnato la storia e cultura di molte parti d’Italia, alla mera  ” food experience” si aggiunge una “story  and food experience” .  Inoltre, come la stessa titolare dichiara, la volontà di unire al cibo una narrazione artistica, lo si capisce sin da subito dalla presenza spettacolare – come dicevo – di alcuni dipinti che ritraggono non solo la badessa, ma anche altri personaggi importanti  dell’epoca.  L’arredamento è antico, ma non vecchio, suggellato dalla presenza di suppellettili e mobili  originali dell’epoca monachese ed esaltato – nella parte centrale della luminosa sala principale –  da un sontuoso tavolo in marmo bianco di fine 700 : la sala al piano sotterraneo, invece, appare quasi come una vecchia cantina, un museo artistico che accompagna la sosta, con tavoli di legno antichi , curati  e dalle dimensioni adeguate per permettere un po’ più di intimità.
La storia di cui si fa portatore ” La Badessa” è apprezzata anche dalla clientela che segue da sempre la titolare, a partire dai locali che aveva in gestione precedentemente.  Pranzi di lavoro, cene di Natale , pranzi della Domenica: tutte occasioni perfette per un tuffo nella storia di Torino ma dell’Italia in genere, accompagnate da pietanze di ottima qualità e che non stravolgono il gusto. E alla conclusione di  ogni pasto che si rispetti, non ci si può dimenticare di un buon liquore: della Badessa ovviamente… La ricetta? segreta…
Chiara Vannini
Ristorante “La Badessa”
Piazza Carlo Emanuele II , 17H
Tel. 011 835940
Aperto tutti i giorni, pranzo e cena.