LIFESTYLE- Pagina 12

Giù dal nostro palcoscenico

 

Non scendere dal nostro palcoscenico significa rischiare un notevole livello di sofferenza personale. Significa dipendere in misura esagerata da ciò che gli altri pensano di noi, o, come già sottolineato, da ciò che noi crediamo che gli altri pensino di noi…

Significa essere continuamente condizionati dai giudizi altrui. Non dovremmo mai dimenticarci di una verità elementare: tranne in qualche particolare caso, le persone fanno a malapena caso a noi, a ciò che siamo e facciamo.

Ognuno in fondo è perso dentro i fatti propri, e spesso ai propri guai. E se qualcuno si rapporta a noi con modalità che non ci piacciono, quasi mai questo fatto dipende da noi, a meno che non abbiamo fatto noi in modo più o meno determinato qualcosa per provocare la sua reazione.

L’unico modo per stare in modo equilibrato sul nostro palcoscenico consiste nell’avere un giudizio positivo di noi stessi, il che implica anche accettare i nostri limiti, i nostri difetti, e sapere che possiamo sbagliare. E accettare i nostri errori.

Significa imparare ad ironizzare ogni tanto su noi stessi. E non avere bisogno di piacere a tutti. Non sarà mai così, ci sarà sempre qualcuno a cui non piacciamo, a cui non stiamo simpatici. E nella maggior parte dei casi questo si rivelerà indipendente da noi.

Se avremo il coraggio di pensarci in modo sereno ed equilibrato, capiremo che è una sua dinamica, il frutto dei suoi bisogni o dei suoi equilibri e una conseguenza della sua situazione personale. Sicché, scendiamo dal centro della scena, e sorridiamo, di noi e degli altri!…

(Fine seconda e ultima parte)

Roberto Tentoni
Coach AICP e Counsellor formatore e supervisore CNCP.
www.tentoni.it
Facebook Consapevolezza e Valore

Autore della rubrica de Il Torinese
“STARE BENE CON NOI STESSI”

La pasta è saporita con fave, pecorino e salsiccia

Un’idea per un primo piatto insolito e gustoso?

Linguine fave e salsiccia.

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Ingredienti per 4 persone:

320gr. di linguine o trenette

400gr. di fave fresche o surgelate

300gr. di salsiccia o salamella

Cipolla, sale,pepe, olio

1 ciuffetto di menta.

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Sbollentare le fave (conservare un mestolino di acqua di cottura), privarle della pellicina, lasciar raffreddare e frullarne meta’ con l’acqua di cottura, il ciuffo di menta, sale, pepe. Nel frattempo soffriggere un pezzetto di cipolla con un cucchiaio di olio, aggiungere la salsiccia ridotta a pezzettini, lasciar rosolare, unire il pure’ di fave e le fave intere rimaste. Cuocere la pasta al dente e spadellarla nel sugo. Servire con pecorino grattugiato fresco.

 

Paperita Patty

(Foto: il Torinese)

Fresca e leggera: insalata di pollo allo yogurt

Una ricetta light perfetta. Pollo grigliato arricchito da ingredienti freschi e leggeri, un piatto sfizioso che si prepara in anticipo in breve tempo e con poche calorie, adatto sia a pranzo che a cena.

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Ingredienti

1 petto di pollo/tacchino a fette

2 cucchiai di yogurt greco

1 cucchiaio di maionese

1 cuore di sedano

100gr. di Emmenthal

30gr. di gherigli di noce

1 limone

Erba cipollina, sale, pepe, olio evo

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Grigliare le fette di pollo senza condimento, lasciar raffreddare. Lavare e tagliare l’erba cipollina e il sedano. Ridurre a cubetti il formaggio. In una ciotola mescolare lo yogurt con la maionese, il sale, il pepe, l’erba cipollina, l’olio e poco succo di limone. Tagliare a tocchetti il petto di pollo, metterlo in una insalatiera, aggiungere le noci, il sedano, il formaggio e condire con la salsa allo yogurt. Mescolare bene ed eventualmente aggiustare di sale. Guarnire con fette di limone e servire accompagnato da una fresca insalatina verde.

Paperita Patty

La felicità si può imparare

Spopolano i corsi di psicologia positiva, qualsiasi cosa pur di essere felici.

Già da qualche tempo, soprattutto durante e dopo il periodo pandemico, si sono moltiplicati i corsi di psicologia positiva, una didattica che insegna la felicità o perlomeno propone una strada in discesa per raggiungerla utilizzando regole, suggerimenti precisi e anche la pratica. Non solo, quindi, teoria o ipotesi sul come spingersi versolo stato di grazia tanto ambito, ma una scienza vera e propria che si avvale di lezioni e compiti a casa. I numeri sono da capogiro. Un esempio? La psicologa Laurie Santos, insegnante a Yale ha 3,8 milioni di iscritti in tutto il mondo e il suo è corso più seguito in più di 300 anni di storia dell’Università; inoltre è stato creato un podcast –  “Happiness Lab”- che conta più di 65 milioni di download. Il corso “Leadership and Happiness” dell’Università di Harvard, invece, esaurisce regolarmente i 180 posti a disposizione, per coloro che non riescono a partecipare in presenza le lezioni sono garantite online.

Sembra quindi che, anche se non si è nati con il dono della letizia, sia possibile impararla, sia concepibile acquisire nozioni su come conquistarla, su come essere felici.

Ma cosa è la psicologia positiva? Di cosa si occupa?

Il benessere personale e la qualità della vita sono l’obiettivo, il centro e l’oggetto di studio della “psicologia positiva”. Secondo Martin E. P. Seligman, lo psicologo statunitense a cui è riconosciuta la paternità di questa scienza, la psicologia deve dedicarsi anche agli aspetti positivi dell’esistenza umana: emozioni gradevoli, potenzialità, virtù e capacità dell’individuo. La qualità della vita è un tema  sempre più all’attenzione della medicina, della sociologia e della psicologia in generale e gli aspetti ed avvenimenti positivi presenti nella nostra esistenza costituiscono una protezione per la salute fisica e mentale.

Sono diversi gli argomenti trattati durante questi corsi che mirano,innanzitutto, ad una inversione di tendenza, ad un deciso e consapevole cambiamento di alcune nostre abitudini e attitudini. In cima alla lista c’è la questione temporale, la nostra inclinazione a pensare troppo al futuro e fare riferimento al passato, principale produttore di sensi di colpa e rimpianti. Per perseguire la felicità e la serenità è necessario stare nel presente, collocarsi nel qui e ora, non spostare ne’ avanti ne’ indietro il nostro pensiero. Troppo spesso siamo tormentati da ciò abbiamo sbagliato, da cosa non è andato bene, dai nostri presunti fallimenti; la mente si concentra sui trascorsi, presumibilmente negativi, creando frustrazione e di certo non producendo, in tale modo, uno stato positivo. Allo stesso modo speculare sul futuro avvantaggiandosi eccessivamente sulle cose che dovremmo fare o che succederanno non ci permette di vivere pienamente la nostra vita attuale.

Un altro elemento importante  su cui si concentrano le lezioni di felicità è la gratitudine, è importante essere riconoscenti per quello che si ha, fare una lista delle cose belle della nostra vita, sentirsi fortunati contrastando un’altra inclinazione molto frequente che è quella di lamentarsi, di pensare che si potrebbe avere di più magari utilizzando uno strumento, perlopiù frustrante, come quello della comparazione. Inseguire mete impossibili, avere modelli irraggiungibili, spesso poco reali, non fa bene. E’ costruttivo cercare di migliorare la nostra vita, tuttavia, essere grati per ciò che si ha è il primo passo verso la felicità.

I pensieri negativi, invece, vanno non scacciati ma limitati. Concedere spazio alle considerazioni ostili va bene, accettarle è necessario perché reprimerle avrebbe un effetto  dannoso. Il suggerimento è quello di dedicargli un tempo fisso, anche giornaliero, per esempio 10 minuti al giorno, poi basta!

Infine ci sono gli altri, gli amici, la famiglia, le persone intorno a noi. Saper stare soli è determinante, e spesso necessario, ma la felicità va cercata anche nell’ insieme, in compagnia, socializzando, condividendo, ridendo insieme, giocando. La solitudine prolungata, l’isolamento e la non connessione con gli altri provoca tristezza e infelicità mentre l’amicizia, la vicinanza, gli altri possono procurare quella gioia che ci permette di affrontare le cose della vita con la sicurezza del supporto e, spesso, del mutuo soccorso . La cosa importante è ridurre le aspettative, non pretendere gesti o dimostrazioni, ma vivere le persone, stare semplicemente insieme a loro.

Sapere di poter essere felici, di poter migliorare il nostro stato d’animo dando spazio alla serenità è molto incoraggiante e innovativo. Scardinare quelle credenze secondo le quali si nasce con delle attitudini, con un carattere e una personalità seguendo la sola teoria dell’ineluttabilità, del non riparabile è possibile e anche doveroso, come lo è darsi la possibilità di stare bene, di superare quelle abitudini e attitudini mentali che ci fanno vivere uno stato di negatività e malcontento.

Maria La Barbera 

Sua Maestà il Bollito, re di Montaldo Torinese

Dal 25 al 27 ottobre 2024 il Comune di Montaldo Torinese propone l’evento “Festa
del Bollito”, un momento di festa e animazione per conoscere le bellezze naturali di
questo piccolo territorio adagiato sulla collina chierese.
Il Comune di Montaldo Torinese ha voluto trasformare la Sagra in Festa per adattarsi
ai tempi che cambiano, come anche suggerito dall’Unione Europea nelle sue linee
guida. Trasformare da sagra in Festa vuol dire fare cultura, creare momenti di
aggregazione, incontrarsi. Sarà un momento di comunità che supera il concetto del
semplice cibo. Lo stare insieme una giornata ponendosi la questione del cambiamento
della società. Per essere protagonisti ora per il domani.
S’inizierà venerdì 25 ottobre alle 21 con la commedia in piemontese “Se perd la
passiensa … camp la cota ‘n sij busson!” presentata dall’Associazione Teatrale
Carmagnolese J’Amis del Teatro; lo spettacolo sarà presso il Circolo Polisportivo
Montaldese in Via Marentino 3 con ingresso libero.
Sabato 26 ottobre alle 15,30 l’Associazione XBacco propone la Caccia al Tesoro, con
una camminata alla scoperta dei sentieri della collina montaldese.
Domenica 27 ottobre alle 9 il Tour guidato di circa 2 ore alla scoperta della storia di
Montaldo; partenza dal Circolo Polisportivo Montaldese. Alle 11 l’inaugurazione alla
presenza delle Autorità.
La cena di sabato 26 e il pranzo di domenica 27 ottobre saranno dedicate al Gran
Bollito Piemontese, piatto tipico montaldese; un momento di convivialità e di
aggregazione. Le prenotazioni sono possibili al n. 345 4973061.

Cercasi maschio Doc

L’avvento di internet ha portato ad un aumento degli annunci di incontri, un tempo presenti solo su carta, con uscita settimanale o mensile, ed ora aggiornati più volte al giorno, con un’offerta indescrivibile anche su tematiche particolari.

Ecco quindi che, in un attimo, siamo in grado di incontrare virtualmente migliaia di persone, selezionandole per genere, età, località ed anche gusti sessuali: qualcuno cerca una relazione seria, qualcuno un incontro mordi e fuggi, qualcuno cerca chi inserire nel proprio ménage e così via.

Al di là dell’aspetto morale, perché ciò che non è espressamente vietato è consentito, questa possibilità di incontrare (o, quantomeno, contattare) con estrema facilità dei perfetti sconosciuti nasconde alcuni pericoli anche seri.

Il primo è insito nell’anonimato di chi incontriamo: siamo sicuri che la foto rappresenti realmente le fattezze reali? Il nome, l’età e la professione sono reali? Se quando vado all’incontro mi trovo un gruppo di persone che vogliono rapinarmi o, peggio, violentarmi?

Non da meno è il rischio di incontrare realmente chi ci aspettiamo che offrendoci da bere in un locale o, se siamo così sprovveduti da andarci, a casa sua ci narcotizza con la “droga dello stupro” (benzodiazepine) per cui potrà approfittarsi di noi e, al risveglio, non ricorderemo nulla.

Ma un pericolo meno traumatico fisicamente ma che può avere ripercussioni fastidiose è il rischio che qualcuno usi il nostro contatto per commettere reati o illeciti.

Mi spiego meglio: alcuni annunci, come pure alcuni profili sui social, mostrano ragazze o donne mature in atteggiamento inequivocabile, sessualmente esplicito o che, comunque, promettono il paradiso in Terra. Cosa ci costa contattarle, chiederel’amicizia o inviare il primo messaggio? Probabilmente in risposta ci verrà inviato un link dove poter vedere le loro foto, o dove potremo vedere meglio qualcosa di loro e così via.

Ecco che cliccando su quel link abbiamo intrapreso la strada dell’inferno, non in senso morale perché ognuno è libero di gestire la propria vita secondo propri codici, ma in senso pratico, fatto di seccature, rogne, rischi.

Se il link sul quale clicchiamo contiene un trojan o un malware, avremo fornito a chi ci ha inviato il link un passaporto per entrare nel nostro PC (o nello smartphone) a curiosare sui nostri conti correnti, sulle nostre password o, non da meno, rubare la nostra identità.

A me è successo qualche settimana fa: qualcuno ha copiato il mio profilo su un social (senza però mettere la foto) chiedendo amicizia a chi era già mio amico; ovviamente i miei amici, sapendo di avere già amicizia con me, prima di accettare la richiesta mi hanno contatto perché pareva strano che io chiedessi nuovamente l’amicizia.

Peggio ancora se contattiamo una ragazza iscritta ad alcuni siti di incontri (il database che io e collaboratori usiamo contiene profili che cambiano nome e identità pur mantenendo la stessa immagine): perfette sconosciute che chiedono il contatto telegram o whatsapp per poi mandarci foto “particolari”. Peccato che spesso quelle foto contengano al loro interno file eseguibili (una specie di steganografia) o realizzati appositamente per spiare nel nostro PC.

Con questo non voglio dire che la tecnologia o la modernità siano totalmente pericolosi, da evitare; voglio solo mettere in guardia dai pericoli che, oggi più che un tempo, risiedono nei social, nei siti di incontri o negli annunci su siti per adulti.

Anni fa i rischi erano ridotti: al massimo, se ti appartavi con uno conosciuto al ballo in piazza, potevi rimediare una violenza ma decine se non centinaia di persone avevano il loro viso, la targa o altro stampati in mente; ora, specie se chi ha intenzione di delinquere è esperto, è possibile che abbia agito in modo da non lasciare tracce in rete o che, complice l’alta velocità, giunga da Milano a Torino pur avendo dichiarato di abitare in Val di Susa, rendendo molto più difficile l’identificazione e la cattura.

Cosa fare, dunque? Aprire gli occhi, consapevoli che se una donna ci contatta dichiarandosi innamorata di noi senza neppure aver visto la nostra foto vuol dire che c’è qualcosa di poco chiaro sotto; se ci arrivano mail di una tizia di nome XYZ che chiede come stiamo dopo anni che non ha nostre notizie, ma nonostante l’ottima memoria non riusciamo a ricordarla, è il caso di cancellare la mail senza indugio.

Allo stesso modo, se chiedono nostre foto al primo contatto, magari sostenendo di essere nostre concittadine e chiedendoci l’indirizzo saremmo davvero stolti a fornirglielo.

Insomma, essendo abbastanza cresciuti da non credere più nelle favole, cerchiamo di non farci più incantare dal canto delle sirene digitali; fanno leva sul nostro bisogno di affetto o di compagnia, sfruttando la nostra debolezza. Provate a dire loro che siete disoccupati e con molti debiti da ripianare: scommettiamo quanto durerà la vostra amicizia?

Sergio Motta

Roma e Torino: ristoranti tra somiglianze e influenze

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SCOPRI – TO  Alla scoperta di Torino

 

Torino, in passato Augusta Taurinorum, nacque come colonia romana nel secolo 9 a.C proprio per questo l’urbanistica e l’architettura, ancora oggi,  rispecchiano in molti casi quella romana.
La Porta Palatina tra le meglio conservate al mondo è un chiaro esempio di questa influenza, il suo quartiere, il Quadrilatero romano assomiglia almeno in parte agli scorci che si trovano a Roma nel quartiere di Trastevere.
Il Quadrilatero nella sua piazza principale ospita numerosissimi ristoranti e locali notturni amatissimi dai giovani torinesi e dai turisti, vicoli e viuzze decussano fra loro tra i palazzi antichi e sprazzi di verde ricordando i profumi romani.
Poco distante, in via XX Settembre vi sono i resti dell’Area Archeologica del Teatro Romano in uso per oltre due secoli e riscoperto poi nel 1899 durante i lavori per il Palazzo Reale.
Un’altra zona di Torino che ricorda Roma ma solo per il nome è il Campidoglio su un piccolo rilievo collinare che si dice si chiami così proprio per il Campidoglio romano.


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RISTORANTI ROMANI NELLA CITTA’ SABAUDA

A Torino vi sono numerosi ristoranti romani, tra cui Du Cesari, con il suo Chef Danilo Pelliccia, classe 1974, nato a Roma ed appassionato dalla cucina fin da piccolo grazie alla nonna che preparava ogni giorno per lui prelibati piatti tipici romani. Lo Chef si trasferisce poi a Torino nel 2004 per amore e nel 2013 apre il suo ristorante romano in Corso Regina portando sulle tavole sabaude tutta la tradizione romana con ingredienti di primissima qualità ed in qualche caso un tocco rubato alla cucina piemontese. Tra i piatti più rinomati la Tartufonara, una Carbonara rivisitata con tartufo nero, parmigiano stagionato, tartare di fassone, puntarelle e guanciale fritto. Propone anche l’Amatriciana gialla con pomodorini gialli anziché rossi, gli gnocchi all’Amatriciana di Baccalà, fra i secondi l’anguilla in umido e la zuppa di razza chiodata. Non mancano poi i grandi classici come la pasta Cacio E Pepe, la Gricia e i Saltinbocca.
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Altro ristorante romano a Torino è il Quadrilatero romano di Via delle Orfane, con arredo e quadri che riprendono i personaggi della tradizione romana come Alberto Sordi e Gigi Proietti. Il menù propone un misto fra la cucina capitolina e quella laziale con tris di supplì, maritozzi salati e tanti altri grandi classici romani.
Verso Corso Lecce troviamo il Ristorante Al Campidoglio con oltre 30 anni di esperienza che offre pranzi e cene tipiche proponendo piatti romani con specialità che ricordano il Ghetto Ebraico di Roma come i Carciofi alla Giudia freschi.
Ubicato nel quartiere di San Salvario vi è anche Sora Gina e tantissimi altri ristoranti di cucina romana perché i torinesi amano mangiare bene e a Roma non si sbaglia.
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RISTORANTI TORINESI A ROMA

Viceversa la cucina piemontese è anche a Roma come il ristorante Taverna Lucifero a due passi da Campo de’Fiori, un locale semplice, molto amato dai cittadini romani che offre piatti come la fonduta, i tajarin al tartufo e molti piatti a base di funghi freschi.
Anche il ristorante Fafiuchè offre prelibatezze sabaude nel cuore di Roma, il suo nome deriva dal piemontese “fa nevicare” e propone piatti come il brasato, la polenta e numerose varietà di vini tipici piemontesi.
Entrambe le città, Roma e Torino, sono state Capitale d’Italia e riservano un fascino particolare con tutte le loro meraviglie date da monumenti, palazzi antichi e paesaggi mozzafiato, legate per sempre grazie alle loro reciproche influenze, anche culinarie, il ché certo non guasta.

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NOEMI GARIANO

Capri incontra Torino: un connubio di sapori e tradizioni

Una finestra sul mare si apre a Torino: dalla più esclusiva destinazione del Mediterraneo all’antica capitale sabauda, ricca di splendori del passato, arte e cultura.

Ispirato alla tradizione culinaria mediterranea, il Mammà Restaurant una Stella Michelin aprì nel 2013 per accogliere e coinvolgere ospiti e visitatori internazionali nel più rispettoso stile isolano.
Dalla dolce vita caprese all’eleganza e armonia torinese, Mammà approda da SNODO all’interno
delle OGR Torino, unendo tradizione e innovazione in un’esperienza culinaria unica. L’executive Chef Raffaele Amitrano porta in città la sua creativa proposta gourmet, trasformando le ex Officine Grandi Riparazioni in un tempio del gusto. Lo Chef trascrive nella sua carta le emozioni di un’isola, che racchiude nei suoi piatti, offrendo un viaggio sensoriale e gastronomico che coniuga tradizione, innovazione e territorialità piemontese con piglio estetico. Una filosofia semplice e immediata, senza ostentazione.
“La qualità e il rispetto delle materie prime sono al centro della mia cucina. In ogni piatto che creo, c’è una parte della mia storia e della mia famiglia. La mia cucina è un abbraccio ai sapori di una volta, quelli che mi hanno fatto sentire a casa, proprio come quelli di Mammà”, racconta Raffaele Amitrano. Lo Chef con il suo team crea piatti iconici, utilizzando materie prime di altissimo livello, fra cui la tagliatella di seppia con cremoso di nocciola o lo scorfano alla puttanesca con un tocco piemontese.
Anche la carta dei vini offre un’ampia scelta di etichette del territorio campano, piemontese e della vicina Francia.
Ecco il menù Degustazione provato giovedì 17/102024 :
Finger food in piedi con BERLUCCHI
FRANCIACORTA 61 EXTRA BRUT
Baba imbevuto nel Gin mare di formaggio ricotta di limone con acciughe
Bon bon di vitello tonnato (glassa scura tipo oliva con interno la carne)
Capunet alla Genovese con cipolla caramellata
Polpetta melanzane di salsa chiummenzana ( origano, aglio ,pomodoro)
TASTE OF MAMMA’
Tagliatella di seppia con sedano, cremoso di nocciola e limone salato
Lingua frita con salsa verde, purea di sedano rapa e barbabietola
Pasta e patate con ricciola affumicata, polpo e ricci di mare
Scorfano alla puttanesca, telline, scarola maritata e bagna cauda
Stracotto di guancia di vitello all’aglianico,
purèe di patate e topinambur
La Pastiera di Mammà…
Vini selezionati dal nostro sommelier
Alta Langa Oudeis – Enrico Serafino 2019
Greco di Tufo Vigna Cicogna, – B .Ferrara 2023
Aglianico Rue dell’Inchiostro – Nativ 2021
Moscato d’Asti – Saracco 2023
Il prezzo indicativo della cena (esclusi i vini e finger food ) è di 100,00€
Due parole sulla location OGR TORINO e SNODO
Le OGR Torino sono un centro di cultura ed innovazione unico in Europa, dedicato alla sperimentazione: culturale, artistica e musicale nelle OGR Cult, scientifica, tecnologica e imprenditoriale nelle OGR Tech.
Ex officine per la riparazione dei treni nell’Ottocento, e patrimonio archeologico industriale, sorgono nel cuore di Torino su un’area di 35.000 mq.
Dal 2017 le OGR Cult accolgono i visitatori con mostre d’arte site-specific, grandi concerti e sperimentazione musicale, insieme a momenti di approfondimento e intrattenimento per esplorare la cultura contemporanea in ogni sua sfaccettatura.
Nate nel 2019, le OGR Tech sono tra i più grandi innovation hub d’Italia. Le OGR Torino esplorano la contemporaneità in ogni forma per attivare nuove orizzonti di collaborazione, creazione e convivialità.
Snodo, area food & drink delle OGR: Un luogo versatile, dall’architettura ex industriale e dal gusto cosmopolita, un invito a scoprire, incontrare e assaporare la convivialità. Con l’iconico social table lungo 25 metri, due sale dall’eleganza contemporanea e un cocktail bar dove l’estetica post industriale incontra l’eccellenza del Mixology.
Dalla mitica piazzetta di Capri alle ex Officine Grandi Riparazioni di Torino, lo chef Raffaele Amitrano è da poco approdato in città dove
ha rilocato il ristorante Mamma Isola di Capri all’interno di Snodo, area ristorazione delle OGR Torino. Sapori e profumi sono quelli del
Mediterraneo con un occhio di riguardo per le eccellenze del Piemonte.
Il menu à la carte è un inno alla Campania .
Quindi ….
SNODO è infatti un’esperienza di tasting all day long: è un viaggio sensoriale che dura tutto il giorno. Un luogo capace di trasformarsi, a seconda delle diverse ore della giornata: dal pranzo all’incontro di lavoro informale,
passando dall’aperitivo open air ed indoor sino al casual o fine dinner.
Le anime di SNODO sono:
P a u s a C a f f è B r e a k f a s t & Drinks
Raccordo di tutta la struttura è la caffetteria centrale di Pausa Caffè. Uno spazio dominato
dall’imponente bancone in legno, per colazioni dolci o salate, un pranzo veloce, aperitivi e cocktail a tema. Spazio per eventi fino a 55 ospiti .
Social Table | All Day long
Il Social Table rappresenta tra tutte, la location più conviviale dell’intera struttura, che si allunga come una banchina ferroviaria nel cuore di Snodo. Un long table di 25 metri in legno massiccio che può ospitare fino a 84 coperti . Uno spazio “condiviso” dove sedersi per mangiare, ma anche lavorare, studiare e creare
connessioni all day long.
Ristoro | Casual Bistrot
Open space contemporaneo, luminoso e rilassante. Un’esperienza culinaria informale, perfetta per la pausa pranzo, che unisce la tradizione piemontese a tocchi di modernità. Un buffet ricco di proposte fredde e piatti del giorno .Capienza 150 ospiti |standing 220.
Mammà Isola di Capri | Fine Dining
Dalla mitica piazzetta di Capri alle ex Officine Grandi Riparazioni di Torino: lo chef Raffaele Amitrano è da poco approdato in città dove ha portato il “suo” ristorante Mammà Isola di Capri. Capienza fino a 85 posti.
Alla prossima
LUCA GANDIN

 

Oktoberfest al Parco della Pellerina: birra, piatti tipici e divertimento

Si apre ufficialmente SABATO 19 alla Pellerina la prima edizione della Paulaner Oktoberfest Torino. Sedici giorni di festa, dal 19 ottobre al 3 novembre, con birra, cucina tipica, musica e divertimento per vivere l’autentica tradizione bavarese; un enorme beer garden coperto, un grande luna park, musica live, fiumi di birra e tanti piatti tipici preparati al momento nella spettacolare cucina a vista.

L’iniziativa, organizzata da Partners Eventi con il patrocinio della Città di Torino e Ascom Torino è una festa per tutti, pensata per accogliere famiglie, amici, coppie e tutti coloro che amano la birra, l’enogastronomia e il divertimento.

Protagonisti indiscussi sono la birra Paulaner e i gustosi piatti preparati al momento nella grande cucina a vista, serviti direttamente al tavolo da oltre 90 giovani vestiti con i tipici costumi bavaresi, il ‘dindrl’ per le ragazze e il ‘lederhosen’ per i ragazzi.  Non mancheranno le ‘Bretzeline’, le ragazze con i bretzel, che passeranno tra i tavoli con i prodotti appena sfornati.

L’Oktoberfest prevede anche due eventi serali a tema: la Notte di Halloween, in programma il 31 ottobre, e la Serata Universitari del 23 ottobre, in collaborazione con i Blaash, pensata per offrire ai giovani studenti una serata di musica e divertimento.

È possibile prenotare un tavolo per il pranzo o la cena direttamente sul sito oktoberfest.torino.it, sia per singoli, sia per gruppi. La prenotazione consente di evitare attese all’ingresso e garantisce il posto riservato al tavolo.

Il sabato e la domenica, l’apertura del padiglione sarà alle ore 11.00, mentre dal lunedì al venerdì si inizierà alle 18.00.

L’ingresso è gratuito.

TORINO CLICK

Al Calamandrei la mostra “Speculare”

Mercoledì 16 ottobre, in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, l’Istituto “Calamandrei” di Crescentino, ha deciso di far sentire la propria voce e di divulgarne gli intenti, ospitando la mostra “Speculare” di Maria Rosa Panté, condividendo rispetto e attenzione verso i temi toccanti di fame nel mondo, povertà alimentare e difficili rapporti tra l’uomo e gli altri animali, tra l’umanità e la madre Terra.

Una mostra che suggerisce motivi di discussione coinvolgente, introdotta da un’inaugurazione altrettanto interessante, grazie agli interventi di tre ospiti qualificati: Nicoletta Ravarino , anatomo-patologa (“La sana alimentazione: fa bene a noi, fa bene alla Terra”), Paolo Maria Mosca, agronomo (“Agricoltura Alimentazione Ambiente, le tre A del presente”), Roberta Evangelisti, cuoca e imprenditrice (“Alimentazione macrobiotica: una nuova prospettiva), Maria Rosa Pantè, autrice e curatrice della mostra. La serata è proseguita con la degustazione di prodotti genuini e gustosi de: Nutrilamente Country House, Il paniere e la zucca dell’orto dell’istituto “Calamandrei”, cucinata con ricette tradizionali piemontesi, e sorseggiare le sfiziose e naturali tisane offerte dal l’erboristeria Pino Rotondo.

Il pomeriggio è stato altresì curato da due studentesse dell’Istituto Alberghieto “Ronco” di Trino, facente parte anch’esso dell’IIS “Ferraris” di Vercelli. Un pubblico attento ed interessato, fra cui molti studenti, compresi gli allievi del Corso Serale, ha potuto poi visitare la mostra e uscire omaggiato di un mazzolino di profumi dell’orto, coltivato dalle sapienti cure dei professori e dei loro allievi.
Per chi avesse piacere di visitare la mostra:
Dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 12.30.
Lunedì, mercoledì , giovedì, venerdì dalle 18 alle 22, presso
I. P. “P. Calamandrei”. Via T. DAPPIANO, Crescentino.