LIFESTYLE- Pagina 12

“LoST EU”, nuova “tournée” in Deutschland

Ritornano in Germania, con un ricco programma di eventi promozionali, gli otto formaggi, tre piemontesi, dell’Associazione “Alte Terre DOP”

Dal 14 al 24 febbraio

Alba (Cuneo)

Ancora bello pimpante dopo il successo ottenuto l’anno scorso (primo evento) a Berlino, ritorna per il secondo anno consecutivo in Germania e con una proposta di eventi particolarmente ricca, il progetto “LoST EU”, progetto dell’Associazione “Alte Terre DOP”, teso ad una nuova promozione (battere il ferro finché è caldo!) degli “8 Formaggi DOP” del suo “Paniere”: tre, quelli piemontesi, il Murazzano, il Roccaverano e l’Ossolano. Dalla Lombardia lo Strachitunt, dal Trentino il Puzzone di Moena, seguiti dal campano Provolone del Monaco e dai siciliani Vastedda della Valle del Belice e dal Pecorino di Sicilia.

Esattamente un anno fa, nel febbraio del 2024, il progetto approdava a Berlino, all’estremo nord del paese, dando inizio al suo percorso di “costruzioni di rete”, attraverso una capillare sensibilizzazione dei consumatori, dei ristoratori berlinesi e dei proprietari di “retail” ospiti alle “masterclass” e al “walk around tasting”. Un lavoro certosino e proficuo quello compiuto nel corso dell’anno da poco trascorso da parte degli “Ambassador”, il gruppo di lavoro composto da “professionisti tedeschi” e “produttori” che ha selezionato nella capitale tedesca quei ristoratori e proprietari di negozi maggiormente sensibili ai messaggi di filiera corta, “benessere umano ed animale e tutela dei piccoli produttori italiani di qualità intrinsechi al progetto LoST EU”.

Un reale dato di fatto che permetterà, nuovamente, nei giorni compresi fra venerdì 14 e lunedì 24 febbraio prossimi di rinnovare le “Restaurant Week”settimane dedicate ai formaggi “Dop” del Paniere, grazie alle quali i clienti di alcuni dei più rinomati ristoranti berlinesi potranno assaggiare questi prodotti unici, con banchi d’assaggio gratuiti e corner dedicati sia nei ristoranti che nei retail della capitale.

Tra i ristoranti di Berlino per ora confermati troviamo l’“Enoteca l’Angolino”, piccolo ma raffinato ristorante sulla Knesebeckstrasse di Charlotttenburg; il “Bertolini Feinkost”, una vera e propria istituzione tra gli amanti della cucina italiana, sempre a Charottenburg; la “Bocca di Bacco”, uno dei migliori ristoranti italiani a Berlino; il “Facciola’s”, rinomato “wine bar” frequentato specialmente dai giovani;  “‘A Muntagnola”, altro ristorante molto celebre nella capitale tedesca che ha accolto negli anni numerose “celebrities” e personaggi illustri.

Orbene, se da un lato, la nuova mission tedesca punterà , sempre più, a rafforzare il frutto del lavoro già compiuto nei mesi precedenti, dall’altro – e questa è la vera grande novità – mirerà con uguale fervore ed entusiasmo all’obiettivo “Sud del Paese”, ad ampliare cioè le potenzialità del “Made in Italy” verso la città dell’“Oktoberfest”, quella città di Monaco di Baviera, che è crocevia commerciale di tre mercati importanti quali l’Austria, la Svizzera e l’Italia, e da sempre “porta” della Germania attraverso la quale si estendono poi al resto del paese i gusti e le tradizioni enogastronomiche più varie. E, dunque, proprio a Monaco di Baviera si concentrerà, lunedì 24 febbraio, il momento culminante delle attività in Deutschland. Sarà infatti l’esclusiva enoteca di “Eataly Munich” ad ospitare una giornata perfetta per tutti gli appassionati di formaggio, in compagnia dei nostri produttori. In questa giornata, saranno organizzate una “Masterclass” e a seguire un “Walkaround Tasting” dedicati a professionisti e giornalisti per portare all’attenzione del pubblico del Sud della Germania questi “gioielli caseari italiani” ancora poco conosciuti all’estero e di difficile reperibilità, date le logiche concentrate sul prezzo a cui è improntata la grande distribuzione.

La “Masterclass” avrà inizio alle 14,30 con una breve presentazione dei produttori, per raccontare a un pubblico selezionato di giornalisti, grossisti, importatori e ristoratori tedeschi le tecniche di produzione, le tradizioni e la sapienza millenaria da cui hanno origine questi formaggi così unici che rappresentano l’identità di alcuni territori agricoli di eccellenza in Italia.

A seguire, intorno alle 15,30, avrà inizio il “Walk around tasting”, durante il quale i produttori saranno a disposizione per condividere gli antichi segreti e le caratteristiche intrinseche che rendono questi formaggi unici al mondo.

Inoltre, anche a Monaco di Baviera, così come a Berlino, sono previste “Restaurant Week” che coinvolgeranno i ristoranti “Ciccio’s Tavernetta”“Bar del Giorno”“L’Antipasto Nuovo”“Partenopeo”“Ristorante Al Pacino”“Casa Italiana Feikosten” per far conoscere le “DOP” del Paniere. Sono previste altresì attività di “tasting days in store” presso “Maybachufer”“Sudstern” e “Arkonplatz” di Berlino e presso i celebri negozi “Superissimo” e “Farnetani” di Monaco.

g.m.

Nelle foto: immagini di repertorio

Una insolita crostata alla crema di mele

/

Le torte di mele, declinate in numerosissime varianti, non deludono proprio mai…Provate questa insolita e squisita crostata, il suo cremoso ripieno vi conquisterà!

Ingredienti

Frolla: 180gr. di farina, 100gr. di burro, 60gr. di zucchero, 2 tuorli, un pizzico di sale.

Farcia: 4 grosse mele Renette, 1/2 bicchiere di vino bianco secco, 2 cucchiai di zucchero, 100gr. di cioccolato amaro 70%, un pizzico di cannella

Preparare la frolla impastando velocemente tutti gli ingredienti, avvolgere in pellicola e far riposare in frigo per 30 minuti.
Pelare e tagliare 3 mele a tocchetti, cuocere con il vino, lo zucchero e la cannella sino a quando si saranno spappolate. Lasciar intiepidire e aggiungere mescolando il cioccolato.

Stendere la frolla in una teglia rotonda foderata con carta forno, bucherellare il fondo e riempire con la crema di mele. Affettare la mela rimasta, spruzzarla con il succo del limone e posarla sulla crema, cospargere con un poco di zucchero. Cuocere in forno statico a 220 gradi per 45 minuti.

Paperita Patty

Perché abbiamo bisogno di gentilezza

/

Seconda parte

Eppure mai come di questi tempi abbiamo tutti bisogno di riscoprire e coltivare la vera gentilezza. Siamo spesso avvelenati dai tanti comportamenti a essa opposti, dalla maleducazione all’insolenza, dall’arroganza alle varie forme e gradazioni di violenza.

Mentre la gentilezza migliora la nostra esistenza e la rende più dolce, per noi e per gli altri.
E invece la maggior parte di noi considera la gentilezza un inutile e talvolta controproducente orpello. Se proprio vediamo che ci conviene, magari utilizziamo le varianti peggiori della gentilezza, l’ipocrisia e la falsità.

E diventiamo “angeli” quando abbiamo bisogno di qualcosa dagli altri, o vogliamo che qualcuno faccia qualcosa per noi. Quando, spesso senza ammetterlo neppure a noi stessi, vogliamo sedurre, ed essere manipolatori… Quindi fine della gentilezza, anche come sentimento che lega le persone, che la tiene insieme.

Indispensabile per arginare il naturale conflitto di interessi e di ruoli. Non semplicemente un gesto da galateo, di buona educazione, da gente di mondo. Ma l’elemento essenziale per mantenere insieme le persone, a qualsiasi livello. E per non sprecare il patrimonio di rapporti umani che possediamo.

Per vivere meglio con noi stessi e con gli altri. E per evitare la definitiva disgregazione sociale. In fondo, a ben pensarci, la vera gentilezza, quella che nasce dal rispetto, è un comportamento “egoistico”, perché ci procura benessere e vantaggio. Anche se non è facile essere gentili.

Con tutti i cafoni e maleducati in circolazione, portatori della più totale mancanza di sensibilità (figlia di una non sempre spiccata intelligenza?…), con stuoli di persone in aggressiva competizione con tutto e tutti, incapaci di uscire, anche solo ogni tanto, dal loro miope egocentrismo… Ne parliamo domenica prossima.

Roberto Tentoni
Coach AICP e Counsellor formatore e supervisore CNCP.
www.tentoni.it
Autore della rubrica settimanale de Il Torinese “STARE BENE CON NOI STESSI”.

(Fine della seconda parte)

Potete trovare questi e altri argomenti dello stesso autore legati al benessere personale sulla Pagina Facebook Consapevolezza e Valore.

La Netiquette, buon senso e regole sul web che fanno bene a tutti

La rete come luogo di scambio  e non di  incivilta’ e violazione.

 

Netiquette e’ un neologismo che mette insieme i termini inglesi net (rete) ed etiquette (etichetta).

Dall’unione di questi due vocaboli viene fuori un’ espressione che indica la buona educazione sul web, regole informali che se utilizzate dal popolo di internet, frequentatori abituali di social,  blog e forum, contribuiscono a creare uno spazio virtuale positivo dove scambio, discussione e condivisione  assumono il carattere dell’arricchimento, dell’ opportunita’  e della creativita’.

Queste norme non scritte,  che non posseggono nessuna validita’ legale, hanno come fine primario quello di promuovere un ambiente telematico  inclusivo e libero dove chiunque, attraverso le buone maniere e la tolleranza,  puo’ esprimere il proprio pensiero, esporre dei dubbi e fare domande senza essere offeso o attaccato in maniera oltraggiosa. Nel 1995 e’ stato creato da Sally Hembrige un documento che ne fissa i principi e ne stabilisce le regole che suggerisce con determinazione le linee guida per una buona navigazione da parte dei web users.

Troppo spesso, non solo sui social, ma anche in diversi programmi tv, siamo testimoni di risse, attacchi ingiuriosi, mortificazioni; sembra che la lite e le discussioni accese siano molto di moda, possiamo assistere , infatti, a vere e proprie baruffe fatte di urla e confronti di basso livello e questo avviene perche’ la discordia fa audience oramai piu’ del gossip e del romanticismo. Il tema e’ serio, conquistare il pubblico, difatti,  attraverso manifestazioni di rabbia e violenza verbale, e non solo, non e’ sano,  racconta di un fenomeno sociale e culturale che sostiene il brutto piuttosto che il bello, la prepotenza in sostituzione della gentilezza e di come la demolizione del prossimo sia piu’ attraente della sua gentile e rispettosa considerazione.  In passato, neanche troppo remoto, si stava attaccati alla tv per guardare i matrimoni reali o belle storie di vita vissuta ora, al contrario, vanno in onda  molti modelli biasimevoli , la prepotenza vince con molta frequenza e batte il modello positivo, gli eroi buoni  sono quasi estinti.

Ma quali sono le regole da seguire per rendere l’ambiente socialweb un luogo di incontro piuttosto che un campo di battaglia? Vediamone alcune.

Iniziamo con quella che non dovremmo neanche scrivere e cioe’ l’accortezza di non offendere o insultare  nessuno, ma condurre le discussioni in maniera pacata.

Non incitare o dare informazioni su attivita’ illegali, immorali o pericolose.

Non fornire notizie false, incomplete o vecchie.

Non violare i copyright.

Non usare un linguaggio scurrile, blasfemo o a sfondo sessuale.

Rispettare le diversita’ in fatto di religione, etnie, usi e costumi e non divulgare mai pensieri estremisti.

Non violare la privacy diffondendo contenuti di terzi che non hanno acconsentito alla pubblicazione.

Scrivere nella lingua utilizzata nel post o comunque con una diffusa come l’inglese.

Essere tolleranti con chi compie errori di sintassi e di grammatica.

Usare sempre toni gentili e concilianti anche e soprattutto nelle discussioni che ci vedono su posizioni diverse.

Leggendole la prima cosa che viene in mente e’ che siano consigli e indicazioni scontati, ma la realta’ e’ che nella piattaforma web molto spesso queste regole di buona educazione e tolleranza non vengono utilizzate.  E’ assodato che gli spazi virtuali, frequentemente, vengano utilizzati per sfoderare i peggiori lati dell’essere umano, che si usino per tirare fuori rabbia e frustrazione servendosi della possibilita’ di rimanere anonimi e quindi impuniti. Si e’ in presenza di uno strumento straordinario, uno spazio sconfinato di risorse e saperi che puo’ servire ad arricchirci e  favorire il confronto e la crescita, ma che viene, tuttavia, utilizzato per veicolare sentimenti di odio, maleducazione e collera. Gestire la liberta’ non e’ semplice, e’ necessario percorrerla in punta di piedi, in questo caso in punta di tastiera, e’ indispensabile  conoscere il significato di  limite, confine, e  a praticare il rispetto per l’alterita’.

Maria La Barbera

 

Fonte Wikipedia

Presepio a Vezzolano, numeri da record

Sono arrivati anche dal Cile, dalla Turchia e dall’Ucraina per vederlo e al 2 febbraio, giorno di chiusura, i visitatori sono stati oltre 15.000, numeri da record, ogni anno sempre di più. Ci vorrà qualche giorno per smontare con grande pazienza e molta attenzione il presepio di Anna Rosa Nicola e poi tutto tornerà nel suo laboratorio di restauro ad Aramengo d’Asti. È appena finito il periodo di esposizione ma la sua creatrice lavora già per il Natale 2025 e tra le novità del prossimo anno vedremo con tutta probabilità una pista da ballo a palchetto e un artigiano che produce scope e ramazze. I nuovi personaggi in miniatura si aggiungeranno agli oltre 300 attori che danno vita al presepio della restauratrice astigiana allestito nell’abbazia di Vezzolano sulle colline di Albugnano. Faranno compagnia ai bambini seduti sui banchi di scuola, alla gente che va al mercato, alla farmacia, alla bottega dell’orologiaio, al medico, alla sartoria, al falegname e a tante altre macchiette che ogni arricchiscono il presepio di Anna Rosa Nicola. Lungo 20 metri e largo quattro, il presepio artistico di Anna Rosa Nicola viene preparato ogni anno nella Chiesa canonica di Santa Maria di Vezzolano che noi chiamiamo abbazia. Le scene di vita quotidiana sono un centinaio realizzate in gran parte con materiali di recupero usando cera, legno, fili di ferro e ritagli di stoffa. Tra le novità più apprezzate dell’ultima edizione una grande chiesa con i fedeli in processione guidati dal parroco, la Vergine Maria che allatta Gesù bambino, l’orto con la serra invernale, le donne che preparano la bagna cauda e gli acciugai della Val Maira.
Filippo Re
nella foto Anna Rosa Nicola e il suo presepe a Vezzolano

Le zucchine in carpione, gustosa tradizione

/

Le zucchine, quelle verdi chiare, tenere e dolci, ricche di acqua e vitamine ideali per reintegrare i sali minerali

 

Le ricette devono essere veloci, facili da preparare, leggere ma allo stesso tempo saporite. E le zucchine, quelle verdi chiare, tenere e dolci, ricche di acqua e vitamine sono  ideali per reintegrare i sali minerali persi con la sudorazione, molto gradevoli nel gusto e versatili nelle diverse preparazioni. Un modo goloso per cucinarle e’ con una gustosissima marinatura.

Ingredienti:

 

1 kg.di zucchinette

1 cipolla bianca

2 spicchi di aglio

1 rametto di salvia

6 foglie di basilico

origano fresco

½ bicchiere di aceto di mele

½ bicchiere di olio evo

sale q.b.

Lavare le zucchine, spuntarle e tagliarle a tronchetti. In una larga padella soffriggere la cipolla e l’aglio affettati, aggiungere le zucchine e rosolare mescolando ripetutamente a fuoco vivace per 10 minuti, aggiungere gli aromi, salare e sfumare con l’aceto, proseguire la cottura per altri 2 minuti. Lasciar marinare in frigo per almeno un giorno. Servire freddo. Croccanti e gustose.

Paperita Patty

Per San Valentino i cuori di cioccolato firmati Guido Castagna

Le storie d’amore di San Valentino vengono esaltate e valorizzate in vari modi. Per consuetudine, é il cioccolato a creare l’atmosfera più adatta: pochi sanno che, storicamente, il cioccolato veniva apprezzato come rimedio energizzante, donava carica e buonumore. Fu il capo azteco Montezuma II che scoprì le proprietà afrodisiache del cioccolato. Pareva, infatti, che migliorasse le prestazioni individuali, in termini di potenza e resistenza. Insomma, più se ne mangiava, più il partner ne sarebbe stato contento!

Non sappiamo se hanno proprietà afrodisiache, ma sicuramente, allieteranno vista, palato e cuore di chi li riceverà. I cuori di cioccolato della selezione GUIDO CASTAGNA, uno dei più noti maestri cioccolatieri , attivo fra Torino e Giaveno, ha preparato per la giornata più dolce dell’anno, un cofanetto dolcissimo:  la scatola Cuori ripieni da 250g, realizzati con cioccolato fondente 64%, al costo di 28 euro, contenenti un ripieno di Nocciola e Fava di cacao Perù. Una vera esplosione di passione in una fantastica confezione rossa. Il regalo ideale per San Valentino, per chi sa apprezzare e vuole donare l’essenza del cioccolato d’eccellenza.

Per chi si avvale della spedizione attraverso lo shop on line del sito internet di Castagna, questa avviene mediante l’utilizzo di speciali contenitori con ghiaccio, per mantenere inalterati tutti gli aromi e i sapori naturali del cioccolato.

CHIARA VANNINI

https://www.guidocastagna.it/prodotto/scatola-cuori-ripieni-250g/

Lavastoviglie, tergicristalli e Baci Perugina? Li hanno inventati le donne

 

Figure straordinarie che con le loro “creature” hanno cambiato la storia di tutte e tutti.

Nonostante le loro scoperte abbiano determinato un cambio di rotta  per milioni di persone, non si parla mai abbastanza di quelle donne che grazie alle loro scoperte hanno messo in atto diverse rivoluzioni nei costumi della societa’ contemporanea. Non e’ retorica di genere, ma semplicemente una considerazione che va a supportare l’ipotesi secondo cui le donne per conquistare spazio nelle varie collettivita’ hanno dovuto combattere senza armi pari.

Tra le ideazioni raccontate in questo articolo molte, per cultura e per credenza, saranno state attribuite sicuramente a degli uomini, tuttavia non e’ cosi, e questo conferma che non esistono cose idee e genialita’ divise in base al sesso e ogni essere umano puo’ mettere a disposizione la propria intelligenza a servizio di tutti. 

Un primo caso e’ quello di Mary Anderson che ha inventato il tergicristalli meccanico. Dopo aver sperimentato, infatti, le copiose nevicate di New York che la costringevano a scendere dall’auto ogni volta che doveva pulire i vetri dalla neve, si e’ convinta che il problema dovesse essere risolto  e invento’ un meccanismo che con una leva posizionata internamente alla macchina faceva muovere una stecca di gomma sul vetro anteriore il cui brevetto fu depositato nel 1917; in seguito, sempre una donna, Charlotte Brigwood,  fece diventare automatico questo strumento, divenuto irrinunciabile, superando in efficienza il precedente.

A Josephine Cochrane  invece dobbiamo tutta la nostra gratitudine per aver dato vita alla lavastoviglie. Questa signora ingegnosa, una ricca aristocratica che dava molte cene nella sua casa, un giorno si accorse che le sue stoviglie si stavano rovinando a causa dei continui lavaggi, cosi’ si industrio’ e creo’ una macchina, brevettata nel 1886, che attraverso delle pompe, azionate manualmente,  introduceva al suo interno getti d’acqua capaci di detergere piatti, bicchieri e tutto il resto. Josephine, in seguito al successo della sua idea, fondo’ l’azienda  Garis-Cochran Dish-Washing Machine Company, ora di proprietà della Whirlpool Corporation.

E i Baci Perugina? Ebbene si’ anche qui c’e’ l’estro di una donna, una italiana: Luisa Spagnoli, la stilista, che prima del matrimonio con Annibale Spagnoli era Luisa Sergentini. Nel 1909 rilevo’ una drogheria che divento’ il laboratorio  Perugina che fondo’ insieme a Buitoni. Nel 1922 Luisa inventò un cioccolatino fatto con la granella di nocciole e un cuore di gianduia chiamato in un primo momento “Cazzotto” perche’ simile alla nocca di una mano; Giovanni Buitoni in seguito lo ribattezzò come  “Bacio Perugina” quello al cui interno si trovano pensieri e citazioni.

Caresse Crosby , invece, libero’ le donne dai rigidi corsetti fatti di ossa di balena, scomodi, dolorosi e anche poco etici considerando il tema della violenza sugli animali. Mary Phelps Jacob (il vero nome della Caresse) si cuci’ da sola il suo primo reggiseno, utilizzando dei fazzoletti di stoffa e del filo, in occasione di un ballo a cui doveva partecipare indossando un vestito la cui linea veniva alterata dal corsetto che avrebbe dovuto portare. Nel 1914 la sua invenzione fu iscritta nel registro dei brevetti arrivando senza rimpiazzi  fino ai giorni nostri in diverse e funzionali versioni.

Ve li ricordate, poi, i lunghi pomeriggi a giocare a Monopoli, bene anche qui la protagonista e’ una donna e precisamente da Elizabeth Magie Phillips che nel 1903, inspirandosi al Landlord’s Game, invento’ il tanto famoso e amato gioco da tavolo. Questo passatempo in realta’ nacque con un fine didattico, ovvero spiegare come mai i ricchi lo diventano sempre di piu’ mentre i poveri diventavano sempre piu’ poveri. Nel 1910 la Parker Brothers pubblicò il suo gioco e, 30 anni dopo, mise sul mercato il Monopoly, creato da Charles Darrow, che, al contrario purtroppo, premiava i monopoli piuttosto  che contrastarli, stesso gioco con diverso obiettivo ludico-sociale.

Tante altre donne si sono ingegnate e  hanno variato in positivo il corso della storia e delle nostre abitudini: Bette Nesmith Graham con il bianchetto per correggere gli errori di scrittura o dattilografia, Tabitha Babbitt attraverso la progettazione  della sega circolare (che pero’ non pote’ brevettare), Anna Connelly con la sua scala antincendio, Lyda Newman con la creazione della spazzola di setole (non animali) adatta ai diversi tipi di capelli.

Nonostante le loro scoperte e quelle di tante altre donne siano rimaste talvolte all’ombra rispetto a quelle portate alla luce dagli uomini, l’importanza delle loro  idee ha modificato per sempre usanze, consuetudini e  costumi , ha favorito il comfort riducendo  la fatica e   migliorando la qualita’ di molte  vite.

Proprio in questo momento molte altre donne sono a lavoro per il bene comune e per il progresso, ci auguriamo che il loro sogno e le loro abilita’ siano apprezzate e riconosciute in un’ottica e con un approccio di parificazione, in una prospettiva di totale equilibrio di genere.

MARIA LA BARBERA

“Delfino Blu”, quando l’alta classe incontra la ristorazione

SCOPRI – TO   Alla scoperta di Torino

Torino capoluogo sabaudo in cui l’eleganza regna in moltissimi edifici e locali storici, tra di essi il noto ristorante di pesce “Il Delfino Blu”.
Il locale rappresenta da oltre quattro decenni un punto di riferimento per gli amanti della cucina a base di pesce nel capoluogo piemontese. Fondato e gestito dal Cavalier Peter, il locale si distingue per l’eccellenza delle sue proposte culinarie e per un ambiente elegante e raffinato.
Il Delfino Blu è situato in Corso Orbassano 277, varcandone la soglia l’atmosfera è molto accogliente, la Sala Delfino ha grandi tavoli rotondi e poltrone dorate, ai lati il locale è interamente vetrato con maestose tende blu e oro, grandi lampadari e profumi deliziosi rendono il ristorante unico nel panorama piemontese. Poi vi è la Sala Royal dove il colore preponderante è l’oro con grandi lampadari di cristallo, una lussuosa moquette e un pianoforte; la sala ospita fino a 70 persone dove si respira uno stile unico e ricercato molto adatto anche per le cerimonie.
Il locale ha anche un dehor esterno molto raffinato riscaldato d’inverno ideale per cene romantiche a lume di candela con una preziosa moquette sul pavimento e le sue poltrone rosse.
Le offerte culinarie sono molteplici dagli antipasti con ostriche, gamberi, tartare e carpacci freschi ai primi come i paccheri al ragù di spada, gli spaghetti all’astice e molti altri, tra i secondi vi è il pesce fresco, la grigliata di mare e il fritto misto.
Il fulcro del ristorante è il suo fondatore e chef, il Cavalier Peter, che inaugurò il Delfino Blu quasi quarant’anni fa; prima di questo locale in realtà aprì altri noti e prestigiosi locali nel capoluogo piemontese come ad esempio il Maxim.
Le esperienze passate portarono il Cavalier Peter alla decisione di aprire un locale più grande, di alta classe e con una proposta unica per i torinesi grazie ai crudi di pesce ancora poco usati nella cucina Piemontese negli anni ’90.
Peter aveva solo 30’anni quando ha aperto Il Delfino Blu con questa sua intuizione controcorrente che poteva essere anche un grande rischio ma i torinesi apprezzarono fin da subito l’innovazione, in particolare il suo piatto più noto “Le Plateau Royal”, un’esplosione di pesce crudo di ogni tipo servito su un grande piatto ornamentale, ancora oggi richiesto da moltissimi clienti. Peter riesce ad accontentare anche la clientela più esigente e negli anni ha aggiunto anche qualche piatto di carne per accontentare chi non ama il pesce.
Moltissimi clienti sono a lui fedeli da ormai più di quarant’anni e lui si affida a loro per testare le novità. Peter crede molto nell’unicità e nell’eccellenza, ha sempre viaggiato molto proprio per scoprire nuove realtà e farsi contagiare da idee del tutto particolari, come i lampadari del suo locale progettati da un suo caro amico di Dubai con cristalli e decorazioni dorate.
Ma le novità non finiscono quI il titolare del Delfino Blu ha creato da poco un nuovissimo piatto molto particolare che convincerà anche i palati più difficili, ma ancora non si può svelare… e noi l’aspettiamo con l’acquolina in bocca.
.
NOEMI GARIANO