Magnifica Torino / Lungo Po Antonelli
Uragano Sissiotto
PENSIERI SPARSI




Il servizio Coffee Break, nato dalla collaborazione tra ATT e GustoSuite, offre un servizio catering innovativo e inclusivo, che avrà la possibilità di misurarsi, la mattina del 16 aprile, con un pubblico particolarmente prestigioso, presso Reale Foundation, in occasione di un’iniziativa del Museo Reale Mutua. Sarà presente il Presidente della Reale Mutua Luigi Lana e giornalisti da tutta Italia. Sarà un’occasione per dimostrare l’eccellenza nella cura dei dettagli e l’attenzione all’ambiente di un servizio effettuato da persone con un sorriso speciale.
Il caffè che verrà offerto, così come tutta la proposta gastronomica del catering, è di prima qualità, con prodotti di provenienza biologica e realizzati in modo sostenibile, e sarà accompagnato da una golosa pasticceria casalinga.
ATT, impresa sociale fondata nel 2021, è nata per offrire prospettive di lavoro e occupazionali a giovani con disabilità cognitive o sindromi di tipo autistico. La sua attività si è ben presto espansa. Accanto al progetto dei panini ecosolidali in alcuni licei e istituti tecnici torinesi, da consegnare durante la ricreazione, che fossero alimenti sani, plastic free e sostenibili, ATT ha stretto un accordo con GustoSuite, per dare la possibilità di essere competitivi anche nell’ambito dell’offerta di un catering innovativo, sostenibile e inclusivo, caratteri che emergeranno dal servizio offerto la mattina del 16 aprile prossimo.
Si tratta d’un servizio su misura, dal coffee break al light lunch che può avvenire in un palazzo congressi come in una location aziendale, dove i ragazzi dimostrano le proprie capacità organizzative con uno staff adatto alle diverse esigenze.
Le persone che lavorano con ATT costituiscono la loro forza, giovani selezionati con cura e persone fuori dal comune che uniscono alla professionalità quell’umanità che conferisce un sapore speciale al loro lavoro e ai prodotti che forniscono.
Una nuova, squisita e leggera ricetta.
Ed eccoci qua!
Ingredienti per due persone:
100 gr di Salmone affumicato
1 Finocchio
1 Avocado
sale
pepe nero
Tagliate a listarelle il salmone e mettetelo in una ciotola.
Pulite e tagliate il finocchio a listarelle pure lui e inseritelo nella ciotola…
… continua su Electomag:
Sarà vero?
Ormai tutti conosciamo il termine fake news ed il suo significato. Lo sviluppo dei social, del web e l’enorme proliferazione di giornali online, spesso editi da perfetti sconosciuti, ha portato allo sviluppo abnorme di notizie, in ogni campo, con tutto ciò che ne consegue.
La legge n° 62/2001, “Nuove norme sull’editoria e sui prodotti editoriali” e la legge n° 47/1948 “Disposizioni sulla stampa” dettano regole precise per il funzionamento di un giornale, a partire dall’obbligatorietà di avere un direttore responsabile, iscritto all’Ordine dei giornalisti, di indicarne il nome sulla pubblicazione e di registrare la testata presso il Tribunale di una città.
Sono esonerate da tale obbligo le pubblicazioni che non rivestano carattere di periodicità, come un blog.
E’ palese, però, che quando una notizia compare a video o ci giunge via mail difficilmente andiamo a vedere chi siano l’autore dell’articolo ed il direttore del giornale e se si tratti di testataregolarmente registrata.
Considerando che le persone prestano maggior attenzione al gossip, al pettegolezzo puro e semplice piuttosto che a poche notizie verificate, ecco che la diffusione delle fake news sembrerebbe avere un futuro roseo.
E’ di questi giorni la notizia che Stellantis avrebbe deciso di portare via dall’Italia parte degli insediamenti produttivi, riportata da voci non ben controllate, che ha ovviamente scatenato, da un lato, l’ira dei torinesi e degli italiani e, dall’altro, costretto Tavares, AD di Stellantis a smentire sostenendo di non aver mai detto una cosa simile.
Non entro nel merito della notizia, ma solitamente una notizia verificata necessita di una fonte autorevole, un documento dal quale nasca la notizia, una comunicazione ufficiale, un comunicato stampa degli interessati; altrimenti è solo allarmismo.
Il capogruppo di FdI al Senato ha presentato un ddl che prevede il carcere fino a 4 anni e 6 mesi ed una multa di 120mila euro per il giornalista che pubblica notizie anche parzialmente false; è evidente che le fake news siano pericolose e la loro diffusione sia in grado di turbare i mercati, l’onorabilità di una persona, l’equilibrio politico di un Paese e molto altro.
Immaginate se qualcuno diffondesse la notizia che l’azienda XYZ stia per essere sospesa dalle contrattazioni per un problema fiscale o legale: prima che la verità torni a galla il titolo di quell’azienda sarà con ogni probabilità crollato, permettendo a speculatori di rilevarla pagandola molto meno del suo reale valore o riuscendo, addirittura, ad assumerne il controllo.
In campagna elettorale è abbastanza consueto buttare fango sull’avversario, ricordando di quando faceva lo sgambetto all’asilo, segno che era un prepotente già allora, salvo scoprire a elezioni avvenute che il tizio all’asilo non c’era mai andato.
E lo stesso discorso vale per un Governo: immaginate che circoli la notizia che il rating di un Paese sia notevolmente peggiorato rispetto a quello verificato durante il Governo precedente: è possibile che qualche scossone al Governo arrivi, come pure se circolasse la notizia che la magistratura sta indagando sul Ministro X o sul Presidente di questo o quel ramo del Parlamento la tenuta del Governo o del Parlamento sarebbe a rischio.
Ecco perché occorre innanzitutto verificare sempre la fonte della notizia: è un giornale affidabile? Le agenzie di stampa (ANSA, Reuter, Adnkronos, France Press, AGI, ecc) l’hanno riportata? Il diretto interessato ha smentito? Pensate quante volte diffondono la notizia che quel cantante o quell’attrice sono morti, salvo smentita da parte dell’interessato poco dopo.
Un tempo, per fermare il diffondersi di notizie false, era sufficiente allontanare la bottiglia di vino da chi sproloquiava; ora, essendo difficile individuare subito la fonte dello sproloquio, occorre fermare la notizia falsa perché venga contrassegnata come tale.
Spesso la libertà di stampa sancita dall’art. 21 della Costituzione viene citata a sproposito; qualcuno sostiene che chiunque abbia diritto alla diffusione del proprio pensiero e che non possa, perciò, essere sanzionato, qualsiasi sia la notizia; in realtà tale articolo sostiene, in pratica, che non può esservi censura nei confronti della stampa; la responsabilità vi è sempre, sia nel caso di fuga di notizie, sia nel caso di notizie la cui diffusione possa turbare un qualsiasi equilibrio.
Ricordate “Sbatti il mostro in prima pagina” di Marco Bellocchio? Già oltre cinquanta anni fa non era insolito turbare, in questo caso le elezioni, grazie alla diffusione di notizie alterate o inventate di sana pianta.
Visto che fate lo sforzo di leggere una notizia e sottraete tempo ad altre cose preziose, assicuratevi almeno che il vostro tempo sia stato impiegato bene; imparate a farvi un’idea con la vostra testa.
Sergio Motta
Cronaca di una cena alla “Casa del Barolo”
Non importa che a Torino sia primavera o autunno e non importa nemmeno sapere di essere a Torino: appena si entra dentro la Casa del Barolo si viene avvolti da un’atmosfera invernale e newyorkese.
Le porte di via Bodoni 7b si aprono appannando immediatamente gli occhiali, freddi nonostante fuori sia aprile. L’atmosfera è un vociare disciplinato, quello delle 19.30, orario di apertura del locale, tra tavoli e muri grigi, ai quali si alternano piatti candidi e fotografie in bianco e nero. È tra questi colori che si intravede New York, quella dei pensieri aggrovigliati del protagonista di “Città aperta”, Teju Cole (Einaudi, I Coralli, 2013, pp. 288). Lui li dipana con lunghe passeggiate. Noi, accedendo al bistrot che prende il nome della storica enoteca, sappiamo che sarà mestiere del ristorante -di questo ristorante- rimettere insieme i cocci della giornata, aiutato dal rosso al quale costringe la temperatura esterna.
Sentirsi a casa alla Casa del Barolo
La tavola ci accoglie con antipasti d’obbligo, il saluto della Casa: un assaggio di insalata russa, focaccia al pomodoro morbida e perfettamente umida, il pane, tra cui quello alle olive. Ci si accomoda tra i gruppetti di stranieri chini sul menù al cellulare alla ricerca delle pietanze perfette. Il multiculturalismo riporta ancora una volta tra le pagine del romanzo d’esordio di Teju Cole, tra gli incontri di quelle lunghe camminate. Ma basta uno sguardo fuori, alle strade in pietra di Torino, e dentro, alle proposte dei piatti di apertura, per essere certi di essere in Piemonte. L’occhio, stuzzicato dalla sera che inizia a farsi sera, cade subito su due gioiellini: da una parte si va per vitello tonnato alla piemontese Casa del Barolo, dall’altra per cruda di Fassona femmina piemontese, mousse di parmigiano reggiano e tartufo nero. La carne divide lo spazio conviviale, e i libri l’argomento che lo riuniscono.
Tra primi piatti e vino
Tra i commensali non c’è accordo nemmeno sui primi piatti: un lato della tavola sarà immacolato dai raviolini del plin, burro del Monregalese su crema di raschera, l’altro da un tripudio di arancione stile Casa del Barolo, ossia la faccia dello gnocchetto con zucca e ragù di cinghiale. Un giovane cameriere, che si approccia al vino come a un corpo da assaporare con rispetto, ci informa che la bottiglia che abbiamo scelto, un Roero del 2019 (Azienda agricola Matteo Correggia, Canale), è l’ultimo esemplare a disposizione nel bistrot. Un colpo di fortuna perché questo rosso tesse il sapore del cibo restituendo al palato una perfetta armonia. Complici forse i calici dal profumo fruttato e il sapore sostenuto ed elegante, nella Fassona si sente qualcosa di dolce, tanto da sentire pienamente la sua femminilità, sensuale e invitante, e lo stesso accade con un primo piatto in parte selvaggio ma assolutamente delicato.
Libri e cibo alla Casa del Barolo
Il soffitto è un’antica volta di mattoni rossi. Qui sotto nasce il miracolo della buona conversazione. Finendo i primi, le parole dipingono la Torino anni Settanta descritta ne “La donna della domenica” di Fruttero & Lucentini (Mondadori, 1972, pp. 538). È ora di tirar fuori il taccuino e allungare la lista di libri da comprare. Il consiglio che aleggia sulle ultime gocce di Roero è di leggere questo pioniere dei gialli italiani per conoscere vizi e virtù della città, l’eredità che hanno lasciato quei giorni. Nel frattempo arriva il dolce. Solita spartizione della tavola: da un lato, tortino al cioccolato, dall’altro una delizia di nocciole in cui il sapore del frutto secco porta fino alle viscere del Piemonte. Sul primo si posa il velluto di un Barolo chinato (Azienda agricola G.D. Vajra, Barolo), sul secondo la garanzia di dolcezza e corposità di un Arcass Vendemmia Tardiva Vdt (Cascina Chicco, Canale).
La felicità come un sorso di vino
Ritornando verso piazza Bodoni per gli ultimi saluti, si sente il corpo di nuovo intero e vengono in mente ancora una volta le parole di Cole, pagina 149: “Mi resi conto di quanto fosse fugace il senso di felicità, e debole la sua fonte: un ristorante confortevole dopo essere stati sotto la pioggia, il profumo del cibo e del vino, una conversazione interessante, la luce soffusa che si posava sul ciliegio lucido dei tavoli. Ci voleva così poco per spostare l’umore da un livello a un altro, come muovere le pedine su una scacchiera”. E forse ha ragione nel dire che ci si sente un po’ meno felici se si realizza che quell’attimo di pace dura sempre troppo poco. Ma basterà il ricordo di una cena da favola, quel sapore che ogni tanto tornerà a farsi spazio nella mente, a far capire cosa è il senso di un per sempre.
Daniela Melis
“Florì” sabato 13 e domenica 14 aprile a Moncalieri
Sabato 13 e domenica 14 aprile prossimi, dalle 9.30 alle 19.00 entrambi i giorni, le eccellenze vivaistiche e agricole di Moncalieri e dintorni confluiranno nel programma della le prima edizione di “Florì”, una grande festa della Natura finalizzata a esaltare gli oltre 35 espositori e l’articolato programma di incontri, laboratori e degustazioni a tema green per un pubblico di ogni età. L’appuntamento è fissato in piazza Vittorio Emanuele II, nel cuore del centro storico del borgo di Moncalieri. La manifestazione è nata grazie alla collaborazione tra il Comune di Moncalieri e Orticola del Piemonte, già organizzatrice di manifestazioni florovivaistiche di rilevanza nazionale come FLOR, presso i Giardini Reali di Torino, FLOReal, presso la Palazzina di Caccia di Stupinigi, e Flor Bardonecchia. “Florì” sarà un’occasione per scoprire o riscoprire le eccellenze locali impegnate sul territorio, un tuffo nella bellezza dedicato a un pubblico di appassionati, famiglie, curiosi e amanti dei fiori e della vita all’aria aperta. Il P4esidio Slow Food del cavolfiore di Moncalieri, l’associazione ColtivABILE, il Birrificio Santatri e i laborator Brigida e il Podere La Cardinala saranno alcune delle importanti realtà che opereranno durante gli incontri e i laboratori, proponendo degustazioni guidate dei loro prodotti di punta. Lo “spazio bimbi” dedicato alle attività ludico-didattiche per l’infanzia, rappresenta un’apertura confortevole per ogni giovane famiglia.
“Sono ormai diversi anni che organizzo manifestazione florovivaistiche in Piemonte e a Moncalieri ho scoperto un territorio vocato per tradizione al florovivaismo e all’agricoltura, sede storica di importanti vivaisti e di grandi eccellenze agricole sia tradizionali che biologiche – Spiega Giustino Ballato, Presidente di Orticola del Piemonte – Florì nasce proprio con l’intento di valorizzare questi tesori che forse non tutti conoscono e che meritano di essere apprezzati. Sarà una grande festa aperta a un pubblico di ogni età dove la mostra – mercato composta da vivaisti, artigiani e agricoltori farà da splendida cornice a un programma di incontri, degustazioni approfondimenti e laboratori a tema green.”
“La nostra visione di una Moncalieri verde prevede non solo l’aumento delle piantumazioni, come abbiamo fatto a Santa Maria con più di duemila specie, e momenti di sensibilizzazione, ma anche giornate dedicate interamente al verde – aggiunge Alessandra Borello, Assessora all’Ambiente della Città di Moncalieri – Questo funziona soprattutto se guardiamo al territorio, alle eccellenze che vivono Moncalieri da secoli e che rivestono l’identità dei nostri spazi collinari, fluviali, rurali e cittadini, è qui che risiede la vera sostenibilità. Per questo siamo felici di iniziare la storia di “Moncalieri Florì”, che si aggiunge al Festival del Verde che tornerà con la sua seconda edizione a maggio”.
Mara Martellotta
Buono come un gelato, semplice come un piacere
Da Borello Supermercati troverete i gelati che vi accompagneranno in momenti di puro piacere ed inaspettata leggerezza, in cui anche i campioni come Charles Leclerc si ritrovano.
Quanti di noi, fin da piccoli, sono rimasti affascinati dal movimento ipnotico del gelataio che con la spatola estrae dal pozzetto il gelato per poi appoggiarlo con calcolata delicatezza sul cono; quasi come un pittore dosa il colore prima di applicarlo sulla tela. Charles Leclerc, pilota di Formula 1 è uno di questi o meglio, è uno di noi.

Un ragazzo che partendo dal suo debole per il gelato, lancia oggi un brillante progetto: il gelato ‘LEC – Why Resist?’ Il nome dice tutto, non solo per il rimando al cognome dello sportivo ma anche semplice, facile e ammiccante, così come lo spirito che ha messo in moto e guida il team di questa Start-Up.
Il desiderio iniziale di Charles era quello di aprire una gelateria ma il messaggio che il brand veicola ha fatto in modo che il progetto prendesse un’altra forma, aiutato anche da personalità importanti del settore come Guido Martinetti e Federico Grom e altri professionisti con esperienze in aziende leader. Così LEC arriva nei reparti surgelati e così nelle nostre case, facendosi portatore non solo di un messaggio di auto-indulgenza rispetto al cibo di cui non riusciamo a privarci ma anche di semplice bontà.
Infatti, gli ingredienti scelti per le 5 proposte di gelato variano dai grandi classici, ai più libidinosi e contemporanei ma tutti con un comune denominatore: il desiderio che la bontà possa far parte di uno stile di vita sano ed equilibrato, l’emozione di gustare un dolce senza pensieri, godendosi il gusto e la consistenza di un dolce antico ma sempre attuale come il gelato.
LEC lo troverete nei supermercati ma non esposti in categorie specifiche come high protein, senza lattosio, zero zuccheri, saranno tra i barattoli di quei gelati che sono semplicemente buoni e che arricchiscono l’assortimento ed i momenti di chi desidera godersi il qui e ora senza pensare a calorie ed a possibili rimorsi. Allora “perché resistere?” da Borello Supermercati troverete i gelati che vi accompagneranno in momenti di puro piacere ed inaspettata leggerezza, in cui anche i campioni come Charles Leclerc si ritrovano.
Eleonora Persico