ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 93

Fondazione Crt aumenta gli stanziamenti a 65 milioni

  • Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale (DPP) che rafforza la missione a supporto del territorio e apre a nuove progettualità con un incremento dei fondi
  • Presidente Palenzona: “Mettiamo in campo maggiori risorse per ridurre la forbice delle disuguaglianze e creare nuove opportunità di crescita”
  • Approvato all’unanimità e in via definitiva anche il nuovo Statuto

 

 

Torino, 30 ottobre 2023 – Salgono a 65 milioni di euro (+8,3% rispetto ai 60 milioni del 2023) le risorse che la Fondazione CRT, guidata dal Presidente Fabrizio Palenzona, metterà complessivamente in campo nel 2024 a supporto della propria missione strategica per lo sviluppo dei territori.

Il Documento Programmatico Previsionale (DPP) per il prossimo anno, approvato oggi all’unanimità dal Consiglio di Indirizzo, consolida e rafforza l’attuale quadro di attività della Fondazione in ambito culturale, sociale, dell’istruzione e della ricerca e, nel contempo, apre a modalità innovative di intervento in una prospettiva pluriennale e lungo tre traiettorie in particolare: investimento sui giovani, valorizzazione delle eccellenze della filiera agroalimentare, tutela dell’assetto idrogeologico.

I risultati della gestione ordinaria di bilancio superiori agli anni scorsi consentiranno alla Fondazione CRT di potenziare l’impatto generato direttamente e attraverso i propri bracci operativi per ridurre la forbice delle disuguaglianze sociali e delle povertà e creare nuove opportunità di crescita per il territorio”, dichiara il Presidente della Fondazione CRT Fabrizio Palenzona.

In una logica di gruppo che ricomprende tutti i propri enti strumentali, la Fondazione CRT conferma anche per il 2024 lo stanziamento di 5 milioni di euro per i programmi di innovazione tecnologica, di promozione dell’arte e dell’inclusione portati avanti dalle OGR Torino, con l’obiettivo di far crescere il capitale culturale, sociale ed economico del territorio.

Toccano quota 8 milioni (+77,8% rispetto ai 4,5 milioni del 2023) le risorse per la sperimentazione di interventi con modalità innovative tramite la Fondazione Sviluppo e Crescita CRT e la Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, che potrà riposizionare la propria attività con il coinvolgimento dell’intero territorio. Inoltre, sempre a partire da un approccio metodologico innovativo, la Fondazione CRT lavorerà su tre direttrici di sviluppo progettuale a carattere intersettoriale e con una possibile evoluzione pluriennale:

  • il potenziamento e la messa a fattor comune delle iniziative di promozione e diffusione delleeccellenze agroalimentari ed enogastronomicheregionali, con una componente di ricerca e sviluppo che valorizzi l’apporto delle istituzioni accademiche specializzate;
  • il supporto a progetti di investimento di lungo periodo per latutela dell’assetto idrogeologicodel territorio, l’efficientamento della gestione delle acque e la salvaguardia delle risorse idriche, in collaborazione con le strutture di ricerca come gli atenei e il CNR, gli enti locali e le agenzie pubbliche di riferimento;
  • l’investimento sullefasce più giovani della popolazione, attraverso interventi ad ampio spettro capaci di intersecare welfare, istruzione, cultura: dal supporto alle famiglie con figli in età prescolare al rafforzamento dell’offerta formativa nel ciclo dell’obbligo, dal contrasto alla dispersione scolastica al potenziamento della coesione delle comunità nell’ottica di una sempre maggiore apertura e inclusione.

Aumentano a 57 milioni gli stanziamenti previsti per le tre aree di intervento della Fondazione CRT – Welfare e Territorio, Arte e Cultura, Ricerca e Istruzione – che, come gli anni scorsi, includono anche il contributo di 5 milioni per le OGR Torino.

Nello specifico, 18 milioni saranno impegnati per costruire anche con il Terzo Settore risposte sempre più mirate alle esigenze sociali del territorio, per un impatto maggiore sui fronti della disabilità, della povertà educativa ed economica, della cura dell’infanzia e delle famiglie, del servizio di trasporto sanitario di emergenza, della salvaguardia dell’ambiente. La Fondazione CRT porterà avanti le progettualità a regia propria per l’inclusione (anche con il coinvolgimento di mondi sempre più ampi della società civile, compreso il settore profit) e per il miglioramento della qualità della vita delle persone con disabilità, delle loro famiglie e delle comunità. Continuerà a presidiare due ambiti particolarmente critici, quali il contrasto della povertà educativa minorile e della povertà economica: il primo attraverso la partecipazione all’apposito Fondo nazionale e in collaborazione sempre più stretta con le altre 13 fondazioni riunite nella Consulta del Piemonte e della Liguria; il secondo tramite la Fondazione Anti Usura La Scialuppa CRT Onlus, con un rafforzamento della sua rete periferica e la strutturazione di un rapporto organico con le realtà del microcredito sociale. Insieme alla Fondazione Ulaop CRT Onlus, focalizzata sulla cura dell’infanzia e il supporto alla genitorialità, continuerà a dialogare con il territorio per la rilevazione dei bisogni delle famiglie, favorendo la costruzione dei servizi loro dedicati in ambito sociale, educativo, culturale e ricreativo, e sperimentando nuovi modelli organizzativi co-progettati con le istituzioni locali per conciliare i tempi di vita-lavoro. Proseguirà inoltre nel sostegno al sistema del trasporto sanitario di emergenza e della protezione civile e promuoverà il territorio con partenariati strategici a livello europeo e internazionale.

17 milioni saranno allocati per rafforzare il comparto della cultura attraverso il sostegno alle istituzioni museali, alle attività espositive e al sistema dell’arte contemporanea, la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio artistico, architettonico, storico e paesaggistico per una più ampia fruibilità pubblica dei beni, il rilancio dello spettacolo dal vivo, puntando al coinvolgimento di artisti emergenti e incoraggiando gli operatori del settore ad adottare soluzioni per promuovere la più ampia integrazione e inclusione sociale.

17 milioni supporteranno le attività educative e formative a tutti i livelli (dalla scuola primaria al post-laurea), la ricerca scientifica e tecnologica, il Fondo per la Repubblica Digitale promosso da Governo e Acri, il sistema territoriale degli Atenei (Università di Torino, Politecnico sedi di Torino e Mondovì, Università del Piemonte Orientale, Università di Scienze Gastronomiche e Università della Valle d’Aosta). Sarà ampliata l’offerta di attività di doposcuola e centri estivi con particolare attenzione alle esigenze di bambini e ragazzi fragili e al disagio giovanile, e le progettualità della Fondazione CRT dedicate ai talenti evolveranno anche nella direzione della formazione professionale.

Confronto DPP 2023 – DPP 2024    
Aree di Intervento DPP 2023 DPP 2024 variazione var. %
Welfare e Territorio 17.500.000 18.000.000 500.000 2,9%
Arte e Cultura 16.500.000 17.000.000 500.000 3,0%
Ricerca e Istruzione 16.500.000 17.000.000 500.000 3,0%
OGR-CRT (*) 5.000.000 5.000.000
Totale 55.500.000 57.000.000 1.500.000 2,7%
Modalità innovative 4.500.000 8.000.000 3.500.000 77,8%
 

TOTALE GENERALE

 

60.000.000

 

65.000.000

 

5.000.000

 

8,3%

(*) In entrambi gli anni, il contributo di 5 milioni a sostegno delle OGR Torino è ripartito contabilmente sulle tre aree con questa modalità: 2 milioni sull’area Arte e Cultura, 2 milioni sull’area Ricerca e Istruzione, 1 milione sull’area Welfare e Territorio

Alla presenza del notaio Remo Maria Morone, il Consiglio di Indirizzo ha approvato in via definitiva all’unanimità anche il nuovo Statuto, dopo l’interlocuzione con l’Organo di Vigilanza – il MEF – che ha sostanzialmente confermato il testo varato lo scorso 28 luglio.

Il nuovo Statuto, maggiormente coerente con l’attuale scenario di operatività della Fondazione, è ispirato dai valori dell’etica, parità di genere, trasparenza e inclusione. Vengono rafforzati i principi di indipendenza e terzietà dell’ente così come dei componenti degli Organi, sottolineando il ruolo di garante del Presidente, e viene introdotta una modifica nella composizione del Consiglio di Indirizzo: i Consiglieri, eletti attraverso il metodo democratico delle terne, passano infatti da 18 a 22, per assicurare un migliore equilibrio territoriale, garantire la presenza di un esponente qualificato del Terzo Settore, valorizzare il sistema universitario e aumentare le opportunità di cooptare personalità di chiara e indiscussa fama.

Il MEF ha confermato la validità del percorso di revisione e aggiornamento dello Statuto, e con l’approvazione definitiva di oggi da parte del nostro del Consiglio di Indirizzo potremo lavorare sempre più e sempre meglio per diventare motori di sviluppo sociale al servizio della collettività”, afferma il Presidente Palenzona.

Banco Alimentare, crescono le richieste di aiuto

Sono sempre di più le persone in povertà assoluta nel nostro Paese: si contano infatti oltre 5,6 milioni di individui secondo i dati ufficiali diffusi dall’Istat sul 2022 (9,7% in crescita dal 9,1% dell’anno precedente). Siamo di fronte a un fenomeno strutturale e in significativo aumento, visto che solo 15 anni fa riguardava appena il 3% della popolazione. Un dato che per l’anno in corso è preoccupante: Banco Alimentare già oggi registra un incremento di richieste di aiuto di oltre 50mila persone.

In tutta Italia sono oltre 7.600 le organizzazioni partner territoriali convenzionate con Banco Alimentare (mense, centri di accoglienza, case-famiglia, etc.) che offrono aiuto alimentare a 1.750.000 persone in difficoltà. Nel 2022 Banco Alimentare ha fatto arrivare loro oltre 110.000 tonnellate di alimenti.

Ricordiamo, a questo proposito, l’importante aiuto che arriva ogni anno sotto forma di donazione di alimenti durante la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare (quest’anno sabato 18 novembre), quando le persone vanno a fare la spesa e acquistano anche qualcosa da donare a chi è in difficoltà.

Il presidente del Banco Alimentare del Piemonte, Salvatore Collarino, interviene: “A fronte della conferma avuta dai dati Istat rispetto alla povertà e all’aumento del bisogno, che è massimo e di cui abbiamo prova concreta anche sul territorio piemontese, cresce la necessità che le istituzioni facciano la loro parte. Le dichiarazioni sul rifinanziamento del Fondo Nazionale non aprono, in questo senso, una prospettiva di particolare conforto”.

“Da parte nostra – continua Collarino – la volontà è quella di continuare a sostenere 109.757 persone in difficoltà nella nostra Regione, attraverso la collaborazione con le 568 associazioni partner diffuse su tutto il territorio. Con l’obiettivo di incrementare, soprattutto, la raccolta del fresco dal canale della GDO (Grande Distribuzione Organizzata), per continuare a migliorare la qualità e la varietà dei prodotti distribuiti. Fondamentale è anche il contributo che può arrivare dai singoli cittadini: rinnovo l’invito a partecipare, sabato 18 novembre, alla Giornata Nazionale della Colletta Alimentare”.

Sicurezza nelle scuole del Piemonte. Dalla Regione in arrivo quasi sei milioni di euro

INTERVENTI STRAORDINARI DI EDILIZIA SCOLASTICA: 5 MILIONI E 820 MILA EURO
Stiamo al fianco di sindaci e comunità con sostegni concreti e immediati. Lavoriamo per rendere le scuole sicure e confortevoli e le nostre comunità, anche le più piccole e isolate, non devono essere lasciate sole a gestire le emergenze. La sicurezza a scuola è stato sempre un tema prioritario nel corso del mio mandato e, consapevole delle difficoltà che spesso vivono le piccole amministrazione comunali nel poter far fronte agli imprevisti senza compromettere i bilanci comunali, ho istituito il “fondo di emergenza per l’edilizia scolastica”, riconfermato fino al 2025, e abbiamo stanziato il doppio delle risorse per l’affitto di container per far proseguire le lezioni anche in situazioni di chiusura straordinaria delle scuole”. Così l’Assessore all’Istruzione e Merito della Regione Piemonte Elena Chiorino, a seguito dell’approvazione da parte della Giunta regionale dello stanziamento di oltre 5,8 milioni di euro dedicati a finanziare interventi straordinari di edilizia scolastica per ripristinare la sicurezza di edifici pubblici che ospitano scuole statali dell’infanzia, scuole primarie e secondarie di 1° e 2° grado.  Le risorse vengono messe a disposizione per quei casi particolari in cui, a causa di eventi imprevedibili, l’agibilità degli edifici scolastici o di parte di essi sia compromessa. Per accedere al contributo, tale condizione deve essere accertata da un provvedimento ufficiale, come una dichiarazione di inagibilità o un’ordinanza di chiusura parziale o totale dell’edificio da parte dell’autorità preposta.
GLI INTERVENTI
Possono essere finanziati gli interventi non compresi nella programmazione regionale vigente al momento della presentazione della domanda, i progetti già candidati ma non finanziati in precedenti bandi, nel caso in cui le condizioni di criticità dell’edificio si siano aggravate in modo tale da determinarne l’inagibilità in un momento successivo; anche il completamento di interventi già finanziati è ammissibile nel caso in cui permanga l’inagibilità della scuola e non sia stato possibile completare i lavori a causa di eventi imprevisti e imprevedibili che hanno modificato le condizioni di contesto o determinato un aumento del costo dell’intervento. In tutti i casi si dovrà garantire il ripristino delle condizioni di sicurezza, agibilità e staticità dell’intero edificio secondo quanto previsto dalla normativa vigente.
LE CONDIZIONI DEL BANDO
Ogni ente potrà presentare una sola richiesta di contributo, anche in assenza di un progetto di fattibilità tecnico-economica, ma in possesso della verifica di vulnerabilità sismica dell’edificio. L’importo del progetto deve essere superiore a 100 mila euro e il contributo massimo concedibile sarà calcolato in funzione dei mq oggetto di intervento, nel limite previsti dalla norma. La richiesta di contributo non può essere legata ad un evento accaduto oltre 12 mesi prima della presentazione della domanda.
Il bando per la richiesta del finanziamento sarà pubblicato a breve sul sito della Regione Piemonte alla pagina https://bandi.regione.piemonte.it/contributi-finanziamenti/contributi-interventi-straordinari-edilizia-scolastica

Tavolo Animali & Ambiente: “Leggi più rigorose sulla caccia”

Corteo regionale di protesta contro la caccia selvaggia

Caro direttore, si è svolta sabato 28 ottobre a Torino la manifestazione “Fermiamo la caccia!” dove alcune migliaia di persone hanno sfilato per le vie della città per chiedere alle competenti autorità misure legislative più rigorose in materia di caccia. Il Corteo era organizzato dal Tavolo Animali & Ambiente che raggruppa le più importanti Associazioni ambientaliste e animaliste del Piemonte.

Negli ultimi mesi si è assistito, a livello sia nazionale che regionale, ad uno stillicidio di provvedimenti sfacciatamente a favore del mondo venatorio.

A luglio il Ministero dell’Ambiente ha approvato un Decreto contenente le norme per il contenimento della fauna selvatica: con la scusa di limitare le popolazioni di cinghiale si è, di fatto, concessa un’autorizzazione a sparare sempre e ovunque, anche nei parchi urbani e nella aree protette. E non solo ai cinghiali, ma anche ad altre specie per le quali sia possibile anche solo ipotizzare danni alle attività umane.

Si parla con sempre maggior insistenza della possibilità di abbattere lupi e orsi, basandosi sulla loro presunta pericolosità, ma dimenticando che stiamo parlando, almeno nel caso dell’orso, di specie a palese rischio di estinzione.

Più recentemente, il Governo, nell’ambito di una legge di natura finanziaria, ha elargito altre vergognose concessioni al mondo venatorio, quali ad esempio la possibilità di continuare ad usare munizioni di piombo (estremamente inquinanti e quindi potenzialmente dannose anche per l’uomo) nella maggior parte delle zone umide del Paese. Norma, questa, che è in palese contrasto con un Regolamento comunitario e che molto probabilmente ci costerà una ennesima procedura di infrazione, con salatissime sanzioni che saranno però pagate dalla collettività nel suo complesso. Le Regioni potranno poi ampliare i calendari venatori, estendendoli a specie e periodi in cui invece la caccia dovrebbe essere vietata. E poi ancora da segnalare il ridimensionamento del parere dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA: la massima autorità scientifica nazionale sulla fauna selvatica) e il depotenziamento della possibilità per le Associazioni ambientaliste di ricorrere ai TAR in caso di palese violazione delle norme presenti nei calendari venatori stilati dalle Regioni.

Né le cose vanno meglio a livello regionale. Nonostante precisi impegni, la Giunta Cirio, dal suo insediamenti, non ha fatto altro che accogliere le istanze del mondo venatorio, anche quelle più assurde e devastanti. Così sono state inserite 7 specie all’elenco di quelle cacciabili, tra cui molte in palese sofferenza se non addirittura a rischio di estinzione (quali per esempio l’allodola e la pernice bianca), è sparita la possibilità, per il proprietario di un fondo, di vietarvi la caccia, si è eliminato ogni limite per l’accoglimento di cacciatori provenienti da altre Regioni, si sono trasformate le aree contigue (ove la caccia è permessa solo ai residenti) in zone di salvaguardia, dove invece possono accedere cacciatori di qualsiasi provenienza.

Una situazione che non può più continuare. I cacciatori rappresentano una sparuta minoranza della popolazione e la loro attività è sempre più invisa alla cittadinanza. E’ quindi ora di smetterla con la sudditanza che il mondo politico dimostra nei confronti delle Associazioni venatorie e di tutto il settore economico che ruota intorno alla caccia.

Per il Tavolo Animali & Ambiente:

Piero Belletti – PRO NATURA Torino

Tavolo Animali & Ambiente – c/o SOS Gaia – Piazza Statuto, 15 10122 Torino

tel. 011 530 846 cell: 338 7196 000 www.animaliambiente.it – info@animaliambiente.it

Il Patto di Ostana tra Torino e i territori

 IL COMUNE DI TORINO TORNI A GUARDARE AI TERRITORI ED EVITI DI ESSERE PERIFERIA DI MILANO. CONFCOOPERATIVE E UNCEM APRONO LA STRADA NUOVA (E UNICA) DEL CAPOLUOGO PIEMONTESE

“Il patto di Ostana” è stato sancito ieri nel Comune della Valle Po tra il Comune di Torino, con l’Assessore cittadino Paolo Mazzoleni, Confcooperative e Uncem. Un accordo decisivo per dire come il capoluogo sta in relazione con i piccoli Comuni, con le montagne. Ostana è idealmente contenitore di tutti i 550 Comuni montani piemontesi e 3850 italiani. In Ostana ci stanno senza competizione o invidie, tutti i Comuni delle Valli. Che lavorano insieme negli ambiti territoriali, con le Unioni montane. Torino è, con il “Patto”, Città che al posto di guardare al suo interno, ai 15 minuti nel suo stretto perimetro, alle crisi delle periferie contrapposte alle magnifiche sorti delle ztl, si apre ai territori. Cosa che non ha fatto nel 2006. Ma non è fallito quel modello. Torino verso il 2050 non diventa periferia di Milano, isola del nord ovest, bensì sinergica con Ostana, Crissolo, Balme, Val di Chy, Garessio, Cantalupo Ligure, Angrogna, Pinasca. Non servono nuove leggi o finanziamenti. Mazzoleni, intervenendo a Ostana al Festival nazionale delle Cooperative di comunità, ha aperto a nuovi modi di abitare il territorio che nascono proprio dai paesi, non senza città. Insieme.

“Il Patto è stato formalizzato con Confcooperative e Uncem, organizzazioni che si occupano di imprese ed Enti locali, di come questi stiano nelle transizioni e nel cambiamento – affermano Marco Bussone, Presidente Uncem nazionale, e Roberto Colombero, Presidente Uncem Piemonte – E Torino deve accompagnare questo percorso, con nuovi flussi. Abbiamo chiesto a Mazzoleni di portare un messaggio chiaro al Sindaco Stefano Lo Russo, anche per mezzo di Francesco Tresso e Gianna Pentenero, assessori cittadini che ben conoscono questi temi. Apriamo la Sala Rossa per un giorno alle sfide di ‘Torino Città delle Alpi’, Capoluogo Alpino. Un dibattito schietto sull’unico futuro possibile per la città. Stare in sinergia e unità con Cuneo, Biella, Pinerolo, Ivrea, Saluzzo… e da qui aprire flussi nuovi di idee, processi, economie. La montagna è al centro di neopopolamento e cambiamento climatico. In questo binomio sta la chiave del patto. Per rendere Torino città dei territori, delle Alpi. Dobbiamo concretizzare la metromontanità”. Mazzoleni ha capito. Accanto a lui, con Bussone e Colombero, ad affermare il patto c’erano Sandro Durando e Massimiliano Monetti di Confcooperative, Giovanni Vetritto, Direttore generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Federico Bernini della Cooperativa Viso a Viso di Ostana, Silvia Rovere e Giacomo Lombardo, Sindaco e vice di Ostana, Antonio De Rossi, Politecnico di Torino. “Il suo nuovo Piano regolatore urbano – proseguono Colombero e Bussone – non può fermarsi alle mura amministrative. I confini vanno superati. In primis con i 40 Comuni della prima cintura. E poi con le valli. Sestriere o Bardonecchia non sono più e non devono essere proiezione ludica della Crocetta. Ala di Stura e Ostana, o Busca e Acceglio, non sono luoghi della wilderness della città solo perché rilasciano quasi gratuitamente acqua e perché i boschi assorbono Co2 prodotta nelle zone urbane. Quei servizi ecosistemici hanno un valore. Cambiamo dunque paradigma. Il patto con i territori va fatto, montagna e aree urbane sono sinergiche e non contrapposte, checché ci sia chi dice che monte e piano non si capiscono. Roba vecchia, del passato. Aree urbane e aree rurali e montane in tutta Europa stanno individuando sinergie. E così, in Sala Rossa, una prossima seduta sarà su montagne e città in sinergia. Il primo patto di questo genere in Europa, il primo Consiglio comunale torinese che dica che la strada è di unità e scambio con le valli alpine anche transfrontaliere. Oltre ogni ideologia. Concreto patto su imprese, trasporti, sanità, welfare, nuova economia, risorse ambientali, foreste. Torino sceglie nel Patto di Ostana l’unica via possibile per il capoluogo piemontese. I paesi delle Valli chiedono a Torino di essere sinergica forza di cambiamento con nuovo sguardo per le montagne, i paesi. Ove la forza di gravità non è solo dimensione sportiva da affrontare in velocità, ma assume ruolo politico per dire come le aree urbane, con tante povertà e ricchezze, non si chiudono nel loro confine. Torino vince ‘insieme’, dice il Patto di Ostana”.

Economia circolare: chiudere il cerchio tra risorse e rifiuti

Lunedì 30 ottobre 2023

Incontro con Antonella Pannocchia

Moncalieri, ore 17,30

Biblioteca civica Arduino, via Cavour 31

Pagina facebook @bibliomonc

Ridurre al minimo i rifiuti si può: alla biblioteca Arduino di Moncalieri il prossimo lunedì si parla di economia circolare. Si tratta di mettere in piedi un modello di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento, riciclo di materiali, per estendere il ciclo di vita di quanto si produce. E’ il focus dell’incontro in scaletta lunedì 30 ottobre. Interviene Antonella Pannocchia, già dirigente Arpa Piemonte, in dialogo con l’assessore alla Cultura Laura Pompeo. Appuntamento alle ore 17,30 alla biblioteca Arduino (via Cavour 31), ingresso libero fino ad esaurimento posti e diretta facebook.

Torino che cambia: area Ex Mercati Generali, approvato il Pec

Al via il piano per completare la trasformazione dell’area di via Giordano Bruno. La Giunta comunale,  su proposta dell’assessore all’Urbanistica Paolo Mazzoleni, ha approvato il Piano Esecutivo Convenzionato (P.E.C.) dell’ambito 12.24 “Mercati Generali”. Sarà l’occasione per contribuire al completamento e alla definizione di un nuovo utilizzo della struttura dell’Ex-Mercato Ortofrutticolo, trasferitosi negli anni ’80 fuori città.

L’area d’intervento individuata è quella relativa a via Giordano Bruno 159 e costituisce, per il vigente Piano regolatore, l’Unità Minima di Intervento della Zona Urbana di Trasformazione 12.24 “Mercati Generali”.

L’iter amministrativo era cominciato con la Variante urbanistica 227, approvata nel marzo del 2011, relativa ai due Ambiti 12.24 “Mercati Generali” e 16.33 “Guala” che aveva definito le modalità di trasformazione. Entrambi gli ambiti sono stati poi oggetto di vendita, attraverso una procedura di cartolarizzazione con asta pubblica.

Con il piano si avvia il percorso che porterà al completamento della riqualificazione di un’area strategica per lo sviluppo della città dove insistono l’insediamento commerciale e congressuale del Lingotto, le aree ferroviarie, il Villaggio Olimpico, frutto di lunga e complessa riconversione, gli investimenti infrastrutturali di accesso alla città, insediamenti come la sede Amiat e le nuova sede della Regione Piemonte e su cui sono in corso progettualità importanti come la complessa trasformazione dell’area ex-Avio tra via Nizza e la ferrovia e la realizzazione del futuro Parco della Salute.

La proposta progettuale, a prevalente destinazione residenziale, prevede la realizzazione di una serie di edifici sui bordi dell’area, con un profilo rettilineo, in particolare sul prolungamento di via Montevideo. L’articolazione degli edifici confermerà, al suo interno, un grande spazio verde a servizio dei numerosi nuclei familiari ed un ulteriore spazio aperto pensato come luogo di incontro per la nuova comunità. Sarà inoltre previsto un parcheggio pubblico in struttura che verrà realizzato tra le arcate dell’ex Moi e il perimetro sud dell’ambito del PEC e che sarà destinato alla mobilità sostenibile, alla sosta di veicoli elettrici e al transito ciclopedonale. Previsto qui anche un sistema di elementi di arredo urbano come aiuole verdi e sedute per agevolare la definizione dei limiti tra ambito pubblico e privato.

Tra le opere di urbanizzazione è previsto il prolungamento di via Montevideo fino a collegarla con via Zino Zini, consentendo così di razionalizzare e semplificare la viabilità di tutta la zona.

“L’approvazione dello strumento urbanistico- commenta l’assessore all’Urbanistica Paolo Mazzoleni– consentirà la futura trasformazione di un’area attualmente inutilizzata e deteriorata, garantendone la totale riqualificazione. Verrà realizzato un nuovo isolato residenziale, corredato da servizi per i cittadini e nuove aree pubbliche, intervenendo su un’area già consumata e garantendo la restituzione di nuovi spazi verdi fruibili e vivibili alla cittadinanza”.

Nell’ambito è presente, nella parte del sottosuolo adiacente a via Giordano Bruno, anche un rifugio antiaereo, di cui la Città manterrà la proprietà per preservarne il valore storico. Dopo un confronto con la Soprintendenza ai Beni Architettonici e Culturali in merito si è infatti deciso di non intervenire sulla struttura del Rifugio che sarà mantenuto nello stato attuale.

PAC e monosuccessione colturale, interviene Confagricoltura Piemonte

 

“Il divieto è un ostacolo per l’economia reale e per le attività delle imprese”

 

Anche alla luce delle recenti vicende politiche di carattere internazionale, Confagricoltura Piemonte esprime preoccupazione e perplessità sul divieto previsto dalla nuova PAC di coltivare nello stesso terreno, per due anni consecutivi, lo stesso prodotto, per ragioni di tutela ambientale e sostenibilità.

 

Riteniamo che tale divieto sia fortemente penalizzante per gli imprenditori agricoli e per il Made in Italy in generale” dichiara il presidente Enrico Allasia e precisa “In un Paese in cui il contesto culturale e alimentare è profondamente diverso tra nord e sud, applicare indistintamente l’avvicendamento colturale comporta notevoli difficoltà socio – economiche”.

 

Ad essere coinvolte in prima linea in Piemonte sono le filiere cerealicole – foraggere e a cascata la zootecnia, per la quale tali coltivazioni sono prettamente destinate (si pensi che nel 2022 la superficie totale di mais, in Regione, è stata pari a 130.420 ettari).

 

Confagricoltura Piemonte sottolinea come questa PAC sia sempre meno orientata al mercato: in un quadro segnato da grandi incertezze, l’Italia, forte delle sue tradizioni, costituisce un modello per i Paesi del Mediterraneo e, in un’ottica di aumento della popolazione e di lotta contro la fame, ha grandi potenzialità per incrementare la sua capacità produttiva. “Si tratta in primis di sicurezza e qualità alimentare: vanno rispettate pedissequamente tutte le regole sulle importazioni, soprattutto da quei Paesi come il Brasile per la soia, la Turchia per il grano e l’India per il riso, che si sono affacciati ai nostri mercati come novelli esportatori”.

 

“È poi una questione di indipendenza alimentare: è fondamentale la salvaguardia del potenziale produttivo agricolo italiano, lasciando l’imprenditore libero di scegliere, valutare cosa sia più conveniente fare, anche dal punto di vista agronomico, oltre che da quello meramente economico” fa notare Allasia.

Sulla delicata questione, Confagricoltura Piemonte ha raccolto le perplessità dagli imprenditori agricoli riguardo le semine del 2024, incerte a causa del vincolo di lasciare il 4% di un terreno a riposo: quest’operazione comporta una perdita economica per l’agricoltore, che oltretutto su quella porzione paga le tasse. Così come le pratiche di sovesciamento che prevedono coltivazioni intermedie, che non vengono portate a fine ciclo ma arate e sotterrate prima della maturazione, garantendo sì al terreno un apporto di azoto e sostanze organiche utili alla coltura successiva ma non portando alcun beneficio economico per l’agricoltore, dal momento che quella produzione non viene né raccolta, né tantomeno venduta.

“Piste” forestali, si valuta la gestione comunale

In Consiglio regionale in quinta Commissione le modifiche alla legge per la tutela del patrimonio naturale e ambientale.

Le piste forestali, vale a dire viottoli e stradine tracciati all’interno dei boschi, potrebbero essere gestiti direttamente dai Comuni. È stato detto in quinta Commissione, presieduta da Angelo Dago, dove si è svolta la discussione generale sulla proposta di legge che intende modificare le norme per la conservazione del patrimonio naturale e dell’assetto ambientale.

Il presidente ha infatti chiesto un tavolo informale di lavoro con l’assessorato sui vari temi toccati dalla Pdl e, in particolare, “sul trasferimento delle competenze ai Comuni nella gestione delle piste forestali”.

Silvana Accossato (Luv) si è detta “preoccupata per la sostenibilità ambientale delle deroghe, previste dal testo, a favore di manifestazioni motoristiche in percorsi fuoristrada”, oltre che per la reale capacità di gestione dei piccoli comuni di tematiche così delicate.

Carlo Riva Vercellotti ha chiesto di completare l’articolato con una norma che “richiami le finalità della legge e promuova una semplificazione delle leggi regionali che regolano l’accessibilità alle strade e piste ad uso agro-silvo-pastorale e sui percorsi fuoristrada.”

Secondo Valter Marin (Lega) la proposta in discussione è necessaria per aggiornare la legge del 1982, sebbene rimanga una buona legge in un ambito complesso e delicato. È importante dare più autonomia di scelta ai singoli comuni per responsabilizzarli sulle scelte di un territorio che ben conoscono.

Federico Perugini (Lega), primo firmatario del provvedimento, si è dichiarato disponibile a lavorare sugli emendamenti, tenendo conto delle osservazioni arrivate dalle consultazioni, dal Cal e dall’assessorato. “Vogliamo un testo di buon senso per contemperare la tutela del territorio e l’autonomia dei Comuni, evitando il rischio di impugnativa”.

Sono stati nominati relatori del provvedimento PeruginiAccossato e Sean Sacco (M5s).

Intelligenza artificiale, rischi e vantaggi

Se ne discute martedì 14 novembre in piazza dei Mestieri alla presenza di  Carlo Giacometto e Claudia Porchietto

Obiettivo Piemonte presenta il libro dal titolo “INTELLIGENZA ARTIFICIALE E NOI? UNA SFIDA ALLA NOSTRA UMANITÀ”. La sede di presentazione sarà Piazza dei Mestieri,  in via Jacopo Duranti nella Sala Polifunzionale, martedì 14 novembre alle ore 18.30.

Parteciperanno Carlo Giacometto, presidente di Obiettivo Piemonte, Claudia Porchietto, presidente diSmartCommunitiesTech, Antonio Palmieri, Fondatore e presidente Fondazione Pensiero Solido. Moderatrice la giornalista Cinzia Gatti.

Si tratta di una raccolta di venticinque contributi chiari e comprensibili a tutti, testi brevi, che focalizzano i punti chiave del rapporto tra l’uomo e l’intelligenza artificiale. Pensatori laici e religiosi, accademici,  ricercatori, esponenti  delle grandi aziende tecnologiche, ricercatori sociali,  tecnologi, imprenditori, professionisti e manager si sono confrontati su questo tema rispondendo a domande quali il modo in cui possiamo orientarci tra scenari apocalittici e concezioni salvifiche della tecnologia. Ci si è  interrogati anche sul modo di capire potenzialità e rischi dell’intelligenza artificiale.

Mara Martellotta