ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 764

Polveri sottili e mortali

Nel 2013 abbiamo respirato l’aria migliore da qualche decennio a questa parte. Ma l’ esposizione alle polveri prodotte dai veicoli, dalle industrie e dagli impianti di riscaldamento, anche al di sotto degli attuali limiti permessi dalle leggi in vigore, si può rivelare molto nociva

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Il dato confortante è che nell’anno da poco concluso abbiamo respirato l’aria migliore da qualche decennio a questa parte, qui a Torino. Lo annuncia l’Arpa – agenzia regionale per l’ambiente, che – per la prima volta – ha verificato concentrazioni di Pm10 (polveri sottili) sotto i limiti di legge: la media annua è stata di 38 microgrammi al metro cubo, rispetto ai 40 imposti dall’unione europea. Ecco, invece, la notizia decisamente funesta. E’ stato dimostrato per la prima volta che l’esposizione prolungata alle polveri prodotte dagli scarichi di veicoli, dalle industrie e dagli impianti di riscaldamento, anche al di sotto degli attuali limiti permessi dalle leggi in vigore in Italia e nella l’Unione Europea, si può rivelare più nociva e mortale di quanto si immaginasse.

Il dato inquietante emerge dal nuovo studio pubblicato sulla  rivista internazionale Lancet: Sono stati presi in esame 360.000 residenti in grandi città di 13 Paesi europei. Per l’Italia  lo studio si è svolto a Torino dal Centro per l’Epidemiologia e la Prevenzione oncologica in Piemonte della Città della Salute e della Scienza – Università di Torino (coordinato dalla dottoressa Claudia Galassi), a Roma e a Varese.

Hanno collaborato altri enti tra cui le Agenzie ambientali dell’Emilia-Romagna e del Piemonte. I risultati dimostrano che il particolato fine è l’inquinante più dannoso. Del resto, per quanto riguarda la nostra città, le notizie poco incoraggianti erano giunte già qualche mese fa con la mappa redatta lo scorso ottobre dall’ Organizzazione Mondiale della Sanità.  Prende in considerazione 1100 città in tutto il mondo: le  più inquinate. Per l’Italia, delle 30 città considerate, la peggiore sembra essere proprio Torino (nonostante le più recenti rassicurazioni dell’Arpa) , seguita da Milano e Napoli. Più nel dettaglio, lo studio dell`OMS mostra le emissioni di particolato in tutto il mondo, e precisamente il PM10 e il PM2,5, cioè il particolato sottile rispettivamente del diametro di 10 micron e 2,5 micron. I dati esaminati riguardavano il periodo 2003-2010 e le relative misurazioni degli agenti inquinanti effettuate con strumenti ufficiali in ogni città.

 Dalla mappa si evince che la situazione migliore  si trova in Nordamerica, e in particolare  negli Stati Uniti dove, fatta salva qualche eccezione, i puntini sono tutti verdi: l`inquinamento medio è inferiore ai 20 microgrammi per metro cubo. Piuttosto bene anche l`Europa. Invece la situazione più preoccupante, a livello mondiale, è riscontrabile in Medio Oriente e nei Paesi meridionali dell’Asia dove il carbone è ancora la principale fonte energetica e dunque le emissioni sono maggiori. In Italia non si supera mai il livello più preoccupante, i 71 mg/m3, almeno nelle 30 città considerate.  Dicevamo che in Italia la città più inquinata è Torino, il cui livello medio è di 47 microgrammi per metro cubo, seguita da Milano e Napoli con 44. Le migliori invece sono Genova, Cagliari e Livorno. (Nella foto di green report.it, l’inquinamento in pianura padana visto dal satellite)

Riaperto l’Anello Verde tra Cartman e Reaglie

L’intervento ha permesso di recuperare due punti panoramici molto suggestivi su Superga, di effettuare una pulizia delle aree circostanti e di ripristinare la cartellonistica direzionale

 

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Un paradiso naturale al confine con la metropoli: Torino offre anche questo. E’ il cosiddetto “Anello Verde”, il lungo sentiero che attraversa la Collina torinese sotto Superga, un percorso molto amato dagli escursionisti che ogni estate si arrampicano in collina alla ricerca di natura e di vedute sulla città. Si tratta di un vero e proprio sistema del verde che unisce fiumi e collina in un complesso continuo e omogeneo di sentieri e verde attrezzato, valorizzando la naturalità dell’ambiente.

L’anello completo misura circa 33 km, con dislivello totale in salita di 500 metri circa (contando i dislivelli del percorso, con tratti in salita e tratti in discesa, si arriva a circa 800 metri totali). Persone in buone condizioni fisiche possono percorrerlo in 2 giorni, con possibilità di pernottamento presso la foresteria di Superga. Gli anelli ridotti, con partenza o arrivo alla chiesa della Madonna del Pilone, misurano circa 19 km e possono essere percorsi in 1 giorno da persone allenate. Per ridurre le lunghezze dei percorsi è possibile utilizzare i mezzi pubblici che percorrono la collina.

L’assessore comunale all’Innovazione e all’Ambiente Enzo Lavolta ha inaugurato di recente il sentiero che collega la valle di Reaglie con la valle del Cartman, distrutto nel 2007 da una “bomba d’acqua” che trascinò a valle una grande massa di terra; evento che, per fortuna, non causò danni alle persone. La frana interruppe l’Anello. L’intervento dei tecnici municipali del Servizio Grandi Opere del Verde ha rimesso in funzione circa 800 metri di pista percorribile anche in bicicletta, con interventi di ingegneria naturalistica per un costo totale di 200mila euro.

Oltre al sentiero l’intervento ha permesso di recuperare due punti panoramici molto suggestivi su Superga, di effettuare una pulizia delle aree circostanti e di ripristinare la cartellonistica direzionale dell’Anello Verde. Altri importanti lavori effettuati: la pulizia dei torrenti, rimessi in grado di drenare l’acqua piovana, e la dismissione di una rete di alta tensione con la rimozione di alcuni tralicci. Sul sentiero si affaccia Villa Ottolenghi, una dimora storica oggi ristrutturata.

(Foto: Città di Torino – Verde pubblico)

Al cimitero Parco uno spazio per le sepolture dei Baha’i d’Italia

La Fede Bahá’í è la più giovane fra le religioni indipendenti del mondo. Il suo fondatore, Bahá’u’lláh (1817-1892) è considerato dai Bahá’í il più recente nella successione di Messaggeri di Dio che trova la sua origine molto prima dei tempi storici

 

fedeLa Città di Torino ha assegnato una porzione di un campo del Cimitero Parco alla Fondazione dell’Assemblea spirituale nazionale dei Baha’i d’Italia per la sepoltura di persone professanti tale culto. L’assegnazione è a titolo oneroso – il canone annuo ammonta a 1 euro al metro quadrato – e dura 99 anni. Lo ha deciso oggi la Giunta comunale, su proposta dell’assessore Stefano Lo Russo.

 

Alla comunità religiosa viene assegnata una parte dei campi 43-44, destinati ad ospitare le comunità religiose diverse da quella cattolica, sulla base di una delibera del gennaio scorso che intende accogliere le esigenze delle numerose comunità straniere di diverso credo religioso che oggi sono parte integrante della comunità torinese.

 

 

La Fede Bahá’í è la più giovane fra le religioni indipendenti del mondo. Il suo fondatore, Bahá’u’lláh (1817-1892) è considerato dai bahá’í il più recente nella successione di Messaggeri di Dio che trova la sua origine molto prima dei tempi storici e che include Abramo, Mosè, Budda, Krishna, Zoroastro, Cristo e Muhammad.

 

Il tema centrale del messaggio di Bahá’u’lláh è che l’umanità è una sola razza essendo venuto il giorno della sua unificazione in una società globale. Dio, dice Bahá’u’lláh, ha messo in movimento forze storiche che stanno sopprimendo le tradizionali barriere di razza, classe, credo e nazione e che creeranno nel tempo una civiltà universale. La sfida principale che contrasta le genti del mondo è di accettare il fatto della loro unicità e di sostenere il processo di unificazione.

L’Islam a Torino è un mondo plurale

“Alcune realtà non dispongono di una sede stabile, come per i muridi senegalesi, che affittano una ex-palestra oppure i locali della Galleria d’arte moderna. E c’è persino chi, come i Giovani Musulmani d’Italia, utilizza per i propri incontri la sede della sezione di un partito politico”. Uno studio del Centro Interculturale – Città di Torino

 

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Sul sito ufficiale della Città, www.comune.torino.it, ampie sezioni sono dedicate alle culture e alle fedi che popolano Torino. Particolarmente documentati e interessanti gli interventi di Javier Gonzàlez Dìez, antropologo e ricercatore presso il Centro Interculturale  di Corso Taranto 160, incentrati sulle religioni presenti in città.  A proposito del mondo islamico torinese lo studioso cita due importanti ricerche sociologiche (Garelli 2001, Negri e Scaranari Introvigne 2005), dalle quali emerge la consistenza dell’islam a Torino: “ci sono almeno nove luoghi di preghiera – scrive Gonzàlez Dìez – la maggior parte dei quali con relativi annessi (scuole coraniche, spazi per incontri). Sono poi ormai innumerevoli i tipi di locali che girano intorno a quest’ambito, come per esempio le macellerie islamiche. Gli studi condotti a Torino  fanno luce anche su un altro aspetto del mondo islamico che molto spesso viene sottovalutato o disconosciuto: la sua forte eterogeneità interna. L’islam, infatti, è ben lontano dall’essere una realtà uniforme e presenta al proprio interno tratti molto diversi. Proprio per questo molti autori tendono a parlare di un “islam plurale” più che di un unico islam”.

 

Lo studio del Centro Interculturale prende poi in esame le sale di preghiera esistenti in città, spesso collegate con associazioni transnazionali islamiche: Fratelli Musulmani nelle varie correnti, salafiti e wahhabiti. La composizione etnica è diversificata ma i marocchini sono il gruppo predominante. L’ islam senegalese è probabilmente l’unico ad avere una forte base etnica ed è presente con le tradizionali confraternite, in primis quella muride.

 

“Le comunità islamiche di Torino non dispongono di vere e proprie moschee nel senso tradizionale del termine – spiega ancora Gonzàlez Dìez ma spazi di culto allestiti nei locali più vari, da scantinati a capannoni ad altro tipo di edifici. Alcune comunità non dispongono ancora di una sede stabile, come è il caso dei muridi senegalesi, che affittano ad ore il locale di una ex-palestra oppure, nelle occasioni più importanti, i locali della Galleria d’arte moderna e contemporanea. E c’è persino il caso di chi, come l’associazione dei Giovani Musulmani d’Italia, utilizza per i propri incontri, anche di preghiera, la sede della sezione di un partito politico.  I luoghi di culto delle comunità islamiche sunnite sono prevalentemente concentrati in due quartieri, San Salvario e Porta Palazzo, che sono anche i quartieri che, secondo i dati dell’Osservatorio Interistituzionale sugli Stranieri in Provincia di Torino, registrano una più alta concentrazione di immigrati maghrebini. Un dato interessante emerge dalle ultime ricerche: è che soltanto una piccola parte dei potenziali “islamici” residenti a Torino frequenta le sale di preghiera, percentuale che lo studio di Negri e Scaranari Introvigne (2005) colloca intorno al 4% nei periodi normali e intorno al 7% durante il periodo di ramadan. Questa cifra, pur tenendo in conto la mancanza delle donne, che raramente frequentano le sale di preghiera e il fatto che le preghiere si celebrano di venerdì, giorno lavorativo, appare comunque molto bassa e ci illustra la differenza cui accennavamo prima fra una presenza religiosa “potenziale” e una “reale”.

 

Il modo di porsi a livello locale dell’islam a Torino è – secondo lo studio – condizionato dal trovarsi in un contesto sociale diverso da quello di origine. Si evidenziano, inoltre, spinte verso l’esterno che puntano a meglio codificare la presenza islamica nella nostra società. “Questo è per esempio ciò che viene esemplificato dal caso dell’associazione dei Giovani Musulmani d’Italia – si legge ancora nel lavoro del Centro Interculturale – che è stato oggetto di una delle nostre ricerche, all’interno della quale è molto presente il tema della costruzione di ciò che viene definito un “Islam italiano”. Questo dovrebbe essere una realtà che adegui i propri contenuti alla società italiana. Ci sembra importante segnalare in questa ricerca come la presenza islamica sia oggetto di maggiori dibattiti, interni ed esterni, di quanto non lo siano le altre comunità religiose di immigrati in Piemonte e come ci sia una tendenza a voler semplificare la questione senza considerare proprio la natura “plurale” ed eterogenea del mondo islamico a Torino”.

 

www.comune.torino.it

 

Il medium tessile nell’arte

Funzione e decorazione, design e arte, tradizione e modernità: tra questi diversi poli si muovono gli artisti in mostra per riflettere sull’immagine e sul materiale stesso come concentrazione di tensioni e simboli differenti

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La mostra collettiva “Soft Pictures” alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino è dedicata all’uso del medium tessile nell’arte contemporanea. Storicamente, posto al confine tra arti liberali e arti applicate, il tessuto era usato come materiale per creare immagini artistiche; oggi il concetto, nelle sue molteplici valenze, storiche, politiche, sociali e simboliche, è ripreso nell’esposizione curata da Irene Calderoni.

 

Funzione e decorazione, design e arte, tradizione e modernità: tra questi diversi poli si muovono gli artisti in mostra per riflettere sull’immagine e sul materiale stesso come concentrazione di tensioni e simboli differenti. (Piemonte Italia)

 

Fino al 23-03-2014. Fondazione Sandretto Re Rebaudengo – Via Modane, 16 Torino

Giovane ricerca artistica made in Piemonte

L’opera cristallizza un momento, una scena rubata dalla strada, dalla quotidianità, un’immagine comune alla quale siamo abituati, che seppure datata 1956-1957, resta assolutamente attuale

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Prende il via alla GAM di Torino la terza edizione di Vitrine, il progetto dedicato alla giovane ricerca artistica sviluppata in Piemonte. Quest’anno la cura del progetto è affidata ad Anna Musini, che ha invitato cinque artisti a presentare un progetto capace di raggiungere con immediatezza il pubblico del museo e di instaurare con esso un dialogo. Prendendo spunto dall’opera di Renato Guttuso “Gente in Strada”, Vitrine si propone di suggerire un racconto, una narrazione visiva sul nostro tempo e sulla contemporaneità storica e artistica. L’opera cristallizza un momento, una scena rubata dalla strada, dalla quotidianità, un’immagine comune alla quale siamo abituati, che seppure datata 1956-1957, resta assolutamente attuale. La prima opera in mostra è “Leave me alone” di Driant Zeneli e la parete di Vitrine diviene il set, lo scenario di una rappresentazione dell’attualità culturale: un teatro, un’arena multimediale in cui monologhi si avvicendano e sovrappongono tra loro in un puzzle in cui emergono caratteristiche insite nella società contemporanea. (Piemonte Italia)

Fino al 12-01-2014 -GAM Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea – Via Magenta, 31 – Torino

Il re degli ebanisti, l’ebanista del re

Ad aprire l’esposizione il rarissimo cofano-forte caratterizzato dalla sua estrosa decorazione in avorio graffito e policromo. In mostra anche: due preziosi cofanetti, uno scrittoio in legno violetto, legno di rosa e avorio del 1760

ebanisti

Alla Fondazione Accorsi-Ometto di Torino è allestita una mostra dedicata al grande ebanista torinese del Settecento Pietro Piffetti. Il percorso espositivo è suddiviso in due sezioni: una dedicata alle numerose opere profane, l’altra a quelle sacre assai più rare. Ad aprire l’esposizione il rarissimo cofano-forte caratterizzato dalla sua estrosa decorazione in avorio graffito e policromo. In mostra anche: due preziosi cofanetti, uno scrittoio in legno violetto, legno di rosa e avorio del 1760 circa, un paio di cassettoni e una serie di raffinati tavolini. Per quel che riguarda le opere sacre, accanto a un inginocchiatoio da parete, del 1755-1760 circa, in legno e avorio, è possibile ammirare uno dei due splendidi tabernacoli che da un secolo sono custoditi a Bene Vagienna. Una sezione della mostra è anche allestita a Palazzo Lascaris, sede del Consiglio Regionale del Piemonte, dove sono esposte tre opere tra le più significative della produzione di Piffetti dal 13 settembre al 30 novembre 2013. (Piemonte Italia)

Fino al  12-01-2014 – Fondazione Accorsi-Ometto Via Po, 55  Torino

Il Veronese e i Bassano alla Reggia

La mostra comprende un importante nucleo di superbi dipinti dello stesso Veronese e di Jacopo, Francesco e Leandro Bassano, sempre di committenza ducale, per illustrare uno dei momenti più alti del collezionismo sabaudo

veronese

Sono esposte alla Reggia di Venaria le spettacolari tele, commissionate dal Duca Carlo Emanuele I di Savoia ai più celebrati maestri veneti del Cinquecento, raffiguranti “La regina di Saba offre doni a Salomone” e “Il ratto delle Sabine”. Le opere, dipinte rispettivamente dall’atelier del Veronese e da Francesco Bassano, sono presentate alla Reggia dopo un accurato intervento di restauro, realizzato dal Centro Conservazione e Restauro di Venaria e provengono dalle collezioni della Nuova Galleria Sabauda di Torino. La mostra comprende un importante nucleo di superbi dipinti dello stesso Veronese e di Jacopo, Francesco e Leandro Bassano, sempre di committenza ducale, per illustrare uno dei momenti più alti del collezionismo sabaudo. Infine, completa l’esposizione, un ampio apparato didattico, dedicato anche all’iconografia e all’intervento di restauro delle opere presentate. (Piemonte Italia)

Fino al 02-02-2014 – Reggia di Venaria

Renoir in prestito dal Musée d’Orsay

Con questa esposizione torinese, suddivisa in ben nove sezioni, si vuole percorrere la complessa evoluzione del percorso dell’artista francese

museo

Sono in mostra alla GAM di Torino, in prestito Musée d’Orsay e dal Musée de l’Orangerie, 60 capolavori di Pierre-Auguste Renoir (1841-1919), uno dei protagonisti, con Manet, Monet, Degas, Pissarro, Sisley, Cézanne, tra gli anni Settanta dell’Ottocento e il primo ventennio del Novecento, della grande stagione dell’Impressionismo francese. Con questa esposizione torinese, suddivisa in ben nove sezioni, si vuole percorrere la complessa evoluzione del percorso artistico di Renoir – attivo per oltre un cinquantennio tanto da produrre oltre cinquemila dipinti e un numero elevatissimo di disegni e acquerelli – evidenziando la grande varietà e qualità della sua tecnica pittorica e i diversi temi affrontati. (Piemonte Italia)

Fino al 23-02-2014  GAM Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea – Via Magenta, 31  Torino 

 

Il sogno raddoppia

“Doppio Sogno” è una passeggiata all’aperto tra sculture monumentali installate negli spazi del Polo Reale.  Una mostra che indaga immagini contrapposte e complementari attraverso linguaggi e simboli in relazione e opposizione: pittura e scultura, interno ed esterno, modernità e reminiscenza del classico

 

polo reale cavallo“Doppio Sogno” è il titolo scelto per il percorso tra scultura e pittura inaugurato il 14 novembre con la prima parte dedicata alla scultura negli spazi all’aperto del Polo Reale e proseguirà l’11 dicembre con la seconda parte rivolta alla pittura nei nuovi spazi espositivi del Polo Reale a Palazzo Chiablese, in piazzetta Reale. A cura di Luca Beatrice e Arnaldo Colasanti, “Doppio Sogno” è una mostra che indaga immagini contrapposte e complementari attraverso linguaggi e simboli in relazione e opposizione: pittura e scultura, interno ed esterno, modernità e reminiscenza del classico, realismo e onirico, figurazione e contemporaneità, immagine e parola scritta.

 

Dal 14 novembre al 9 marzo 2014, la prima parte del percorso si presenta come una passeggiata all’aperto tra sculture monumentali o di grandi dimensioni, installate negli spazi del Polo Reale. Il percorso tracciato dalle opere permette di conoscere e scoprire il Polo in tutte le sue componenti. Dalle figure femminili interpretate da Francesco Messina, Giuliano Vangi e Giuseppe Bergomi, allestite rispettivamente nel Cortile di Palazzo Chiablese, nella Sala degli Svizzeri di Palazzo Reale e nel Cortile di Palazzo Reale, si passa a soggetti d’ispirazione mitologica come il Teseo Screpolato di Mitoraj e l’Ulisse di Manzù, o ancora a temi biblici rappresentati da Fuga da Sodoma di Antonietta Raphaël Mafai.

 

Monumentali le opere di Giuseppe Maraniello e Marino Marini, le sculture di Augusto Perez – Crepuscolo e Crocifisso di Apollo del Belvedere – e le Black Hands di Patrizia Maïmouna Guerresi, collocate in Piazzetta Reale. Rivelano, infine, un impianto di matrice contemporanea i soggetti scelti dal canadese Wiliam Hadd McElcheran, con l’installazione Businnessman lungo lo Scalone di Palazzo Chiablese. Velasco Vitali presenta il Branco, allestito nell’area del Teatro Romano del Museo Archeologico, mentre un assemblaggio di strumenti a fiato è proposto nell’opera di Arman, Flon Flon, 1990 disposto lungo i portici di Palazzo Reale.

 

Un’esposizione en plen air, Doppio Sogno, che accompagnerà il pubblico torinese e non solo, nel cuore della città, in una promenade tra le opere di alcuni dei principali protagonisti della scultura del ‘900, nazionale e internazionale. La seconda parte della mostra, dall’11 dicembre al 9 marzo 2014, inaugura invece i nuovi spazi espositivi di Palazzo Chiablese (ingresso da Piazzetta Reale). Circa 1.000 mq che un tempo ospitavano la collezione e la biblioteca dell’ex Museo del Cinema, saranno dedicati a servizi e mostre. Organizzazione e catalogo: Silvana Editoriale Foto: Ernani Orcorte.

 

(Foto: il Torinese)