ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 752

Musei a portata di mouse

google artGOOGLEspanzottiLa piattaforma online che permette al pubblico di tutto il mondo  di collegarsi in rete e vivere l’esperienza di un tour virtuale nelle sale in cui sono esposti grandi capolavori

 

Se avete sete di bello e cultura, ma poca voglia di uscire, nessun problema perché ora il museo arriva direttamente a casa vostra e potrete godervelo comodi, seduti davanti al computer e in tutta tranquillità. Ecco una delle tante meraviglie tecnologiche odierne. D’ora in poi la Fondazione Torino Musei entra infatti a far parte del progetto Google Art Project, la piattaforma online che permette al pubblico di tutto il mondo  di collegarsi in rete e vivere l’esperienza di un tour virtuale nelle sale in cui sono esposti grandi capolavori.

 

GAM (Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea), Palazzo Madama (Museo Civico di Arte Antica), MAO (Museo d’Arte Orientale) e Borgo Medievale di Torino sono le new entry, con un primo corpus di ben 280 immagini ad alta risoluzione delle principali opere dei 4 musei. L’avventura nell’arte, ma restando in poltrona nel vostro studio, può iniziare cliccando  direttamente sul  sito di Google Art Project che, grazie alle tecnologie sofisticate di ripresa a 360 gradi di Google Street View, vi apre le meraviglie del museo che scegliete.

 

Se avete voglia di Arte moderna e contemporanea, sulla piattaforma di  Google Art Project, sono state caricate 56 immagini in alta risoluzione della Gam. Potrete così ammirare le  principali opere   dell’Ottocento italiano, da Fontanesi a Pellizza da Volpedo e Modigliani; del Novecento con artisti  della levatura di  Morandi e Casorati; per arrivare ai lavori di Arte Povera di Giulio Paolini, Mario Merz e Alighiero Boetti.

 

Se  invece è Palazzo Madama che vi attrae, allora il viaggio online si snoda attraverso 83 immagini (sempre in alta risoluzione). La storia dell’arte in Piemonte, dal Medioevo al  Barocco, scorre  nelle opere di  Gaudenzio  Ferrari  e Giovanni  Battista Crosato. Ma  si possono ammirare anche capolavori  di  caratura internazionale come il “Ritratto d’uomo” di  Antonello  da Messina,  le  pregevoli  miniature di Jan van Eyck e le preziose manifatture delle collezioni  di arte decorativa.

 

E’ invece l’arte orientale ad affascinarvi? Il Mao arriva dritto  a casa vostra con 90 immagini a rappresentare  tutte le aree storico-geografiche del museo. Tra i lavori visibili online: il celebre “Tughra di Solimano” della Galleria Paesi  Islamici dell’Asia; poi un  raro esemplare di albero delle monete di  epoca Han, della Galleria Cinese; e anche l’imponente statua del Kongō Rikishi della sezione dedicata ai capolavori del Giappone.

 

Due passi nel  Borgo  e nella Rocca Medievale sono possibili attraverso  le 51 immagini storiche che provengono dall’Archivio Fotografico della Fondazione Torino Musei e raccontano l’evoluzione del complesso, nato come Sezione di Arte Antica all’Esposizione Generale Italiana  di Torino, nel lontano 1884.

 

Ma il viaggio continua. Il  progetto targato Google ha reso possibile caricare sulla piattaforma anche le immagini in 7 Gigapixel di tre grandi capolavori delle collezioni museali torinesi.

 

Così sugli schermi  dei vostri computer potrete studiare dettagli delle opere, altrimenti non visibili ad occhio nudo, grazie alla straordinaria risoluzione.

 

 – dalla GAM, “Orange Car Crash” (Orange Disaster) (5 Death 11 Times in Orange) di Andy Warhol, del 1963.

– da Palazzo Madama una delle opere principali, “Madonna con  Bambino sul trono con quattro Angeli” di Giovanni Maria Spanzotti, di fine 400.

– dal MAO, una “Thang-ka tibetana” raffigurante un mandala delXV-XVI secolo.

 

Laura Goria

 

 

Design orientale al Valentino: un ponte tra est e ovest

La manifestazione si concentra soprattutto sui giovani, la loro voglia di sperimentare e le loro idee innovative, che sono il fulcro di una nutrita rosa di appuntamenti. Largo alle nuove leve, innanzitutto, nel progetto “DESIGnato”, cantiere espositivo per talenti in erba, orientali ed occidentali, che si sentono “nati sotto la stella del design”

 

design2All’insegna di “Make a bridge moving in the cities” il 30 settembre parte la prima edizione torinese di “Oriental Design Week”e fino al 5 ottobre la Promotrice delle Belle Arti ospita i designer più innovativi di Cina, India, Iran e Corea. Arrivano da lontano per confrontarsi e dialogare con l’occidente e costruire un ponte tra est ed ovest, da percorrere sulle orme di nuove opportunità economiche. “Opportunità” è proprio la parola chiave del progetto, che raccoglie il testimone dal Fuori Salone Sarpi Bridge della settimana milanese dedicata al design, e fissa  nel capoluogo subalpino una tappa importante.design3

 

Nella settimana in cui il design si  declina  tra workshop, installazioni, mostre e performance, l’idea è  quella di creare nuove chance di lavoro per creativi ed aziende, accorciando così le distanze. La manifestazione si concentra soprattutto sui giovani, la loro voglia di sperimentare e le loro idee innovative, che sono il fulcro di una nutrita rosa di appuntamenti. Largo alle nuove leve, innanzitutto, nel progetto “DESIGnato”, cantiere espositivo per talenti in erba, orientali ed occidentali, che si sentono “nati sotto la stella del design” e qui trovano il palcoscenico giusto per esprimere il loro Dna artistico. Niente di meglio, poi, che farlo in compagnia di grandi artisti affermati, come Sakura Adachi, John Bennet e Brian Sironi.

 

design1Il paese capofila è la Cina, con numerose mostre ed installazioni; come il mega video “Made in Chinitaly” che lascia il visitatore oscillante tra fascinazione e sconcerto, alle prese con un  messaggio forte, chiaro, e allarmante. La velocità con cui sta cambiando la produzione tessile è simboleggiata da schermi che riproducono i frenetici aghi delle macchine da cucire, audio a tutto volume e colonne di stoffe colorate che scorrono in loop, no stop.altri eventi ruotano intorno al cibo e al design industriale che permettere di portarlo in tavola: le creazioni dei designer cinesi, selezionati dalle migliori scuole, sono in mostra a “The dinner”. Invece alle tante suggestioni della cucina orientale (in genere) si ispira l’installazione  olfattiva-sonora “Opium”.

 

Uno sguardo agli altri paesi ospiti conduce dalle tante applicazioni della versatile carta coreana Hanji alle creazioni dei designer indiani che, scopriamo, sono abili ad innovare, ma non rinnegano le loro tradizioni. L’Iran, un po’ a metà del ponte, è il paese del Medio Oriente con cui si vuole ampliare il dialogo e i riflettori sono allora puntati sul graphic design e sui poster dei giovani creativi; mentre a far la parte del leone sono le opere del famoso Reza Abedini, che nel disegno grafico individua la principale innovazione artistica di questo secolo.

 

Testimoniano quanto l’unione faccia la forza alcuni progetti multiculturali. La partnership tra Cina-Italia ha prodotto “902 Project”, collaborazione tra giovani designer cinesi ed aziende tessili/manifatturiere italiane. Sul fronte delle trasformazioni urbane c’è “Watersheds”: 4 progetti, messi a punto da un team interdisciplinare di studiosi, su come rigenerare le città di Guangzhou, Hong Kong, Torino e Venezia, sulla base del loro rapporto con l’acqua (nel caso subalpino, il fiume Sangone). Frutto della collaborazione tra Cina e India è invece “Barcode”, prima serie di tappeti dedicata all’artista cinese Zhang Rui e ai suoi dipinti che puntano il dito contro l’eccessivo e ormai globalizzato consumismo.

 

A Torino  vengono riproposti anche due lavori già presentati, in parte, alla Milano Design Week. L’installazione “Fragment’s Collection”, che esprime la sfaccettata e complessa realtà cinese attraverso pannelli trasparenti in cui è simbolica la sovrapposizione di piccoli pezzi (o frammenti) di immagini e volti. Il rapporto con il sesso, più o meno  tabù, a seconda dei tanti paesi e culture dello scacchiere  mondiale, lo racconta la collezione “Menage a Quatre” che, tra gli oggetti in mostra, vanta anche una collezione di vibratori di inizio 900.

 

E last but not least, ci sono progetti collaterali nuovi e interessanti: arrivano da Shangai le “Silent Protest” del fotografo Eric Leleu e le performance di arte contemporanea cinese & sperimentazioni di teatro sociale di Xiao Ke e Zhou Zihan. Mentre a raccontare “I coraggiosi anni 70” italiani, c’è un grande nome nostrano. L’imprenditore chierese Beniamino Bonetto che, partito da una falegnameria, è arrivato a concepire e creare la sua innovativa linea di  arredamento; tra cui i primi “ultrapiatti”, costruiti in collaborazione con grandi maestri artigiani. In mostra un’ importante riedizione dei suoi arredi che rappresentano pagine importanti della storia del design Made in Italy.

 

 Laura Goria

 

Famiglia al centro della società, una giornata per riflettere

Spiega Giampiero Leo, uno dei promotori: “Noi crediamo che la famiglia sia veramente una delle cellule fondamentali della società e, se si deteriora questa cellula, non può che risentirne l’organismo sociale intero”

 

famileo2Grande partecipazione alla  Giornata per la Famiglia promossa dal Forum delle Associazioni Familiari, svoltasi per tutta la giornata di domenica in Piazza Carlo Alberto, col titolo “La Famiglia Alleanza fra generazioni Ricchezza per la nostra città”. famileo1

 

famileo3Spiega Giampiero Leo, uno dei promotori: “Noi crediamo che la famiglia sia veramente una delle cellule fondamentali della società e, se si deteriora questa cellula, non può che risentirne l’organismo sociale intero. Questa valenza della famiglia esiste da sempre ma, oggi, in una società parcellizzata, disarticolata e individualista come questa (non a caso i sociologi la definiscono società liquida, e parlano di coriandolizzazione della società), la sua funzione è fondamentale come non mai”.famileo5famileo4

 

Volontari in festa all’Open day

volontari1volontari2Particolarmente riuscita la presentazione ai cittadini delle attività associative torinesi, con la presenza di decine di stand

 

Successo di partecipanti alle numerose manifestazioni svoltesi in Piemonte, in occasione dell’Open Day del volontariato regionale. Sono in tutto circa 3000 le realtà del settore che operano nella nostra regione. Particolarmente riuscita la presentazione ai cittadini delle attività associative torinesi, con la presenza di decine di stand, domenica, in piazza San Carlo (nelle foto).

 

“Il volontariato – ha affermato l’assessore alle Politiche sociali, Augusto Ferrari  – rappresenta una grande risorsa non soltanto per il Piemonte, ma per l’intero Paese. Nella nostra Regione operano 3.000 Associazioni delle quali fanno parte 500.000 volontari impegnati in settori diversi, dal socio-assistenziale, all’ambiente, dai beni culturali alla protezione civile, dalla sanità allo sport”. “La nuova modalità organizzativa scelta quest’anno per la Giornata regionale del volontariato – ha proseguito Ferrari – non si limiterà ad un convegno nella città di Torino, ma si estenderà a tutto il territorio piemontese, consentendo così il coinvolgimento delle associazioni presenti e attive nelle diverse realtà che potranno presentare i servizi e le attività ai cittadini” . “Lo scopo della Giornata regionale del Volontariato – ha continuato l’assessore – è quello di dare a tutte le Associazioni che, quotidianamente, si impegnano ad erogare prestazioni sotto forma di servizi e consulenza ai cittadini, un’opportunità di promozione e di ricerca di nuovi volontari e di consentire ad esse di coinvolgere, maggiormente, gli Amministratori locali nelle diverse attività”

 

(Foto: il Torinese)

Don Imad prega per il suo popolo

IRAQ ESODO 2Iraq esodoIl prete caldeo cattolico di 36 anni, parla al telefono con amici iracheni del Kurdistan. Nato a Dohuk,città della regione curda (diocesi di Zakho), trasformata, a causa dell’Isis, in un immenso campo profughi, è ospite di una parrocchia di Moncalieri. L’esodo dei cristiani dall’Iraq e dal Medio Oriente è al centro delle preoccupazioni della chiesa irachena. Il rischio di abbandonare del tutto il Paese è concreto e serio

 

“Se l’Isis avesse puntato direttamente sulla capitale invece di concentrarsi a nord,forse le mura di Baghdad non avrebbero retto alle torri di assedio del Califfo e chissà con quali conseguenze sull’Iraq e sugli equilibri della regione mediorientale. C’è mancato davvero poco e ora saremmo qui a raccontare un’altra storia. Posso dire che siamo stati fortunati pur nella tragedia infinita che vive il mio Paese”. E’ preoccupato ma non teme per il futuro Imad Gargees, prete caldeo cattolico di 36 anni, al telefono con amici iracheni del Kurdistan. Nato a Dohuk,città della regione curda (diocesi di Zakho),trasformata, a causa dell’Isis, in un immenso campo profughi, Imad è ospite di una parrocchia di Moncalieri. 

 

E’ lontano dalla tragedia del suo popolo ma la segue costantemente e presto tornerà nella sua terra,appena completerà gli studi di Diritto canonico per le chiese orientali a Roma. A Dohuk,un’ora e mezza di auto da Erbil,capoluogo del Kurdistan,è un brulicare di gente disperata,fuggita dagli orrori di Mosul e dai villaggi della Piana di Ninive,in cui detta legge l’esercito del conquistatore,il califfo Abu Bakr al Baghdadi. “Mosul è una città chiusa,isolata dal mondo,in cui regna il terrore,Dio solo sa quel che sta accadendo nella seconda città dell’Iraq,quasi due milioni di abitanti,molti dei quali sono fuggiti in tempo mentre tanti altri non ce l’hanno fatta e sono ora sottoposti alle dure e barbare norme imposte dal califfato”.La travolgente avanzata dell’Is,lo“Stato islamico”creato in poche settimane a cavallo tra Siria e Iraq da Al Baghdadi,ha travolto città e villaggi e da un giorno all’altro oltre 120.000 cristiani sono stati costretti a fuggire senza niente in mano,lasciando la casa e i loro beni.

 

“Un fiume umano che si è riversato sulle città di Erbil,Suleymaniye e Dohuk,gente stravolta e terrorizzata ma viva,racconta Imad, che ora ha bisogno di tutto. Sono stati accolti nelle case dei parenti,nelle chiese e nelle scuole mentre i meno fortunati hanno trovato rifugio nei giardini pubblici,sotto gli alberi o vicino al deserto”. Dalla pianura di Ninive filtra per fortuna anche qualche buona notizia. Alcuni villaggi cristiani occupati dai fondamentalisti islamici sono stati liberati dai peshmerga,i combattenti curdi,con l’appoggio dell’aviazione americana e irachena ma finora solo ad Alqosh hanno potuto rientrare alcune famiglie di cristiani siriaci.

 

L’esodo dei cristiani dall’Iraq e dal Medio Oriente è al centro delle preoccupazioni della chiesa irachena. Il rischio di abbandonare del tutto il Paese è concreto e serio. “Se lasciamo l’Iraq saremo tagliati fuori per sempre dalle nostre origini e dalla nostra storia,osserva don Imad,eravamo più di un milione prima della guerra del 2003 e ora siamo meno di 300.000.Noi cristiani rischiamo di sparire dall’Iraq,come sono spariti gli ultimi ebrei negli anni Settanta”. Come fermare l’esodo dei cristiani di fronte all’avanzata dell’integralismo islamico? Imad risponde con ottimismo: “non credo che il califfato durerà molto tempo e i territori occupati verranno liberati anche se il post califfato sarà tutto da costruire. Il “califfo” farà prima o poi la fine di Bin Laden,sarà costretto a nascondersi in qualche grotta e poi sarà scovato. La soluzione deve venire dai Paesi arabi le cui autorità dovrebbero controllare capillarmente le moschee e ciò che gli imam predicano nei luoghi di culto.

 

Non basta aderire a parole alla Coalizione internazionale anti-Isis,e i Paesi arabi,alcuni dei quali sono responsabili di averlo finanziato e armato,devono inviare contingenti militari combattendo sul campo gli estremisti islamici. E’ necessario prendere le distanze,in modo chiaro,dai terroristi e denunciare apertamente i crimini dell’Isis. Solo così si volta pagina”. E’ giovane Imad,tutta una vita davanti e il sogno di vivere un giorno in un Kurdistan iracheno indipendente:“uno Stato vero,con una vera capitale,musulmani,cristiani e yazidi insieme per ristabilire una coesistenza pacifica”.Il ritorno alla normalità diventa difficile anche nel Kurdistan dove i profughi cristiani rischiano quest’anno di non frequentare le scuole trasformate d’urgenza in centri di accoglienza e soccorso. Centinaia di scuole tra Erbil,Zakho e Ankawa ospitano chi è fuggito da Mosul e dintorni e sono tutte piene di sfollati.
          

Filippo Re

Caregiver non si nasce ma si diventa!

parkinsonL’Associazione Amici Parkinsoniani Piemonte Onlus e l’Associazione Italiana Parkinsoniani – Sezione di Torino sono nate con lo scopo di supportare i malati ed i loro famigliari nell’affrontare i problemi connessi alla malattia. Con l’obiettivo di migliorare la “Qualità della Vita”

 

In Piemonte i malati di Parkinson si stimano in circa 20.000. In Torino e prima cintura si calcolano oltre alle 5000 unità.

 

 Ad essi si dedicano l’Associazione Amici Parkinsoniani Piemonte Onlus e l’Associazione Italiana Parkinsoniani – Sezione di Torino, associazioni di volontariato nate con lo scopo di supportare i malati ed i loro famigliari nell’affrontare i problemi connessi alla malattia. Con l’obiettivo di migliorare “Qualità della Vita” dei malati e delle loro famiglie, si occupano di divulgare informazioni medico scientifiche, indicare le strategie più efficaci su come convivere al meglio con la malattia, essere punto di riferimento relativamente a problematiche non strettamente di carattere clinico (dieta, la fisioterapia, la logopedia ed il sostegno psicologico,..), sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di ricercare più efficaci mezzi di cura e raccogliere fondi per programmi medico-scientifici di ricerca.

 

Queste Associazioni, da sempre attente ai bisogni dei malati e dei loro familiari, hanno deciso di proporre, in collaborazione con le Biblioteche Civiche torinesi e grazie ad un finanziamento della Fondazione Intesa Sanpaolo Onlus, la seconda edizione di un’iniziativa che nel 2012-2013 ha riscosso un grande interesse ed apprezzamento: un percorso di formazione per  “Caregiver”, termine inglese usato per identificare coloro che si occupano di offrire cure ed assistenza ad un’altra persona.

 

Come indicato nella locandina, tale evento prevede un percorso condotto da Psicologhe composto da 8 incontri che affrontano aspetti di particolare rilevanza per il caregiver e 8 conferenze monotematiche, in alternanza con gli altri incontri precedenti, in cui esperti nelle varie discipline approfondiranno aspetti specifici della gestione della malattia di Parkinson.

 

Tutti gli incontri si svolgono di sabato mattina presso la sala conferenze della Biblioteca Civica “Villa Amoretti” (c.so Orbassano 200,. Torino) dalle 10 alle 12.30, con coffe break offerto e un servizio comune di assistenza ai malati a disposizione in particolare per i non autosufficienti.

 

La partecipazione è gratuita ed aperta a tutti i cittadini interessati; a causa del numero limitato di posti disponibili, è richiesta l’iscrizione tramite il Numero Verde (800-884422) o la Segreteria dell’Associazione (011-3119392, info@parkinsoninpiemonte.it).

 

 Per maggiori informazioni: www.parkinsoninpiemonte.it, 011-3119392 (Segreteria lun-ven 9-13), 800-884422 (Numero Verde “Accanto” mart-ven 15-18).

 

 

 

 

 

 

 

Giampiero Leo: “La famiglia, una ricchezza”

leo famiglialeoLa Giornata per la Famiglia promossa dal Forum delle Associazioni Familiari, si terrà domenica in Piazza Carlo Alberto

 

 

Giampiero Leo (nella foto) è uno degli organizzatori della Giornata per la Famiglia promossa dal Forum delle Associazioni Familiari, che si terrà domenica 28 settembre 2014, dalle ore 10 alle 17, in Piazza Carlo Alberto, col titolo “La Famiglia Alleanza fra generazioni Ricchezza per la nostra città”. Lo abbiamo intervistato.

 

Per quale motivo organizzare una giornata per sensibilizzare la collettività sul tema della famiglia?

Perché noi crediamo che la famiglia sia veramente una delle cellule fondamentali della società e, se si deteriora questa cellula, non può che risentirne l’organismo sociale intero. Questa valenza della famiglia esiste da sempre ma, oggi, in una società parcellizzata, disarticolata e individualista come questa (non a caso i sociologi la definiscono società liquida, e parlano di coriandolizzazione della società), la sua funzione è fondamentale come non mai.

 

E quindi per aiutare la famiglia cosa ritenete si debba fare?

Si potrebbe e dovrebbe fare molto di più di quanto non si fa attualmente in Italia. Per esempio sarebbe importante concepire un fisco a misura di famiglia, e organizzare un po’ tutte le attività della comunità tenendo conto del fatto che gli individui vivono meglio e sono più utili alla società se aggregati e quindi solidali fra loro, il tutto ovviamente con una particolare attenzione ai figli. Quindi, sia a livello statale che a livello locale, sono moltissime le cose che una amministrazione può fare per favorire la creazione e la crescita di famiglie “sane”.

 

 Nelle amministrazioni locali è già stato fatto qualcosa?

Certamente sì, possiamo citare le politiche sociali, gli asili nido, le scuole dell’infanzia, ed altri vari tipi di servizi. Anche la Regione ha tenuto in conto sovente la famiglia, proprio come entità: per esempio, quando come Assessore e Amministratore mi ero battuto e avevo ottenuto che per molti provvedimenti regionali (come il buono scuola) si ragionasse utilizzando il quoziente famiglia. Però quello che c’è ancora da fare è moltissimo, e obiettivamente siamo molto indietro rispetto ai maggiori paesi europei.

 

Come mai questa “arretratezza” dell’Italia nel considerare e valorizzare il ruolo della famiglia?

Anche se ciò può sembrare paradossale in un paese che si dice cattolico (ma in realtà la presenza e la cultura cattolica sono ormai largamente minoritarie), quasi tutte le proposte a favore di politiche familiari – dagli Enti Locali, alle Regioni, al Parlamento Nazionale – hanno trovato forti ostacoli in una cultura che potremmo definire, pur con una certa approssimazione, “di sinistra laicista”. In Consiglio Regionale, per esempio, non si è finora riusciti ad approvare una legge complessiva e organica per la famiglia, perché in passato ampi settori della Sinistra su questo hanno posto sostanzialmente un veto.

 

E ora come contate di andare avanti?

Appunto questa e molte altre iniziative, anche più minute, di formazione e di sostegno, sono importantissime. Prosegue intanto il dialogo con le istituzioni ed è doveroso dire che sia il Sindaco, l’Onorevole Fassino, sia il Presidente della Regione, l’Onorevole Chiamparino, hanno dimostrato una apertura e una volontà di dialogo effettivamente seria, aperta e concreta. In ogni caso, anche se la difesa della famiglia è un interesse oggettivo e un bene per tutta la società, e non solo per il mondo cattolico, condivido e ammiro la “sveglia” che Papa Francesco ha dato ai cattolici italiani, col suo discorso del 31 luglio, nel quale ha stigmatizzato il fatto che moltissimi fedeli sono come quel sale evangelico che ha perso il sapore e quindi non sala più la terra. Quindi… A buon intenditor…

 

Claudia Caci

 

Scatti torinesi sul mondo

Destinazione Corea del Sud, dove le immagini saranno esposte (fino al 19 ottobre) alla Mostra Biennale Daegu Photo, la più importante e prestigiosa vetrina della fotografia in Asia

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Viaggiano e arrivano lontano le immagini dell’artista torinese Pierluigi Fresia. Destinazione Corea del Sud, dove saranno esposte (fino al 19 ottobre) alla Mostra Biennale Daegu Photo, la più importante e prestigiosa vetrina della fotografia in Asia.  Daegu oltre ad essere la quarta città più importante del sud Corea è anche la sede di questo festival internazionale nato per promuovere l’arte ed offrire ai grandi fotografi un’opportunità oltremare, tenendo sempre la porta aperta alle innovazioni artistiche più interessanti.

 

Quest’anno l’Italia è il paese ospite, la Galleria Frittelli Arte Contemporanea di Firenze, l’Istituto Italiano di Cultura di Seoul insieme al curatore Elio Grazioli hanno scelto 14 artisti italiani, tra i quali Pierluigi Fresia, per portare alto il nostro vessillo alla biennale più importante di quell’area di mondo nella sezione intitolata  “An Italian Look”. Dunque un importante riconoscimento del suo lavoro e 5 bellissime  immagini in mostra, che ben raccontano la sua arte e il suo sentire. Fresia è un artista poliedrico. Passa agevolmente dalla pittura alla fotografia, alle installazioni e le sue  opere fanno parte di diverse collezioni di arte contemporanea, fondazioni e musei, tra i quali la GAM di Torino.

 

La sua inconfondibile cifra stilistica è il connubio di immagini e  parole, su sfondi spesso spogli in cui  l’essere umano è grande assente. Valli, campi immersi  nella nebbia o ammantati  di brina, fitte radure scure e cumuli di tronchi  secchi sono abbinati a poche, incisive, parole (in inglese o italiano), con caratteri e dimensioni differenti per definire (o sfumare) concetti non necessariamente legati all’immagine che l’obiettivo coglie. Lui non spiega (le sue non sono didascalie) ma dà l’avvio a una narrazione che è nell’occhio e nella sensibilità di chi guarda; restare indifferenti è praticamente impossibile.

 

Aria da eterno ragazzino ma con uno sguardo lungimirante sulla vita e sul mondo, insegue libertà di pensiero e visioni, cavalcando l’amata moto mentre il resto del mondo ancora dorme, o in ore e con tagli di luce che solo lui sa intuire. E via, alla ricerca dell’attimo da fermare, mentre sul taccuino scorrono appunti, una parola, un pensiero, un riferimento che gli arrivano dal profondo.

 

«Non mi aspettavo di essere tra gli ambasciatori italiani in un altro continente. Certo per me è un  grandissimo onore perché noi 14 rappresentiamo l’Italia nell’importante vetrina asiatica».

-La fotografia per  te cosa rappresenta?

«Un mezzo per catturare ed esprimere qualcosa che è presente e corrisponde a quello che ho dentro, legato a sensazioni, emozioni. Lo riconosco e la fotografia  ne è testimone. Ma non immortalo l’attualità o gli eventi».

 

-Artista a tutto campo, dalla pittura alla fotografia: come vivi i tuoi diversi lati artistici?

«Vengo dalla pittura e la foto è un altro modo di esprimere immagini  che devono passare per l’anima. Basta guardarmi dentro: li vivo ma non ci faccio caso. Sono metodi e tecniche diversi, utili a costruire qualcosa».

 

-Perché nelle tue immagini non ci sono gli esseri umani?

«Semplicemente non mi sembrano necessari, a meno che non diventino simbolici, però è raro; mentre a volte ci sono degli animali».

 

-Come descriveresti le tue foto?

«Mi stupisce sempre che siano  indicate come foto, io le considero opere d’arte che prescindono dalla tecnica usata. La vera fotografia è un’altra cosa; io  uso la fotografia come mezzo».

 

-Come insegui le tue foto?

«Parto all’alba o in momenti particolari, perché mi sembra che quello sia l’attimo giusto per andare a catturare qualcosa; come se sapessi che c’è, anche se non è detto che  poi  avvenga».

 

Come abbini parole e immagini?

«Le due cose  non sono complementari, ognuna va per la sua strada; più sono distanti e più mi interessa la connessione paradossale. In certi momenti alcune parole assumono una loro forza che diventa così grande che non posso liberarmene, se non nelle foto, con poche, brevi frasi».

 

-I tuoi  progetti  futuri?

«In ottobre farò una mostra personale dal titolo “Questa reciproca ignoranza”, in Emilia  a Fiorenzuola, in occasione  di PHOTO 14  Rassegna di Cinema e Fotografia. Il titolo della mostra è nato da un dialogo con mio figlio adolescente. Mi sono reso conto di come il rapporto genitori-figli sia un guardarsi senza conoscersi; di ignoranza reciproca, ma colma di un amore immenso  che sfida ogni  cosa e assume grande significato».

 

Laura Goria

Il cuore intelligente di Paideia

paideiaNei cinque giorni di Torino Spiritualità gli operatori e i volontari di Fondazione Paideia saranno presenti sui luoghi dei principali appuntamenti con stand informativi e di raccolta fondi a sostegno dei progetti in corso

 

Anche Fondazione Paideia prenderà parte alla 10^ edizione di Torino Spiritualità, in programma dal 24 al 28 settembre 2014. Il Festival, che quest’anno affronta la tematica del Cuore Intelligente, andrà alla ricerca del significato più profondo del nostro essere e del nostro tempo e lo farà insieme a Paideia, partner sociale della manifestazione.

 

Nei cinque giorni di Torino Spiritualità gli operatori e i volontari di Fondazione Paideia saranno presenti sui luoghi dei principali appuntamenti con stand informativi e di raccolta fondi a sostegno dei progetti in corso e verrà inoltre data l’opportunità di scegliere un regalo solidale per sostenere i progetti della Fondazione.

 

Per l’occasione, infatti, l’Antica Erboristeria della Consolata ha creato l’infuso del cuore, una speciale selezione di erbe a base di melissa, verbena, aneto, scorze d’arancia, disponibile in tutti gli stand a fronte di una donazione a offerta libera a partire da 5 Euro, il cui ricavato sarà utilizzato per aiutare le famiglie e i bambini in difficoltà che Paideia incontra ogni giorno.

Andar per funghi tra Po e collina

FUNGHIE’ possibile ottenere il titolo di autorizzazione alla raccolta dei funghi in Piemonte anche con il versamento agli enti parco regionali. Il Parco del Po e Collina Torinese si è attivato per raccogliere direttamente i versamenti

 

Una modifica alla Legge Regionale  sulla raccolta dei funghi prevede la possibilità di ottenere il titolo di autorizzazione alla raccolta dei funghi in Piemonte anche con il versamento agli enti parco regionali. Il Parco del Po e Collina Torinese si è attivato per raccogliere direttamente i versamenti. Il versamento sarà valido su tutto il territorio regionale, ed è possibile effettuarlo all’Ente Parco o recandosi presso una della sedi dell’Ente a Castagneto o a Moncalieri Vallere, oppure effettuando un bonifico sul conto IT09P0200820097000003030469 e indicando nella causale di versamento “raccolta funghi anno 2014 (o altre annualità)” per un valore di 30 € o “raccolta funghi anni 2014/15” versando 60 € o “raccolta funghi anni 2014/16 ” versando 90 € nonché data di nascita e residenza del pagante. Si ricorda che il versamento è strettamente personale, durante la ricerca dei funghi, sarà necessario avere con sé la ricevuta di versamento accompagnata da un documento di riconoscimento.

 

Info: http://www.regione.piemonte.it/ambiente/tutela_amb/funghi.htm http://www.regione.piemonte.it/ambiente/tutela_amb/faq.htm.; tel. 01164880164 vigilanza.parcopotorinese@inrete.it.

 

(www.regione.piemonte.it)