
Anche una esposizione curata da Achille Bonito Oliva per i 20 anni della Fondazione per eccellenza dell’arte contemporanea in Piemonte
Venti anni non sono pochi, non tanto nella vita, quanto nel connubio tra Torino, città post industriale e desiderosa di riconvertirsi in formule innovative, e l’arte contemporanea, ben incarnata dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. La Fondazione, di cui è presidente Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, nasce a Torino il 6 aprile 1995 per iniziativa della sua presidente, poliedrica amante dell’arte, che coglie nella creazione di una Fondazione la possibilità di trasformare la sua passione di collezionista in un’attività organizzata, facendovi confluire anche l’attività di sostegno ai giovani artisti, già avviata nel lontano ’92. Nasce così una fitta rete di collaborazioni con istituzioni italiane e straniere. In venti anni di attività la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo ha prodotto ben 118 mostre, finanziato 581 opere, esposto più di tremila artisti, oltre ad aver organizzato tre corsi per curatori italiani e 27 residenze per curatori stranieri.
In occasione del ventennale della Fondazione, sono state allestite tre mostre. La prima, dal titolo “The man who sat on himself”, conclude la residenza per curatori stranieri, a cura di Kate Strain, Angelica Sule, ZSusanna Stanit. La seconda mostra, dal titolo ” Pierre Michelon- Parole e angurie” è curata da Lorenzo Balbi. In collaborazione con l’Ecole Nationale Superieure des Beaux Arts di Lione, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta così, per la prima volta in Italia, una personale di Pierre Michelon, un artista partecipante al Postgraduate programma dell’Ecole. Nato a Nantes nel 1984, vive e lavora a Lione e nella sua città natale. È un artista esploratore, capace di addentrarsi nei territori dimenticati della società, concentrando la sua ricerca sulla storia, in particolare quella coloniale. “Parole e angurie”, oltre a essere il titolo alla mostra, è il nome dell’installazione che l’artista ha prodotto per gli spazi della Fondazione. Si tratta, in realtà, del primo passo di una più ampia ricerca intitolata “Vanmele”, una parola creola che, in Guyana, significa “coloro che sono stati creati da venti diversi”, metafora per indicare lo straniero. Michelon evoca nel suo lavoro artistico la prigionia e l’esilio dei prigionieri politici deportati dall’Impero coloniale francese, della maggior parte dei quali si sono perse le tracce. Al centro dell’installazione in mostra sono i dialoghi tratti dalle lettere, ripresi nei video o incisi sulla scorza delle angurie, scelte proprio in quanto tratte dalla leggenda vietnamita di An Tiem. Sesto figlio del re Hung Vuong V, fu esiliato su un’isola deserta e venne raggiunto e liberato, dopo aver inciso il proprio nome e la propria storia sulle angurie in mare.
Infine la terza mostra è intitolata “L’albero della cuccagna. Sebastian Lloyd Rees”. Nell’ambito di questa esposizione, il critico Achille Bonito Oliva ha chiamato a raccolta oltre trenta artisti internazionali per un grande progetto espositivo, che ha ricevuto il patrocinio di Expo 2015. Si tratta di installazioni ambientali, di cui la Fondazione ora accoglie un’opera ispirata, appunto, all’albero della cuccagna. Nell’immaginario collettivo esso rappresenta il paese dove regnano abbondanza e divertimenti. La scultura di Lloyd Rees, artista norvegese, nato nel 1986, ora attivo a Londra, è costituita da 20 scatoloni da imballaggio, prodotti in alluminio e disposti casualmente uno sull’altro, tanto da formare una monumentale torre che ricorda l’albero della cuccagna. Ciascun scatolone su un lato riporta un’immagine stampata in vinile, che fa riferimento a specifici contesti socioeconomico legati alla distribuzione globale del cibo. La scultura rimandal, così, all’immagine degli scatoloni un tempo utilizzati per trasportare generi alimentari e poi abbandonati.
Mara Martellotta
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, dal 10 settembre all’11 ottobre.
Tel: 0113797600







Luigi Ventura e’ Gino San, naturopata olistico, titolare dell’Erboristeria che si trova in Via dell’Arcivescovado 5 a Torino. Nei suoi 40 anni di attività pubblica ha imparato a conoscere meglio le persone, l’umanità ed il mondo. Oltre all’aspetto della cura dell’organismo umano da un punto di vista fisiologico, la sua attenzione si rivolge anche ad aspetti più spirituali della nostra natura. Sin da piccolo infatti, la sua sensibilità e le varie vicissitudini cui è andato incontro, lo hanno spronato ad una ricerca interiore molto profonda. Viveva in una realtà contadina e all’età di soli tredici anni ha dovuto prendersi cura di sua mamma e dei suoi fratelli più piccoli, essendo il papà emigrato in Germania in cerca di occupazione.
Alberto Tognoli nel suo programma elettorale che l’ha portato nuovamente in Municipio, insieme ai suoi alleati di Progetto Ivrea aveva scritto come slogan “Dalla città dei quartieri alla Grande Ivrea”. Ma non era un’idea isolata la sua di mettere la città dalle Rosse Torri di Arduino al centro di un sistema di Comuni che fosse appunto quello della “Grande Ivrea”. Se non è il Comune Unico che Identità Comune propone per il Chivassese, comunque poco ci manca. E su questa ipotesi è nato un comitato AMIunaCittà che propone per sabato 26 un interessante convegno, frutto di una lunga ed importante riflessione su “Il Sistema della autonomie locali di fronte alla pianificazione strategica – Un nuovo modello di governo per lo sviluppo”. I lavori, che si terranno nella sala del consiglio comunale del Municipio di Ivrea, verranno aperti alle 9 dal sindaco di Ivrea Carlo Della Pepa e proporrà un approfondimento sull’occasione di razionalizzazione e rilancio del territorio data dalla Città Metropolitana e dal suo articolarsi in aree omogenee. Uno spazio interessante è quello dedicato alle fusioni con esperienze del Trentino, della Lombardia e della Toscana, mentre un momento vicino al territorio (quindi di maggiore rilievo “sul campo”) sarà riservato all’Anfiteatro Morenico di Ivrea. Le conclusioni saranno tenute da Piero Fassino, sindaco della Città Metropolitana di Torino e dal sottosegretario al Ministero degli affari regionali Gianclaudio Bressa. Sono stati invitati i cinquantotto sindaci del territorio, oltre che tutti coloro che potrebbero essere interessati e coinvolti nell’argomento.
Oltre 30 eventi tra convegni, seminari, workshop, corsi di formazione, 92 relatori nazionali ed internazionali, 150 aziende espositrici sono i numeri di Forlener, il salone nazionale della green economy che si svolgerà dal 25 al 27 settembre nel Lingotto Fiere di Torino. Per tre giorni si ritroveranno i produttori di energia dal legno provenienti da tutto il mondo e si vedranno i grandi macchinari forestali lavorare in diretta. L’evento è organizzato dalla Paulonia Italia in collaborazione con GL Events e Lingotto Fiere, in partnership con la Regione Piemonte. Secondo l’assessore regionale all’Ambiente, Alberto Valmaggia, “puntare sulle fonti di energia alternativa in una società globale sempre più segnata dall’esaurimento degli stock fossili è ormai diventata la strada obbligata nelle scelte dei governi. Vogliamo portare alla ribalta nazionale soluzioni interessanti per l’approvvigionamento energetico, come le biomasse legnose, il nostro petrolio verde, e l’adozione di un nuovo approccio basato sui valori della green economy”.