ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 600

Il Papa, gli sbarchi e i numeri

IL COMMENTO / di EffeVi

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Papa Bergoglio è andato a Sant’Egidio dove, davanti a una platea rigorosamente interreligiosa comme il le faut, ha tenuto un discorso molto alto e nobile su natalità e immigrazione. Con un inciampo logico: a un certo punto ha dichiarato testualmente: 

 “Se in Italia si accogliessero due migranti per municipio ci sarebbe posto per tutti”

 

Senza accodarci alle già nutrite polemiche politiche, parliamo di numeri crudi. Secondo Frontex, l’Agenzia che coordina il controllo delle frontiere dell’Unione Europea, nel 2016 sono sbarcati in Italia 181.436 migranti; nel 2017, 8.500 migranti sono sbarcati durante i soli tre giorni di Pasqua.

 

Forse Sua Santità si riferiva a questi ultimi e non ha completato la frase. O forse parlava per metafore. Però le agenzie di stampa e le televisioni, nel mondo di oggi, non sono fini esegeti e tendono a prendere tutto alla lettera, soprattutto da un Papa che li ha abituati a un certo stile, piuttosto diretto. Un Papa che piace proprio perché, si presume, dice quello che pensa senza troppi infingimenti (mica come quell’altro Bavarese, che era tutto un nascondersi dietro citazioni scritturali e letture difficili).

 

Fatto sta che, per far tornare i conti papali, mancano all’appello circa 82.000 Comuni. Neppure l’Argentina ne conta 90mila (anzi, quelli propriamente costituiti sono poche centinaia); in Italia poi, dopo le ultime fusioni, restano 7.947 campanili. Nella soluzione prospettata dal Vaticano, ogni Comune italiano dovrebbe ogni anno accogliere 22 migranti, non due. Ogni anno.

 

In teoria, in due anni il Comune di Moncenisio, con i suoi 35 residenti, in pochi mesi diventerebbe un paese di stranieri, operazione che agli occhi di chi non si deve occupare di amministrazione quotidiana deve apparire piuttosto semplice e anche simpatica, nel segno dell’arricchimento culturale.

 

Per farla più semplice per i semplici, forse sarebbe meglio che il vicario di Cristo in Terra si esprimesse sul piano dei principi, senza impegolarsi nei numeri: no son lo suyo, come direbbero le sue pecorelle bonaerensi. Qualche pierino potrebbe far notare che lo stesso Bergoglio, in quanto capo di Stato, regna con mano ferma su 600 cittadini vaticani, ben protetti entro le Mura Leonine, dove non si ammettono rifugiati dal 4 giugno 1944 – giorno della liberazione di Roma da parte degli Angloamericani.

 

Il Papa predichi, ammonisca anche severamente, richiami ai doveri dei Cattolici, ci mancherebbe. Ma lasci che di numeri, accoglienza, distribuzione si occupino le autorità civili del Paese che deve pensare a governare i flussi di immigrazione. E’ un po’ più complesso che dividere il numero di arrivi indiscriminati per il numero dei Comuni.

 

(foto: il Torinese)

Comau, trasformazione digitale con Microsoft e ICONICS

 

La  nuova soluzione Comau DiWo, supportata dalla tecnologia Microsoft, aiuta le aziende manifatturiere a ottimizzare l’efficienza e ridurre i costi. Cloud Computing, Machine Learning e Realtà Mista abilitano il monitoraggio da remoto  e la manutenzione predittiva e consentono di ottenere insight strategici, valorizzando i dati della linea di produzione e della supply chain

 

 In occasione di Hannover Messe 2017, l’appuntamento internazionale dedicato al mondo dell’industria in corso dal 24 al 28 aprile in Germania, Comau – azienda parte del Gruppo Fiat Chrysler Automobiles e leader a livello globale nel settore dell’automazione industriale – nello spazio espositivo Microsoft mostra innovative soluzioni frutto della nuova collaborazione con Microsoft e ICONICS, sviluppate per ottimizzare i processi produttivi di aziende di qualsiasi settore industriale e area geografica in termini di efficienza e Total Cost of Ownership. Facendo leva su dati e insight operativi, rilevati in tempo reale da impianti, prodotti, persone e nel complesso dall’ambiente produttivo, Comau consente alle aziende manifatturiere non solo di incrementare l’efficienza dei macchinari e ridurre le operazioni di manutenzione, ma anche di migliorare le performance degli operatori e la capacità di plasmare le potenzialità delle nuove tecnologie digitali agli obiettivi di incremento di efficienza della produzione. In quella che rappresenta una vetrina internazionale d’eccellenza spicca quindi la proposta italiana di Comau, che con i suoi oltre 40 anni di esperienza nel mercato industriale e con il suo network multinazionale di 34 sedi, 15 impianti produttivi e 5 centri d’innovazione distribuiti in 17 Paesi, fa squadra con Microsoft e ICONICS per arricchire la gamma di soluzioni digitali al servizio delle aziende di tutto il mondo.

 

Il progetto Comau DiWo (Digital Workplace) è supportato dalla piattaforma cloud Microsoft Azure e dalla soluzione per l’Internet of Things Azure IoT Suite, oltre che dal sistema operativo Windows 10, che consentono di utilizzare in totale sicurezza i dati generati all’interno degli impianti industriali. Grazie all’uso combinato delle Universal App di Windows 10 e di soluzioni di Realtà Mista è possibile ridurre i tempi di inattività operativa, incrementare l’efficienza e localizzare più rapidamente i guasti, migliorando in questo modo la collaborazione e il lavoro in team. Con Microsoft HoloLens, Comau è per esempio in grado di controllare il robot Comau Racer3 che manipola componenti di varia natura in diversi ambienti produttivi e può già monitorare da remoto macchinari in fabbrica offrendo ai produttori un nuovo modo di interagire con i dati attraverso gesti naturali e senza utilizzare le mani. Le funzionalità di Machine Learning e l’Interoperabilità, garantita in primis dal supporto allo standard di comunicazione machine-to-machine OPC-UA, consentono di integrare i dati relativi alla produzione con fonti interne/esterne ottenendo insights di business e valore aggiunto lungo tutta la supply chain. Inoltre gli utenti possono accedere alla soluzione Comau DiWo attraverso qualsiasi device, macchinario, sensore, robot e altro tipo di strumentazione in uso presso l’azienda.

 

La nostra strategia volta a rendere l’automazione industriale sempre più ‘aperta’ ed easy-to-use si basa su innovative soluzioni come DiWo, il programma di ricerca e sviluppo sull’Industrial IoT di Comau. In questo ambito, la collaborazione e soprattutto la sinergia che deriva dall’unione del know-how di tre grandi aziende, messa in luce nella prestigiosa vetrina di Hannover Messe attraverso una applicazione sviluppata congiuntamente, ci aiuta nel percorso di sviluppo delle infrastrutture software per la ‘fabbrica 4.0’, applicandole direttamente negli stabilimenti industriali, nel pieno rispetto di criteri per noi fondamentali come sicurezza, velocità e semplicità di utilizzo” – ha rilevato Massimo Ippolito, Innovation Manager di Comau.

 

“L’Internet delle Cose, La Realtà mista, il Machine Learning e l’Intelligenza Artificiale stanno ridefinendo il mondo industriale e Microsoft si pone in questo senso come l’abilitatore del successo delle aziende che vogliono ripensare il proprio business in modo più efficiente, sostenibile e sicuro grazie alle nuove tecnologie. IDC stima che la fabbrica intelligente sia già una realtà ed entro il 2022 il 40% dei processi operativi sarà in grado di ‘auto-apprendere’ e ‘auto-ripararsi’: attraverso la tecnologia Microsoft stiamo aiutando le imprese italiane a cogliere le enormi opportunità che deriveranno da questa rivoluzione” – ha commentato Tiziana Olivieri, Direttore Divisione Enterprise e Partner di Microsoft Italia.

 

“Siamo entusiasti di collaborare con una realtà leader come Comau per offrire soluzioni intelligenti che possano guidare il percorso di trasformazione digitale delle realtà industriali italiane: grazie al progetto con Comau siamo sicuri di poter permettere a sempre più aziende di far leva su insight utili provenienti dall’interno e dall’esterno della fabbrica, garantendo al contempo sicurezza, flessibilità e interoperabilità” – ha commentato Fabio Moioli, Direttore della Divisione Enterprise Services di Microsoft Italia.

 

“ICONICS è orgogliosa di collaborare con Comau e Microsoft su questo interessante caso applicativo nel segno delle operazioni connesse, facendo leva su Microsoft HoloLens e sulla tecnologia IoT di Azure”, ha dichiarato Russ Agrusa, Presidente e CEO di ICONICS. “Con l’Holographic Machine Interface di ICONICS, gli utenti possono ora visualizzare rapidamente le informazioni necessarie in tempo reale e relative alla manutenzione predittiva, attraverso gesti naturali e operazioni intuitive che lasciano libere le mani. Queste capacità offerte dalla realtà mista ampliano le possibilità delle nostre soluzioni, consentendo ad ICONICS di rendere visibile l’invisibile per i clienti e i partner a livello globale”.  

 

 

DEMO IN FIERA

  • Ad Hannover Messe, Comau offre una demo di una soluzione focalizzata su business intelligence, remote controlling e monitoraggio operativo, oltre che sull’integrazione del customer service. Facendo leva su diversi scenari di malfunzionamento di un robot, si mostra come grazie alle piattaforme di Microsoft Azure IoT Suite e Dynamics 365, la soluzione è in grado di elaborare dati, creare alert immediati e identificare azioni correttive e competenze utili a risolvere il problema, concludendo con la pianificazione di una chiamata all’esperto giusto. Questo processo semplifica l’individuazione di anomalie e migliora l’efficacia degli interventi di riparazione in loco. Inoltre, facendo leva sulle funzionalità di analisi di Microsoft Power BI è possibile ottenere, in tempo reale, da diversi tipi di dashboard, insight utili per diversi ruoli con i dettagli necessari e sul device di preferenza.
  • In Fiera, presso lo spazio espositivo Microsoft, Comau mostra anche come ogni azienda cliente può ricevere attraverso il portale una diagnosi di base e avviare un dialogo via chat con un operatore di back-office disponibile a monitorare da remote il macchinario per risolvere il problema.
  • Allo stand, Comau dà infine dimostrazione della capacità di controllare un robot Comau Racer3 utilizzando la tecnologia ICONICS Holographic Machine Interface per rendere visibile l’invisibile: i tecnici di Comau usano infatti la realtà mista di HoloLens per monitorare da remoto gli impianti, offrendo ai produttori un nuovo modo per interagire con i dati della linea di produzione attraverso gesti naturali e operazioni che non richiedono l’uso delle mani. Gli operai sono quindi abilitati a interagire con ologrammi 2D e 3D sovrapposti all’ambiente di produzione reale per ottenere maggiori insight dalle operazioni. Un’applicazione che abilita scenari d’uso legati al monitoraggio da remoto, alla gestione degli asset e alla manutenzione predittiva.

 

Aleppo prova a rinascere

FOCUS /di Filippo Re

Aleppo prova a rinascere dopo quasi cinque anni di guerra civile. Dal luglio 2012 fino a dicembre 2016 Aleppo è stata trasformata in un grande campo di battaglia. Poi le forze governative siriane sostenute da russi, milizie iraniane e dagli Hezbollah libanesi hanno posto fine al lungo assedio che ha sventrato la città lasciando una lunga scia di morte e disperazione. È stata imposta la tregua e gli ultimi gruppi di ribelli siriani sono stati costretti a lasciare la parte orientale della città che occupavano da oltre quattro anni. Migliaia di Aleppini, in gran parte civili, sono morti e la città, un tempo una delle più belle e affascinanti del Medio Oriente, presenta oggi un volto spettrale.

Una città fantasma, con due milioni di abitanti rimasti al buio per cinque anni, senz’acqua, cibo e medicine e con gli ospedali ridotti a un cumulo di macerie. Ma com’era Aleppo prima della guerra civile, nella Siria del clan alawita degli Assad, del padre Hafez el Assad e del figlio Bashar? Negli anni Settanta e Ottanta il partito baathista al potere a Damasco divenne bersaglio dell’opposizione armata e numerosi alawiti furono eliminati. Il fatto più grave accadde proprio ad Aleppo il 16 giugno 1979 quando decine di cadetti, quasi tutti alawiti, della locale scuola di artiglieria furono massacrati da un gruppo di terroristi. Scrive Patrick Seale nella sua biografia di Hafez el Assad “Il Leone di Damasco”: “un insegnante, il capitano Ibrahim Yusuf, riunisce i cadetti nella sala mensa e fa entrare i guerriglieri che aprono il fuoco sui giovani. Trentadue restano uccisi sul colpo, secondo il rapporto ufficiale, e altri 54 vengono feriti. Ma altre fonti affermano che l’effettivo bilancio sarebbe almeno di 83 vittime. È una dichiarazione di guerra”. La reazione di Damasco non si fece attendere e centinaia di membri dei Fratelli Musulmani e degli oppositori baathisti finirono in carcere. Molti furono condannati a morte. Gli attacchi al potere erano una prassi quotidiana in Siria fin dall’intervento in Libano nel 1976 ma non c’era mai stato un attacco così grave prima di Aleppo. Fino a quel momento il governo di Damasco vedeva dietro ogni attentato la mano dei servizi segreti iracheni ma l’eccidio di Aleppo rappresenta indubbiamente un salto di qualità nell’offensiva contro la sicurezza dello Stato.

 REUTERS/Khaled al-Hariri 

Il nuovo nemico da combattere diventa l’opposizione interna vicina ai Fratelli musulmani. Tra il 1979 e il 1981 i terroristi sconvolgono Aleppo facendo oltre 300 vittime, in gran parte baathisti e alawiti. Arrivano improvvisamente nelle strade delle città siriane, piazzano bombe, bruciano gli edifici pubblici, costringono i negozianti a tenere le serrande abbassate, e sparano all’impazzata per cercare di controllare i quartieri. Accerchiati dalle forze di sicurezza e ormai in trappola, di frequente si facevano saltare in aria attivando le bombe legate alla cintura, iniziando una pratica che sarebbe diventata negli anni successivi sempre più rituale per i terroristi per non cadere nelle mani del regime. Dopo aver mirato molto in alto ai vertici del potere e delle forze di polizia ottenendo importanti successi ma senza riuscire a far crollare il governo, i Fratelli Musulmani provano a dar il colpo decisivo al regime bloccando il commercio e i trasporti, paralizzando le città e le attività lavorative. Riescono a far chiudere per due settimane il centro economico e finanziario di Aleppo e sfidano le autorità ad Hama, Homs, Idlib, Deir-ez Zor e in altre città. Il fronte interno scoppiò tra le stesse mani di Assad e la reazione fu durissima. Centinaia di esponenti della Fratellanza musulmana furono arrestati insieme a numerosi oppositori del regime, tra i quali il predicatore della Grande Moschea di Aleppo, lo sheik Zayn al Din Khayrallah, che aveva mandato in piazza decine di migliaia di persone a protestare contro il regime. Nel congresso regionale del Bath del dicembre 1979 – gennaio 1980 fu deciso di annientare l’opposizione armata. Le forze di sicurezza di Damasco, guidate da Rifat Assad, fratello del presidente Hafez, si scagliarono contro i Fratelli musulmani e fu un macello. Il clan laico degli Assad detestava in modo particolare i Fratelli Musulmani e, come ricorda Seale nella biografia di Hafez Assad, “fin dalla giovinezza Assad aveva combattuto i religiosi radicali ingaggiando con loro numerose risse nel cortile della scuola di Latakia. In effetti una corrente di islamismo militante aveva fatto parte della vita pubblica siriana fin dagli anni Trenta, quando sacche di resistenza islamica al regime francese erano spuntate un po’ ovunque nel Paese”. I membri della Fratellanza musulmana furono inseguiti ovunque, anche al di fuori del territorio siriano. Vendette sanguinose si registrano ad Aleppo nell’estate 1980 e ad Hama, dove centinaia di uomini e ragazzi minorenni vengono arrestati a caso e uccisi in strada. Per mettere a tacere l’opposizione religiosa estremista, il “Leone di Damasco” sguinzaglia servizi segreti e forze speciali oltre confine. Commando siriani danno l’assalto a campi di addestramento dei Fratelli Musulmani in Giordania mentre in Libano vengono uccisi alcuni giornalisti ostili al regime ma le rappresaglie governative non fermano le rivolte che minacciano l’ordine pubblico e mettono in ginocchio l’economia delle maggiori città della Siria.

In particolare ad Aleppo, dove nel marzo 1980 venne inviata la III Divisione dell’esercito con oltre 10.000 soldati e 250 mezzi corazzati sotto il comando del fratello Rifaat Assad per soffocare le sommosse e riportare l’ordine. Centinaia di oppositori furono uccisi ma non si hanno dati attendibili. La città fu militarizzata e in quasi tutte le strade era presente un carro armato. “In piedi sulla torretta del suo blindato, annota Patrick Seale nel suo volume, il generale Shafiq Fadyah grida agli aleppini di essere pronto ad uccidere anche 1000 uomini al giorno se sarà necessario per ripulire la città dalla “peste” dei Fratelli Musulmani. La sua divisione resterà ad Aleppo per un anno” come ricorda il console sovietico Anwar Ahmadov (i sovietici erano alleati di Assad già a quel tempo e oggi Aleppo, dopo la liberazione dai gruppi ribelli, è difesa da reparti siriani e russi con l’ausilio di un battaglione ceceno). Anche Hama conoscerà una terribile repressione nel febbraio 1982 che cancellerà un terzo della città e causerà la morte di circa 30.000 civili. Importante città commerciale e più ricca di Damasco, dopo la Grande Guerra Aleppo venne separata da Alessandretta e dal suo sbocco al mare e conobbe un periodo di declino. La nascita dello Stato baathista a Damasco fece perdere ad Aleppo l’importanza politica che aveva acquisito negli anni precedenti e il ruolo svolto successivamente durante le rivolte dei Fratelli Musulmani la fece diventare una città nemica. Assad la punì anche sotto il profilo industriale e turistico: la lasciò senza un aeroporto internazionale, senza un centro commerciale e priva di hotel di lusso. Restava però lo storico Baron’s Hotel, costruito ai primi del ‘900 da una famiglia di armeni, che ospitò tra gli altri re Faysal, Lawrence d’Arabia, lo scià di Persia e Agatha Christie, e accolse anche Assad nei primi anni della sua presidenza (1971-2000). Negli anni Ottanta le condizioni di Aleppo migliorarono nettamente con la ricostruzione della città devastata dalla stagione delle violenze, con la realizzazione di nuove ferrovie, strade e industrie. Si sviluppò in modo eccezionale l’Università di Aleppo che passò dai 5.000 studenti del 1980 ai 35.000 di cinque anni dopo. Oggi molti cristiani che vivevano ad Aleppo se ne sono andati, almeno i due terzi sono fuggiti. “Prima della guerra, ricorda il vescovo caldeo cattolico di Aleppo, Antoine Audo, questa era una città ricca e non mancava nulla. Ora i ricchi se ne sono andati, la classe media è diventata povera e i poveri sono miserabili. I giovani sono scappati per evitare di andare a combattere e i tecnici hanno perso il lavoro”. Secondo il Patriarca greco-ortodosso di Antiochia, Yohanna X, i cristiani di tutte le confessioni presenti oggi a Aleppo non sono più di 35.000.

 

Filippo Re

(Rivista “Il dialogo-al hiwar” del Centro Federico Peirone)

Boom turistico: anche nel ponte della Liberazione pienone negli hotel torinesi

Il ponte del 25 Aprile, tra venerdì 21 e lunedì 24 ha registrato per gli hotel torinesi, dopo i positivi dati ottenuti nelle vacanze pasquali, risultati superiori alla media. I dati sono dell’Osservatorio alberghiero della Camera di commercio  e di Turismo Torino, insieme  con le associazioni di categoria del settore.L’Osservatorio, nato nel 2010, raccoglie le informazioni di numerose strutture torinesi, per un totale di 3.714 camere, circa il 54% della capacità del comparto alberghiero in città (6.817). L’occupazione delle camere è stata pari al 78.1%  rispetto al 67.6%  di Pasqua:  in crescita del 16.1% sul  corrispondente periodo dell’anno prima. Le camere sono state vendute a una tariffa media  89,9 euro ( 85 nel periodo pasquale), in salita del 5,4% rispetto alla Festa della Liberazione 2016. I  ricavi medi per stanza ammontano a 70,2 euro, in crescita del 22,4%. 

(foto: il Torinese)

Il Monferrato casalese corteggia Torino

Torinesi venite a visitare e a conoscere le bellezze di Casale e del Monferrato. E’ il messaggio alla base di un progetto lanciato dall’amministrazione comunale di Casale Monferrato nei confronti del capoluogo subalpino, reso possibile grazie ad uno stanziamento effettuato dalla Regione Piemonte per valorizzare la Rete MoMu – Monferrato Musei (che racchiude Museo Civico e Gipsoteca Bistolfi, Sacrestia del Duomo, Sinagoga e Musei Ebraici a Casale Monferrato, Sacro Monte di Crea e Cappella del “Paradiso”, Centro di Interpretazione del Paesaggio del Po a Frassineto Po, Museo Etnografico “Coniolo il paese che visse due volte”, Ecomuseo della Pietra da Cantoni a Cella Monte e Museo San Giacomo a Lu). Nell’ambito delle iniziative finalizzate a captare nuovi visitatori sono organizzate quattro gite gratuite riservate ai titolari dell’Abbonamento Musei Torino – Piemonte. Per partecipare è sufficiente essere in possesso della tessera Abbonamento Musei Torino – Piemonte per prenotare il proprio posto sul bus accedendo online alla propria area riservata oppure telefonando al numero verde 800 329329 attivo dalle 9 alle 18. La prima della serie è prevista domenica 7 maggio, “Casale capitale del Monferrato”. Si tratta di una dedicata alla scoperta dell’antica capitale che conserva importanti testimonianze artistiche e storiche: partendo dalla splendida Sinagoga con i Musei Ebraici e la mostra di Fabio Mauri si arriverà a visitare l’antica Cattedrale di Sant’Evasio con l’annessa Sacrestia Aperta per poi approdare, nel pomeriggio, al Museo Civico e alla Gipsoteca Bistolfi che custodiscono importanti testimonianze d’arte e dove è stato recentemente inaugurato il restauro del paliotto-arazzo fiammingo “La Circoncisione di Gesù”. Le altre date sono domenica 21 maggio, in concomitanza con la kermesse “Riso & Rose in Monferrato, domenica 24 settembre (il programma è ancora da definire) e domenica 8 ottobre “Dall’infernot al Paradiso” con una significativa puntata al Sacro Monte di Crea, da secoli meta devozionale delle genti monferrine e non solo. Ed è significativo che Casale, dopo anni in cui pareva avere lo sguardo (peraltro non ricambiato appieno) rivolto verso Milano, adesso riprenda a guardare nella direzione che le è naturale, ovvero Torino.

Massimo Iaretti

 

 

Idee appassionate di giovani creativi in erba

SAVE YOUR PASSIONS Per dar voce ai giovani leader del domani, Torino TED-Ed Club sceglie la Scuola Holden per presentare al pubblico le idee appassionate di giovani creativi in erba.

Per la prima volta a Torino, 14 storie che hanno in comune il dare valore alla propria unicità e alla voglia di lottare per salvare le proprie passioni dal rischio di estinzione.

Saranno raccontate in inglese da ragazzi torinesi – dai 15 ai 17 anni – che si esibiranno sul palco del General Store, l’auditorium della Scuola Holden, venerdì 28 aprile 2017, dalle ore 18 alle 20. Un evento che segue il format delle celebri conferenze TED – ideas worth spreading (“idee che val la pena diffondere”). I ragazzi racconteranno al pubblico le loro idee durante interventi singoli, della durata massima di 10 minuti: potrà essere un’innovazione che sono riusciti a progettare o a realizzare, oppure un’esperienza che ha avuto o avrà un impatto importante nella vita delle persone. La rete globale di TED-Ed conta 250.000 insegnanti che hanno portato il mondo di TED nelle loro scuole. Un progetto di cultura e apprendimento aperto a tutte le scuole di Torino, dove i giovani studenti possono condividere le proprie passioni ed esprimere le proprie idee e avere un’opportunità di formazione unica, che tiene conto di quello che sarà per loro il mondo del lavoro. Questo tipo di esperienza attiva ha come mission la stimolazione creativa dei ragazzi, per orientarli e sensibilizzarli verso argomenti di rilevanza mondiale a livello umanistico, artistico, tecnologico, filosofico e politico. I temi trattati possono essere il potere dei propri sogni, il non essere spaventati dall’essere se stessi, l’influenza e il condizionamento dei social, l’interrogarsi sul concetto di infinito e su come si vorrebbe morire, i progressi della scienza contrapposti alla legge che depenalizza la violenza domestica, la discriminazione, il cambiamento climatico, la felicità e le attività ludiche. Torino TED-Ed Club nasce dall’innamoramento per i TED TALKS di Gabriela Alvarez, Language e Skill Coach. L’idea prende il via dalla forte ambizione di coinvolgere studenti delle scuole medie e dei licei torinesi in un progetto innovativo, completamente gratuito, in cui imparare a comunicare e condividere le proprie idee di fronte a un pubblico. I talk presentati alla Scuola Holden sono il risultato di 13 incontri formativi, avvenuti in parte presso il Toolbok Coworking, durante i quali sono stati esplorati i principi del public speaking.

 

Il programma viene promosso con la definizione “1 ciclo 4 skill”: Public speaking, Lingua Inglese, Comunicare con video e presentazioni multimediali, Comunicare sui social per far crescere le idee. Attraverso lavori individuali e di gruppo, il programma è stato arricchito da incontri e workshop guidati da professionisti che lavorano nel campo della comunicazione digitale, per permettere ai ragazzi di esplorare tutte le possibilità del web. Gabriela Alvarez è diventata così licenziataria e Team Leader del progetto, con l’importante collaborazione di Riccardo Antonino, docente di Effetti Speciali a Ingegneria del Cinema e dei mezzi di Comunicazione del Politecnico di Torino e Tania Ciurca, ex studentessa del corso e professionista del settore. A sostegno dell’iniziativa anche Mauro Berruto, Amministratore Delegato della Scuola Holden, che ha sposato il progetto dando il via a una partnership che dimostra quanto la città di Torino sia un luogo dominato da entusiasmo e forti stimoli per i giovani. Supportano con la loro testimonianza Guido Avigdor – Fondatore di Eggers, Gianlorenzo Lagna – Fondatore di Jai Guru Deva-Il Network dei Creativi, Christian Racca – Presidente Associazione PLUG / Senior Engineer @TOP-IX e Mamma Bianca – Bianca Gardella, una mamma entusiasta.

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Per partecipare all’evento è gradita la prenotazione: www.torinotededclub.com

I migliori talk saranno successivamente candidati per i main event dedicati ai giovani in Italia e all’estero.Il successo e l’entusiasmo di questa iniziativa ha stimolato l’interesse di ragazzi provenienti da diverse scuole. Gabriela e il suo team di professionisti stanno già lavorando alla seconda edizione, raccogliendo nuove adesioni per il prossimo ciclo di laboratori.

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Scuola Holden – Storytelling & Performing Arts, in Piazza Borgo Dora 49 a Torino.

Congresso internazionale sulla fisioterapia

I fisioterapisti si confrontano sul tema della molteplicità delle diagnosi: medica, fisioterapica, differenziale

L’appuntamento annuale del congresso scientifico di AIFi Piemonte e Valle d’Aosta verterà sul lavoro del fisioterapista e il suo rapporto con le possibili diagnosi con cui il paziente viene preso in carico.Dalla diagnosi medica, con la sua specificità ma anche le sue limitazioni nel classificare il problema del paziente, alla diagnosi fisioterapica, che cerca con un approccio biopsicosociale di abbracciare tutti i bisogni di salute della persona, passando per il riconoscimento, attraverso la diagnosi differenziale, di patologie gravi che possono mascherarsi a lungo sotto la forma di sindromi comuni: una sfida per i professionisti sanitari anche a fronte dei nuovi risvolti della legge sulla responsabilità professionale (legge Gelli).Durante il congresso verrà presentato un bando di finanziamento per progetti di ricerca scientifica nell’ambito della fisioterapia promossi dall’associazione, e sarà presentato un progetto di accesso alla biblioteca virtuale sanitaria del Piemonte(BVS-P) da parte anche di professionisti non dipendenti dal sistema sanitario regionale.Interverranno diversi ospiti di elevato calibro scientifico sia nazionali che internazionali e ci si confronterà su come il fisioterapista viene educato a sviluppare il suo particolare spirito di ascolto e osservazione.L’AIFi (Associazione Italiana Fisioterapisti), è l’organizzazione che promuove e tutela la professione del fisioterapista in Italia.Ha sedi in ogni regione e raggruppa circa 10.000 professionisti a livello nazionale, più di 1.000 in Piemonte e Valle d’Aosta.La sua principale mission è sviluppare la cultura della prevenzione, cura e riabilitazione delle malattie che interessano svariati ambiti, tra cui quello ortopedico, neurologico e delle funzioni viscerali, garantendo il massimo rispetto dell’integrità della persona anche in presenza di gravi disabilità.

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www.aifi.net

www.piemontevalledaosta.aifi.net

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29 aprile 2017

ore 9:00/18:00

Hotel Fortino –

strada del Fortino 36

Torino

Tavolo sindacati-azienda per gli addetti alle pulizie

Un contenimento della riduzione oraria e un’ulteriore apertura da parte dell’azienda per tutelare l’occupazione. E’ questo il risultato dell’incontro tecnico-operativo tenutosi stamane tra la Lucentezza Srl e i rappresentanti sindacali sul tema del personale delle pulizie in Consiglio regionale, fortemente voluto e annunciato nei giorni scorsi dal presidente Mauro Laus. “Chi ha responsabilità politiche – spiega Laus – e le esercita fino in fondo a garanzia del rispetto della legge, azzera totalmente eventuali violazioni normative. Nell’ambito della trattativa, ho chiesto a tutte le parti di ricorrere al proprio senso di responsabilità  e di fare uno sforzo per trovare una soluzione nel più breve tempo possibile. Se il clima costruttivo che si è instaurato quest’oggi continuerà, sono certo si potrà arrivare a siglare un accordo rispettoso delle esigenze di entrambe le parti”.In sintesi, per il momento l’azienda ha già dato disponibilità a ridurre il taglio delle ore lavorate dal 46% annunciato, al 37%. Ha assicurato che manterrà sostanzialmente i carichi di lavoro agli addetti, impiegandone alcuni in altri cantieri di Torino e primissima cintura e ha affermato che verificherà l’opportunità di procedere a incentivi all’esodo laddove sarà possibile. Domani, giovedì 27, si terrà l’assemblea dei lavoratori ai quali verranno sottoposte le proposte della Lucentezza. I sindacati ritengono il taglio del 37% una base di trattativa. Il 28 aprile ci sarà l’incontro con l’azienda durante il quale potrebbe essere sottoscritta un’intesa.

 

GM – www.cr.piemonte.it

Borgate dal vivo: non solo letteratura

Borgate dal vivo è un festival letterario, il primo delle borgate alpine. Ma è soprattutto un progetto di rinascita. La rinascita di un territorio. È possibile sviluppare progetti e start up in montagna? Quali possibilità per i giovani che vogliono lavorare con i nuovi media e la new economy? Il 28 aprile, A  partire dalle ore 10.30, nella sala consigliare del Comune di Oulx si tenterà di dare risposta a questi quesiti nel convegno “Montagna tra rinascita e sviluppo: un’idea di futuro”.Dopo i saluti di rito del primo cittadino, Paolo De Marchis, verrà proiettato in anteprima uno dei trailer del festival Borgate dal vivo. Il festival ha ricevuto nei giorni scorsi un’importante riconoscimento a livello eropeo, infatti è stato riconosciuto di rilevanza internazionaledall’European Festival Association, con la seguente dicitura: Festival of interesting artistic and cultural values with a good international profile e così potrà mettersi in rete e collaborare con i più grandi festival europei. Un risultato sorprendente, per un evento che muoveva i suoi primi passi meno di un anno fa, dalla piccola frazione di Deveys. Seguirà una tavola rotonda. Ospiti Marco Bussone di Uncem, il Presidente e la Vicepresidente della commissione cultura della Regione Piemonte, Daniele Valle e Francesca FredianiAlessio Ciacci, Presidente AcselPietro Ainardi, dirigente scolastico IISS Des Ambrois e Guido Vaglio direttore Formont Oulx. Ma soprattutto sarà dato ampio spazio alle testimonianze dei giovani che stanno investendo con coraggio in questo territorio, come Alberto Tiboni di Taskomat, Alessandra Longo, con Verticales e Chiara Vezza, dell’Azienda agricola La Calcina.Al termine, rinfresco con i prodotti di Bottega dell’Alpe a cura dei ragazzi del Formont. Ma prima un momento molto importante, con la creazione del primo punto arcobaleno della Valle di Susa, ovvero un punto dedicato al bookcrossing per i più piccoli. Un progetto nato dalla straordinaria forza di una bambina e dei suoi genitori, che hanno saputo trasformare una terribile perdita, in un raggio di speranza. Anche questo vuole essere, Borgate dal vivo.

Massimo Iaretti

Non voltarti indietro

28 aprile, Cinema Massimo 3, ore 20.30 – ingresso gratuito. Ne discutono, tra gli altri: il ministro per gli Affari Regionali Enrico Costa, il sostituto procuratore della Repubblica di Torino Stefano Castellani, il Garante dei Detenuti del Piemonte Bruno Mellano.

 

In collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema, arriva anche a Torino “Non voltarti indietro”, il primo docufilm sugli errori giudiziari e le ingiuste detenzioni mai girato in Italia. L’opera (prodotta da Errorigiudiziari.com per la regia di Francesco Del Grosso) ha partecipato a 14 festival cinematografici, vincendo 7 tra premi e menzioni speciali e riscuotendo ovunque grandi consensi. È andata in onda su Canale 5 facendo il record di ascolti e ha ottenuto una menzione speciale “per il particolare valore sociale” agli ultimi “Nastri d’Argento DOC 2017”. La storia. Una commercialista, un impiegato delle poste, uno stilista di moda, un assessore comunale, una dipendente pubblica: cinque persone come tante, con giornate scandite da lavoro, famiglia, amici. Fino a quando le loro vite vengono travolte dalla giustizia che sbaglia, dal carcere senza colpa. Il problema. Negli ultimi 25 anni sono oltre 25 mila le persone finite in carcere da innocenti. Per risarcirle, lo Stato ha speso più di 700 milioni di euro. E il conteggio non si ferma, al ritmo di circa 1.000 nuovi casi l’anno.Il dibattito. Al termine della proiezione, interverranno:

• Enrico Costa, Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie

• Stefano Castellani, Sostituto procuratore della Repubblica di Torino

• Bruno Mellano, Garante dei detenuti della Regione Piemonte

• Claudio Bragaglia, avvocato del Foro di Torino

• Benedetto Lattanzi, Valentino Maimone e Stefano Oliva, fondatori di

Errorigiudiziari.com

Modera: Luca Cassiani, avvocato del Foro di Torino.

Errorigiudiziari.com è un’associazione che si occupa di errori giudiziari e ingiuste detenzioni in Italia, monitorando i casi e sensibilizzando l’opinione pubblica. Nasce da un’idea dei giornalisti Benedetto Lattanzi e Valentino Maimone, che seguono queste tematiche da oltre 20 anni, con l’avvocato Stefano Oliva.

L’esperienza di Lattanzi e Maimone comprende:

• un libro (“Cento volte ingiustizia – innocenti in manette”, Mursia, 1996), che raccoglie le storie dei 100 casi più emblematici di errori giudiziari italiani dal Dopoguerra a oggi.

• il sito www.errorigiudiziari.com, il primo archivio on line di ingiuste

detenzioni ed errori giudiziari.

• il primo docufilm mai girato in Italia sulle vittime di ingiusta detenzione (“Non

voltarti indietro”, regia di Francesco Del Grosso), prodotto insieme con

l’avvocato Stefano Oliva, del quale hanno scritto il soggetto e la

sceneggiatura.

• La collaborazione come consulenti per “Sono Innocente”, il programma
sugli errori giudiziari di Rai 3 trasmesso in prima serata per 10 puntate, da
gennaio a marzo 2017.