ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 586

Scienza e politica al teatro Colosseo

GiovedìScienza OGNI GIORNO. TRA SCIENZA E POLITICA. I valori scientifici dell’oggettività al servizio del bene comune

 Elena Cattaneo, Università di Milano, Senato della Repubblica

«Le sto chiedendo di continuare a essere uno scienziato attivo dentro e fuori il laboratorio, le offro la possibilità di farlo potendo intervenire e contribuire ai lavori del Senato della Repubblica». Elena Cattaneo, biologa famosa nel mondo per i suoi studi sulla corea di Huntington (malattia neurologica causata da un gene mutato) non dimenticherà mai le parole dell’allora Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, quando nel 2013 le annunciò la decisione di nominarla senatrice a vita. Da allora la sua esistenza è profondamente cambiata e la sua attività scientifica si è arricchita di una funzione pubblica e istituzionale fondamentale per restituire alla scienza, troppo spesso bistrattata e abbandonata a se stessa, un ruolo di primo piano nel nostro paese.

 

Paladina dei “valori scientifici dell’oggettività”, Elena Cattaneo sarà ospite di GiovedìScienza il 15 febbraio (alle 17:45 al Teatro Colosseo, in Via Madama Cristina 71 a Torino) per raccontare la sua avventura “Ogni giorno, tra scienza e politica”. La neuroscienziata e Senatrice a vita, abituata al lavoro di squadra in laboratorio, spiegherà come al Senato sia affiancata da un gruppo di esperti con competenze in diversi ambiti, dal diritto parlamentare ai rapporti con le istituzioni e con gli istituti scientifici.

 

Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili.

Programma completo e diretta streaming su: www.giovediscienza.it

Segreteria organizzativa tel. 011 8394913

Città della Salute, per Torino investimento di 456 milioni di euro

I Ministeri della Salute e dell’Economia e delle Finanze hanno ufficialmente sottoscritto gli accordi di programma integrativi della Regione Piemonte per l’intervento del Parco della Salute, della Ricerca e dell’Innovazione di Torino e della Città della Salute e della Scienza di Novara

Soddisfazione è stata espressa dall’assessore alla Sanità della Regione, Antonio Saitta,  che ha lavorato a lungo con la struttura dell’assessorato e con gli altri soggetti istituzionali coinvolti- per completare il complesso iter procedurale.  Con l’atto formale dei Ministeri si chiude un capitolo importante e se ne apre un altro legato alla procedura dei lavori che dovrebbero partire entro i primi mesi del 2019. Per Torino l’investimento previsto è di circa 456 milioni di euro per il primo lotto, di cui 142,4 a carico dello Stato con fondi assegnati alla Regione, 7, 5 milioni con fondi della Regione e 305,9 a carico del privato che realizzerà l’opera. Lo scorso 15 novembre la Regione aveva sottoscritto con il Comune, l’Università degli Studi e Città della Salute e della Scienza di Torino e la Società F.S. Sistemi Urbani, l’accordo di programma finalizzato alla realizzazione dell’opera. L’obiettivo generale è quello di concentrare in una nuova struttura le attività ad alta complessità fornite dalla Città della Salute e della Scienza di Torino e riorganizzare la rete ospedaliera esistente per garantire la gestione ottimale delle attività a media complessità. L’intervento si inserisce nel processo di riorganizzazione e razionalizzazione delle attività di assistenza sanitaria che si sta realizzando a livello nazionale ed europeo e prevede la costituzione di un sistema di attività volte alla cura, alla ricerca, alla formazione ed ai servizi alle persone con competenze e dimensioni tali da diventare un “player” a livello internazionale del processo di innovazione in campo clinico, organizzativo, gestionale e della ricerca. Per Novara, l’investimento previsto è di circa 320 milioni di euro, di cui 95 a carico dello Stato con fondi assegnati alla Regione, 5,2 milioni con fondi della Regione e 219 a carico del privato che realizzerà l’opera. La nuova struttura sorgerà su un’area di 390.000 mq nella zona piazza d’Armi ed ex polveriera, avrà una superficie coperta di 167.000 mq (compresa l’area per Università, incubatore d’impresa, asilo) mentre la superficie propriamente ospedaliera sarà di 156.000mq. Nel progetto sono coinvolti l’Azienda ospedaliera universitaria, l’Università del Piemonte Orientale ed il Comune di Novara. Nell’ultimo biennio c’è stato un forte impulso per far decollare il progetto che è considerato di fondamentale importanza per la città e per la parte del Piemonte che fa riferimento all’Azienda ospedaliera universitaria.

www.regione.piemonte.it

Biraghi dal Piemonte a PyeongChang

Biraghi, nota azienda italiana specializzata nel settore lattiero caseario, è fornitore ufficiale di Casa Italia in occasione dei XXIII Giochi Olimpici Invernali 2018, che si svolgeranno dal 9 al 25 febbraio a PyeongChang in Corea del Sud. Per 25 giorni la brigata del ristorante di Casa Italia utilizzerà alcuni prodotti Biraghi appositamente selezionati: il “Gorgonzola DOP”, il grattugiato “Ricetta Tipica al Pecorino” (chiamato da tutti “Pecorino Etico Solidale” perché sostiene i pastori sardi garantendo un prezzo di acquisto equo della materia prima), i “Biraghini Snack”, ideali per il fuoripasto da portare con sé in qualsiasi momento della giornata. Gli ospiti di Casa Italia durante la manifestazione olimpica non potevano che trovare in tavola le eccellenze del nostro Paese sia per qualità sia per gusto: per questo la scelta di formaggi e snack prodotti da Biraghi, che utilizza esclusivamente latte 100% italiano, rappresenta la garanzia di un’estrema attenzione alle materie prime e alla loro provenienza. “Questa partnership ha un valore grandissimo – dichiara l’Azienda – perché da sempre il nostro lavoro e l’impegno di tutti in Biraghi si ispirano a quelli che sono i valori fondanti delle Olimpiadi: ogni giorno viviamo la passione di fare del proprio meglio, la volontà di mettersi alla prova e di operare sempre con la massima qualità. Un atteggiamento e uno spirito davvero vicini agli ideali olimpici e dello sport in generale. In particolare la collaborazione con Casa Italia incarna per noi la filosofia del 100% Italiano che viviamo quotidianamente nella lavorazione dei nostri prodotti, fin dalla nascita dell’azienda nel lontano 1934”. Per l’importante occasione Biraghi ha inoltre scelto di realizzare un gadget speciale e molto significativo, tra i più diffusi e apprezzati nei contesti olimpici: un tris di spillette nei tre colori della bandiera italiana che sarà dato in omaggio a tutti gli sportivi di Casa Italia e ai dipendenti.

Carenini è il nuovo presidente Cia

Il presidente uscente Lodovico Actis Perinetto: «L’agricoltura sta vivendo cambiamenti epocali, è giusto che questo passaggio venga gestito dai giovani»

Gabriele Carenini, 40 anni, sposato, con un figlio, imprenditore ortofrutticolo nell’azienda di famiglia a Valmacca (Alessandria), è il nuovo presidente regionale della Cia – Agricoltori italiani del Piemonte. «Il mio impegno è per il ricambio generazionale – ha detto Carenini ai delegati regionali che all’Hotel NH Torino centro lo hanno eletto al vertice della Confederazione regionale -, bisogna riportare l’agricoltore al centro della filiera produttiva, coniugando sostenibilità, produzione e redditività. La varietà e la qualità della produzione agricola piemontese possono essere parte importante del motore dell’economia dei nostri territori». Carenini avrà come vicepresidente un altro giovane imprenditore agricolo, Alessandro Durando, 34 anni, presidente della Cia di Asti e titolare dell’azienda multifunzionale con annesso agriturismo “Terra d’origine”, a Portacomaro (Asti). «L’agricoltura del futuro ci riserverà dei cambiamenti epocali che oggi non siamo nemmeno in grado di immaginare – ha commentato il presidente uscente Lodovico Actis Perinetto, socio fondatore di Cia Piemonte -, è fondamentale e giusto che questo passaggio venga gestito dai giovani». Parole di stima e congratulazioni per la staffetta generazionale al vertice della Cia del Piemonte sono state espresse anche dal presidente nazionale della Confederazione, Dino Scanavino, e dal presidente di Cia Torino, Roberto Barbero, secondo cui “l’elezione di Carenini e Durando dimostra che la Cia è in grado di passare dalle parole ai fatti, vincendo la scommessa sul rinnovo della dirigenza”. All’assemblea congressuale, non a caso intitolata “Agricoltura, innovare per un futuro sostenibile”, sono intervenuti, tra gli altri, il vice ministro delle Politiche agricole, Andrea Olivero, l’assessore regionale all’Agricoltura del Piemonte, Giorgio Ferrero, il direttore regionale Inps Piemonte, Giuseppe Baldino, l’europarlamentare Daniele Viotti e i parlamentari Mino Taricco, Lucio Malan, Chiara Gribaudo, Federico Fornaro, Fabio Lavagno e Magda Zanoni.

Viaggio nella Torino “brasiliana” dei campi nomadi

STORIE DI CITTA’ di Patrizio Tosetto
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Corso Tazzoli 215, 12 diverse palazzine adibite ad uffici. Una volta era difficile parcheggiare internamente.  Ora l’operazione è facilitata dal progressivo abbandono degli operatori economici. Ed il motivo della fuga  non è   solo collegato alla crisi economica.Vicino ci sono i campi Rom che producono i loro problemi, i fumi tossici la fanno da padrone. I fatti sono tragicamente noti. Truffatori per evitare i costi di smaltimento sbolognano materiale ai rom che in cambio di pochi euro bruciano tutto. Diossina a gogo. Dall’ altra parte della città, in via Germagnano, riunioni per redigere una petizione che richiede l’intervento delle autorità. Sintesi: qui si sta morendo. La raccolta firme è promossa da tutti i partiti di zona e le associazioni. Non firma la protezione animali. Perché? Vuole soluzioni più radicali. Soluzioni? Prima alcuni brevi ricordi. La mia amica Antonella per oltre 40 anni insegnante di scuola materna in Barriera di Milano, ricorda che venti anni fa tutti erano  impegnati per l’inserimento  dei Rom. Si inizia dalla scuola. Ed un pullmino parte tutte le mattine e porta dai campi i cinque scolaretti. Arrivano a scuola laceri. Pronto l’intervento delle insegnanti.Lavati e vestiti di nuovo, di  tutto punto. Ma il giorno dopo si ripresentano laceri. Loro caparbiamente li rivestono, per tutta la settimana. Il lunedì il capo villaggio si ripresenta ed in modo tutt’altro urbano dice  perentorio: 
Piantatela…Antonella garbatamente: non si viene scuola in questo modo. Il capo: siete voi che volete i nostri figli a scuola. Noi ne facciamo a meno. E un bambino vestito normalmente riceve meno elemosina. Già, è disperante Il magistrato Antonio Sapella é stato assessore alla legalità a Roma, nominato dal Sindaco Ignazio Marino. Il giorno del suo inserimento sparano in un campo Rom. Sopralluogo con tecnici e funzionari del Municipio, ai quali chiese: è irregolare o autorizzato? La risposta: tollerato. Legalità zero coperta dalla ignavia delle istituzioni. Non c’ è più tempo, anzi, siamo fuori tempo massimo .Ed i pentastellati avevano assicurato di essere solerti nell’affrontate e risolvere il problema. Ma oramai con loro abbiamo imparato che tra il dire ed il fare c’ è di mezzo il mare.
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Ultimo intervento la bonifica delle aree di lungo Stura Lazio. Proprio cosi, bonifica. Una sistemazione per i Rom é stata trovata prevalentemente in altri campi. Aumentano i campi. E ci sono altri che ” fanno concorrenza” e tra corso Grosseto e la super strada per Caselle vere e proprie bidonville di ragazzi per lo più di colore.  Solo a San Paolo del Brasile avevo visto “quartieri di baracche”, avveniva 15 anni fa. Diventato Presidente Lula promulgo’ una legge che in base all’ autodenuncia regolarizzava le baracche. Non ne capivo il perché  Mi spiegarono che in Brasile abitavano migliaia di persone che nascendo e vivendo non avevano alcun rapporto con lo Stato. Insomma,  non esistevano, e quello era un modo per censirli. Ed ora, qui da noi? Mi sembra che la situazione sia simile. Con l’aggiunta che fondamentalmente non sappiamo come agire. E la storia continua a peggiorare.  Zone dove lo Stato non esiste, zone limitrofe se non dentro le nostre città. Questo viaggio termina in via  Scotellaro. Conferenza stampa delle associazioni  del territorio di zona nord. Tragica sintesi: non siamo e non vogliamo essere razzisti , denunciamo che stiamo morendo ed abbiamo un’ unica soluzione,  scappare. I numeri sono impressionanti. Nelle periferie le aspettative di vita sono 5 anni minori del centro. E tra le periferie estreme, di 2 anni. Diossina, tanta diossina prodotta quotidianamente da giornalieri roghi nei campi. L’Italia é l’unico paese d’ Europa dove esistono i campi.Un dato su tutti. In Spagna gli ospiti sono 800 mila e non ne esistono . In Italia sono circa 180 mila  e i problemi sono in tutte le citta. Ecco perché  nel documento è richiesto il superamento dei campi.  Innumerevoli tentativi di integrazione sono frantumati nel nulla. Spesi molti soldi per villaggi attrezzati devastati pochi  giorni dopo . Ci pensa Vojcan Stocanovic presidente di Opera Nomadi, intervenendo ad accendere gli animi dei presenti. Chiede ” comprensione” per la sua gente. Chiedo: come si crea consenso tra gli abitanti dei campi per trasferirsi? Tergiversa, ma non ha una risposta.  Diventa difficile superare i campi senza il consenso di chi li abita. E il nostro Stato? Latita, diremmo,  come al solito… Purtroppo nulla di nuovo.Senza consenso diventa coercizione. Ma non c’ è piu tempo.Inoltre l’Europa ci multa perché permettiamo e  concepiamo questi campi. La maggioranza dei Rom è fatta di  disperati, le prime vittime di questa allucinante situazione.
Intervenire. Subito.
Patrizio Tosetto

Le Molinette per la Giornata mondiale dell’Epilessia

Lunedì 12 febbario dalle ore 14,30 alle ore 17, presso l’Aula Magna della Clinica neurologica dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino (via Cherasco 15), in occasione della Giornata mondiale dell’Epilessia, si terrà un incontro con gli epilettologi aperto a medici, sanitari e pubblico sulla patologia, organizzato dal professor Paolo Benna e dalla dottoressa Elisa Montalenti del Centro Epilessia dei Dipartimento di Neuroscienze con il patrocinio della Lega Italiana contro l’Epilessia.

L’orrore delle foibe, il dolore dell’esodo, i drammi del confine orientale

La giornata del 10 febbraio è dedicata al ricordo del dramma degli italiani delle Venezie e della Dalmazia. Le foibe e l’esodo dall’Istria e dalla Dalmazia sono una ferita sulla quale nel nostro Paese è stata a lungo stesa una cortina di silenzio. Da tempo ormai la parola foiba non descrive più semplicemente il territorio del Carso triestino e giuliano ma è diventata l’atroce, simbolo di una tragedia che si è consumata sul confine orientale e che ha come sfondo la seconda guerra mondiale, il fascismo di frontiera, il totalitarismo titino. Migliaia di italiani uccisi dall’esercito di liberazione iugoslavo e gettati nelle foibe, cavità naturali il cui nome, mutuato dal dialetto giuliano,  deriva dal latino fovea, cioè fossa, cava. In due momenti, durante il conflitto e nell’immediato dopoguerra. le foibe furono il palcoscenico di esecuzioni sommarie quando i partigiani del maresciallo Tito vi gettarono migliaia di persone colpevoli di essere italiane, fasciste o contrarie al regime comunista. Da questi massacri deriva il termine infoibare. E poi circa 350.000 italiani costretti, dopo il Trattato di pace che assegnò l’Istria alla Iugoslavia, ad abbandonare le terre delle origini con un tragico esodo, disperdendosi nel mondo. Il Giorno del ricordo va considerato come un segnale di ulteriore pacificazione e di riconciliazione dell’Italia repubblicana. Si è trattato, è vero, di una tragedia a lungo rimossa ma ricordarla rende tutti più forti e credibili nella difesa e nell’affermazione dei valori fondamentali sui quali è nata e si è costruita la Repubblica: libertà, tolleranza,  convivenza pacifica, rispetto della dignità umana e della persona. Nessuna  violenza che mortifichi quei valori può essere giustificata, neanche come risposta a violenze subite. Nessuno può negare che il fascismo, con l’occupazione militare italiana, abbia usato il pugno duro contro le popolazioni istriane, in una dolorosa catena di soprusi, misfatti e violenze. Le ritorsioni, a loro volta terribili e disumane, sommarono dolore e violenza a violenza e dolore. Gli studiosi sono ancora alla ricerca di documenti, di dati e non vi sono conclusioni condivise sulle ragioni della ferocia dei combattenti di Tito, ma non vi è dubbio che quella fu una tragedia con tante facce. Le foibe furono il prodotto di odi diversi : l’odio etnico, nazionale, ideologico. Secondo alcuni storici si trattò di un fenomeno dovuto sia alla politica di italianizzazione forzata da parte del fascismo, che mirava all’annullamento dell’identità nazionale delle comunità slovene e croate, sia alla politica espansionistica di Tito per annettersi Trieste e il goriziano. Lo storico Gianni Oliva sostiene  che “affinché al tavolo delle trattative di pace venisse riconosciuta la sovranità di Belgrado sul territorio giuliano, occorreva che nessuna forma di opposizione contrastasse l’annessione. E dunque bisognava contrastare i movimenti antiannessionistici anche con l’eliminazione fisica di tutti coloro, fascisti o antifascisti, fossero in grado di organizzare e dirigere quei movimenti“. La lunga notte della guerra fredda ha impedito per troppo tempo una lettura meno ideologica di quelle vicende. Ora quella contrapposizione frontale è, almeno per quanto ci riguarda, alle spalle. È possibile una elaborazione condivisa che consenta analisi più serene e obiettive? Non è cosa facile ma è altrettanto necessaria. Come dichiarò Carlo Azeglio Ciampi, e sottolineò poi Giorgio Napolitano “la tragedia delle foibe fa parte della memoria di tutti gli italiani“. Fa parte della storia del Paese. Ristabilire il dovuto riconoscimento di quelle vicende tragiche e dolorose  è necessario per la costruzione di un’Europa poggiata su basi di condivisione che rendano più estesi e radicati i valori fondamentali della convivenza tra diversi, del multiculturalismo, del pluralismo etnico e religioso. Claudio Magris, con lucida efficacia , scrisse “..sulle frontiere si sono da sempre scatenate e si scatenano le passioni scioviniste più furibonde, con il loro bagaglio di violenze, provocatrici a loro volta di cieche vendette foriere anch’esse di feroci rappresaglie“. Gli storici hanno il compito di continuare a ricercare documenti e testimonianze per portare alla luce fatti ed eventi, che aggiungano ulteriori pezzi alla verità storica. A tutti gli altri, a partire da chi ha delle responsabilità pubbliche, rimane il dovere di creare una memoria critica e solidale, di creare le condizioni per una verità civile e condiviso, secondo un ordine di valori che condannino ogni forma di totalitarismo, razzismo e nazionalismo sciovinista.

Marco Travaglini

I robot Comau per Industria 4.0

Comau è stata protagonista dell’evento “Piano Impresa 4.0 – Innovazione e competenze” che si è svolto a Torino, presso le Officine Grandi Riparazioni (OGR). Per l’occasione, la sala “Fucine” è stata allestita con i robot Comau, tra i quali i collaborativi AURA, in grado di cooperare con l’uomo in condizioni di sicurezza, ed e.DO, innovativo braccio robotico modulare e open-source, sviluppato con finalità didattiche. Comau, società del Gruppo FCA, è leader nel settore dell’automazione industriale e della robotica, a livello globale. La presenza dei robot e delle tecnologie dell’azienda in questa importante occasione per l’industria italiana, testimonia il ruolo di protagonista che Comau svolge nel settore dell’automazione industriale, in Italia e nel mondo. Grazie a un’esperienza di 45 anni e alla costante attenzione all’innovazione, Comau conferma il proprio impegno nello sviluppo di nuove tecnologie per l’automazione di fabbrica e la trasformazione digitale delle imprese.

Neonati, collaborazione tra Città della Salute e Ivrea

Un progetto di collaborazione tra l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino e l’ASL TO4 per il supporto all’attività clinica nell’ambito della Pediatria e Neonatologia del Presidio Ospedaliero di Ivrea. E’ questo l’oggetto di una Convenzione tra le due Aziende che prevede, da parte dell’AOU Città della Salute e della Scienza, l’impegno a mettere a disposizione dell’ASL TO4 il personale medico afferente al Dipartimento di Pediatria e Specialità Pediatriche e al Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia per l’espletamento di prestazioni professionali di pediatria generale e specialistica e di neonatologia a favore dei piccoli pazienti seguiti dalla Pediatria e Neonatologia di Ivrea. La Convenzione copre il periodo dal 22 gennaio al 30 giugno. Il Commissario dell’AOU Città della Salute di Torino, avvocato Gian Paolo Zanetta, commenta: “Siamo molto soddisfatti di questo accordo di collaborazione, che in modo innovativo apre nuove strade per sopperire a carenze di alcune specialità mediche sul territorio. Abbiamo seguito gli input della Regione ed ora siamo pronti a dare una mano all’ASL TO4, che ci ha chiesto un aiuto nei campi della Pediatria e della Neonatologia. Tutto ciò segue un discorso di collaborazione, di reciproco aiuto e di rete per far sì che la Sanità in Piemonte migliori sempre più per il bene dei piccoli pazienti e delle loro famiglie. Inoltre sarà un ottimo viatico per la crescita professionale dei nostri professionisti”.  “La carenza di medici pediatri nell’ambito della Pediatria di Ivrea – riferisce il Direttore Generale dell’ASL TO4, dottor Lorenzo Ardissonenon poteva essere sanata con un concorso perché sul mercato del lavoro non vi sono pediatri disponibili. Abbiamo pensato a una soluzione diversa, che abbiamo potuto realizzare grazie alla disponibilità dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Città della Salute e della Scienza. Insieme abbiamo compiuto un grosso sforzo e aperto un percorso del tutto nuovo, dando vita a una partnership che rappresenta un esempio della collaborazione tra Aziende richiesta dalla Regione Piemonte a vantaggio dell’omogeneità del servizio sanitario offerto ai cittadini”.  “Da parte nostra – aggiunge il dottor Ardissonecredo che questo progetto testimoni quanto sia forte e determinata la nostra attenzione per la qualità dei servizi pediatrici del Presidio di Ivrea. E’ poi nostra intenzione procedere con un concorso verso il prossimo mese di luglio, quando dalla Scuola di specialità usciranno i nuovi pediatri”. Le prestazioni professionali sono effettuate dagli specialisti dell’AOU Città della Salute in regime di libera professione intramuraria, quindi fuori orario di servizio per non pregiudicare l’attività del Dipartimento di appartenenza. E’ prevista la presenza di un medico pediatra del Presidio Ospedaliero Regina Margherita oppure di un medico neonatologo del Presidio Ospedaliero Sant’Anna nella fascia oraria 8.30-16 nei giorni feriali da lunedì a venerdì per le attività cliniche riconducibili rispettivamente all’area della pediatria generale e specialistica e all’area della neonatologia. Nell’ASL TO4, peraltro, è in corso di assegnazione la carenza di pediatria di libera scelta nell’ambito dell’area territoriale di Cuorgnè, che sarà presumibilmente assegnata a un pediatra ospedaliero.

Cia Piemonte a congresso

Assemblea elettiva regionale, venerdì 9 febbraio all’hotel NH Torino centro, all’insegna del ricambio generazionale. Lodovico Actis Perinetto non si ricandida, al suo posto il quarantenne Gabriele Carenini

Assemblea elettiva regionale all’insegna del ricambio generazionale, venerdì 9 febbraio, alla Cia – Agricoltori italiani del Piemonte. Il presidente uscente, Lodovico Actis Perinetto, socio fondatore dell’Organizzazione, ha deciso di non ricandidarsi per lasciare spazio ai giovani ed al suo posto si presenta l’attuale vice presidente Gabriele Carenini, 40 anni, sposato, con un figlio, imprenditore agricolo a Valmacca (Al), dove produce ortofrutta nell’azienda di famiglia rilevata nel 2004. La votazione avverrà nell’ambito del convegno “Agricoltura: innovare per un futuro sostenibile” all’hotel NH Torino centro, in corso Vittorio Emanuele II 104, a Torino, con apertura alle 9,30. Carenini è stato presidente dell’Associazione Giovani Imprenditori Agricoli (Agia) della provincia di Alessandria, presidente di Agia Piemonte e vicepresidente Agia nazionale. La sua attività in Cia è stata prevalentemente indirizzata ad agevolare il ricambio generazionale attraverso l’inserimento dei giovani nel mondo agricolo, valorizzando i giovani imprenditori che già operano in agricoltura. Candidato alla vice presidenza è Alessandro Durando, 34 anni, presidente della Cia di Asti, titolare dell’azienda multifunzionale con annesso agriturismo “Terra d’origine”, in quel di Portacomaro (At). I delegati all’assemblea regionale, eletti nelle assemblee provinciali ed interprovinciali, saranno chiamati, oltre che a rinnovare la governance dell’Organizzazione, anche e soprattutto a definire le strategie ed i programmi di Cia Piemonte per il futuro. Cia Piemonte rappresenta oltre il 20 per cento delle aziende agricole della regione. In provincia di Torino è il primo sindacato agricolo per numero di aziende agricole datoriali associate. Nel Cuneese ha una presenza prioritaria nel settore vitivinicolo, mentre nel Biellese e nel Verbano-Cusio-Ossola è fortemente rappresentativa delle aziende montane.