GiovedìScienza OGNI GIORNO. TRA SCIENZA E POLITICA. I valori scientifici dell’oggettività al servizio del bene comune
Elena Cattaneo, Università di Milano, Senato della Repubblica
«Le sto chiedendo di continuare a essere uno scienziato attivo dentro e fuori il laboratorio, le offro la possibilità di farlo potendo intervenire e contribuire ai lavori del Senato della Repubblica». Elena Cattaneo, biologa famosa nel mondo per i suoi studi sulla corea di Huntington (malattia neurologica causata da un gene mutato) non dimenticherà mai le parole dell’allora Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, quando nel 2013 le annunciò la decisione di nominarla senatrice a vita. Da allora la sua esistenza è profondamente cambiata e la sua attività scientifica si è arricchita di una funzione pubblica e istituzionale fondamentale per restituire alla scienza, troppo spesso bistrattata e abbandonata a se stessa, un ruolo di primo piano nel nostro paese.

Paladina dei “valori scientifici dell’oggettività”, Elena Cattaneo sarà ospite di GiovedìScienza il 15 febbraio (alle 17:45 al Teatro Colosseo, in Via Madama Cristina 71 a Torino) per raccontare la sua avventura “Ogni giorno, tra scienza e politica”. La neuroscienziata e Senatrice a vita, abituata al lavoro di squadra in laboratorio, spiegherà come al Senato sia affiancata da un gruppo di esperti con competenze in diversi ambiti, dal diritto parlamentare ai rapporti con le istituzioni e con gli istituti scientifici.
Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili.
Programma completo e diretta streaming su: www.giovediscienza.it
Segreteria organizzativa tel. 011 8394913

i “Biraghini Snack”, ideali per il fuoripasto da portare con sé in qualsiasi momento della giornata. Gli ospiti di Casa Italia durante la manifestazione olimpica non potevano che trovare in tavola le eccellenze del nostro Paese sia per qualità sia per gusto: per questo la scelta di formaggi e snack prodotti da Biraghi, che utilizza esclusivamente latte 100% italiano, rappresenta la garanzia di un’estrema attenzione alle materie prime e alla loro provenienza. “Questa partnership ha un valore grandissimo – dichiara l’Azienda – perché da sempre il nostro lavoro e l’impegno di tutti in Biraghi si
ispirano a quelli che sono i valori fondanti delle Olimpiadi: ogni giorno viviamo la passione di fare del proprio meglio, la volontà di mettersi alla prova e di operare sempre con la massima qualità. Un atteggiamento e uno spirito davvero vicini agli ideali olimpici e dello sport in generale. In particolare la collaborazione con Casa Italia incarna per noi la filosofia del 100% Italiano che viviamo quotidianamente nella lavorazione dei nostri prodotti, fin dalla nascita dell’azienda nel lontano 1934”. Per l’importante occasione Biraghi ha inoltre scelto di realizzare un gadget speciale e molto significativo, tra i più diffusi e apprezzati nei contesti olimpici: un tris di spillette nei tre colori della bandiera italiana che sarà dato in omaggio a tutti gli sportivi di Casa Italia e ai dipendenti.
giovane imprenditore agricolo, Alessandro Durando, 34 anni, presidente della Cia di Asti e titolare dell’azienda multifunzionale con annesso agriturismo “Terra d’origine”, a Portacomaro (Asti). «L’agricoltura del futuro ci riserverà dei cambiamenti epocali che oggi non siamo nemmeno in grado di immaginare – ha commentato il presidente uscente Lodovico Actis Perinetto, socio fondatore di Cia Piemonte -, è fondamentale e giusto che questo passaggio venga gestito dai giovani». Parole di stima e congratulazioni per la staffetta generazionale al vertice
della Cia del Piemonte sono state espresse anche dal presidente nazionale della Confederazione, Dino Scanavino, e dal presidente di Cia Torino, Roberto Barbero, secondo cui “l’elezione di Carenini e Durando dimostra che la Cia è in grado di passare dalle parole ai fatti, vincendo la scommessa sul rinnovo della dirigenza”. All’assemblea congressuale, non a caso intitolata “Agricoltura, innovare per un futuro sostenibile”, sono intervenuti, tra gli altri, il vice ministro delle Politiche agricole, Andrea Olivero, l’assessore regionale all’Agricoltura del Piemonte, Giorgio Ferrero, il direttore regionale Inps Piemonte, Giuseppe Baldino, l’europarlamentare Daniele Viotti e i parlamentari Mino Taricco, Lucio Malan, Chiara Gribaudo, Federico Fornaro, Fabio Lavagno e Magda Zanoni.
TORIE DI CITTA’ di Patrizio Tosetto
morendo ed abbiamo un’ unica soluzione, scappare. I numeri sono impressionanti. Nelle periferie le aspettative di vita sono 5 anni minori del centro. E tra le periferie estreme, di 2 anni. Diossina, tanta diossina prodotta quotidianamente da giornalieri roghi nei campi. L’Italia é l’unico paese d’ Europa dove esistono i campi.Un dato su tutti. In Spagna gli ospiti sono 800 mila e non ne esistono . In Italia sono circa 180 mila e i problemi sono in tutte le citta. Ecco perché nel documento è richiesto il superamento dei campi. Innumerevoli tentativi di integrazione sono frantumati nel nulla. Spesi molti soldi per villaggi attrezzati devastati pochi giorni dopo . Ci pensa Vojcan Stocanovic presidente di Opera Nomadi, intervenendo ad accendere gli animi dei presenti. Chiede ” comprensione” per la sua gente. Chiedo: come si crea consenso tra gli abitanti dei campi per trasferirsi? Tergiversa, ma non ha una risposta. Diventa difficile superare i campi senza il consenso di chi li abita. E il nostro Stato? Latita, diremmo, come al solito… Purtroppo nulla di nuovo.Senza consenso diventa coercizione. Ma non c’ è piu tempo.Inoltre l’Europa ci multa perché permettiamo e concepiamo questi campi. La maggioranza dei Rom è fatta di disperati, le prime vittime di questa allucinante situazione.
Lunedì 12 febbario dalle ore 14,30 alle ore 17, presso l’Aula Magna della Clinica neurologica dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino (via Cherasco 15)
La giornata del 10 febbraio è dedicata al ricordo del dramma degli italiani delle Venezie e della Dalmazia. Le foibe e l’esodo dall’Istria e dalla Dalmazia sono una ferita sulla quale nel nostro Paese è stata a lungo stesa una cortina di silenzio
Da questi massacri deriva il termine infoibare. E poi circa 350.000 italiani costretti, dopo il Trattato di pace che assegnò l’Istria alla Iugoslavia, ad abbandonare le terre delle origini con un tragico esodo, disperdendosi nel mondo. Il Giorno del ricordo va considerato come un segnale di ulteriore pacificazione e di riconciliazione dell’Italia repubblicana. Si è trattato, è vero, di una tragedia a lungo rimossa ma ricordarla rende tutti più forti e credibili nella difesa e nell’affermazione dei valori fondamentali sui quali è nata e si è costruita la Repubblica: libertà, tolleranza, convivenza pacifica, rispetto della dignità umana e della persona. Nessuna violenza che mortifichi quei valori può essere giustificata, neanche come risposta a violenze
subite. Nessuno può negare che il fascismo, con l’occupazione militare italiana, abbia usato il pugno duro contro le popolazioni istriane, in una dolorosa catena di soprusi, misfatti e violenze. Le ritorsioni, a loro volta terribili e disumane, sommarono dolore e violenza a violenza e dolore. Gli studiosi sono ancora alla ricerca di documenti, di dati e non vi sono conclusioni condivise sulle ragioni della ferocia dei combattenti di Tito, ma non vi è dubbio che quella fu una tragedia con tante facce. Le foibe furono il prodotto di odi diversi : l’odio etnico, nazionale, ideologico.
Secondo alcuni storici si trattò di un fenomeno dovuto sia alla politica di italianizzazione forzata da parte del fascismo, che mirava all’annullamento dell’identità nazionale delle comunità slovene e croate, sia alla politica espansionistica di Tito per annettersi Trieste e il goriziano. Lo storico Gianni Oliva sostiene che “affinché al tavolo delle trattative di pace venisse riconosciuta la sovranità di Belgrado sul territorio giuliano, occorreva che nessuna forma di opposizione contrastasse l’annessione. E dunque bisognava contrastare i movimenti antiannessionistici anche con l’eliminazione fisica di tutti coloro, fascisti o antifascisti, fossero in grado di organizzare e dirigere quei movimenti“. La lunga notte della guerra fredda ha impedito per troppo tempo una lettura meno ideologica di quelle vicende. Ora quella contrapposizione frontale è, almeno per quanto ci riguarda, alle spalle. È possibile una
elaborazione condivisa che consenta analisi più serene e obiettive? Non è cosa facile ma è altrettanto necessaria. Come dichiarò Carlo Azeglio Ciampi, e sottolineò poi Giorgio Napolitano “la tragedia delle foibe fa parte della memoria di tutti gli italiani“. Fa parte della storia del Paese. Ristabilire il dovuto riconoscimento di quelle vicende tragiche e dolorose è necessario per la
costruzione di un’Europa poggiata su basi di condivisione che rendano più estesi e radicati i valori fondamentali della convivenza tra diversi, del multiculturalismo, del pluralismo etnico e religioso. Claudio Magris, con lucida efficacia , scrisse “..sulle frontiere si sono da sempre scatenate e si scatenano le passioni scioviniste più furibonde, con il loro bagaglio di violenze, provocatrici a loro volta di cieche vendette foriere anch’esse di feroci rappresaglie“. Gli storici hanno il compito di continuare a ricercare documenti e testimonianze per portare alla luce fatti ed eventi, che aggiungano ulteriori pezzi alla verità storica. A tutti gli altri, a partire da chi ha delle responsabilità pubbliche, rimane il dovere di creare una memoria critica e solidale, di creare le condizioni per una verità civile e condiviso, secondo un ordine di valori che condannino ogni forma di totalitarismo, razzismo e nazionalismo sciovinista.
Un progetto di collaborazione tra l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino e l’ASL TO4 per il supporto all’attività clinica nell’ambito della Pediatria e Neonatologia del Presidio Ospedaliero di Ivrea.
Lorenzo Ardissone – non poteva essere sanata con un concorso perché sul mercato del lavoro non vi sono pediatri disponibili. Abbiamo pensato a una soluzione diversa, che abbiamo potuto realizzare grazie alla disponibilità dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Città della Salute e della Scienza. Insieme abbiamo compiuto un grosso sforzo e aperto un percorso del tutto nuovo, dando vita a una partnership che rappresenta un esempio della collaborazione tra Aziende richiesta dalla Regione Piemonte a vantaggio dell’omogeneità del servizio sanitario offerto ai cittadini”. “Da parte nostra – aggiunge il dottor Ardissone – credo che questo progetto testimoni quanto sia forte e determinata la nostra attenzione per la qualità dei servizi pediatrici del Presidio di Ivrea. E’ poi nostra intenzione procedere con un concorso verso il prossimo mese di luglio, quando dalla Scuola di specialità
usciranno i nuovi pediatri”. Le prestazioni professionali sono effettuate dagli specialisti dell’AOU Città della Salute in regime di libera professione intramuraria, quindi fuori orario di servizio per non pregiudicare l’attività del Dipartimento di appartenenza. E’ prevista la presenza di un medico pediatra del Presidio Ospedaliero Regina Margherita oppure di un medico neonatologo del Presidio Ospedaliero Sant’Anna nella fascia oraria 8.30-16 nei giorni feriali da lunedì a venerdì per le attività cliniche riconducibili rispettivamente all’area della pediatria generale e specialistica e all’area della neonatologia. Nell’ASL TO4, peraltro, è in corso di assegnazione la carenza di pediatria di libera scelta nell’ambito dell’area territoriale di Cuorgnè, che sarà presumibilmente assegnata a un pediatra ospedaliero.
Assemblea elettiva regionale, venerdì 9 febbraio all’hotel NH Torino centro, all’insegna del ricambio generazionale. Lodovico Actis Perinetto non si ricandida, al suo posto il quarantenne Gabriele Carenini
attraverso l’inserimento dei giovani nel mondo agricolo, valorizzando i giovani imprenditori che già operano in agricoltura. Candidato alla vice presidenza è Alessandro Durando, 34 anni, presidente della Cia di Asti, titolare dell’azienda multifunzionale con annesso agriturismo “Terra d’origine”, in quel di Portacomaro (At). I delegati all’assemblea regionale, eletti nelle assemblee provinciali ed interprovinciali, saranno chiamati, oltre che a rinnovare la governance dell’Organizzazione, anche e soprattutto a definire le strategie ed i programmi di Cia Piemonte per il futuro. Cia Piemonte rappresenta oltre il 20 per cento delle aziende agricole della regione. In provincia di Torino è il primo sindacato agricolo per numero di aziende agricole datoriali associate. Nel Cuneese ha una presenza prioritaria nel settore vitivinicolo, mentre nel Biellese e nel Verbano-Cusio-Ossola è fortemente rappresentativa delle aziende montane.