ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 462

Marazzato, una lunga storia su Youtube

Disponibile sul nuovo canale ufficiale dell’azienda il video che narra 70 anni di lavoro, coraggio e successo

 

Quando la tecnologia incontra la storia, nascono magie destinate a durare nel tempo. E’ disponibile sul nuovo canale ufficiale YouTube del ‘Gruppo Marazzato’ (visibile all’indirizzo web https://www.youtube.com/user/GruppoMarazzato) l’emozionante video che racconta la storia di una delle più intense, prolifiche e solide realtà industriali italiane dal Dopoguerra a oggi.

 

 

Il filmato inedito, presentato in anteprima lo scorso 22 dicembre nell’ambito del consueto incontro natalizio con tutti i dipendenti e le loro famiglie tenutosi al Multisala ‘MoviePlanet’ di Borgo Vercelli (ove ha sede l’headquarter della rinomata azienda vercellese), “è ora liberamente a disposizione di quanti vogliano approfondire e conoscere da vicino, e con una punta di genuina emozione in più, il percorso e l’evoluzione, dalle origini sino ai giorni nostri, di una famiglia esemplare e affiatata, fatta di generazioni concordi e altrettanto instancabili lavoratori”, spiega Maurizio Scandurra, giornalista e conduttore radiotelevisivo con trascorsi importanti in programmi di punta della tv di Stato quali ‘Mattina in Famiglia’ (Raidue), ‘Scalo 76’ (Raidue) e ‘Telethon’ (Raiuno), nel cast assieme a maestri di prima grandezza del piccolo schermo quali Michele Guardì, Pippo Baudo e l’indimenticato Fabrizio Frizzi.

Una storia infinita di lavoro, coraggio e successo efficacemente sintetizzata nella trama delle immagini abilmente ideata dal valente filmaker vercellese Cristian Sosso in cui, ai normali e consueti alti e bassi della vita, la Famiglia Marazzato e l’intero insieme delle loro valide risorse umane e maestranze ha saputo reagire e rispondere con coerenza, trasformando costantemente ogni problema in un’opportunità, restando saldamente ancorati ai propri valori e guardando all’orizzonte in divenire con incrollabile fiducia nel domani, mantenendo sempre ben salda la rotta”, prosegue Scandurra, anche stimato scrittore al fianco di nomi di punta dello showbusiness nazionale quali Ivana Spagna, Pietruccio Montalbetti dei Dik Dik, Valerio Liboni dei Nuovi Angeli, Antonio Lubrano, Renzo Arbore, Alessandro Meluzzi, Andrea Mingardi e gli indimenticati Cino Tortorella e Paolo Limiti.

Immagini che si prendono per mano e rincorrono ritmicamente fra i decenni”, spiega il giornalista e critico musicale, che ha altresì firmato i testi e fatto da voce narrante alla clip.

Che attraversano, e contestualmente disegnano, la linea del cuore, lasciando spazio a quel profumo di valori sinceri alla base di una mission e una vision consapevoli: far emergere, promuovere, diffondere la cultura del sano e del bello, attraverso l’operosità quotidiana nel delicato e quanto mai più che attuale settore delle bonifiche ambientali. Delle cosiddette ‘Soluzioni per il pianeta’, come recita il nuovo claim del ‘Gruppo Marazzato’ presentato con successo allo scorso ‘Ecomondo 2019’, la più importante Fiera europea di settore ove l’azienda ha riscosso anche amplissima attenzione da parte dei principali media nazionali e di settore”.

Per poi concludere: “Ringrazio il ‘Gruppo’ e la Famiglia che lo guida dandogli il nome per avermi consentito di respirare da vicino – e in profondità – il clima di viva cordialità che permea costantemente il loro ambiente quotidiano: anticamera viva e vera del reale benessere che, con competenza, avanguardia, ricerca e pionierismo, contribuisce a rendere migliore anche quello circostante, così come solo loro sono in grado da sempre di fare”.

Coronavirus, l’assessore alla Sanità in visita all’aeroporto

L’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Icardi,  ha visitato ieri  sera l’aeroporto di Caselle dove,  come anche all’aeroporto di Levaldigi, è attiva la sorveglianza sanitaria sui passeggeri in arrivo con tutti i voli internazionali, anche se non diretti, dalla Cina

Accompagnato dal direttore dell’aeroporto Lorenzo Gusman e dal vicedirettore Francesca Soncini, l’assessore ha visitato l’area off-limits dove avvengono i controlli, ringraziando il personale del Servizio 118 della Regione Piemonte e i volontari che se ne stanno occupando con grande efficienza e professionalità.

In particolare, si è complimentato per l’organizzazione del servizio con i responsabili dell’aeroporto e il direttore del Dipartimento Emergenza Urgenza del Piemonte 118, Mario Raviolo.

Telemedicina e innovazione, Allasia: “Strumenti essenziali per il territorio”

Il  Consiglio regionale del Piemonte ha promosso a Palazzo Lascaris il convegno “Telemedicina e innovazione in medicina nella Sanità regionale”

L’evento, curato dall’Associazione Sanità del Piemonte Orientale (Aspo) e patrocinato dalla Federazione interregionale degli ingegneri del Piemonte e della Valle d’Aosta (Fiopa), dall’Università del Piemonte Orientale (Upo), dal Politecnico e dall’Ordine degli ingegneri di Torino ha visto la partecipazione  di professionisti e di “addetti ai lavori” provenienti dall’Italia e dall’estero.
.
“L’evoluzione  demografica a cui stiamo assistendo ormai da alcuni anni, l’invecchiamento della popolazione, l’incremento delle patologie croniche con la conseguente modifica dei bisogni di salute della popolazione, – ha detto nel suo intervento il presidente dell’Assemblea regionale Stefano Allasia – rendono sempre più necessaria una riorganizzazione strutturale della rete dei servizi sanitari offerti al cittadino affinché si possa mantenere lo standard qualitativo e la sostenibilità del nostro Sistema Sanitario”.
.
“Per questo credo e  sono convinto – ha concluso il presidente – che la telemedicina sia lo strumento essenziale per i nostri territori lontani dai centri ospedalieri  specializzati, perché  permette la cura e la gestione del paziente in remoto, fornendo servizi sanitari a distanza e contribuendo cosi a razionalizzare l’intervento sanitario mirando non da ultimo, al contenimento e all’ottimizzazione della spesa sanitaria  oggi sempre più in crisi nelle regioni”.

La Banca d’Italia tra luci ed ombre

Ne parleranno i docenti ed economisti Paolo Turati e Carlo Manacorda nel corso di una conferenza promossa da Aletheia Cittadini Consapevoli allo Spazio Uno

 

La Banca d’Italia tra luci ed ombre, soprattutto negli ultimi anni. A ripercorrere le tappe fondamentali della sua storia, dall’epoca della lira a quella dell’euro, saranno venerdì 7 febbraio prossimo, alle 18, gli economisti Paolo Turati e Carlo Manacorda.

La sede della conferenza dal titolo “Banca d’Italia. Dalla Lira all’Euro”, promossa dall’Associazione “Aletheia-Cittadini consapevoli” sarà lo Spazio Uno, in via Tabacchi 33, a Torino. I due docenti illustreranno le principali trasformazioni del sistema bancario centrale, anche alla luce della trasformazione digitale nel l’ecosistema dei pagamenti al dettaglio,, ed il ruolo che la Banca d’Italia riveste oggi.

L’Associazione culturale torinese Aletheia-Cittadini Consapevoli è nata con l’obiettivo di riflettere sui temi di maggior interesse nel nostro Paese, nei settori economico, sociale e culturale.

Paolo Turati, già Procuratore generale di Agente di Cambio sulla Piazza di Torino e docente, con il professor Manacorda, esperto di contabilità pubblica è anche, formatore e consulente da oltre trent’anni presso enti pubblici e privati.

Mara Martellotta

Per informazioni e prenotazioni per la conferenza gratuita:

alecittconsapevoli@gmail.com

Gradita prenotazione 349/1940664

Spazio Uno. Via O. Tabacchi 33, Torino

Brexit e mercato dell’Arte. Cosa cambierà?

Il parere dell’avvocato torinese Simone Morabito

La Brexit ha, sicuramente, modificato lo scenario all’interno del mondo dell’arte in quanto Londra è riconosciuta universalmente come la capitale europea del mercato dell’arte ed uno dei centri più importanti a livello globale

Gli asset del mercato dell’arte sono sempre stati considerati quali beni rifugio su cui investire anche nei periodi di maggiore incertezza economica. Il mercato dell’arte contemporanea, a livello globale, nel 2016 ha registrato un declino rispetto agli anni precedenti, con una diminuzione delle vendite delll’11% rispetto al 2015. Nel 2017 si è, invece, registrata la vendita record di un dipinto di Leonardo da Vinci, il “Salvator Mundi”, aggiudicato ad un’asta a New York nel novembre 2017, per 450 milioni di dollari Usa, pari a 380 milioni di euro, inclusi i diritti d’asta.

Sulle conseguenze e gli scenari che la Brexit può aprire nel mercato dell’ arte ne parliamo con l’avvocato torinese Simone Morabito, specializzato in diritto dell’arte, presidente e fondatore di Business Jus, associazione nata da un’idea torinese e sviluppatasi attraverso la collaborazione di professionisti italiani e stranieri, capaci di porsi quali punto di osservazione dei cambiamenti che interessano il mondo dell’impresa. L’avvocato Simone Morabito è anche autore di numerose pubblicazioni in materia di diritto commerciale e diritto dell’arte.

Per il mercato dell’arte, con l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, la situazione sarà sicuramente più complessa, anche a seguito della nuova normativa europea sull’importazione dei beni culturali, che verrà gradatamente implementata ( non solo per quanto riguarda l’antiriciclaggio) fino al 2025, anno in cui il sistema elettronico centralizzato, infatti, diventerà pienamente operativo. Tale sistema verrà applicato ai beni culturali importati nell’Unione Europea, una volta che il Regno Unito avrà definitivamente lasciato l’unione doganale.

I beni classificati come “archeologici” (datati oltre i 250 anni) necessiteranno di un’apposita licenza emanata dallo Stato di esportazione. Sarà, altresì, necessario un documento che attesti la legalità dell’esportazione del Paese di origine. I beni datati oltre i 200 anni necessiteranno, invece, solo di una dichiarazione da parte dell’importatore. Un dipinto risalente al XX secolo, di valore pari ad un milione di sterline, potrà, perciò, essere importato senza tale dichiarazione ma, paradossalmente, per una lampada antica del valore di cinquanta sterline potrebbe necessitare una licenza.

La Gran Bretagna attualmente emana in modo meno problematico le licenze necessarie all’esportazione di beni culturali (e queste sono e saranno accettate dall’Unione Europea) e si può pertanto sostenere che l’esportazione dalla Gran Bretagna sarà più semplice rispetto a quella dagli Stati Europei che emanano licenze di esportazione con maggiore difficoltà. Provare la legalità delle esportazioni potrebbe rimanere problematico sino a quando la Commissione Europea non avrà pubblicato specifiche linee guida a riguardo. La Gran Bretagna potrebbe scegliere di non replicare con un nuovo sistema di norme post Brexit e ciò si rifletterebbe sulle opportunità del mercato dell’arte, in particolare per quanto riguarda le fiere d’arte, principalmente in ragione del fatto che sarà molto più complesso importare temporaneamente antichità nell’Unione Europea rispetto al Regno Unito.

 Simone Morabito

Studio Legale Tributario Morabito
www.studiomorabito.eu
www.artlawyers.legal 

Servizio adozioni internazionali, ecco i dati del 2019

Nel 2019 i bambini accolti da coppie che hanno conferito incarico al Servizio adozioni internazionali della Regione Piemonte sono stati 24, provenienti da Corea del Sud, Colombia, Burkina Faso e Tunisia

Il Servizio, che opera in convenzione con le regioni Valle d’Aosta, Lazio e Calabria ha affrontato, nell’ultimo anno, importanti trasformazioni organizzative e, nonostante il calo di adozioni internazionali, ha mantenuto un dato costante degli ingressi di bambini in famiglia.

La Commissione adozioni internazionali (Cai), ha recentemente reso noti i dati sulle adozioni concluse in Italia nel 2019.

Per quanto riguarda i dati nazionali, in quest’ultimo anno si è registrato un calo del numero di adozioni internazionali che non hanno raggiunto la “soglia mille”. Nel 2018 sono stati adottati in Italia 1.394 minori stranieri, mentre nel 2019 sono state concluse 969 procedure di adozione. Un calo del 14 per cento rispetto all’anno precedente.

“Quello della Regione Piemonte – ha sottolineato l’assessore alle Politiche della Famiglia e dei bambini, Chiara Caucino – è il primo servizio pubblicoin Italia con il compito di permettere, nel rispetto del principio di sussidiarietà, l’incontro tra i minori in stato di abbandono e le famiglie desiderose di adottarli, nonché di realizzare progetti di cooperazione internazionale a favore dell’infanzia in difficoltà. Il Servizio pubblico, che lavora su un’area territoriale più limitata, rispetto agli altri enti autorizzati nazionali, ha però mantenuto stabile la propria operatività rispetto all’anno precedente, testimoniando una prosecuzione e un consolidamento di buoni livelli di collaborazione con i Paesi Stranieri in cui è operativo”.

Paesi come la Corea del Sud rimangono, per il Servizio, un punto di riferimento importante, per la professionalità e la buona cooperazione che caratterizzano lo svolgimento della procedura adottiva. “Ci auguriamo – ha evidenziato l’assessore – che Paesi come ad esempio la Colombia, che dai dati nazionali passa dalle 128 adozioni del 2018 alle 161 del 2019, possano incrementare il numero di famiglie che la scelgono come nazione di provenienza dei propri bambini”.

“In questo primo mese dell’anno – ha concluso Caucino – registriamo già un buon numero di conferimenti di incarico, segno della fiducia che le coppie ripongono nel nostro Servizio pubblico. Per il futuro auspico un rafforzamento del Servizio, anche attraverso una maggiore dotazione economica, di cui ho già richiesto lo stanziamento su due capitoli di bilancio regionale”.

I dati 2019 sulle adozioni internazionali concluse in Italia: http://www.commissioneadozioni.it/notizie/cai-anticipa-i-dati-sulle-adozioni-internazionali-2019/

Campagna nazionale contro le aggressioni agli infermieri

Nursing Up lancia l’iniziativa: testimonial video Marisa Laurito e Simona Ventura

 

 Riceviamo e pubblichiamo

Delli Carri: “Sviluppiamo con le istituzioni un progetto che tuteli gli infermieri. Il nostro è un mestiere già di per sé usurante, non si può anche rischiare costantemente l’incolumità fisica”

Il Nursing Up, sindacato degli Infermieri Italiani e delle professioni sanitarie, con la segreteria regionale di Piemonte e Valle d’Aosta si unisce alla campagna nazionale lanciata dal sindacato, per la sensibilizzazione e la denuncia sul grave problema delle sempre maggiori e più pericolose violenze che gli infermieri e gli operatori della sanità sono esposti a subire negli ospedali.

La campagna di sensibilizzazione, che prevede anche dei video virali diffusi su tutti i canali, con testimonial come Marisa Laurito e Simona Ventura (vedi i link ai video sotto), è riassunta dall’hashtag #Noviolenzasuglinfermieri e intende porre la questione a tutte le realtà aziendali, comprese quelle piemontesi, per sviluppare in collaborazione con il sindacato azioni che tutelino gli infermieri e gli operatori di ospedali e pronto intervento.

La questione è urgentissima, come dimostra l’ennesimo caso che solo un paio di giorni fa è accaduto al Mauriziano di Torino, in cui un giovane, ubriaco, si è scagliato contro gli operatori. Basti pensare che in Italia un infermiere su 10 ha subito violenze sul lavoro, e il 4% è stato minacciato con una pistola. Cifre che devono far riflettere e si rispecchiano anche sulla nostra regione, dove le aggressioni sono in aumento e il personale, già sfiancato da turni massacranti, è molto preoccupato.

Claudio Delli Carri, segretario regionale del Piemonte e Valle d’Aosta del Nursing Up sottolinea: “La risposta che la dirigenza dell’Asl Città di Torino ha posto in essere, con l’assunzione di guardie giurate da posiionare nei luoghi più caldi, di prima assistenza, perché garantiscano un minimo di sicurezza in più, è un primo passo. Il problema però è strutturale. Va riconosciuto, anche a livello politico, il rischio che i colleghi affrontano ogni giorno a contatto con l’utenza più violenta, ad esempio nei pronto soccorso o nelle situazioni di soccorso esterno. Le aziende di tutta la regione dovrebbero farsi carico di sviluppare progetti di tutela degli infermieri e operatori, magari anche sfruttando quella che è la strada tracciata dall’asl Città di Torino.

Siamo pronti ad incontrare l’assessorato, anche subito, per realizzare assieme un programma d’intervento a tutela di infermieri e operatori, che riguardi tutte le realtà della regione. Il nostro è di per sé un mestiere usurante, non può trasformarsi anche in un mestiere in cui si rischia costantemente l’incolumità fisica”.

Premio Odisseo: creatività, innovazione e sostenibilità

Il CDVM valorizza i fattori chiave del successo delle organizzazioni del futuro

Il Premio Odisseo 2020, giunto quest’anno alla sua nona edizione, si propone lo scopo di valorizzare e premiare le realtà territoriali che siano state capaci di distinguersi per la realizzazione di progetti orientati alla creatività, innovazione e sostenibilità. Si tratta, in particolare, di progetti relativi ad attività di marketing innovativo e digitale e di promozione della sostenibilità ambientale.

Il titolo, che definisce meglio gli ambiti, permettendo altresì la flessibilità delle candidature, è “Odisseo 2020. Creatività. Innovazione. Sostenibilità. Fattori chiave del successo delle organizzazioni del futuro”.

“Si possono candidare tutte le aziende – spiega Antonio De Carolis, presidente del CDVM (Club Dirigenti Vendite & Marketing dell’Unione Industriale di Torino), in seno al quale è nato il Premio – enti ed organizzazioni presenti in Piemonte ed in Valle d’Aosta di piccole e medie dimensioni nei loro rispettivi settori”. Le candidature saranno accettate fino al termine ultimo del 10 febbraio prossimo, attraverso la compilazione di una scheda e la fornitura di materiali illustrativi e di comunicazione. Seguirà, sempre in febbraio, la riunione della giuria di primo livello che esaminerà le candidature e creerà la short list di un massimo di dodici nominativi.

La giuria di secondo livello – prosegue il presidente De Carolis – si riunirà invece nel mese di marzo prossimo per la scelta dei sei vincitori. Seguiranno poi la comunicazione agli interessati ed entro aprile avrà luogo la cerimonia di premiazione”.

Il Premio Odisseo è nato da un’idea del Consiglio Direttivo del CDVM che, nel novembre 2004, ha recepito una serie di preziose sollecitazioni pervenute da alcuni consiglieri e da alcuni componenti del Gruppo Giovani. Dopo una bozza preliminare elaborata nel dicembre 2004, nel gennaio immediatamente successivo il gruppo si rafforzò con l’entrata di nuovi componenti che avrebbero dato un ulteriore valido contributo alla creazione e alla prima edizione del Premio Odisseo, tra cui il Past President del CDVM Gianluigi Montresor, che assunse la carica di Presidente del Premio portandolo al livello di notorietà che oggi vanta; al gruppo avrebbero partecipato anche l’allora Presidente Paolo Guazzone ed altri Consiglieri quali Bocchi, Gennaro e Turcati che ancora oggi collaborano all’organizzazione. Seguendo una lunga tradizione, anche l’edizione 2020 del Premio Odisseo si propone di premiare la creatività imprenditoriale con opere d’arte contemporanea, quali espressione diversa ma complementare di un unico talento. Infatti ai vincitori andrà l’omaggio di un’opera d’arte esclusiva, offerta da artisti contemporanei, mentre a tutte le aziende entrate nella short list sarà consegnato un diploma di partecipazione.

Tutte le informazioni e notizie inerenti il Premio sono disponibili sul sito www.premiodisseo.com e sul sito www.cdvm.it.

Ulteriore riferimento è la Segreteria del CDVM e del Premio Odisseo presso l’Unione Industriale, Via Fanti 17, 10128 Torino. Tel 011 5718438, Mail cdvm@ui.torino.it

 

Mara Martellotta

Disponibile in Piemonte il test molecolare per il Coronavirus

Nel Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’ASL Città di Torino, è disponibile il test molecolare specifico per il nuovo Coronavirus 2019-nCoV, eseguito secondo il protocollo Organizzazione Mondiale della Sanità del 17 gennaio 2020,  sotto la direzione del NIC (Centro Nazionale di riferimento) dell’Istituto Superiore di Sanità  e in collaborazione con l’Ospedale Spallanzani di Roma

Si tratta di un test molecolare ad alta complessità, che richiede personale specializzato ed è eseguibile sui materiali provenienti dalle alte e basse vie respiratorie.

Fin dal primo giorno in cui è stata dichiarata l’emergenza, il Centro di riferimento regionale per la diagnostica di laboratorio delle infezioni emergenti dell’ospedale Amedeo di Savoia ha precauzionalmente attivato tutti i protocolli dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

“L’Assessorato regionale alla Sanità segue l’evolversi della situazione legata all’emergenza internazionale Coronavirus sulla base delle indicazioni del Ministero della Salute (in contatto costante e quotidiano con la task-force istituita dal Ministero) e con il supporto operativo del Seremi, del sistema regionale del 118 e di tutte le Aziende sanitarie ed ospedaliere. Al momento non si segnalano casi di positività.” – dichiara l’assessore alla Sanità, Luigi Icardi.

Uniti contro il bullismo

Riconoscere il bullismo. Non essere indifferenti nei confronti degli atti di bullismo. Non lasciare sola la vittima. Spronare la vittima a reagire. Non lasciare impunito il bullo. Denunciare il bullo. Creare relazioni di amicizia contro il bullismo. Creare un’alleanza educativa tra famiglia e scuola . Imparare l’autocontrollo. Dare il buon esempio

Sono le 10 regole che i ragazzi della scuola media Meucci di Torino e dell’Istituto Lagrangia di Vercelli hanno esposto ieri in aula a Palazzo Lascaris, alla presenza del presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia, del presidente della Giunta Alberto Cirio, dei consiglieri e assessori regionali, della garante per l’infanzia e l’adolescenza Ylenia Serra, del presidente del Corecom Piemonte Alessandro De Cillis, di Elena Ferrara e Maria Cecilia Micheletti dell’Ufficio scolastico regionale e del sostituto procuratore della Procura minorile Marta Lombardi.

Il momento di confronto tra adulti e studenti è stato organizzato dal Consiglio regionale, cosi come previsto dalla legge regionale del 2018 “Disposizioni in materia di prevenzione e contrasto dei fenomeni del bullismo e del cyber bullismo” in occasione della Giornata nazionale  contro il bullismo e cyberbullismo che si celebrerà il prossimo 7 febbraio.

“Le testimonianze che abbiamo  letto – hanno sottolineato i ragazzi a conclusione del momento celebrativo –  ci dicono che il bullismo è un problema molto grave, che ci riguarda tutti. Per questo abbiamo pensato a che cosa potremmo fare per combatterlo e contrastarlo. Per questo abbiamo preparato un decalogo da condividere tra compagni, con le insegnati e con i genitori”.  Oltre alle 10 regole, i ragazzi hanno letto alcuni brani tratti dal romanzo di Paolo Giordano “La solitudine dei numeri primi”  e  testimonianze reali di carnefici  e vittime di bullismo. Nel pubblico erano inoltre presenti gli studenti dell’Istituto Gae Aulenti di Biella.

“Servono risposte concrete ed efficaci per i cittadini e in particolare per i più deboli, in questo caso bambini e adolescenti – ha ribadito il presidente del Consiglio Stefano Allasia – Le istituzioni hanno il dovere di occuparsi di questi fenomeni sempre e non soltanto quando una drammatica notizia di cronaca riaccende i riflettori sulla questione. Per questo il Consiglio ha approvato nel 2018 una legge tra le più avanzate a livello nazionale,  con l’obiettivo di avere informazioni di contesto e capire gli ambiti di prevenzione e intervento.  Un ruolo fondamentale lo deve esercitare senz’altro la scuola che è, e deve essere, il luogo della solidarietà, dell’inclusione e della condivisione. Ritengo  – ha concluso – sia importante creare quindi percorsi che stimolino lo sviluppo di idee e progetti, per costruire reti di protezione efficaci per i nostri giovani e per dire tutti insieme NO ad ogni forma di bullismo”.

“Meno bulli nelle istituzioni, a scuola, in macchina, sul lavoro e nella propria vita di tutti i giorni – è questo l’appello che il presidente della Giunta Alberto Cirio ha rivolto in aula soprattutto agli adulti – Al decalogo letto dai ragazzi manca un unico punto: che siano i grandi a dare l’esempio.  Dobbiamo tutti farci un esame di coscienza perché tutti, ogni tanto, rischiamo di fare i bulli, tra i banchi del Consiglio regionale, al semaforo o nella vita quotidiana. È importante che in quest’ottica, istituzioni, scuola, forze dell’ordine e di giustizia continuino a collaborare poiché per ogni vittima c’è anche un bullo che è necessario rieducare. Il Piemonte si è dotato di una legge all’avanguardia su questo tema, ma le leggi da sole non bastano se non vengono rese vive dai comportamenti”.