ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 423

L’economia non riparte e rischia di affondare

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / La riapertura  dei locali e degli alberghi sta dimostrando che la crisi e’ davvero gravissima. La gente non si sposta e non va al ristorante e non compra nei negozi non strettamente alimentari. La riapertura  non ha segnato la ripresa ,come per altro era prevedibile. Il non aver ipotizzato  questo disastro, attivando aiuti tempestivi ed adeguati  appare uno degli errori imperdonabili del Governo

L’opposizione ha avuto così ampio spazio  per denunciare una situazione la cui responsabilità ricade esclusivamente sulla maggioranza che non ha voluto ascoltare le proposte della minoranza aprendosi a quella solidarietà auspicata il 2 giugno  dal Presidente della Repubblica.

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Ieri il Presidente del Consiglio  ha  parlato di un piano decennale di ricostruzione dell’economia come nell’età degasperiana. A parte l’atto gratuito di superbia di paragonarsi a De Gasperi, va ricordato che De Gasperi seppe riattivare con tempestività  una economia distrutta dalla guerra, ottenendo dagli Stati Uniti gli aiuti necessari.
Oggi dopo mesi di inattività chi ha un impresa commerciale non può affrontare il riavvio senza aiuti concreti e veloci. Meno che mai potrà pagare le tasse. E questo è un altro aspetto dirimente. Senza  iniziative concrete per salvare la vita delle aziende si rischia il fallimento di tante attività e  il dramma esistenziale di tanti italiani. E’ troppo facile addossare tutte le colpe al Coronavirus. Ci sono responsabilità oggettive in un governo composto soprattutto  di terze o quarte file. Certo va riconosciuto che ci muoviamo in una realtà inedita che crea difficoltà mai vissute  prima, ma questa comprensione dei tempi che stiamo vivendo, non giustifica l’incapacità e le inadeguatezze di troppi. O si riesce a superare la china adesso o non si arriverà  neppure ad agosto. Il distanziamento nei locali ha reso i ristoranti già di per sè  non più economici. In più la paura delle persone rende difficile la ripresa. C’è anche una paura di spendere guardando ad un futuro così incerto e difficile. All’orizzonte ci sono i nuovi poveri. Si tratta di gente che ha sempre lavorato ed ha creato ricchezza e lavoro. Forse c’è chi ritiene che tra questi imprenditori ci siano degli evasori fiscali capaci di sopravvivere con il tesoretto messo in disparte. Era già difficile andare avanti prima del Covid, adesso appare in molti casi impossibile.
Sembra che i partiti di governo non comprendano la necessità di intervenire subito. Diversamente avremo una disoccupazione che può determinare una vera e propria rivolta sociale, capace a sua volte  di travolgere le stesse istituzioni. La situazione è destinata a precipitare. Non occorre essere una Cassandra per capirlo. Basta girare per le strade. In economia il fattore  tempo è determinante. Senza voler fare della facile ironia, sembra che i monopattini abbiano ricevuto più attenzione  delle persone che lavorano. Anche nella politica estera il Governo non è stato capace di tutelare l’apertura dei confini , un elemento indispensabile per il turismo che è stato abbandonato a se’ stesso , pur essendo una risorsa nazionale di fondamentale  e vitale importanza.
Diventa imbarazzante leggere e sentire le  pietose scusanti che serpeggiano nei giornali e in Tv  a favore del Governo. Manca quel minimo di onestà intellettuale che l’informazione dovrebbe avere. In un momento tragico come l’attuale le piccole furbizie di sempre appaiono  oggi davvero imperdonabili.
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Scrivere a quaglieni@gmail.com

La medicina non è neutrale

Una delle migliori definizioni della medicina è la seguente: “La medicina è un’arte, che si avvale di strumenti tecnici reperiti dalla scienza, e che agisce in un mondo di valori”.

In questa enunciazione è implicita la risposta a tutti coloro che si chiedono come mai tre virologi diano risposte differenti sulla stessa condizione epidemiologica.

Innanzitutto, sia la scienza che la tecnica sono degli strumenti più o meno complessi in mano all’uomo, quindi già di per sé usati con variabili personali. La stessa metodologia super sofisticata delle neuroimmagini, ormai di grande diffusione, offre spunti di interpretazione diversissimi nello studio, ad esempio, delle emozioni…

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La medicina non è neutrale

 

Quanto vale la vita di un riccio?

Il caso del riccio torturato e ucciso a Ciriè (Torino) pone inquietanti  interrogativi sui valori della società

SOS Gaia si unisce all’indignazione generale per quel povero riccio che è stato torturato fino alla morte da un gruppo di ragazzini che per gioco lo hanno usato come un pallone da football e poi lo hanno abbandonato sulle rotaie della ferrovia Torino-Ceres.
Il minorenne autore del gesto, incitato dal branco, dopo aver ucciso il riccio, oltre a pubblicarne il video sui social, ha incastrato l’animale tra le traversine dei binari della ferrovia affinché venisse schiacciato da un treno.
Ci chiediamo come possa esistere un tale disprezzo per la vita, una tale indifferenza davanti alla sofferenza di un essere senziente inerme che aveva la sola colpa di essere di fattezze diverse da quelle umane.
E ci chiediamo anche che tipo di valori hanno alcuni adolescenti, che tipo di futuro costruiranno per se stessi e per la comunità.
Un crimine compiuto verso un essere vivente, anche se non è compiuto verso un essere umano, è pur sempre un crimine e andrebbe punito come tale.
Secondo l’FBI, il 90% di chi tortura animali da giovane, sarà poi violento, sadico e crudele con donne e bambini.
Un documento firmato da 750 psicologi, prima firma Annamaria Manzoni, afferma “il non rispetto per gli esseri viventi, il disconoscimento dei messaggi di sofferenza, ostacola lo sviluppo dell’empatia, fondamentale momento di formazione e di crescita”.
Giancarlo Barbadoro, ispiratore dei principi di SOS Gaia, ha scritto: “Portare aiuto alla condizione animale significa impostare i valori di una futura società più giusta e armonica dove non vi siano discriminazioni speciste e in cui tutti possano godere di valori improntati alla fratellanza, alla libertà degli individui e al godimento di una qualità di vita felice che sia in armonia con la Natura.”
Purtroppo il povero riccio non ha usufruito di questi valori illuminati, e questo deve far riflettere sul tipo di società che vogliamo costruire per noi, per i nostri figli e per tutti gli esseri viventi.

Rosalba Nattero
Presidente SOS Gaia

Al Polo del ‘900 il Premio Spina per l’Innovazione Digitale

Importante riconoscimento per il Polo del ‘900 che si aggiudica il Premio Gianluca Spina per l’Innovazione digitale nei Beni e Attività Culturali. Il premio, promosso dall’ Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali del Politecnico di Milano, seleziona i migliori progetti in Italia e i modelli virtuosi nell’ambito dell’innovazione digitale.

Fra più di 35 candidature il Polo si distingue con 9CentRo, piattaforma digitale di accesso agli archivi degli Enti del Polo e alla storia del Novecento. Un hub e un aggregatore di archivi online che intende integrare in un unico ambiente in espansione tutte le realtà interessate a raccontare il ‘900 e i suoi protagonisti.
9centRo valorizza gli archivi dell’ANCR, del Centro Studi Piero Gobetti, della Fondazione Donat-Cattin, della Fondazione Gramsci, della Fondazione Goria, della Fondazione Vera Nocentini, dell’ISMEL, dell’Istituto Salvemini, dell’Unione Culturale Antonicelli, del Centro Primo Levi, dell’Istoreto e delle Rete di Cultura Popolare. Siamo molto lieti di questo riconoscimento, che premia una delle esperienze più significative del Polo del ‘900, a cui contribuiamo in modo significativo con i nostri archivi e con la professionalità dei nostri collaboratori

Emergenza climatica: in piazza le 10 proposte di Fridays for Future

Rivolte all’amministrazione comunale di Torino e della Città metropolitana. “Non torniamo alla normalità, perché la normalità è il problema”.

Riceviamo e pubblichiamo

Chi            La Rete Ambiente e Clima Torino è composta dai Fridays for Future Torino e da Associazioni e Movimenti attivi da tempo sui temi dell’ambiente e del clima.

Cosa         Da circa un anno la Rete Ambiente e Clima Torino ha portato avanti un percorso di dialogo e confronto che è culminato con una proposta politica che si intende ora presentare all’amministrazione comunale di Torino e alla Città metropolitana (in allegato il documento completo). Le proposte saranno presentate durante una conferenza stampa che si terrà all’aperto, all’interno del flash mob dei Fridays for Future Torino “Fase 3: Ritorno al futuro”, nella Giornata Mondiale per l’Ambiente.

Invitiamo giornalist* e amministrator* ad essere presenti. Per ragioni di sicurezza sanitaria la cittadinanza non è invitata a partecipare di persona, ma si potrà seguire l’evento in streaming tramite la diretta facebook dalla pagina di Rete Clima: https://www.facebook.com/ReteClimaTorino/.

Dove         Piazza Palazzo di Città – Torino

Quando    VENERDI 5 GIUGNO – Giornata Mondiale per l’Ambiente – ORE 15.30

Perchè      La necessità di fare fronte comune è nata dall’urgenza legata alla crisi climatica e dalla grave situazione sanitaria ed ambientale in cui si trova Torino per quanto riguarda l’inquinamento atmosferico. Torino è, infatti, la città italiana più inquinata dell’ultimo decennio (1086 giorni di sforamento dei limiti delle polveri sottili). Nel 2019 è stata la peggiore in Italia con gravi conseguenze per la salute della popolazione (circa 900 morti premature l’anno). A gennaio 2020, poche settimane prima che l’OMS dichiarasse la pandemia, si era già raggiunto il livello di allarme viola – dopo l’arancione e il rosso – per l’inquinamento da polveri sottili.

Ora a tutto questo si aggiunge un’altra emergenza, quella del coronavirus, fortemente connessa alle questioni ambientali e alla sostenibilità. Sino ad oggi in Italia contiamo circa 33.000 morti da coronavirus. Tuttavia ogni anno l’inquinamento atmosferico è responsabile di circa 60.000 morti premature nel nostro Paese, 8,2 milioni nel mondo. L’aria che si è respirata in questi ultimi 2 mesi a Torino ci dimostra che si può vivere anche senza smog, non perché costretti dalla quarantena, ma modificando la nostra società e le nostre abitudini. Il Comune di Torino il 1° luglio 2019 ha dichiarato l’emergenza climatica e chiediamo ora che vi dia seguito concreto e immediato per tutelare la salute di tutti e tutte.

 

I PROMOTORI (RETE AMBIENTE E CLIMA TORINO)

ACMOS

Associazione Eufemia

CIFA Onlus

Circolo per la Decrescita Felice di Torino

Comitato Provinciale Acqua Pubblica Torino

Associazione per la Decrescita

Ecopolis

Fridays For Future

greenTO

Greenpeace Gruppo Locale di Torino

ISDE – Medici per l’Ambiente

Il Tuo Parco

Legambiente Metropolitano APS

Pro Natura Torino

Rifiuti Zero Piemonte

LE ASSOCIAZIONI ADERENTI

Associazione Robe dell’Altro Mondo – Chieri

E.R.A. Ambiente – Sede Provinciale di Chieri

Centro Studi Sereno Regis di Torino

EcòPOLI

Humana medicina

IF_Iniziativa Femminista

Medicina Democratica Movimento di Lotta per la Salute, sezione Piemonte

Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Torino

ProtectourhomeTorino

Sportello Ti Ascolto

Informazione in crisi: neppure il virus rilancia le copie

Neppure il terrore per il virus è servito per rilanciare la fiacca editoria italiana. Anzi, dopo aver millantato incrementi fantasmagorici delle copie di quotidiani venduti in edicola, sono aumentati gli editori che hanno annunciato tagli agli organici dei giornalisti, delle retribuzioni, dei collaboratori esterni.

Autocritica? Non pervenuta. Dunque la Gazzetta del Mezzogiorno rischia il fallimento (udienza la prossima settimana), l’Ansa vorrebbe ricorrere a 24 giorni di cassa integrazione per tutti i giornalisti e tagliare i compensi ai collaboratori, il Sole 24 Ore vuole ridurre del 25% il costo del lavoro dopo aver già ridotto i compensi dei collaboratori, Radio Capital vuole dimezzare il numero dei giornalisti, La Stampa riduce le retribuzioni con tagli agli straordinari ed amenità varie…

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Informazione in crisi (Sole, Ansa, Gazzetta del Mezzogiorno). Neppure il virus rilancia le copie

 

Cimiteri, Tricarico: “Con l’emergenza virus tanti morti in più. Ma ora il picco è alle spalle”

“Tra marzo ed aprile i funerali sono raddoppiati. Il giorno peggiore è stato il 29 marzo con 75 decessi. Nell’anno precedente, la giornata nera era stata il 18 febbraio con 45 morti”

Roberto Tricarico, presidente di Afc Spa, l’azienda che gestisce i servizi cimiteriali: Torino è ancora in emergenza Covid?

Stando ai dati che ogni mattina gli uffici di AFC, la Società che gestisce i servizi cimiteriali della Città di Torino mi forniscono, posso certificare che stiamo tornando alla normalità. Il picco è ormai alle spalle. Purtroppo nel primo semestre dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2019, abbiamo avuto 1064 morti in più.

Quando è esplosa l’emergenza Covid-19?

Tra marzo ed aprile i funerali sono raddoppiati. Il giorno peggiore è stato il 29 marzo con 75 decessi. Nell’anno precedente, la giornata nera era stata il 18 febbraio con 45 morti.

In che modo i vostri dipendenti sono stati colpiti dalla crisi?
Nessun dipendente di AFC ha denunciato un contagio da Covid. Non abbiamo fatto ricorso alla cassa integrazione né al fondo di integrazione salariale. Anzi è stato premiato il lavoro straordinario che con umanità e professionalità è stato svolto dagli operatori con 100 euro in più in busta paga per il mese di aprile (oltre a quello previsto dal governo per il mese di marzo). Mi piace ricordare chi tra questi ha filmato l’ultimo saluto che purtroppo per tanti giorni era stato affidato al solo diacono per l’ultima benedizione. Questo ha consentito ai famigliari di poter ricevere almeno un ricordo.

 Vi sono state richieste particolari dai parenti?
I nostri uffici hanno ricevuto molte richieste di poter portare un fiore sulla tomba dei propri cari. Tante volte sono stati i nostri collaboratori a esaudire il loro desiderio. In modo volontario c’è anche chi in azienda con passione si era offerta di stabilire un collegamento fra l’anziano vedovo e la sua amata sepolta da poco, nel giorno del suo compleanno. La nostra funzionaria e la nipote si erano attivate per un contatto video tramite wathsapp.

 In che modo è cambiata la collaborazione con i crematori, i cimiteri, le chiese e gli ospedali?
Il Tempio crematorio di Torino è gestito dalla Socrem che ha esteso gli orari per i funerali. Anche noi abbiamo accolto tutti i funerali e garantito le attività di sepoltura. I diaconi della Diocesi della Città hanno dato la benedizione a tutti i defunti in arrivo che ne avevano fatto richiesta: dal primo all’ultimo funerale. Tutte le pratiche per le Imprese e dagli ospedali ( gli atti di morte ecc.) sono state telematizzate con ritiro del cartaceo in cassetta delle lettere per evitare i contatti. Mentre gli uffici in cui era possibile è stato ridotto il personale e gestito a turnazione, implementando invece l’Ufficio funerali.

Come è cambiata la cerimonia funebre?
Le chiese erano chiuse così come gli altri luoghi di culto (moschee e sinagoga). In accordo con le strutture sanitarie (ASL), gli imam hanno interrotto il lavaggio purificatore che precede la sepoltura negli ospedali e negli obitori.  Sino al 4 maggio i cattolici potevano solo avere una benedizione all’ingresso del cimitero da parte del diacono e al funerale potevano essere presenti al massimo 3 o 4 parenti. Anche il commiato presso il Tempio crematorio era stato sospeso.  Dal 5 maggio invece possono partecipare ai funerali una quindicina di parenti e si possono tenere brevi cerimonie meglio se all’aperto. La Città ha chiesto ad AFC e Socrem di realizzare delle aree all’aperto in cui poter ricordare il defunto prima sella sepoltura (con una poesia, un aneddoto o un brano musicale). Ve ne sono attualmente tre, due al cimitero Monumentale e uno al Parco. Sono dei gazebo con un tavolo e delle sedie, con di fronte degli stalli segnati sulla pavimentazione per gli altri parenti. Oggi invece sono di nuovo celebrate le messe in chiesa e la sala commiato della Socrem è a disposizione di coloro che scelgono la cremazione.

 Che aspetto ha la situazione attuale e come vede il futuro?
Dai dati si può dire che a Torino l’emergenza è alle spalle. Certo ci vorrà ancora cautela, ma le persone dimostrano grande senso di responsabilità. La maggior parte dei contagi è avvenuta negli ospedali e nei centri di Residenza per anziani. Per il futuro sono ottimista. Ieri ho fatto una passeggiata al Parco della Tesoriera che era rimasto chiuso alle visite da due mesi come tutti i parchi. Ho visto anziani,  ragazzini e bambini sorridenti. C’è una consapevolezza nuova di ciò che si ha e si rischia di perdere.  Io che in questo momento mi trovo a gestire un’azienda che accoglie i morti, ho scoperto ancor di più la grandezza della vita.

Ito De Rolandis, addio a un cronista di razza

Se ne è andato un cronista di razza e grande radioamatore, lo scrittore astigiano Ito De Rolandis,  discendente dell’eroe fondatore del tricolore.

Due giorni prima della festa della Repubblica si è spento a Cagliari, all’età di 86 anni, il giornalista e scrittore astigiano Ito De Rolandis, che legava il suo cognome all’avo Giovan Battista, a cui si deve la nascita della celebre coccarda tricolore. Ed un sottile fil rouge tra la festa della Repubblica e questo giornalista esiste, in quanto la sua famiglia è discendente da uno dei primi eroi prerisorgimentali, senza il quale oggi la Repubblica italiana non potrebbe esistere.

E di questo legame andava molto fiero lo stesso Ito De Rolandis, che presentò un suo volume sull’avo, in occasione di una mostra dedicata a questo tema, a Castell’Alfero, deliziosa cittadina dell’Astigiano impreziosita, oltre che da un magnifico castello, anche una splendida chiesa parrocchiale, da fontane e giardini. Fu proprio lui, infatti, a firmare il libro intitolato “Orgoglio tricolore. L’avventurosa nascita della nostra bandiera”, pubblicato nel 2008 ad Asti da Lorenzo Fornaca e dall’Artistica Editrice, con la prefazione redatta dal noto storico Aldo A. Mola.

De Rolandis è stato capace di tracciare magistralmente nel libro le vicende dell’avo Giovan Battista, nativo di Castell’Alfero, che insieme al compagno di sacrifici ed amico Luigi Zamboni, cadde vittima a Bologna del Tribunale pontificio nel tentativo generoso di ribellione, durante la quale gli insorti indossarono la coccarda dei tre colori. Arrestati poi in una locanda, fuori dai confini monferrini, dalla legione e sottoposti a feroci torture, Zamboni fu trovato impiccato in cella e De Rolandis venne condannato a morte per impiccagione. L’esecuzione fu eseguita il 23 aprile 1796. Poco meno di due mesi dopo Napoleone, entrato in Bologna, venne accolto come liberatore dal senato provvisorio, ordinò la liberazione dei prigionieri politici, rese onore alle ceneri dei due eroi e consegnò la coccarda con il tricolore, che sarebbe poi stato scelto quale vessillo della nascente Repubblica Cispadana.

Laureato in Chimica e Farmacia, De Rolandis abbracciò ben presto la carriera giornalistica, che corrispondeva alla sua autentica passione, prima entrando in Rai, in qualità di redattore al Giornale Radio Rai, poi partecipando, nel ’53, alla formazione del Telegiornale, accanto a giornalisti quali Enzo Tortora, Piero Angela, Silvio Geuna e Gigi Marsico. Poi seguirono le collaborazioni a varie testate quali il Messaggero di Roma, il Secolo XIX di Genova e l’ingresso, a Torino, nella mitica testata della Gazzetta del Popolo.

Il suo fiuto da cronista emerse anche evidente nella sua capacità di scrivere la cronaca giudiziaria. Fu anche presidente dell’Associazione torinese Leon Battista Alberti. Uni’ alle doti naturali del giornalista e cronista il garbo delle sue origini e lo spessore dei valori per cui lottarono i suoi avi.

Mara Martellotta

In collaborazione con Pannunzio Magazine

Commercialisti: misure fiscali antivirus

Nel documento del Consiglio e della Fondazione Nazionale dei Commercialisti , una ricognizione delle disposizioni inerenti la sospensione dei versamenti e degli adempimenti tributari e previdenziali e di misure a sostegno della liquidità di famiglie, imprese e lavoratori autonomi che introducono contributi, crediti d’imposta e cessione dei relativi crediti, detrazioni fiscali, premi e incentivi

Il Consiglio e la Fondazione Nazionale dei Commercialisti hanno pubblicato il documento “Le misure fiscali dei decreti sull’emergenza da Covid-19”. Lo studio esamina le misure fiscali urgenti adottate dal Governo per contrastare l’emergenza epidemiologica da COVID-19, contenute nel Decreto “Cura Italia” n. 18/2020 (convertito con modificazioni nella legge n. 27/2020), nel Decreto “Liquidità” n. 23/2020 e nel più recente Decreto “Rilancio” n. 34/2020. Si tratta di una serie di disposizioni inerenti la sospensione dei versamenti e degli adempimenti tributari e previdenziali e di misure a sostegno della liquidità di famiglie, imprese e lavoratori autonomi che introducono contributi, crediti d’imposta e cessione dei relativi crediti, detrazioni fiscali, premi e incentivi.

Un carcere senza sbarre per mamme detenute con bambini

Anche il Piemonte, su ispirazione di quanto realizzato in Lombardia e nel Lazio, potrebbe ospitare una Casa famiglia protetta per mamme con bambini fino a 10 anni che stanno scontando una pena? È la domanda al centro del confronto che si svolgerà in teleconferenza giovedì 4 giugno a partire dalle 17 sulla piattaforma Webex dell’Università di Torino.

All’incontro, coordinato dai garanti regionali dei detenuti e dell’infanzia Bruno Mellano e Ylenia Serra, intervengono l’assessore regionale alle Politiche della famiglia, dei figli e della casa Chiara Caucino, il sottosegretario di Stato alla Giustizia Andrea Giorgis, la docente di Diritto penitenziario dell’Università di Torino Giulia MantovaniAndrea Tollis della Casa famiglia protetta Ciao di Milano e Lillo Di Mauro della Casa famiglia protetta Colombini di Roma.

La Legge 62/2011 ha introdotto nell’ordinamento penitenziario norme di maggior tutela per le detenute mamme, istituendo in carcere le “Custodie attenuate” (Icam) per le madri ristrette con i figli minori al seguito (per bimbi fino ai 6 anni), e prevedendo la nascita di una rete di Case famiglia protette (per bambini fino a 10 anni) per offrire un’accoglienza in ambiente senza sbarre. A oggi gli Icam in Italia sono cinque, tra cui quella dedicata alla memoria di Maria Grazia Casazza all’interno della Casa circondariale Lorusso e Cutugno di Torino, e le Case famiglia protette due, rispettivamente a Milano e a Roma.

Per partecipare e ricevere il link cui collegarsi, occorre inviare richiesta, tramite mail, a garante.detenuti@cr.piemonte.it