ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 420

Gli Stati Generali non dimentichino la montagna

“Se l’Italia vuole entrare in una trasformazione vera, fatta di connessioni verdi, innovazione, coesione, deve guardare ai territori montani e alle aree interne, ai borghi, ai paesi, alla determinazione delle comunità che tengono in vità il 54% del Paese.

Lo diciamo al Presidente Conte in occasione degli Stati generali dell’Economia. Lo abbiamo detto e stiamo facendo un lavoro importante con il Ministro Boccia e tanti Parlamentari, quelli che abbiamo visto al lavoro sulle Mozioni Montagna approvate il 29 gennaio 2020 alla Camera dei Deputati e con i quali abbiamo tenuto gli Stati generali della Montagna due giorni dopo. Servono concretezza, attuazione delle norme esistenti, semplificazione, innovazione. Si fa un gran parlare di banda ultralarga ma fino a quando non si decide che tipo di reti fare, uniche o no, e come le infrastrutture attraversino tutti i territori, si va poco lontano. Peraltro il Piano BUL ha oggi tanto bisogno di essere accelerato. Negli ultimi giorni tutti parlano di digital divide, da abbattere. Uncem affronta il tema da vent’anni e da molto più tempo guida un percorso sulle aree montane e sui piccoli Comuni che qualcuno oggi sta ignorando. Agli Stati generali dell’Economia chiediamo di andare a vedere i prodotti del Parlamento e degli Stati generali della Montagna. Ci sono tre leggi in attuazione, quella sui piccoli Comuni, la legge green economy e il Codice forestale. Questo è il percorso, che abbiamo concentrato anche nella scheda 30bis, che Colao aveva dimenticato. Volentieri l’abbiamo aggiornato. La aggiunga al piano”. Lo afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem.

Mirafiori Motor Village: due Jeep Renegade 4xe alla Ricerca sul Sistema Energetico

Al Mirafiori Motor Village di Torino, e-Mobility by FCA ha consegnato due Jeep Renegade 4xe alla RSE (Ricerca sul Sistema Energetico): grazie all’accordo tra i due partner, le vetture ibride plug-in saranno guidate per un periodo di sei mesi in modo da poter elaborare report dettagliati sulle loro funzionalità nell’ottica di anticipare nel tempo il normale utilizzo da parte dei clienti delle flotte.

RSE è una società che sviluppa attività di ricerca nel settore elettrico, con particolare riferimento ai progetti strategici nazionali e internazionali, implementando attività congiunte con il sistema della pubblica amministrazione centrale e locale, a favore del sistema produttivo nella sua più ampia articolazione, con le associazioni e i raggruppamenti delle piccole e medie imprese e le associazioni dei consumatori. Con 350 dipendenti e oltre 250 ricercatori, RSE svolge attività di ricerca e sviluppo per l´intera filiera elettro-energetica, in un’ottica essenzialmente applicativa e sperimentale, assicurando la prosecuzione coerente delle attività di ricerca in corso e lo sviluppo di nuove frontiere a beneficio dell’intero sistema Paese.

Le Jeep Renegade 4xe saranno gestite da RSE come veicoli aziendali in pool e in uso promiscuo e questa prova permetterà anche di valutare i vantaggi in termini di consumi e costi di queste nuove vetture che sostituiranno gli attuali modelli della flotta RSE.

Infatti, l’obiettivo a medio termine di RSE è elettrificare il proprio parco veicoli per utilizzarlo come caso-studio sperimentale e d’altro canto FCA è interessata a consentire ai potenziali clienti di provare le auto in contesti reali; l’accordo rappresenta quindi un’importante opportunità di collaborazione.

Durante la prova, saranno tenuti sotto controllo numerosi parametri per valutare le caratteristiche tecniche e le prestazioni delle due auto, analizzando i consumi in diverse modalità su percorsi ripetibili sia “medio-lunghi” (partenze con vari livelli di carica delle batterie, uso in modalità ibrida o esclusivamente termica…) sia “brevi”, con valutazione di fattori come l’autonomia in elettrico, la sua variazione secondo i differenti percorsi, le condizioni climatiche e il carico del veicolo, oltre alla possibilità di utilizzo con il serbatoio del carburante vuoto.

Un altro aspetto analizzato a fondo sarà la modalità di utilizzo da parte dei clienti del sistema di ricarica.

L’imponente mole di dati raccolti nel periodo del test sarà molto importante per i tecnici di FCA, che potranno avere in un breve periodo di tempo una quantità di informazioni per le quali sarebbe stato necessario un uso da parte della clientela molto più lungo. Ciò permetterà a FCA di conoscere in tempi brevi eventuali criticità che dovessero manifestarsi e risolverle prima che la vettura le manifesti in seguito al normale uso dei clienti.

Le Jeep Renegade 4xe consegnate alla RSE sono facilmente riconoscibili grazie alla personalizzazione grafica delle fiancate – che riportano il claim “RSE running with FCA e-Mobility” – e all’allestimento Limited da 190 cv particolarmente ricco, che comprende cerchi da 17”, navigatore integrato, luci LED, i pack Dusk&Rain, Parking e Function, privacy glass e l’Adaptive Cruise Control.

A consegnare le due Jeep Renegade 4xe per il test di lunga durata è stato Roberto Di Stefano. “Questa sperimentazione – ha spiegato il responsabile di e-Mobility region EMEA di FCA – ci permetterà, grazie alle informazioni che ci fornirà un partner qualificato ed esperto nel settore come RSE, di elaborare dati e informazioni in tempi rapidi e conoscere ancora più a fondo l’uso che faranno i normali utilizzatori delle nostre vetture”.

È stato l’amministratore delegato di RSE, Maurizio Delfanti, a ritirare ufficialmente le due vetture: “Siamo convinti che la ricerca di sistema energetico debba essere fatta utilizzando anche le risorse operative del nostro autoparco, per trarre dall’esperienza pratica informazioni preziose di gestione ottimale per l’energia elettrica. Collaborare con FCA su questi aspetti e avere a disposizione tra i primi in Italia le nuove Jeep plug-in hybrid ci fa onore e ci permetterà di ottenere nei prossimi mesi importanti risultati sia per l’utilizzo delle auto sia per la loro interazione con la rete elettrica”.

L’attività congiunta terminerà a fine anno quando le Jeep Renegade 4xe del test rientreranno in FCA dove saranno ulteriormente analizzate dai tecnici per valutare le loro condizioni.

Tronzano, legge sul gioco: “vogliamo salvare posti di lavoro”

Sulla discussione  in Consiglio Regionale sull’emendamento  presentato dalla maggioranza legato alla legge sul gioco interviene l’assessore Andrea Tronzano 

“Vedo che le strumentalizzazioni delle opposizioni sono tante. Mi spiace. Ricordo che durante la stesura della legge nel 2015/16 le associazioni di categoria non sono mai state audite: l’hanno saputo a legge in vigore. Ricordo che i dati dei monopoli dimostrano con chiarezza che il gioco si è solo spostato su altre tipologie e quindi in Piemonte non è diminuito. Ricordo che con l’eliminazione del gioco legale è aumentata l’illegalità, come si vede dai crescenti interventi delle forze dell’ordine. Ricordo che anche i sindacati sono preoccupati per i lavoratori del settore. Ricordo che NON vogliamo cambiare la legge quando parla di prevenzione, salute, cura, sensibilizzazione. Ricordo che chi ha aperto dopo il 2016 si adegua alla legge attualmente in vigore anche se cambieremo l’articolo che agisce sulla retroattività.

Oggi, il problema dei piemontesi è il lavoro e noi vogliamo salvare i posti di lavoro. Proibire significa aprire all’illegalità, garantire il gioco legale significa limitare le infiltrazioni criminali. Non abbiamo fatto alcun blitz e non siamo furbetti della notte: abbiamo constatato la presentazione di oltre 2mila emendamenti. Significa che sugli argomenti divisivi non c’è alcuna volontà da parte delle opposizioni di trovare soluzioni, abbiamo quindi deciso di salvaguardare l’occupazione: nulla è più urgente!  Migliaia di lavoratori, uguali agli altri e non meno importanti, che soffrono, che piangono, che hanno figli, che hanno mutui a carico, che devono avere risposte e le avranno solo se elimineremo una stortura dello stato di diritto avvenuta per unevidente e ingiustificato, ideologico e giuridicamente barbaro accanimento attraverso una legge retroattiva. L’emendamento è stato presentato nei tempi previsti dai regolamenti. Nessun blitz ma solo constatazione di evidente pregiudizio con l’urgenza di salvare posti di lavoro, la libertà d’impresa e di aiutare la legalità.”

“Consegnalaspesa”, il negozio di quartiere è online

E’ nata una web app che vuole valorizzare le attività commerciali (macellerie, gastronomie, supermercati, gelaterie …) e il rapporto di fiducia che si crea con il cliente.

L’idea è della torinese  Cean Design & Food Retail e intende permettere a chi ha un’attività di creare una  vetrina online per promuovere i prodotti in maniera facile, veloce (e soprattutto gratuita).
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E al cliente di non rinunciare alle buone abitudini. Si potranno infatti  acquistare i prodotti dal commerciante di fiducia, in pochi click.
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Per saperne di più: www.consegnalaspesa.it

Turismo estero in Italia alla prova del Covid

Di Paolo Biancone / Il culto che i tedeschi hanno per le vacanze (Urlaub) è cosa nota, così come è noto l’interesse che dimostrano per il nostro Bel Paese. Ma a quanto ammonta questo interesse?

Nel 2017 la percentuale di tedeschi che si è concessa una vacanza di più di cinque giorni in Germania o all’estero è stata del 58%, si parla quindi, indicativamente, di 48 milioni di turisti con un volume di spesa stimabile intorno ai 60 miliardi di euro all’anno.
Analizzando i dati forniti da Banca d’Italia emerge che in Italia, nel 2017 i viaggiatori stranieri sono stati 58,7 milioni con un aumento dell’11,8% rispetto all’anno precedente. Ai viaggiatori stranieri, quindi, piace l’Italia (che si posiziona tra i migliori 5 paesi al mondo) e il risultato è un aumento della spesa turistica esterna nel 2017 pari a 39.155 milioni di euro.  Di questi la maggiore spesa deriva dai turisti tedeschi in costante aumento nei 5 anni analizzati.

 

Prendendo in esame la Tourismusanalyse 2018 (Analisi del turismo 2018), un’importante ricerca basata su oltre 3.000 interviste a individui (14/+), rappresentativi della popolazione, svolte nel periodo dicembre 2017-gennaio 2018, pubblicata dalla Stiftung für Zukunftsfragen di Amburgo, si evince che fra i tedeschi che hanno fatto come minimo un viaggio di vacanza di almeno cinque giorni (58% sul totale della popolazione) – oltre un terzo (34%) ha scelto la Germania come destinazione principale, mentre oltre la metà (53%) ha preferito altri paesi europei.

Al secondo posto tra questi, subito dopo la Spagna, la nostra Italia.
I motivi di questa scelta sono svariati. In prima posizione la cosiddetta “garanzia del sole”: il clima mediterraneo, infatti, è una delle nostre ricchezze.

Seguita, ovviamente, dalla bellezza architettonica che contraddistingue le città d’arte, ma anche i piccoli borghi alpini, con le loro chiesette medievali.
E in ultimo, e non in ordine di importanza, l’apprezzamento che i turisti stranieri, specie tedeschi, riservano alle nostre bontà enogastronomiche: non solo la pizza, quindi, anzi dai vini, al tartufo, passando dai piatti della nostra tradizione sono quindi anche i manicaretti nostrani che attraggono il turismo.

Certo, i dati sopra riportati raccontano di estati in cui il Covid-19 non aveva ancora turbato i nostri sonni.

Come attrarre, quindi, il turista post Covid?
Dal 15 di Giugno, la Germania ha dichiarato la libertà di circolazione dei propri cittadini anche nella nostra nazione. Questo non assicurerà, però, automaticamente la presenza dei turisti. Il nostro Bel Paese, infatti, quest’anno più che nei precedenti deve attrarre il turista anche infondendo sicurezza, sanitaria e non solo.
Molti sono gli strumenti a disposizione dei comuni per “pubblicizzare” la propria resilienza all’esterno, uno dei primi è stato uno studio condotto dall’Università degli Studi di Torino che, nell’ambito di un progetto di rivalutazione del territorio montano, ha ideato un rating in grado di mappare le top-quality cities, ovvero comuni e località turistiche che gestiscono le risorse in modo intelligente, sono attente alla qualità della vita e ai bisogni dei propri cittadini e turisti: Covidless Approach&Trust.

La prima città a possedere il “bollino” di top-quality city è stata Santa Maria Maggiore, un comune della Valle Vigezzo, nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola, che attraverso un assessment guidato dai ricercatori universitari, ha esplorato e fatto emergere i suoi punti di forza in termini di resilienza e di risposta agli impatti negativi legati a situazione inaspettate e impreviste, come l’emergenza COVID-19. Il turista, ma anche il cittadino abituale o chi ha una seconda casa a Santa Maria Maggiore, potrà quindi fruire di un territorio non solo rispondente alla compliance normativa, ma anche con una valutazione esterna riguardo all’accoglienza e all’ospitalità del comune.

Maturità internazionale, 5 borse a Torino

Riceviamo e pubblichiamo / L’incertezza globale sull’evoluzione della pandemia da coronavirus rende qualsiasi previsione a lungo termine particolarmente ardua. Qualcuno ha dovuto rinunciare ai summer camp all’estero, molti stanno rivalutando il loro trasferimento fuori Italia. Complessivamente però la determinazione a creare un curriculum internazionale sembra non aver abbandonato la “generazione lockdown”, come qualcuno ha già ribattezzato gli studenti che, in tutto il mondo, hanno vissuto l’esperienza della DAD

La voglia di studiare all’estero è ancora tanta e mentre le università italiane e straniere  si attrezzano con misure per rendere il distance learning efficace anche la WINS – World International School of Torino offre una concreta possibilità gli studenti italiani che vogliono ottenere la maturità internazionale come trampolino di lancio per i propri studi all’estero: 5 borse di studio a copertura totale e parziale della retta per gli anni scolastici 2020-2021 e 2021-2022 che permetteranno a 5 studenti meritevoli di frequentare a Torino gli ultimi due anni della scuola superiore seguendo il programma internazionale International Baccalaureate®.

Le candidature, aperte a tutti gli studenti italiani, devono pervenire entro il 15 giugno. Possono presentare domanda per le borse di studio per l’anno scolastico 2020-2021 gli studenti, italiani e stranieri, nati tra il 1 gennaio 2002 e il 31 dicembre 2005. Gli studenti frequentanti una scuola secondaria di secondo grado italiana devono aver superato il terzo anno al 30 giugno 2020. Sono ammessi gli studenti provenienti dai seguenti percorsi di scuola italiana: Liceo Scientifico, Liceo Linguistico, Liceo di Scienze Umane, Liceo Classico Liceo Economico Sociale, con una buona media scolastica. E’ titolo essenziale la conoscenza dell’inglese.

Tutte le informazioni per partecipare al banco sono sul sito www.worldinternationalschool.com

 

WINS – World International School of Torino.

Via Traves 28. Torino

Terzo Valico e opere connesse

Prima visita sul territorio dopo il lockdown. 49 milioni di euro da allocare per lo sviluppo del territorio. Una cabina di regia con i Sindaci e la Provincia protagonisti.
12 giugno 2020

Con la fine del lockdown riprende il percorso di definizione delle opere di accompagnamento del Terzo Valico nell’Alessandrino. Il primo segnale concreto è l’istituzione di una cabina di regia guidata dal Commissario straordinario Calogero Mauceri e coordinata dalla Regione Piemonte, nella quale saranno i Sindaci a tracciare la roadmap degli interventi.

L’annuncio è stato dato nel corso dell’incontro al palazzo della Provincia di Alessandria tra gli amministratori del territorio interessato dal tracciato, il sottosegretario di Stato al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti Roberto Traversi, il Commissario straordinario per il Terzo Valico Calogero Mauceri, il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, l’assessore regionale ai Trasporti e Infrastrutture Marco Gabusi, il l’AD e Direttore Generale RFI Maurizio Gentile, il presidente del consorzio Cociv Marco Rettighieri, il Presidente della Provincia Gianfranco Baldi, il Prefetto Iginio Olita e gli onorevoli, senatori e consiglieri regionali alessandrini. Dopo un primo incontro a Torino sugli aspetti tecnici del progetto, la delegazione si è spostata ad Alessandria per approfondire le tematiche relative al cronoprogramma, alla tempistica, agli investimenti.

«Siamo tornati sul territorio appena possibile – dichiarano il Presidente Cirio e l’Assessore Gabusi – per riprendere da dove avevamo lasciato. Siamo non certi, ma certissimi, degli aspetti economici. Abbiamo 49 milioni di euro a disposizione per valorizzare e sviluppare aspetti importanti di un territorio cruciale per il Piemonte e per tutto il Nord Italia. Non saranno lì per sempre e non devono diventare un tesoretto congelato. Vogliamo utilizzarli e vogliamo che sia il territorio stesso ad aiutarci ad allocarli nella maniera migliore, indicando quali sono le opere strategiche. Si tratta di un lavoro in cui tutti sono coinvolti: dalla Provincia che affianca i Sindaci, alla Regione e al Commissario che lo governano. Siamo inoltre felici di poter annunciare che la Regione Piemonte è tornata in SLALA, la Fondazione per lo sviluppo per Sistema Logistico del Nord Italia, da cui era uscita negli scorsi anni: uno strumento importante per essere al fianco di un territorio che si trova al centro dei due grandi corridoi europei Genova-Rotterdam e Lisbona-Kiev».

Alla sua prima visita dopo la fase acuta dell’emergenza, il Commissario Mauceri sottolinea il significato di «un primo importante confronto con la Presidenza della Regione Piemonte e con il territorio che, è mia intenzione, proseguire nel corso del mio mandato con il tavolo di coordinamento, in accordo con Regione, e il coinvolgimento degli Enti locali tenendo sempre ben presente che la realizzazione di un importante opera come il Terzo Valico dei Giovi deve prestare attenzione alla realtà territoriale in cui si inserisce. Il Terzo Valico rappresenta un’occasione di sviluppo per il territorio interessato dalla nuova infrastruttura con importanti interventi di adeguamento e miglioramento sia delle viabilità locali che dei servizi».

«L’emergenza sanitaria COVID-19 ha avuto un forte impatto sull’Italia e sull’economia – afferma l’Amministratore Delegato e Direttore Generale di RFI Maurizio Gentile – In questi tempi è importante guardare al futuro ripartendo dalle opere già avviate e i lavori per la realizzazione del Terzo Valico rappresentano un’opportunità di sviluppo e crescita per tutto il Paese. Un’opera strategica che permetterà di ampliare la rete alta capacità italiana e di incrementare il traffico merci con il resto d’Europa. In questo contesto si inserisce anche il nuovo scalo merci ferroviario di Alessandria, per cui RFI è impegnata nella progettazione».

L’importanza dello sviluppo del territorio è sottolineata anche dal Sottosegretario delle Infrastrutture e Trasporti Roberto Traversi: «È importante che l’opera proceda celermente senza dimenticare i territori che permettono di svilupparla, quindi innanzitutto nel rispetto dell’ambiente, sviluppando tutti gli accorgimenti previsti dai protocolli che sono tra i più rigidi in Europa ed in secondo luogo con opere compensative che possono valorizzarle diminuendo criticità relative al dissesto idrogeologico presente sia in Piemonte che in Liguria».

Un corso di cucina di beneficenza con La Cuoca Insolita per aiutare la piccola Olivia

Qualche settimana fa (https://iltorinese.it/2020/06/02/un-aiuto-alla-piccola-olivia-affetta-da-una-malattia-rarissima/) avevamo già parlato della Help Olly Onlus (https://helpolly.it/), nata per aiutare la piccola Olly. Olivia, ma tutti la chiamano Olly, è una bimba di due anni, di Torino, che soffre di una malattia genetica rara: la paraparesi spastica ascendente ad esordio infantile.

Si contano solo 30 casi al mondo e si conosce ancora poco di questa malattia. Per questo i suoi genitori, Sara e Simone Aversa, hanno già intrapreso moltissime iniziative, tra le quali la promozione del progetto Seed Grant di Telethon (un bando di ricerca su questa patologia aperto a tutti) e il contatto con la dott.ssa Ozdinler del laboratorio omonimo di Chicago (esperta delle malattie del primo motoneurone).

A Torino invece partecipano allo studio sulla malattia il Dipartimento di Ingegneria Biomedica del Politecnico di Torino e il Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Torino, per tentare di percorrere più strade nell’ambito della ricerca scientifica, volta a identificare la giusta terapia. La piccola Olivia intanto è seguita dalla Fondazione Stella Maris di Pisa e dall’equipe medica dell’ASL 1 di Torino per l’attività di fisioterapia e logopedia.
In tanti si danno da fare per dare un aiuto, anche piccolo. Perché, come dice un proverbio, “tante gocce fanno un mare”. E così, con il desiderio di aiutare la famiglia, è stata promossa un’iniziativa di beneficenza anche da parte de La Cuoca Insolita. Anche lei di Torino, amica di gioventù di Simone Aversa, il papà di Olivia, ora che il Coronavirus le ha impedito di svolgere i suoi corsi di cucina “dal vivo”, non si ferma. E decide di organizzare un corso di cucina online. “Con le mani in pasta per Olly” è il titolo (https://www.lacuocainsolita.it/con-le-mani-in-pasta-per-olly-la-cuoca-insolita/). Il 100% della quota di iscrizione andrà direttamente alla Onlus. Chi si iscrive quindi sa di aiutare Olivia e sa con certezza dove andrà il denaro.

Ognuno da casa propria, preparerà in due ore, con il supporto continuo de La Cuoca Insolita che mostrerà tutto passo per passo, due ricette: le trofie al pesto e i cuori di pasta frolla al cioccolato. Con il solito approccio volto al pensiero di mangiare con gusto, ma in modo salutare (perché questa è la sua rotta in tutto quello che propone), saranno due ricette della tradizione, ma con alcuni accorgimenti più leggere e più ricche di fibre, ma altrettanto buone. Così anche i bambini (e non solo, potete crederci), saranno soddisfatti. Questa sarà quindi un’iniziativa dedicata ad aiutare Olivia, ma anche un modo per dedicare a sé stessi un poco di divertimento e di evasione (e di questi tempi ne abbiamo tutti tanto bisogno…) e per preparare la cena!
Per iscriversi al corso di cucina basta cliccare su questo link (https://www.lacuocainsolita.it/con-le-mani-in-pasta-per-olly-la-cuoca-insolita/). E… se proprio la cucina non interessa… è possibile aiutare Olivia anche andando direttamente sul sito della Help Olly Onlus (https://helpolly.it/dona/) e versare un contributo tramite bonifico bancario alla Banca Reale di Torino, IBAN IT24D0313801000000013289426, intestato ad Associazione Help Olly Onlus, C.F. 97855900011 o tramite Paypal o carta di credito.

“Afraid of Destiny”, un video denuncia la tratta della prostituzione

Un documentario racconta la lotta alla tratta di ragazze nigeriane finalizzata alla prostituzione sui territori di Alessandria ed Asti

Foto Siccardi

Il progetto “Frame,voice,report”, promosso e finanziato dall’Unione Europea e dalla Regione Piemonte, racconta la lotta alla tratta di ragazze nigeriane finalizzata alla prostituzione sui territori di Alessandria ed Asti. L’idea nata dalla necessità di non raccontare solo un fenomeno legato alla tratta di esseri umani ma di spiegarlo attraverso i volti e le storie delle giovani donne chi ne sono vittime ha coinvolto i fotoreporter torinesi del Collettivo X di Torino insieme a Cultura e Sviluppo Alessandria, alla Comunità San Benedetto al Porto e all’Associazione Argo di Asti.

Foto Max Ferrero

Il progetto è ancora in corso di svolgimento ma  è disponibile la pagina che consente di visionare il documentario “Afraid of Destiny”( www.culturaesviluppo.it/afraidofdestiny)  girato sulle strade di Alessandria e Asti e nei centri che accolgono le ragazze ex vittima di tratta. “L’obiettivo del progetto – racconta Fabio Scaltritti, presidente dell’Associazione Comunità San Benedetto al Porto – è quello di produrre il desiderio di cambiamento nei possibili “consumatori” di prostituzione di domani, aiutandoli a considerare il legame inscindibile fra domanda di prostituzione e violenza della tratta, contribuendo a far riconoscere le donne vittime di tratta come soggetti e non oggetti, con diritti uguali a quelli di tutti gli esseri umani”.

Questo lavoro – sottolinea Alessio Del Sarto, direttore dell’Associazione Cultura e Sviluppo Alessandria – nasce con l’obiettivo di avviare riflessioni e attivare atteggiamenti proattivi nei confronti del fenomeno della prostituzione locale, lavorando su più livelli. Oltre al documentario “Afraid of Destiny, realizzato  insieme ai reporter del Collettivo X di Torino (Mauro Donato, Max Ferrero, Stefano Stranges e Paolo Siccardi) e alle altre due associazioni abbiamo organizzato alcuni incontri per stimolare il confronto e il dialogo tra le donne vittime di tratta, gli operatori che le seguono e i giovani della provincia, al fine di far ascoltare direttamente le loro testimonianze e aiutare i ragazzi a superare eventuali pregiudizi e informazioni sbagliate, prendendo consapevolezza dei diversi aspetti, delle conseguenze e della complessità che il fenomeno porta con sé”.

Foto Stefano Stranges
Foto Siccardi

Un gruppo di circa quindici “peer educators” (ragazze e ragazzi della provincia di Alessandria di età compresa fra i 17 e i 26 anni) ha avuto infatti la possibilità di incontrare direttamente le ragazze ex vittime di tratta che hanno avuto il coraggio e la forza di cambiare vita, per raccogliere le loro storie, dalla scelta (spesso in realtà obbligata) di partire dalla Nigeria, passando per le atrocità che il viaggio lungo il deserto e la permanenza in Libia porta con sé, fatto di torture e stupri, fino all’arrivo in Italia, nuovo punto di partenza per vessazioni e ricatti, alla luce del fatto che le ragazze si trovano costrette a dover ripagare un debito che mediamente varia dai 30 mila fino ai 50 mila euro e più.

Il video documentaristico prodotto con i miei colleghi del CollettivoX – afferma Paolo Siccardi, giornalista e fotoreporter –  raccoglie i racconti delle ragazze coinvolte nella tratta sessuale. Questi racconti sono diventati il nucleo centrale del video partendo proprio dai loro paesi di origine, dal viaggio affrontato attraverso il deserto (a volte può durare anche dei mesi) per poi dalla Libia attraversare il mediterraneo sulle carrette marine ed entrare illegalmente in Italia.

Foto Siccardi

 

Foto Siccardi

Vengono vendute come merce dai clan locali ad altre organizzazioni criminali allo scopo dello sfruttamento sessuale fino quando non hanno estinto il loro debito di partenza contratto per affrontare il viaggio. Sono testimonianze toccanti, tutte diverse tra di loro e le accomuna solo la crudeltà con cui tutte hanno subito le stesse violenze. Il poter ascoltare quei racconti e rubare per pochi minuti la loro intimità è stato come poter respirare emotivamente le loro stesse  paure”.

Un progetto importante che opera per accrescere  il senso di responsabilità dei cittadini, che possono scegliere se essere clienti, alimentando tale fenomeno, indifferenti al tema, senza preoccuparsi della violenza e della disparità che si perpetua nelle strade intorno a loro, o parti attive di un cambiamento collettivo, volto a instaurare nelle nuove generazioni più consapevolezza sulle conseguenze che le azioni di tutti producono.

Marco Travaglini

Magistrati e giustizia giusta

Piena fiducia nell’operato della Magistratura. Detta così non fa una piega. È la frase di rito una volta che iniziano le indagini. Magistratura che con le forze dell ordine ha il suo bel daffare. Sappiamo di essere un paese corrotto, dove è molto sviluppata l’evasione fiscale e dove le droghe sono in costante ed inarrestabile aumento per uso e spaccio.

Oltre a ciò, mi sembra che siamo il primo paese a livello mondiale per densità di popolazione in rapporto alla criminalità organizzata. Partendo dal Sud tutta l’economia italiana è permeata di soldi provenienti da attività illecite. La magistratura  compie il suo dovere d‘indagine, anche se magari qualcuno continua nel sonnecchiare o a voltarsi dall’altra parte. Grazie addirittura qualcuno, chissà, ci inzuppa il biscotto. Ci sono magistrati coraggiosi , intraprendenti, ci sono magistrati svogliati e corrotti.
Basta leggere i romanzi di Gianrico Carofiglio per farsene un’idea. Personaggi inventati,  sicuramente ispirati dalla sua diretta esperienza. Lui, magistrato pugliese e’ diventato una delle icone letterarie di questi anni. I suoi polizieschi sono un pretesto per raccontarci la realtà trentennale di una giustizia zoppicante e in alcuni casi inutilmente contorta. Personalmente trovo un certo fastidio per chi, generalmente semplice cittadino, dopo 5 minuti dall’avvenuto arresto sa già tutto. Se vengono arrestati sono sicuramente colpevoli o sicuramente avranno una condanna esemplare. Nei fatti non è proprio cosi. Anzi, direi nella maggioranza dei casi è proprio l’opposto. Uno dei miei miti in assoluto è Nicola Gratteri. Procurato capo di Catanzaro. Una vita contro la ‘Ndrangheta e non solo. Ha fatto arrestare mezza Italia con delle “puntatine” in Piemonte e valle d Aosta. Non è una novità che queste due regioni siano infestate dalla criminalità organizzata. Con reazioni diverse da parte delle procure. Bruno Caccia è stato assassinato. Ad Aosta si sono messi d’accordo. A Torino in passato sono in qualche modo stati lambiti magistrati che poi si sono (presumo) dovuti dimettere. Coinvolti e, sempre che io sappia non indagati. Un ex procuratore capo di Pinerolo  se la cavò, alla fine, con poco. Nel 2009 fu arrestato per tangenti tra i tre e cinque milioni. Quattro anni dopo patteggio’ 4 anni restituendo un milione. Espulso dalla magistratura comunque andò in pensione. Per dovere di cronaca , anche prima alla Procura di Torino era decisamente chiacchierato. Tornando a Nicola Gratteri fece arrestare in un solo momento 780 persone.
I più sarebbero stati i colletti bianchi della ‘Ndrangheta. Sarebbero perché qui cominciano le note dolenti. Dei 780 solo il il 25% venne rinviato a giudizio e solo il 15% condannato in via definitiva. Appunto qualcosa non funziona tra il momento inquisitorio e il dibattimento. Inoltre secondo lo stile, assolutamente formalmente giusto, difficile se non impossibile sapere perché indagati. L’ordine degli avvocati torinese si è lamentato delle complicanze prodotte dalla crisi del coronavirus. Precisamente dalla difficoltà di mettersi in contatto con i Pm per capire ed interloquire. Un giorno perso può voler dire recuperarlo in mesi. Riguarda soprattutto la parte penale, ma anche quella civile è in questo momento ferma. Sembra che il Ministro Bonafede abbia detto: va bene ora ci penso io. Disastro assicurato. Sperabile che parte dei soldi che dovrebbero arrivare dall’Europa servano per rendere più efficace la giustizia Italiana. Non solo per assumere ma anche per formare il personale , compresi i magistrati. Esempio. La cancelleria di Torino è altamente sotto organico. Due anni fa parlavo con un curatore fallimentare, mi raccontava che ogni loro atto viene vagliato dal giudice competente. Trasmesso in via telematica a volte non veniva letto dai cancellieri. Avevano fatto corsi informatici, ma essendo vicini alla pensione non si dannavano l’anima. Quando sono “solo” pratiche burocratiche , insomma carta, forse è ancora sopportabile, non tollerabile quando si tratta di persone in carne ed ossa. I magistrati sono donne o uomini con i limiti e i pregi. Non sono comuni cittadini. Quando sbagliano , sbagliano più degli altri. Attualmente chi decide sul loro operato è il Consiglio Superiore della Magistratura organo appannato dallo scandalo Palamara. Devono cambiare i meccanismi di scelta dei componenti , il come è altro discorso. Sono decenni che il problema è di difficile soluzione. Delicato l’equilibrio tra i poteri dello Stato ed in particolare tra politici e magistrati. E sono decenni che il tutto non è risolto. Autonomia della magistratura, indubbiamente e certamente. Ma anche controllo sull’operato dei singoli magistrati. Autogoverno della magistratura può voler dire anche questo. Vedremo che riforma faranno, soprattutto se la faranno.
Patrizio Tosetto