Dall Italia e dal Mondo- Pagina 59

“Sulle orme millenarie di San Bernardo d’Aosta nel Cusio”

Promosso dalla Associazione Cusius, dalla Associazione La Storia nel Futuro e dalla Fondazione Enrico Monti, con il patrocinio del Comune di Pogno e la collaborazione delle associazioni locali,  si svolgerà sabato 13 ottobre 2018 (ore 9,30 – 16), presso la Biblioteca Comunale di Pogno nel novarese, il convegno “Sulle orme millenarie di San Bernardo d’Aosta nel Cusio.Il convegno sarà un’ulteriore tappa nel cammino del recupero “millenario” del santo patrono delle Alpi, approfondendo in particolare gli aspetti di storia e d’arte legati alla regione del Cusio, centrate nel culto e nell’iconografi a di Bernardo, che visse i suoi ultimi anni tra le montagne della diocesi novarese. Nel 2020 ricorreranno mille anni dalla nascita di San Bernardo d’Aosta, figura emblematica di eremita in fuga dal mondo, che ha trascorso la vita sulle montagne cibandosi di erbe ed abbeverandosi alle sorgenti alpine. La proclamazione di San Bernardo, morto a Novara nel 1081, “patrono degli alpinisti e dei montanari“, “delle Alpi e della sua gente” (Pio XI, 1923), la sua testimonianza di vita, la fondazione dell’ospizio dove da quasi mille anni i canonici accolgono i pellegrini sul Gran San Bernardo hanno un valore enorme, modello e paradigma di tante altre vie e cammini dello spirito attraverso le montagne.Le celebrazioni del millenario, che entreranno nel vivo i prossimi anni e culmineranno nel 2020, sono iniziate nel giugno 2017 con una cerimonia religiosa nel Duomo di Novara, dove sono conservate le spoglie del Santo, e proseguite nel settembre alla Cascata del Toce, in valle Formazza, con il convegno “Millenario della nascita di San Bernardo delle Alpi”, convegno di cui sono stati editi in questi giorni gli “Atti”. L’appuntamento cusiano sarà presieduto dall’arch. Paolo Mira, direttore dell’Uffi ci Beni Ecclesiastici di Novara. Di tutto rispetto l’elenco dei relatori che, con la loro presenza e competenza, qualificano l’evento culturale:Maurizio Leigheb, etnologo, esploratore, scrittore (L’uomo, la religione e l’Essere Supremo); Don Paolo Dilani, direttore dell’Archivio Storico Diocesano di Novara (La vita di San Bernardo nel codice dell’archivio capitolare di Santa Maria di Novara);Fiorella Mattioli Carcano, storico della Chiesa e presidente dell’Associazione “Cusius” (Il culto di San Bernardo nel Cusio); Dorino Tuniz, storico della Chiesa (Il culto di San Bernardo nella bassa Valsesia); Lino Cerutti, direttore di “Quaderni Cusiani”, e Enrico Rizzi, storico delle Alpi (Il diavolo alla catena: nella iconografia e nell’agiografia di San Bernardo); Simone Riccardi, storico dell’arte (Iconografia di SanBernardo: qualche esempio..); Giovanni Fonio, ricercatore di storia locale (Storie d’archivio: una lite parrocchiale); Giulio Lera (Tradizione e folclore di Prerro). L’occasione di un approfondimento di alto livello sulla figura del santo patrono delle Alpi è quanto mai attuale oltre che necessaria, essendo proprio Bernardo un antesignano dell’idea di condivisione del comune destino delle popolazioni dell’area alpina, intesa come una cerniera, un punto d’incontro e di scambio più che una barriera naturale. 

M.Tr.

Abusi sulla figlia 15enne: arrestato

DALLA BASILICATA

Il padre di 45 anni è accusato di violenza sessuale aggravata ai danni della figlia 15enne. A Matera la ragazzina si era confidata con alcune insegnanti. L’uomo è stato arrestato dalla Polizia. L’uomo è stato arrestato e si trova ora  ai domiciliari nella sua abitazione,  la ragazza è rimasta invece  a vivere con la madre. Le indagini hanno fatto emergere diversi episodi di abusi.

Auto si conficca sotto un tir fermo: un morto e un ferito

DALLA TOSCANA

Un  morto e  un ferito grave nell’incidente stradale avvenuto oggi sulla  Firenze-Pisa-Livorno  in direzione mare. Il conducente di una Fiat Punto, un giovane di nazionalità albanese residente a Livorno, che viaggiava molto probabilmente a forte velocità ha perso il controllo del veicolo nel sorpasso, per il manto stradale reso viscido dalla pioggia. Il passeggero che si trovava con lui è morto sul colpo. La vettura avrebbe  prima sbattuto violentemente con il fianco sinistro sul guard rail conficcandosi poi sotto un tir  parcheggiato in una piazzola di sosta sul lato opposto della carreggiata.

Il segreto di Goli Otok, l’isola Nuda

goliL’isola prese il nome di Goli Otok (isola nuda) proprio perché è una massa di pietra deserta. I venti che soffiano con insistenza non permettevano ad alcuna pianta di sopravvivere a lungo. Questa isola priva di vita e con il suo aspetto che evocava la morte, era ideale per un carcere dove nessuna legge umana sarebbe più esistita. Nessuno avrebbe potuto avere accesso al carcere, avrebbe potuto fuggire. Nessuno al mondo avrebbe saputo delle atrocità che i detenuti avrebbero dovuto subire!”. Così si legge nel diario-libro dal titolo “Il segreto dell’Isola nuda”, di Claudia Sonia Colussi Corte, pubblicato nella collana Autografie dell’Archivio Diaristico Nazionale di  Pieve Santo Stefano. Un libro che rimanda a una pagina drammatica della storia balcanica: quella dei prigionieri dell’isola Calva (in croato Goli otok), situata a breve distanza dal litorale croato, proprio sul confine con l’arcipelago dalmata. Questa piccola isola rocciosa, battuta dalla bora e quasi priva di vegetazione, è divenuta tristemente famosa nel secondo dopoguerra quale sede di un campo di concentramento della Jugoslavia destinato a ospitare gli oppositori al regime di Tito. In particolare, dopo la rottura tra Stalin e Tito del 1948, sull’isola vennero deportati molti dei comunisti, jugoslavi e non, vicini alle posizioni staliniste. Gli italiani imprigionati a Goli Otok (per lo più immigrati dal monfalconese nel 1946) furono circa trecento. L’isola cessò di essere un campo di “rieducazione politica” nel 1956, ma la colonia penale fu chiusa definitivamente solo nel 1988. Claudia è stata testimone silenziosa di un sogno infranto: quello del padre,Cherubino Colussi,affascinato dal comunismo sovietico, alla ricerca di una terra ideale che accogliesse lui e la famiglia. Così, nel 1946, Claudia e i genitori lasciarono Monfalcone e si trasferirono a Lussimpiccolo, paese d’origine del padre, dove l’uomo credette di poter concretizzare le sue speranze di uguaglianza.

goli4

La Russia era troppo lontana  e “allora perché non andare a vivere al paese natio, Lussimpiccolo, che è il più bel paese del mondo? […]. La Jugoslavia non era lontana. […] Così la grande, incomparabile madre Russia, protettrice di tutti i paesi socialisti, gli sarebbe stata più vicino”. Ma le tante speranze furono presto vanificate: la Jugoslavia ruppe i rapporti con l’Unione Sovietica e perseguitò chi – secondo Tito – era rimasto legato allo stalinismo.  Fu così che il Tribunale Supremo di Spalato arrestò Colussi,  condannandolo a quattro anni di reclusione e a un anno di libertà goli-2condizionata per attività sovversiva: prigioniero politico, deportato a Goli Otok, l’Isola Nuda. Claudia e la madre, sfrattate da casa, senza reddito, terrorizzate da possibili rappresaglie, tornarono in Italia nell’attesa di notizie. Il rientro in Jugoslavia, un anno dopo,  per la bambina di circa 10 anni, coincide con il ricordo indelebile di Goli Otok, l’isola che “divenne la tomba per tanti innocenti, e per tantissimi fu il luogo dove le mostruosità commesse dagli uomini agli uomini arrivarono al loro apice”. Nel gennaio 1954, dopo molte ore di viaggio, le goli1due donne incontrano per quindici minuti un uomo irriconoscibile, provato. Per le feste natalizie, grazie a un’amnistia, ”un bussare quasi timido turba la quiete della casa” e Claudia può riabbraccia il padre “con le guance scarne[…] vestito poco e male […] con la testa rasata”. Dal febbraio 1951 alla fine del 1954 Cherubino Colussi uomo condivise la sorte di almeno altri duemila carcerati, molti dei quali“sono deceduti per estenuazione, torture, malnutrizione e malattie”. Un ricordo ingombrante che accompagnerà Claudia e i suoi genitori per tutta la vita. Claudia è stata testimone, sino all’ultimo, della sorte di suo padre, che è deceduto senza ripudiare i suoi ideali, pensando ad un futuro migliore nel quale ci sarebbe stata giustizia, fratellanza, benessere per tutti i popoli. Nonostante l’orrore vissuto mantenne nel cuore “quell’immagine incancellabile che ebbe della Russia, leggendo i libri dei suoi grandi scrittori”. 

 
Marco Travaglini

ADDIO AL GRAN BAZAR DI ISTANBUL ?

FOCUS INTERNAZIONALE  di Filippo Re

Si vedono e si sentono anche i colori e i profumi del celebre Gran Bazar nel libro che Edmondo De Amicis dedicò a Costantinopoli sul finire dell’Ottocento facendo rivivere con pagine di grande eleganza letteraria la capitale dell’Impero ottomano ormai al tramonto

Arrivato via mare dopo oltre dieci giorni di navigazione il cronista-scrittore ligure, ma torinese d’adozione, rimase stupefatto dalla bellezza della città sul Bosforo “davanti alla quale tutti emettono un grido di meraviglia”. Come altri scrittori, anche il viaggiatore di Oneglia, Torino e Pinerolo, ci accompagna all’interno del Bazar scoprendo aromi e fascino nascosti sotto le volte di quel grande edificio di pietra, un tempo di legno, tra odori di spezie, stoffe e pellame, dedalo di vicoli, portici, fontane e piazzette, sovrastati da cupole che lasciano passare la luce, nel quale “si vedono tante di quelle meraviglie che è molto difficile andarsene senza comprarle” come ammettevano i viaggiatori europei dei secoli scorsi visitando la città dei sultani. È notizia di questi giorni che alcune decine di commercianti del Gran Bazar stambuliota, a causa della crisi economica e del netto calo dei turisti, hanno lasciato Istanbul per riprendere la loro attività sulle coste adriatiche del Montenegro. Non è certo un addio al famoso Bazar che oggi dà lavoro a migliaia di negozianti ma la notizia crea comunque un certo stupore pensando al ruolo vitale che questa struttura, vecchia di oltre cinque secoli, ha rappresentato nella storia di Costantinopoli. Centro commerciale di un tempo, il Gran Bazar era soprattutto il più importante luogo di incontro della capitale ottomana. Tutti i mercanti, musulmani, greci, ebrei e armeni si davano appuntamento nel Bazar per discutere di lavoro, affari e viaggi. Fatto costruire da Maometto II pochi anni dopo la conquista turca della capitale bizantina, l’antico Bazar sembrava una piccola città, con negozi, hamam e moschee, circondata e protetta da alte mura tra il Corno d’Oro e il Mar di Marmara. La giornata cominciava alle otto con la tradizionale preghiera per il sultano e finiva alle sei del pomeriggio. Nel Quattrocento le botteghe artigiane erano almeno duecento, in gran parte al coperto e una parte all’aperto, e i proprietari quasi tutti musulmani. Vi trovavano posto bottegai di sete e tessuti, oro e argento, rubini e turchesi, cappelli, vasi dorati e libri. Il Bazar non era solo un punto di riferimento per il commercio e gli acquisti ma anche un luogo dove si pianificava l’economia e si compravano gli schiavi. Era anche una sorta di Banca. C’erano infatti dei forzieri, ben custoditi dietro le botteghe, dove i residenti potevano nascondere denaro e oggetti preziosi. Ci si fidava finchè un tal giorno, verso la fine del Cinquecento, un giovane ladro svuotò di notte molte casseforti. Il clamoroso furto gettò nella disperazione tutta la città a tal punto che il malvivente, appena catturato, fu impiccato davanti al sultano.

 

RAGAZZO UCCISO DA CACCIATORE. ULTIMA VITTIMA DI UN BILANCIO DRAMMATICO

“Cordoglio e vicinanza” alla famiglia del giovane escursionista che questa mattina ha perduto la vita nei boschi di Apricale per la fucilata di un cacciatore sono stati espressi dall’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente del Movimento animalista, che martedì scorso, alla Camera, ha presentato alcune iniziative legislative per limitare fortemente la caccia, in attesa di poterla di fatto abolire.“Abbiamo appena finito – ricorda l’ex ministro – di denunciare i danni enormi che la caccia infligge al patrimonio naturale del nostro paese e i rischi inaccettabili cui l’onnipresenza delle doppiette nei boschi e nelle campagne, durante la stagione venatoria, sottopone chi vorrebbe semplicemente godersi, in santa pace, l’aria aperta. Eccoci di nuovo qui, con l’ennesima tragedia alle spalle, aggravata dalla giovane età della vittima. A questo punto non possiamo che reiterare la richiesta di vietare la caccia la domenica, di raddoppiare le distanze di sicurezza e di sottoporre i cacciatori a controlli medici frequenti e stringenti, chiedendoci fino a quando i pubblici poteri continueranno ad anteporre il divertimento di pochi all’incolumità di tutti e la soddisfazione dei “Rambo” di casa nostra alla distruzione di un patrimonio collettivo. L’Italia è un paese fortemente antropizzato, per la caccia non c’è posto: possibile che proprio gli amministratori locali non se ne rendano conto?”

UNDICI STAGIONI DI CACCIA (E GLI INCIDENTI FUORI STAGIONE CON ARMI DA CACCIA)

T= Totale dell’anno, morti e feriti; AV: morti e feriti in ambito strettamente venatorio

Anno      Morti T feriti T    Morti AV   Feriti AV

2007/8       30         79          27            74

2008/9       42         94          25            78

2009/0       31         86          24            71

2010/1       53         88          25            75

2011/2       27         82          11            75

2012/3      32        119          21            97

2013/4      25        80           13             69

2014/5      24        73            22            66

2015/6      24        87            18            72

2016/7      12        68            9              59

2017/8      30        85           22             68

Totale      327      941         217           804

(Fonte: rielaborazione da dati Associazione vittime della Caccia)

L’ULTIMA STAGIONE (22 MORTI E 68 FERITI): ALCUNI DEI CASI PIU’ GRAVI

12 settembre 2017, muore a Vigo Rendena un guardacaccia di 71 anni ucciso dal colpo partito per sbaglio ad un amico durante una battuta

17 settembre 2017, nelle campagne di Contessa Entellina (Palermo) un cacciatore uccide per sbaglio un altro cacciatore di 51 anni

17 settembre 2017, a San Varano (Forlì) una bambina di 12 anni è ferita da un pallino da caccia mentre gioca nel giardino di casa sua

24 settembre 2017, a Collegiove (Rieti) un anziano cacciatore di 79 anni è colpito a morte, per sbaglio, da un altro cacciatore

27 settembre 2017, a Gallinari (Salerno) un cacciatore di 55 anni perde la vita durante una battuta di caccia, ucciso da un altro cacciatore

30 settembre 2017, a Codognè (Treviso) la casa di una famiglia è crivellata di colpi, spaventando a morte i bambini

9 ottobre 2017, a Cavaglio D’Agogna (Novara) un uomo di 59 anni che andava a castagne viene colpito a morte da un cacciatore

15 ottobre 2017 a Città della Pieve (Perugia) un uomo è colpito in faccia e muore durante una battuta di caccia al cinghiale

23 ottobre 2017, a Bardineto (Savona), un uomo di 59 anni, intento a raccogliere castagne e funghi, è ucciso dal colpo di un cacciatore e muore sotto gli occhi della compagna

3 novembre 2017, a Montegrazie (Imperia) sparano vicino alle case e al Ranch dove si pratica l’ippoterapia. Interviene la polizia: cinque identificati tra cui un bambino di 10 anni, fatto partecipare alla “battuta”

4 novembre 2017, a Ceglie Messapica (Brindisi) un cacciatore di 64 anni è ucciso da un compagno di battuta

13 dicembre 2017 a Gorreto un cacciatore di 53 anni è ucciso dalla fucilata di un compagno

3 gennaio 2018, a Sessano del Molise, un cacciatore è raggiunto da un colpo di fucile mentre caccia il cinghiale in una zona impervia: morto

7 gennaio 2018, a San Chirico Raparo (Potenza) un cacciatore di 67 anni perde la vita per un colpo ricevuto alle spalle.

L’INIZIO DELLA STAGIONE 2018-9

30 settembre, nei boschi di Apricale (Imperia) un giovane escursionista è ucciso dalle fucilate di un cacciatore

25 settembre a Faenza, un cacciatore originario di San Marino, convinto di mirare ad una lepre, ferisce a gambe e braccia tre persone intente a lavorare in un campo di kiwi.

17 settembre a San Giorgio, frazione di Cesena (FC), un bambino di otto anni è colpito alla schiena mentre gioca nel giardino di casa sua

19 settembre a Serra Riccò (Genova) un anziano cacciatore è colpito dalle schegge di un proiettile ed è condotto al Pronto soccorso in codice rosso

20 settembre, Rimini: un ciclista è colpito all’occhio da piombini sulla ciclabile di Marecchia

20 settembre, Sesto Fiorentino (FI): pallini da caccia finiscono sul tavolo di un ristorante, dove sta pranzando una famiglia con un bimbo di pochi mesi

23 settembre, Leno (Brescia): un cacciatore di 58 anni è ferito a gambe e torace durante una battuta di caccia

Bloccato dal fuoco e dal fumo muore carbonizzato nella casa in fiamme

DALLA SARDEGNA

E’ rimasto bloccato dal fuoco e dal fumo nella sua abitazione  a Uta, in provincia di Cagliari, l’uomo 56enne che è morto tra le fiamme. L’incendio è scoppiato ieri notte e ha colpito  un’abitazione di due piani. Sono intervenuti  i vigili del fuoco che, dopo aver spento  il rogo hanno trovato il cadavere.

 

(foto archivio)

Arrivano i droni che servono caffè

Il grande gruppo industriale Ibm investe sul caffè. Dopo 107 anni di vita si rinnova puntando su droni dotati di una telecamera e di sensori biometrici, che saranno in grado di portare il caffè a chi lo desidera. Si tratta di una tecnologia brevettata che può essere impiegata negli uffici e dalle caffetterie per aumentare le vendite.

Uccide ladro in casa del fratello e viene condannato a 9 anni e 4 mesi

DALLA LOMBARDIA

Confermata dalla Corte d’assise d’appello di Brescia  la condanna a nove anni e quattro mesi per Mirko Franzoni, il giovane  bresciano, che il  14 dicembre 2013 uccise  a colpi d’arma da fuoco Eduard Ndoj, un ladro albanese di 26 anni, che si era introdotto  in casa del fratello. Per i giudici è stato  omicidio volontario e non di omicidio colposo, e nemmeno un  incidente come invece sosteneva la difesa dell’imputato.

#BODYPOSITIVECATWALK  

Nell’ambito della Fashion Week di Milano, Sabato 22 settembre  più di 50 tra uomini e donne di ogni taglia si sono ritrovati in Piazza Duomo per sfilare in tenuta sportiva secondo il mood #EveryBodiesAreAFitnessBodies. Per sbarazzarsi del pregiudizio e trasmettere #BODYPOSITIVE. Ideatrice ed organizzatrice dell’evento la modella curvy LAURA BRIOSCHI che tramite il suo profilo Instagram ha radunato i partecipanti da tutta Italia.