Sono 19 i progetti presentati, entro il termine ultimo del 17 Dicembre previsto dal bando, dai partecipanti al Concorso internazionale per la progettazione del Padiglione Italia a Expo 2020 Dubai che rappresenterà il nostro Paese alla prossima Esposizione Universale
Partito il 23 ottobre scorso, il concorso internazionale per la progettazione del Padiglione Italia si poneva come obiettivo quello di dar vita a una struttura rappresentativa del nostro Paese, all’avanguardia sotto il profilo innovativoed estetico, fortemente attrattiva nei confronti dei visitatori e in grado di esprimere una Italia contemporanea, senza dimenticare l’ideale umanistico e lo stile di vita mediterraneo. Coerentemente con il tema di Expo 2020 Dubai – “Connecting minds, creating the future” – il concetto attorno al quale i 19 progetti sono stati chiamati ad esprimersi è “Beauty connects people”, dove la bellezza è intesa come elemento di connessione tra le persone ma anche come espressione di genio creativo e ricchezza culturale. L’innovazione e il digitale sono altri due elementi chiave dello sviluppo progettuale: tutto il Padiglione sarà una grande vetrina per esprimere il potenziale innovativo e creativo dell’Italia soprattutto agli occhi dei Paesi dell’area Me.Na.Sa (Middle East, North Africa, South Asia) considerata una regione ricca di opportunità per il sistema economico italiano. Inoltre, come annunciato di recente, il Padiglione dell’Italia all’ Esposizione Universale di Dubai del 2020 sarà un modello dimostrativo della sostenibilità ambientale, il primo Padiglione “PLASTIC FREE” nella storia delle Esposizioni Universali. Il valore del bando del concorso è di 2.738.000 euro, sommando il premio di 290.000 euro complessivamente riconosciuto ai primi tre classificati e quello stimato, al netto dell’IVA, per i successivi incarichi di progettazione esecutiva, direzione dei lavori e coordinamento della sicurezza in fase di esecuzione, che potranno essere affidati successivamente. Il valore complessivo del concorso è suscettibile di incremento fino all’importo di 3.806.600 euro, nell’ipotesi di aumento del valore dell’opera da progettare. I 19 progetti pervenuti saranno adesso valutati da una Commissione di elevato standing nazionale e internazionale che determinerà quale sarà il progetto che rappresenterà l’Italia a Expo 2020 Dubai che si terrà dal 20 ottobre 2020 al 10 aprile 2019.
(foto: il Torinese)
Ieri in Liguria sulla A12, nel tratto tra Recco e Rapallo, verso La Spezia si è verificato un grave incidente. Si è trattato di un tamponamento a catena tra sette vetture. E’ morta una persona e altre quattro, ferite, sono state condotte in codice giallo all’ospedale San Martino di Genova. La vittima è un cinquantenne di Campomorone (Genova), travolto quando è sceso dal suo furgone da un altro veicolo coinvolto nell’incidente.
(foto archivio)
DALLA CAMPANIA E’ stata chiusa per più di un’ora l’accettazione chirurgica del pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni di Napoli a causa delle formiche. Lo ha reso noto il consigliere regionale dei Verdi, Emilio Borrelli, componente della commissione Sanità. Si tratta dello stesso ospedale dove, lo scorso novembre, si verificò il caso della donna intubata coperta da numerose formiche.
Si è da poco conclusa la missione istituzionale della delegazione italiana del progetto NUR (New Urban Resources), progetto di Cooperazione Internazionale cofinanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione e lo Sviluppo, avente come obiettivo l’incremento dell’autonomia energetica della Città di Betlemme tramite l’utilizzo di energie rinnovabili attraverso l’installazione di impianti fotovoltaici, in un’ottica e visione complessiva di sostenibilità ambientale. (Nur in arabo significa “Luce”). La missione si è svolta dal 29 novembre al 3 dicembre. Il partenariato italiano, composto dal Comune di Torino (capofila), dal Politecnico di Torino, dal Coordinamento Comuni per la Pace (Co.co.pa), dall’Istituto Superiore sui Sistemi Territoriali per l’Innovazione (SiTI), dall’azienda Ai Engineering S.r.l. e da En.A.I.P. Piemonte, è stato accolto dalla Municipalità di Betlemme e ha incontrato i partner palestinesi. Durante la conferenza stampa di apertura al Bethlehem Peace Center, presieduta dall’Avv. Salman (Sindaco di Betlemme), dalla Dott.ssa Natoli (Responsabile dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione e lo Sviluppo) e dal Dott. Montà (Sindaco di Grugliasco), sono stati illustrati gli obiettivi triennali di progetto. A seguire, durante il comitato di pilotaggio svoltosi presso l’Università di Betlemme, ciascun partner ha esposto il proprio ruolo nella pianificazione; in particolare per En.A.I.P. Piemonte, Claudio Daniele (Direttore di En.A.I.P. Rivoli e Responsabile della formazione tecnica superiore), ha presentato la mission dell’ente e il proprio ruolo nel progetto NUR, legato alla formazione dei giovani palestinesi e degli imprenditori locali, che sarà gestita in collaborazione con l’ONG Volontariato Internazionale per lo Sviluppo (VIS) e il Salesian Technical School (STS). In una cornice di estrema ospitalità da parte della Municipalità di Betlemme, la delegazione italiana è stata ospite d’onore durante la cerimonia di accensione dell’albero di Natale, svoltasi nella Piazza della Natività.
Durante la recita di Natale dei bambini di una scuola elementare a Gela, è scoppiata una rissa tra due mamme che cercavano di accaparrarsi il posto migliore per girare il video dello spettacolo in cui recitavano i rispettivi figli. Gli scolari sul palco vestiti da angioletti piangevano spaventati mentre Le due donne si prendevano a pugni, calci e schiaffi. Coinvolti nella rissa anche alcuni loro familiari, mentre molte altre mamme hanno lasciato la scuola portandosi via i bambini. E’ dovuta intervenire la polizia per riportare la calma.
Come da tradizione, anche quest’anno in occasione del Santo Natale, i Sassi di Matera si trasformeranno in un grande presepe vivente
Diverse iniziative legate a molteplici percorsi presepiali vi regaleranno un’atmosfera calda ed accogliente in grado di proiettarvi in quella che fu la Galilea ai tempi della Natività. Da anni, i presepi viventi si caratterizzano per percorsi esterni, ambientati nella città rupestre o recitati, con scene teatrali realizzate all’interno di suggestivi spazi ipogei della città antica. Sasso Barisano e Sasso Caveoso, i due quartieri storici, vi accoglieranno stimolando i vostri sensi. Non solo la vista si pregerà delle suggestioni natalizie ma anche il gusto si delizierà attraverso piatti della tradizione gastronomica natalizia locale. In questo particolare periodo del calendario liturgico, i grani duri della collina materana vengono sapientemente trasformati in prodotti da forno dolci e salati per accompagnare ed esaltare pietanze tradizionali. Il tutto comincia alla vigilia dell’Immacolata, quando il pane si modifica in forma di grande tarallo e viene arricchito di semi di finocchietto selvatico. È il cosiddetto “fcjlatìdd” da assaporare rigorosamente accompagnato da tocchetti di baccalà fritto in pastella. Il menù dell’Immacolata Concezione resta a base di baccalà anche per il primo piatto che da tradizione si tramanda e a farla da padrone sono le linguine condite con sugo di baccalà, olive nere majatiche e capperi della Murgia materana. Proprio a partire dall’otto dicembre anche i dolci si richiamano alla tradizione natalizia con friselle dolci alle mandorle “U frsedd“ o le strazzate “‘U strazzèt“ fino a giungere ai biscotti al vino bianco glassati di zucchero “ingjlppet”. Percorrere la Città dei Sassi nel periodo Natalizio, significa non solo immergersi nei più grandi percorsi presepiali viventi, ricchi di fascino e suggestioni ma vivere tradizioni che regalano il profumo di giorni di festa. Sarà attraverso gli appuntamenti delle Sacre Rappresentazioni che si compirà il percorso di avvicinamento al giorno della Natività, tra suoni di zampogne e canti tradizionali ancora oggi molto vivi e sentiti dalla popolazione lucana. Si venera l’arrivo del Bambino Gesù osservando la liturgia nelle solenni chiese della Città del Piano o del Colle della Civita mentre i Sassi pronti ad accoglierci, aspettano di essere percorsi come se fossimo in un unico grande Presepe. Nella Cattedrale duecentesca fa bella mostra di sé il presepe cinquecentesco scolpito dai Persio, lapicidi locali molto in linea con le novità della scultura napoletana del ‘500. In chiesa, in strada ed a tavola, Matera avvolge i sensi ed esalta i sentimenti natalizi. Per i più golosi è anche il momento delle Cartellate “U cartddét” condite con miele o vin cotto, una magia per il palato! E per i più piccini? Per loro il Villaggio di Babbo Natale offre occasioni di svago e spensieratezza in pieno clima natalizio. Tra Elfi, renne, suoni e luci colorate, i più piccini saranno condotti verso Santa Claus, pronto ad accoglierli per regalare loro gioia e serenità. MateraCulturale è pronta per guidarvi alla scoperta della città facendovi vivere e gustare a pieno la tradizione natalizia materana. I tour natalizi di MateraCulturale vi aspettano per condurvi alla scoperta di una città ancora oggi intrisa di sapori e tradizioni gastronomiche locali attraverso un fitto programma di eventi a tema che partono il 7 dicembre 2018 per terminare il 6 gennaio 2019, anno in cui Matera rappresenterà la Capitale Europea della Cultura.
L’Obala Meeting Point è un cinema di Skenderija. Lì, in una serata di fine ottobre di parecchi anni fa, ho assistito alla proiezione di otto cortometraggi realizzati da giovani cineasti bosniaci selezionati nel progetto “Conflitto/Risoluzione”. Le opere erano già state ospitate, un mese prima, sugli schermi di Torino. Ma vederle a Sarajevo vi giuro che è stata tutta un’altra cosa. L’evento era promosso nell’ambito delle iniziative collegate alla Tregua olimpica, in previsione dei giochi invernali di Torino 2006. Vi chiederete che cosa sia la “tregua olimpica”. Quello che in greco si dice “ekecheiria” (cioè “le mani ferme”), è un concetto che risale a un’antica tradizione ellenica che prevedeva la cessazione di tutte le ostilità e delle inimicizie durante i Giochi Olimpici. Dunque, tra le tante iniziative, c’era anche questa, mirata a sostenere l’arte e il talento dei giovani bosniaci. In un paese come questo, dove pesano un passato doloroso, un presente difficile e un futuro imprevedibile, è noto a molti che un moto d’orgoglio (motivato) viene offerto proprio dal cinema. Un amico mi ha detto che in Bosnia-Erzegovina sono stati prodotti solo 120 lungometraggi in più di un secolo di cinema ma nonostante questo, ha aggiunto, “siamo in una terra che può vantare registi conosciuti in tutto il mondo come il pluripremiato Emir Kusturica, autore di Underground, il vincitore dell’Oscar 2002 Danis Tanović con No man’s land o la vincitrice dell’Orso d’Oro a Berlino Jasmila Žbanić con il drammatico Grbavica”. .Sembra un paradosso ma non lo è se si prestava un po’ d’occhio e una certa attenzione al lavoro di quei giovanissimi registi, ricchi di fantasia e veramente capaci di comunicare con le immagini. Ragazzi all’epoca poco più che ventenni, formatisi alla scuola di scenografia, cinema e teatro di Sarajevo o in quella di arte cinematografica di Banja Luka. I loro “corti” esprimevano con efficacia straordinaria il racconto del difficile passaggio alla normalità nel lacerato e tribolatissimo dopoguerra balcanico. Che età potevano avere, nei primi anni novanta? Dieci, dodici, quindici anni? L’età degli adolescenti,strappati ai loro giochi e alle fantasie per essere costretti a diventare adulti in fretta e furia. Nelle loro opere s’avvertiva una miscela di eccessi, un amaro sarcasmo e i cenni che non lasciavano nulla all’immaginazione nei confronti della triste realtà che si viveva – e spesso ancora oggi si vive – ogni giorno da quelle parti. In alcuni casi sembrava accantonato, se non addirittura cancellato, ogni riferimento alla speranza. Ma non c’è nulla di cinico in quanto comunicavano. Semmai, questo sì, traspariva un forte disincanto. Non che a colori la crudezza dei fotogrammi sia più lieve ma è indubbio che in quelli girati con la pellicola in bianco e nero le scenografie sono rese ancor più livide e angoscianti. Mi colpì, in modo particolare, la prima proiezione. Il titolo, “Prva plata”,equivale, tradotto, a “Il primo stipendio”. Ilregista , Alen Drljevic , molto giovane e decisamente magro, occhialetti e un accenno di barba sul volto da bravo ragazzo, era un esordiente con delle ottime idee. Oggi è un affermato regista, già assistente di Jasmila Žbanić , fattosi notare nel 2006 conKarneval, documentario dedicato ai profughi bosniaci e Premio del pubblico alla 18° edizione del Trieste Film Festival, mentre è uscito “Men Don’t Cry”, una potente e originale pellicola sulle vicende legate a quella che venne definita “la terribile pace” nella terra “del sangue e del miele”. Quelfilmato,che si può trovare anche su YouTube, dura una quindicina di minuti ed è di una efficacia tremenda. La scena si svolge, com’è ovvio, in Bosnia-Erzegovina, circa otto anni dopo la guerra. In un giro di scommesse illegali è stato organizzato un nuovo modo per far puntare i soldi alla gente: delle gare motociclistiche da disputare su un campo minato, in una specie di roulette russa in salsa balcanica. C’è chi scommette sull’esplosione e sulla morte e chi invece confida nella sua fortuna, perché – in questo caso – l’abilità è un fatto relativo,residuale. Del resto, in un paese dove la maggior parte della gente viveva al di sotto della soglia di povertà, non era cosa difficile trovare dei piloti pronti a gareggiare con la morte per portarsi a casa ” il primo stipendio“. Ricordo di essere uscito dal cinema a sera tarda, dopo le premiazioni, i saluti finali e il cocktail. C’era la luna a Sarajevo. Una bella luna piena per la gioia degli innamorati lungo la passeggiata che costeggia la riva della Miljacka. A me, forse perché avevo ancora negli occhi i fotogrammi che avevo appena visto, ricordava un passaggio del testo di “Cupe Vampe”… “piena la luna, nessuna fortuna”, rammentando le immagini delle disperate corse notturne di chi era costretto ad uscire di casa, cercando di non finire nel mirino dei cecchini. Questi ultimi , per il loro tragico tiro al bersaglio, cercavano la complicità dell’astro più cantato dai poeti. Non per declamare versi ma per vomitare addosso a persone ignare e inermi la loro giornaliera razione di odio, terrore e morte.
Marco Travaglini
Fusa in Molise dalla ‘Pontificia Fonderia Marinelli’ di Agnone, è dono generoso del bresciano Serafino Di Loreto e del giornalista torinese Maurizio Scandurra. Completa il concerto parrocchiale di cinque sacri bronzi recentemente restaurato. Suonerà per i nuovi nati e in ricordo delle vittime di banche e fisco ingiusti
Era esattamente il 14 dicembre del 2017 quando i media bresciani lanciavano l’appello del parroco di Castenedolo, Don Tino Decca, per raccogliere fondi destinati alla fusione di una sesta campana fuori concerto per il campanile della Chiesa di San Bartolomeo Apostolo. Le cinque campane preesistenti e altrettanto preziose, realizzate nel 1864 nella storica fonderia Giorgio Pruneri di Grosio sono state oggetto di un complesso e lungo restauro compiuto dai valenti artigiani bresciani della Ditta ‘Festoni Campane’ conclusosi proprio durante la festa patronale nell’agosto 2018 con una grande festa. Quel sogno tanto ambito e sentito, dopo un anno esatto, è diventato realtà. Il prossimo 15 dicembre, infatti, nel corso della celebrazione eucaristica delle ore 19, verrà inaugurata e benedetta la ‘Campana della Nuova Vita’. L’occasione è la festa di Santa Lucia, che porta ai bambini i doni nel bresciano. Intonata in ‘sol’ per un diametro di 47 cm e un peso complessivo di 70 chili, il sacro bronzo, come tutti i più pregiati al mondo da oltre mille anni a oggi, è stato realizzato dai Fratelli Armando e Pasquale della omonima e rinomata ‘Pontificia Fonderia di Campane Marinelli’ di Agnone, in Molise, da sempre la più antica e stimata fabbrica di sacri bronzi e arte sacra esistente sul pianeta.
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A commissionarlo, l’avvocato, accademico e imprenditore Serafino Di Loreto, famoso per essere stato il primo, in Italia, a battersi in prima linea contro le iniquità del fisco e del sistema creditizio italiano fondando otto anni fa orsono proprio a Brescia la ‘SDL Centrostudi Spa’. E, con lui, il giornalista cattolico e campanologo Maurizio Scandurra, già benefattore di altri luoghi sacri quali, in primis, la Basilica di Maria Ausiliatrice fatta edificare da San Giovanni Bosco, cui ha donato, insieme all’ingegner Cristiano Bilucaglia (il primo ad aver azzerato le bollette di luce e gas, canone Rai e accise incluse), il prezioso candelabro artistico liturgico per il presbiterio in occasione del 150° anno dalla sua Fondazione. “La ‘Campana della Nuova Vita’ nasce per celebrare le nascite. Suonerà ogni qualvolta appenderemo in chiesa un nuovo fiocco rosa o azzurro, ed è dedicata a tutti i piccoli della nostra parrocchia precocemente scomparsi: Francesco Benigni, Diego Grasselli, Giorgio Trombadore, Celeste Frassanito, Fabio Gatta, Bryan Liloni, Pietro e Emanuele Ferrari, Federico Peri, Oladipupo Mubarack. Ringrazio vivamente i donatori: il giornalista Maurizio Scandurra per avere permesso di tagliare questo ambito traguardo. E in special modo il Professor e Avvocato Serafino Di Loreto, quale uomo di territorio genuino, attento e sensibile alle esigenze della propria comunità, conoscendo e apprezzando anche il suo impegno calcistico a favore dei giovani del bresciano”, dichiara Don Tino Decca, anche instancabile promotore del restauro del concerto di sacri bronzi. Aggiunge: “Per realizzare la sesta campana e relativa incastellatura, era stata avviata anche una sottoscrizione, il cui importo sinora raccolto, grazie alla generosità dei due donatori e dei parrocchiani, verrà invece interamente devoluto al Reparto di Oncoematologia dell’Ospedale Civile dei Bambini di Brescia”.
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“La campana reca iscrizioni e immagini di alcune fra le figure oggetto di maggior devozione fra i cattolici: a cominciare da Gesù del Sacro Cuore e la Madonna Ausiliatrice, con i Santi Giuseppe Benedetto Cottolengo, Giovanni Bosco, Domenico Savio, San Francesco d’Assisi, San Pio da Pietrelcina e San Pio X, cui è intitolato l’oratorio di Castenedolo. Suonando, essa commemorerà anche le vittime dell’usura bancaria e del Fisco ingiusto, triste piaga dell’Italia moderna e contemporanea, per la cui giustizia mi batto da anni con il mio staff affinché non si ripetano più gesti estremi di autolesionismo”, aggiunge commosso Serafino Di Loreto. La campana -tra i Santi- riporterà anche il logo della SDL Centrostudi SpA, azienda anch’essa donatrice presieduta dal Professor Avvocato Michele Anastasio Pugliese, Presidente anche del Circolo Antico Tiro a Volo di Roma. “Quando un anno fa – ricorda invece Maurizio Scandurra – lessi sui giornali di questa lodevole iniziativa, la esposi subito al Professor Avvocato Di Loreto: che accettò immediatamente, e di buon grado, di condividerla con il sottoscritto, come solo le persone di cuore e vicine al prossimo sanno fare. Fra l’altro, la campana reca in sé un altro grande pregio: suonerà a slancio puro, essendo fuori, fra l’altro pregiato e antico metodo di suono di cui esistono rarissimi esempi in Lombardia, a eccezione della Valtellina ov’é regolarmente in uso”, conclude l’esperto di campane. A imperitura memoria dell’evento, sulla facciata della canonica, accanto a quella che ricorda i restauri del concerto campanario, verrà permanentemente apposta anche una grande targa artistica pregiata, dono generoso nonché opera delle maestranze della ‘Bottega Del Ferro’ di Castenedolo.
Si è conclusa a Genova Nervi l’8 dicembre, presso l’albergo Ariston, la presentazione di “Nervi in Giallo” dedicata allo scrittore giallista Friedrich Glauser. Un evento realizzato da Solstizio d’Estate Onlus assieme all’associazione genovese Lameladivetro e alla città di Genova Nervi
Relatori: Tommaso Lo Russo, il presidente de Lameladivetro Franco Andreoni, Stefania Lorusso de Lameladivetro, il farmacista Massimo Beviglia Canè che ha illustrato “Sofferenza spirituale e farmacologia – il caso Glauser” con accenni al libro autobiografico dello scrittore Morphium, la giornalista Majela Barragan, la storica Marcella Rossi Patrone, il presidente del municipio di Nervi Francesco Antonio Carleo, l’architetto Alessandro Casareto che ha trattato “Il Cabaret Voltaire, Friedrich Glauser e la nascita del Dadaismo”, movimento culturale che pone le basi del Surrealismo di cui ad Alba, in Fondazione Ferrero, è in corso la mostra “Dal Nulla al Sogno”. Qualche notizia per spiegare il perché della scelta di Genova Nervi. La prima è che il giallista svizzero vi morì 80 anni fa ( 8 dicembre 1938), a villa Goggi, la seconda è che il rapporto fra l’Associazione Solstizio d’Estate e Lameladivetro ha compiuto 11 anni di intensa attività. Un legame consolidato, indissolubile, come non lo sono molti matrimoni. Per certi versi, un legame forte come quello fra Il Piemonte e la Liguria, non solo geografico, ma di assonanza di idee e di cultura che ha anche portato allo scambio di prodotti attraverso una delle tante vie del sale che congiungevano le due regioni e ne ha determinato la nascita della ricetta emblema del Piemonte: la Bagna Caöda. Torniamo a Glauser; secondo Leonardo Sciascia può ricordare il Simenon di Maigret (che gli è vicino nel tempo); ma, come aggiungeva lo scrittore siciliano, ha ispirato molto Friedrich Dürrenmatt. Sappiamo con certezza che è stato un grande narratore di storie poliziesche, lucido, sottile, affascinante, con una vita disordinata, inquieta, allucinata, che ha adottato un genere poliziesco tutto suo, per certi versi contraddittorio da apparire una incongruenza, ma è una contraddizione che ci riporta a colui che è stato il padre del poliziesco: Edgar Allan Poe. Diceva Friedrich Glauser “Non sottovalutate il racconto poliziesco: oggi è l’unico mezzo per diffondere idee ragionevoli”. Non sappiamo se lui davvero scrivesse racconti polizieschi per diffondere idee ragionevoli, ma di sicuro la passione dei gialli, thriller e noir è particolarmente diffusa in Italia e all’estero, tanto che le statistiche sui libri letti registrano questo filone fra letture di maggior interesse, posizionandosi prima del romanzo rosa. Friedrich Glauser (1896-1938), ebbe una vita dolorosa, ribelle e travagliata (soggiorni in ospedali e manicomi, la Legione straniera, carcere ) e una produzione letteraria tuttavia intensa, tra cui i polizieschi “Il tè delle tre vecchie signore” (1985), “Il sergente Studer” (1986), “Krock & Co”. (1987), “Il regno di Matto” (1988), “Il Cinese” (1988), “I primi casi del sergente Studer” (1989) ,e inoltre, “Gourrama” (1990), “Dada, Ascona e altri ricordi” (1991), “Oltre il muro” (1993), “Morfina” (1995) e “La negromante di Endor” (1999). A Genova Nervi anche la presentazione delle attività per il 2019 di Solstizio d’Estate Onlus, assieme all’associazione genovese Lameladivetro, particolarmente intense sia in Italia che all’estero, Usa compresi e la conclusione di un nuovo appuntamento per Nervi in Giallo; un piccolo seme gettato nella terra e nel mare che produrrà tanti frutti. Se il mondo del crimine diventa una chiave di lettura per rappresentare, in forma narrativa, il nostro presente, talvolta la realtà supera la finzione e Il giallo diventa una finestra sulla realtà.