Organizzata dal “Salone Internazionale del Libro”, ritorna nel capoluogo pugliese la grande manifestazione letteraria. Tema: “Liberazioni”
Da venerdì 27 a domenica 29 giugno
Bari
Sarà il tema, potente e oggi di assoluta attualità, “Liberazioni”, a fare da suggestivo collante agli appuntamenti ai pensieri alle voci e alle storie della quinta edizione di “Lungomare di Libri”, tradizionale evento in programma a Bari, da venerdì 27 a domenica 29 giugno. Già, “Liberazioni”. Da che? “Liberazioni dalle ingiustizie – sottolineano gli organizzatori – dai soprusi, dai conflitti. Ma anche dalle relazioni soffocanti, dalle costrizioni fisiche e mentali e dalle limitazioni delle tecnologie digitali. Riflessioni sui diritti civili e umani, sul significato e il valore della libertà, sulla dignità delle persone e delle comunità. E pur anche omaggio ai valori della Resistenza italiana, a 80 anni dalla Liberazione”.
Come sempre, la manifestazione trasformerà il capoluogo pugliese, grazie alla presenza dei librai, in una grande “libreria a cielo aperto” affacciata sul mare e in una “Fiera dell’editoria indipendente pugliese”, grazie agli editori del territorio, confermandosi suggestivo “crocevia di incontri” con la partecipazione di autrici e autori da tutta Italia. L’evento si snoderà, come da tradizione, lungo la “Muraglia” e nei “luoghi simbolo” della città: da Piazza del Ferrarese al Fortino Sant’Antonio, fino a Largo Vito Maurogiovanni, dall’ex Mercato del Pesce allo Spazio Murat, toccando quest’anno anche il “Museo Civico”, il “Museo Archeologico di Santa Scolastica” e lo “Spazio Giovani” dell’“Assessorato alle Culture”.
Più di 70, articolati nell’arco di tre giorni (dal pomeriggio alla sera) gli appuntamenti programmati che andranno dalle “lezioni magistrali” alle “presentazioni editoriali” ai “reading” alle “mostre” e alle “attività appositamente pensate per bambine e bambini” nonché ai migliori “consigli di lettura”. Una mole di interventi e una trentina abbondante di ospiti di sicuro richiamo: da Rula Jebreal a Loredana Lipperini, a Mario Desiati, fino (e solo per citarne alcuni) a Claudio Martelli a Luca Sofri e a Luciano Canfora, con Uliano Lucas, Enzo Amendola, Andrea Piva e Leonardo Palmisano.
Il programma dettagliato su: www.salonelibro.it o www.comune.bari.it o www.presidi.org .
Nello specifico. 25 Librerie di Bari e del territorio barese accoglieranno lettrici e lettori, turiste e turisti lungo la “Muraglia” del Lungomare, all’interno delle tipiche casette bianche in legno che contraddistinguono la manifestazione e davanti alle quali prenderanno vita diverse attività di animazione e performance per adulti e bambini. Bella “novità”: in occasione dei due appuntamenti dedicati ai “consigli dei librai”, venerdì 27 e sabato 28 giugno, i titoli suggeriti saranno “dati in dono” al pubblico tramite un sorteggio in diretta.
Un’altra grande novità è la presenza di un “editore ospite”, iniziativa mutuata dalla felice esperienza di “Portici di Carta” di Torino: “ospite” di quest’anno, la casa editrice “Voland”, fondata nel 1994 a Roma da Daniele Soria e Sergio Giordano, specializzata in letteratura slava e “Premio alla Cultura” nel 1999 (“Presidenza del Consiglio dei Ministri”), nonché “Premio” del “Ministero per i Beni e le Attività Culturali” nel 2003.
Per la prima volta, inoltre, “Lungomare” proporrà uno speciale incontro mattutino: la “rassegna stampa” del “Post” con il direttore editoriale Luca Sofri e il giornalista Luca Misculin, in programma sabato 28 giugno mattina.
Non solo. Altra novità 2025 è la collaborazione con il “Centro di Eccellenza Jean Monnet DIGITIMPACT” dell’“Università degli Studi di Bari Aldo Moro”, che propone una mini-rassegna sotto la denominazione di “Liberazioni digitali”, e con il “Consorzio Nazionale SUM City School”, che organizzerà laboratori. Gli eventi avranno luogo al “Museo Archeologico di Santa Scolastica”.
Spazio ai giovani: per l’edizione 2025, grazie alla collaborazione con due Istituti scolastici di Bari, gli studenti e le studentesse del “Liceo Linguistico” e “Istituto Tecnico Economico Statale Marco Polo” saranno i volontari della manifestazione e venerdì 27 giugno (ore 19), al “Museo Archeologico di Santa Scolastica” organizzeranno un talk sul tema delle “Biblioteche Scolastiche”, mentre l’“Istituto Tecnico Tecnologico Panetti Pitagora”, attraverso la sua “Radio Panetti” dedicherà le sue trasmissioni ai libri e agli ospiti della manifestazione.
Organizzata dal “Salone Internazionale del Libro” di Torino, promossa dalla “Città di Bari” e da “I Presidi del Libro” con il sostegno della “Regione Puglia”, “‘Lungomare di Libri’ – concludono organizzatori e promotori – è un progetto di promozione del libro e della lettura, ispirato alla fortunata formula di ‘Portici di Carta’ di Torino, che passa attraverso la promozione turistica dei centri storici cittadini e il coinvolgimento delle fertili realtà territoriali della filiera editoriale, come le librerie indipendenti, le biblioteche e gli editori locali”.
g.m.
Nelle foto: immagini di repertorio
C’è chi, pur di ignorare il Centro Pannunzio, tace che la cena che si tenne al “Cambio” tra Spadolini e Galante Garrone e circa un centinaio di persone, fu il Premio “Pannunzio” 1982 con Mario Soldati e chi scrive. Ci sono registrazioni e persino libri che rivelano l’omissione giornalistica di ieri fatta da “Repubblica”. Ma queste sono inezie di certi giornalisti. Vorrei evidenziare quattro punti di questo centenario della nascita di Giovannone – come lo chiamava il grande Giovanni Sartori, lui sì un grande studioso di fama internazionale – che è fallito, malgrado i senili sforzi di Cosimo Ceccuti, vestale e correttore di bozze dell’amato maestro. Il primo punto è Gobetti. Checchè ne dicesse Bobbio, non fu un gobettiano. Non lo fu nella giovinezza quando era gentiliano e repubblichino, non lo fu da uomo maturo quando vedeva nel Pri “il centro del centro”. Gobetti era di sinistra. Non basta un tardivo libro su Gobetti per diventare Gobettiani. Il secondo punto è lo statista Spadolini. Non lo fu. Prima di essere repubblicano fu saragattiano, ma questo poco importa. Come ministro della Difesa fu pessimo a detta del gen. Incisa di Camerana e dei vertici militari di allora. Come ministro per i Beni Culturali non fece nulla di straordinario perché accorpò parti del ministero della Pi e si servì di cosa avevano fatto i ministri Croce e Bottai. Come presidente del Consiglio l’italo Amleto del ‘900 non fece nulla se non tentare di galleggiare. Neppure contro la p2 fu efficace: la massoneria restò se’ stessa e anzi crebbe. Come presidente del Senato consentì a energumeni della lega di esibire in aula il cappio: un’offesa alle istituzioni parlamentari che neppure Mussolini osò fare alla Camera. Come storico, distratto dalla politica non ha lasciato libri importanti: essi da molto tempo ormai non sono più ristampati neppure per uso didattico. Me lo confessò Ceccuti. I libri di Giovannone spesso furono raccolte di articoli autobiografici, salvo alcuni saggi giovanili dimenticati. Gli storici sono stati Croce, Volpe, Romeo, De Felice. Non Spadolini che scrisse molto soprattutto di sé stesso. Era un innamorato di sé, privo di sentimenti che confuse con le isteriche e famose scenate verso i suoi collaboratori in primis Ceccuti. Resterebbe l’amico del Centro Pannunzio, ma Ceccuti nel 2010 decise diversamente e tradì il Centro Pannunzio nel centenario di Pannunzio dopo aver sottoscritto dei patti non onorati. Una pagina squallida che non merita essere ricordata. Può sopravvivere il ricordo del giornalista, ma chi è Giovannone rispetto a un Frassati, un Albertini, un Missiroli, un Pannunzio, un Ronchey , un Montanelli? Soprattutto Ceccuti deve smettere di voler vedere in Pannunzio un maestro di Spadolini il quale scrisse pochi articoli sul “Mondo” e passò molto poco “gobettianamente“ al “Borghese” di Longanesi dove scrivevano tanti ex fascisti come Giovanni Ansaldo.
RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA
La protagonista è Lucie, e Patrick era stato suo professore universitario. Ora lei ha appena vinto un importante premio letterario con il suo libro ed è in attesa della cerimonia di premiazione e la crociera è il disperato tentativo di salvare in extremis il loro matrimonio ormai a pezzi.
Questo monumentale libro pullula di circa un centinaio di nomi dell’Olimpo terreno tra: teste coronate, attrici e attori, miliardari, scrittori, uomini di affari, nobili, playboy, artisti di vario genere e in linea di massima tutti ricchi e famosi. Un cast davvero stellare che si muove tra America ed Europa, passando per Hollywood, New York, Parigi, Montecarlo, Grecia, Londra e oltre.
La scrittrice americana Rachel Cohen, docente di scrittura creativa all’Università di Chicago, dove vive, in questo libro –tra memoir emotivo, analisi critica e biografia letteraria- compie l’ardita interazione tra la sua vita e una rilettura di parte delle opere dell’amata Jane Austen.
Piccolo è bello, se si ha ingegno, buon gusto e l’abilità di saper usufruire di ogni millimetro senza sprecarlo; e se poi si parla di cottage adagiati nella spettacolare campagna inglese il gioco è fatto.










LETTERE 
