Progetto di recupero della Cappella di Sant’Antonio
Enrica Tesio si racconta
L’incontro a Torino Spiritualità 2024


A “Scuola di Noir” con “Distretto 011”
Con gli scrittori Giorgio Ballario e Massimo Tallone
Martedì 1° ottobre
Il nome è facile da ricordare, per chi “naviga” a pieni giri e gongola dal piacere nel seguire film e serie televisive poliziesche (un bel po’ anche made in Italy) o nell’immergersi in pagine di libri “gialli”, dai più classici ai più contemporanei e più decisamente “noir”: “Distretto 011”. Nome pienamente azzeccato per una “Scuola di noir”, come quella di Torino, diretta dal giornalista – scrittore Giorgio Ballario (papà della “serie coloniale” del maggiore Morosini e oggi direttore artistico del Festival “Bardonoir” di Bardonecchia) e dallo scrittore nonché docente di “scrittura creativa” Massimo Tallone. Scuola che, realizzata in collaborazione con “Capricorno Edizioni”, “ha l’obiettivo di formare autori in grado scrivere come i grandi maestri del ‘noir’ e del ‘giallo’, confezionando romanzi solidi e credibili, con una ‘suspense’ tesa e un possente lavoro di scavo”.
Ebbene, la “buona nuova” per tutti gli amanti del genere è che la seconda edizione della “Scuola di noir” sarà inaugurata martedì prossimo 1° ottobre, alle ore 18,30, presso la sede di “Capricorno Edizioni” (corso Francia, 325) con una “lectio” di Ballario e Tallone dal titolo curioso “Il cane e il tartufo: dove sono le storie noir”.
L’ingresso è libero ma è obbligatoria la prenotazione scrivendo a: distretto011@edizionidelcapricorno.com
Il programma di questa edizione, rivolta sempre agli aspiranti scrittori, agli esordienti e a tutti gli appassionati di “letteratura noir” (e non), prevede 13 lezioni che si svolgeranno presso la sede di “Capricorno Edizioni”, sempre al martedì, dalle 18,30 alle 21,30. Gli incontri con i docenti – e che docenti! – ospiti (Alessandro Perissinotto, Maurizio Blini e Luca Crovi) si terranno il sabato mattina, in date da definirsi. Il corso sarà in presenza, ma fruibile anche online (le lezioni si potranno seguire in diretta oppure in differita). Saranno fornite dispense tematiche e ciascun partecipante porterà a termine lastesura di un racconto “noir” o “giallo” che sarà valutato dal “Comitato Editoriale” della “Casa Editrice”.
Il costo del corso è di 750 Euro (+Iva).
Per info: tel. 011/3853656 odistretto011@edizionidelcapricorno.com o www.edizionidelcapricorno.it/scuola-di-noir/
“Questa scuola – spiega Massimo Tallone – vuole essere una palestra, dove si impara a maneggiare gli attrezzi del mestiere e a governare le tecniche di scrittura, a partire dal soggetto e dal ‘plot’, che dovranno essere sviluppati via via nel progetto, nella traccia, nella trama, nell’ambientazione, nella stesura e nella revisione, ma anche un trampolino, perché non ci limiteremo a trasmettere nozioni, ma inviteremo i nostri studenti a buttarsi di testa nell’agone narrativo. La lezione che apre la Scuola ha come titolo ‘il cane e il tartufo’, perché il crimine non devi cercarlo come il cane cerca il tartufo, ma devi farti tartufo tu, cioè devi trovare la parte oscura di te, la tua ombra”.
E aggiunge Giorgio Ballario: “Il compito dell’aspirante scrittore è mettersi nei panni dell’investigatore o del criminale, quindi imparare a vedere il mondo secondo una particolare ottica. Bisogna saper guardare oltre, saper pensare male e confrontarsi con i pensieri più torbidi. La prima indagine è quella su noi stessi. Per questo una scuola di noir è utile anche nella nostra quotidianità, perché aiuta a diventare un po’ più disincantati e un po’ più consapevoli. Durante le nostre lezioni ci saranno numerosi esercizi pratici ma ci soffermeremo anche sulla storia del “poliziesco”, su come questo genere si è evoluto, mettendo a confronto i differenti stili di grandi autori come Jim Thompson, Ruth Rendell, Patricia Highsmith, Simenon, Vázquez Montalbán, Izzo, Ellroy, Scerbanenco e Lucarelli”.
Gianni Milani
Nelle foto:
– Immagine guida “Scuola di noir”
– Giorgio Ballario
– Massimo Tallone (ph. Testa)
GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA
Mercoledì. All’Osteria Rabezzana suona il quartetto di Valentina Nicolotti. Al Blah Blah si esibisce la cantautrici Mille.
Giovedì. Al Circolo della Musica di Rivoli è di scena Violante Placido con il suo trio con il concerto-spettacolo “Femmes Fatales”. Alla Divina Commedia suonano i Revenge. Al Blah Blah è di scena il collettivo sonoro Linda Collins. Allo Spazio 211 è di scena Daniel Norgren. Al Magazzino sul Po si esibiscono i Santinumi. Allo Ziggy sono di scena Onyricon, Swanz, Bosco Charleville.
Venerdì. Al Kontiki suonano i Black Notes. Allo Ziggy sono di scena La Sindrome di Peter Punk+ Flatmates 205. Al Blah Blah si esibiscono gli Inchiuvatu+ Agghiastru. Al Folk Club è di scena Peppe Voltarelli con Luca Ciarla. Al Capolinea 8 suona il trio di Gigi Cifarelli.
Sabato. Al Blah Blah suonano i Fluxus. Al Folk Club suona Fabio Treves con Alex Kid Gariazzo. Al Capolinea 8 si esibisce Lil Darling in quartetto.
Pier Luigi Fuggetta
La presentazione del nuovo libro “a fumetti” dello scrittore Bruno Morchio e dell’illustratore Marco D’Aponte
Lunedì 30 settembre, ore 18
“Maccaia”!? Ma che diavoleria di nome (e di titolo d’un libro) sarà mai? Non state ad arrovellarvi. Ve lo spiega subito l’autore. “Genova – spiega – è una città che ha due facce, a seconda che il vento tiri dai monti o dal mare. Quello che soffia dal mare, gonfio di sale e di umidità, è lo scirocco, e si esaurisce in un’aria immobile. Quell’aria sospesa, dove tutto può accadere e niente mai accade. Noi genovesi la chiamiamo ‘maccaia’”. Ecco, dunque, svelato l’arcano. E l’autore è evidentemente genovese. Si tratta di Bruno Morchio, scrittore e psicologo, autore di romanzi appartenenti al genere “noir mediterraneo” e fortunato “papà” del detective Bacci Pagano che quest’anno festeggia il ventesimo genetliaco agghindandosi nell’intrigante forma di “graphic novel” (edizione a fumetti) realizzata dalla matita graffiante del pittore ed illustratore torinese, Marco D’Aponte. Uno “zeneize” e un “turineis”, gran bell’accoppiata.
Pubblicato da “Edizioni del Capricorno”, il libro della coppia Morchio – D’Aponte (160 pagine, 15 Euro) sarà presentato sotto la Mole al “Circolo dei Lettori” di via Bogino 9, lunedì 30 settembre, alle ore 18. Prevista anche la presenza del “nostro” Alessandro Perissinotto.
In estrema sintesi, eccovi due notizie per avvicinarvi non impreparati alla storia. L’investigatore privato Bacci Pagano viene ingaggiato da una compagnia assicuratrice per indagare sulla morte di un anziano strozzino, in apparenza morto sbranato da un lupo nel “Parco delle Mura” (erette a difesa della città e del suo porto nel XVII secolo), più comunemente chiamato dai genovesi “Parco Peralto”. L’uomo aveva stipulato un’assicurazione milionaria sulla vita, con beneficiaria la giovane moglie panamense e Bacci Pagano si troverà a dover portare avanti un’indagine insolita, tra evidenze obiettive e menzogne, personaggi che spuntano dal nulla e altri che non sono quello che sembrano, cercando allo stesso tempo di gestire i rapporti con le tre donne della sua vita: l’ex moglie rabbiosa, la fidanzata e la figlia Aglaja. L’intera vicenda si svolge in una Genova assediata, per l’appunto (come da titolo) dalla “maccaia” primaverile, un’aria immobile e sospesa, un tepore umido e salmastro, che gronda “salsedine e noia”. Ed è proprio il capoluogo ligure, qui visto attraverso le splendide tavole di Marco D’Aponte, a essere allo stesso tempo “ambientazione e protagonista dell’indagine”.
Due “dritte” anche per meglio avvicinarvi agli autori.
Bruno Morchio ha esordito, in ambito letterario, nel 2004 creando l’investigatore privato Bacci Pagano (“Una storia da carruggi”), diventato il protagonista di una fortunata serie che, al momento, può contare su quindici titoli ambientati a Genova. “Maccaia. Una settimana con Bacci Pagano” è stato pubblicato nel 2004. Nel 2023 Bruno Morchio ha vinto il “Premio Scerbanenco” con “La fine è ignota”.
Marco D’Aponte, diplomato all’“Accademia Albertina” di Torino, pittore e illustratore, ha esordito negli anni Ottanta sulla rivista “Orient Express” diretta da Luigi Bernardi. Ha realizzato numerosi “graphic novel” tratti da celebri romanzi, come “Sostiene Pereira” di Antonio Tabucchi e “La luna e i falò” di Cesare Pavese. Con le “Edizioni del Capricorno” ha pubblicato “Storia di Torino a fumetti”, “Il Grande Torino a fumetti” e “Il magnifico 7”. Vive tra Torino e Sestri Levante.
Gianni Milani
Nelle foto:
– Cover “Maccaia” (“Ed. del Capricorno”)
– Marco D’Aponte
– Bruno Morchio
SOMMARIO: La cittadinanza con lo sconto – Giorgia all’Onu – Lettere
La cittadinanza con lo sconto
La legge del 1992 sulla cittadinanza si è rivelata un’ottima legge, una delle poche ottime leggi. Infatti nessun governo della II Repubblica l’ha cambiata, ne’ quelli di destra, ne’ quelli di sinistra. Oggi tre gatti di finti radicali di + Europa e i residuati bellici di quello che fu il partito socialista hanno lanciato un referendum per ridurre da 10 a 5 anni i tempi per la cittadinanza italiana, approfittando della raccolta delle firme (sempre 500mila, pochissime!) per via elettronica. Hanno dimenticato che il voto implica ancora di recarsi ai seggi di persona e che i referendum non hanno da tempo raggiunto il quorum necessario e hanno fatto sprecare denaro pubblico inutilmente. L’abuso di referendum andati in fumo per mancanza del quorum ha depotenziato lo strumento, screditandolo. Questo referendum è meramente strumentale perché una cittadinanza non può essere un dono, ma essa deve essere legata al rispetto di certe condizioni stabilite dalla democraticissima legge del 1992. I finti radicali di Magi (che è tutto fuorché un leader) non sono affidabili e non possono essere confusi con Pannella che mai si è lanciato in un referendum farlocco come questo.
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Giorgia all’Onu
Ho visto fotografie della presidente Giorgia Meloni che parlava all’ONU davanti ad una sala semivuota. Che tristezza per l’Italia, assai poco considerata, se penso che il ministro degli Esteri Fanfani, unico italiano, divenne presidente eletto dell’Onu. Neppure il fluido inglese della Meloni è bastato. Tutto il suo impegno per la politica estera non ha dato frutti. Sono argomenti su cui meditare, se consideriamo che l’impegno estero l’ha distolta dai problemi italiani abbandonati a ministri spesso non all’altezza del compito. Floris ha esibito quelle fotografie alla inguardabile 7, io che pongo l’Italia sopra tutto, sono amareggiato.
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LETTERE scrivere a quaglieni@gmail.com
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Corso Maroncelli e Italia ‘61
Una della arretratezze di Torino è il caso della rotonda di corso Maroncelli e di Italia ‘61 che provoca lunghe code a tutte le ore. Cosa vogliono fare i sindaci di Torino e di Moncalieri? Non si può continuare così. Elvira Ferraris
L’unico modo per togliere le code è un sottopasso tra Torino e Moncalieri, di cui si parla da anni, ma non sembra sia in programma. Un sindaco competente come Lo Russo credo che comprenda il problema, anche per il collegamento strozzato con l’autostrada e la tangenziale; il sindaco di Moncalieri, invece, si sta baloccando con una Ztl collinare che davvero fa sorridere, se non facesse piangere, per non parlare della cultura dove sta disfacendo il lavoro decennale dell’assessore Pompeo.
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Don Ottaviano
Don Piero Ottaviano morto nel 2005 era un salesiano che insegnò religione al liceo Segre’ di Torino , pur avendo fatto studi alla Facoltà di Matematica forse senza conseguire la laurea . Aveva un grande carisma ed era un trascinatore. Andrebbe ricordato: io fui suo allievo. Filippo de Sanctis
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Ho conosciuto don Ottaviano con cui ebbi scontri televisivi piuttosto aspri molti anni fa. Non era certo un diplomatico , era un credente molto convinto. Quando ci conoscemmo a tu per tu, capimmo che avremmo potuto andare d’accordo e così è stato per molti anni perché le cose che ci univano erano molte. So che tanti giovani e non giovani avevano per lui una venerazione e credo che l’uomo e il sacerdote lo meritasse per davvero. Io sono stato molto amico del filosofo e sacerdote ,docente in quello stesso liceo, don Luigi Lo Sacco. Lui, forse più ancora di 0ttaviano, andrebbe ricordato. A Lo Sacco ho voluto bene e l’amicizia è stata totale. Oggi esistono insegnantini di religione che non sono neppure comparabili con Ottaviano.
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Scopri – To Alla scoperta di Torino
La città di Torino fondata nel terzo secolo A.C dai Taurini fu poi tasformata in colonia romana dall’Imperatore Augusto che le diede il nome di Iulia Augusta Taurinorum passò sotto vari domini, fino a diventare nel 1861 la prima capitale del nuovo Stato unitario ovvero del Regno d’Italia. Torino è conosciuta in Italia e nel mondo con uno stemma raffigurante un toro, derivante dall’araldica medievale che nel 1360 scelse questo simbolo per la città perché assomigliava al nome della stessa. Numerose sono le leggende legate al nome della città, fra cui la narrazione di un drago che attaccò la città e un enorme toro che la portò in salvo. Nel 1300 nacque anche lo stemma con base azzurra a cui si sovrappone un toro in movimento e sormontato da una corona d’oro con nove perle. Il toro è diventato negli anni un vero e proprio simbolo della città, vi sono più di duecento fontane con questo simbolo (chiamate “Turet”) e in Piazza San Carlo, nel 1930, in onore di San Carlo Borromeo, è stata posta al suolo l’immagine in bronzo del toro, dove si crede che passandoci sopra si possa essere più fortunati.
IL TORO E LE SUE VARIANTI
Un’altra opera curiosa e molto conosciuta che si rifà al simbolo della nostra Città si intitola “T’oro” e si trova in via delle Orfane 20, l’opera rappresenta un toro con le corna dorate che esce diettamente da un muro. L’opera è stata creata dall’artista Richi Ferrero, il quale voleva raffigurare una città che sfonda e supera il passato trovando un nuovo futuro con occhi diversi. Vi è poi il “Toro tricefalo”, una scultura dello scultore francese Georges Faure su una balconata di C.o Vittorio Emanuele 58, che rappresenta un toro a tre teste, creato nel 2006 per la Biennale dei Leoni, Lione-Torino. Un’altra opera a forma di toro molto famosa è “Toh”, un manifesto della nuova società torinese che comunica i valori dell’inclusione e della pace, l’opera rappresenta un toro in metallo con dei pezzi di fontana che gli cingono il collo. Toh è stato creato dall’artista Nicola Russo che si è fatto ispirare dai “Turet” le fontane a forma di toro presenti nella città sabauda; Nicola ha immaginato tutti i torinesi che conoscono bene quel toro ma ne conoscono solo il volto e mai il corpo o lo stato d’animo, lo stesso toro immaginandolo rinchiuso nella fontana vivrebbe sensazioni negative di smarrimento e mestizia, proprio per questo crea una statua con un toro che rompe il metallo della fontana. Ecco, quindi, che il “Toh” diventa il simbolo non solo dei torinesi, ma di tutti coloro i quali vogliono uscire dagli schemi e guardare avanti evidenziando le proprie diversità, che in quanto tali li rendono unici. Parte dei proventi delle opere “Toh” va alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul cancro.
GLI ALTRI SIMBOLI DELLA CITTA’
Oltre al toro uno dei simboli classici di Torino è sicuramente la “Mole Antonelliana” situata nel centro storico della città, ed edificata dall’architetto Alessandro Antonelli nel 1863. Anche la Basilica di Superga è un simbolo del Capoluogo Piemontese oltre a molti altri edifici e monumenti storici come Il castello del Valentino, Palazzo Madama e la Porta Palatina risalente al periodo dell’Imperatore Augusto detta anche Porta Capitolina, ma comunemente nota ai torinesi col nome plurale di Porte Palatine. Torino ha numerosissimi simboli che rappresentano la città, ma è anche molto conosciuta per le numerose leggende esoteriche che riguardano la magia bianca e la magia nera, in particolare in un punto preciso di piazza Castello si dice che converga la magia bianca…ma questa è un’altra storia… che richiede una narrazione a parte.
NOEMI GARIANO
A quasi un anno di distanza dall’attacco terroristico del 7 ottobre 2023, Stefano Piazza, giornalista di Panorama e La Verità, esperto di sicurezza e fondamentalismo islamico la scorsa settimana ha presentato, presso la Sala Musica del Circolo dei Lettori di Torino, il libro “Ottobre nero”, una testimonianza viva e documentata della tragedia che ha investito Israele prima e la Palestina dopo, adopera dei terroristi di Hamas. E’ intervenuta l’On. Sara Kelany di Fratelli d’Italia e la giornalista Maria La Barbera ha moderato l’evento.
Vi proponiamo una intervista all’autore di Alessandro Sartore
Partiamo dal titolo, “Ottobre nero” rimanda la memoria ad un altro atto sanguinoso, quello compiuto contro gli atleti israeliani alle Olimpiadi di Monaco ’72, da parte della organizzazione terroristica palestinese definita “Settembre nero”. Una scia di sangue che sembra non trovare fine.
A parte il titolo fortemente evocativo quanto avvenuto il 7/10/ 2023 credo sia paragonabile solo all’11 settembre 2001 per la pianificazione e la volontà di compiere una strage orrenda. Di fatto al-Qaeda, l’Isis o Hamas sono legate alla comune visione ideologia della Fratellanza musulmana. L’Iran vuole la distruzione di Israele e per questo finanzia i suoi proxy vedi Hamas, Jihad islamica, Huthi, milizie siro-irachene e altri. La lunga scia di sangue porta solo la firma iraniana tanto che ogni volta che c’è stata la possibilità di trovare un accordo i palestinesi si sono sempre sfilati anche perché lo status quo ha consentito ai capi e capetti di diventare ricchissimi e talvolta miliardari. Ogni euro o dollaro che arriva a Gaza finisce nelle loro mani e sono tutti soldi che Hamas usa per arricchirsi e per comprare missili e armi e non certo per la popolazione che usa come scudo umano. I palestinesi soffrono a causa di Hamas e non certo per gli israeliani. Il 7 ottobre 2023 non è stato una tragedia solo per Israele, ma una nuova macchia sulla civiltà umana nel suo insieme che ha dimenticato la Shoah. Quanto accaduto solleva domande profonde sulla natura dell’essere umano, sui pericoli dell’odio e del pregiudizio e sulle responsabilità degli individui e delle nazioni di fronte al male assoluto. Mi occupo di terrorismo e di fondamentalismo da molti anni, ma quanto ho visto durante il mio viaggio in Israele nel febbraio scorso è qualcosa di indicibile, di sconvolgente e che va combattuto, perché oggi tocca a Israele, domani invece sarà il nostro turno. Nessuno si illuda.
7 ottobre 2023, un atto terroristico di così grande portata come può essere sfuggito all’efficientissimo Mossad israeliano?
Sono stati commessi molti errori di valutazione sui quali si sta indagando e chi ha sbagliato dovrà pagare. Ma c’è un 7 ottobre che deve essere ancora scritto; chi impedì per ore le comunicazioni radio, telefoniche e web nel sud di Israele quella mattina? A mia precisa domanda la risposta è stata: «un’entità statale e stiamo indagando». Chi è stato e perché? Chi paga le manifestazioni di piazza contro Israele, chi finanzia le proteste negli atenei e chi paga coloro che vanno in televisione ogni giorno da ormai un anno per raccontare che Hamas è un movimento politico e che Israele è uno stato terrorista? Fateci caso: sono gli stessi che da più di due anni si sono messi al servizio della Russia di Vladimir Putin, lui sì criminale di guerra. Non può essere un caso.
Il tuo lavoro non è solo il tentativo di analizzare e comprendere come stanno veramente i fatti, ma pure una testimonianza di quanto accaduto. Sei stato sui luoghi della strage, cosa ti è rimasto impresso di quando visto?
Tutto perché ho visto il Male. È stato difficilissimo anche solo respirare quando sono entrato nelle case delle vittime vedi nel Kibbutz di Kvar Aza. Giovani vittime straziate in una maniera che è difficile raccontare e il racconto dei superstiti e delle famiglie degli ostaggi sono cose che non posso e voglio dimenticare. Credo di non essere mai davvero tornato da quei luoghi e questo mi rende un uomo migliore rispetto a prima.
I fatti tragici del 7 ottobre hanno riacceso lo scontro tra Israele e Hamas, elevandolo ad un livello che non ha precedenti. Ma dietro a questa recrudescenza della violenza ci sono precisi mandanti e nuovi posizionamenti politici, ce li puoi chiarire?
Come detto l’Iran è dietro a tutto questo e teme che Israele e Arabia Saudita si riconoscano reciprocamente perché così Teheran finirebbe nell’angolo. Ma questo accadrà e i mullah un giorno dovranno scappare di notte perché il popolo iraniano prima vittima delle loro nefandezze, li andrà a cercare. Nel conflitto si è subito inserita la Russia del criminale Vladimir Putin e degli staterelli a lei vicini. Anche costoro pagheranno il prezzo ed è solo questione di tempo.
In Occidente, intanto, sono esplosi un po’ovunque tanti fenomeni di antisemitismo. In molte università degli Stati Uniti abbiamo assistito a sit-in a favore della Palestina libera ma pure pro-Hamas. C’è tanta confusione nell’opinione pubblica, come la spieghi?
Con la corruzione. Il Qatar, l’Iran, il Kuwait e in passato l’Arabia Saudita, hanno investito miliardi di dollari nelle università americane dove hanno fatto nominare docenti di estrema sinistra e antisemiti per diffondere l’odio contro gli ebrei e oggi incassano quanto speso. Provo pena e disprezzo per quei giovani dalla testa vuota fomentati dai “cattivi maestri” e dai docenti corrotti, che parlano di “Palestina libera dal fiume al mare” quando il vero nemico è Hamas che opprime il suo stesso popolo usato come scudo umano.
Rigurgiti di antisemitismo si sono avuti anche in Europa, dall’Inghilterra alla Francia. Come può essere che nel continente che ha vissuto la Shoah il virus dell’odio contro gli ebrei sia ancora presente?
Stesse dinamiche con l’aggravante dell’immigrazione incontrollata degli ultimi anni. All’antisemitismo storico si è aggiunto quello arabo d’importazione che ha portato solo e soltanto guai.
C’è chi dice che per risolvere questo conflitto sia sufficiente dare ai palestinesi una terra con confini precisi. Tu come la vedi?
I palestinesi non vogliono questa soluzione perché per loro è meglio lo status quo e la distruzione di Israele. E poi con chi dovrebbe discutere Israele? Con una banda di tagliagole? Con gli Stati arabi? E quali? Oppure con l’Egitto che non vuole i palestinesi al punto di costruire muri ai suoi confini? “Due popoli due stati” è uno slogan pari a “Domani se non piove c’è il sole” e il dramma è che molti uomini politici lo ripetono come un mantra.
Negli ultimi giorni, Israele con i cyber attacchi compiuti attraverso i cerca persone ed i walkie-talkie ha inferto un duro colpo ai militanti di Hezbollah, ma soprattutto ha mostrato, dopo la defaillance del 7 ottobre, di disporre di uno stupefacente apparato tecnologico. Può essere questa la carta decisiva per piegare la resistenza dei suoi avversari?
Le guerre si vincono con la fanteria e con i soldati sul terreno. La tecnologia è importante ma il fattore umano è fondamentale. Hezbollah che sta distruggendo il Libano paga il prezzo dei suoi misfatti vedi gli oltre 8.000 missili lanciati contro Israele dall’8 ottobre 2023.
Quanto potrà influire sul proseguimento dello scontro il risultato delle prossime elezioni presidenziali negli Stati Uniti di novembre?
Credo sarà molto importante ma non decisivo ma di sicuro Kamala Harris e il suo entourage non sono certo il miglior alleato di Israele a differenza di Donald Trump.
Sul piano della comunicazione Israele appare in grossa difficoltà, per quale ragione i media mainstream tendono ad abbracciare la narrazione filo Hamas?
“Follow the money” anche qui. Pensate ad Al Jazeera megafono della propaganda di Hamas che i media occidentali utilizzano come fonte. C’è chi lo fa per denaro, per una vacanza, un Rolex per sè o per l’amante, per una borsa di Hermes e chi si mette a disposizione perché appartiene alla categoria degli “idiotili utili” alla causa. Questa guerra così come quella in Ucraina ha mostrato quanto sia grave la situazione nel mondo dei media.
La presentazione del libro sabato 28 settembre alle ore 11, Lanzo Torinese

Indipendent Book Tour: tappa in sette capoluoghi della Regione
Dal 28 settembre al 30 novembre
Ideata da “Hangar del Libro” (progetto di “Regione Piemonte”) e dal “Salone Internazionale del Libro di Torino” – in collaborazione con la “Fondazione Circolo dei Lettori” – “Indipendent Book Tour”, giunto alla sua IV edizione, riparte con 31 case editrici e l’obiettivo fondante di raccontare la ricchezza e l’alta qualità dell’editoria indipendente piemontese, per un viaggio che toccherà sette capoluoghi piemontesi partendo sabato 28 settembre da Novara, per concludersi sabato 30 novembre a Cuneo.“Un modo – sottolineano gli organizzatori – per valorizzare il lavoro svolto dalle case editrici indipendenti, capaci di sperimentare e innovare, di prestare attenzione alle voci emergenti o riscoprire autori del passato, di ampliare gli orizzonti culturali di lettrici e lettori”. Oltre a Novara e a Cuneo, il tour farà tappa a Torino (sabato 12 ottobre), Verbania (sabato 19 ottobre), Alessandria (sabato 26 ottobre), Asti (sabato 9 novembre) e a Biella (sabato 16 novembre).
A ogni appuntamento le “case editrici”, selezionate a giugno attraverso la call “Hangar del Libro”, presenteranno il loro libro del momento (segno di una “bibliodiversità” che permette di assecondare i gusti e le passioni di lettrici e lettori di ogni età ed interesse), accompagnate da brani musicali e azioni teatrali curate da “B-Teatro”. Novità di quest’anno sarà la partecipazione di quattro “gruppi di lettura” (“Teste di medusa” di Torino , “La voce della luna” di Alessandria, “Cuba Libri” di Asti, “Lettori per passione” di Cuneo) e 26 lettrici e lettori (“booklovers”) per presentare i libri ad ogni tappa, affiancando ognuno una determinata casa editrice e “trasmettendo al pubblico le emozioni e le riflessioni di chi ama immergersi nella lettura, pubblicando anche sui propri ‘profili social’ recensioni e interviste”.
Il via, sabato 28 settembre (ore 17,30) a Novara, al “Circolo dei Lettori” (presso il “Castello Sforzesco”), con “Cose Note Edizioni” che presenta “Oddio, l’estate!” di Adriana Riccomagno; “Edizioni Astragolo” che illustra “Dov’è finita la signora Consoli?” di Carlotta Benedetti; “Gainsworth Publishing” che racconta “Death is not the worst – Inheritance” di Julia Sienna e “Hever Edizioni” che porta ai lettori “Cieli d’Olanda” di Barbara Da Ruos e Cristina Gregori.
Torino, la seconda tappa. Appuntamento, sabato 12 ottobre (ore 17,30) nell’ambito della manifestazione “Portici di Carta” (in “Sala Turinetti” di “Gallerie d’Intesa”, piazza San Carlo 156) con: “LAReditore” e “Aeterna. La ragazza sbagliata” di Vanessa Genre; “Beppe Grande Editore” con “Leggere è libertà. Dietrich Bpnhoeffer. Sophie School” di Barbara Fischer; “Buendia Books” e “Certe donne a Torino” di Marina Rota; “Buckfast Edizioni” e “Amori senza rete” di Consolata Lanza per finire con “Scritturapura” e “Mucche ballerine” di Marco Bosonetto.
Dopo Torino, la carovana di “Indipendent Book” proseguirà toccando le altre cinque tappe in programma, per mollare le redini sabato 30 novembre alla “Biblioteca 0-18” di Cuneo.
Per info e tutto il programma dettagliato: www.hangardellibro.it o www.salonelibro.it
Oltre alla consueta “vetrina” online su www.hangardellibro.it, quest’anno “Indipendent Book” sarà anche affiancato dalla nuova pagina Instagram@hangardellibro per permettere al pubblico di “sfogliare romanzi – sottolinea Lea Iandorio, project manager dell’evento – saggi, raccolte di poesie, ‘graphic novel’, albi illustrati e libri per bambini che fanno parte del variegato catalogo dell’editoria indipendente piemontese”.
g.m.
Nelle foto, scrittrici presenti nella tappa di Torino: Consolata Lanza, “Buckfast Edizioni”; Marina Rota, “Buendia Books”; Vanessa Genre, “LAReditore”