CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 748

Lo strasuccesso dei Tre Moschettieri

moschettieri 3 dueE se Beppe Navello scommettesse di poterne inventare un sequel?

E alla fine scesero i fiori. Sullo spazio a scacchi che per 56 repliche ha invaso la platea dell’Astra. Per la simpatica iniziativa di due gentili signore che dai loro bouquet hanno cominciato a scartocciare rose e garofani. Su Richelieu, sui tre moschettieri, sul guasconissimo d’Artagnan, sulla regina dalla bella voce e su un re che più da operetta non si potrebbe, sulla perfida Milady vittima alla fine dei suoi misfatti, sugli osti e sui valletti e sulle guardie, sul maestro di cerimonie alias pianista impareggiabile, sulla dolce Costanza, sul padre del protagonista buffamente sentenzioso e onnipresente, su un lord Winter da manuale, sui riassunti delle puntate precedenti, sulle pubblicità effervescenti dei vari sponsor, sulle canzoncine e sulle marcette, sui costumi bellissimi, su una squadra invidiabile di tecnici pure loro tutti quanti schierati in alto sulle passerelle. I tre moschettieri, prodotto dalla Fondazione TPE, arrivato alla sua ottava e ultima puntata è finito con una festa, una grande festa, di cuore, di risate, di applausi, di chiamate che non cessavano. Con il ricordo e i commenti degli otto appuntamenti, della gradevolezza dei testi, della banalità sconfitta, delle regie sempre diverse che hanno di volta in volta coinvolto Beppe Navello, Gigi Proietti, Piero Maccarinelli, Myriam Tanant, Andrea Baracco, Robert Talarczyk, Ugo gregoretti ed Emiliano Bronzino (ognuno porta con sé i propri preferiti), della prova di questo e quell’attore, della professionalità (alta, 41 in scena a duellare,mosche tre tre a tramare, a soffrire) di ognuno, del divertimento senza limiti e freni, delle invenzioni e degli sberleffi, delle mosse improvvise e mai a vuoto che hanno ogni sera scaldato i cuori. Un successo che alla fine può vantare su un totale di oltre 10.800 spettatori e su 812 abbonamenti venduti dedicati esclusivamente al progetto. Per presenze e incassi, sottolinea Beppe Navello, l’anima di un’operazione riportata alla luce a trent’anni dall’esempio inventato con lo Stabile dell’Aquila, “è difficile contestare al nostro progetto il riconoscimento di essere, per dimensioni e ambizioni, una delle più apprezzate novità della stagione teatrale italiana, applaudita unanimamente dalla critica e dal pubblico”. Un percorso che ha visto affollarsi appassionati e critici, quel pubblico incuriosito e sempre più partecipe che ha (ri)scoperto l’aspetto nazionalpopolare del teatro – citava persino Gramsci papà d’Artagnan – coinvolgendo giovani e bambini, nonni e genitori, in uno schieramento unico delle età più diverse. Sottilmente, lasciandoci intendere chissà quale sviluppo in quello che potrebbe aver tutte le intenzioni di voler divenire una soap opera letteraria o un rinfoltimento di puntate su puntate, Navello scherza, più o meno: “Dopo uno sforzo così imponente, la prudenza consiglia a un teatro avveduto di non esagerare e di pensare programmi più tranquilli: ma di fronte all’entusiasmo di quanti ci hanno seguito fino a oggi, di fronte a tanto successo, ci lasciate sperare che quest’ultimo titolo, Addio d’Artagnan, si possa trasformare in un Arrivederci d’Artagnan?”. Non ci resta che attendere qualche sorpresa per la stagione prossima, mentre già qualche attore con un largo sorriso che s’intravede sotto la barba ci incuriosisce ancor di più con un tranquillizzante “ritorneremo!”.

Elio Rabbione

 

Il Medio Oriente raccontato da Molinari

molinari agliè3Al Circolo dei Lettori il direttore della Stampa Maurizio Molinari in un dialogo con la giornalista Ariela Piattelli, condivide le proprie riflessioni su attori e interessi in gioco in Medio Oriente. Analizzando la situazione, ipotizza possibili scenari futuri. L’appuntamento, lunedì 9 maggio, alle ore 18, è a cura di Gruppo Sionistico Piemontese, Comunità Ebraica di Torino e di Vercelli, Agenzia Ebraica per Israele-Sochnut Italia e Adei Torino.

(foto: P. Chiariglione)

Alex Langer, l’arte della convivenza di un costruttore di ponti

Uomo politico nel senso più nobile del termine, Langer si è impegnato fino alo stremo nella diplomazia della pace, a favore di relazioni più giuste tra i popoli, per la conversione ecologica della società, dell’economia e degli stili di vita

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La figura di Alexander Langer (1946-1995) è più attuale che mai. Per certi aspetti, anzi, nel dibattito sociale e politico Langer è oggi più conosciuto, e “riconosciuto”, di quando era in vita e doveva subire anche amarezze e misconoscimenti. Marco Boato –  sociologo, giornalista, ricercatore universitario, più volte parlamentare, esponente di spicco di Lotta Continua, del Partito Radicale e dei Verdi –  che ha condiviso tante iniziative di Langer, ha scritto un libro molto bello e prezioso: “ Alexander Langer. Costruttore di ponti”. Un libro che presenta al lettore il ritratto di un autentico e coerente testimone del nostro tempo: le radici sudtirolesi, il rapporto con la Chiesa, la formazione, il Sessantotto, l’impegno politico e la “conversione ecologica”, la nonviolenza, l’impegno per il dialogo interetnico. Come ricorda il cardinale Loris Capovilla nella presentazione, “anche Alex ha perseguito ostinatamente la pace, e, insieme, la custodia del creato. Ha inseguito con tenacia questi ideali. Ne ha fatto la sua passione e la sua vita”. Il tenace “costruttore di ponti”, intellettuale altoatesino pioniere della “conversione ecologica” auspicata dalla Laudato si’ di papa Francesco ( che, essendo “Pontefice” è anch’esso un costruttore di ponti)  spese gran parte dei suoi 49 anni di vita al servizio degli altri nel segno del dialogo, della pace, della tutela dell’ambiente. Giornalista, traduttore, insegnante, Alex langer33Langer nel 1989 fu eletto deputato al Parlamento Europeo e divenne il primo presidente del neo-costituito Gruppo Verde. Uomo politico nel senso più nobile del termine, Langer si è impegnato fino alo stremo nella diplomazia della pace, a favore di relazioni più giuste tra i popoli, per la conversione ecologica della società, dell’economia e degli stili di vita. Non a caso proprio Alexander Langer. Costruttore di ponti è il titolo con cui l’Editrice La Scuola ha mandato nelle librerie  questo profilo dedicatogli da Marco Boato. Nella consapevolezza che mai come ora il pensiero di Langer è attuale e ha molto da dire alle nuove generazioni. Un testimone del nostro tempo, protagonista dell’ecologismo politico in Italia e nella dimensione europea e internazionale. Il suo  dinamismo senza soste, diventato ancor  frenetico dopo la caduta del muro di Berlino quando non risparmiò alcuna forza per contrastare i contrapposti nazionalismi, sostenendo le forze di conciliazione interetnica nei territori dell’ex-Jugoslavia, è la “cifra” della sua stessa vita. Alex non tollerava le divisioni etniche. In Alto Adige nel 1981 e poi nel 1991 si era rifiutato di aderire al censimento nominativo per la dichiarazione del gruppo linguistico, perché riteneva che ciò rafforzasse una politica di lacerazione invece che di coesione. Spese tutto se stesso per un’idea e un progetto che si può riassumere nella frase scultorea e bella di don Primo Mazzolari: “pace, nostra ostinazione”. Fino all’estremo, fino alla fine. Quando uno si rende disponibile all’apertura all’altro senza remore, come Alex ha cercato di fare tutta la vita, la sua vulnerabilità diventa assoluta. Così, il pomeriggio del 3 luglio 1995, a 49 anni, si è tolto volontariamente la vita impiccandosi a un albicocco a Pian dei Giullari, alle porte di Firenze. Eppure, anche in quel momento  in cui si sentiva “più disperato che mai”, ha sentito il bisogno di rassicurare gli amici, scrivendo nell’ultimo dei suoi tanti bigliettini: “Non siate tristi, continuate in ciò che era giusto”.  L’ultimo sprazzo di luce nel buio, un invito che non si può rifiutare, continuando cosí “in ciò che è giusto”. Il bel racconto di Boato è completato  dalle testimonianze di Peter Kammerer, Adriano Sofri, Leonardo Zega, Edi Rabini.

Marco Travaglini

Il 1° maggio apre il rifugio antiaereo sotto il Municipio

rifugio civicoDomenica 1° maggio, il rifugio antiaereo di Palazzo Civico sarà aperto alla visita dei cittadini

con ingresso libero dalle ore 10.00 alle 17.00. Costruito nel 1940, è situato a dodici metri di profondità sotto il cortile d’onore del Municipio ed era adibito ad offrire riparo a tutti i lavoratori del Palazzo, quando, nel corso della Seconda Guerra Mondiale, il suono delle sirene annunciava l’arrivo sulla città delle fortezze volanti.

Più info: http://goo.gl/jFvLT4

www.comune.torino.it

Cosa vedere al cinema

cinema salaLe trame dei film nelle sale di Torino

 

A cura di Elio Rabbione

 BENVENUTI FILM

Benvenuti… ma non troppo – Commedia. Regia di Alexandra Leclère, con Josiane Balasko, Valerie Bonnéton e Didier Bourdon. E’ un inverno freddissimo a Parigi e il governo obbliga, come tutti i parigini, i proprietari di un signorile palazzo del sesto arrondissement di ospitare i senzatetto. Una portinaia che inneggia a Le Pen, la coppia di destra, quella di sinistra che finisce col rivelarsi peggio della prima… La convivenza non facile porterà tutti quanti ad essere migliori? Durata 106 minuti. (Ambrosio sala 2, F.lli Marx sala Groucho)

 

Brooklyn – Drammatico. Regia di John Crowley, con Saoirse Ronan, Emory Cohen e Domhnall Gleeson. All’inizio degli anni Cinquanta, Eilis lascia la propria terra, l’Irlanda, per andare in cerca di fortuna a New York, dove conosce la nostalgia e l’amore di un giovane italoamericano. Quando sarà costretta a tornare nel proprio paese dopo la morte della sorella, riconoscerà gli affetti per i luoghi e le persone con cui era vissuta e allora sarà difficile prendere la decisione se restare o ripartire per sempre. Dal romanzo di Colm Toìbin, la sceneggiatura e firmata da Nick Nornby. Durata 113 minuti. (Greenwich sala 1)

 

CACCIATORE FILMIl cacciatore e la regina di ghiaccio – Avventura. Regia di Cedric Nicolas Troyan, con Charlize Theron, Jessica Chastain, Chris Hemsworth e Emily Blunt. La perfida regina Ravenna ha spinto la sorella, la dolce Freya, a trasformarsi in un essere che dal proprio regno di ghiaccio ha bandito ogni sentimento. Ma i giovani Eric e Sara, una volta cresciuti, non potranno rinunciare al loro amore. Durata 114 minuti. (The Space, Uci)

 

Codice 999 – Azione. Regia di John Hillcoat, con Casey Affleck, Aaron Paul e Chiwetel Ejiofor e Kate Winslet. Michael Antwood è a capo di un gruppo di poliziotti corrotti e senza scrupoli, tenuti in pugno dalla mafia russa. Il prossimo obiettivo è una rapina in banca, in pieno giorno e per il suo raggiungimento Michael crede che la soluzione sia lanciare un codice 999, ovvero quello in atto quando un poliziotto è a terra, per distrarre dal colpo l’attenzione della polizia. Tuttavia le cose potrebbero andare in maniera totalmente diversa. Durata 125 minuti. (Lux sala 2, Massaua, The Space, Uci)

 

Il condominio dei cuori infranti – Commedia. Regia di Samuel Benchetrit, con Isabelle Huppert, Michael Pitt e Valeria Bruni Tedeschi. Un caseggiato della periferia parigina, bizzarri personaggi ed i loro incontri, un uomo su una sedia a rotelle, un’infermiera del turno di notte, un’attrice avvilita e un giovanotto che può farle ritrovare la gioia di vivere, un’immigrata del Maghreb e un astronauta americano la cui navicella spaziale atterra inaspettata sul terrazzo del condominio. Deboli storielle abbastanza restie ad approfondire i caratteri. Durata 100 minuti. (Nazionale 2)

 

confessioni filmLe confessioni – Drammatico. Regia di Roberto Andò, con Toni Servillo, Connie Nielsen e Pierfrancesco Favino. Un gruppo di ministri dell’Economia delle grandi potenze, sotto la guida del direttore del Fondo Monetario internazionale, è riunito in un lussuoso albergo sulle rive del Baltico. Con loro alcuni ospiti, tra cui il monaco Roberto Salus, irreprensibile e pericolosamente non malleabile. All’indomani di quello che appare come un suicidio ma che potrebbe avere tutti i connotati di un omicidio, come si comporteranno i presenti con le manovre che si sarebbero dovute votare? Dal regista pluripremiato per “Viva la libertà”, anche questa volta affiancato dalla prova eccellente di Servillo. Durata 100 minuti. (Ambrosio sala 3, Eliseo grande, F.lli Marx sala Chico, Romano sala 2)

 

La corte – Comedia. Regia di Christian Vincent, con Fabrice Luchini e Sidse Babett Knudsen. Xavier Racine è definito il giudice “a due cifre” poiché non condanna mai a meno di dieci anni di reclusione. E’ chiamato a presiedere in tribunale un processo contro un uomo accusato di aver ucciso la figlia di sei mesi: è lì che rivede tra i giudici popolari Ditte, un’anestesista di origini danesi conosciuta anni prima. Miglior sceneggiatura e Coppa Volpi per l’interpretazione maschile alla Mostra di Venezia. Durata 98 minuti. (Nazionale   2)

 

Criminal – Azione. Regia di Ariel Vromen, con Kevin Costner, Ryan Reynolds e Tommy Lee Jones. L’agente Pope, la cui memoria contiene informazioni importanti, viene assassinato: al capo della sezione inglese della CIA non resta che ricorrere al dottor Franks, che trasferirà la memoria dell’agente nel cervello di Jerico Stewart, un detenuto nel braccio della morte, un uomo incapace di provare alcun sentimento. Durata 117 minuti. (Ideal)

 

10 Cloverfield Lane – Thriller. Regia di Dan Tachtenberg, con John Goodman e Cindy Hogan. Una donna, Michelle, si ritrova chiusa in un bunker, sorvegliata da un uomo che afferma di averla raccolta in strada, dopo un attacco chimico che ha mietuto vittime, e di averla portata laggiù per la sua incolumità. Dovrà Michelle credere alle parole di quell’uomo o dovrà provare a fuggire a tutti i costi? Produce J.J. Abrams, dirige l’esordiente Tachtenberg con eccellente tensione, interpreta un Goodman grandioso. Durata 105 minuti. (Uci)

 

La coppia dei campioni – Commedia. Regia di Giulio Base, con Massimo Boldi e Max Tortora. Il direttore marketing di una multinazionale ed un magazziniere della medesima azienda si ritrovano per caso in viaggio per Praga, in occasione della finale della Champions League. Un atterraggio d’emergenza li costringe a proseguire tra mille guai verso la capitale. Durata 98 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 3, The Space, Uci)

 

FILM MATTEWLa foresta dei sogni – Drammatico. Regia di Gus Van Sant, con Matthew McConaughey, Naomi Watts e Ken Watanabe. Ultimo film dell’autore di “ Will Hunting” duramente contrastato all’ultimo festival di Cannes. L’inoltrarsi di un americano lungo le pendici del monte Fuji, in Giappone, luogo ove la contemplazione e la prospettiva della morte convivono, tra realtà e magia, l’incontro dell’uomo con un imprenditore del Sol Levante, l’istinto di sopravvivenza. Durante il percorso, i vari flashback ci riportano alla vita familiare del protagonista, ai suoi rapporti con la moglie, un lutto che ci si deve lasciare poco a poco alle spalle. L’occasione per controllare di persona se il pubblico festivaliero abbia espresso un giudizio del tutto errato (qualche amico se ne era tornato a casa sostenendo che Van Sant aveva fatto un robusto racconto filosofico pieno di poesia). Durata 110 minuti. (Greenwich sala 3, Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

La memoria dell’acqua – Documentario. Regia di Patricio Guzmàn. Dall’acqua continuta in un parallelepipedo di quarzo, risalente a millenni fa, si riflette sulla vita dell’universo e sulla storia passata e recente del Cile. Durata 82 minuti. (Massimo2)

 

Les souvenirs – Drammatico. Regia di Jean-Paul Rouve, con Michel Blanc e Annie Cordy. Rimasta vedova, la nonna di Romain viene accompagnata dai figli in una casa di riposo per anziani. Ne scapperà presto. Spetterà al nipote attraverso piccoli indizi mettersi sulle sue tracce. Durata 96 minuti. (Classico)

 

Il libro della giungla – Avventura. Regia di Jon Favreau. Una nuova versione del romanzo di Kipling, con le avventure del piccolo Mowgli allevato tra un branco di lupi, delle insidie della tigre Shere Khan e della pantera Bagheera, che dovrà riportare il suo protetto nel villaggio degli uomini dove è nato. Anche in versione 3D. Durata 105 minuti. (Ideal, Lux, Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 film cinema

Lo chiamavano Jeeg Robot – Fantasy. Regia di Gabriele Mainetti, con Claudio Santamaria, Luca Marinelli e Ilenia Pastorelli. Enzo è un ladruncolo romano che vive di espedienti. Una sera, inseguito dalla polizia, nelle acque del Tevere viene a contatto con un materiale radioattivo che gli conferisce sconosciuti ultrapoteri. Ad Alessia, appassionata di fumetti, piacerà considerarlo come un eroe dei suoi prediletti Manga nella lotta al male sempre in agguato, che questa volta ha le sembianze allucinate dello Zingaro. Opera prima. Durata 112 minuti. Premiatissimo ai David di Donatello. (Massimo 1, Uci)

 

Lui è tornato – Drammatico. Regia di David Wendt, con Oliver Masucci. Adolf Hitler si risvegli all’improvviso, oggi, là dove un tempo a Berlino c’era il suo bunker. La guerrà è terminata, Eva non c’è più, la Germania è completamente cambiata. Solo un reporter lo riconosce e lo filma: per il vecchio Adolf potrebbe aprirsi una nuova carriera in tivù, visto che qualcuno lo apprezza come un comico assai brillante… anche se lui è davvero chi sostiene di essere e le sue intenzioni non sono cambiate. Durata 105 minuti. (Due Giardini sala Nirvana, F.lli Marx sala Chico, Nazionale 2, The Space, Uci)

 

Kung Fu Panda 3 – Animazione. Regia di Jennifer Yuh Nelson e Alessandro Carloni. Po e suo padre raggiungono il paradiso segreto dei panda, facendo la conoscenza di nuovi personaggi. Ma il super-cattivo Kai minaccia e sconfigge tutti i maestri di kung fu. Dovrà essere Po a prendere in mano la disastrosa situazione e a passare al contrattacco. Durata 95 minuti. (Reposi, Uci)

 

Nemiche per la pelle – Commedia. Regia di Luca Lucini, con Margherita Buy e Claudia Gerini. Lucia è una psicologa per animali, Fabiola è a capo di un’agenzia immobiliare. Si detestano ma si troveranno a gestire insieme un problema non indifferente e inaspettato: il figlio che Paolo, l’uomo che è stato ed è il loro punto di contatto, ormai scomparso, ha lasciato solo al mondo. Durata 92 minuti. (Lux sala 1, Uci)

 

Nonno scatenato – Commedia. Regia di Dan Mazer, con Robert De Niro e Zac Efron. La nonna, prima di morire, ha espresso un ultimo desiderio: nonno e nipote, le cui vite si sono da tempo separate, dovranno fare un viaggio insieme in Florida. Jason, rampante e solido avvocato in procinto di sposarsi, scoprirà un nonno Dick con una gran voglia di godersi la vita sino all’ultimo. Durata 102 minuti. (Ideal, Reposi, The space, Uci)

 

BATTISTON FILMPerfetti sconosciuti – Commedia. Regia di Paolo Genovese, con Marco Giallini, Edoardo Leo, Valerio Mastandrea, Giuseppe Battiston, Kasia Smutniak, Alba Rohrwacher. Una cena tra amici, l’appuntamento è per un’eclisse di luna, la padrona di casa decide di mettere tutti i cellulari sul tavolo e di rispondere a telefonate e sms senza che nessuno nasconda qualcosa a nessuno. Un gioco pericoloso, di inevitabili confessioni, che verrebbe a sconquassare le vite che ognuno di noi possiede, quella pubblica, quella privata e, soprattutto, quella segreta. Alla fine della serata, torneranno ancora i conti come quando ci siamo messi a tavola? Durata 97 minuti. (Eliseo blu, Greenwich sala 1, Uci)

 

Race – Il colore della vittoria. – Biografico. Regia di Stephen Hopkins, con Stephan James e Jeremy Irons. La storia vera di Jesse Owens, la povertà delle origini, la convocazione alle Olimpiadi del ’36, le quattro medaglie d’oro vinte, la sconfitta di Hitler e del campione che la Germania nazista avrebbe vedere sul podio. Durata 134 minuti. (Greenwich sala 2, Reposi, Uci)

 

Sole alto – Drammatico. Regia di Dalibor Matanic, con Tihana Lazovic e Goran Markovic. Un villaggio serbo ed un villaggio croato, tre estati disseminate a distanza di dieci anni, dal 1991 ai giorni nostri, personaggi maschili e femminili che il destino ha inesorabilmente divisi. Durata 123 minuti. (Nazionale 1)

 FILM NUOVO

Lo Stato contro Fritz Bauer – Drammatico. Regia di Lars Kraume, con Burghart Klaussner. Nella Germania del 1957, il procuratore generale Bauer viene a conoscenza che il criminale nazista Adolf Eichman si nasconde a Buenos Aires. Sin dal suo ritorno in patria si spende per portare in tribunale i responsabili di morti e massacri: ma non ha fiducia in uno Stato che vuole a tutti i costi cancellare il proprio passato. Preferirà rivolgersi al Mossad israeliano. Durata 105 minuti. (Eliseo Rosso, Romano sala 1)

 

FILM MODAThe Dressmaker – Il diavolo è tornato – Commedia. Regia di Jocelyn Moorhouse, con Kate Winslet, Judy Davis e Liam Hamsworth. All’inizio degli anni Cinquanta, divenuta una affermata stilista, Tilly torna da Parigi nel piccolo paese natio di Dungatar, nel cuore dell’Australia, da cui era stata cacciata anni prima. Con una ventata di modernità, costruendo abiti per le donne acide e immalinconite di Dungatar, Tilly avrà modo di far luce sul suo lontano passato. Grande successo all’ultimo TFF. Eccellente prova della Winslet al centro di un film che pur facendosi giudicare (pressoché) positivamente non riesce mai a definire le proprie scelte (commedia, divertimento surreale, percorso drammatico, un faticoso altalenarsi?) in maniera definitiva. Durata 118 minuti. (Ambrosio sala 1, Massaua, Reposi, The Space, Uci)

Truman – Un vero amico è per sempre – Commedia. Regia di Cesc Gay, con Ricardo Garin e Javier Càmara. Tomas lascia il Canada dove vive da anni per andare a trovare a Madrid il suo vecchio amico Julian, attore argentino trapiantato nella capitale spagnola. A Julian non resta molto da vivere e uno dei suoi crucci maggiori è la sistemazione del suo cane Truman, per lui quasi un figlio. Il film, un successone in patria, si è aggiudicato ben cinque premi Goya, gli Oscar spagnoli. Durata 108 minuti. (Centrale v.o., Due Giardini sala Ombrerosse, F.lli Marx Sala Harpo)

 

Un’estate in Provenza – Regia di Rose Bosch, con Jean Reno e Anna Galiena. Lea, Adrien e il fratellino Théo lasciano Parigi per la Provenza, per due mesi vivranno con la nonna Iréne. E con il nonno Paul, che essi non hanno mai conosciuto a causa di vecchie incomprensioni familiari. Sarà un’estate diversissima da tutte le altre, in una casa lontana da tutto, senza la luce elettrica, con una cucina tutta speciale: le sorprese per i ragazzi saranno garantite. Durata 105 minuti. (Centrale v.o., Due Giardini sala Nirvana)

 

Una notte con la regina – Drammatico. Regia di Julian Jarrold, con Sarah Gadon, Emily Watson e Rupert Everett. La sera dell’8 maggio 1945 scoppiò per le strade di Londra la gioia per la fine della guerra e anche le principesse Elizabeth e Margaret non vogliono essere da meno. Difficile sarà convincere il re e la regina e prevenire un irruente pilota della Raf che potrebbe anche suggerire le proprie idee repubblicane. Durata 97 minuti. (Romano sala 3)

 VELOCE FILM

Veloce come il vento – Azione. Regia di Matteo Rovere, con Stefano Accorsi e Matilde De Angelis. Il film si ispira alla figura del campione di corse di rally Carlo Capone e alla sua vita travagliata. Al centro della vicenda la figura della giovane Giulia, abbandonata dai genitori, con un fratellino da proteggere e con quel fratellone ingombrante, tossicodipendente, determinata verso il successo e soprattutto la passione che le permetteranno di ritrovare un riscatto dalla vita passata. Durata 119 minuti. (Reposi, Uci)

 

Zeta – Drammatico. Regia di Cosimo Alemà, con Salvatore Esposito e Jacopo Olmo Antinori. Nella periferia romana, Alex coltiva la propria passione, la musica, con l’aiuto dell’amico Marco, amico, produttore e agente. Il successo arriverà, nel panorama musicale troverà spazio il giovane rapper Zeta. Durata 100 minuti. (Ideal, Massaua, The Space, Uci)

 

Zona d’ombra – Una scomoda verità – Regia di Peter Landesman, con Will Smith e Alec Baldwin. Nel settembre del 2002, Bennet Omalu, medico nigeriano trapiantato a Pittsburgh, si trova a indagare sulla scomparsa di un campione del football americano, divenendo sempre più convinto che i dolori lancinanti alla testa fossero legati alla sua professione. Del tutto osteggiato, dovrà vedersela con i colleghi e con gli alti ranghi della medicina, tutti cercheranno di mettere in ridicolo le sue convinzioni. Durata 123 minuti. (Reposi, The Space, Uci)

 

 

 

Il Festival delle Colline

Dedicato alla donna, senza dimenticare l’universo pasoliniano
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Nell’immagine/simbolo che gli artisti torinesi Botto & Bruno hanno regalato alla XXI edizione del Festival delle Colline s’allineano un paesaggio industriale, l’inquinamento e i miasmi, pozzanghere acide in cui non riflette il personaggio dal volto coperto, un ultimo ciuffo d’erba: è il degrado senza se e senza ma, è la nostra storia di oggi, la nostra povertà, è l’aridume che ci circonda. Non abbiamo neppur più una faccia, l’abbiamo persa. Allora, come s’avvicina il teatro, italiano e non soltanto dalla Romania e dalla Francia, dalla Grecia e dallIran e da Israele provengono gli spettacoli, gli artisti sono argentini, somali, tedeschi -, a questo deserto pressoché incolmabile? Sembra che un avvenire sia affidato alle mani e alla sensibilità delle donne, su di esse convergono in maniera quasi totale il pensiero, la scrittura, le messe in scena, le interpretazioni, per descrivere, per sottolineare, per cercare un perché o proporre delle soluzioni. In prima persona, svelandosi, trasmettendo ad altri le proprie esistenze oppure impaginando storie altrui, le disfatte e le speranze, le certezze e forse i sogni.

Si va in scena il 2 giugno, per proseguire fino al 21, con gli aiuti e le collaborazioni dello Stabile torinese Teatro Nazionale e della fondazione Piemonte dal Vivo, della Compagnia di San Paolo, degli Istituti francese e rumeno, della Fondazione per la Cultura Torino e via seguitando e con lospitalità dell’Astra, della Casa Teatro Ragazzi, del Carignano e del Gobetti, quest’anno ampliabile a Fonderie Limone di Moncalieri, a Lavanderia a Vapore di Collegno, a Fabbrica delle “e” e al Caffè Elena che vedrà Giulietta Debernardi e Marco Mazza di Scarlattine Teatro alle prese con “Hamlet Private” scritto e diretto da Martina Marti, un’idea nata nella fredda Finlandia e portata a Torino, un gioco di domande e risposte tra la figura del principe danese, un mazzo di tarocchi e lo spettatore. E’ il via ad un percorso triennale del MiBACT rintracciato e sviluppato intorno alla figura femminile, ha sottolineato ieri alla presentazione Sergio Ariotti, direttore artistico del festival, un indirizzo completato “con una riflessione diffusa sull’identità di genere, sull’orientamento sessuale e sui contrasti che certe scelte individuali comportano in ambito sociale, sulle difficoltà ad affermarle”. Ventidue titoli ai nastri di partenza, da “Alearga” interpretato e diretto dalla rumena Nicoleta Lefter, dove una donna con lo scandire del tempo s’interroga sulla propria identità e sulla propria esistenza, in un movimento continuo che per lei è vita, a “Roberta cade in trappola” con Roberta Bosetti, dove si fanno i conti con le promesse del passato, tramandateci dalle bobine di un vecchio registratore Geloso; da “Vanja, 10 years after”, uno degli spettacoli più attesi, presentato dagli artisti greci del Blitz Theatre Group, dove i personaggi superstiti di Cecov, chiusi nella grande casa o in un luogo indefinito, ripetono ancora i loro gesti senza tempo, nell’ossessione del vuoto dell’esistenza, a “Un mage en été”, travolgente successo francese, dovuto alla scrittura di Olivier Cadot e interpretato da quello che Ariotti ha definito “il più bravo attore francese della sua generazione”, Laurent Poitrenaux, un moderno Robinson che ha eletto la propria stanza a personale isola, tutto il suo mondo, pronto ogni attimo a cogliere l’essenza del vivere; da “Killing Desmona”, uno sguardo al più celebre femminicidio della storia, con le coreografie e la regia di Michela Lucenti, a “La donna che cammina sulle ferite dei suoi sogni” ovvero Letizia Battaglia fotografa da sempre in prima linea a storicizzare la lotta alla mafia, a “Donne che sognarono cavalli” dell’argentino Daniel Veronese, produzione Sardegna Teatro, in cui la giovane figlia di desaparecidos tenta dolorosamente di ricostruire il passato della sua famiglia.

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Un omaggio a Pasolini si suddividerà tra la proiezione di “Porcile” al cinema Massimo, e gli spettacoli “PPP. Ultimo inventario prima di liquidazione” di ricci/forte, un primissimo piano, un omaggio allo scrittore e alla sua continua ricerca di valori, un ritratto dovuto ad attori italiani, francesi e portoghesi, e “Orgia”, testo teatrale diretto da Pasolini stesso proprio a Torino nel 1968, un’opera dove carnefici e vittime si scambiano i ruoli, dove chi riesce a comunicare lo fa con il solo linguaggio violento del corpo, dove chi rivendica la propria identità lo fa con il travestimento. Certi personaggi in cerca d’identità affollano ancora le recite del festival: “Geppetto e Geppetto”, scritto e diretto da Tindaro Granata (coproduzione Festival delle Colline e Stabile di Genova), una coppia al maschile, Tony e Luca, e la loro voglia di avere fare un figlio, Il lamento di Monica Bacio, ovvero rivendicare il diritto di essere ciò che sentiamo di essere attraverso le parole e le briciole autobiografiche di Lorenzo Fontana, “1983 Butterfly” con la rivisitazione della vita del diplomatico francese Boursicot innamorato nella Pechino degli anni Ottanta del secolo scorso di Shi Pei Pu, poi rivelatosi un uomo. In ultimo, ma non per importanza certamente, “Scende giù per Toledo”, interpretato e diretto da Arturo Cirillo, insuperata testimonianza di Patroni Griffi sui femminielli napoletani.

Elio Rabbione

 

Quando il fashion fa storia e cultura

moda urpMostra organizzata dal Consiglio regionale e presentata nei locali dell’Ufficio relazioni con il pubblico (Urp)
L’allestimento ha l’obiettivo di favorire la valorizzazione del patrimonio culturale, librario, cartografico e archivistico in un percorso di una trentina di opere realizzate dagli studenti del Liceo artistico Aldo Passoni di Torino.

“Moda e mondo del lavoro – ha dichiarato Eleonora Chiais, docente dell’Istituto europeo di design di Torino (Ied) – è da sempre un binomio fondamentale nella cultura letteraria e cinematografica di tutti i tempi. Dai romanzi di Flaubert all’osannata serie televisiva ‘Sex and the city’, gli abiti sono i veri protagonisti della narrazione. Emma Bovary con mise anonime non sarebbe stata il personaggio che ha affascinato milioni di lettori, così come Carrie Bradshaw non avrebbe fatto la fortuna del telefilm se non avesse indossato le celebri calzature di Manolo Blahnik, simbolo, da sempre, di classe e femminilità”.

Nel corso della presentazione Ausilia Ferraris Passalenti, presidente dell’Associazione Libro amico, ha illustrato le tre classificazioni della moda: lunga, da Coco Chanel alle tendenze hipster e con una spiccata mascolinizzazione degli abiti femminili; breve, perché limitata nel tempo e stagionale, la cosiddetta “tendenza dell’industria fashion”. È stata poi sottolineata l’importanza delle riviste di moda, come principale mezzo di comunicazione, tra creatori e fruitori, delle tendenze, passeggere o durature.

I ragazzi dell’Istituto superiore torinese Passoni hanno utilizzato, per le loro creazioni, materiali di recupero, per promuovere la “cultura del bello” attraverso i libri e la moda. Un fil rouge che unisce l’universo letterario e quello del fashion, coinvolgendo il visitatore in un tripudio di creatività, fantasia e immaginazione, coniugando sapientemente la conoscenza del passato con il messaggio di un futuro più sostenibile.

L’evento è stato organizzato in collaborazione con l’Associazione di volontariato culturale onlus “Amico libro” e la Fondazione Paolo Ferraris.

La mostra è visitabile, gratuitamente, fino al 18 maggio, con i seguenti orari: dal lunedì al venerdì: 9-13 e 14-16.

daniela roselli – www.cr.piemonte.it

1° Maggio, fundraising "teatrale" per i giovani

MOSCHETTIERI ASTRAAl teatro astra grande festa con i protagonisti dei tre moschettieri 

 

 Il 1° maggio al Teatro Astra sarà “Grande Festa alla Corte di Francia”: è l’evento di fundraising a sostegno della creatività giovanile organizzato da Fondazione CRT e Fondazione TPE a partire dalle ore 20. Una serata speciale aperta a tutti, al fianco dei protagonisti del kolossal I Tre Moschettieri, tra canzoni, aperitivi, dj-set e musica dal vivo sul palcoscenico. Per l’occasione, Fondazione CRT raddoppierà i fondi raccolti dalle donazioni dei partecipanti, mettendoli a disposizione di spettacoli realizzati dai giovani e rivolti, in primo luogo, ai giovani. La donazione minima è di 20 euro.

 

“La Fondazione CRT – spiega il Segretario Generale Massimo Lapucci – ha affiancato la Fondazione TPE in un percorso di crescita coronato dal successo dei Tre Moschettieri con oltre 10.000 spettatori, dando avvio a progettualità dedicate alle giovani compagnie teatrali e sostenute dai cittadini stessi. Un coinvolgimento che la Fondazione CRT ha incoraggiato con il meccanismo del fundraising, che ha permesso alla Fondazione TPE di costruire un rapporto sempre più stretto e di reciproca fiducia con il pubblico”.

I nuovi appuntamenti del Torino Jazz Festival

torino jazz piazzaIl jazz è stato la più grande novità musicale del Novecento: ha sollecitato artisti e intellettuali a ripensare alcune categorie estetiche occidentali (e non solo)

Realizzato con i main partner Intesa Sanpaolo e Iren, gli sponsor Poste Italiane, Toyota Lexus e Seat Pagine Gialle, il sostegno del Consiglio Regionale del Piemonte, i media partner Rai Radio 2 e Rai Radio 3, il TJF 2016 ha come filo conduttore il jazz e le altre arti: teatro, danza, arti visive, cinema, fotografia e letteratura.

Mercoledi’ 27 aprile

Ore 16.00 CINEMA MASSIMO – SALA TRE, VIA VERDI 18

RITMO DIABOLICO/ THE GENE KRUPA STORY

di Don Weis (Usa 1959, 101’, 16mm, b/n)

Un lungo periodo della vita del famoso batterista americano bianco Gene Krupa, da Chicago a New York, dalle prime modeste scritture al successo. Krupa passa attraverso il tunnel della droga e del carcere, fino alla dura risalita nell’orchestra di Tommy Dorsey. Sal Mineo è il protagonista. Ingresso euro 6 (intero), euro 4 – 3 (ridotti)

jazz quartieri

Ore 18.00 POLO DEL ‘900 PALAZZO SAN DANIELE, CORSO VALDOCCO ANGOLO VIA DEL CARMINE

NOVECENTO: IL PRIMO SECOLO DEL JAZZ PORTA PALACE COLLECTIVE – AVANGUARDIE

Johnny Lapio, tromba – Giancarlo Schiaffini, trombone – Giuseppe Ricupero, sax tenore – Lino Mei, pianoforte – Gianmaria Ferrario, contrabbasso -Donato Stolfi, batteria – Sarah Bowyer, video performer – L’ensemble, fondato dall’eclettico trombettista torinese Johnny Lapio, vanta tra le sue fila lo storico maestro dell’avanguardia europea Giancarlo Schiaffini. Il concerto ruota su composizioni originali del gruppo di matrice jazzistica e incursioni nell’avanguardia classica da Cage a Bussotti. Il concerto unisce e racconta l’avanguardia jazz e quella eurocolta, spesso vissute in antitesi, ma unite da un legame profondo.

Ore 18.00 BIBLIOMEDIATECA MARIO GROMO, VIA MATILDE SERAO 8/A

JAZZ ON FILM

Presentazione del libro Il jazz-film. Rapporti tra cinema e musica afroamericana di Guido Michelone (Arcana, 2016). Il volume illustra le opere su pellicola (film, corto e lungometraggi) che hanno divulgato il sound dei neri d’America. Un saggio innovativo, unico in Italia, destinato a diventare strumento di consultazione per addetti ai lavori e per appassionati di jazzmusic e di cinema. Dialoga con l’autore il direttore artistico del TJF Stefano

Zenni. Introduce Fabio Pezzetti Tonion (Museo Nazionale del Cinema).

Segue

PERFORMANCE MUSICALE DEL DUO CHIRICOSTA / MIELE – PLAY MONK

Sergio Chiricosta, trombone – Saverio Miele, contrabbasso

jazz torino 2

Ore 18.00 CINEMA MASSIMO – SALA TRE, VIA VERDI 18

WHIPLASH

di Damien Chazelle – (Usa 2013, 107’, Hd, col. v.o. sott. it.)

Andrew studia batteria jazz nella più prestigiosa scuola di musica di New York, al primo anno viene notato da Terence Fletcher, temutissimo e inflessibile insegnante che a sorpresa lo vuole nella propria band. Il ragazzo è eccitato dalla possibilità ma non sa che sarà un inferno di prove, esercizi e umiliazioni. Ingresso euro 6 (intero), euro 4 – 3 (ridotti)

Ore 19.00 PALAZZO SALUZZO PAESANA, VIA DELLA CONSOLATA 1 BIS

HOT CLUB TORINO

Alessandro Di Virgilio, chitarra elettrica – Giangiacomo Rosso, chitarra gipsy – Dario Berlucchi, chitarra gipsy – Elia Lasorsa, contrabbasso – Valentina Nicolotti, voce. In occasione della mostra di Mario Giansone, l’Hot Club Torino si esibisce negli spazi allestiti con le opere del grande artista.

Si ringrazia Chiusano Immobiliare

Ore 20.30 CAFÈ DES ARTS, VIA PRINCIPE AMEDEO 33/F

SCAT TO BE BOP QUARTET + GUEST

Aldo Rindone, pianoforte – Davide Liberti, contrabbasso – Paolo Franciscone, batteria – Andrea Scarrone, voce – Danilo Pala, sassofono alto, ospite

Il progetto “scat to be bop”, a cura della cantante Andrea Scarrone, giovane talento del vocal jazz italiano, nasce con l’obiettivo di unire lo strumento

vocale all’improvvisazione di stile be bop. Il repertorio verte in particolare su Charlie Parker, avvalendosi del sax di Danilo Pala, considerato tra i massimi esponenti dell’eredità parkeriana, e riporta sulla scena torinese la magia del pianoforte del M° Aldo Rindone, unita alla ritmica pulsante di Liberti e Franciscone.

jazz musica

Ore 21.00 TEATRO GOBETTI, VIA G. ROSSINI 8

MONICA DEMURU OTTO STORIE POCO STANDARD

Concerto narrativo con: Monica Demuru, voce – ello Pareti, contrabbasso e voce – Alessandro Marzi, batteria, percussioni e voce – Testo e regia di Annalisa Bianco –Posto unico numerato euro 10

OTTO STORIE POCO STANDARD: Monica Demuru, Raffaello Pareti e Alessandro Marzi, con la regiadi Annalisa Bianco, immaginano, nella estrema semplicità di voce, contrabbasso, batteria e una semplice scenografia, la storia affascinante e sorprendente di alcuni standard. Da Over the Rainbow e Georgia On My Mind a My Favorite Things e Nature Boy. Lo standard è ciò che tutti amiamo, che non possiamo non canticchiare, fischiettare, balbettare, perché è parte di noi, perché ci ricorda l’infanzia o le scoperte dell’adolescenza o le illusioni della giovinezza che ancora resistono. E parte di noi anche se non sappiamo perché. E’ l’epica del ‘900 che dal dopoguerra si afferma tra musica, cinema e letteratura, di un’America dove siamo migrati tutti, in un modo o nell’altro. Ogni standard ha una storia da raccontare e si alimenta con la storia stessa declinandosi in mille e mille mondi, sonori e poetici,

musicali e letterari. Un po’ reading, un po’ concerto, un po’ spettacolo teatrale, questo è un avvincente e affascinante racconto fatto di suoni e parole, elaborato a partire dal libro del musicologo Luca Bragalini, Storie poco standard (EDT).

Ore 22.30 JAZZ CLUB TORINO, PIAZZALE VALDO FUSI

BERND REITER NEW YORK ALLSTARS – FEAT. HAROLD MABERN, ERIC ALEXANDER & DARRYL HALL

Eric Alexander, sassofono tenore – Harold Mabern, pianoforte – Darryl Hall, contrabbasso – Bernd Reiter, batteria – Bernd Reiter, tra i migliori batteristi della giovane generazione, dopo aver collaborato con Steve Grossman e Claudio Roditi ha recentemente costituito questa formazione nella quale spiccano tre star della scena newyorkese. Oggi ottantenne, Harold Mabern è una leggenda del pianoforte. Ha iniziato sulle orme di Phineas Newborn e Ahmad Jamal, e a partire dagli anni Cinquanta ha lavorato con i grandi come Lionel Hampton, Wes Montgomery, Miles Davis, Benny Golson, Sonny Rollins. Completano il gruppo Eric Alexander, tra i più importanti solisti dell’ultimo decennio, e Darryl Hall, un ricercato sideman del panorama jazz internazionale. Info: tel. 011.882.939

jazz fest

Ore 23.00 MAD DOG TANQUERAY TEN SOCIAL CLUB, VIA MARIA VITTORIA 35 A

OPEN SESSION

Fabio Giachino, pianoforte – Mauro Battisti, contrabbasso – Tony Arco, batteria & guests

Nella cornice elegante e soffusa del Mad Dog, l’esclusivo speak-easy della città, prenderanno il via le jam session del Fringe durante tutto il TJF.

Ingresso su prenotazione: tel. 011.812.08.74

Il Jazz conquista i quartieri

jazz quartieriDa quest’anno il TJF accende i riflettori su alcuni luoghi dove per tutto l’anno si suona jazz o si svolge una attività musicale rilevante

QUARTIIERII IN JAZZ è un progetto speciale nell’ambito di Tutta mia la città per riscoprire luoghi storici della musica a Torino: un calendario di concerti di musicisti di fama nazionale e internazionale che conferma il fermento e la capillarità della rete dei club cittadini.

Quattro quartieri coinvolti e sedi di grande significato simbolico: da 25 anni punto di riferimento della scena musicale torinese; il Capolinea 8, storico jazz club della città in Barriera di Milano, noto in tutta Italia negli anni ’80 per essere stato il luogo cult per tutti i grandi appassionati e il palcoscenico di artisti come, tra gli altri, Chet Baker, BillyHiggins, Cedar Walton, Franco Cerri, Enrico Rava; il Cecchi Point, nuovo polo di aggregazione giovanile nel quartiere di Aurora.  Il passato e il presente si incontrano grazie allo straordinario valore sociale del jazz come strumento di dialogo e di confronto.

Quartieri in jazz, realizzato in collaborazione con l’associazione “Torino Jazz City” e la supervisione artistica del chitarrista Max Gallo, mette in luce alcuni “storici” ritrovi per appassionati e lo fa puntando su grandi jazzisti italiani come Gianni Cazzola, Gigi Cifarelli, Felice Reggio, Alberto Mandarini, Andrea PozzaCarlo Atti e SandroGibellini.

Tutta mia la città: Un nuovo progetto che mira a coniugare le energie e le esperienze dei territori, offrendo un cartellone di appuntamenti di arte, letteratura, musica, teatro, nella convinzione che la cultura possa essere un volano di nuovi investimenti su quelle aree, un’opportunità per far emergere nuove identità su cui scommettere il proprio futuro. Al centro della proposta, le zone più strategiche nell’azione di riqualificazione delle periferie: luoghi fertili e ricchi di realtà culturali sempre più presenti nel panorama cittadino. Un’occasione preziosa per scoprire, in un ideale percorso spaziale e temporale, suggestivi spazi della città spesso poco noti perché ai margini dei circuiti turistici.

 

Organizzato dall’associazione “Torino Jazz City” nell’ambito della rassegna Quartieri in jazz per il TORINO JAZZ FESTIVAL 2016

torino jazz crp

APPUNTAMENTI:

24 aprile

Ore  19.30 – GV PANE E CAFFE’ – CORSO DANTE 118
CHET’S SOUND – FELICE REGGIO QUARTET

Felice Reggio, tromba Massimo Curròchitarra Manuele Dechaudcontrabbasso Daviano Rotellabatteria

Felice Reggio: trombettista, arrangiatore, compositore riconosciuto come una delle migliori trombe europee, presenta “Chet’s Sound”, un progetto dedicato a Chet Baker, con il quale in passato ha avuto il piacere di collaborare.

Organizzato dall’associazione “Torino Jazz City” nell’ambito della rassegna Quartieri in jazz

Ore 22.30 – IL MAGAZZINO DI GILGAMESH, Piazza Moncenisio 13

GIGI CIFARELLI QUARTET

Gigi Cifarelli, chitarra Niccolò cattaneo, organo hammond Yazan Greselin, batteria & guest

Gigi Ciffarelli è un vero modello da seguire per tanti giovani, eletto più volte miglior chitarrista jazz e fusion dalle riviste italiane. Nella sua carriera ha incrociato il suo strumento con i migliori protagonisti internazionali del mondo a sei corde: Bireli Lagrene Pat Metheney, Scott Henderson, Pat Martino, Tommy Emmanuel e Larry Carlton.

Organizzato dall’associazione “Torino Jazz City” nell’ambito della rassegna Quartieri in jazz.

Cena dalle ore 20,00 –   prenotazioni al numero 340.988.34.36

28 aprile

Ore 19.30 – GV PANE E CAFFÈ, CORSO DANTE 118

BOSSA JAZZ /SABRINA MOGENTALE QUARTET

Sabrina Mogentale, voce Max Gallo, chitarra Stefano Profeta, contrabbasso Ivano Maggi, batteria Originaria di San Paolo del Brasile è una delle voci più rappresentative della bossa nova in Italia. Cena e prenotazioni: tel. 011.659.86.88 Organizzato dall’associazione “Torino Jazz City” nell’ambito della rassegna Quartieri in jazz – Ingresso gratuito.

29 aprile

Ore 22.00 – CECCHI POINT, Via Antonio Cecchi 17

JAZZ AL “TEATRO”: MAX GALLO 4ET + ALBERTO MANDARINI

Alberto Mandarinitromba Max Gallochitarra Davide Calvipiano Giorgio Allaracontrabbasso Marco Puxeddubatteria

Max Gallo collabora con musicisti di fama internazionale. Per l’occasione, con il suo quartetto, ospiterà una delle migliori trombe italiane: quella di Alberto Mandarini.

Organizzato dall’associazione “Torino Jazz City” nell’ambito della rassegna Quartieri in jazz.

30 aprile per la giornata Unesco

Ore 22.30 – CAPOLINEA 8, Via Maddalene 42

LA CHITARRA JAZZ

Sandro Gibellinichitarra Max Gallochitarra Roberto Piccolocontrabbasso Gianni Cazzolabatteria

Nella giornata Unesco del jazz si esibirà un quartetto di spessore internazionale al Capolinea 8. Per l’occasione si festeggeranno i sessant’anni di carriera del grande batterista Gianni Cazzola, in un luogo “storico” in cui hanno suonato musicisti di fama mondiale fin dagli anni ’70 come: Chet Baker, Roy Haynes, Franco Cerri e molti altri.

Cena dalle ore 20,30 Info: 349.551.69.22 / www.capolinea8.it