CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 748

Nel tempio della settima arte, il Museo del Cinema

La Mole Antonelliana, simbolo per eccellenza di Torino, ospita il Museo Nazionale del Cinema, una delle istituzioni culturali più conosciute e apprezzate della città, come dimostra il fatto che si è appena classificato al settimo posto nella lista, stilata dal popolare sito di recensioni Tripadvisor, dei musei più amati dagli italiani nel 2017. Anche i numeri confermano la bontà del lavoro compiuto dal Museo per avvicinare il grande pubblico al magico e articolato mondo del cinema: dalla sua apertura nel 2000 i visitatori sono stati quasi sette milioni e solo nel 2016 sono stati staccati oltre seicento mila biglietti di ingresso. Le ragioni di tale successo sono da ricercare non solo nel vasto e prezioso patrimonio posseduto – circa un milione e ottocentomila opere tra fotografie, manifesti, materiali pubblicitari e artistici, apparecchi cinematografici, film, fascicoli, riviste, partiture musicali e registrazioni video e sonore – ma anche nelle attente scelte di ordinamento e allestimento della collezione che portano il visitatore ad assumere un ruolo attivo nel processo di conoscenza.

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Il percorso di visita, che si sviluppa in verticale, è diviso in quattro macro sezioni, ognuna delle quali dedicata a un particolare aspetto della settima arte. La scoperta del museo ha inizio al primo piano dove assoluta protagonista è l’archeologia del cinema: infatti, attraversando le sale di questa prima sezione è possibile conoscere i principi di ottica e i sistemi di funzionamento alla base dei primi apparecchi che, capaci di dare vita a spettacoli ottici, anticipano il cinema moderno, nato nel 1894. Il secondo piano è invece interamente dedicato a raccontare le diverse componenti e fasi dell’industria del cinema a partire dalla stesura del soggetto e della sceneggiatura, passando attraverso la scelta del cast, delle scenografie e dei costumi, per arrivare alla registrazione, al montaggio e infine alla proiezione in sala delle pellicole. La «Galleria dei Manifesti» costituisce la terza sezione del museo che, raccogliendo le locandine destinate a promuovere le pellicole cinematografiche, consente di ripercorrere la storia del cinema e in parallelo di osservare come sono cambiate la grafica e la cartellonistica pubblicitaria nel corso del tempo. 

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Ultima tappa dell’itinerario di visita è la spettacolare «Aula del Tempio» in cui, oltre a poter assistere a proiezioni sempre diverse stando comodamente sdraiati sulle rosse chaises longues, si ha la possibilità di esplorare una serie di aree espositive che, concepite in modo tale da evocare i differenti set cinematografici, sono dedicate specificatamente a un tema o a un genere della storia del cinema. L’«Aula del Tempio», che costituisce il cuore pulsante del Museo, è costantemente attraversata dal grande e silenzioso ascensore verticale che ha le pareti e il pavimento trasparenti e che in meno di un minuto permette ai visitatori di raggiungere la terrazza panoramica. Posta a 85 metri d’altezza,  costituisce un punto di vista privilegiato da cui ammirare i tetti della città e le Alpi all’orizzonte.

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A completare il percorso di visita, arricchito dalla costante presenza di QR code attraverso cui è possibile accedere a interessanti approfondimenti, è la lunga rampa che, correndo lungo le pareti del perimetro interno della grande «Aula del Tempio», disegna una sorta di spirale a salire verso la cupola. Tale rampa è lo spazio designato ad ospitare le esposizioni temporanee come BESTIALE! Animal Film Stars, visitabile sino al prossimo 8 gennaio. La mostra celebra gli animali protagonisti del grande schermo (dal cane di Torna a casa, Lassie! sino al maialino Babe, protagonista del film uscito nelle sale nel 1995), spiegando chi è, come viene addestrato e che cosa fa un animale attore, senza dimenticare di raccontare l’importanza assunta nel corso del tempo da effetti speciali e sofisticati robot, tecnologie che, non solo in riferimento alle pellicole che hanno per protagonista il mondo animale, giocano sempre più un ruolo fondamentale nel colorato mondo della settima arte.

Giulia Amedeo

Ecco il British Irish Film Fest

Ai blocchi di partenza la III edizione del BIFF – British Irish Film Fest, l’appuntamento annuale dedicato alla cultura d’oltremanica organizzato da The Italian British Society con il patrocinio di Consiglio Regionale del Piemonte, Città di Torino e Circoscrizione 8

La III edizione del BIFF – British Irish Film Fest riproporrà la formula vincente delle scorse edizioni, aggiungendo però alcune importanti novità, interessanti ospiti e ben 8 nuovi film, di cui 4 sono Italian Première. Case adottive del BIFF sono sempre il CineTeatro Baretti in Via Baretti 4 e il quartiere di San Salvario. Il programma è anche quest’anno molto ricco: 8 film in lingua originale sottotitolati in Italiano (biglietto intero: 5 Euro; ridotto: 4 Euro), un concerto in diretta streaming su Radio Flash, un vertical dj set, un live set, un mercatino di dischi e libri a tema, uno spazio dedicato all’enogastronomia di gusto british e un resident pub allestito sempre presso il CineTeatro Baretti. E non è finita: quest’anno, per la prima volta, sarà consegnato anche il primo “premio alla carriera” nella storia del BIFF.

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La manifestazione apre al pubblico venerdì 22 Settembre alle ore 17:00 con l’apertura dello stand gastronomico, del resident pub e del mercatino di musica e libri negli spazi antistanti il Cineteatro Baretti. Specialità culinaria del giorno, il tipico Fish & Chips. Alle 18:30 musica gratuita per tutti grazie al vertical Dj set di Radio Banda Larga in diretta streaming e curato da Mystic Sister. La prima proiezione cinematografica è prevista alle ore 20:00 con “Cass”, pellicola dedicata al re degli Hooligans che sarà presente in carne ed ossa per presentare il film a lui dedicato da John S. Baird. A seguire, alle 22.30 circa, concerto gratuito della band pop-rock londinese – affezionata al BIFF, presente per il terzo anno consecutivo – Motorcycle Display Team (ingresso libero fino ad esaurimento posti).   Sabato 23 settembre si riapre alle ore 14 con il mercatino e lo stand enogastronomico, mentre il primo film partirà alle ore 15:00: si tratta di “Fifty dead men walking”, première italiana ambientata durante i Troubles, il conflitto nordirlandese (1968-1998) che causò oltre tremila morti. Alle 17.30 seguirà il film di James Erskine, già presente al BIFF 2016, “Shooting for Socrates”, altra première italiana. Anche quest’anno il regista sarà in sala per la presentazione del film e per un interessante Q&A. Le proiezioni termineranno alle ore 20.00 con il delicato “Ginger and Rosa”  Al termine delle tre proiezioni della giornata, alle 22:00 circa, live set con sonorità elettro – brit a cura di Nabi Fachet presso il CineTeatro (ingresso gratuito fino ad esaurimento posti). Domenica 24 settembre, ultimo giorno di manifestazione, apertura degli stand alle 10:00 con la possibilità di consumare un’autentica English Breakfast presso lo spazio enogastronomico. Le proiezioni, invece, prenderanno il via dalle ore 12:00 con l’ultima première italiana, il divertente e surreale “The Fitzroy”. Alle ore 14 sarà la volta di “Notes on blindness”, e alle 16.30 di “The Sweeney”. Il Festival si chiuderà poi con “Oasis: Supersonic” (ore 19) con la presenza del regista, Mat Withecross, al quale sarà poi consegnato, dopo la proiezione, il primo premio alla carriera nella storia del BIFF. Whitecross, infatti, è stato presente in tutte e tre le edizioni con una sua pellicola, un vero record che verrà celebrato con gli adeguati crismi. Un modo particolare per chiudere l’edizione 2017 e ringraziare chi nel BIFF ha sempre creduto. Il British Irish Film Fest, dunque, propone anche quest’anno una tre giorni dedicata alla cultura d’oltremanica in alcuni dei suoi aspetti tradizionalmente riconosciuti: enogastronomia, musica, letteratura e cinema. L’iniziativa nasce dall’amore per il mondo anglosassone e per l’Italia dell’Italian British Society e mira a creare legami interculturali, conoscenza e interesse.

IN BREVE:

BIFF – British Irish Film Fest 22-24 Settembre 2017 CineTeatro Baretti, Via Baretti 4, Torino

Tariffe proiezioni cinematografiche: intero 5 Euro, ridotto 4 Euro.
Eventi collaterali: ingresso gratuito fino ad esaurimento posti.
Per informazioni: Facebook.com/bifftorino, scrivere ainfo@biffest.it o telefonare al numero 011-655187.

A proposito di The Italian British Society: Associazione no profit fondata nel maggio 2015 dai torinesi Daniele Manini, Alessandro Battaglini e Gianluca Monticone, The Italian British Society si propone di operare al fine di promuovere e diffondere la conoscenza della cultura britannica. Il BIFF 2017 è solo uno degli eventi promossi dall’associazione.

Il British Irish Film Fest 2017 è realizzato con il patrocinio del Consiglio Regionale del Piemonte, della Città di Torino e della Circoscrizione 8.

Se il legno racconta. Pippo Leocata

Sono quasi quarant’anni che Pippo Leocata intaglia e lavora il legno. Con risultati sorprendenti, divertendosi un mondo e sfoderando doti manuali che gli derivano dal grande mestiere così come dai lontani studi d’architettura (si è laureato nel ’70 al Politecnico di Torino con un mostro sacro come Carlo Mollino), che certo non gli impediscono di prodursi in creazioni singolarissime, suggestive e intriganti. Quel tanto che basta per abbracciare la fantasia in piena libertà superando, senza mai rimpiangerli, i limiti del contingente e del reale. Dunque: Pippo Leocata scultore. Sui generis. Ma scultore. E quest’ è la prima “novità”, per quanti conoscevano l’artista, torinesissimo d’adozione ma originario di Adrano (sicula località alle falde dell’Etna che tanto ha inciso e continua ad incidere sulla sua produzione artistica), solo attraverso i suoi vigorosi dipinti o i coloratissimi disegni o le nitide robuste incisioni. Detto ciò, ecco la seconda e decisamente più importante “novità”: finalmente il buon Pippo s’è deciso a far uscire di casa, dal laboratorio-studio di via Arona a Torino (un po’ “tana” d’artista, un po’ luogo da favola dove la quotidianità, umana e creativa, non è mai realtà scontata) le sue più che maggiorenni ed amatissime “creature lignee”. Ben venticinque, la maggior parte di grandi dimensioni, datate fra gli Anni ’90 a oggi ed esposte per la prima volta nella suggestiva cornice del “Golf & Relais Feudo di Asti”, nell’ambito dell’iniziativa culturale “Feudarte”, ideata a partire dal giugno scorso come valore aggiunto alle svariate attività proposte dal noto Feudo astigiano. Per Leocata, prima mostra in assoluto di “legni”, colorati e non; compensati di diverse essenze (dal teak al pino, dal pitch pine al pioppo alla betulla) e di agevole lavorazione. Legni amati al tatto, respirati in profondità, ricchi di doti cromatiche naturali e irraggiungibili attraverso l’uso pur sapiente della pennellata; legni recuperati in ogni minima porzione e fra di loro assemblati con certosino puntiglio per arrivare a magici essenziali effetti narrativi in un procedere ai limiti del “maniacale”, nell’intagliare, nel sovrapporre “legno a legno” (quasi a creare situazioni tridimensionali ) nell’aggiungere, più che nel sottrarre, ritagli e profili e scarti riutilizzati “come se fossero –sottolinea l’artista– pennellate su tela o segni di matita su carta”. Rispetto alla pittura cambia dunque la tecnica e gli “attrezzi” di lavoro. Ma i soggetti restano inconfondibilmente e assolutamente i “suoi”, fra memorie del passato più remoto profondamente legato ai miti e alla storia della sua terra e segni di emozionale e quotidiana attualità. Fra sacro e profano, l’itinerario espositivo presenta tre imponenti “Crocifissioni” (da strapparti l’anima il “Crocefisso blu” su pannello specchiante”), ma anche gli “Amanti”, legni colorati e acrilico in omaggio all’“Olympia” di Manet o il “Reperto archeologico” realizzato pensando alla frammentaria “Testa di cavallo” di Fidia conservata al British Museum e proveniente dai Frontoni del Partenone; per proseguire con il “Tondo Etneo” (chiaro esempio di come la cromia complessiva dell’opera sia data non tanto dal colore ma dalle diverse essenze del legno) e il lungo fil rouge che lega l’immagine ricorrente del “suo” Vulcano – di “natura divina” e dalle più improbabili e suggestive eruzioni – ai suoi cavalli alati alle rocche ai castelli al grande Sole infuocato della sua Sicilia e ai suoi guerrieri in armi, mitici eroi protagonisti della storica battaglia di Adrano (Adranon) che nel 344 a. C. servì a liberare la città dalla dominazione siracusana. Memorie di un passato che affonda le radici nella notte dei tempi, accanto ad altre più recenti e più impattanti nella vita dell’artista: si vedano, fra i lavori più suggestivi, “Angeli Sì” e “Angeli No”, così come il “Ricordo delle Vigne” dedicato da Pippo alla memoria dell’amato padre. O, ancora, in prosecuzione del filone artistico-letterario (ultimo “pallino” dell’artista), la “Fine del ‘68” omaggio alla figura di Eugenio Montale, con quella grande luna bianca che sembra uscire d’impeto dalla pancia del Vulcano per abbracciare i toccanti versi del poeta: “Ho contemplato dalla luna, o quasi, il modesto pianeta…Dentro c’è anche l’uomo, ed io tra questi…Se uno muore non importa a nessuno purché sia sconosciuto e lontano”. Parole scritte nel ’71. Ma quanto attuali! Storie e ancora storie. Che arrivano da lontano e si ripetono nel tempo. Dentro ci vive l’uomo. Dentro c’è Pippo Leocata, che queste “storie” ci regala per immagini impresse nel legno: “Anche con il più piccolo pezzo di legno. Che, se messo al posto giusto, ha sempre una vita da raccontare”.

Gianni Milani

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“Se il legno racconta. Pippo Leocata”

“Golf & Relais Feudo di Asti”, Frazione Mombarone 160; tel. 0141/294230; www.golffeudoasti.it

Fino al 31 dicembre

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Le immagini:- Pippo Leocata: “Crocefissione blu”, legni e acrilici con pannello specchiante

– Pippo Leocata: “Amanti” – da “Olympya”, omaggio a Manet, legni e acrilici
– Pippo Leocata:”Progetto archeologico”, legno e acrilici
– Pippo Leocata:L’artista con “Angeli sì” e “Angeli no”, legni e olio
– Pippo Leocata: “Ricordo delle vigne”, legni e acrilici
– Pippo Leocata: ” Fine del ’68”, legni e tecnica mista

 

Mondadori Megastore, fine settimana con gli autori

Gli appuntamenti del weekend

 

VENERDI’ 22 SETTEMBRE ALLE ORE 18.30

Rosy Mercurio incontra il pubblico e firma le copie del libro “Book of me” Vallardi editore

Speciale Workshop

Interviene Giada Sundas

 

Non importa se non sappiamo dipingere, scrivere o disegnare: dentro di noi si nasconde una preziosa riserva di forza creativa da liberare con l’aiuto degli esercizi proposti in questo manuale di crescita personale. Rosy Mercurio ha deciso di trasformare ogni spunto creativo ricevuto nella giornata non in uno dei soliti “buoni propositi” per il futuro, ma in un esercizio per imparare a vivere il presente con gioia e consapevolezza. Ha raccolto appunti e immagini in un quaderno da aprire ogni volta che fosse ricaduta nello sconforto… Un libro che ci guida, attraverso esercizi, a costruire una nostra autobiografia per immagini.

http://eventi.mondadoristore.it/it/event/2017/09/22/rosy-mercurio-incontra-il-pubblico-e-firma-le-copie-del-libro-book-of-/2023/

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SABATO 23 SETTEMBRE ALLE ORE 17.00

L’Aura incontra il pubblico e firma le copie dell’album “Il contrario dell’amore”

ACQUISTA IL CD “IL CONTRARIO DELL’AMORE” DA VENERDÌ 22 SETTEMBRE PRESSO IL MONDADORI MEGASTORE E RICEVERAI IL PASS ESCLUSIVO PER AVERE ACCESSO PRIORITARIO AL FIRMA COPIE CON L’AURA

 

L’AURA, da sempre supporter dei diritti della comunità LGBT, ha scelto una donna per interpretare la controparte maschile nel video: «Ho affidato ad Alice Ciccola il ruolo di un partner-robot – commenta L’AURA – un’amante dal cuore meccanico in grado di soddisfare ogni mio desiderio. Il capovolgimento dei ruoli sul finale del video è la rappresentazione di un gioco che spesso viene attuato inconsciamente da ognuno dei partner all’interno di qualunque tipo di relazione sentimentale. Mi piace il contrasto che si crea fra l’atmosfera conservatrice degli anni ’60 e una storia tipicamente contemporanea. È la rappresentazione visiva del concetto che permea l’intero album: cercare di rendere attuale il passato, e contestualizzare il presente in una dimensione senza tempo». Dopo il brano “I’m An Alcoholic”, primo singolo estratto dal nuovo album, arriva ora “La meccanica del cuore”, scritto dalla stessa L’Aura e prodotto e arrangiato da Simone Bertolotti (già al fianco di Laura Pausini, Niccolò Agliardi, Elisa e molti altri) e mixato da Michael Brauer (che ha collaborato tra gli altri con Coldplay, John Mayer, Regina Spector, Paul McCartney).

http://eventi.mondadoristore.it/it/event/2017/09/23/laura-incontra-il-pubblico-e-firma-le-copie-dellalbum-il-contrario-del/2009/

Link al tour completo

http://eventi.mondadoristore.it/it/tour/laura-incontra-il-pubblico/222/

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DOMENICA 24 SETTEMBRE ALLE ORE 17.00

Ghemon Incontra il pubblico e firma le copie dell’album “Mezzanotte”. Acquista il cd “Mezzanotte” presso il Mondadori Megastore da venerdì 22 settembre e riceverai il pass per avere accesso prioritario al firma copie con Ghemon

 

“Mezzanotte” è il nuovo album di GHEMON, disponibile da Venerdì 22 Settembre in tutti gli store digitali e in versione cd e vinile.  Dopo il grande successo di critica e pubblico del suo ultimo disco “ORCHIdee”, primo esperimento nel mischiare pop, rap, soul, funk e jazz, “Mezzanotte” è la consacrazione di qualcosa di unico, dove le influenze black si legano alla musica italiana riuscendo anche a trovare uno spazio vitale per la tradizione Hip Hop. Mosso dalla sua grande cultura musicale e dalla frenesia della scoperta, GHEMON si è cimentato anche nella composizione delle musiche, oltre che nella stesura dei testi e delle melodie,un lavoro che lo ha portato alla creazione di un suono unico e assolutamente inedito senza termini di paragone in Italia.

L’album è stato interamente suonato da GHEMON e la sua band con l’aggiunta dei fiati di Domenico Mamone e le percussioni di Daniel Plentz; è stato registrato e prodotto tra leOfficine Meccaniche e il Red Bull Studio Mobile di Milano da Tommaso Colliva, già vincitore di un Grammy, mentre il master è stato affidato a Giovanni Versari.

 

http://eventi.mondadoristore.it/it/event/2017/09/24/ghemon-incontra-il-pubblico-e-firma-le-copie-dellalbum-mezzanotte/2003/

 

“Piccolo me”. Al via Torino Spiritualità

“Piccolo me. Restare o diventare bambini”. Nella sua tredicesima edizione, quest’anno, Torino Spiritualità, in programma a Torino dal 21 al 25 settembre prossimi, rivolge lo sguardo al mondo dell’infanzia, cercando, però, di intravedere nell’universo degli adulti ciò che è rimasto del loro essere piccoli, dalla semplicità alla grandezza dei sentimenti, passando per slanci, incertezze e paure. Secondo il curatore di questa edizione, Armando Bonaiuto, l’infanzia non rappresenta un’età chiusa in se stessa, destinata a dissolversi e concludersi, ma un percorso aperto, che scorre attraverso le varie fasi della vita. Walter Benjamin osservava che nei bambini esiste una curiosità che si può definire “nomade”, vale a dire amante della sorpresa, dell’imprevedibile e della meraviglia. Essa è capace di sottrarsi a qualsiasi regola; qualsiasi tentativo di soddisfarla preventivamente con oggetti ad hoc è destinata a fallire. I bambini, per esempio, amano correre senza una meta e riescono a costruire dei mondi alternativi, improvvisando relazioni e connessioni con la fantasia.

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Appuntamenti molto attesi della rassegna sono quelli con Silvio Orlando e Luigi Lo Cascio al teatro Carignano, giovedì 21 e venerdì 22 settembre rispettivamente, con i lavori teatrali intitolati “La vita davanti a sé” con Orlando e “Le strade” con Luigi Lo Cascio sul palcoscenico. Nella prima di queste piece, tratta dal romanzo di Roman Gary, protagonista è Momo’, un ragazzino di dieci anni con molta vita davanti a sé, che risiede a pensione presso Madame Rose, ex prostituta ebrea, che ora sbarca il lunario prendendosi cura degli incidenti sul lavoro delle colleghe. Intorno a lui la variopinta e vitale gente del quartiere di Belleville. In “Le strade” un uomo e un bambino, padre e figlio, percorrono strade di cenere attraverso un paesaggio esausto. Sono l’uno il mondo intero dell’altro, impegnati in un viaggio tenace verso la costa. A guidarli è la convinzione di essere i “buoni”, coloro che portano il fuoco, in un universo da cui è stata bandita qualsiasi luce. Luigi Lo Cascio dà voce alla profezia che è valsa al suo autore, Cormac McCarthy, il premio Pulitzer, per un romanzo indimenticabile sugli aspetti migliori e peggiori dell’essere umano.Martedì 19 settembre si terrà nella Sala Grande del Circolo dei Lettori un evento introduttivo, un Open chor gratuito, cui potranno partecipare tutti, senza limiti di età e senza vincoli di esperienze nell’ambito delle arti del spettacolo. I partecipanti sono invitati a unirsi al canto e alla danza con la loro importante presenza. Un altro evento d’interesse sarà, mercoledì 20 settembre, alle 21, sempre al Circolo dei Lettori, nella sala Grande, la lettura dal titolo “Lo strano caso di Peter Pan”, in cui Davide Ferraris ripercorrerà in modo originale le pagine del romanzo di James Barrie, andando alla ricerca dell’unico vero bambino che non cresce mai.

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La lezione di apertura di Torino Spiritualità sarà affidata a Theodore Zeldin, nella chiesa di San Filippo Neri, giovedì 21 settembre alle 18, dal titolo “Curiosi come bambini”, che sarà anche uno spuntondi riflessione sulla preziosa funzione interrogativa, tipica dell’infanzia, che, con la crescita, purtroppo, va scomparendo. Con essa si perde l’impulso a rovistare in cerca della verità e a lasciarsi stupire dalle proprie scoperte, cadendo in una rigidità mentale, il cui unico rimedio è quello di porsi domande. Tra i relatori di Torino Spiritualità figura anche Enzo Bianchi, che interverrà domenica 24 settembre al teatro Carignano alle 10, tenendo una conferenza dal titolo ” Chi semina nel pianto raccoglierà nella gioia”. Alle 12, sempre al teatro Carignano, sarà la volta di Moni Ovadia, che interverrà sul tema “Non è nei cieli. Quando Dio gioca a nascondino con l’uomo “, una disputa talmudica tra grandi maestri. Alle 15 per il ciclo “Se non diventerete come bambini”, sempre al teatro Carignano, parlerà lo psicanalista e saggista Massimo Recalcati. Il suo intervento si concentrerà sulla figura del bambino, divenuto idolo del nostro tempo. Secondo lo studioso è necessario distinguere tra due statuti di bambini, i piccoli tiranni che assoggettano i loro genitori e gli innocenti capaci di sorprendersi di fronte allo splendore del mondo.

Mara Martellotta

Museo Risorgimento, visita gratuita

Il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano aderisce alle Giornate Europee del Patrimonio 2017, promosse dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e propone sabato 23 settembre alle ore 15.30 una visita guidata gratuita.

Anche quest’anno il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano  aderisce alle Giornate Europee del Patrimonio, promosse dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

Sabato 23 settembre 2017 alle ore 15.30 verrà proposta al pubblico la visita tematica gratuita “Dall’Epoca dei lumi alla Belle époque: il Risorgimento della scienza”.Un percorso che racconta la nascita e lo sviluppo del pensiero scientifico attraverso i suoi protagonisti, dalla fine del Settecento al passaggio tra XIX e XX secolo, descritto nellecollezioni esposte al Museo.

L’orario di apertura del museo è dalle ore 10.00 alle ore 18.00 (ultimo ingresso ore 17.00). Biglietto di ingresso secondo le consuete tariffe.

Per informazioni è possibile telefonare al numero 011.562.11.47 oppure consultare il sito www.museorisorgimentotorino.it

(foto: il Torinese)

Enrico Baj “Gioco e Potere”

E’ visitabile fino al 22 ottobre la mostra di Enrico Baj “Gioco e Potere”, inaugurata sabato 16 settembre presso la Sala Esposizioni “Panizza” di Ghiffa (Vb). L’importante evento culturale ed espositivo – curato da  Vera Agosti – è  promosso dall’Officina di Incisione e Stampa in Ghiffa “Il Brunitoio” in collaborazione con l’Archivio Baj di Vergiate e la Fondazione Marconi di Milano. Enrico Baj, esponente principale delle avanguardie del secondo dopoguerra, molto apprezzato anche all’estero, partecipò alle manifestazioni ufficiali del surrealismo.Dalla frequentazione dei poeti – tra cui André Breton, Octavio Paz, André Pieyres de Mandiargues – sono nate numerose edizioni illustrate. Baj, infatti, era anche un amante delle incisioni. La sua produzione grafica è immensa e sono stati realizzati ben 50 libri d’artista. Un intellettuale a tutto tondo che scelse di diventare artista per assecondare il suo desiderio di essere libero, senza costrizioni: “Vado e vengo dove voglio, abito dove voglio, creo quello che voglio.” Nella sua ricerca utilizza ogni materiale e nelle grafiche dà sfogo al suo spirito ribelle sovvertendo le regole prestabilite. Anarchico, lotta contro l’abuso del potere. Il suo linguaggio è ludico e dissacrante. Da qui il titolo dell’esposizione: “gioco” una componente fondamentale del suo fare artistico (“Il mio lavoro confina col gioco, a tal punto che spesso uso, quale materiale pittorico, veri e propri giocattoli. (..) Il problema dell’uomo ludico, o giocante, è il problema di tutti noi e i governi, anziché imporre colle leggi il servizio militare obbligatorio, meglio farebbero a imporre il gioco militare obbligatorio) e “potere”, l’oggetto a cui è indirizzata la sua polemica, sempre ironica. In particolare è il potere militare che viene messo in causa, con oltre venti incisioni dei “Generali” e del loro contraltare femminile, le “Dame”, esposte in mostra. Le opere provengono dalle cartelle Larmes de généraux (1965) con sette litografie a colori, Bajchez Baj (1973) e Le dame di casa Baj (1975) con tecniche miste a colori su carta, Plastik-Plastik (1969) con una serigrafia a colori su plastica e sono presentate nelle cornici originali con interventi pittorici raffiguranti medaglie, stelle e decorazioni. Compaiono inoltre acqueforti a colori su carta stampate da Giorgio Upiglio. In esposizione anche due preziosi libri d’artista: La cravate ne vaut pas une medaille (1972) e Limbo (1966). La mostra è visitabile fino al 22 ottobre presso la Sala esposizioni di corso Belvedere, 114 a Ghiffa (VB). Orario: da giovedì a domenica 16-19.

Uno sguardo sulle colline Unesco

FINO AL 24 SETTEMBRE

Dichiarati tre anni fa dall’Unesco “Patrimonio mondiale dell’Umanità” e 50esimo sito italiano inserito nella prestigiosa Lista stilata dall’Agenzia delle Nazioni Unite diretta da Irina Bokova, i paesaggi viti-vinicoli di Langhe-Roero e Monferrato ritornano a mettersi “in cornice” per la seconda edizione dell’imponente mostra collettiva dal titolo “Uno sguardo sulle colline Unesco”, nuovamente ospitata nelle suggestive sale del “MUSarMo”, il Civico Museo d’Arte Moderna e Contemporanea (ex carcere mandamentale), aperto nel ‘97 a Mombercelli, capoluogo della Val Tiglione nel cuore pieno del dolce Monferrato astigiano. Mostra imponente, si diceva: 41 sono infatti gli artisti – locali e non – che hanno aderito quest’anno all’iniziativa per un totale di una settantina di opere ispirate ai paesaggi Unesco, monferrini soprattutto, con tante vigne, tante colline e borghi da sogno, anche poco conosciuti ma sostanzialmente rispettati dall’“ingegnosità”, non di rado macabra e stupida, dell’essere umano. Opere che variano alla grande sul piano della cifra stilistica, dell’ispirazione e delle motivazioni nonché della tecnica e dei materiali usati: dalla pittura, alla grafica, alla scultura alla ceramica e alla fotografia. Ideatrice e curatrice della rassegna ancora una volta, é Anna Virando (che meriterebbe un monumento per tutto l’impegno profuso in questi anni in qualità di conservatrice del Museo mombercellese),   una vita dedicata all’arte, prima a Torino – nell’indimenticato “Studio Laboratorio” di corso Lanza – e poi nel buen retiro di Mombercelli. “Tutte le opere esposte – sottolinea – sono un omaggio al nostro territorio e alle nostre colline; territorio unico, le cui bellezze paesaggistiche sono state riconosciute, insieme al lavoro intelligente dell’uomo che le abita e le vive, a livello mondiale”. Un attestato che la rassegna pone in chiaro risalto nella lunga sequenza dei pezzi esposti che vanno, solo per citarne alcuni, dall’essenziale e geometrico acrilico su tela “La casa sulle colline blu” del canellese Giancarlo Ferraris ai quattro grappoli d’ “Uva” –quale soggetto più attinente al tema della rassegna? – ricavati dal legno con certosina maestria dallo scultore di casa Renato Milano. Suggestiva anche la ceramica “raku” volutamente incorniciata alla bell’e meglio con frammenti di legno antico, in cui Sonja Perlinger (origini austriache, ma residente a Bruno d’Asti) ci racconta di quando, milioni di anni fa, su quelle colline “C’era il mare…” o quando le stesse erano popolate dal “Mastodonte”, l’elefante preistorico di cui la mostra espone il calco della mascella ritrovato nel ‘54 da un giovane mombercellese sulle colline di Roeto. Scorci di paesaggio che colpiscono occhi e cuore sono ancora l’“Inverno verso Neive”, olio su tavola di Michele Acquani che con grande e raffinato mestiere dà prova di un figurativo che occhieggia con forte empatia all’astratto, così come i più compositi e minuti “La pianura di Mombercelli vista dalle colline” di Gioconda Cornelli,“Vinchio verso le cascine” di Jutta Schaefer e le tecniche miste “I giorni sulle colline” di Monica Raiteri. Per la sezione “fotografia”, molto interessanti e singolari sono le “sovrapposizioni” di più paesaggi di Omar Pistamiglio e il “Collage” di oltre trenta piccole foto a colori del casalese Renato Luparia. Di grande impatto emozionale, in campo grafico, “La prima neve”, serigrafia a sei colori di Enza Prunotto e le quattro xilografie “Studi per un Monferrato silente” di Albina Dealessi, accanto ai deliziosi acquerelli di Francesca Giacobbo e di Nadia Presotto e al singolarissimo e ingegnoso disegno in scala di grigi, “Dalla Vasca di Roeto”, realizzato da Igor Carino con un mix di tecnica manuale e digitale. Da non dimenticare infine tutti gli altri artisti presenti in mostra: Piera Adorno, Maria Bertolino, Pamela Borello, Giacomo Ballario, Marina Bottero, Ferruccio Cavallero, Renata Coisson, Barbara Fantaguzzi, Stefano Ferrero, Giuseppe Gandolfi, Giovanna Gaveglio, Giancarlo Gianotti, Fulvia Gonella, Rino Gonella, Bruna Laiolo, Piero Marchisio, Sonia Moiso, Filippo Pinsoglio, Luciana Rondoletti, Orianna Salina, Bianca Sconfienza, Silvia Secco, Alessandro Stabile, Francesca Staglianò, Piergiorgio Viglietti, Silvio Volpato, Piero Zunino.

Gianni Milani

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“Uno sguardo sulle colline Unesco”

“MUSarMO”, via Brofferio 21 (vicino alla caserma dei Carabinieri), Mombercelli (At), www.musarmo.comune.mombercelli.at.it

Fino al 24 settembre Orari: la domenica dalle 16 alle 18,30; per visite settimanali e fuori orario tel. 338/4246055 – 340/0571704

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Nelle immagini

– Giancarlo Ferraris: “La casa sulle colline blu”, acrilico su tela

– Renato Milano: “Uva”, scultura in legno
– Sonja Perlinger: “C’era il mare…”, legni vecchi e ceramica Raku
– Michele Acquani: “Inverno verso Neive”, olio su tavola
– Renato Luparia: “Collage”, fotografie a colori
– Igor Carino: “Dalla Vasca di Roeto”, xilografia 4.0, tecnica mista

Panoramiche verticali

Le poesie di Alessia Savoini
Quella parte di mondo ribaltata nella sua logica consuetudine,
il cielo cola da fronde di alberi capovolti,
sopra le nostre teste,
ed il fango si mescola con la divina circostanza
che materna ci accompagnò in queste terre,
prima di allora,
nel suo femminile corpo.
Cordone d’accesso al nutrimento dell’ancor fragile esistenza,
un respiro ci saziò di moltitudini.
Dispersione in incondizionati spazi
Giovani nel fato
Ci siamo imbambolati ad ammirar ancora
Seppur distanti
Quello stesso cielo.

Sanpaolo Unconventional Mapping

Giovedì​ ​21​ ​Settembre​ ​alle​ ​h​ ​19:00​ – in occasione dell’opening di “The Waterway” e “Palm Attacks”, prime mostre del palinsesto autunnale della Fondazione​ ​Sandretto​ ​Re Rebaudengo​ ​- verrà presentato il progetto “San​ ​Paolo​ ​Unconventional​ ​Mapping​” con una mostra​ ​visitabile​ ​fino​ ​al​ ​24​ ​Settembre​, inserita nel palinsesto degli eventi “In the City” del festival Torino Graphic Days (Toolbox Coworking | 12-15 Ottobre). “Sanpaolo Unconventional Mapping” è un progetto partecipativo che ha coinvolto i cittadini del quartiere​ Sanpaolo​ con l’obiettivo di costruire un dialogo sull’identità e sulle potenzialità del territorio: dalle riflessioni emerse in due focus group, gli illustratori​ ​Roberto​ ​Blefari​ ​alias​ ​Hikimi​ e​ ​Fernando​ ​Cobelo​ ​hanno​ ​realizzato​ ​due mappe​ ​“non​ ​convenzionali”​ ​reinterpretando​ ​gli​ ​aspetti​ ​storici,​ ​sociali​ ​ed emozionali​ ​del​ ​Borgo,​ ​che verranno esposte appunto alla Fondazione Sandretto dal 21 settembre insieme al racconto del percorso creativo e ad un’installazione interattiva che richiederà il contributo del pubblico. Domenica​ ​24​ ​settembre​, a chiusura della mostra, saranno​ ​organizzati​ ​laboratori​ ​e​ ​attività,​ ​pensate​ ​dagli​ ​illustratori​ ​per​ ​bambini​ ​e ragazzi,​ ​ma​ ​aperte​ ​a​ ​tutti​. “Da sempre la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo favorisce la costruzione di reti e partecipa attivamente al sistema dell’arte e della cultura torinese.” Dichiara Patrizia Sandretto​ ​Re​ ​Rebaudengo​. “Per questo motivo abbiamo aderito al progetto Sanpaolo Unconventional Mapping, che valorizza le risorse di un quartiere che testimonia il passato industriale della città di Torino e le sue trasformazioni. Il Dipartimento Educativo della Fondazione ha partecipato ai focus group con gli abitanti del quartiere e ne accoglie i risultati, con una mostra e una domenica pomeriggio di attività libere e aperte a tutti, in cui continuare a raccontare il presente e il passato del quartiere, e immaginarne insieme il futuro.”

 

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Un progetto di Plug​, Giusti​ ​Eventi​, Print​ ​Club​ ​Torino In collaborazione con Cooperativa Orso, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo Con il patrocinio di Circoscrizione 3 Urban Center