CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 727

“In punta di piedi”, la storia straordinariamente normale di Antonio Amedeo

AMADEO LIBRO“In punta di piedi”, il racconto autobiografico di Antonio Amedeo ( pubblicato dalla novarese “Lampi di stampa”) riassume in poco più di centoventi pagine la storia “straordinariamente normale” dell’autore. Un libro che si legge tutto d’un fiato ma che, da come è ricco e bello, si vorrebbe non finisse mai. Antonio Amedeo, classe 1939, nasce a Intra, in quella che un tempo veniva chiamata “ la piccola Manchester” per le tante aziende di cotone e filati. E’ lì che passa  quell’infanzia che narra attraverso gustosissimi episodi e un ironico utilizzo del dialetto intrese, portando a conoscenza del lettore l’affollata “famiglia allargata” di parenti, amici, conoscenti. Ricordi di altri tempi, molto simili anche ai miei e a tanti nati prima del “boom economico”, a partire dal poco piacevole incontro con l’olio di fegato di merluzzo. “Prima di cena, nei mesi primaverili, avveniva la somministrazione dell’olio di fegato di merluzzo”, scrive. “Ci mettevamo in fila di fronte all’armadio a muro della cucina dal quale papà Attilio estraeva una bottiglia verdastra contenente quel liquido dal gusto ripugnante, ma che avrebbe dovuto farci crescere sani e belli. Lo assorbivamo dall’apposito cucchiaio, sempre quello, sempre unto, forse perché non si voleva infierire sui rimanenti cucchiai che se la ridevano nel cassetto. In tutta la casa c’era una sola stufa. Serviva per cucinare, per riscaldare, per avere dell’acqua calda, per far asciugare calze, mutande ecc., per scaldare il ferro da stiro. Veniva giustamente chiamata: stufa economica”. La sua adolescenza, segnata dall’esperienza degli scout (  per tutta la vita, seguirà il principio dell’essere sempre “preparato” ) ne affinerà il carattere e la propensione all’impegno nei confronti degli altri. Con Amalia, che Antonio sposa nel 1966, partecipa anche ad uno stage di quasi due anni a Lione per prepararsi a un periodo di volontariato presso un paese dell’Africa francofona. Ma, alla fin fine, in Rwanda non ci andranno e inizierà così la sua vita da operaio ( dalla Nestlè al cotonificio Meierhofer, dalla Girmi di Omegna alla Candy di Brugherio, nel milanese) e la sua ricca esperienza sindacale. Antonio Amedeo, per tre lustri, s’impegna a fondo nella Fiom Cgil con incarichi nel campo della formazione AMADEO LIBRO 2sindacale. E’ veramente bravo e dalla Lombardia al Veneto, dalla Toscana all’Umbria, il suo lavoro gli fa guadagnare stima e affetto di molti.  Un’esperienza preziosa e gratificante  ( sulla quale scrive anche un  libro che la riassume: “La testa, le braccia e il cuore” ), nonostante qualche “boccone amaro” che dovrà mandar giù e che lo riporterà, poco prima della pensione, a varcare di nuovo i cancelli della Candy. I ricordi di Amedeo fluiscono nel suo racconto, alternandosi tra i momenti belli e quelli tristi e difficili, come nel caso della morte dei propri cari. Ci fa partecipare alla vita della sua famiglia e, nello stesso tempo, di una comunità con le speranze e i sogni, le preoccupazioni e le difficoltà di tanti. Se posso dare un consiglio spassionato, invito tutti a leggerlo perché strapperà sorrisi e farà riflettere, consentendo ai più di paragonare la propria vita a quella dell’autore che, ancora oggi, tra gli impegni di famiglia, le passeggiate in montagna e il volontariato alla Casa della Resistenza,  trova il tempo per dare qualcosa agli altri. “In punta di piedi” è un regalo che Antonio Amedeo ci ha fatto. Un bel regalo da parte di una bella persona.

Marco Travaglini

Fuochi d'artificio vocali a San Giovanni con il tenore Juan Diego Florez

floresIl celebre tenore peruviano chiude il Festival di primavera “La voce e l’orchestra” all’Auditorium Rai di Torino

Si arricchisce per la festività padronale di San Giovanni, con uno straordinario quinto appuntamento fuori abbonamento, il Festival primaverile dell’ Orchestra Sinfonica della Rai ” La voce e l’Orchestra”. Venerdi 24 giugno all’Auditorium Rai di Torino, alle 19, si esibirà Juan Diego Florez, la star del belcanto, in un recital che unisce arie mozartiane e rossiniane, pagine del repertorio francese a canzoni italiane e arie da zarzuelas. La tappa torinese è l’unica occasione italiana per ascoltare in recital la star del belcanto Juan Diego Flórez, che, dal suo debutto, avvenuto a soli 23 anni al Teatro alla Scala di Milano nella stagione 1996-97 su direzione di Riccardo Muti, ha cantato nei principali teatri d’opera internazionali, collaborando con prestigiosi direttori e riscuotendo un notevole successo nei ruoli da protagonista nelle opere di Rossini, Donizetti e Bellini.

Il tenore peruviano canterà arie mozartiane, come il “Dies Bildins ” dal “Flauto Magico”, “Un’aura amorosa” da “Così fan tutte “, e l’aria “D’ogni colpa” tratta da “La betulla innamorata”. Le arie verdiane sono tratte dalle opere “Un giorno di regno” e “Jerusalem”, mentre le pagine del repertorio francese provengono dal Faust ( Salut! Demeure chaste et pure) e dal “Romeo et Juliet” di Charles Gounod (Ah! Leve-toi, soleil), e dal Werther di Jules Massenet (Pourquoi me reveiller). Le canzoni italiane in programma sono di Francesco Paolo Tosti e Ruggero Leoncavallo, le arie da zarzuelas di Reveriano Soutullo e José Serrano. A dirigere l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai il direttore d’orchestra americano Christopher Franklin, che ha all’attivo importanti tournée all’estero, dalla Wiener Konzerthaus alla Philarmonie di Colonia e al Theatre des Champs-Elysees di Parigi.

Mara Martellotta

Per i in vendita presso l’auditorium Rai di Torino informazioni al numero: 0118104653.

Al Regio una Carmen dalla forte presenza scenica

Anna Caterina Antonacci nell’opera in scena dal 22 giugno

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Il mezzosoprano Anna Caterina Antonacci sarà l’acclamata interprete della Carmen di Bizet, in scena dal 22 giugno al 3 luglio prossimi al teatro Regio di Torino. Orchestra e Coro del Teatro Regio sono diretti da Asher Fisch e, per le ultime due recite, da Ryan McAdams. L’allestimento in prima nazionale italiana proviene dall’Opernhaus di Zurigo ed è firmato da Matthias Hartmann. A ricoprire il ruolo di Don José sarà il tenore Dmytro Popov, mentre Escamillo sarà il baritono Vito Priante; il soprano Irina Lungu vestirà i panni di Micaela.L’opera verrà eseguita in versione originale con i dialoghi parlati. L’attenzione e la scena, piuttosto spoglia, si focalizzeranno sull’interprete principale, Anna Caterina Antonacci, artista dalla forte presenza scenica, dal timbro morbido e seducente, capace di fare di questo personaggio quasi un’icona interpretativa. Carmen regiofu l’ultima opera che compose Georges Bizet, che vi cominciò a lavorare nel 1875 su incarico dell’Opera-Comique. Dovette affrontare mille difficoltà e apportare modifiche per adattarsi alle richieste dei cantanti, non abituati a muoversi così tanto in scena, dell’orchestra, che in certi punti trovava la musica difficile da eseguire, e della direzione artistica. Bizet fece in modo che la caratterizzazione dei personaggi non snaturasse completamente l’originale di Merimee’. Dove necessario, comunque, modifico’ lui stesso il libretto, cambiando alcuni versi dell’ Habanera e dell’assolo di Carmen nella scena delle carte. Dopo una prima rappresentazione accolta freddamente, nel marzo 1875, il compositore, a tre mesi di distanza, morì a soli 36 anni. Carmen venne poi rappresentata a Vienna, riadattata sostituendo le parti dialogate con i recitativi del Grand-Opera e fu destinata a divenire una delle opere maggiormente famose al mondo. La prima di Carmen al teatro Regio è prevista   il 22 giugno alle 20 e sarà trasmessa in diretta da Rai Radio 3. Il Coro del Teatro Regio e il Coro di Voci Bianche saranno dirette dal maestro Claudio Fenoglio.

Mara Martellotta

(foto: il Torinese)

Il palcoscenico dell’Astra si riapre a ottobre sulle orme dei “Moschettieri”

tre sorelle teatroMentre Beppe Navello, nelle vesti di direttore della Fondazione TPE, srotola sul palcoscenico di un teatro Astra tornato alla sua antica immagine il cartellone di produzioni e di ospitalità, restano sullo sfondo le sagome dei quattro cavalli che hanno condotto, dal febbraio al primo maggio scorsi, attraverso quel gioiello d’ambientazione inventata da Luigi Perego – dalla seicentesca place des Vosges alle camere del re, dallo studio di Richelieu alle prigioni, dalle coste inglese alle diverse bettole ai campi di battaglia – le avventure di D’Artagnan e compagni. Lì abbiamo finito e di lì dobbiamo ricominciare. Sono quel che resta di un successo che ha coinvolto 57 attori, 56 serate di spettacolo e (vorremmo dire soprattutto) 11.400 spettatori, tutti raccolti attorno ad un’idea vincente che forse pochi ritenevano tale quando è stata messo sul tappeto delle decisioni. Un piccolo patrimonio, che va in qualche modo salvaguardato. Come? Con un omaggio, tra il 25 e il 30 ottobre, dal titolo Moschettieri Cabaret, una serata per ricordare ancora una volta le avventure e gli amori, i duelli e gli inganni dei quattro ragazzacci, tra riprese di momenti scenici, interviste, video, canzoni, immagini di backstage. Un festeggiamento, festoso come quello che il prossimo 26 marzo ricorderà i dieci anni di esistenza e di lavoro e di progressivi successi del TPE, quando cioè si iniziò nei locali della Cavallerizza un’attività che, partita con 200 abbonati, sarebbe arrivata all’odierno risultato di 2.482.

minetti teatro

Cifre e risultati che affermano quanto il TPE, tra le mura dell’Astra – e non solo, sono pure coinvolti per la stagione la Casa del Teatro Ragazzi e Giovani e la Lavanderia a Vapore -, si stia costruendo una corazza bella robusta, ottemperando alle linee guida del nuovo regolamento ministeriale (sostegno ai giovani, lunghe teniture delle produzioni sul proprio palcoscenico, una continuità di scrittura per i vari attori). Allora sui giovani, su un gruppo che si è dimostrato di genuino successo, costruiamo un ventaglio di titoli, di produzioni fatte in casa, una tessitura di repertorio di stagione in stagione più solida. Troverà posto tra febbraio e marzo uno dei più bei titoli, venati di crepuscolare autobiografia, di Goldoni, Una delle ultime sere di Carnovale, che coinvolgerà 13 attori (regia di Beppe Navello), terza tappa di un percorso teatrale, “un’ideale trilogia civile”, che dopo l’Alfieri del Divorzio e il Marivaux del Trionfo del Dio Denaro, vuole “proporre umili pause di riflessione civile a un paese troppo affannosamente confuso nella propria contemporaneità”; e ancora Leonce e Lena, a sottolineare l’attenzione di Torino in queste ultime stagioni per Georg Buchner, interpreti Lorenzo Gleijeses e Maria Alberta Navello per la regia di Cesare Lievi (“una commedia di figli che lievemente naufragano”, così sigla il testo e la propria realizzazione), la ripresa delle Tre sorelle cecoviane viste ad inizio della passata stagione, Clitemnestra deve morire, scritto da Osvaldo Guerrieri e diretto da Emiliano Bronzino per l’interpretazione di Patrizia Milani e Gisella Bein, dove alla regina uxoricida sono affidate le parole che salvaguardano il delitto quale estrema espressione d’amore. Ancora Maria Alberta Navello alle prese con Lady Macbeth e, in periodo natalizio, le risate assicurate con Rumori fuori scena di Michael Frayn messo in scena di Claudio Insegno con Andrea Beltrame e Carlotta Iossetti.

moschettieri2Nell’attesa di vedere se verrà concretizzata l’idea di portare nel corso dell’inverno almeno una parte di “Teatro a Corte” per conservare una veste di internazionalità all’intero cartellone, dati già per buoni i quattro interpreti francesi di IETO con L’istinct du déséquilibre, la coproduzione italo-francese Paracadute / Parachute che vede il ritorno di Nino D’Introna (sul palcoscenico due persone, potrebbero essere fratelli, adulti ma anche bambini, la loro relazione con il padre, la madre, la scuola, la scoperta dell’amore), le coreografie di Caterina Mochi Sismondi che con Vertigosuite abbraccia danza, circo, teatro, concerto ed elettronica, tra le ospitalità segnaliamo la collaborazione con il Teatro di Genova che vede arrivare all’Astra Minetti di Thomas Bernhardt con Eros Pagni per la regia di Marco Sciaccaluga, “ritratto di un artista da vecchio” che dovrebbe rispondere alla domanda circa il ruolo che l’arte ha, e in particolare il teatro, nella società moderna, e Le prénom già visitato anche al cinema (da noi dalla Archibugi con Il nome del figlio), un incontro tra amici, un bimbo in arrivo, un nome da affibbiargli che fa nascere inaspettatamente riflessioni e risate, rancori e affetti profondi, amicizie e dissapori mai pensati. Ancora Glauco Mauri e Roberto Sturno riproporranno Edipo re (per la regia di Andrea Baracco) e Edipo a Colono (regia di Mauri), Lucilla Giagnoni con Chimera dal romanzo di Sebastiano Vassalli, L’uomo che sussurrava… aiuto! di Lia Tomatis, La bambina e il sognatore tratto dall’ultimo romanzo di Dacia Maraini, con la regia di Ivana Ferri, un ritratto dell’infanzia rubata, il pensiero a quei tanti bambini, oltre 15 mila, scomparsi in Italia negli ultimi quarant’anni. Infine un settore affidato alla danza, “Palcoscenico Danza” affidato a Paolo Mohovic.

 

Elio Rabbione

Da Lorenzo Lotto a Caravaggio

LONGHI NOVARALa collezione e le ricerche di Roberto Longhi

La mostra, oltre all’esposizione di “San Francesco in meditazione” di Caravaggio, di suoi precursori, e di seguaci, ha il merito di ricordare Roberto Longhi che riportò in auge Michelangelo Merisi a lungo dimenticato o sottovalutato.

Nella prima metà del 900, quando imperversavano le avanguardie e pareva che il figurativo fosse superato, il critico albese chiarì che in realtà fu proprio Caravaggio a dare inizio all’arte moderna squarciando il tardo manierismo di fine 500 primo 600 con una grande rivoluzione attraverso il Realismo che dava dignità alla natura morta fino ad allora relegata agli ultimi posti della scala gerarchica e prendendo a modello, per rappresentare soggetti religiosi, non personaggi di “historia” ma popolani senza decoro.

Fu posto l’accento sull’altra novità del Luminismo che abbandonava il tonalismo per una luce irrompente sugli “scuri ingagliarditi” improvvisa e rivelatrice a fissare il punto culminante dell’azione.

Avvenne quindi una riabilitazione non solo dell’artista ma anche dell’uomo con l’esaminare attentamente i documenti dei processi intentatigli e con una lettura approfondita delle opere, a cui Caravaggio consegnava la propria anima, da cui scaturisce una fede sincera, la pietas verso gli umili e l’orgoglio di definirsi “valenthuomo.che si intende di pittura”

Viene visto da Longhi “non certo un agnellino ma un monellaccio bisognoso e ignudo”; anche l’assassinio di cui fu colpevole, riportato dalle biografie malevole del 600 e da quelle romanzate dell’ottocento come frutto di un temperamento dedito costantemente alla violenza di un delinquente seriale, è mitigato come un fatto occasionale e non premeditato simile ai tanti fattacci che non erano insoliti nelle risse della Roma notturna del tempo.

Un ulteriore pregio educativo sta nel proporre antecedenti che hanno influito sulla formazione dell’artista quali le opere di Lorenzo Lotto e del Moretto conosciuti da Caravaggio durante i viaggi d’istruzione con Simone Peterzano che istruiva gli allievi sul naturalismo lombardo e veneto.

E’ anche presente “Il ragazzo con canestro di fiori” del 1526 di Dosso Dossi (come non rapportarlo al “ragazzo con canestra di frutta” che Caravaggio compose molto più tardi nel 1593).

Molto risalto ai Caravaggeschi, non suoi allievi ma tutti affascinati da lui, che ne hanno accolto suggestioni senza essere emuli ma arrivando a stile personale; come il Cerano con “La deposizione di Cristo”, Battistello Caracciolo, Mattia Preti con il” concerto a tre” e soprattutto con Orazio Borgianni che nel “Compianto” sviluppa i suggerimenti con punte allucinate e visionarie cui non è estraneo El Greco, anch’egli presente in mostra.

Jusepe de Ribera lo Spagnoletto chiude la rassegna con ritratti di santi colpiti da fendenti luminosi di estrema crudezza.

 

Giuliana Romano Bussola

 
 
 
 

Arte Contemporanea per una Metropoli

Arte Contemporanea per una Metropoli: questa la proposta del progetto Metropolitan Art, realizzato da Stalker Teatro in collaborazione col Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli, che ha già visto la realizzazione di tre cicli di workshop formativi, da febbraio ad aprile, presso le sale espositive del Castello di Rivoli

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Le opere della Collezione sono diventate lo spunto per una nuova modalità di interazione performativa con le sale del Museo, ricche di storia e di fascino. Dal primo contatto con l’opera alla sua analisi, dall’elaborazione performativa alla composizione corale, fino all’allestimento dello spettacolo che farà parte dei percorsi turistico-culturali di giugno. Nei weekend dall’11 al 26 giugno 2016, sei percorsi urbani tra teatro e arte contemporanea, inseriti nelle iniziative di Tutta mia la città, condurranno gli spettatori dal centro cittadino fino a Rivoli: partenza in bus privato dalla Stazione di Porta Susa alle ore 18, itinerari tematici al Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, viaggio nella periferia metropolitana a cura del Centro di Documentazione Storica della Circoscrizione 5, fino a raggiungere le Officine Caos di Piazza Montale nel quartiere Le Vallette per una pausa ristoratrice e la visione dello spettacolo “Reaction”, esito dei workshop condotti nelle precedenti fasi del progetto. Lo spettacolo, con la regia di Gabriele Boccacini, propone azioni performative in nove quadri, liberamente ispirati alle installazioni della Collezione del Museo, tra le quali le opere di Joseph Kosuth, Alighiero Boetti, Gilberto Zorio, Giulio Paolini, Michelangelo Pistoletto, Richard Long. Scrive Boccacini: ”Immaginiamo un’arte contemporanea vicina alle persone, vissuta e non solo osservata. Immaginiamo musei sempre più aperti alle città ed ai suoi abitanti. Una compagnia teatrale che mette a disposizione la sua ricerca artistica verso una fruizione creativa delle opere, offrendo così al pubblico un’esperienza estetica, attiva e dinamica. Dall’analisi e dagli stimoli delle opere considerate e per libera associazione di idee, scaturiscono, per re-azione, alcuni quadri metropolitan1performativi creati con gli strumenti del linguaggio teatralemultidisciplinare”. “L’esperienza dell’arte contemporanea, principio fondante di tutte le attività del Dipartimento Educazione, entra in relazione con il teatro di ricerca. In questo caso lo spettatore, diventato attore, si appropria dei contenuti dell’opera che diventano elementi per nuove, infinite narrazioni” dichiara Anna Pironti, Responsabile Capo del Dipartimento Educazione. L’intento è di promuovere, valorizzare e mettere in rete realtà culturali che da anni collaborano in sinergia proponendo numerose iniziative dedicate a tutto il pubblico ed in stretto legame col territorio. Così l’eccellenza della Residenza Sabauda del Castello di Rivoli e le opere della Collezione permanente si connettono, nella nuova dimensione metropolitana della Città di Torino, col quartiere Le Vallette, col peculiare progetto urbanistico e architettonico degli anni cinquanta e con l’arte performativa del teatro Officine Caos, spazi multifunzionali e programmi d’interesse internazionale per un quartiere in continua attività e sviluppo.

L’accesso ai percorsi turistico-culturali prevede l’acquisto del biglietto con procedura on line dal sito www.stalkerteatro.net, con numerose possibilità di riduzione e convenzione: biglietto intero € 20 ; biglietto ridotto € 15 per studenti, over 60, under 14, residenti Circoscrizione 5, possessori di tessera Contemporary Card, Abbonamento Musei Torino Piemonte, Abbonamento Gruppo Torinese Trasporti, tessera TOSCA Torino Show Card 2016, tessera Officine Caos. Il progetto è realizzato grazie al sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Piemonte e della Fondazione CRT; con il patrocinio della Città di Torino, per “Tutta mia la città” partner Intesa Sanpaolo, in collaborazione con Fondazione per la Cultura Torino e Gruppo Torinese Trasporti.

Dettaglio giorni e orari  giugno 2016

Sab 11 e dom 12 | sab 18 e dom 19 | sab 25 e dom 26 H 18: partenza da Porta Susa verso il Castello di Rivoli H 19: itinerario tematico al Museo H 20: dal Castello di Rivoli alle Officine Caos, rinfresco e spettacolo H 23: ritorno a Porta Susa

Acquisto dei biglietti su www.stalkerteatro.net _ Info: info@stalkerteatro.net _ tel 011.7399833

Stabile, sei produzioni e progetti internazionali

mezzogiornoPresentazione della nuova stagione 2016/17 del Teatro Stabile di Torino -Teatro Nazionale, un bel panorama di “storie su misura” per ogni spettatore di ogni età e ceto. Un teatro per tutti, assembleare lo definirebbe Mario Martone, direttore artistico, reduce dal quel trionfo registico/scenografico e interpretativo che è stato Morte di Danton (e ancora lo sarà, lo spettacolo toccherà l’anno prossimo Firenze, Napoli e Roma), per quest’anno orfano di messe in scena in loco, ma che non sta certo con le mani in mano – lo animano anche con successo i percorsi lirici -, se consideriamo quel Sindaco del Rione Sanità eduardiano, che vedremo al Gobetti a marzo, con cui il regista affronta per la prima volta il teatro del grande napoletano, spettacolo coprodotto dal nostro Stabile con la compagnia di Luca De Filippo (che proprio poco prima della morte aveva sbrigliato diritti e permessi) e con Nest, un gruppo teatrale che da più di un decennio agisce sul territorio napoletano a favore delle categorie ritenute socialmente più deboli. Una presentazione che allinea un presidente Vallarino Gancia emozionato alla sua prima conferenza stampa nel ruolo di ma che con forza riafferma i concetti di innovazione, internazionalizzazione, di reinvenzione continua del territorio, uno staff al timone schierato per ricevere ancora una volta apprezzamenti e solidarietà, un bel gruppo d’attori e registi che saranno l’anima della stagione, un alternarsi di fine mandati e necessari ricordi (come il Braccialarghe della Cultura) e climi quasi da favola d’antan (come la Parigi, assessore alla Cultura regionale non in scadenza, pronta a mettere tutto il peso su quella “armonia” che vede circolare all’interno di maestranze e istituzioni), un direttore artistico Filippo Fonsatti di freschissima nomina quale presidente dello Spettacolo dal vivo che snocciola risultati più che felici e rassicuranti, con le 537 aperture di sipario per la passata stagione, per gli abbonati cresciuti a circa 18.000, per la totalità degli spettatori in sede che supera i 152 mila con un aumento del 19% rispetto all’anno scorso, per i ricavi che sono a 2 milioni 184 mila (+24%).teatro stabile

Sei nuove produzioni esecutive, 4 coproduzioni, 4 riprese. Delle prime, s’inaugura l’11 ottobre al Carignano con Il giardino dei ciliegi cecoviano, regia di Valter Malosti, per proseguire via via con Sogno d’autunno di Jon Fosse per la regia di Valerio Binasco e l’interpretazione di quella eccellente attrice di cinema e teatro che è Giovanna Mezzogiorno, con Misura per misura riproposto da Jurij Ferrini, con La bella addormentata nel bosco rivolto con la regia di Elena Serra soprattutto ad un pubblico di giovani, con Qualcuno che tace. Il teatro di Natalia Ginzburg, in collaborazione con il Circolo dei Lettori, ciclo di letture sceniche per ricordare il centenario della nascita della scrittrice torinese che getterà uno sguardo su “Dialogo”, “La segretaria” e “Ti ho sposato per allegria”, al Gobetti a novembre. Dulcis in fundo, gran colpaccio dell’agguerrito Fonsatti, con un cast ancora tutto da definire, Il nome della rosa che Stefano Massini ha tratto dal romanzo di Umberto Eco, andando alla ricerca di una precisa tessitura drammaturgica, coprodotto da Torino e Genova per la regia di Leo Muscato.

Da sottolineare ancora il progetto internazionale che quest’anno si avvale di una terna di prestigiosissime offerte. Gob Squad, eccellente collettivo di artisti inglesi e tedeschi, porta in scena una versione rivisitata di Guerra e pace / War and peace: lo spettacolo, coprodotto dallo Stabile con la Volksbühne di Berlino e la Kammerspiele di Monaco di Baviera, è una sfilata di personaggi tratti dal grande romanzo di Lev Tolstoj che interagiscono con il pubblico grazie a un sistema di telecamere a circuito chiuso. Altra proposta l’Amleto dei britannici Tiger Lillies e dei danesi Theatre Republique, regista Martin Tulinus, un misto di cabaret e humour nero, di musica e immagini. Per terminare con La tempesta shakespeariana diretta dal rumeno Silviu Purcarete e proposto dal National Theatre Marin Sorescu di Craiova. Tra le ospitalità, ricordiamo almeno Filippo Timi alle prese con tutti i personaggi maschili dell’ibseniano Casa di bambola, Lehman Trilogy testamento teatrale di Luca Ronconi, Lavia e il pirandelliano Uomo dal fiore in bocca, l’Orestea di Eschilo con Elisabetta Pozzi, quel Tony Pagoda che Paolo Sorrentino ha tratto dal proprio romanzo “Hanno tutti ragione” e che vede Iaia Forte negli abiti maschili maschiaccio napoletano e cantante fanfarone di un uomo che fa i conti con un successo antico e con le delusioni d’amore, in un mare di riflessioni invaso da una disperata, calda vitalità.

Elio Rabbione

 

La Festa della Musica mette le radici nel Quadrilatero romano

festa_musica85 band iscritte, 513 musicisti, 5 Accademie di Musica in 5 giorni di festa. La tua musica mette radici al Quadrilatero Romano: è questo il claim della Festa della musica di Torino 2016

 Festa della musica. La musica è come un campo, occorre seminare e coltivare per veder nascere i frutti maturi, nel giusto rispetto dei tempi. Le querce secolari sono i musicisti che ci hanno preceduto: è grazie al loro esempio che possiamo imparare. Il tema scelto per l’edizione 2016 della Festa della Musica è la TERRA. La musica è per noi ciò che la terra è per le piante. Danutrimento e sostegno alla nostra anima, come la terra per le radici. Grazie alla Musica diventiamo persone migliori e trasformiamo le emozioni che essa ci trasmette in Amore. La musica è come un campo: occorre seminare e coltivare per veder nascere i frutti maturi, nel giusto rispetto dei tempi. Le querce secolari sono i musicisti che ci hanno preceduto: è grazie al loro esempio che possiamo imparare a crescere e dare vita, un giorno, a nuovi frutti.

Le trame dei film nei cinema di Torino

A cura di Elio Rabbione

 ALICE FILM

Alice attraverso lo specchio – Fantastico. Regia di James Bobin, con Johnny Depp, Anne Hathaway, Mia Wasikowska e Helena Bonham Carter. Alice, attraversato uno specchio magico, si ritrova nel Sottomondo dove incontra gli amici di sempre, lo Stregatto, il Bianconiglio e il Cappellaio Matto, quest’ultimo del tutto in crisi avendo perso la sua “moltezza”. Mirana manderà Alice alla ricerca della Chronosphere, un oggetto metallico che regola il trascorrere del tempo. Dovrà salvare il Cappellaio prima dello scadere del tempo. Durata 108 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 2, Reposi, The Space, Uci)

 

angry birds filmAngry Birds – Il film – Animazione. Regia di Fergal Reilly e Clay Keytis. Un’isola dove vi sono uccelli che quasi non sanno volare, tre di essi – il collerico Red, il velocissimo Chuck, l’esplosivo Bomb – vivono emarginati dal resto dei pennuti. Ma quando l’isola verrà invasa da una masnada di maiali verdi che la vorrebbero fare da padroni, non dovranno i tre dimostrare il loro coraggio e la disperata ricerca della salvezza comune? Durata 97 minuti. (Ideal, Massaia, Lux sala 3, Reposi, The Space, Uci)

 

La casa delle estati lontane – Drammatico. Regia di Shirel Amitay, con Geraldine Nakache e Judith Chemia. Regista israeliana, alla sua prima prova, già assistente di Jacques Rivette, Amitay narra dell’incontro, nella cittadina di Atlit, nel 1995 durante il processo di pace arabo-israeliano, di tre sorelle che da tempo non si vedono per la vendita della casa dei genitori. Idee diverse, affetti, dissapori, mentre le tre ragazze dialogano con le ombre del padre (che è Pippo Delbono) e della madre, forse per ricostruire un ponte di emozioni e di ricordi tra il passato e il presente. Durata 91 minuti. (Nazionale sala2)

 conspiracy film

Conspirancy – Thriller. Regia di Shintaro Shimosawa, con Al Pacino, Anthony Hopkins e Josh Duhamel. Esempio di legal Thriller, l’opera prima di Shimosawa vede un giovane avvocato mettersi nei guai quando una ex fiamma gli offre le prove per affondare il manager di un importante gruppo farmaceutico (Hopkins). Ma di mezzo c’è anche il socio del suo stesso studio legale (Pacino). Durata 106 minuti. (Ideal, Lux sala 1, Massaua, The Space, Uci)

 

JULIETA FILMJulieta – Drammatico. Regia di Pedro Almodovar, con Adriana Ugarte e Emma Suarèz. L’autore di “Volver” ha tratto il suo ultimo film, presentato in concorso a Cannes ma che la regia non ha considerato nella attribuzione dei premi finali, da alcuni racconti di Alice Munro. Una madre, in una lunga lettera indirizzata ad una figlia che non vede da anni, ricorda i momenti salienti della sua vita. Durata 99 minuti. (Ambrosio sala 3, Due Giardini sala Ombrerosse, F.lli Marx sala Chico, Romano sala 1)

 

Friend Request – La morte ha il tuo profilo – Thriller. Regia di Simon Verhoeven con William Moseley e Alicia Debnam-Carey. Laura, laragazza più popolare del college partecipa ai social media come tanti e un giorno accetta l’amicizia di una misteriosa compagna. Ma i suoi amici cominciano a morire nei modi più orribili. Durata 92 minuti. (The Space, Uci)

In nome di mia figlia – Drammatico. Regia di Vincent Garenq, con Daniel Auteuil e Sebastien Koch. Tratto da una storia vera. La figlia quattordicenne di André muore mentre è in vacanza in Germania con la madre e il patrigno. L’atteggiamento di quest’ultimo e i dubbi sorti durante l’autopsia spingono André a credere che l’uomo che ha preso il suo posto non sia estraneo a quella morte. Durata 87 minuti. (Nazionale sala 1)

 

cinema salaGli invisibili – Drammatico. Regia di Over Moverman, con Richard Gere e Jana Malone. Perso nel traffico e nel ruMore assordante delle strade di Manhattan, George è un senza tetto, un solitario homeless, uno di quegli uomini che per caso o per volontà si sono allontanati dalla società civile, uno di quelli che frugano nei cestini della spazzatura mentre cercano un rifugio quotidiano o un ricovero per la notte: mentre la città sembra non vederlo, mentre anche la figlia ha troncato ogni rapporto con lui. Una sceneggiatura ricca della propria “povertà”, la forza posta nel grigiore e nella indifferente monotonia di ogni giorno. Bere passa con bravura dal miliardario di “Franny” all’invisibile barbone di oggi, convincendo appieno. Durata 120 minuti. (Massimo2)

Laurence anyways – Drammatico. Regia di Xavier Dolan, con Melvil Poupaud e Susanne Clément. Nella Montréal del finire degli anni Ottanta, Laurence è uno stimato professore e uno scrittore esordiente e apprezzato. Nel giorno del suo 35mo compleanno confessa alla moglie che tutta la sua vita è stata ed è una menzogna, che è nato in un corpo sbagliato, che si sente donna in abiti maschili. Dopo le iniziali incomprensioni, la coppia ritroverà un proprio particolare equilibrio. Un film che arriva sugli schermi italiani con quattro anni di ritardo: forse il recupero è dovuto al Gran Prix della giuria che Dolan ha vinto quest’anno a Cannes grazie a “Juste la fin du monde”. Durata 159 minuti. (Classico)

 

Ma Ma Tutto andrà bene – Drammatico. Regia di Julio Medem, con Penelope Cruz e Luis Tosar. A Magda, insegnante disoccupata, viene diagnosticato un tumore al seno. In crisi con il marito, con la volontà di nascondere al figlio il proprio stato, la donna trova in Arturo l’uomo che può condividere con lei le vicissitudini, le ansie, le paure che si accompagneranno alla malattia. Una storia narrata con estrema sincerità e crudezza, dove la Cruz ritorna a certi personaggi forti che un recentissimo passato aveva (con leggerezza) messo da parte. Durata 115 minuti. (Romano 2, Uci)

 

money monsterMoney Monster – Thriller. Regia di Jodie Foster, con George Clooney, Julia Robert e Jack O’Connell. Lee Gates conduce una trasmissione televisiva dove si mescolano in maniera più o meno spettacolare l’andamento della borsa, i consigli per sempre migliori investimenti, canzoncine pubblicitarie e ballerine ricoperte di paillettes. Tra il disinteresse totale di Gates nei confronti dei “suoi” risparmiatori. Fino al giorno in cui fa irruzione e si barrica con lui nello studio Kyle, un ragazzo che ha perso tutto quel che aveva. Con una pistola puntata alla testa Gates vedrà la finanza sotto occhi completamente diversi, con lui la produttrice dello show. Durata 98 minuti. (Greenwich sala 3)

 

Now you see me 2 – Azione. Regia di Jon Chu, con Mark Ruffalo, Jesse Eisenberg, Daniel Radcliffe, Woody Harrelson, Michael Caine. Considerato il successo planetario della prima puntata, produttori e attori (davvero un bel gruppo!) si sono messi alla confezione di questa seconda che promette bene anzi benissimo: e ne hanno in cantiere una terza. Qui i Quattro Cavalieri illusionisti sono obbligati a lottare contro un tycoon della tecnologia (Radcliffe) che li minaccia e, quel che è più, fa di tutto per rovinarne la reputazione. La carta vincente non potrà che essere una esibizione di cui nessuno ha mai visto l’eguale. Durata 115 minuti. (Eliseo blu, Ideal, Lux sala 2, Massaia, Reposi, The Space, Uci)

pazza gioia film

La pazza gioia – Commedia drammatica. Regia di Paolo Virzì, con Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti, Tommaso Ragno e Marco Messeri. “Clinicamente pazze”, Beatrice Morandini Valdirana e Donatella Morelli sono ospiti di Villa Biondi, un centro per malattie mentali sulle colline pistoiesi, l’una egocentrica e logorroica, l’altra tatuatissima e fragile, solitaria, cui la legge ha tolto il figlio per affidarlo in adozione ad una coppia. Nonostante le diversità che le dividono, le due donne fanno amicizia, sentono il bisogno l’una dell’altra, fuggono, vivono appieno “una breve vacanza”, provano a inseguire una vita nuova sul filo sottile della “loro” normalità. Grande successo alla Quinzaine di Cannes per le interpreti e per l’autore del “Capitale umano”. Durata 118 minuti. (Ambrosio sala 2, Due Giardini sala Nirvana, Eliseo blu, F.lli Marx sala Groucho, Massimo 1, Reposi, Uci)

 

Pelè – Biografico. Regia Michael e Jeff Zimbalist, con Leonardo Lima Carvalho e Kevin de Paula. Il calcio giocato in strada a piedi scalzi, la povertà sofferta e la promessa fatta al padre, la prima vittoria clamorosa con la Coppa del Mondo a soli 17 anni: i successi e la carriera di un calciatore che continua a essere considerato il più grande e fantasioso di tutti i tempi. Durata 107 minuti. (Uci)

 

sconosciuti cinemaPerfetti sconosciuti – Commedia. Regia di Paolo Genovese, con Marco Giallini, Edoardo Leo, Valerio Mastandrea, Giuseppe Battiston, Kasia Smutniak, Alba Rohrwacher. Una cena tra amici, l’appuntamento è per un’eclisse di luna, la padrona di casa decide di mettere tutti i cellulari sul tavolo e di rispondere a telefonate e sms senza che nessuno nasconda qualcosa a nessuno. Un gioco pericoloso, di inevitabili confessioni, che verrebbe a sconquassare le vite che ognuno di noi possiede, quella pubblica, quella privata e, soprattutto, quella segreta. Alla fine della serata, torneranno ancora i conti come quando ci siamo messi a tavola? Durata 97 minuti. (Greenwich sala 1)

 

La sposa bambina – Drammatico. Regia di Khadija Al-Salami, con Reham Mohammed. Nello Yemen di oggi, un padre quando la figlia arriva al decimo anno di età la dà in moglie ad un uomo vecchio più di lei di vent’anni. Violenze, soprusi, botte se Nojoud si rifiuta di servire la vecchia suocera: ma la bambina troverà il coraggio di fuggire dal suo villaggio e di recarsi a Sana’a. Nell’aula del tribunale chiederà il divorzio. Durata 99 minuti. (Centrale)

 

The Boss – Commedia. Regia di Ben Falcone, con Melissa McCarthy e Kristen Bell. Michelle Darnell, dopo alcuni mesi passati in prigione, torna in libertà ma costretta a trascorrere un certo periodo presso una sua antica dipendente da lei maltrattata, stringerà amicizia con la figlia di quest’ultima, magari concretizzando l’idea di dar vita a una nuova impresa che produca dolci al cioccolato. Durata 99 minuti. (Massaua, Uci)

 nice film

The Nice Guys – Azione. Regia di Shane Black, con Russell Crowe e Ryan Gosling. Dirige l’inventore della saga “Arma letale”, star Gibson e Glover. Per l’occasione, i due guys sono, nella Los Angeles degli anni Settanta, un investigatore privato, alcolizzato e padre single della tredicenne Holly, e un detective molto sui generis, costretti ad allearsi dal momento che hanno qualche faccenda poco pulita da sbrigare e soprattutto perché qualcuno li vuole morti. Durata 116 minuti. (Greenwich sala 3, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

neon demon filmThe Neon Demon – Drammatico. Regia di Nicolas Winding Refe, con Elle Fanning e Jena Malone. Jesse, giovanissima aspirante modella, si trasferisce a Los Angeles, dove è reclutata da un magnate della moda. Ma ad attenderla ci sono anche certe colleghe che faranno di tutto per impadronirsi della sua bellezza e della sua giovinezza. Davvero con ogni mezzo. Presentato a Cannes in concorso, con tutti quei buuuh! di cui il regista va fiero. Durata 117 minuti. (Greenwich sala 1, Uci)

 

Tra la terra e il cielo – Drammatico. Regia di Neeraj Ghaywan, con Richa Chadda e Vicky Kaushal. Nel cuore sacro dell’India s’incrociano alcune vicende: come quella di Devi, che è sorpresa in intimità con un suo compagno di studi da alcuni poliziotti corrotti, come quella di Deepak che si innamora di una ragazza di una casta superiore. Durata 103 minuti. (Romano sala 3)

 

L’uomo che vide l’infinito – Drammatico. Regia di Matt Brown, con Jeremy Irons e Dev Patel. Ai primi del Novecento, nelle aule di Cambridge, l’amicizia che nasce tra un giovane genio della matematica, di origine indiana, e un maturo professore. Un’amicizia e una collaborazione tra studiosi che saranno capaci di superare molti pregiudizi. Durata 108 minuti. (Ambrosio sala 1, Centrale v.o., Eliseo rosso, F.lli Marx sala Harpo, Reposi, The Space, Uci)

 

Tutti vogliono qualcosa – Commedia. Regia di Richard Linklater, con Blake Jenner, Zoey Deutch e Ryan Guzman. Negli anni Ottanta, un gruppo di matricole del college, pure accaniti giocatori di baseball, tentano di farsi strada in un momento pericoloso che li porta all’età adulta. Durata 116 minuti. (Greenwich sala 2, Ideal, The Space, Uci)

 

Warcraft – L’inizio – Fantasy. Regia di Duncan Jones, con Paula Patton e Travis Rimmel. Il regno di Azeroth vive in pace da molti anni ma un bel giorno deve difendersi da terribili invasori: sono gli Orchi, provenienti da una terra agonizzante e pronti a colonizzare un nuovo mondo che li possa accogliere. Su due fronti opposti, due eroi a combattere per le loro famiglie e per le loro terre. Durata 123 minuti. (Massaua, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 cinema sala

X-Men: Apocalisse – Fantasy. Regia di Bryan Singer, con James McAvoy, Michael Fassbender e Jennifer Lawrence. La vendetta di Apocalisse, dall’antico Egitto ai giorni nostri, quando un gruppo di fedelissimi lo richiama in vita e lo affianca per riprendere il comando e scatenare un violento attacco alla terra. Durata 143 minuti. (Ideal, Lux sala 2, Massaua, Reposi, The Space, Uci)

Peñarol, il Piemonte d'Uruguay alla Cascina Roccafranca

penarolDomani sera, 16 giugno, alle 21.15, presso la Cascina Roccafranca, in Via Rubino 45 a Torino,Assemblea Teatro porta in scena  “Peñarol -Il Piemonte d’Uruguay / storie di calcio e di emigrazione”di Renzo Sicco e Darwin Pastorin. sul palco, con la regia di Renzo sicco, ci saranno Giovanni Boni, Roberta Fornier e Stefano Cavanna.La scelta di rappresentare Peñarol a Cascina Roccafranca non è casuale: la Cascina è centro culturale dove si fa molta attenzione a valori significativi quali la partecipazione e l’accoglienza. Proprio di accoglienza, di emigrazione e di attenzione verso “l’altro” parla lo spettacolo Peñarol. Il nome Peñarol lo ha dato Giovan Battista Crosa a un piccolo “pueblo” nella sconfinata terra sudamericana. Giuanèn per gli amici, è stato un emigrante, partito nel 1790 per il Nuovo Mondo. Peñarol è cresciuta e oggi è un “barrio”, un quartiere di Montevideo, la capitale d’Uruguay. 3 milioni di abitanti, il 50% di sangue italiano! L’idea è quella di raccontare attraverso il calcio un passato, non poi così lontano, in cui erano appunto i piemontesi ed in particolar modo gli abitanti di Pinerolo e delle Valli circostanti, a muoversi verso Genova, a imbarcarsi, spesso senza conoscere dove sarebbero sbarcati né se sarebbero arrivati nelle “meriche”. Lo spettacolo presenta due avventori, un ragazzo e un signore un poco attempato, una cameriera che si intromette nel “discorso da bar” per eccellenza, il gioco del pallone. Il testo dello spettacolo è stato scritto da un giornalista sportivo di fama nazionale, Darwin Pastorin. Nato in Brasile, italiano a tutti gli effetti, ha seguito eventi memorabili del calcio sudamericano e per oltre 30 anni ha raccontato il calcio italiano. A lui, che per l’occasione sarà presente alla Roccafranca, il compito di portarci all’Estadio Campeon del Siglo, di farci “viaggiare”, facendoci amare ora l’una ora l’altra squadra, in uno spettacolo che attraverso la memoria può indicarci un futuro comune.

Marco Travaglini