CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 716

Festa della Donna. Scambio Culturale Italia Turchia

Per pura combinazione, il viaggio un po’ misterioso di Recep Tayyip Erdogan a Roma e alla Santa Sede per avviare il disgelo con il Vaticano coincide con l’allestimento della prossima mostra del Concorso Internazionale il Bosco Stregato in terra turca

Con molto meno clamore e minori aspettative, Solstizio d’Estate (organizzatore del Concorso Internazionale Il Bosco Stregato www.boscostregato.com) ritorna a Istanbul per una mostra con opere della sua collezione, in occasione della Festa della Donna che si celebrerà in tutto il mondo e quindi anche in Turchia.A seguito degli scambi culturali continuativi con il Lyons Club di Istanbul e la Akademia di Ex Libris della capitale turca, guidata dalla presidente Latifè Bastug, c’è un nuovo gemellaggio ideale con la Turchia e l’occasione è la Festa della Donna.L’ultima volta artisti turchi erano stati presenti in Lombardia (Soncino) e in Piemonte, al castello di Roddi d’Alba.Se l’operazione di Erdogan è stata molto complessa e si è svolta con un dispiegamento ingente di forze di polizia per assicurarne la sicurezza, per contro quella di Solstizio d’Estate avviene in un clima di fraterna amicizia e molto distesa.Qualcuno ha sostenuto che il viaggio italiano, avrebbe avuto anche lo scopo di perorare la causa dell’ingresso nell’Unione Europea.Esagerazioni: del resto perché entrare in un’ Unione ingessata quando si può ottenere molto di più standone fuori e senza vincoli? L’attuale vicenda Eni-Italia/Turchia ne è un’ulteriore conferma.Ma torniamo al Concorso Internazionale Il Bosco Stregato.Perché questa destinazione? Intanto non solo questa, ma tante altre. Un concorso che si taccia di internazionalità e lo è sin dall’inizio, non può esimersi anche dal realizzare eventi culturali all’estero. In quest’ottica si inseriscono alcuni eventi, come la partecipazione al congresso mondiale degli Ex Libris a Praga ad agosto e questo di Istanbul per la Festa della Donna.

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La Turchia non è un Paese solo musulmano, ma il ponte fra Oriente e Occidente. Un Paese che, seppur attraversa una situazione particolarmente delicata e complessa per via del suo premier, è una nazione ricca di cultura e gli scambi con l’Italia sono sempre stati intensi e addirittura l’italiano veniva usato come lingua ufficiale della diplomazia in ambito turco.Per la mostra sono state scelte alcune opere della collezione del Concorso Il Bosco Stregato incentrate sulle Donne, in occasione della celebrazione della sua Festa e verrà presentata, in anteprima, la prossima edizione del Premio dal titolo “Profumo di Donna” che sarà ispirata allo scrittore piemontese Giovanni Arpino da cui è stato tratto il film “Scent of a Woman”.Durante il vernissage verrà inoltre presentato un video legato allo scrittore braidese, frutto della collaborazione tra la Biblioteca Civica di Bra Giovanni Arpino e l’Istituto Velso Mucci con la regia di Remo Schellino.Il testo del video in italiano sarà un ulteriore veicolo per consolidare la conoscenza della lingua italiana in Turchia che oltre alla presidente Latife Bastug parlano in molti anche per l’attività dell’ Istituto Italiano di Cultura e della Scuola Dante Alighieri.

 

Tommaso Lo Russo

 

Ei Fu. Napoleone dal Piemonte all’Europa

Napoleone Bonaparte e il Piemonte: un rapporto di amore e odio in un periodo di grandi cambiamenti geopolitici, sociali e culturali, un’esperienza per certi versi travagliata, in alcuni casi anche sofferta, ma che – come spesso accade nella storia – ha lasciato un grande segno ancora oggi tangibile. Ed è proprio la descrizione di tutto questo l’ambizioso obiettivo della mostra “Ei Fu – Napoleone Bonaparte dal Piemonte all’Europa (1796-1815)”, in programma da sabato 17 marzo a domenica 24 giugno 2018 a Palazzo Salmatoris di Cherasco (CN).

 

L’esposizione racconta gli aspetti culturali e sociali dell’epopea di Napoleone Bonaparte, con particolare attenzione alle vicende avvenute dal suo arrivo in Piemonte nel 1796 fino alla sua abdicazione nel 1814 e il rientro dei Savoia dall’esilio in Sardegna. La sede della mostra è lo stesso palazzo che ospitò proprio Napoleone il 28 aprile 1796 in occasione della firma dell’armistizio di Cherasco, centro presente all’interno della Federazione Europea delle Città Napoleoniche. Da qui Bonaparte iniziò la sua avanzata in Italia, parallelamente alle sue conquiste in Europa.

 

Quella di Cherasco è una mostra che racconta di eserciti e battaglie, ma soprattutto di trasformazioni sociali, culturali e urbane, di statuti e leggi, di emancipazione dei cittadini di religione ebraica e di storie di artisti, scienziati e studiosi che seguirono Napoleone nella corsa verso l’ideale di una nuova Europa e che raggiunsero posizioni di rilievo, come i piemontesi Carlo Secondo Salmatoris di Rosillon e Bernardino Drovetti.

 

Sono un centinaio gli oggetti in esposizione: documenti, libri, stampe, dipinti, sculture, miniature, porcellane, strumenti musicali, costumi teatrali, armi, argenti e medaglie. Le opere provengono da prestigiose istituzioni piemontesi, tra cui la Fondazione Accorsi-Ometto, il Museo Egizio e l’Archivio di Stato di Torino, oltre che dalla stessa Cherasco e da enti cheraschesi, in particolare la Biblioteca G.B. Adriani e l’Archivio Storico Civico, e da numerosi collezionisti privati.

 

La mostra è stata voluta dalla Città di Cherasco ed è promossa dall’Associazione Cherasco 1631, due anni dopo il grande successo di “Nel segno dei Savoia. Cherasco fortezza diplomatica. Curatrice della mostra e del catalogo è Laura Facchin, storico d’arte e ricercatore dell’Università degli Studi dell’Insubria, con la collaborazione di Luca ManaFlavio Russo e numerosi studiosi e specialisti di settore.

 

Una sezione a parte della mostra è dedicata alla “Napoleonmania” e curata da Alessia Giorda, storico, e Francesco Ganora, appassionato e collezionista napoleonico, con una collezione di memorabilia e di una vasta oggettistica checelebra il mito di Napoleone dall’Ottocento a oggi nelle sue espressioni più diverse e spesso bizzarre, dai fumetti al sapone da barba, dalle bottiglie di liquore alle figurine, e con una sala video per raccontare la figura di Napoleone nel cinema e nella pubblicità.

 

La mostra è aperta al pubblico con ingresso libero dal martedì alla domenica dalle ore 10 alle 12 e dalle 14 alle 19. Gli eventi collaterali organizzati nell’ambito dell’esposizione sono aperti a tutti i visitatori. Sono in programma anche visite guidate per gruppi e scuole.

 

La mostra ha ricevuto il patrocinio della Regione Piemonte ed è stata realizzata in collaborazione con Fondazione Accorsi-Ometto e Museo Egizio, grazie al sostegno del main sponsor Banca di Cherasco e degli sponsor Reale MutuaFondazione De Benedetti – Cherasco 1547 Onlus e Castello Visconteo di Cherasco e con il supporto organizzativo diAssociazione Cherasco Cultura e Associazione Le Terre dei Savoia.

Ei Fu – Napoleone Bonaparte dal Piemonte all’Europa (1796-1815)

17 marzo – 24 giugno 2018

Palazzo Salmatoris, Cherasco (CN)

Ingresso libero dal martedì alla domenica (dalle ore 10 alle 12 e dalle 14 alle 19)

www.eifunapoleone.it

La Terra Buona. Il nuovo film di Emanuele Caruso

È stato presentato ad Alba giovedì 22 febbraio a cui seguirà lunedì 26 una proiezione in anteprima presso il cinema Cityplex della capitale delle Langhe, il film “La Terra Buona” che sarà diffuso nelle sale cinematografiche, a partire da marzo.

Con tanta neve che è scesa ed altrettanta che ne deve arrivare sembra Natale e il periodo pare quello giusto; il clima ideale per sentirsi più buoni. Appunto: una favola quella che ha come interpreti il regista e factotum Emanuele Caruso, giunto alla sua seconda esperienza cinematografica, dopo “ E FU SERA E FU MATTINA”, che rappresentò un caso nazionale tra le produzioni cinematografiche indipendenti, con 43.000 biglietti venduti e 300.000 euro di incasso e che ora coinvolge per il suo secondo film, a distanza di 4 anni, una trentina fra attori e comparse nonché un’intera comunità in Val Grande, nel Verbano Cusio Ossola, nei comuni di Vogona e Pramosello, ai confini con la Svizzera, ma ancora in Piemonte. Perché una favola? Quando si vuole realizzare una cinematografia indipendente è sempre “un’impresa”. Per dirla all’inglese, la ricerca dei fondi, il crowdfunding, è estenuante e gira rigira piove sempre sul bagnato, come si diceva una volta. Stavolta no, il film ha avuto l’appoggio di Film Commission Torino Piemonte e la consulenza tax credit di Fip Film Investimenti Piemonte che ha coinvolto il Gruppo Egea che contribuisce con 100 mila euro. Altri sponsor come Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo e Parco nazionale della Val Grande, dove sono state girate le riprese, Etaly ed altri ancora.

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Il film viene prodotto e distribuito dalla casa cinematografica “Obiettivo Cinema di Alba”. Dicevamo una storia fantastica, in quanto il film è stato realizzato in una zona, la Val Grande dove non ci sono servizi e strutture ricettive e quindi c’era da pensare alla logistica del pernottamento per oltre 30 persone e farli mangiare tutti i giorni delle riprese. Tramite l’Associazione “Alpe Capraga” gli abitanti hanno messo a disposizione le loro case ed è stata allestita la cucina da campo per la troupe. La trama del film La Terra Buona: tre vicende che diventano una sola, con il territorio che ne costituisce l’anima e l’essenza; una ruota attorno al monaco benedettino Padre Sergio, recentemente scomparso in Val Maira (Canonica di Marmora) che è il luogo reale della vicenda mentre nella finzione scenica è stata girata in Val Grande, in Val Maira aveva realizzato una biblioteca con oltre 80.000 volumi che non si sa dove andranno a finire. L’altro personaggio è l’oncologo Mastro che si isola e fugge per le sue idee controtendenza, ma in verità è in cerca della sua anima e la terza è Gea, una ragazza in cerca di speranze e di una guarigione in un angolo di paradiso che è l’ambientazione della favola. Gli attori: Giulio Brogi, Cristian Di Sante, Fabrizio Ferracane, Lorenzo Pedrotti, Mattia Sbragia e Viola Sartoretto; per tutti girare il film “La Terra Buona” è stato non solo un film, ma un’esperienza di vita e ritiro spirituale. Concludiamo, “noi siamo come le piante che attecchiscono bene ovunque la Terra sia buona”.

 

Tommaso Lo Russo

Guttuso e la bella società

Di Enzo Biffi Gentili

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Alla Galleria d’Arte Moderna di Torino è programmata dal 23 febbraio al 24 giugno 2018 un’importante antologica dedicata a Renato Guttuso. Si tratta di un evento obbiettivamente rilevante, anche perché a partire dalla sua morte la sua opera è stata sempre meno considerata della critica e del mercato dell’arte. Sul tema di questa svalutazione del pittore rosso di Bagheria era intervenuta alla fine dell’anno scorso Alessandra Mammì (Perché abbiamo dimenticato Renato Guttuso, uomo simbolo dell’arte comunista, in “L’Espresso”, 22 dicembre 2017), preannunciando la mostra della GAM, e citando tra virgolette una dichiarazione d’intenti del suo curatore, Pier Giovanni Castagnoli, secondo cui l’esposizione torinese “nella ricorrenza della Rivoluzione d’Ottobre”, che ebbe come si sa il suo climax nell’ottobre 1917, “vuole riconsiderare il rapporto fra politica e cultura attraverso l’esperienza politica di Guttuso e le sue opere civili dagli anni Trenta ai Funerali di Togliatti del 1972”. Senonché il titolo della mostra ora è divenuto Renato Guttuso. L’arte rivoluzionaria nel cinquantenario del ’68. Non è evidentemente la stessa cosa: possiamo capire che siamo nel 2018, e quindi i conti di un anniversario tornano meglio, ma ci sembra che considerare la pittura di Guttuso, come del resto la politica e la cultura del PCI di cui fu un gran bonzo, strettamente connessa al 68, sia una forzatura. Certo, qualche quadro fu dal nostro dedicato al maggio francese, anche perché almeno agli inizi i comunisti vedevano nel movimento degli studenti un’opportunità di messa in crisi del capitalismo occidentale. Ma il 1968 fu anche l’anno della Primavera di Praga, della quale Guttuso non sembrò accorgersi molto.

 

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E pure nel 1972, nel celebre quadro Funerali di Togliatti, come ha notato Paolo Mieli l’anno passato in un suo racconto-lezione tenuto a Spoleto in occasione della ricorrenza della Rivoluzione comunista, sono raffigurati “Lenin, Stalin, Dolores Ibarruri” ma non “Trotzky, Krusciov, Mao, Fidel Castro, Che Guevara, Solgenitsin, Dubcek”. Guttuso fu quindi perfetto esponente della sostanziale ambiguità dei comunisti italiani nei confronti dell’URSS , e della strumentalità nei riguardi del 1968, non subito completamente avvertita da quel movimento studentesco (ma da quelli successivi per fortuna sì, e basti pensare alla “cacciata di Lama” dall’Università di Roma nel 1977). Insomma, più che al libertario 68, vien da associare Guttuso, soprattutto alla fine del suo percorso, tra prelati ed eredi e amanti e Andreotti, a certa bella società, chiamiamola così, italiana e romana. E sulla qualità della sua figura e della sua pittura occorrerebbe anche rammentare ai visitatori torinesi le fulminanti battute di due suoi colleghi davvero liberi: Marino Mazzacurati definì sarcasticamente un primo periodo della pittura del nostro come una “picassata alla siciliana”; mentre Bruno Munari -lui sì artista e designer di altissimo valore internazionale- scrisse di un suo “grandissimo quadro di protesta sociale dove si vedono miserabili contadini massacrati a pedate dai capitalisti (quadro carissimo acquistabile solo da capitalisti per il salotto della villa a Varese)”.

Wildlife Photographer of the Year 53

FINO AL 10 GIUGNO

Bard (Aosta)

Un’immagine – macigno. Di forte impatto emotivo, ma allo stesso tempo di grande profilo artistico. La foto ritrae, in tutta la sua straziante crudezza, un rinoceronte nero appena ucciso e mutilato dei suoi due corni all’interno del Parco Hluhluwe Imfolozi, la più antica riserva naturale africana, e documenta la grande piaga del bracconaggio che, in quell’area dell’Africa, fa della rivendita al mercato nero dei corni dell’animale una fonte di lucro non indifferente e totalmente sorda nella sua inaudita crudeltà ai

 

divieti imposti dall’uomo e alle leggi della natura. Realizzato dal sudafricano Brent Stirton – che ha dichiarato di aver visto almeno una trentina di scene similari durante il suo reportage all’interno della riserva – lo scatto fotografico ha per titolo “Memorial to a species” (Monumento alla specie) ed è il vincitore assoluto della 53esima edizione del “Wildlife Photographer of the Year” ( il più importante riconoscimento dedicato alla fotografia naturalistica promosso dal Natural History Museum di Londra ) di cui il Forte di Bard ospita, per il nono anno consecutivo, la prima tappa del tour italiano. Negli storici spazi della spettacolare roccaforte valdostana – riedificata nell’800 da Casa Savoia, ma di cui si ha notizia come presidio ostrogoto fin dal VI secolo d. C.- si potrà così visitare, fino al prossimo 10 giugno, una mostra fotografica di altissimo livello incentrata sugli scatti naturalistici più spettacolari realizzati a livello mondiale nell’arco del 2017. Cento le foto portate in rassegna e vincitrici delle sedici categorie in cui si articola il Premio: immagini che ritraggono l’incredibile biodiversità esistente sul pianeta, dai comportamenti di animali quasi sconosciuti a mondi subacquei nascosti e misteriosi, selezionate fra le oltre 50mila giunte da 92 diversi Paesi e giudicate da esperti internazionali sulla base dell’originalità e di ben precisi e assodati criteri artistici e tecnici. Fra i premiati, anche cinque italiani, fra cui la giovanissima Ekaterina Bee, vincitrice nella categoria “10 Years and under”. Insieme a lei, Stefano Unterthiner finalista nelle categorie “The Wildlife Photojournalist Award” e “Story e Urban Wildlife”, Marco Urso finalista nella categoria “Behaviour”, Hugo Wasserman e Angiolo Manetti finalisti rispettivamente nella categoria “Urban Wildlife” e “Earth’s Environments”. E’ invece olandese il fotografo dell’anno per la “Categoria Giovani”. Si chiama Daniel Nelson e si è aggiudicato il primo premio con il ritratto di un gorilla felicemente sdraiato, nella foresta del Parco Nazionale di Odzala (Repubblica del Congo), mentre mangia con gusto un frutto dell’albero del pane. A corollario della rassegna, il Forte propone anche una serie di eventi a tema. Sabato 14 aprile è in programma una conferenza-incontro con Angiolo Manetti e Marco Urso, due dei cinque fotografi italiani premiati, mentre il 5 e il 6 maggio si terrà il “Master of Wildlife Photography” condotto da Stefano Unterthiner – anche lui fra gli italiani vincitori – e da Emanuele Biggi, biologo e fotografo nonché conduttore della trasmissione “Geo” su Raitre. Eventi su prenotazione: tel. 0125/833886eventi@fortedibard.it

Gianni Milani

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“Wildlife Photographer of the Year 53”

Forte di Bard (Aosta), tel. 0125/833811 – www.fortedibard.it

Fino al 10 giugno

Orari: da mart. a ven. 10 – 18; sab. dom. e festivi 10 – 19

 

 

Folla di fan per Ermal Meta

Oltre 1500 fan hanno atteso Ermal Meta, il vincitore di Sanremo 2018, a Mondojuve Shopping Center con una copia del cd del cantante. Tra selfie e autografi, Meta ha ricevuto l’affetto del pubblico che già un’ora e mezza prima dell’incontro ha cominciato a riempire la food court dello Centro.

Il violino protagonista

Venerdì 16 marzo alle ore 17,30 nella sala di Palazzo Cisterna (Via Maria Vittoria, 12), il violinista, violista e compositore Massimo COCO, titolare della cattedra di violino presso il Conservatorio statale di musica “Niccolò Paganini” di Genova, accompagnato dal collega Valerio GIANNARELLI, anch’egli docente di violino presso lo stesso Conservatorio, terrà una conferenza musicale sul tema “IL VIOLINO SI RACCONTA” nella quale tratterà dell’evoluzione di questo strumento dalle sue origini ai nostri giorni. Nel corso della conferenza saranno proposti alcuni brani con eccezionali e storici strumenti musicali. In sala un Francesco Ruggeri del 1696, un Giovanni Battista Guadagnini del 1746, un Tommaso Balestrieri del 1750, un Giuseppe Guarneri del 1705, un Antonio Stradivari (ex Bello – Mary Low) del 1687, un Paolo De Barbieri del 1929 e una viola Joseph Hill del 1770. Parteciperà inoltre la giovane e prodigiosa violinista Masha DIATCHENKO.

Il film di Alice Filippi candidato al David di Donatello

Ieri, giovedì 22 febbraio alle ore 21 presso il Cinema teatro Baretti di Mondovì, ha avuto luogo la “ prima monregalese” del documentario di Alice Filippi “ ’78 – Vai piano ma vinci “, presentato in anteprima assoluta a novembre 2017 al 35° Torino Film Festival ( TFF ) e annunciato ufficialmente a Roma tra i candidati al Premio David di Donatello 2018. L’opera prima della giovane regista monregalese, infatti , è stato votato dai 1289 giurati della Giuria dell’ Accademia del Cinema italiano tra i cinque titoli finalisti come Miglior Documentario per quelli che si possono considerare i Premi Oscar del Cinema italiano, le cui premiazioni si svolgeranno il prossimo 21 marzo alle ore 21,15 in diretta su RAI Uno. Il documentario, prodotto dalla MOWE di Roberta Trovato, è stato realizzato con il sostegno di Mibact – Direzione Generale per il Cinema e di Film Commission Torino Piemonte – Piemonte Doc Film Fund. Alla serata erano presenti , oltre ad Alice Filippi, Paolo Manera, Direttore di Film Commission Torino Piemonte, gli attori, le comparse e i testimoni della vicenda. Il documentario porta alla luce e ricostruisce i 76 giorni vissuti dal padre di Alice, Pier Filippi, allora ventitreenne e figlio di un noto industriale monregalese, che nel 1978 venne rapito dalla ‘ndrangheta , suscitando clamore in tutta Italia, per poi risolversi in un inaspettato lieto fine. Il giovane, infatti, riuscì a liberarsi , a fuggire e a far arrestare i rapitori.  Repliche del film sono previste sabato 24 e domenica 25 febbraio alle 21 sempre al Cinema Baretti di Mondovì.

Helen Alterio

Dark Night

Il primo marzo al Cinema Esedra di Torino

Liberamente ispirato al tragico caso del Massacro di Aurora, Dark Night ritrae sei personaggi, compreso il giovane killer, nelle ore precedenti l’attentato criminale. Sei giovani individui galleggiano in un vuoto di relazioni, ciascuno di loro potrebbe essere l’artefice del folle gesto. Le loro azioni e il loro vissuto sembrano condurli a piccoli passi verso il dramma finale, lo stesso che si consumò nel cinema Century 16 alla prima di The Dark Knight Rises (Il cavaliere oscuro – Il ritorno, di Christopher Nolan). Dark Night è stato presentato al Sundance Film Festival, nella selezione ufficiale 2016 e ha vinto il Premio Lanterna Magica alla 73a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, nella sezione Orizzonti de La Biennale di Venezia 2016.

NOTE DI REGIA

Ci sono alcuni film che mi hanno fatto nascere il desiderio di diventare regista. Quando ho visto per la prima volta I 400 colpi di François Truffaut (1959) – e ogni volta che lo rivedo ancora – rappresenta per me intimità, gioventù, bellezza, umorismo, autenticità, solitudine, è una storia d’amore epica ed è l’esempio di ciò che una storia cinematografica può offrire attraverso l’intelligenza e l’anima utilizzando la minima quantità di strumenti o trucchi. È stato però Ballast di Lance Hammer (2008) che non mi ha fatto rinunciare alla voglia di realizzare un film. Quel film è così sottovalutato che mi addolora. Lo stile etereo della narrazione, la cinematografia strutturata, i personaggi autentici presenti in un mondo strano e rallentato, riconoscibile ma del tutto unico. Il montaggio di questo film ti sposta ritmicamente in avanti con una voce fresca e un’estrema sicurezza registica. Sono troppi da contare i film che mi hanno letteralmente ossessionato. Solo per parlare degli italiani, da Professione: reporter (1975) di Michelangelo Antonioni a Ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci (1972) a Gomorra di Matteo Garrone (2008). Ogni mio film ha una vibrazione simile per quanto riguarda l’aspetto estetico, ma per ciascuno l’approccio è stato in qualche modo diverso. Per girare Dark Night (2016) ho avuto sedici giorni. Avevo una sceneggiatura molto precisa. Ho tagliato alcune scene che pensavo non aiutassero la narrazione. L’andamento narrativo doveva essere come un imbuto, in un certo senso, sempre più stretto. Ci sono alcune scene che mi sono davvero piaciute ma che ho tagliato. È un film abbastanza duro così com’è e non volevo portare la gente fuori da questa spirale. E così siamo andati avanti in termini di atmosfera da thriller, piuttosto che rappresentare momenti reali.

[Tim Sutton]

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Con Robert Jumper, Eddie Cacciola, Aaron Purvis, Shawn Cacciola, Anna Rose Hopkins musiche di Maica ArmatSundance Film Festival 2016 – selezione ufficiale

73a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia – sezione Orizzonti – Premio Lanterna Magica

Data di Uscita:  1 marzo 2018 Durata: 85′

Trailer: www.youtube.com/watch?v=EWtw9CsiOP4&feature=youtu.be

Distribuzione: Mariposa Cinematografica e 30Holding

Gli editori indipendenti si raccontano

Prosegue sabato 24 febbraio alle 11 con il suo secondo appuntamento il ciclo di incontri organizzato dall’associazione culturale Switch on Future in collaborazione con la Luna’s Torta di San Salvario Switch on the brunch

Come nasce una casa editrice indipendente? A provare a rispondere a questa domanda, stavolta è la casa editrice Autori Riuniti, l’unica in Italia formata interamente da scrittori, che racconterà la sua storia in continuo dialogo con il pubblico, proprio durante l’ora del brunch.

Per questo ciclo di incontri sono state scelte tre case editrici indipendenti fra le più importanti e attive in Italia, ognuna con un approccio e una personalità diversa, ma che si caratterizzano tutte per un percorso di ricerca della qualità al di fuori delle logiche di mercato. 

La seconda casa editrice che ci accompagnerà alla scoperta del mondo dell’editoria indipendente è Autori Riuniti. Il progetto nasce dalla volontà di rifarsi alle logiche cooperative degli anni Settanta, quando la nascita di grandi case ruotava proprio attorno alla figura dello scrittore. E per quanto riguarda la loro linea editoriale? Basta dare un’occhiata al loro manifesto: “cerchiamo opere di qualunque genere letterario in cui siano presenti questi tre elementi: la storia, l’affabulazione, lo stile. Sarà una lunga ricerca”. Tutto il resto, dicono, è noia!

La storia della nascita di una casa editrice indipendente spesso coincide con un atto di ribellione, dalla volontà di qualche coraggioso che già orbitava intorno al mondo dell’editoria e della letteratura, ma che a un certo punto ha sentito la necessità di inserirsi all’interno del mercato editoriale e porsi come alternativa.

Switch on the brunch vuole raccontare queste storie al pubblico in maniera diretta e informale. Ogni incontro viene impostato come un dialogo attraverso cui l’editore parla della propria casa editrice, raccontando le fase fondamentali che ne hanno portato alla costituzione. Ogni tappa viene scandita da uno specifico libro: che sia un testo inadeguato al punto da spingere il lettore a farsi editore, un libro che ha ispirato e ha dato lo stimolo che serviva a chi lo ha letto, il primo libro pubblicato…

Dopo aver aperto le danze 3 febbraio con Casasirio, la casa editrice protagonista del terzo e ultimo incontro con Switch on the brunch sarà, sabato 17 marzo, Intermezzi: una realtà dinamica e multimediale, che dedica particolare attenzione agli autori emergenti e alla forma breve.

Sabato 24 febbraio e 17 marzo 2018  
Libreria Luna’s Torta – via Belfiore 50, Torino

Ore 11: inizio incontro con l’editore
Dalle ore 12,30: pranzo (per prenotazioni: info@lunastorta.eu)

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Switch on Future
È un’associazione culturale nata nel 2012 con l’intento di valorizzare e sostenere gli artisti nella realizzazione del loro percorso, favorendone l’incontro con il pubblico. Attraverso la sua attività offre spazi di espressione e di confronto organizzando mostre, concerti, rassegne, workshop, reading. Opera soprattutto tra Bra e Torino, dove Switch on Future ha le sue due sedi. www.switchonfuture.it
 

Luna’s Torta
Situata nella periferia di San Salvario, Luna’s Torta è una “libreria con cucina” dove oltre a caffè, torte e innumerevoli tisane è possibile trovare piatti gustosi e fantasiosi e tanti libri da sfogliare. Da settembre a giugno il locale ospita un ricco calendario di appuntamenti: corsi, presentazione di libri, reading, concerti, spettacoli teatrali e altro ancora. Il calendario degli eventi è consultabile sul sito www.lunastorta.eu.
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Tutti gli incontri:
3 febbraio 2018 – CasaSirio
24 febbraio 2018 – Autori Riuniti
17 marzo 2018 – Intermezzi