Grandi sorprese in questo inizio di 2019 per il pubblico torinese del grande teatro: a febbraio arriva nel capoluogo sabaudo, l’esclusiva italiana del “Tenente Colombo”, l’ispettore più acuto e geniale quanto bizzarro e divertente che sia mai stato trasmesso dal piccolo schermo
Questa volta il Tenente Colombo appassionerà gli spettatori non a casa davanti alla tv ma seduti alle comode poltrone del Teatro Cardinal Massaia di via Sospello 32/C dove,sabato 9 e domenica 10 febbraio, l’amato inquirente trasporterà i presenti nell’atmosfera originaria di oltre cinquant’anni fa per portare in scena un thriller che in Inghilterra ha già fatto registrare a teatro ben cinque anni di sold out. Il tutto riservando agli spettatori alcune gradite sorprese come l’uso, sul palcoscenico, dell’autentico modello dell’impermeabile del Tenente Colombo, o la rivelazione del dettaglio mai svelato del nome della moglie del noto personaggio. A portare in scena l’emozionante giallo, scritto dagli autori originali della serie TV Richard Levison & William Link, saranno Ivan Fabio Perna, uno dei più acclamati interpreti di teatro americano in Italia, il quale firma anche la regia dello spettacolo ricco di colpi di scena e che lo vede protagonista accanto a Marco Manzini nei panni del freddo e cinico dott. Flemming. Gli interpreti si affronteranno in una tenace sfida, fatta di astuzie e contromosse, nella quale soltanto alla fine uno prevarrà sull’altro, dando vita ad un finale sorprendente! Completano il cast: Barbara Cinquatti, Maria Elvira Rao, Claudio Orlotti, Grazia Audero e Sebastiano Drago.
Quale sarà il caso affrontato dal Tenente Colombo nella sala del Cardinal Massaia di Torino?
L’omicidio è quello messo in atto dal Dottor Roy Flemming, brillante psichiatra di Los Angeles stanco del logoro rapporto con la possessiva e nevrotica moglie. Con l’aiuto della sua amante, organizza un ingegnoso assassinio basato su una sostituzione di persona, che gli creerà un alibi all’apparenza perfetto. Il piano creato da Flemming sembra andare per il verso giusto, ma il caso viene affidato ad un bizzarro ufficiale di polizia: il Tenente Colombo. Un tipo molto sospettoso che si rivela un formidabile avversario. Il Tenente appare maldestro, smemorato, inetto e burocrate, ma in realtà si dimostra un sagace professionista e un profondo conoscitore della natura umana. Il guanto di sfida è stato lanciato… Anche a teatro si segue dunque l’impostazione della stessa serie televisiva secondo la quale, sin dalle prime sequenze, lo spettatore conosce l’assassino, perché vede compiere il delitto in diretta… ma è poi fortemente coinvolto dal marchingegno di trappole psicologiche che Colombo metterà in atto per arrivare ad avere le prove tali da incastrare l’autore del crimine. Fra i momenti salienti affrontati dalla regia dello spettacolo figura anche la messa in scena dell’omicidio. Due settimane intense di prove che hanno visto la Cinquatti e Manzini in una drammatica scena di strangolamento iperrealista e mozzafiato che ha fatto letteralmente saltare il pubblico sulle poltrone. Colombo non è solo uno thriller… è anche un giallo, un dramma psicologico e una commedia: insomma due ore emozionanti, divertenti e irripetibili con l’opportunità davvero singolare di vedere dal vivo l’‘impermeabile acquistato nel 1967 da Peter Falk per girare la puntata pilota. La ditta spagnola di produzione esiste ancora adesso ma il modello è andato perduto: con grande emozione Ivan Fabio Perna è riuscito ad avere copie dei modelli originali e in una corsa contro il tempo l’ha fatto confezionare dalla costumista Dina Lo Tartaro. Questa produzione è l’unica al mondo ad avere il modello del trench originale del
Tenente Colombo. La produzione del Tenente Colombo è di LEWIS & CLARK, compagnia nata nel 1999 con l’obiettivo di produrre e mettere in scena un repertorio di opere teatrali americane e anglosassoni. Particolare attenzione viene dedicata alla restituzione della mise-en-scène in grado di rispecchiare la cultura, il tempo e la struttura drammaturgica sviluppata dall’autore. Anima è Ivan Fabio Perna, esperto conoscitore della commedia americana, nonché autore, regista e attore. A New York ha lavorato a fianco degli attori americani Randy Danson e Daniel Von Bargen, in Italia con Franca Nuti, Giancarlo Dettori, Franco Branciaroli, ha inoltre collaborato con il Teatro Stabile di Ancona e con il Piccolo Teatro di Milano. È traduttore del commediografo americano Neil Simon ed è stato il regista del musical in tournée nazionale Moulin Rouge tratto dal film B. Luhrmann. Come autore firma le commedie Questioni di Donne, L’Uomo con la Barba, Terapie di Gruppo, Ti Amo da Morire, Questioni di Famiglia e la saga dell’ispettore Mantovani con Sei Personaggi in Cerca di un Cadavere e Il Mistero delle Lacrime di Giada. Dal 2017 è direttore artistico del “Dreams Festival”, la prestigiosa stagione estiva loanese che ha ospitato nomi come Ranieri, Sgarbi, Masini, Turci, Branduardi e tanti altri. Sarà proprio Perna a calarsi nei panni del Tenente Colombo e far rivivere uno dei miti della storia dei gialli, portandolo a teatro, a Torino.
DOPO 5 ANNI DI SOLD-OUT IN INGHILTERRA, IL 9 E 10 FEBBRAIO LO SPETTACOLO, IN ESCLUSIVA ITALIANA, SBARCA IN CITTA’ CON L’IMPERMEABILE ORIGINALE DELL’INFALLIBILE ISPETTORE PIU’ CONOSCIUTO IN TV
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Informazioni e prevendite:
– Presso le biglietterie del Teatro Cardinal Massaia
– Al numero tel. 011.2216128
– E-mail: prenotazioni@teatrocardinalmassaia.it
– Presso la biglietteria on-line Biglietto Veloce – cliccare su: http://bit.ly/colombo_biglietti
Trailer dello Spettacolo visibile al link: http://bit.ly/trailer_colombo_02
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AL TEATRO CARDINAL MASSAIA
in Via Sospello, 32/c a Torino
Sabato 9 (ore 21) e Domenica 10 Febbraio (ore 16)
LEWIS&CLARK presenta:
Ivan Fabio Perna – Marco Manzini
in
TENENTE COLOMBO
– Prescrizione Omicidio –
di Richard Levison & William Link
















La Trebisonda nasce nel febbraio 2011 a Torino, in un quartiere vivace e multiculturale: San Salvario, vicino alla stazione di Porta Nuova, a Torino. Un posto che conosco bene perché, oltre ad abitarci, ci ho anche lavorato in un progetto di riqualificazione urbana, e quindi ho imparato a conoscerne le risorse, i punti di forza. Il mio modo di interessarmi ai libri e alle questioni politiche, sociali ed economiche mi è parso essere in sintonia con gli interessi e le inclinazioni di tante altre persone che vivono e lavorano qui. Gestire una libreria è stato, da sempre, uno dei miei sogni. Quando, nel 2010, ho incontrato un libraio con cui condividere questo progetto, abbiamo deciso di aprire la Trebisonda, che dall’inizio del 2012 gestisco da sola.
La libreria è frequentata dagli abitanti del quartiere: persone di tutte le età, famiglie, studenti, pensionati. E poi da persone che vengono apposta, da altri quartieri o da fuori Torino. Dai turisti, perché anche San Salvario inizia da qualche anno a beneficiare dell’aumento del turismo in città. Infine, da coloro che frequentano i numerosi appuntamenti che propongo: presentazioni, corsi, laboratori (in questo caso, anche bambine e bambini). San Salvario è un quartiere dall’animata vita serale e notturna e così per cinque anni ho tenuto la libreria aperta tutti i sabati dalle 23 all’una di notte: c’era chi si aspettava che entrassero in libreria ubriaconi e simili, ma la realtà era molto più variegata: non solo giovani a passeggio tra i cocktail bar, ma anche e soprattutto persone e famiglie che andavano o tornavano dalla cena al ristorante e in pizzeria, o che dovevano fare un regalo, proprio come di giorno. In ogni caso è vero che un certo tasso alcolico favorisce l’acquisto!
Forse il libraio, la libraia di questi anni è una persona che cerca di capire dove si trova la sua libreria, il posto in cui si colloca, in quale tempo storico e in quale quartiere e città, tutti elementi che rendono possibile un’interazione con quello che succede al di fuori della libreria. Uno scambio in cui la libreria dà anche degli input, che non sono solo gli incontri sul libro del momento, ma anche serate a tema, focalizzate su figure letterarie o politiche di rilievo o temi di attualità; e pure un allestimento particolare della vetrina. Questo è un messaggio potente secondo me, perché l’aspetto visivo è importante e va tenuto in debito conto. Forse negli anni è diventata un po’ obsoleta l’immagine – certamente affascinante – del libraio che se ne sta nel suo antro polveroso pieno di tomi antichi e introvabili. Se c’è un modo per rendere vivo questo mestiere è diventare parte attiva di quello che succede intorno: non più chiusura ma apertura, scambio con quanto si trova fuori. Non è invece venuta meno la funzione “orientativa”, anzi direi che è ancora più preziosa, vista la quantità di libri immessi sul mercato giorno dopo giorno, anno dopo anno. A maggior ragione, lavorando con la piccola editoria e con autori e autrici non ancora molto noti, i lettori si affidano maggiormente al consiglio della libraia o del libraio.
La Trebisonda ha una pagina facebook e un account instagram. Altro modo di essere “social” è l’invio della newsletter. Non vado matta per facebook, anche se talvolta favorisce incontri altrimenti impossibili; però mi pare che il tempo che finiamo per dedicargli sia troppo. Tempo sottratto non solo alla lettura, ma anche alla famiglia, agli amici, alla cura del proprio corpo… A livello di lavoro, mi pare che le proposte più interessanti scaturiscano da incontri de visu; certo la piattaforma social può essere una vetrina; ma forse non è un caso che, spesso, chi più dà riscontri positivi online poi non si faccia mai vedere in libreria: sarà un modo per sgravarsi la coscienza?
I bambini sono naturalmente curiosi e attratti dalla bellezza, e i libri, anche se in casa non ce ne sono, li incuriosiscono assai. Non è impossibile che un bambino inizi a leggere anche se i genitori non leggono. Certo, è difficile. Ma anche i piccoli lettori possono – speriamo temporaneamente – disamorarsi della lettura, quando diventano adolescenti e dai coetanei ricevono messaggi sconfortanti: leggere è noioso, chi legge è uno sfigato. Come libraia consiglio, ai bambini che non amano leggere “tanto”, i fumetti. Il fumetto ha il pregio di poter essere letto anche dai ragazzini che, per qualche motivo, in adolescenza smettono di leggere i libri. In alternativa, una storia, magari illustrata, breve, che vada incontro agli interessi del bambino o della bambina: l’informatica ad esempio, i dinosauri, le sirene, ecc.
Più che una minaccia vorrei vederla come una maniera di integrare le possibilità di chi legge. Pensiamo a chi viaggia spesso o a lungo: impossibile portarsi dietro dei tomoni, no? Certo il numero di chi legge solo con e-reader è in aumento, ma mi pare sia comunque una percentuale poco rilevante. Il problema vero, semmai – scopro l’acqua calda – è che in Italia si legge poco, sia su carta sia su supporto elettronico.
