CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 670

Global Summer Festival

#globalcommunity

Sabato 23 settembre 2017, in una location non convenzionale come il Parco della Certosa a Collegno verrà realizzata la prima edizione del Global Summer Festival, innovativo e unico nel suo genere, a partire dal luogo dell’evento. Dalle h.14.00 alle h.02.00 l’area , tutto legato da musica di eccellenza.si arricchirà di giochi interattivi, performers, messaggi sociali e street food. Uno “Stage a Terra ” di Street Music e’ destinato alla musica acustica con Afrobeats ,Reggeaton ,Hip Hop ,Classica e al vlogging, mentra il secondo è un Mainstage dinamico e accattivante come si usa nei piu’ grandi Festival estivi dove si alterneranno i vari sound storici della elettrodance italiana e internazionale in esclusiva inedita per il Global Summer Festival tra cui GABRY PONTE, I VINAI, PARHASAR, ,MARNIK ,PAKY &JARO ,DROP, B-SIDE PROJECT,DANKO,MARGOT .RODJA. La collaborazione tra Global Summer Festival e l’Associazione Culturale EloVir92 ha in questa prima edizione come claim #globalcommunity per realizzare i messaggi sociali in sintonia con la generazione dei DUEMILA. La parola Global sta per qualcosa che racchiuda l’insieme, che renda omogeneo e unito, che dia il senso di uguaglianza senza distinzioni, che porti innovazioni e progresso e noi vogliamo partire da qui. La musica è la maniera per connettere e mettere in relazione un mondo che deve, nel suo futuro più prossimo, essere senza frontiere, senza differenze di sesso, razza, età, religione, filosofie e stili. Viviamo un presente di giovani spersi e meno fiduciosi tuttavia esistono realtà e talenti che iniziano a fare impresa, a connettersi tra loro, a creare un diverso tipo di lavoro, a trasformare idee in modelli di business alternativi legandoli al mondo digitale e globale credendo nella sinergia e nel gruppo e nella ” non differenza”. Anche la musica segue questa trasformazione, l’aiuta, la implementa e fa da cassa di risonanza di questo cambiamento…globale!

per info : 011 591709/ 335 6466233

info@libraconcerti.it

elovir92@gmail.com

biglietterie : Xceed, Ticketone e Libra Concerti

 

La cultura non ha fine

“La cultura non ha fine” è il titolo della conferenza stampa convocata dall’Unione volontari culturali associati (Univoca) per lunedì 18 settembre alle 17 all’Urp dell’Assemblea regionale, in via Arsenale 14/G, a Torino, per presentare il programma della III Settimana della Cultura, che si svolge da venerdì 22 settembre a domenica 1° ottobre. Per far conoscere a un pubblico sempre più numeroso le proprie iniziative, sempre il 18 settembre l’Unione inaugura, nello spazio espositivo dell’Urp, una mostra composta da una ventina di pannelli che illustrano le attività e gli eventi proposti dalle oltre venti Associazioni di volontariato che la compongono ed evidenziano i temi del volontariato culturale e i suoi valori: gratuità, servizio, tutela e promozione dei beni culturali. Fanno parte dell’Unione l’Associazione Ricerca e valorizzazione artisti pittori piemontesi (Arvapp), Alfatre gruppo teatro, Amici dell’arte e dell’antiquariato, Amici della Fondazione Ordine Mauriziano, Amici della Sacra di San Michele, Amici della Scuola Leumann, Amici di Avigliana, Amici di Palazzo Reale, Associazione di volontariato culturale Amico libro, Associazione Amici del Museo Pietro Micca e dell’assedio di Torino 1706, Associazione Amici dell’Educatorio della Provvidenza, Associazione Casa del teatro sacro e popolare, Associazione Circolo culturale Tavola di smeraldo, Associazione culturale Athena, Associazione culturale Filocalia, Associazione Mus muris, Associazione per gli studi di storia e architettura militare, Centro culturale Vita e pace, Gruppo archeologico torinese. Imago Sabaudiae Onlus e Associazione per la valorizzazione delle tradizioni storico-nobiliari (Vivant).

La mostra – visitabile dal lunedì al giovedì dalle 9 alle 12.30 e dalle 14 alle 15.30 e il venerdì dalle 9 alle 12.30 – rimane aperta fino al 20 ottobre.

Reading per Vanchiglia

In occasione di LOV Vanchiglia Open Lab, Miraggi Edizioni anima Vanchiglia
dalle 16 con Miraggi Itineranti, reading di alcuni dei suoi autori più
rappresentativi (Luca Ragagnin, Claudio Marinaccio, Francesco Deiana,
simone carta, Carlo Molinaro), e alle 18 presenta alla Libreria Linea 451
i due nuovi romanzi in uscita a ottobre: San Francisco Rock di Marcello
Silvio Oliviero e Agenzia Pertica di Luca Ragagnin. I reading si terranno allo Studio 38, che per l’occasione inaugura la sua attività con un brindisi finale alle 18.30, al Chiosco dello Zoo, alla
libreria Linea 451, al Porto Ribeca e al Sofà Café Torino.
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Il programma

LIBRERIA 451 (via Santa Giulia, 40/a)
16.00 Marinaccio
16.25 Ragagnin
16.50 Carta
17.15 Molinaro
17.40 Deiana
18.05 Presentazione prossime uscite ottobre Miraggi: Oliviero / Ragagnin

PORTO RIBECA (via Tarino, 2)
16.00 Deiana
16.25 Marinaccio
16.50 Ragagnin
17.15 Carta
17.40 Molinaro

SOFA’ CAFE’ (via Balbo, 10/d)
16.00 Molinaro
16.25 Deiana
16.50 Marinaccio
17.15 Ragagnin
17.40 Carta

STUDIO 38 (via Bava 38) con la partecipazione esclusiva di Paolo Angelo
Parpaglione (Africa Unite – Bluebeaters)
16.00 Carta
16.25 Molinaro
16.50 Deiana
17.15 Marinaccio
17.40 Ragagnin

IL CHIOSCO DELLO ZOO (via Bava, 30/g)
16.00 Ragagnin
16.25 Carta
16.50 Molinaro
17.15 Deiana
17.40 Marinaccio

Javier “Stakanov” alla Mostra di Venezia

 

Javier Bardem

Sin da “L’amore ai tempi del colera”, tratto dal capolavoro di Gabriel Garcia Marquez, Javier Bardem, lo scialbo Florentino, nel film di Mike Newell, innamorato senza speranza di una splendida Fermina-Giovanna Mezzogiorno a sua volta attratta da quel gran bel fustaccione di Hactor Elizondo per tutta la durata del lungometraggio fino a quando, anziani (dopo 51 anni, 9 mesi e 4 giorni), questo sentimento viene misericordiosamente contraccambiato, ha dimostrato una grande capacità di interiorizzazione dei personaggi, tipica dei grandi attori. Se in film horror banali come “Mother”, di Darren Aronoksky (ho trovato questo film presentato alla 74ma Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, il cui termine è stato accolto da non pochi fischi e “buuu”, guardabile solo per il ritmo in cui si sono susseguiti per tutta la seconda parte della pellicola gli effetti speciali e, segnatamente, quelli acustici relativamente agli sbattimenti di porte), che presenta riferimenti a immagini fin troppo note del “genere”(a tratti delirante, privo di coerenza, insomma un fallimento mascherato da film grandioso) Javier non riesce ovviamente( ci vorrebbe Superman)ad imporsi( così come pure le brave e belle Jennifer Lawrence e Michelle Pfeiffer), in quelli dove c’è “cuore” ci riesce come pochi altri. Sicchè troviamo una Penelope Cruz, moglie dell’attore canarino, che ha dichiarato durante la Conferenza Stampa susseguita alla Prima, sempre nell’ambito della kermesse lagunare di quest’anno, di “Loving Pablo”, di Fernando Leon, di cui era co-protagonista ancora con Bardem, che il buon Javier era “tanto” Pablo (Escobar) da darle la nausea. In effetti, anche fisicamente, il Re dei Narcos era reso in modo perfetto (tanto che i 20 kg che Bardem aveva dovuto prendere per somigliare ancor più a Pablo ancora non parevano smaltiti durante la passeggiata sul Red Carpet). Storia avvincente e fedele ad un periodo che ha cambiato i peggio la vita di questo nostro Mondo, sempre più alla ricerca dell’effimero, la cui sostanza, parimenti negativa, spesso è solo più quella di rimpinguare gli Imperi finanziari del male.

Paolo Turati

 

 

La spada di Enea

Savigliano incontra il mondo etrusco e quello romano a Palazzo Taffini d’Acceglio. C’è la spada di Enea, del VII secolo a.C., restituita dalla terra ma è solo leggenda e grande epopea, che faceva parte del corredo funebre di un guerriero vissuto nell’età degli Eroi, c’è la grande clava di bronzo di Ercole, che il figlio di Zeus, amato da Etruschi e Romani, usò per superare immani fatiche pur di raggiungere gli dèi nell’Olimpo celeste e c’è Eros bambino che dorme sulla pelle del leone, opera attribuita a Michelangelo conservata nel Museo di Antichità di Torino. Sono alcuni dei pezzi pregiati esposti nella mostra “Enea e gli Etruschi” allestita nella Sala degli Dei di Palazzo Taffini per iniziativa dell’Associazione “Le Terre dei Savoia” che riunisce una cinquantina di Comuni delle province di Torino, Asti e Cuneo, impegnati a valorizzare il territorio sotto il profilo culturale e turistico. Tra i suoi progetti, finanziati in parte dagli organismi europei, spicca il Mùses Accademia Europea delle Essenze, che oggi è un grande spazio museale all’interno dello storico edificio saviglianese. Storia e leggenda, dipinti e reperti si intrecciano idealmente nell’esposizione a Palazzo Taffini che un tempo accoglieva i regnanti e oggi ospita oggetti e sculture di grande valore provenienti dai principali musei etruschi del Lazio, della Toscana e dal Museo di Antichità di Torino. Gli antichi affreschi del Seicento sono ora visibili al pubblico e descrivono le gesta di Enea, eroe troiano progenitore dei Romani, intrecciandole con la celebrazione di Casa Savoia e della famiglia Taffini all’epoca di Maria Cristina di Francia. Trionfano il mito di Enea, l’origine etrusca dei Troiani e la storia della fondazione di Roma che danno vita a un mitico racconto in cui i Duchi di Savoia e la famiglia Taffini vengono esaltati e glorificati insieme. Gli otto affreschi mostrati ai visitatori rievocano alcuni episodi tratti dall’Eneide di Virgilio e dalle Historiae di Tito Livio e riguardano le armi di Ettore, Enea e Didone, la discesa di Enea agli Inferi, la madre Venere che consegna le armi a Enea, lo scudo di Enea: Orazio Coclite, l’assedio dei Troiani, il soccorso al campo di Troia e il duello finale tra Enea e Turno colpito a morte dalla spada di Enea. La rassegna è arricchita da splendidi gioielli, da un olfattorio di 24 vasi di vetro di Murano che ricordano i vasi etruschi, contenitori di rari e preziosi profumi, e da un omaggio ai personaggi di Caterina de Medici e Maria Cristina di Francia, duchessa di Savoia, rappresentate con lussuosi vestiti storici. La mostra è curata da Umberto Pecchini (Associazione Le Terre dei Savoia) , Loredana De Robertis, Gabriella Pantò e Simona Rafanelli con il sostegno della Cassa di Risparmio di Savigliano, proprietaria di Palazzo Taffini. É visitabile fino al 7 gennaio 2018, dal martedì alla domenica, dalle ore 10 alle 13 e dalle 14 alle 18.

 

Filippo Re

 

La GAM, il museo rinato dalle macerie della guerra

Capire l’arte contemporanea non è affatto semplice, ma si sbaglia a pensare che la sua comprensione sia riservata solo a una ristretta élite di esperti. Per imparare a conoscerla ed apprezzarla a Torino non esiste museo migliore della GAM, la Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea. Con la sua immensa collezione, costituita da oltre 45 mila opere tra dipinti, sculture, installazioni e fotografie a cui si devono aggiungere una ricca raccolta di disegni e incisioni e una delle collezioni di film e video d’artista più importanti a livello europeo, la GAM rappresenta a livello italiano un punto di riferimento fondamentale per lo studio dell’arte contemporanea. Ciò è determinato non solo dalla ricchezza delle sue collezioni, ma anche dal fatto che il museo gode di un importante primato: infatti, Torino è stata la prima città italiana – nel 1863 – a istituire una raccolta di opere d’arte contemporanea all’interno del proprio Museo Civico.

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Da quella prima raccolta embrionale nasce e progressivamente cresce la Galleria d’Arte Moderna che – come raccontato nella piccola e interessante mostra Dalle Bombe al Museo. 1942-1959, visitabile sino a novembre – vive una stagione di vera e propria rinascita nel secondo dopoguerra. Dopo che nel 1942 un bombardamento aereo danneggia le opere e l’edificio di corso Galileo Ferraris che le ospitava, il museo chiude i battenti. Nel 1950 viene indetto il bando di concorso per la costruzione di una nuova sede per la Galleria: a vincerlo sono i giovanissimi architetti ferraresi Carlo Bassi e Alfredo Boschetti che, azzardando, presentano un progetto innovativo e sperimentale, capace di colpire la commissione giudicatrice. Conclusa la costruzione del nuovo edificio di Via Magenta 31, che ancora oggi è la sede del museo, e portati a termine i lavori di allestimento e ordinamento della nuova GAM, nel 1959 il museo nato dalle macerie della Seconda guerra mondiale viene nuovamente aperto al pubblico e viene celebrato come una delle istituzioni culturali più moderne d’Europa.

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La volontà di mantenere intatto tale importante primato ha spinto i direttori che si sono succeduti nel corso del tempo a compiere delle scelte all’insegna dell’innovazione e della sperimentazione. Così, dal 2009 le opere della GAM non sono più ordinate secondo la tradizionale successione cronologica, ma sono disposte secondo un ordinamento non convenzionale, di tipo tematico. La visita all’interno del museo si suddivide perciò in quattro differenti percorsi, ciascuno dei quali dedicato a un tema. Al primo piano si incontrano i percorsi dedicati all’infinito e alla velocità, concetti trasversali indagati sin dal XIX secolo impiegando differenti tecniche artistiche. Le ampie e luminose sale al secondo piano ospitano invece le opere che raccontano tutte le possibili declinazioni dell’etica e le molteplici forme della natura. Fanno parte di quest’ultima sezione opere di straordinario valore artistico come Aprile, paesaggio malinconico di Antonio Fontanesi, Bianco e Sacco, opere polimateriche di Albero Burri, e L’aratura, dipinto realizzato nel 1926 da Fortunato Depero che, facendo propria la lezione dei futuristi, elabora uno stile personale dal tratto geometrico inconfondibile.

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Per non tradire uno degli obiettivi che ne hanno determinato la nascita – avvicinare il grande pubblico all’arte contemporanea – la GAM propone costantemente interessanti attività e laboratori destinati ad adulti e bambini. Ormai è divenuta una consuetudine la partecipazione alla Giornata Nazionale delle Famiglie al Museo, che quest’anno verrà celebrata domenica 8 ottobre affrontando un tema di stretta attualità, «La cultura abbatte i muri». Protagoniste della giornata saranno le opere prodotte dalla fine degli anni Cinquanta dagli artisti giapponesi del movimento d’avanguardia Gutai, che ha aperto una profonda riflessione sul rapporto tra l’arte orientale e le produzioni artistiche dell’Occidente dimostrando che, esattamente come accade ancora oggi, le frontiere da abbattere sono innanzitutto quelle che esistono nella mente delle persone.

Giulia Amedeo

Natura in movimento

17 settembre 2017 dalle ore 15
Nei Giardini della Reggia di Venaria Reale
ingresso da Piazza della Repubblica 4, Venaria (TO)

Sono ospiti di questa edizione la compagnia francese LÈVE UN PEU LES BRAS, la compagnia italiana AREAREA con le piéce Primavera e Autunno tratte dal loro spettacolo Le Quattro Stagioni, con il sostegno dell’Ambasciata di Israele il danzatore piemontese ANDREA COSTANZO MARTINI che da molti anni vive a Tel Aviv collaborando con rinomate compagnie internazionali e la NUOVA OFFICINA DELLA DANZA con allievi dell’International Contemporary Dance Program diretti da ANDREA COSTANZO MARTINI & ELLA ROTHSCHILD

BIGLIETTI DI INGRESSO
compresi in tutti i ticket di ingresso alla Reggia con informazioni specifiche in
www.lavenaria.it/web/it/visita/quanto-costa/reggia-e-giardini.html
#reggiadivenaria   |   www.lavenaria.it

“Natura in Movimento” è un festival di danza che offre al pubblico e ai visitatori spettacoli e performance di altissima qualità nei suggestivi spazi dei Giardini della Reggia di Venaria Reale.
il grandioso complesso monumentale alle porte di Torino, capolavoro dell’architettura e del paesaggio barocco universale, uno dei principali siti di interesse turistico in Europa e Patrimonio dell’Umanità Unesco, nel 2016 ha stabilito il proprio record di oltre un milione di ingressi paganti e nel 2017 sta festeggiando i suoi primi 10 anni di attività.  Arrivata alla sesta edizione, “Natura in Movimento” è un’eccezionale iniziativa che valorizza ulteriormente la magnificenza dei Giardini della Reggia e che consente ai visitatori di ammirarli in un’ottica differente, palcoscenici naturali ma anche protagonisti di poetiche creazioni. Alle compagnie artistiche vengono richieste esibizioni site specific, trasformate e riadattate ai bellissimi spazi, che diventano così essi stessi attori di magiche ed uniche rappresentazioni.  Una fusione armoniosa tra la bellezza della natura e dell’arte, dell’antico con il contemporaneo e dell’uomo con l’universo che crea nuovi immaginari per il pubblico e ne suscita nuove sensibilità.

LE COMPAGNIE ARTISTICHE ospiti sono la compagnia francese LÈVE UN PEU LES BRAS, da Udine la compagnia AREAREA con le piéce Primavera e Autunno tratte dallo spettacolo Le Quattro Stagioni, con il sostegno dell’ambasciata di Israele il danzatore piemontese ANDREA COSTANZO MARTINI che da molti anni vive a Tel Aviv, collaborando con rinomate compagnie quali la Batsheva Dance Company di Israele ed il Cullberg Ballet di Stoccolma e la NUOVA OFFICINA DELLA DANZA di Torino con allievi dell’ICD – International Contemporary Dance Program diretti da ANDREA COSTANZO MARTINI & ELLA ROTHSCHILD che presentano un nuovo spettacolo creato in collaborazione con Anticorpi XL – Network per la Giovane Danza D’autore
Questa sesta edizione, realizzata dal Consorzio La Venaria Reale con il contributo di Fondazione Piemonte dal Vivo e con il coordinamento della Fondazione Via Maestra, conferma le sue prerogative di festival internazionale che propone creazioni innovative che si ispirano al rapporto tra uomo e natura e che, più in generale, indagano la coscienza umana. 

Gli spazi di Giardini della Reggia protagonisti della kermesse sono l’Allea di Terrazza, la Terrazza della Regina ed il Patio dei Giardini. Il pubblico potrà però ammirare tutti gli altri spazi nei percorsi che farà per raggiungere lo spettacolo seguente oppure con le visite guidate proposte dalla Reggia, alcune particolare e divertenti con il trenino Freccia di Diana, la Gondola o la Carrozza a Cavallo. I GIARDINI DELLA REGGIA sono il risultato di uno stretto connubio tra antico e moderno, di un dialogo virtuoso tra insediamenti archeologici e opere contemporanee. Con la monumentale statua dell’Hercole Colosso, originariamente posizionata all’interno della Fontana dell’Ercole, che dialoga con le opere  di noti artisti contemporanei come Giuseppe Penone e Giovanni Anselmo, le grotte seicentesche, i resti del Tempio di Diana, la rinata Peschiera Grande, il Gran Parterre, le Allee, il Giardino a Fiori e delle Rose e il Potager Royal più grande d’Italia, non ha riscontri analoghi fra i giardini storici italiani per la magnificenza delle prospettive e la vastità del panorama naturale circondato dai boschi del Parco La Mandria e dalla catena montuosa delle Alpi.



IL PROGRAMMA DELLA GIORNATA

Il primo e l’ultimo appuntamento sono con la compagnia AREAREA che ha la sua residenza a Udine e presenta due pièce tratte dal loro spettacolo “Le quattro stagioni” nel suggestivo Patio dei GiardiniAlle ore 15:00 viene presentata la  Primavera e in chiusura alle ore  17:30  sarà la volta dell’Autunno. Nelle creazioni, il coreografo Roberto Cocconi ha guidato i due gruppi di artisti in un perpetuo andirivieni di concentrati d’energia, slanci improvvisi, urla silenziose, smarrimenti, perdite di senso ed impennate continue. Con spontaneità gli artisti faranno entrare il pubblico all’interno delle Quattro Stagioni di Vivaldi con coreografie di danza nelle quali si rinnova l’incanto di una composizione musicale sublime, con gli interpreti che si avventurano nel mondo dei sensi in una mescolanza espressiva aperta alla sorpresa del divenire. In Primavera l’assistenza alla coreografia è di Anna Savanelli ed i danzatori sono Gioia Martinelli, Irene Ferrara, Marco Pericoli, Nicol Soravito e Carolina Valentini. Nella pièce, giovani donne danzano nell’aria tersa quasi ninfe nel giardino delle Esperidi, rinascenti da mille notti di favole. Allacciate alla terra, coi piedi corrono gioiose incontro alla luna che quando si avvicina troppo alla terra fa impazzire tutti. La musica è la Primavera di Vivaldi nella versione riscritta da Max Richter e eseguita dal vivo da Federico Albanese.

Alle ore 15.45 nella Allea di Terrazza la compagnia francese LÈVE UN PEU LES BRAS presenta With, spettacolo di danza e teatro burlesque sull’amicizia, il cameratismo e la condivisione. Un insieme di gesti acrobatici, influenzati dalla danza contemporanea, hip-hop e arti marziali, con  approcci scenici, passi e atteggiamenti divertenti e insoliti. Gesti sorprendenti,  situazioni bizzarre e dei tocchi di mimo punteggiano il movimento. Tutto è misto, mescolato…e crea un dialogo burlesque tra i due ballerini. L’ispirazione è venuta da tutte le situazioni divertenti e insolite che si possono osservare ogni giorno in strada.  L’ideazione e l’interpretazione sono di Paul Canestraro e Clément Le Disquay, la produzione è della compagnia Production in coproduzione con la Association Beaumarchais-SACD.

Alle ore 16.30 nella bellissima Terrazza della Regina è la volta di What Happened in Torino, spettacolo di e con ANDREA COSTANZO MARTINI che viene presentato con il sostegno dell’Ambascaita di Israele. Creazione del 2013, fu presentata in anteprima all’Internationales Solo-Tanz-Theater Festival Stuttgart di Stoccarda nel marzo dello stesso anno ricevendo il primo premio sia per la danza che per la coreografia. Il lavoro del danzatore si concentra sul rapporto tra il suo corpo e l’atto di essere sul palco, in una lotta tra la ricerca di presenza e la sensazione di essere intrappolati.  Andrea in questo lavoro si occupa dello sguardo dell’altro, e di come influisce sul suo modo di essere. Essere guardato come un trigger per il piacere, ma anche come una forza pietrificante che lo tiene sul posto contro la sua volontà.

Alle ore 17.00 si torna nella Allea di terrazza  per assistere a Q2Q, spettacolo a cura di ANDREA COSTANZO MARTINI & ELLA ROTHSCHILD con i danzatori della NOD INTERNATIONAL CONTEMPORARY DANCE PROGRAM. Il lavoro presentato sarà il risultato di un primo incontro tra i due esperti coreografi ed alcuni danzatori della Nuova Officina della danza A.s.d selezionati per la partecipazione al format ICD International Contemporary Dance Program Come ogni primo incontro si apre alla sorpresa, all’enigma e al delicato ascolto. Proprio la relazione tra delicatezza e forza esplosiva, tra fragilità e chiarezza formale sono l’ossatura di questo momento di condivisione tra giovani performers e pubblico, dove il senso e la narrativa preferiscono lasciare spazio al corpo, al movimento e al ritmo interno che anima ogni singolo danzatore. La Nuova Officina della danza A.s.d., è una associazione di Torino specializzata nella formazione di giovani danzatori e professionisti dell’arte, che si è costituita negli ultimi anni come polo di riferimento in Europa per la diffusione della grande coreografia e del repertorio contemporaneo. Il format ICD International Contemporary Dance Program è un percorso nato nel 2015 e strutturato per un numero più ristretto di studenti che, spesso con una borsa di studio, affrontano una trimestralità continua di formazione anche con sharing pubblici e partecipando a molte iniziative.

Alle ore 17:30  si conclude da dove si era partiti, nel Patio dei Giardini e sempre con la compagnia AREAREA che questa volta presenta la performance Autunno. L’Autunno è tempo di transizione, tempo per rivolgersi all’interno, passaggio tra ciò che è visibile e ciò che è invisibile. Le gioie dell’amore primaverile, la ricchezza vitale e feconda dell’estate lasciano posto all’indugio introspettivo in un malinconico declino verso la madre terra. E così nella performance uno sparuto gruppetto di uomini tergiversa sui suoi passi, attardando il più possibile ogni piccola decisione, ponderando che la separazione tra gli opposti prima o poi si assottiglierà fino a scomparire. E tra il mesto girovagare e l’agonistico vigore, complice una stravagante consonanza, gioiscono e danzano allegramente sotto l’albero dei riti antichi. L’assistenza alla coreografia è di Luca Zampar ed i danzatori sono lo stesso Luca Zampar insieme a Luca Campanella, Roberto Cocconi, Andrea Rizzo e Daniele Palmeri. La musica è l’Autunno di Vivaldi nella versione riscritta da Max Richter e eseguita dal vivo da Federico Albanese.

Torinodanza 2017. Un mélange di gusti e stili dove si incontrano le diversità

Si è aperto martedì il Festival di Torinodanza 2017 realizzato dal Teatro Stabile di Torino con un classico senza tempo, Romeo e Giulietta. Lo spettacolo è firmato Angelin Preljocaj, coreografo di fama internazionale che per la sua intensità e capacità di contaminare stile classico e contemporaneo è stato paragonato al grande Bejart. Passione, conflitti sociali, ingiustizie, barricate fanno da sfondo a questo amore impossibile che continua a scuoterci, perché le barriere continuano ad attraversare il nostro pianeta. E lo sa bene Preljocaj che è nato in una famiglia albanese fuggita dalle persecuzioni del regime dittatoriale per rifugiarsi nella banlieue parigina. Ispirato dalla lettura del visionario capolavoro di George Orwell, 1984, Preljocaj proietta il dramma di Shakespeare nei regimi totalitari dell’Est. Tutto ruota intorno al contrasto fra due opposte fazioni: da una parte la classe dirigente e la milizia che hanno il compito di assicurare l’ordine sociale, incarnati dalla famiglia di Giulietta e dall’altra il popolo dei miserabili, rappresentato dalla famiglia di Romeo. In questa dittatura Romeo e Giulietta non possono legarsi per una legge che impedisce persino la libertà di innamorarsi. In un’ambientazione futurista, curata da Enki Bilal, che ricorda la Metropolis di Fritz Lang, i 24 ballerini accompagnati dalla solenne e travolgente musica di Prokofiev si muovono con movimenti scarni, marziali, precisi e dirompenti. Più sensuali e commoventi i gesti di Giulietta e Romeo interpretati dagli eccezionali Yuriè Tsugawa e   Jean-Charles Jousni. I due protagonisti indossano costumi bianchi di un candore che contrasta con le divise nere dei militari e i panni logori e colorati dei popolani, tutti curati dallo stilista francese Azzedine Alaïa.

 

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Il progetto fu creato nel 1990 per il Lyon Opera Ballet e fu subito un capolavoro che lanciò Preljocaj sulla ribalta internazionale. Lo spettacolo, andato in replica ieri sera,  è in collaborazione con la Francia in Scena ed è inserito in MiTo Settembre Musica e ha dato il via ad un programma ricco ed articolato che si compone in 16 serate fino al 1 dicembre. Ultima edizione per il direttore Gigi Cristoforetti che si sposterà a Reggio Emilia e ha commentato così questo cartellone: “Torinodanza ha sempre cercato di non limitare propria identità ad un gusto piuttosto che ad uno stile, e si è posto l’obiettivo di portare in scena dimensioni diverse della danza del nostro tempo. Per accompagnare in teatro pubblici diversi, generazioni e passioni differenti. In una fase storica nella quale la diversità è solo uno slogan e le convivenze sono spesso difficili, questo festival esprime un punto d’incontro davvero aperto”. E infatti gli spettacoli dall’alto profilo qualitativo presenti fino al 1° dicembre promettono di accontentare tutti i gusti. 24 spettacoli, 28 rappresentazioni, 9 fra prime nazionali e assolute, 4 coproduzioni, 15 compagnie ospitate provenienti da 7 diverse nazioni (Burkina Faso, Francia, Germania, Inghilterra, Italia, Paesi Bassi, Spagna).

 

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È sufficiente citare il nome di alcuni coreografi per dare un’idea dell’alto livello artistico di questo festival: Angelin Preljocaj, Jiří Kylián, Hans van Manen, Lucinda Childs, Trisha Brown, Ohad Naharin, Nacho Duato, Hofesh Shechter, Emio Greco, Sharon Eyal, Gai Behar. Da non perdere la prima assoluta di due spettacoli di Arteballetto e la Serata di Gala dedicata ai premiati di Danza&Danza, storica rivista fondata a Milano nel 1986. La Candoco Dance Company ci trasporterà nell’universo della diversa abilità nella danza e il Collectif Petit Travers ci proietterà in un mélange di danza e giocoleria. Ci sarà posto anche ad un omaggio al re dell’afrobeat, Fela Kuti, con Serge Aimé Coulibaly e al nuovo lavoro di Philippe Decouflé e Emio Greco con l’immortale Boléro. Torinodanza non dimentica i giovani talenti italiani: Daniele Albanese e Annamaria Ajmone che indagano nuovi linguaggi innovativi. Anche quest’anno la consueta Parata sabato 16 a Torino e il giorno dopo a Chàmbery darà il segnale di partenza del Festival. “La Parade Moderne” di questa edizione si ispira agli artisti della prima metà del Novecento: Magritte, Ernst, De Chirico, Léger, Munch, Arp, Brauner, Malevich.

 

Giuliana Prestipino

Lo Stabile primo per i fondi spettacolo

IL FESTIVAL TORINODANZA SI CONFERMA AL TOP DELLE RASSEGNE DI DANZA

Oggi sono state pubblicate sul sito web della Direzione Generale dello Spettacolo dal Vivo del MiBACT le assegnazioni del FUS (Fondo Unico dello Spettacolo) per l’anno 2017.Con un contributo di 2.714.158 euro, in crescita di 177.561 euro (pari al 7% che è l’aumento massimo previsto) rispetto all’esercizio precedente, il Teatro Stabile di Torino si conferma come il Teatro Nazionale più finanziato dal FUS, considerato che il Piccolo di Milano gode di una legge speciale.

Grande soddisfazione esprimono il Presidente Lamberto Vallarino Gancia e il Direttore Filippo Fonsatti: «Il sensibile aumento del punteggio qualitativo e quantitativo assegnato allo Stabile e il conseguente incremento del contributo FUS nella misura massima consentita dalle norme vigenti premia il livello artistico del nostro progetto, la capacità produttiva, gli indici occupazionali, l’ampia partecipazione del pubblico – affermano i vertici dello Stabile – e costituiscono le migliori premesse per il prossimo triennio».

Altrettanto positivo il risultato conseguito dal festival Torinodanza, organizzato dal Teatro Stabile, che ha ottenuto 114.576 euro di contributo FUS, anch’esso in crescita del 7% rispetto al 2016, consolidando la manifestazione torinese quale primo festival italiano di danza. Tale riconoscimento giunge nel giorno dell’inaugurazione dell’ultima edizione del festival firmata da Gigi Cristoforetti, cui va il ringraziamento più sincero per il grande lavoro svolto in questi anni.

«La capacità di attrarre sul nostro territorio 2.828.734 euro di contributi ministeriali oltre a 776.244 euro di fondi europei – concludono Vallarino Gancia e Fonsatti – si deve anche al cofinanziamento delle amministrazioni locali, Città di Torino, Regione Piemonte, Città di Moncalieri, e degli altri soci privati dello Stabile, Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT, che con il loro convinto sostegno garantiscono al Teatro lo svolgimento ottimale delle funzioni pubbliche a favore della comunità e il posizionamento ai vertici della scena nazionale e internazionale».

Recitare per la macchina da presa

Compagnia lilithteatronirico in collaborazione con Associazione Passages

Le iniziative sul territorio del progetto “COMMONS. La Contrada si racconta” proseguono sabato 16 e domenica 17 settembre, con uno stage proposto dalla Compagnia lilithteatronirico per far conoscere e sperimentare le basi della recitazione cinematografica e televisiva. L’appuntamento rappresenta una nuova tappa del programma COMMONS. La Contrada si racconta promosso dall’Associazione Passages per valorizzare i patrimoni conservati negli archivi e nelle biblioteche, mettendoli in dialogo con le memorie e le esperienze di ogni giorno attraverso nuove dimensioni narrative. Dopo il successo dello spettacolo itinerante promosso lo scorso maggio per raccontare personaggi e curiosità della Contrada, ora l’attenzione si sposta sui commercianti e gli artigiani di questo angolo di Torino così ricco di storia. Fonti di archivi e biblioteche, trasformate in sceneggiatura, verranno affidati agli attori che parteciperanno allo stage e, teatralizzate, confluiranno come performance video nei tour narrati che si svolgeranno il prossimo ottobre nella Contrada.

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STAGE “RECITARE PER LA MACCHINA DA PRESA”

Promosso dalla Compagnia lilithteatronirico con Associazione Passages T.O.MOO.C. Conduce: Noemi Binda

Recitare per una cinepresa richiede competenze differenti dalla recitazione teatrale, pur trattandosi sempre della medesima, meravigliosa arte. Quali sono le analogie e quali le differenze? Si parte da questa tematica fondamentale per affrontarne molte altre, sia dal punto di vista teorico, visionando ed analizzando alcuni spezzoni di film, che dal punto di vista pratico, attraverso esercizi mirati, in parte eseguiti davanti alla videocamera. Ad ogni partecipante verrà assegnata una breve sceneggiatura con la quale sperimentarsi. Al termine del lavoro svolto, alcuni dei video realizzati verranno proiettati nelle botteghe storiche del centro di Torino a partire dal mese di Ottobre.

SABATO 16 E DOMENICA 17 SETTEMBRE, orario dalle 10,30 alle 13,30 e dalle 15 alle 18 in corso Palestro 3 bis Torino. Per le riprese, che avverranno in un piccolo teatro torinese, verrà inoltre richiesta la disponibilità di una sera a scelta tra giovedì 21 e sabato 22 settembre dalle 18,30 alle 22,30. Verrà rilasciato un attestato di partecipazione. Si consiglia di indossare abiti e scarpe comode e di presentarsi muniti di quaderno. Il corso è a numero chiuso, la prenotazione è obbligatoria. Informazioni e iscrizioni 335 7717653 – lilithteatronirico@gmail.com.

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Questa iniziativa aggiunge un tassello prezioso al percorso di conoscenza e valorizzazione della Contrada dei Guardinfanti avviato la scorsa primavera. Questa volta l’attenzione è rivolta al tessuto commerciale della zona, alle sue valenze culturali e trasformazioni sociali. I patrimoni archivistici e bibliotecari della città di Torino ci aiutano anche in questa occasione a ricostruire vicende storiche riportando anche alla luce aneddoti e curiosità. Attraverso la recitazione cinematografica i racconti assumeranno una forma inedita e suggestiva che, nei tour narrati in programma nel mese di ottobre, coinvolgeranno in un sorprendente dialogo tra passato e presente il pubblico, ma anche negozianti e artigiani della Contrada.

Anna Maria Pecci, coordinatrice del progetto “COMMONS”, presidente dell’Associazione Passages

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L’iniziativa si inserisce nel più ampio progetto “COMMONS. Patrimoni in comune, storie condivise” dell’Associazione Passages – realizzato con il contributo della Compagnia di San Paolo nell’ambito del bando OPEN2016_Progetti innovativi di audience engagement – in collaborazione con le Biblioteche Civiche Torinesi, l’Archivio Storico della Città di Torino, il Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione dell’Università di Torino, il Polo del ‘900 e weLaika.