CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 669

Un grande Festival della montagna

Borgate dal vivo – Performing Alps III edizione. Il più grande d’Europa dedicato ai borghi e alle borgate alpine

 

 Torna dal 16 giugno al 16 settembre Borgate dal vivo, il festival letterario delle borgate alpine che per la III edizione percorrerà oltre 2000 km attraverso l’Italia e si svilupperà in 93 giorni, interessando 7 regioni (Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Veneto e Umbria), 47 comuni,16 festival in rete, per un totale di 50 eventi. È il festival più grande d’Europa dedicato ai territori più piccoli: i borghi e le borgate alpine. Per l’edizione 2018 Borgate dal Vivo si amplierà in Performing Alps: oltre alla letteratura, comprenderà anche altre forme artistiche, dal teatro, alla musica, al cinema, alla danza. Tra i numerosi e rinomati ospiti: Marco Paolini, Elio Germano, Giuseppe Cederna, Cristiano Godano, Marco Balzano, Marco Marsullo, Mirkoeilcane, Giusi Marchetta, Rosella Postorino, Matteo Bussola, Valentina Farinaccio, Roberto Camurri e molti altri ancora da scoprire. L’ obbiettivo del Festival è di contribuire alla rinascita e alla lotta contro lo spopolamento dei borghi e delle borgate alpine. Gli eventi, tutti in forte relazione con i luoghi che li ospitano, sono rivolti sia agli abitanti di queste aree periferiche, che vengono sempre più rivalutate da un punto di vista ambientale e architettonico, sia al grande pubblico che può riscoprire piccoli luoghi di grande bellezza. “Il tema di Borgate dal vivo 2018 è “la trasformazione” architettonica, turistica e sociale del territorio, che può essere favorita da un progetto culturale di rete come il nostro – dice Alberto Milesi, ideatore e direttore artistico del Festival -. Mi riferisco al recupero degli immobili e degli spazi comuni; allo sviluppo di un turismo sostenibile, gestito dal basso attraverso nuove forme di valorizzazione, accoglienza e ospitalità. Borgate dal vivo può essere uno stimolo alla trasformazione sociale, perché contribuisce a rendere le borgate di nuovo centro di attività culturali, sociali e formative”. Borgate dal vivo, nato nel 2016, è diventato Festival internazionale nel 2017 grazie alla EFFE Label,riconoscimento europeo dell’European Festival Association (EFA); quest’anno è uno dei progetti scelti dalMibact (Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo), per l’Anno europeo del patrimonio culturale. Il cartellone del 2018 si arricchirà ulteriormente rispetto alle passate edizioni, grazie alla adesione di Borgate dal vivo a Italifestival, l’associazione che mette in rete i maggiori festival italiani: Piemonte dal vivo, Occit’amo, Todays, Scenario Montagna, Babelica, Assemblea Teatro, Una Torre di Libri, Six ways festival, Sentieri & Pensieri, Balla coi cinghiali, LetterAria, Groscavallo Mountain Festival, Cervino CineMountain, Ossola Guitar festival, Due parole in riva al mare, Gli aperitivi letterari, Premio InediTo, Isoipse, Autori Riuniti, Paesi Aperti, Un Arcobaleno di Libri.

Musica d’estate al Torino Outlet Village

Torino Outlet Village inaugura la bella stagione con una kermesse di eventi ed iniziative che vedranno la musica come grande protagonista delle serate estive.

Dal 12 Giugno al 28 Agosto, ogni martedì,  Torino Outlet Village ospiterà le performance di giovani musicisti, promesse del Conservatorio di Torino, che al tramonto allieteranno l’atmosfera e lo shopping tra i boulevard del Village.Un palco ed un’area lounge saranno allestiti per l’occasione nella promenade centrale dell’elegante Outlet Village, per permettere ai visitatori di intrattenersi accompagnati dalla suggestiva melodia degli strumenti di questi giovani talenti della musica classica e dal magnifico obelisco alto 85 metri, progettato dall’archistar Claudio Silvestrin.La musica dei grandi autori interpretata dai talentuosi artisti, la suggestione dell’obelisco, i prezzi straordinari disponibili nelle boutique delle più famose firme italiane ed internazionali, renderanno i martedì sera a Torino Outlet Village un appuntamento assolutamente imperdibile.

 

Se la fotografia è specchio dei pensieri

FINO AL 29 LUGLIO

La scelta dell’immagine da fermare in uno scatto è certo importante. Verrebbe da dire “necessaria” – e affermazione perfino banale – per il gesto fotografico. Ma il vero atto di coraggio, la vera rivoluzione sta tutta nella capacità e nella volontà di andare oltre la grezza superficie delle cose, oltre la realtà, per raggiungere l’“identità dell’essere”. Come dire: “Quando guardi le mie fotografie, stai osservando i miei pensieri”. E proprio in queste poche coraggiose impegnative parole (perché all’idea, alla filosofia di vita e di mestiere debbono poi comunque e sempre seguire i fatti) sta tutta la chiave di lettura dell’opera di Duane Michals, certamente fra i nomi più importanti

dell’avanguardia fotografica internazionale. A lui, americano della Pennsylvania, 86 anni suonati ma uno spirito ribelle che, dopo sessant’anni di onorata e prestigiosa carriera, continua a ribollire e a studiarne di nuove ogni giorno di più, il torinese MEF-Museo Ettore Fico dedica un’ampia mostra, sicuramente fra gli appuntamenti clou di quelli inseriti nel grande evento Fo.To-Fotografi a Torino, promosso per altro dallo stesso Museo di via Cigna e che, fino al 29 luglio, in 81 spazi dislocati in città celebrerà l’ottava l’arte attraverso un centinaio di mostre ed eventi collaterali fra i più vari ed eterogenei. Al MEF, sono 160 gli scatti a firma di Michals, in una rassegna curata da Enrica Viganò e organizzata in collaborazione con la Fundacion Mapfre di Madrid secondo un percorso espositivo articolato in una decina di sezioni che documentano le diverse modalità espressive gradualmente elaborate dall’artista, insieme alle diverse “serie” realizzate nel tempo su specifici argomenti. Il percorso è lungo. Si parte dal 1958 con una selezione di ritratti realizzati durante una vacanza nell’ex-Unione Sovietica che lo avvicinano con tale entusiasmo al mondo della fotografia da indurlo ad abbandonare, al suo ritorno in patria, il lavoro di grafico per abbracciare in toto la carriera di fotografo. In toto e sempre in piena libertà, nonostante le collaborazioni che subito gli arrivano come free lance da riviste importanti quali “Esquire”, “Mademoiselle” e “Vogue”. Le prime fondamentali sperimentazioni – sulle orme fantasiose e surreali di maestri e mostri sacri dell’arte, incontrati e ritratti, come Magritte, De Chirico e Balthus – iniziano a metà anni Sessanta, con la collezione “Empty New York”, ispirata a Eugène Atget e tesa a rappresentare la città vuota e silenziosa di una domenica mattina (“Ciò che non posso vedere – scrive – è infinitamente più importante di quello che posso vedere”), per continuare con quelle geniali “Sequenze” che forse gli hanno dato la maggior fama e cui arrivò proprio“per superare la frustrazione del fermo immagine”, accompagnandole successivamente a testi manoscritti, attraverso i quali esprimere ciò che non è visto in foto (posizioni politiche o di critica sociale, ad esempio) ma che va assolutamente raccontato e condiviso. Gioco. Ironia. Sperimentazioni che continuano e si riproducono in un valzer infinito. Fino ad arrivare, negli ultimi anni, alle “Fotografie dipinte”, alla reinterpretazione dei vecchi ferrotipi acquistati nei mercatini di strada, in cui Michals sovrappone segni e parole disegnate nell’olio: celebre il “Rigamarole” del 2012. In rassegna anche le ultime opere dell’artista in formato video-cortometraggio, insieme a documenti, disegni originali o modelli di libri mai presentati in precedenza, così come una biografia illustrata. E, in chiusura, il “Lavoro su commissione”, portato avanti sempre con grande determinazione per mantenere viva la libertà della ricerca personale: ritratti di personalità del mondo dello spettacolo e della cultura (singolare quello con testo manoscritto realizzato all’inventore del Reade-Maede, Marcel Duchamp) fino alle riprese fotografiche – su commissione ufficiale del governo messicano – dei Giochi Olimpici del ’68 a Città del Messico e alla copertina dell’album “Synchronicity” dei Police datato ’83. Per ogni opera, il rifiuto convinto delle snaturanti e impersonali strategie di mercato. E di qui anche la caratteristica, oggi molto rara, del piccolo formato adottato per le sue fotografie. Del resto, afferma ancora Michals: “Non mi interessa la stampa perfetta. Mi interessa un’idea perfetta. Idee perfette sopravvivono a stampe scadenti e a riproduzioni economiche. Possono cambiare le nostre vite”.

Gianni Milani

***

Duane Michals – MEF-Museo Ettore Fico, via Francesco Cigna 114, Torino; tel. 011/853065 – www.museofico.it    Fino al 29 luglio  – Orari: da merc. a dom. ore 11 – 19

***

Nelle Foto

– “Heisenberg’s Magic Mirror of Uncertainity”, stampa ai sali d’argento con testo manoscritto, 1998
– “René Magritte”, stampa ai sali d’argento con testo manoscritto, 1965
– “Marcel Duchamp”, stampa ai sali d’argento con testo manoscritto, 1964
– “Empty New York”, stampa ai sali   d’argento, ca. 1964
– “Rigamarole”, ferrotipo con olio applicato a mano, 2012

 

Paolo Monti. Fotografie 1935-1982

FINO AL 29 LUGLIO

Da affermato dirigente d’industria a fotografo riconosciuto fra i più importanti e determinanti nel panorama dell’arte fotografica italiana, e non solo, del secolo scorso. A Paolo Monti (Novara 1908 – Milano 1982) il torinese MEF-Museo Ettore Fico Outside in collaborazione con il Civico Archivio Fotografico del Comune di Milano dedica un’importante retrospettiva curata da Pierangelo Cavanna e Silvia Paoli, inserita nell’ambito della grande kermesse Fo.To-Fotografi a Torino, su cui il capoluogo piemontese, attraverso un centinaio di mostre ospitate in un’ottantina di siti d’arte   fra i più eterogenei, è impegnato fino al 29 luglio a dar prova delle sue concrete capacità di proporsi a livello nazionale come capitale indiscussa dell’ottava arte. E, in questa prospettiva, la mostra in omaggio a Monti si inserisce appieno fra gli appuntamenti irrinunciabili dell’evento subalpino.

***

Imponente per quantità e qualità delle immagini esposte, la mostra intende presentare lo straordinario percorso artistico del fotografo novarese, evidenziato attraverso centottanta fotografie originali, datate fra il 1935 e il 1982 – accanto a materiali come riviste, libri e documenti di vario genere, anche inediti – che accostano “prodotti” di eccelsa professionalità e straordinario canonico mestiere ad altri caratterizzati da una ribollente volontà di artistica sperimentazione che, nel tempo, lo portò a misurarsi in vario modo (con fotogrammi, chimigrammi e materiali a colori) sulla materia e su un personale concetto di astrazione dell’immagine “condotto fino alla cosciente violazione di ogni norma tecnica”. Sostenuto in ciò dai frequenti contatti con artisti delle avanguardie del Novecento come Baj, Crippa, Dova, Fontana, Capogrossi e Pomodoro, dei quali fra l’altro curò la documentazione delle opere, lasciandoci anche per ognuno una serie di intensi ritratti.

***

Determinante, per l’evolversi del suo iter professionale, fu il trasferimento negli anni del Dopoguerra a Venezia, città che per Monti segna una svolta decisiva sia per il contatto con le incredibili e magiche suggestioni della realtà lagunare – fermata in scatti di intensa meditata   poesia – sia per l’incontro con quel gruppo di fotografi con i quali nel 1948 avrebbe fondato il Circolo fotografico “La Gondola”, cui si deve in quegli anni un profondo rinnovamento del linguaggio fotografico in una direzione sempre più attenta al contesto internazionale. Dal ’53 è a Milano, città in straordinaria crescita economica e culturale, in cui Monti consolida quell’istinto trasgressivo che sempre più lo spinge al gusto dello “sperimentale”, portandolo ad affermarsi, a piena ragione, oltre i confini nazionali. Nel capoluogo lombardo,   lavora per le Triennali, per i maggiori studi di architettura (da BBPR a Giò Ponti ad Albini e a Scarpa), per i Musei del Castello Sforzesco e per la “Storia della Letteratura Italiana” di Garzanti, curata da Cecchi e Sapegno, senza mai tralasciare la costante del racconto del “paesaggio” e delle “architetture urbane” che gli consentirà alla fine degli anni Sessanta di affrontare in modo magistrale l’imponente campagna di rilevamento del centro storico di Bologna e di altre città, come dei beni storici e artistici dell’Appennino emiliano e romagnolo.

***

Tanto da ricevere nel 1980 dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini il Premio Nazionale “Zanotti Bianco” per il “contributo decisivo ad affinare le coscienze e a diffondere le responsabilità per il restauro conservativo delle nostre città storiche”. Alla sua morte, avvenuta a Milano due anni dopo, per iniziativa di alcuni amici viene costituito l’Istituto di Fotografia Paolo Monti, con un Archivio che nel 2004 é riconosciuto di notevole interesse storico da parte del Ministero dei Beni Culturali. Nel 2008, l’intero patrimonio dell’Istituto (un complesso di 223mila negativi, 12.244 stampe e 790 chimigrammi, cui si aggiungono i documenti e la biblioteca) è acquisito dalla Fondazione BEIC – Biblioteca Europea di Informazione e Cultura – e depositato, a seguito di apposita convenzione con il Comune di Milano, presso il Civico Archivio Fotografico al Castello Sforzesco, istituito nei primi anni del ‘900 e che oggi dispone di un colossale patrimonio di circa 900mila fotografie, di cui è garantita la pubblica consultazione (https://archiviofotografico.milanocastello.it).

Gianni Milani

***

“Paolo Monti. Fotografie 1935-1982”

MEF Outside, via Filippo Juvarra 13, Torino; tel. 011/0343229 – www.museofico.it

Fino al 29 luglio – Orari: da merc. a dom. 11/19

***

Nelle foto:

– “Venezia”, stampa ai sali d’argento, ca. 1950
– “Ghetto nuovo”, stampa ai sali d’argento, 1950
– “Ritratto del pittore Crippa”, stampa ai sali d’argento, 1953 – ’54

I Ghëddo omaggiano Gipo Farassino

REVENGE PUB – VIA CUNEO 8, TORINO


I Ghëddo. Parola piemontese non facilmente traducibile che significa garbo, avere stile, un certo non so che.Con questo nome domani sera debuttano al Revenge Pub di via Cuneo 8 i Ghëddo,un nuovo gruppo con un repertorio di canzoni dedicate a Torino e al suo chansonnier più famoso, Gipo Farassino.Brani di Gipo e non solo per raccontare l’atmosfera della propria città.Per saperne di più pagina facebook I Gheddu

Dopo 17 anni chiude “la fabbrica delle idee”

MANCA IL CONTRIBUTO ECONOMICO DELLO SPONSOR STORICO

Racconigi (Cuneo) – C’è una triste realtà sulla scena teatrale piemontese. Dopo 17 anni chiude La Fabbrica delle Idee, la rassegna di teatro di ricerca e dal forte impegno civile e sociale, organizzata da Progetto Cantoregi, che ha portato nella cornice evocativa dell’ex ospedale psichiatrico di Racconigi (Cuneo), ma anche in altri luoghi come Saluzzo, Carignano e Fossano, alcune tra le realtà più interessanti e originali della scena italiana contemporanea. Nata nel 2001, la rassegna ha ospitato registi, attori, danzatori, compagnie e associazioni teatrali fra le piùvitali e propositive, da Abbondanza Bertoni a Roberto Castello a Babilonia Teatri, solo per citarne alcune; fino alla Banda Osiris ad Ascanio Celestini a FaberTeater, per continuare con Il Mutamento Zona Castalia, con Moni Ovadia, Paolo Rossi fino alSantasangre, al Teatro delle Albe e al Teatro della Valdoca. Il festival è stato anche la culla di molti spettacoli storici di Progetto Cantoregi, tra i quali ricordiamo: Bariùm, De senectute, Fa’ che sia seta, Omnes colores, Il peso delle stelle,”Le acque hanno i  volti” fino a La crociata dei bambini, L’acerba e amara mia passione, La vita non è che un’ombra che cammina. Alla base della chiusura, la mancata assegnazione del contributo da parte del bando Performing Arts della Compagnia di San Paolo, storico main sponsor della rassegna, il che non consente purtroppo la sostenibilità economica necessaria a garantire la realizzazione della XVIII e delle edizioni future. “Non è questo il momento delle recriminazioni – precisa Marco Pautasso, direttore artistico del festival,presidente di Progetto Cantoregi nonché vicepresidente del Salone del Libro di Torinoma, semmai, dei ringraziamenti: alla comunità di persone che si è coagulata attorno al festival e che ci ha seguito con dedizione e affetto commovente in tutti questi anni, e a tutte le istituzioni pubbliche e private che a vario titolo hanno sostenuto La Fabbrica delle Idee, consentendole di tagliare comunque il traguardo delle 17 edizioni. Si chiude così un’esperienza culturale, ma anche umana, straordinaria e, crediamo, unica nel panorama dei festival italiani, nata nell’intento non solo di promuovere la cultura teatrale nel territorio cuneese, ma di valorizzare un luogo come l’ex manicomio, facendolo diventare uno spazio di confronto, di dialogo, di riflessione, di inclusione. Uno spazio scenico sui generis che si è nutrito in questi anni di accoglienza e ha desiderato incontrare le diversità, tutte le diversità, senza perdere la leggerezza, l’incanto del gioco.  Forse era nel suo destino non arrivare alla maggiore età, proprio per non perdere questa leggerezza. Ci sovviene al riguardo ciò che diceva Pasolini quando osservava i ragazzi giocare a pallone: ‘quei calci rivolti al cielo mi fanno pensare a lanciare i nostri desideri il più lontano possibile, in modo che la gioia del gioco ci accompagni sino alla fine’”. Info: 335.8482321 – 338.3157459 – www.progettocantoregi.it – info@progettocantoregi.it

g. m.

***

Nelle foto:
– “Fa che sia seta”
– “Le acque hanno i volti”
– “Bariùm”

Fabio Concato in concerto

Anche Dario Cassini e Pino Insegno sul palco della rassegna estiva gratuita più grande del Piemonte


Dopo l’ottima partenza della Seconda Edizione, che ha visto sfilare stelle di prima grandezza come Paolo Ruffini, il Duo FullHouse (esponenti di spicco dell’arte circense di strada mondiale) e la grande voce e la classe di Mietta, prosegue a Torino (nell’area eventi tra Via Livorno e Via Treviso) con successo il cartellone di eventi del ‘#Parco Dora Live’, la kermesse estiva di spettacoli gratuiti di musica, teatro e cabaret più grande del Piemonte.

Per la seconda settimana (8 weekend in tutto, per un totale di ben 24 shows), l’8 giugno è atteso il grande Pino Insegno, volto di punta del teatro, cinema e tv. Il 9 giugno, invece, è la volta del valente e poliedrico Dario Cassini. Il 10 giugno, invece, introdotto e presentato dal conduttore radiotelevisivo Wlady, grande protagonista del concerto live di questa settimana è Fabio Concato, raffinato esponente del cantautorato di classe e della musica d’autore italiana, con un concerto con band al completo, a ripercorrere una carriera di grandi ed emozionanti successi.

Tutti gli spettacoli sono gratuiti, e iniziano alle 20.30. Informazioni sul sito www.parcocommercialedora.it, e sulla relativa pagina Facebook. La prestigiosa rassegna culturale sostiene il Comitato Locale di Moncalieri della ‘Croce Rossa Italiana’. La prossima settimana, da venerdì in poi, attesi in scaletta invece Antonio Ornano, la divertentissima coppia Max Pisu e Roberto Ciufoli, mentre per la musica sarà la volta di Teo Teocoli, showman e cantante di razza.

Music Tales, la rubrica musicale

Something in Common di Bobby Brown & Whitney Houston, ecco cosa ascoltavo stamane alle 10 mentre andavo ad un appuntamento. Siamo più vicini ai giorni nostri, si parla del 1993 e si tocca il contemporary R&B so che spesso mi fermo su questo genere, ma perchè lo amo e vorrei trasmettere questo amore anche a voi lettori. Andate ad ascoltarlo se potete.

Un brano, questo, che parla di comunanze, di appartenenza, di essere l’un l’altra, in un amore nato negli anni Zero, anni che prendono il largo come un bastione carico di principesse pop che rischiano di affogare, diciamo casualmente, ad ogni virata. Alcune con extension cosi salde da resistere alle peggiori percosse, a tutte le altre non resta che contare su tardivi e ripetuti pentimenti in pubblica piazza. Eccola Whitney, che sparisce per un po’, Whitney che il suo agente la dà viva e vegeta nel rehab più alla moda del momento, Whitney sempre pronta ad un ritorno ad una nuova vita ed a nuove ricadute.La sua vita pubblica ci ha fatto conoscere il suo entourage composto, fin dagli esordi, dai suoi familiari. Pensando a lei ci viene in mente l’acuto di I Will Always Love You, ma subito dopo pensiamo alle botte, a quegli occhi pesti ed alle labbra gonfie a firma Bobby Brown, suo marito. Bobby, un giovanotto con un’infanzia difficile, che un bel giorno si ritrova tra le mani la possibilità di lasciare la strada per attraccare in una delle prime boy band degli anni Ottanta. Quando nel 1989 incontra la bella voce nera ha già matrimoni e figli sparsi per il mondo, ma a Whitney, parliamoci chiaro, il suo passato non importa affatto. Arrivano al 1992 e la voce piu’ redditizia in circolazione ha fatto la sua scelta d’amore: Bobby. Poi i figli…ma a tutti è noto il comportamento non esattamente da gentleman di Brown ma nessuno sa dell’allergia al successo della moglie. Un susseguirsi di botte, denunce, maltrattamenti verbali, fisici che portano alla separazione ed alla ricaduta della bella Whitney che non troverà mai la felicità. Vi ho raccontato questa storia legata al brano che ho sentito per dirvi, anche se già lo sapete, che non tutto cio’ che brilla è sempre oro. L’infelicità è una cosa pericolosa, come il monossido di carbonio. Non ha odore, non ha gusto, è informe e incolore, ma avvelena lentamente. Si insinua in ogni poro della tua pelle fino a quando un giorno il tuo cuore smette di battere. 
Chiara De Carlo


Chiara vi segnala gli eventi da lei scelti per la settimana…mancare sarebbe un sacrilegio! 
Scrivete a musictales@libero.it se volete segnalare eventi o notizie musicali!

A Torino l’estate è Reale

La seconda edizione della manifestazione – che rientra nell’ambito del programma di Palchi Reali – presenta una proposta culturale trasversale. Il cartellone, infatti, riunisce diversi linguaggi e stili artistici: dalla danza al teatro, dalla musica alla magia


Grazie alla collaborazione con i Musei Reali Torino, la storica piazza, incastonata tra gioielli architettonici come Palazzo Reale, Palazzo Madama e la Chiesa di San Lorenzo, diventerà nuovamente scenografia delle esibizioni, un vero e proprio teatro a cielo aperto. Il palco allestito in Piazzetta Reale, infatti, ospiterà quindici spettacoli – molti dei quali di respiro internazionale – in cui la fascinazione della musica, della danza e della magia si fonderà con quella dei luoghi.

Nell’inusuale sala da concerto, dove il pubblico avrà la sicurezza di potersi sedere e assistere agli spettacoli con la stessa qualità d’ascolto di un teatro, si potranno ammirare esibizioni di livello altissimo.“Obiettivo del programma di Torino Estate Reale – dichiara Chiara Appendino, Sindaca della Città -, dove concerti sinfonici e musica cantautorale si alternano passando dal balletto classico al folclorico di tradizione, dalla Russia al Portogallo, dal Marocco all’Italia, è offrire una partecipazione sempre più ampia e trasversale. Il pubblico sarà ospitato in una fastosa e inconsueta sala teatrale, in un contesto prezioso e raccolto e al tempo stesso, accessibile a tutti”.


La rassegna si inaugurerà mercoledì 27 giugno con le note dell’Orchestra Klassika di San Pietroburgo diretta dal Maestro Kantorov. Durante l’esibizione saranno presentati alcuni tra i capolavori della musica classica russa. Nell’ambito degli scambi culturali tra le città di Torino e San Pietroburgo, l’Orchestra Klassika, che vanta 25 anni di storia, è molto attiva nel diffondere la propria tradizione musicale in patria e all’estero.

A salire sul palco, giovedì 28 giugno, saranno i giovani ballerini dell’hip-hop nazionalefrancese di Casablanca in un’assoluta novità italiana: Danser Casa. Otto danzatori (sette ragazzi e una ragazza) – selezionati tra 186 concorrenti da Kader Attou e Mourad Merzouki(punte di diamante dell’hip-hop nazionale francese) – porteranno in piazza le loro “specialità”: acrobazia, circo, popping, locking, parkour, new style house e contemporanea. Lo spettacolo, ricco di riferimenti alla città del Marocco, è un viaggio attraverso le varie epoche e le tecniche di questa danza ormai codificata.

Sabato 30 giugno sarà la volta del Gran Galà della Magia con Masters of Magic. La popolare trasmissione televisiva, diventerà uno straordinario show dal vivo in Piazzetta Reale. Presentati da Walter Rolfo, i migliori illusionisti del pianeta si alterneranno sul palco per proporre ai torinesi un viaggio fantastico nel mondo senza età della fantasia. Grandi artisti di fama mondiale per 100 minuti di incantesimo.

Domenica 1 luglio sarà Dulce Pontes a calcare le scene. Grazie al suo stile unico, frutto dell’unione delle sonorità piene di saudade del fado con quelle più moderne del pop e del folk.L’artista portoghese è considerata una delle star mondiali della world music. A lei si deve il rilancio del fado e delle radici della cultura popolare lusitana.

La manifestazione proseguirà il 3 luglio con il concerto dell’Orchestra Filarmonica di Torino in Sogni Reali, una serata interamente dedicata a Beethoven.

Mercoledì 4 luglio si potrà assistere a ‘Bella ciao’, il più grande spettacolo del folk revival italiano riallestito cinquanta anni dopo da un’idea di Franco Fabbri e con un cast formidabile:Lucilla GaleazziElena LeddaLuisa Cottifogli, Alessio LegaMaurizio Geri e Gigi Biolcati. Novità di questo riallestimento è il trattamento musicale affidato a un ensemble diretto dall’organettista Riccardo Tesi, uno dei più brillanti e attenti protagonisti della musica popolare mondiale.

Per Lucio è il tributo che Gaetano CurreriPaolo Fresu, Raffaele Casarano e Fabrizio Foschini realizzeranno giovedì 5 luglio a Lucio Dalla. “La prima volta che ho incontrato Paolo Fresu ho capito subito che poteva essere mio amico – dichiara Gaetano Curreri, voce degliStadio – sentirlo suonare faceva venir voglia di stare con lui sul palco. Lucio Dalla è stato il gancio che ha unito la sua cultura musicale con la mia storia. La genialità musicale di Paolo mi ricorda tanto il mood di Lucio, sempre alla ricerca di strade nuove e nuove possibilità che solo la musica ti sa dare. Stare sul palco con Paolo mi fa sentire la stessa magia che respiravo insieme a Lucio. Quando canto le canzoni di Dalla, accompagnato dalla tromba di Paolo, sento che il ‘ragno’ è ancora qui insieme a me“.

Noemi, venerdì 6 luglio, porterà il suo tour in supporto al nuovo disco, ‘La Luna’, sul palco dell’Estate Reale. Il sesto album della cantante romana, arriva a due anni di distanza dall’ultimo, ‘Cuore d’artista’, ed è composto da 13 brani inediti, tra cui ‘Non smettere mai di cercarmi’, canzone proposta sul palco della 68^ edizione del Festival di Sanremo. Variegato e versatile, nel suo nuovo lavoro convivono diversi arrangiamenti e generi: il rock, l’elettronica, il blues, il cantautorato e perfino il country.

Il 7 luglio i solisti e il corpo di ballo Daniele Cipriani Entertainment si esibiranno in‘Mediterranea’, un inno alla comunione e alle differenze delle culture che si sono confrontate nei secoli da una parte all’altra del Mare Nostrum. ‘Mediterranea’ si pone come un divenire di suggestioni visive, sapientemente evocate da una colonna sonora, curata insieme a Paride Bonetta, in cui musiche popolari si miscelano a trascrizioni colte, da Mozart a Ligeti. Saranno la danza di insieme, i ritmi cadenzati e percossi con tutto il corpo, gli zigzag delle dinamiche, le saette delle braccia e delle gambe che romperanno lo spazio, a creare la tensione energetica di tutto il lavoro.

Il Direttore James Conlon, l’8 luglio,  dirigerà l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAIin un programma che spazierà da Rossini a Dvožàk. Durante la serata saranno eseguite lesinfonie tratte da tre tra le più importanti opere rossiniane.

 

Martedì 10 luglio, andrà in scena il Balletto di Stato Accademico di Danza Popolare diIgor Moiseyev, il cui repertorio vanta circa 300 opere tra danze, miniature, quadri coreografici, suite e balletti di un atto su musica di compositori quali: Aleksandr Borodin, Mihail Glinka, Nikolaj Rimskij-Korsakov, Modest Musorgskij e molti altri. Oggi la compagnia è costituita dalla settima generazione di «Moiseevi», ballerini-attori capaci di superare prove coreografiche ed espressive di grande virtuosismo, legate a tutti i generi di danza unendo la spontaneità della tradizione popolare, la tecnica accademica e lo humour.

Stefano Bollani sarà ospite in Piazzetta Reale, giovedì 12 luglio. Dopo il grande successo di ‘Carioca’ del 2007, il pianista torna al suo grande amore per le sonorità brasiliane con ‘Que Bom’, album appena uscito, composto di soli brani inediti e originali, realizzato interamente a Rio. Accanto a lui grandi rappresentanti della musica strumentista brasiliana come Jorge Helder al contrabbasso, Jurim Moreira alla batteria, Armando Marçal e Thiago da Serrinha alle percussioni.

Torino Estate Reale continuerà il 13 luglio con un concerto di mezza estate eseguito dall’Orchestra e Coro del Teatro Regio con musiche di Mendelsshon e Bizet.

Sarà affidato a Rocco Papaleo, sabato 14 luglio, il penultimo appuntamento della rassegna. Il noto attore, regista e musicista lucano, coinvolgerà il pubblico in un viaggio straordinario in cui le parole incontrano la musica, tra canzoni, racconti, monologhi e gag surreali. Uno show fatto di pensieri sparsi, brevi annotazioni e rime lasciate in sospeso; un riuscito esperimento di teatro-canzone con un occhio a Gaber e uno alla Basilicata.

Lo straordinario balletto di Eleonora Abbagnato, domenica 15 luglio, concluderà la manifestazione estiva. Lo spettacolo della prima étoile italiana dell’Opéra di Parigi, nonché direttrice del Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma, dal titolo ‘Puccini’, è dedicato alle eroine tragiche che balleranno sulle note delle aree più belle del compositore: Manon Lescaut, La Bohème, Tosca e Madama Butterfly.

“Torino Estate Reale è un delicato puzzle di iniziative che permetterà ai cittadini residenti e ai turisti che si troveranno nella nostra città, di godere di uno dei momenti più piacevoli dell’estate torinese – sottolinea Francesca Leon, Assessora alla Cultura della Città -. Invito tutti, non solo gli appassionati del mondo del teatro, della danza, della musica e della cultura, ma chiunque abbia voglia di passare piacevoli serate in città, a partecipare!”.

I Musei Reali hanno programmato due aperture straordinarie in calendario durante  Torino Estate Realesabato 30 giugno prima dello spettacolo di magia Masters of Magic egiovedì 5 luglio per l’omaggio di Paolo Fresu e Gaetano Curreri a Lucio Dalla, presentando il biglietto degli spettacoli, si potranno visitare i Musei Reali con ingresso ridotto a 6 euro (19.30-21.30).

Gli allestimenti dell’area spettacoli e la direzione di produzione sono stati curati dalla Fondazione del Teatro Regio di Torino in virtù di una collaborazione ormai consolidata, che utilizza le esperienze e le professionalità presenti in teatro per la produzione di esibizioni dal vivo particolarmente complesse.

***

Tutti gli appuntamenti di Torino Estate Reale avranno inizio alle 21.30.

I biglietti saranno in vendita da mercoledì 6 giugno.

Il costo è 12 euro (posti numerati platea), 10 euro (posti numerati gradinata) e 5 euro (posti numerati per i nati dal 2004). Sono previsti sconti per i possessori di abbonamenti o biglietti di treni regionali Trenitalia esclusivamente alle biglietterie.

Informazioni su www.torinoestate.it

Ottant’anni fa la vergogna delle leggi razziali

Ottant’anni fa venivano promulgate le leggi razziali con le quali il fascismo escluse gli ebrei dalla società italiana. Ottant’anni sono poco meno di un secolo e da allora sono accaduti un incredibile quantità di fatti e l’intera storia del ‘900 venne influenzata dall’impronta razzista dei regimi totalitari. Ottant’anni dopo va posta grande attenzione verso fatti che possono apparire lontani e che invece hanno una tragica eco ai giorni nostri, quando si scopre che i semi dell’intolleranza e dell’odio, accompagnati dai demoni della supposta supremazia razziale, sono ancora terribilmente vivi e prosperanti. Per contrastare i germi di questa intolleranza che rischiano di moltiplicarsi e crescere, occorre rammentare la storia contemporanea del nostro paese. Una storia che il 14 luglio 1938 vide  Il Giornale d’Italia  pubblicare il testo intitolato “Il fascismo e i problemi della razza”, più noto come il Manifesto della Razza.  Firmato da alcuni scienziati e docenti italiani, quel testo stabiliva inconfutabilmente la suddivisione dell’umanità in razze differenti, l’esistenza di una razza italiana pura, non corrotta dalla presenza di altre popolazioni nonché, all’articolo 9, la non appartenenza degli ebrei alla razza italica. Una tesi rilanciata il 5 agosto 1938 con la pubblicazione della rivista La difesa della Razza, diretta da Telesio Interlandi che, con disegni caricaturali e termini particolarmente violenti e dileggianti, propagandò la narrazione dell’ebreo avido e antipatriottico. Il 18 settembre di quell’anno Benito Mussolini, davanti ad una folla osannante in piazza dell’Unità a Trieste, preannunciò la promulgazione delle leggi razziali dichiarando che “l’ebraismo mondiale è stato, durante sedici anni, malgrado la nostra politica, un nemico irreconciliabile del fascismo”. Le immagini della “fiammeggiante giornata di Trieste”, come la definì la stampa di regime, diffuse allora dall’Istituto Luce e riviste ottant’anni dopo fanno rabbrividire. Trieste non fu scelta a caso, essendo una città dove la componente ebraica era da secoli integrata nella comunità nonostante la propaganda fascista si affrettasse a dipingerla come luogo di infiltrazioni di una “razza avida di lucro”. Quel giorno, con la sua oratoria tribunizia, Mussolini proclamò che il “problema razziale” era di “scottante attualità” e che sarebbero state adottate “le soluzioni necessarie”. Cosa che effettivamente avvenne con il Regio decreto n. 1728 – Provvedimenti per la difesa della razza italiana – del 17 novembre 1938, firmato dal Duce e dall’allora re Vittorio Emanuele III. Le cosiddette “leggi razziali” rappresentarono di fatto un corpus di provvedimenti legislativi che sancirono, per i cittadini italiani “di razza ebraica”, la progressiva privazione dei più elementari diritti civili.Nei primi anni ‘30 si stimava che ci fossero 13 milioni di ebrei in Europa, dei quali circa 40 mila in Italia. Ottant’anni fa questi cittadini italiani diventarono progressivamente vittime di un “razzismo di Stato”, tramite leggi discriminatorie a livello sociale ed economico e, in un secondo momento, con la violenza vera e propria. Mussolini e il fascismo si adeguarono così alla legislazione antisemita della Germania nazista dove il Führer, Adolf Hitler, fin dall’ascesa al potere nel 1933, varò una serie di provvedimenti contro gli ebrei. Veniva così compiuto un altro dei drammatici passaggi  che culminarono nell’Olocausto, con lo sterminio di 6 milioni di persone, compresi donne e bambini. In realtà vi fu un antefatto per l’Italia, un precedente  datato 19 aprile del 1937. Quel giorno vennero varate le prime leggi razziali con il Regio Decreto Legislativo numero 880. Si applicarono in Africa Orientale e vollero segnare la superiorità degli italiani rispetto ai sudditi delle colonie italiane in Somalia, Eritrea, Etiopia e Libia. Le conseguenze di quelle leggi, che di fatto aprirono la strada a quelle contro gli ebrei, produssero forti discriminazioni e torti. Tornando alle leggi razziali emanate nel ’38, quest’ultime riguardarono tutti gli aspetti della vita politica e sociale, con l’intento di discriminare la componente ebraica del paese, compresi quegli uomini e quelle donne che avevano abbracciato il fascismo dei primi anni. Agli ebrei fu impedito di prestare il servizio militare e di iscriversi al PNF; vennero licenziati dalleamministrazioni pubbliche senza possibilità di accedere ad alcun tipo di sussidio. La stessa sorte toccò ad altre categorie di lavoratori: liberi professionisti , impiegati degli istituti di credito, persino agli ambulanti vennero revocate le licenze per l’esercizio delle attività. I matrimoni misti, che negli anni ’30 avevano toccato il 30%, vennero proibiti. Vie, luoghi, cognomi ebraici sparirono da libri ed elenchi telefonici. Opere scritte da autori ebraici vennero messe all’indice. Studenti e professori dovettero lasciare le scuole, le accademie, gli atenei senza più possibilità di rientrarvi fino alla caduta del fascismo. Nel 1940, con l’entrata in guerra dell’Italia a fianco della Germania, le leggi razziali si inasprirono e furono abolite soltanto nel gennaio del 1944 nella parte meridionale dell’Italia, dove si era installato il governo Badoglio. Nel resto del Paese, dove spadroneggiava la Repubblica Sociale di Salò, continuarono ad essere efficaci, con tutte le conseguenze drammatiche. Sono passati 80 anni e qualche volta pare che la memoria non abbia “vaccinato” il mondo dalla follia razzista. Eppure proprio il timore che la storia possa ripetersi, il fatto che oggi riaffiorino fenomeni e comportamenti che si pensavano  sopiti, scomparsi, deve suggerire di non chiudere gli occhi o voltare lo sguardo altrove, approfondendo la conoscenza di una delle pagine più scure e vergognose della storia italiana.

Marco Travaglini