CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 660

Le voci di Radio Deejay al 45° Nord

Venerdì 8 settembre  ore 22.00

Un venerdì sera tutto da ballare al 45° NORD Entertainment Center di Moncalieri (TO) per la seconda serata di AREAN45. Venerdì 8 settembre la formazione storica della popolare trasmissione di Radio Deejay con Albertino, Fargetta, Molella e Prezioso, porterà sul palco di ARENA45 il “DEEJAYTIME SUMMER 2K17”. Inizio ore 22.00. Ingresso libero, previo accredito, fino ad esaurimento posti. Nel 1991 Albertino coadiuvato ai “piatti” dai dj Fargetta, Molella e Prezioso, propone al pubblico un mix della musica più in voga del momento (musica dace, hip hop), con un format particolare: grazie all’uso che Fargetta faceva del campionatore in studio con una grande quantità di effetti speciali prodotti sul momento (sulla voce dello speaker, sul missaggio delle canzoni, sugli interventi al telefono), la trasmissione diventa presto un successo. Nasce così il DeejayTime, storica trasmissione di Radio Deejay. Interrotta nel 2006, il 3 dicembre 2014 viene mandata in diretta su Radio Deejay ed m2o una puntata speciale del “DeeJay Time” (Deejay Time, la Reunion) in cui è presente la formazione originale composta da Albertino, Fargetta, Molella e Prezioso. L’enorme successo di pubblico, sarà la spinta per organizzare il primo “DeeJayTime Tour 2016”. Sull’onda dell’esperienza dello scorso anno Albertino e soci sono pronti a portare sul palco di ARENA45 il “DeejayTime Summer 2K17”. 40 mq di Ledwall, musica e tanto divertimento per una serata tutta da ballare. La prima edizione di ARENA45 si presenta come l’evento live ad ingresso gratuito di fine estate in grado di mixare artisti di livello con la dance più attuale e la musica emergente, ottenendo un effetto spettacolare all’insegna del claim di 45° NORD Entertainment Center “tutto può accadere”. Ingresso libero (previo accredito) e fino ad esaurimento posti.

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Prossimi appuntamenti di ARENA45:

 

FIAT MUSIC

SABATO 9 SETTEMBRE

 

ELIO E LE STORIE TESE

MARTEDI’ 12 SETTEMBRE

 

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MODALITA’ DI ACCREDITO

 

Per accedere alla serata dell’8 settembre è necessario registrarsi e ritirare il proprio accredito fino ad esaurimento posti. L’accredito avviene in due modi:

  1. Sul sito www.45nord.com : compilare il form, stampare la conferma di registrazione ricevuto via e-mail e recarsi al 45°NORD presso l’apposita AREA ACCREDITI di ARENA45. Consegnare alle hostess presenti presso il desk nelle giornate del 1, 2, 3, 4, 5 settembre dalle ore 17 alle ore 22 (fino ad esaurimento posti) la stampa della registrazione e ritirare gli accrediti.2.   Direttamente al 45° NORD presso l’apposita AREA ACCREDITI di ARENA45 nelle giornate del 1, 2, 3, 4, 5 settembre dalle ore 17 alle ore 22 (fino ad esaurimento posti).

La convalida degli accrediti è da effettuarsi il giorno del concerto dalle 17.00 alle 20.00 consegnando gli accrediti al personale addetto che, verificati i dati, convaliderà l’accredito per accedere all’area concerti all’apertura dei cancelli (a partire dalle 20.30).

Alla ricerca del “paradiso”

«Anche se amiamo ciò che è spirituale, non possiamo disprezzare ciò che è terreno»  Joseph Campbell

Con 12 spettacoli, di cui 2 prime assolute e una prima piemontese, ospitati in 8 comuni per 17 giorni di programmazione, con più di 20 ospiti e un originale percorso teatrale tra boschi e parchi, prende il via la XXIV edizione di ISAO Festival (Il sacro attraverso l’ordinario), che con il linguaggio del teatro e della musica indaga gli intrecci tra il metafisico e il materiale. In programma da sabato 16 settembre a domenica 12 novembre 2017 in Piemonte (Pinerolo, Torino, Ivrea, Orbassano, Cumiana, Almese, Chivasso) e Valle d’Aosta (Donnas) il festival, ideato da Il Mutamento Zona Castalia con Pop Economix e Mulino Ad Arte, è diretto dal regista e drammaturgo Giordano V. Amato. Propone inoltre workshop per bambini e famiglie a Racconigi (Cn) e al rifugio Geat nel parco naturale Orsiera Rocciavrè a San Giorio di Susa (To), diretti dall’attrice Eliana Cantone.

Il cartellone 2017 ruota attorno al tema del paradiso inteso in un’accezione laica e spirituale (ma non religiosa), come dimensione di benessere, di qualità della vita, di costruzione condivisa di un futuro migliore. Il tema del paradiso conclude il percorso triennale Alla ricerca della felicità, iniziato nelle precedenti due edizioni del festival, dedicato alla crisi come possibilità di trasformazione e alle cantiche dantesche, esempio massimo di trasformazione attraverso la poesia. Questa tensione verso un possibile futuro migliore ha spinto l’attenzione del festival verso i bambini, ai quali sono dedicati alcuni eventi e con cui è stato realizzato lo spettacolo, in prima assoluta al festival, A noi vivi! Il Paradiso (coproduzione di Il Mutamento Zona Castalia e Progetto Cantoregi, inserita nel programma di Torino Spiritualità).

«L’edizione 2017 di ISAO Festival – sottolinea il direttore artistico Giordano V. Amatosi configura come progetto territoriale a fronte di una maggiore diffusione sul regionale ed extraregionale. Siamo partiti tre anni fa dall’”inferno quotidiano” della crisi economica, esistenziale e di valori che attraversa l’attuale civiltà, per dirigerci verso un possibile “paradiso” fatto di utopie e nuove visioni. Abbiamo gustato il viaggio. Forse non realizzeremo il paradiso, ma ne scorgeremo l’accecante bagliore, potremo assaporarne per un momento il gusto, potremo incessantemente “tendere verso”. Come fanno naturalmente i bambini. Tendere verso la realizzazione del benessere di sé e degli altri, verso la realizzazione di se stessi, verso l’Essere».

ISAO Festival, che si distingue per le ospitalità d’eccellenza, italiane e internazionali, affiancate dalle produzioni delle associazioni promotrici e da compagnie emergenti, propone prime assolute e piemontesi e diverse attività collaterali. Tra gli ospiti e gli spettacoli più attesi: Simone Cristicchi (Pinerolo), il musicista indiano Vishwa Mohan (Torino) e le prime assolute Uova toste (Mulino Ad Arte) e A noi vivi! Il Paradiso (Il Mutamento Zona Castalia e Progetto Cantoregi) a Torino.

Palco principale degli appuntamenti è il suggestivo ex cimitero torinese San Pietro in Vincoli a Torino al quale si affiancano i teatri, alcuni storici, alcuni di recente costruzione, di altre città.

 

Ecco alcuni ospiti e spettacoli in programma.

Simone Cristicchi con Il secondo Figlio di Dio riporta alla luce una storia intrisa di utopia e spiritualità, quella di David Lazzaretti, il mistico ed eretico cristiano, padre del movimento giurisdavidico ispirato agli ideali di giustizia e solidarietà. In un monologo che dà voce ai vari personaggi – moglie, figli, soldati, proseliti, prete del paese – sottolinea così le componenti religiose e politiche del predicatore (ore 20.45, sabato 16 settembre, Teatro Sociale di Pinerolo).

Nato a Jaipur nel Rajasthan (India), Vishwa Mohan Bhatt è il virtuoso musicista inventore della mohan vînâ, strumento rivoluzionario a metà tra la chitarra e il sitar, con il quale ha catturato l’attenzione internazionale. Vincitore del Grammy Award Miglior album di world music 1993, esponente tra i più apprezzati e noti della musica classica indiana, è eccezionalmente in concerto al festival accompagnato da Nihar Mehta alle tabla (ore 20.45, martedì 10 ottobre, Torino, Teatro Astra).

La compagnia Mulino Ad Arte mette in scena la prima assoluta della nuova produzione Uova Toste, che affronta il tema dei disturbi alimentari infantili (anoressia, obesità, cattiva alimentazione dei ragazzi) e suggerisce come sia dovere degli adulti correggere le abitudini e gli stili di vita sbagliati dei più piccoli (ore 20.45, sabato 23 settembre, Torino, Teatro Astra).

Altra prima assoluta è A noi vivi! Il Paradiso, coproduzione di Il Mutamento Zona Castalia e Progetto Cantoregi, presente anche nel cartellone di Torino Spiritualità. È uno spettacolo con bambini, che evoca la possibilità di un paradiso, ovvero di una dimensione futura di benessere che parte da se stessi per diffondersi agli altri o viceversa. Attraverso giochi, coreografie, suoni, musiche, performance circensi e momenti attoriali si dipanano le due storie dello spettacolo, tratte dall’antichità, per indicare che la costruzione di un mondo migliore può essere affidata ai più piccoli o agli adulti in grado di tornare al proprio spirito bambino (domenica 24 settembre, Torino, Teatro Astra; sabato 7 ottobre, Orbassano; domenica 8 ottobre, Cumiana; domenica 5 novembre, Almese; mercoledì 8 novembre, Donnas AO; domenica 12 novembre, Chivasso).

Anteprima torinese per lo spettacolo Blue Revolution di Pop Economix, che racconta – in un linguaggio vibrante, ironico, appassionato – come il nostro mondo sia quasi vicino al collasso e ci sia bisogno di una nuova alleanza tra uomo e ambiente per salvarlo, come insegna l’economia circolare (ore 20.45, mercoledì 27 settembre, Torino, ex cimitero San Pietro in Vincoli; venerdì 6 ottobre, Ivrea).

La salvaguardia ambientale è anche al centro di Metereoplastico di Anna Rita Anselmi e Amandine Gros, spettacolo per bambini e adulti, vincitore Premio Growing Up – Festival Immagini dell’Interno 2015: attraverso le peripezie di un sacchetto di plastica affronta l’attuale allarme ecologico (ore 20.45, venerdì 22 settembre, Torino, ex cimitero San Pietro in Vincoli).

I diari del guardiaparco di Faber Teater, un reading-camminata, mette in marcia il pubblico tra boschi e parchi, per proporre alcuni brani di diari di guardiaparchi che narrano di animali e natura, di rispetto per l’ambiente, di lotta ai bracconieri, con momenti di riflessione sulla vita e le sue stagioni (ore 15.30, domenica 8 ottobre, Cumiana, Villa Venchi).

Il Crochet Puppet Theatre di Carolina Khoury va in scena con La terapia del dottor Froidoni, spettacolo psicologicomico, per grandi e piccoli, alla ricerca del benessere mentale, viaggio onirico e psichedelico alla scoperta della psiche umana nei suoi aspetti più ridicoli, per ritrovare un po’ di equilibrio (ore 20.45, martedì 26 settembre, Torino, ex cimitero San Pietro in Vincoli).

Al personaggio mitico di Pietro Neggio, teatrante, pacifista e anarchico che a Parigi fondò una delle più grandi scuole di teatro, L’acteur des rêves, è dedicato lo spettacolo Il re dei ciarlatani dell’associazione torinese Il Tiglio Onlus, esperienza di teatro integrato con gli utenti della cooperativa Arcobaleno (ore 20.45, giovedì 28 settembre, Torino, ex cimitero San Pietro in Vincoli).

Mi faccio in t(r)e, interpretato da Gabriele Zunino, con la drammaturgia e regia Giordano V. Amato, propone tre storie per illustrare tre diversi modi di ricercare la felicità: attraverso fama e successo, attraverso sesso e amore o nel viaggio dal terreno al divino (ore 20.45, sabato 30 settembre, Torino, ex cimitero San Pietro in Vincoli).

Per adulti e bambini, la prima torinese di Cuor di favola – Il Paradiso delle favole del Teatro Scientifico (Verona) porta sul palco le fiabe di Esopo e Fedro, per raccontare l’uomo attraverso il variopinto mondo animalesco nel quale pare rispecchiarsi tutta l’umanità (ore 16, domenica 1 ottobre, Torino, ex cimitero San Pietro in Vincoli).

Meridiano Zero (Sassari) mette in scena Otello… Uno studio, ultimo capitolo della trilogia shakespeariana trash (dopo Macbeth e Amleto) che gioca fra linguaggi alti e bassi, fra immaginario splatter e poesia, per farci prendere coscienza della spazzatura, confusione e stupidità nella quale viviamo (ore 20.45, sabato 30 settembre, Torino, ex cimitero San Pietro in Vincoli).

Isao Festival 2017 – Il sacro attraverso l’ordinario è progettato, ideato e organizzato da Il Mutamento Zona Castalia e Pop Economix coadiuvate, da quest’anno, dalla giovane formazione Mulino Ad Arte. Proprio tra Il Mutamento Zona Castalia e Mulino Ad Arte è nato recentemente il Progetto MuMu, teso alla collaborazione tra generazioni differenti e al ricambio generazionale. La ventata di novità portata dalle nuove collaborazioni caratterizza fortemente l’edizione 2017.

Il festival è realizzato con il contributo di MiBACT, Regione Piemonte, Città di Torino, Circoscrizione 7, Fondazione CRT e in collaborazione con Festival La fabbrica delle Idee, Fondazione Live Piemonte dal Vivo, Torino Spiritualità, Fondazione Teatro Piemonte Europa, Fondazione Paideia, Progetto MuMu, Coordinamento A Pelle, Centro Studi Sereno Regis, Salone Internazionale del Libro di Torino, Sistema Teatro Torino, Progetto The Gate, Ass. Il Tiglio, Coop. Sociale l’Arcobaleno, Scuola di Economia Civile, Belgravia Librerie.

Biglietti

Intero: 10,00 €

Ridotto 8,00 €: residenti Circoscrizione 7, over 65, soci Il Mutamento Zona Castalia, Pop Economix,

Mulino Ad Arte

Ridotto 5,00 €: operatori, studenti

Spettacolo di Simone Cristicchi: 20,00 € – ridotto 15,00 €

Concerto di Vishwa Mohan Bhatt: 15,00 € – ridotto 12,00 €

Prevendita: www.liveticket.it/isaofestival

Info www.isaofestival.itwww.mutamento.org – info@mutamento.org – 011.48.49.44 – 347.2377312

Fb: Isaofestival – Tw: @Isaofestival – Ig: il_mutamento_zc

 

 

Palazzo Madama, il museo dalle due anime

Piazza Castello non sarebbe la stessa se non ci fosse ad occuparla Palazzo Madama, edificio dalla storia millenaria che è sede del Museo Civico d’Arte Antica. Si tratta dunque di un’istituzione culturale piuttosto complessa poiché in essa convivono due differenti anime. Infatti, oltre ad essere una struttura architettonica di straordinaria importanza in cui sono racchiusi duemila anni di storia della città, Palazzo Madama svolge la funzione di contenitore, nel quale sono ospitate le ricche collezioni di pittura, scultura, arti decorative e arredo di proprietà del comune di Torino.

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La duplice anima del museo emerge chiaramente nei differenti ambienti del labirintico percorso di visita, che si snoda su quattro piani e culmina in cima a una delle torri perimetrali da cui si gode di una straordinaria vista panoramica sui tetti della città. Percorrendo le sale del museo si colgono le nette differenze strutturali esistenti tra il piano terreno con la grande corte medievale, oggi impiegata come spazio per le mostre temporanee, e il primo piano con la grande sala del senato e le camere riccamente decorate delle madame reali. Tutti questi ambienti costituiscono prove evidenti delle varie destinazioni d’uso che l’edificio ha conosciuto nel corso del tempo. Nato nel I secolo d.C. come porta orientale di accesso alla Torino di epoca romana, nel XIII secolo viene inglobato in una più complessa struttura difensiva prima di divenire proprietà della famiglia degli Acaia ed essere convertito in un castello. Passato ai Savoia per via ereditaria, viene impiegato saltuariamente in occasione di feste e cerimonie sino al 1637, anno in cui la Madama Reale Maria Cristina di Francia ne fa la sua residenza ufficiale. Prendendo ad esempio quanto fatto in precedenza dalla suocera, anche la seconda Madama Reale, Maria Giovanna Battista, decide di risiedere nell’edificio che rinnova completamente. Ancora impiegato come residenza privata nel Settecento, Palazzo Madama torna a svolgere funzioni pubbliche dall’Ottocento, quando nelle sale al piano nobile ospita la Pinacoteca Regia e il Senato Subalpino, poi divenuto Senato d’Italia.

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La collezione del Museo Civico d’Arte Antica arriva nelle sale di Palazzo Madama solo nel 1934,anno in cui iniziano le trattative per l’acquisizione della collezione della famiglia milanese dei Trivulzio. Tali trattative entrano nel vivo nei primi mesi del 1935, ma proprio quando il trasferimento della prestigiosa raccolta al museo di Torino sembra essere cosa fatta, la città di Milano si rende conto che sta per perdere una collezione di grandissimo valore e avvia una una vera e propria battaglia a mezzo stampa per tentare di aggiudicarsela. A dirimere la questione è Mussolini che, in qualità di capo di governo, ordina che la raccolta del principe Trivulzio resti a Milano, ma che giungano a Palazzo Madama, come forma di risarcimento, due importanti pezzi della collezione, il Libro d’Ore del Duca di Berry, manoscritto con le miniature dl Jan Van Eyck, e il Ritratto d’uomo, capolavoro dipinto da Antonello da Messina nel 1476. 

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Quelle appena citate sono solo due delle opere di straordinaria qualità che si incontrano lungo il percorso di visita. Al piano terreno è doveroso fermarsi ad ammirare la preziosa raccolta di tavole di Defendente Ferrari, artista che gioca un ruolo di primaria importanza per la pittura piemontese del primo Cinquecento, mentre al piano nobile non si può rimanere indifferenti di fronte al tavolo da parete con la raffigurazione illusionistica di carte da gioco sparpagliate in un angolo, opera dell’ebanista Pietro Piffetti. Al secondo piano, invece, si resta incantati dalla ricchezza della collezione di ceramiche e in particolare dalla bellezza del servizio appartenuto alla famiglia Taparelli d’Azeglio. Realizzato in porcellana di Meissen, è stato acquistato nel 2013 grazie a una raccolta fondi promossa appositamente da Palazzo Madama alla quale hanno aderito oltre mille cinquecento donatori e che ha avuto il merito di essere in assoluto la prima campagna di crowfunding organizzata in Italia per l’acquisto di un’opera d’arte.

 

 

Giulia Amedeo

Passeggiata letteraria al parco di Miradolo

Domenica 3 settembre, alle 17, la Fondazione Cosso propone la passeggiata letteraria nel Parco storico del Castello di Miradolo Scelte d’amore. Nature a confronto. Passioni e tormenti di anime inquiete, a cura degli studenti della classe 4 BL del Liceo Linguistico G. F. Porporato di Pinerolo.

 

Una passeggiata nel Parco, segnata dal tema della scelta: diversi percorsi all’interno del giardino indurranno i partecipanti a compiere una scelta, dettata da attitudini, da preferenze o dal caso.

La passione e l’amore carnale, sentimenti ricambiati o delusi: i classici della letteratura diverranno pre-testo per comprendere, nelle parole, chi siamo.

 

Scelte d’amore nasce dalla collaborazione tra la Fondazione Cosso e gli insegnanti del Liceo G. F. Porporato di Pinerolo, che hanno progettato e attivato un percorso di Alternanza scuola-lavoro dal titolo Tre passeggiate nei boschi narrativi: tre visite guidate del Parco che, attraverso la scoperta del giardino e delle sue ricchezze, assumono la dimensione di una passeggiata letteraria.

Una narrazione, viva e condivisa, a più voci, e in più lingue: italiano, inglese, francese e tedesco. Un’esperienza formativa innovativa che si inserisce a pieno titolo nella proposta culturale della Fondazione Cosso per l’estate 2017.

 

Scelte d’amore è il secondo di tre appuntamenti, di cui l’ultimo, (Di)versi riflessi. La poesia come specchio di un’esistenza in cammino, avrà luogo domenica 24 settembre, alle 17 .

 

 

Passeggiata letteraria: domenica 3 settembre, ore 17

Costo: incluso nel biglietto di ingresso al Parco.

Prenotazione consigliata al n° 0121.502761 e-mail prenotazioni@fondazionecosso.it

 

 

INVITO AL PARCO -ESTATE Dal 16 luglio al 24 settembre 2017.

Orari di visita del Parco storico: Sabato, ore 14/19 Domenica, ore 10/19
Costi: 5 euro, ingresso al Parco. Ingresso gratuito per i bambini fino a 6 anni.

Le mani della terra

Le poesie di Alessia Savoini
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Sul cappello mio nonno piume non portava
Dalle labbra serrate alleggeriva il mondo fischiettando
Di frutta esotica il suo alito odorava
Così forte che forse di ricordo sapeva.
Appannava il vento per disegnar con lo sguardo
nuove forme in un mondo che veloce cambiava
Il veicolo il suo corpo
In cui il tempo ha trasgredito
Incidendo la vita nelle righe della sua pelle.
Goloso e ammaliato dal dolce gusto
Sgretolava gli incastri che non avrebbero funzionato
Così in lacrime cantava le canzoni degli alpini
Perché nella sua esistenza le circostanze avevano significato qualcosa.
Tremolante il cucchiaio che conducevi alla tua bocca
Alla fine di quei giorni in cui difficile fu lasciare il corpo
E mia nonna, la tua donna, a un certo punto vedevi
Piccolo ti eri celato nella realtà di memoria in cui lei ancora esisteva.
E se ancora vaghi nei cervelli dei presenti
È perché non si può morire davvero 
Quindi resti
Come rimane ognuno
Ogniqualvolta abbia sentito la mancanza.

Il Coro del Regio allo Gstaad Menuhin Festival

Gianandrea Noseda dirige Aida in forma di concerto

 

Di ritorno dall’Edinburgh International Festival, e prima dell’inaugurazione della Stagione 2017-2018, il Teatro Regio è protagonista di altre prestigiose tournée. Il 1° settembre, il Coro del Teatro Regio, è impegnato nell’esecuzione in forma di concerto dell’Aida di Verdi, allo Gstaad Menuhin Festival.  Gianandrea Noseda, questa volta sul podio della London Symphony Orchestra, dirige l’impegnativa partitura, affiancato da un cast di prima grandezza: Kristin Lewis (Aida), Francesco Meli (Radames), Anita Rachvelishvili (Amneris), Simone Piazzola (Amonastro), Erwin Schrott (Ramfis), Giacomo Prestia (il Re), Dario Prola (Messaggero) ed Eugenia Braynova (Sacerdotessa). Il Coro del Regio è magistralmente istruito da Claudio Fenoglio. Lo Gstaad Menuhin Festival & Academy è stato fondato dal celebre violinista Yehudi Menuhin, nel 1957, e ha sede a Gstaad, piccola cittadina delle alpi svizzere, dall’intensa attività culturale. Ogni estate il Festival propone una fitta programmazione di ben sette settimane che vede esibirsi i più importanti solisti del concertismo internazionale. Aida sarà l’unico appuntamento operistico nel ricco cartellone presentato dal Festival.

E’ morto Renzo Ozzano, volto amato di cinema e tv

E’ morto in città,  a 83 anni, Renzo Ozzano, attore e giornalista pubblicista, già consigliere dell’Ordine dei giornalisti di Torino. “Non sarà dimenticato nella storia del cinema – dice Ezio Ercole, vicepresidente dei giornalisti piemontesi – e nella storia del giornalismo, nel quale ha condiviso battaglie per una professione corretta, pulita, al passo con tempi”.  Fu caratterista in molti film comici degli anni ’70 e ’80, per la regia di Steno, Corbucci, Vanzina e volto noto di tanti spot televisivi. Debuttò in ‘Torino nera’, lungometraggio poliziesco del ’72, regista Carlo Lizzani. Ha poi  recitato in numerosi film, anche nella parte  del fantino francese Rossini in ‘Febbre da cavallo’, con la regia di Steno. Il suo volto comparve in altre pellicole come ‘La stanza del vescovo’ di Dino Risi ed ‘Eccezzziunale veramente’ dell’82 con Diego Abatantuono. In tv ha avuto ruoli in ‘Piccolo mondo antico’ e nella serie  ‘Casa Vianello’. Amava frequentare Bardonecchia e Sanremo, dove partecipava sempre al Festival come giornalista.

Women in Bali, la sacralità è donna

Aprire il cuore e la mente nell’approcciarsi ad una cultura diversa dalla propria, con la giusta curiosità e senza pregiudizi, è la chiave per comprenderne il suo senso profondo. Come farlo dipende solo da noi

“Women in Bali” è l’ultimo progetto fotografico di Bruna Rotunno visibile presso il MAO (Museo d’Arte Orientale) di Torino fino al 10 settembre 2017. La fotografa italiana, dopo aver conosciuto l’isola di Bali circa 20 anni fa, ha tradotto in immagini la sua visione personale delle donne e della cultura balinesi. Come si apprende visitando la mostra, il lavoro della Rotunno è durato 8 anni ed ha portato agli scatti vividi e fortemente suggestivi esposti al MAO.Introdotta da un video sulla società balinese, l’esposizione torinese consta di 55 fotografie suddivise nei diversi spazi del piano terra del museo in modo da creare un percorso che guida lo spettatore all’interno dell’isola indonesiana, nella sua quotidianità fatta di credenze e tradizioni.La spiritualità dell’isola e il rispetto per la natura sono evidenti sin dalle prime fotografie; i chicchi di riso portati sulla fronte e sul petto di alcune donne, simbolo della dea del riso Dewi Sri, hanno un alto valore religioso perchè servono per ringraziare gli dei ma anche per fare delle richieste agli spiriti.

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Anche le offerte balinesi che consistono in frutta, fiori, riso e foglie di palma intrecciate e che vengono raccolte durante le cerimonie rappresentano un vero e proprio atto religioso.Uno degli elementi centrali della società balinese è sicuramente la donna, alla quale la fotografa dedica moltissimi scatti: ritratti di donne in diverse fasi della vita, truccate con colori brillanti e vestite con gli abiti tradizionali impreziositi da gioielli stupendi ma anche riprese durante il lavoro e   le abitudini quotidiane.L’ importanza dell’universo femminile è raccontata dalla mostra non soltanto attraverso le immagini ma anche attraverso la presenza di alcune statuette di legno raffiguranti donne che celebrano con le loro forme la fertilità. In molte di queste statuette si può notare l’influenza dell’Art Déco, infatti negli anni 30′ si verificò una vera rivoluzione nella cultura balinese che si aprì alle influenze artistiche dell’Occidente.Diversamente dalla società occidentale dove il valore dell’acqua è spesso trascurato e dove questa risorsa continua ad essere sprecata, a Bali l’acqua è al centro di tutto ed è quindi parte importante del lavoro della Rotunno: è la sacra origine della vita, è considerata importante nell’arginare le forze maligne del Niskala (il male) a vantaggio del Sekala (il bene), simboleggia la forza dell’energia femminile.

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Questa forza è la stessa che si ritrova nella natura con la sua potenza creatrice. «Bali è un’isola viva. Un luogo che ha sempre suscitato in me emozioni contrastanti, stimolate dalla sua luce fluida e mutevole, da una ritualità fatta di gesti che rendono visibile l’invisibile e soprattutto da una bellezza diffusa che riflette un’armonia in continuo divenire».Sono queste le parole usate da Bruna Rotunno per descrivere quello che Bali le ha trasmesso in seguito al suo stimolante viaggio. L’isola di Bali è infatti una società che vive anche di profondi contrasti: la donna pur avendo un ruolo fondamentale a livello sociale è purtroppo ancora soggetta alle restrizioni castali. Un ultimo aspetto che emerge dal progetto è il ruolo della danza; le danze tradizionali balinesi infatti servono spesso come mezzo per raccontare storie, leggende e miti. Anche per questo motivo Bali è stata definita ‘isola teatro’. La mostra è la prova che attraverso la ricerca fotografica è possibile far rivivere le atmosfere di luoghi lontani, portando l’uomo occidentale a confrontarsi con usanze e tradizioni spesso difficilmente decifrabili. Aprire il cuore e la mente nell’approcciarsi ad una cultura diversa dalla propria, con la giusta curiosità e senza pregiudizi, è la chiave per comprenderne il suo senso profondo. Come farlo dipende solo da noi.

Cristina De Ceglie

Alla Venaria Reale, la Reggia dei Savoia

Tra poco più di un mese, il prossimo 12 ottobre, la Reggia di Venaria festeggerà i dieci anni dalla sua apertura al pubblico. Si tratta di un traguardo importante che segna la definitiva rinascita della residenza sabauda, seguita agli anni di abbandono del complesso e ai lunghi lavori di restauro compiuti tra il 1999 e il 2007. Riconosciuta a livello internazionale come uno degli esempi più significativi di architettura barocca, la Reggia è stata edificata per volere del duca Carlo Emanuele II. A partire dalla seconda metà del Seicento, per due secoli e mezzo, è stata una delle residenze di piacere e di caccia più amate dai Savoia, incantati non solo dalla bellezza del Salone di Diana, della Grande Galleria e della Cappella di Sant’Uberto, ma anche dagli oltre cinquanta ettari di Giardini e dall’immenso Parco La Mandria che la circondavano e che ancora oggi rappresentano una vera e propria attrazione per i visitatori.

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Il Salone di Diana costituisce il centro fisico del grande progetto originario, messo a punto dall’architetto Amedeo di Castellamonte: conserva sulla volta un affresco nel quale sono rappresentate Diana e le altre divinità dell’Olimpo, mentre sulle pareti custodisce i ritratti in pittura dei Savoia e una serie di dieci dipinti dedicati al tema del caccia, suddivisi in due registri. Il tema venatorio è protagonista anche dei dettagli della ricca decorazione della Grande Galleria, spazio lungo più di ottanta metri concepito nel Settecento da Filippo Juvarra, architetto messinese incaricato di lavorare all’ampliamento della Reggia. Come la Cappella di Sant’Uberto, la Grande Galleria si contraddistingue per la successione ritmica di pieni e vuoti, di spazi chiusi e grandi aperture che danno vita a straordinari giochi di luce ed ombra, capaci di meravigliare i visitatori di oggi così come i cortigiani del passato.

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Per consentire al pubblico di immergersi nei fasti della vita di corte, è stato messo a punto un percorso di visita che, anche attraverso l’aiuto di video-proiezioni e nuove tecnologie, consente di scoprire non solo la complessa storia costruttiva della Reggia e dei suoi Giardini, ma anche e soprattutto le storie di vita dei duchi, dei re e dei principi che in quegli ambienti hanno trascorso parte della loro vita. Per permettere ai visitatori di orientarsi più facilmente tra le sale di quella che, senza ombra di dubbio, può essere considerata una delle Versailles italiane, da qualche tempo è disponibile un’App. Scaricabile gratuitamente dall’Apple Store o da Google Play, è in grado di riconoscere la posizione in cui ci si trova durante il percorso di visita e di inviare automaticamente notifiche che segnalano gli elementi di interesse che si incontrano lungo l’itinerario. Oltre a essere una residenza storica dei Savoia, la Reggia di Venaria vuole essere anche una residenza contemporanea, capace di stare al passo con i tempi: ne sono testimoni anche la sua attenzione nei confronti delle persone con disabilità, cui sono destinati materiali e visite studiati ad hoc, e la capillare presenza sui social media. Infatti, oltre ad avere un pagina Facebook, un profilo su Twitter ed un account su Instagram costantemente aggiornati, la Reggia è presente anche su Google+ e Flickr, ha un proprio canale YouTube ed è recensita su TripAdvisor e sugli altri portali che raccolgono le impressioni di viaggiatori e turisti entusiasti.

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Oltre a consentire al pubblico di conoscere una parte importante della storia d’Italia attraverso la narrazione delle vicende di casa Savoia, il grande complesso a poco più di una decina di chilometri da Torino ospita costantemente esposizioni che spaziano dalla fotografia all’arte contemporanea passando per l’arte moderna. Tra quelle in corso, visitabili sino al prossimo 18 gennaio, vale la pena segnalare la mostra dedicata all’artista della Belle époque Giovanni Boldini, maestro nella realizzazione di ritratti femminili, e Lady Diana. Uno spirito libero che ricostruisce la biografia della principessa inglese a distanza di venti anni dalla sua tragica scomparsa. 

 

Giulia Amedeo

“Paesaggi” di Fontana a Palazzo Madama

La magia del silenzio e nessuna traccia di presenza umana. Quest’è la “Puglia” (1978) per Franco Fontana

A TORINO E’ TRIONFO DI COLORI CON LE OPERE ASTRATTE DEL GRANDE FOTOGRAFO MODENESE

Il giallo in primo piano. Caldo. Intenso. Terra di sole, nell’ora sospesa del meriggio estivo. Una striscia nera all’orizzonte, appena appena ingobbita. Sopra, a galleggiare nell’aria due nuvole (2 di numero) una sotto l’altra, bianche ed effimere, pronte a lasciare campo totale all’azzurro acceso del cielo. La magia del silenzio e nessuna traccia di presenza umana. Quest’è la “Puglia” (1978) per Franco Fontana. Pochi elementi formali, protagonista assoluto il colore e immagini di pura astrazione in scatti fotografici che raccontano di “Paesaggi” (con la Puglia ci sono anche la Basilicata, scorci romani ed emiliani, la Laguna di Comacchio e terre d’oltre confine e d’oltre oceano) fatti di geometrie, strisce e macchie cromatiche – azzurro, verde, rosso e giallo oro, il bruno e il bianco e il grigio e l’ocra e il nero – attraverso i quali testimoniare “non quello che vediamo, ma quello che siamo”. Poiché la fotografia, a detta dello stesso Fontana, non è mai piatta descrizione del veduto, ma “atto di conoscenza e rapporto d’amore”. Modenese, classe 1933, fama mondiale e fra gli “inventori” della moderna fotografia a colori con forte simpatia per il digitale, a lui il subalpino Palazzo Madama dedica, fino al prossimo 23 ottobre, una mostra ospitata nella suggestiva cornice della Corte Medievale e curata da Walter Guadagnini, direttore di CAMERA, il Centro Italiano per la Fotografia di Torino. Fil rouge costante del percorso espositivo – 25 immagini di grande formato realizzate fra gli Anni Settanta e Ottanta e prestate da UniCredit Art Collection – è il colore, scelto da Fontana con coraggio e controcorrente, negli Anni Sessanta quando si pensava (allora e, in parte, ancora oggi) che la sola fotografia d’autore fosse quella in bianco e nero. Un pregiudizio. Se al “colore” non si guarda anche come “forma”, come linguaggio assoluto attraverso il quale passa ogni possibilità di espressione. E in quest’ottica, le opere di Fontana seguono appieno la “rivoluzione astratta” compiuta, proprio in quegli anni, in tutti i settori delle arti visive. “Il colore – ricorda Fontana, citando Paul Klee – è il luogo dove l’universo e la mente si incontrano. Il bianco e nero parte avvantaggiato, è già invenzione. Il colore bisogna invece reinventarlo, interpretarlo”. Ed è allora strumento essenziale per “rendere visibile l’invisibile”. Esattamente ciò che vuole l’arte “che non accetta mai quello che semplicemente si vede”. Di qui la sua idea di “paesaggio”, profondamente anti-documentaristica. Paesaggio “puro” senza vincoli di identità e di tempo, universo lirico ed emozionale affidato in toto al gioco delle cromie, al taglio delle inquadrature e al ludico alternarsi delle luci e delle ombre: “Presenza assenza” come recitano i titoli di alcune opere esposte a Palazzo Madama, in cui Fontana pare quasi prendere in burla la concretezza di realtà che, di fatto, acquisiscono interesse solo nel momento in cui l’occhio dell’artista riesce a percepirne nuove e inusuali forme espressive. Rendendo, per l’appunto, “visibile l’invisibile”. L’esposizione, realizzata con la collaborazione della “Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la Città Metropolitana”, è accompagnata da

un interessante programma di eventi collaterali. Si parte il 21 e 22 luglio con un workshop fotografico sul “paesaggio urbano” a cura dell’”Accademia Torinese di fotografia” (info e prenotazioni: tel. 011/2484308 – www.accademiatf.eu), per proseguire il 26 luglio quando, per la rassegna “Cinema a Palazzo Reale”, verrà proiettato su suggerimento dello stesso Fontana, il film di Paolo Sorrentino “Youth – La Giovinezza” (info: www.distrettocinema.it). Infine, per tutta la durata della mostra, il Museo propone un calendario di visite guidate e “laboratori famiglia” consultabili al sito www.palazzomadamatorino.it, mentre l’84enne artista modenese ha promesso una sua personale visita a Torino per un incontro e un workshop su “fotografia e colore”, nel prossimo mese di settembre.

Gianni Milani

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“Franco Fontana. Paesaggi”

Palazzo Madama, piazza Castello, Torino; tel. 011/4433501 – www.palazzomadamatorino.it

Fino al 23 ottobre Orari: lun-dom 10/18; chiuso il martedì

Nelle immagini:

– Franco Fontana: “Paesaggio, Puglia”, fotografia a colori su carta Cibachrome, 1978
– Franco Fontana: “Paesaggio, Basilicata”, fotografia a colori su carta Cibachrome, 1976
– Franco Fontana: “Paesaggio, Puglia”, fotografia a colori su carta Cibachrome, 1978
– Franco Fontana: “Presenza assenza, Roma Eur”, fotografia a colori su carta Cibachrome, 1979
– Franco Fontana: “Emilia”, fotografia a colori su carta Cibachrome, 1974