CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 6

I Grandi Laghi del Rock

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Caleidoscopio rock usa anni 60

La Iowa Great Lakes Recording Company, Inc.” era etichetta e studio di registrazione di Milford, nella zona dell’Iowa conosciuta come la regione dei “Grandi Laghi dell’Iowa”. Co-fondatori e proprietari originali erano Roger Blunt, Cliff Plagman e John Senn, che iniziarono il processo di costruzione dello studio nel febbraio 1965; dopo circa 5 mesi, con un costo di oltre 10.000 dollari per l’attrezzatura e un costo indeterminato per la manodopera impiegata dal trio nel progetto, lo studio aprì ufficialmente i battenti nel giugno 1965. La “IGL Recording Company” fu tra le prime società ad utilizzare registratori a nastro multitraccia, coprendo stili musicali diversi, tra cui rock, pop, gospel, ballabili e cori scolastici. Oltre ad offrire uno spazio professionale e l’attrezzatura necessaria per la registrazione, IGL si occupava pure della gestione della stampa e del confezionamento del prodotto registrato; gli artisti potevano scegliere l’impronta IGL/Sonic o, se lo desideravano, progettare la propria etichetta. Nel 1965 il compenso richiesto da IGL per l’utilizzo della struttura, che includeva un ingegnere del suono, era di 45 dollari l’ora. Come parte di questo costo IGL inviava copie di 45 giri alle stazioni radio della zona e a quelle dell’area di residenza degli artisti; venivano inviate anche più copie a distributori di dischi delle relative aree, nella speranza che accettassero le offerte dello studio. Questo meccanismo sembrava piuttosto congeniale per le bands, tanto che IGL tuttora rientra tra le etichette che popolano regolarmente “compilations” del genere surf e garage rock. Dopo alterne fortune nel corso degli anni Settanta e successivi cambi di proprietà, IGL chiuse i battenti nel 1980; da rilevare che “IGL Recording Co.” è stata inserita nella “Iowa Rock ‘n’ Roll Hall of Fame”, nella “Minnesota Music Hall of Fame” e nella “South Dakota Rock and Roll of Fame”. Qui di seguito si elencano i soli 45 giri di surf, garage e psych rock degli anni 1965-1969:

– SHA-DELS “Hand Jive / Suddenly” (101) [1965];

– THE ROCKERS “There’s A Pain / Runaway” (45-102) [1965];

– DEE JAY AND THE RUNAWAYS “Peter Rabbit / Three Steps To Heaven” (45-103) [1965];

– THE CONTINENTAL CO-ETS “I Don’t Love You No More / Medley Of Junk” (45-105) [1966];

– THE SCAVENGERS “But If You’re Happy / It’s Over” (45-106) [1966];

– THE CASTELS “Look What Love Has Done / How Can You Tell” (45-107) [1966];

– TOMMY TUCKER & THE ESQUIRES “Peace Of Mind / How Did I Know” (45-108) [1966];

– THE “7” SONS “Don’t You Dare Say No / House Of The Rising Sun” (45-110) [1966];

– THE DARK KNIGHTS “Dark Knight / Send Her To Me” (45-111) [1966];

– BYRON BREFFLE “Why Did It Happen / Maybe Baby” (45-112) [1966];

– EPICUREANS “I Don’t Know Why I Cry / Baby Be Mine” (45-113) [1966];

– THE TORRES “Play Your Games / Don’t You Know” (45-114) [1966];

– THE X-MEN “Believe Me / Untill I Leave” (45-115) [1966];

– DALE & THE DEVONAIRES “Take A Look At A Fool / Never Be Free” (45-116) [1966];

– THE MAD HATTERS “Route 66 / Her Love” (45-117) [1966];

– BIRD DOGS “Shoppin Around / Unchain My Heart” (45-118) [1966];

– CANOISE “Something I Could Do / Born In Chicago” (45-120) [1966];

– TOMMY TUCKER & THE ESQUIRES “Don’t Tell Me Lies / What Would You Do” (45-121) [1966];

– BILLY RAT & THE FINKS “All American Boy / Little Queenie” (45-122) [1966];

– THE GOLDEN CABALEERS “Come Back To Me / All Alone” (45-123) [1966];

– THOSE OF US “Without You / Thats Love” (45-124) [1966];

– THOSE GUYS “You’re Gonna Leave Me / Sinner Man” (45-128) [1967];

– THOSE GUYS “It’s Been A Long Time Coming / Love Is A Beautiful Thing” (45-129) [1967];

– THE NOBLEMEN “Things Aren’t The Same / Night Rider” (45-130) [1967];

– THE SECOND HALF “Forever In Your World / Knight In Armour” (45-131) [1967];

– THE BERRIES “Baby, That’s All / I’ve Been Looking” (45-133) [1967];

– KOATS OF MALE “Life’s Matter / Swinebarn No. 3” (45-134) [1967];

– THE DYNAMIC HURSEMEN “You Tell Me Why / Love Is A Beautiful Thing” (45-135) [1967];

– THE MAD LADS “Runaway / Everything Is Blue” (45-136) [1967];

– THE PRINCEMEN “Love Is A Beautiful Thing / Don’t You Even Care?” (45-137) [1967];

– NAPOLEON I & HIS RELATIVES “Summer Love / Good Times” (45-139) [1967];

– GEMINI 6 “Two Faced Girls / One Last Kiss” (45-142) [1967];

– PAWNBROKERS “Someday / This Fine Day” (45-143) [1967];

– THE RESTRICTIONS “She’s Gone Away / Down On The Corner” (45-147) [1967];

– THE SENDERS “She Told Me / Sometimes Good Guys Don’t Wear White” (45-149) [1967];

– DYNAMIC DISCHORDS “Passageway (To Your Heart) / This Girl Of Mine” (45-150) [1967];

– THE KING PINS “Come And See / What Kind Of Love Is That” (45-151) [1967];

– THE FOWL “You Know / My Love Has Changed” (45-179) [1968];

– LIBERTY STREET FERRY “Gloria / Bear’s Blues” (45-184) [1968];

– FREEDOM ROAD “Hayseed / You Ain’t Goin Nowhere” (45-193) [1969].

Gian Marchisio

Arriva Gabbani!

Grande attesa per il concerto che il celebre cantautore carrarese terrà fra i monti e i prati di Sampeyre

Domenica 20 luglio, ore 13

Sampeyre (Cuneo)

“Viva la vita, così com’é. Viva la vita, questa vita che è solo un attimo, un lungo attimo …”. Sembra già di sentirlo nell’aria – fra le conche e le alture della Valle Varaita, fino agli oltre 3mila della “Cima delle Lobbie” – l’ormai celebre ritornello di quell’inno alla vita (da vivere appieno) portato da Francesco Gabbani, cantautore carrarese dell’‘82, all’ultimo “Festival di Sanremo” e piazzatosi 8° nella classifica finale dei Big. “Viva la vida” in spagnolo, “Lunga vita” o “ Viva la vita”. Testo che non smetteresti mai di cantare, anche se stonato come una campana, note acchiappanti e brano (come tutti gli altri del suo felice repertorio) interpretato da Gabbani a piena voce e contagiosa empatia. Brano che, insieme a tanti altri appartenenti alla tappa piemontese del “Summer tour 2025 – Dalla tua parte”, si potrà godere totalmente livedomenica prossima 20 luglio (ore 13), nel “Vallone di Sant’Anna” a Sampeyre (Cuneo) dove Francesco Gabbani si esibirà  nell’ambito del cartellone di eventi di “Suoni delle Terre del Monviso”, il Festival nato dalla collaborazione tra i “Suoni del Monviso” e “Occit’amo Festival”.

Attenzione, però! Per preservare l’unicità e la bellezza dei luoghi, l’area del concerto sarà raggiungibile esclusivamente a piedi , con un percorso accuratamente segnalato (+600 metri di dislivello) e un sentiero tra verdi radure e paesaggi boschivi, oltre a diverse alternative (e-bike anche affittabile o servizio di seggiovia fino al “Rifugio Sant’Anna”) per chi non ha modo di affrontare la camminata, con un comodo “parcheggio” a Sampeyre. Biglietti su ticketone.it  o presso i rivenditori autorizzati, ridotto per under 10, omaggio con prenotazione obbligatoria per bambini fino ai 5 anni compiuti, scrivendo a info@suonidalmonviso.it , fino all’esaurimento della capienza dell’area riservata.

Insomma per sentir Gabbani, signori miei, s’ha da camminare. Ma il gioco, è certo, vale la candela. Per due motivi: per godere di un concerto che lascerà sicuramente il segno e per “abbeverarsi”, anima e corpo, ad un paesaggio davvero mozzafiato. Che farà da stupendo anfiteatro alla voce dell’artista e al coro di tutti i partecipanti che non potranno esimersi dall’intonare a squarciagola quell’esaltante “Viva la vita” dello scorso “Festival della Canzone Italiana”. Un “Festival” che Gabbani, nel corso della sua carriera ha vinto per ben due volte, rispettivamente nel 2016 nella sezione “Nuove Proposte” con il brano “Amen” e nel 2017, nella categoria “Big”, con “Occidentali’s Karma”, diventando così il primo cantante nella storia del “Festival di Sanremo” ad aver vinto nelle due principali categorie della manifestazione in due edizioni consecutive. Sempre a “Sanremo” si è anche classificato al secondo posto nel 2020 con la canzone “Viceversa”, ottenendo il Premio “TIMmusic”. Nel 2017, inoltre, ha vinto la prima edizione del “Power Hits Estate” con il brano “Tra le granite e le granate”.

Per ulteriori info: www.occitamo.it o www.suonidalmonviso.it

g.m.

Nelle foto: Francesco Gabbani e Vallone di Sant’Anna a Sampeyre

“FALLO”… Sì sì, proprio in quel senso! Embé…?

Dalle maioliche del Cinquecento alle trasgressive opere “erotiche” di Carol Rama, un “fil rouge” espositivo al torinese Museo “Accorsi – Ometto”

Fino al 14 settembre

“Fallo”. Ma no, non in quel senso. Non nel senso di “Fallo” come “voce del verbo fare, imperativo presente, seconda persona singolare”. Che avete capito? “Fallo”, proprio nel senso di cui non osavate, forse, far menzione parlando di un’esposizione d’arte. Eppure, sapete bene di quanti “falli” hanno perfino abusato secoli e secoli di storia dell’arte? Allora, per i più “lenti”, ve lo spiego, che fa più fine, con le parole – vangelo della “Treccani”“In anatomia comparata (più spesso nella forma lat. scient. ‘phallus’) trattasi dell’organo copulatore, o pene, dei vertebrati e tipico dei mammiferi. Nell’embriologia di questi ultimi, si dà il nome di ‘fallo’ a una sporgenza del tubercolo genitale che, nel maschio, dà origine al pene e, nella femmina, alla clitoride”. Tutto chiaro? E nessun bigotto stupore, se proprio con tale accezione (ripeto: “fallo” uguale a “pene”), Luca Mana, direttore della “Fondazione Accorsi-Ometto”, ha inteso presentare nei giorni scorsi la rara coppa in maiolica, precoce esempio di istoriato faentino del terzo decennio del XVI secolo, acquistata dal “Museo” di via Po, in un incontro dal titolo, per l’appunto benevolmente provocatorio, di “Fallo”.

Quale il soggetto?  Al centro della maiolica è raffigurata una giovane donna seduta, intenta a maneggiare dei “falli”. In prossimità del volto e della nuca, ne appaiono altri due, sotto forma di elementi onirici e anche sulla tesa sono dipinte, con buona maestria, quattro coppie di “falli” inseriti “araldicamente” in una elegante decorazione floreale. Acquisto compiuto oggi non a caso. La “coppa”, infatti ben s’inserisce nel percorso espositivo della mostra – “CAROL RAMA. Geniale sregolatezza” – dedicata, fino a lunedì 14 settembre e sotto la curatela di Francesco Poli e Luca Motto, alla figura e all’arte trasgressiva (pienamente “consacrata” solo in tarda età) della “nostra” Carol Rama, a celebrazione proprio dei dieci anni dalla sua scomparsa (Torino, 1918– 2015). E ben sappiamo quanto alla base dell’arte di Carol fosse sempre ben presente una sorta di “macabro, masochistico erotismo” (frutto dei non pochi eventi traumatici legati, soprattutto, alla sua adolescenza) espresso, attraverso segni e colori d’impronta fortemente simbolica ed espressionista, in “serpenti” o “lingue biforcute”“falli” o “simboli fallici”“teatrini di piedi” che dire “strani” è dir poco e “scene di masturbazione femminile” così come oggetti evocativi quali macabre “dentiere” spesso associate a “corpi mutilati” costretti in letti di contenzione o su sedie a rotelle. Su questa linea, va dunque inteso l’acquisto della “coppa” faentina, a perfetta e “didattica” riflessione anche sulla retrospettiva dedicata a Carol Rama. Sottolinea infatti Luca Mana“La produzione cinquecentesca di maioliche a soggetto erotico non è così insolita e piuttosto diffusa negli ambienti colti. Lo dimostrano la riscoperta della ‘letteratura erotica classica’ e la libera circolazione di ‘sonetti’ e di ‘romanzi’ a contenuto sessuale. La recente acquisizione di questa ‘coppa’, insieme ad altri due oggetti del Cinquecento entrati a far parte delle Collezioni (una seconda ‘coppa in maiolica’ e un ‘cofanetto’ in legno, pastiglia e foglia d’oro), intende colmare un vuoto all’interno delle raccolte museali. L’obiettivo è quello di far conoscere il nostro Museo, non più solo a livello locale, ma nazionale, puntando sul Rinascimento e sul primo Novecento, due periodi cardine della storia culturale e figurativa italiana”. Dove non mancano per altro, ai tempi della “coppa” in questione, altri esempi di curiosa “arte erotica” che vanno, sottolinea ancora Mana, dalla “medaglia con il ritratto di Pietro Aretino, sul recto, e sul verso una testa disseminata di ‘falli’” alla “Testa de cazzi” (sic! la più famosa della storia) di Francesco Urbini, fino al disegno “con testa all’antica composta da falli” attribuita al manierista Francesco Salviati. Ma già, in tal senso, perfino “l’oscuro Medioevo aveva un lato giocoso e godereccio”: a darne prova lo storico Alessandro Barbero, nel suo godibilissimo “La voglia dei cazzi (sic!) e altri fabliaux medievali” (“Edizioni “Effedì”), libro in cui lo scrittore torinese propone una ventina di racconti “a tema”, tratti da poemetti francesi duecenteschi. E di Barbero dobbiamo ben fidarci!

Ciò detto, altra nota positiva, rivelata dal direttore Mana, è che nel frattempo, la retrospettiva di Carol Rama si è arricchita, per l’occasione, di altre quattro opere, provenienti da una prestigiosa Collezione privata parigina: di due acquerelli – “Teatrino n. 2” del 1937 e “Proibito” del 1944 – di un olio su tela – “Prostituta n. 6” (1947) – e di un ‘bricolage’ – “Senza titolo (1968)” – con i famosi “occhi di bambola” applicati su cartoncino nero. Opere sempre perfettamente in linea con l’innata “geniale sregolatezza” – si dice che nel ’45 la sua prima mostra a Torino sia stata sospesa per “offesa al pudore” – dell’artista con casa e studio (oggi “Museo”) in via Napione 15, a Torino. L’artista che apertamente dichiarava: “Non ho avuto maestri pittori, il senso del peccato è il mio maestro. Il peccato è una trasgressione del pensiero”.

Per info: Museo di Arti Decorative “Accorsi-Ometto”, via Po 55, Torino; tel. 011/837688 -3 o www.fondazioneaccorsiometto.it

Gianni Milani

Nelle foto: “Coppa con soggetto erotico”, Bottega faentina, maiolica, 1510 – 1520; Carol Rama “Proibito”, acquerello, tempera e matita colorata su carta, 1944; Carol Rama “Teatrino n. 2”, acquerello e matita colorata, 1937

Accademie in Valle, cultura e scenari

L’Associazione Musicante e il Comune di Chiusa di Pesio annunciano la 18ª edizione di Accademie in Valle, la rassegna musicale estiva sotto la direzione artistica di Angelo Vinai, che arricchisce il panorama culturale della Valle Pesio con eventi di qualità, ospitati in suggestive location del territorio. Sostenuta dalla Fondazione CRC, dalla Fondazione CRT e dalla BCC Pianfei e Rocca de’ Baldi, la rassegna propone tre appuntamenti che uniscono musica, cultura e scenari di grande fascino.

Sabato 26 luglio – Paolo Fresu e Daniele Di Bonaventura alla Certosa di Pesio

L’inaugurazione della rassegna si terrà sabato 26 luglio alle 21:15 nella straordinaria cornice della Certosa di Pesio. Protagonisti della serata due giganti della scena musicale internazionale: Paolo Fresu (tromba) e Daniele Di Bonaventura (bandoneon).

Il concerto, tra gli eventi più attesi dell’anno, offrirà al pubblico un’esperienza sonora intensa e raffinata, frutto dell’incontro tra le sonorità liriche e l’intesa profonda del duo. Un viaggio musicale che dialoga con la bellezza architettonica e l’acustica naturale del monastero certosino.

Biglietti disponibili online: bit.ly/fresu-di-bonaventura
Ingresso gratuito per bambini fino a 4 anni, persone con disabilità e accompagnatori (prenotazione obbligatoria)

Venerdì 1° agosto – Il flamenco di Garcia Lorca con il Gruppo Mediterranea

Il secondo appuntamento è in programma venerdì 1° agosto alle 21:15 in Piazza Oreglia con lo spettacolo “Il flamenco di Garcia Lorca”, portato in scena dal Gruppo Mediterranea.

Un trio d’eccezione composto da Andrea Candeli (chitarra), Corrado Ponchiroli (voce, ballo e percussioni) e Chiara Guerra (ballo e palmas), guiderà il pubblico in un percorso che intreccia musica, danza e poesia, tra brani tradizionali come Zorongo Gitano, La Tarara, Sevillana e le celebri composizioni di Manuel De Falla.

Ingresso libero e gratuito

Venerdì 8 agosto – Brava! Omaggio a Mina con Elena Giardina & Extras

La rassegna si chiude venerdì 8 agosto alle 21:15 in Via Roma con Brava!, uno spettacolo-tributo alla grande Mina, interpretato dalla cantante Elena Giardina e dalla band Extras.

Musica dal vivo, racconti, video e aneddoti ripercorreranno la carriera della leggendaria artista italiana, con una scaletta che include successi senza tempo come Le mille bolle blu, Se telefonando, oltre a celebri duetti con Lucio Battisti e Adriano Celentano. Un evento coinvolgente e nostalgico, con arrangiamenti originali e musicisti di grande esperienza.

Ingresso libero e gratuito

“Voci dal Bosco” a Chiusa Pesio

Si fa spettacolo e laboratorio teatrale immersi nella natura, parte viva del racconto scenico

Domenica 20 luglio, dalle 17,30

Chiusa Pesio (Cuneo)

Palcoscenico e posti a sedere? Tutto lì. Nel “bosco”. Fra piante secolari e l’erba del prato. Perché è da lì, dal bosco, che tutto nasce e prende forma. Gesti, narrazione, emozioni, sogni, fantasia, immaginazione. Il bosco è, ad un tempo, pagina narrata e pagina narrante. Il bosco è lui stesso attore. E lo é da sempre. La prova? Eccola! Ben bene servita, la prossima domenica 20 luglio, a partire dalle 17,30, presso il “Bosco de le Moie”, all’interno dell’azienda agricola “Lungaserra – La Terra dei Muli”, a Chiusa Pesio (all’ingresso dell’omonima Valle che, in altitudine va 575 metri del capoluogo fino agli oltre 2600 delle cime più alte), dov’è in programma “Voci dal bosco”, spettacolo, ma anche “laboratorio” teatrale di e con Elena Borgna, antropologa regista attrice e “teatrautrice”, come lei stessa ama definirsi.

L’iniziativa, adatta alle famiglie e aperta a tutte le età, è il primo appuntamento pubblico del progetto “Alberi Maestri”, della “Società Cooperativa Sociale Etic.a” (impegnata in attività per il “Sociale”), nato nel 2025 grazie al contributo della “Fondazione CRC” e in collaborazione con la cuneese “Noau officina culturale”.

Per partecipare all’evento è richiesta la prenotazione, scrivendo a coopsocetic.a@gmail.com o chiamando il numero 333/7460163 (Daniela).

L’ingresso è ad offerta libera.

 “Lo spettacolo – sottolineano gli organizzatori – vuole essere un viaggio comico e poetico nella dimensione vegetale, un tentativo immersivo di sintonizzazione inter-specie. Lo ‘spirito del bosco’ si manifesta all’assemblea dei viventi, gli alberi prendono la parola per deliberare sul destino dell’umanità e partecipare alla creazione di mondi: punti di vista che si incontrano, si scontrano, si fraintendono e si trasformano. In un gioco di metamorfosi successiva l’attrice si fa così portavoce di relazioni, racconti, miti e leggende che legano da sempre gli uomini, le piante, i funghi e tutti i piccoli esseri brulicanti”.

Spettacolo e “laboratorio” teatrale, si diceva. Al termine del primo, infatti, il pubblico potrà prendere parte ad un “laboratorio” scenico guidato dalla stessa Elena Borgna che cercherà di portarvi ad una piena sintonizzazione con le molteplici specie vegetali del bosco, dove, alle 20, sarà di scena la “musica” con il Trio acustico “Rhythm Travellers” e, nel contempo, ci si potrà rifocillare con un “aperitivo vegetariano” curato da “Atelier Mal’Erba” e ammirare le opere in argilla dell’artista cubano Orlando Quinones.

L’appuntamento, come detto, si tiene all’interno de “La Terra dei Muli” (una fattoria didattica, guidata da Luciano Ellena, mastro mulattiere, e Daniela Turco, arte terapista, operatrice di “pet therapy” e guida turistica) dove i muli e gli asini vengono allevati e impiegati durante l’anno in “trekking someggiati” per il rifornimento dei numerosi rifugi della zona o per “attività di formazione” e dove nel 2024, grazie ai contributi di “Fondazione CRC”, nell’ambito dei bandi “Percorsi di sostenibilità” ed “Impegnati nei diritti”, la Cooperativa “Etic.a” ha iniziato un percorso di bonifica e di ripristino del cosiddetto “Bosco de le Moie”, per “ridare alla collettività un luogo immerso nella natura dove vivere esperienze di benessere fisico e mentale”. Per “staccare la spina” da routines quotidiane defaticanti e logoranti consigliere ai passi benefici (?) cui si affidano ripetitivamente le nostre comuni giornate.

g.m.

Nelle foto: Elena Borgna in scene dallo spettacolo “Voci da Bosco” (credits Davide Commandù)