CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 595

La sindone e la sua immagine. Storia, arte e devozione

FINO AL 21 GENNAIO 2019

Una piazza Castello affollata all’inverosimile. Membri del clero, militari, borghesi, nobiluomini e nobildonne con abiti ampi e lussuosi, cappelli e cappellini, popolani e popolane, gente d’ogni età ed estrazione sociale

Tutta la città sembra esser lì. In tanti sono ammassati ai balconi e sui tetti delle case. In piazza, in primo piano, ci sono perfino cagnolini che s’aggirano spaesati o s’accucciano inquieti in attesa che cessi il gran clamore. Sullo sfondo il Palazzo Reale, allora Palazzo Ducale. L’occasione è di festa e di solenne richiamo. 1684: siamo a Torino, nel cuore (già allora) della città e l’occasione è l’Ostensione della Sindone per il matrimonio di Vittorio Amedeo II con Anna d’Orléans. Si apre con questo grandioso dipinto di Pieter Bolckmann (pittore di origini olandesi, operante a Torino dal 1679) la mostra “La Sindone e la sua immagine. Storia, arte e devozione”, inaugurata il 28 settembre scorso nel Museo Civico di Arte Antica di Palazzo Madama a Torino, per celebrare la riapertura (dopo quasi trent’anni di lavori seguiti al devastante incendio dell’11 aprile 1997) della restaurata Cappella della Sindone, opera di Guarino Guarini. Curata da Clelia Arnaldi di Balme, conservatore del Museo, con la consulenza scientifica di Gian Maria Zaccone, direttore del Centro Internazionale di Sindonologia, e allestita sotto la saggia regia di Loredana Iacopino nella Corte Medievale del Palazzo, dove sulla parete di fondo era già ben visibile un affresco raffigurante l’Ostensione del 1642 (che doveva celebrare la fine delle ostilità fra Cristina di Francia, la Madama Reale, e i cognati Principe Tommaso e Cardinale Maurizio), la rassegna mette insieme un’ottantina di pezzi, in cui si riflette la storia della Sindone e le diverse funzioni delle immagini che l’hanno riprodotta, nel corso di cinque secoli, dal 1578, quando il Sacro Lino per volere di Emanuele Filiberto di Savoia fu trasferito da Chambéry a Torino (nella chiesa di Santa Maria del Presepe, dove oggi sorge la chiesa di San Lorenzo), fino ad oggi. Un suggestivo “racconto storico attraverso le arti decorative”: questo vuole essere, per i curatori, la mostra organizzata in collaborazione con il Polo Museale del Piemonte e che s’avvale di opere provenienti dal Castello di Racconigi, dalla Fondazione Umberto II e Maria José di Savoia che ha sede a Ginevra, oltreché dal Museo della Sindone di Torino e dalle stesse collezioni di Palazzo Madama. Fra i quadri esposti, molti erano già presenti nel 1931 a Palazzo Madama, in occasione del matrimonio di Umberto di Savoia con la principessa Maria del Belgio. Incisioni, disegni e dipinti su carta, su seta o pergamena, ricami, ghirlande fiorite e insegne processionali: davvero varie le tecniche asservite, nel corso dei secoli, a raffigurazioni realizzate con altrettanto varie finalità. Si va infatti da immagini celebrative dinastiche (che legano a stretto filo la Sindone e i Savoia per i quali il Sacro Lino diventa e si mantiene nel tempo strumento di legittimazione del potere) a lavori – alcuni di alto livello esecutivo, altri più modesti e improvvisati – dagli evidenti scopi devozionali. Dalle opere di pregevole manifattura (vedasi:“La Vergine, il beato Amedeo di Savoia e San Giovanni Battista sorreggono la Sindone” affresco del 1650 attribuito all’astigiano, pittore di corte, Giovanni Grattapaglia o la tempera su pergamena “Sindone presentata da angeli, la Veronica e i simboli della Passione” del bresciano Antonio Parentani, attivo in Piemonte dal 1599 al 1622) ai toccanti e popolari ex-voto. Come la placca d’argento, messa a disposizione dai Musei Reali, rappresentante la Città e realizzata in ringraziamento alla Sindone per aver limitato i danni della peste del 1632, quella di manzoniana memoria, e per un caso salvatasi dall’incendio della cappella del Guarini, dov’era stata “incassata” fino alla metà degli anni Novanta nell’altare del Bertola. Autentico capolavoro, il “Crocifisso” in legno e avorio di Pietro Piffetti, accanto alle raffigurazioni della “Veronica”, personaggio femminile ricordato nei Vangeli Apocrifi (prima guarita da Gesù e poi identificata con la donna che durante l’ascesa al Calvario asciugò il sudore dal volto del Cristo, la cui immagine rimase impressa sul velo così impiegato) e l’incisione di Giovanni Francesco Testa, per la “Prima ostensione della Sindone a Torino alla presenza di Carlo Borromeo” (1578). E poi ancora chicche e documenti storici di notevole rilievo. Fra tutti, provenienti entrambi dal Museo della Sindone: il Cofanetto in legno del XV secolo con decoro in madreperla (che servì a trasportare la reliquia a Torino il 5 settembre del 1578 e in cui il Sacro Lino restò racchiuso fino al 1606) e la macchina fotografica da campo utilizzata dall’avvocato-fotografo astigiano Secondo Pia, il primo a documentare fotograficamente la Sindone nel 1898, con immagini straordinarie che rivelarono per la prima volta la natura di negativo fotografico del Sacro Lino, aprendo di fatto la strada – lunga e ancora oggi incompiuta – alla “storia scientifica” del Sudario.

Gianni Milani

“La Sindone e la sua immagine. Storia, arte e devozione”

Palazzo Madama – Corte Medievale, piazza Castello, Torino; tel. 011/4433501 – www.palazzomadamatorino.it

Fino al 21 gennaio 2019 – Orari: lun. – dom. 10/18, chiuso il martedì.

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Foto:

– Pieter Bolckmann: “Veduta di Piazza Castello in occasione dell’ostensione della SS. Sindone”, olio su tela, 1684
– Giovanni Grattapaglia (?): “La Vergine, il beato Amedeo di Savoia e San Giovanni Battista sorreggono la Sindone”, affresco, 1650 – ph. Paolo Robino
– Antonio Parentani: “Sindone presentata da angeli”, tempera su pergamena, ph. Giorgio Olivero
– Cofanetto XV sec. usato per trasportare la Sindone a Torino, ph.Paolo Robino
– Macchina fotografica portatile appartenente a Secondo Pia, ph. Giorgio Perottino

 

Portici di carta a Palazzo Lascaris

In occasione di Portici di carta, Palazzo Lascaris, a Torino in via Alfieri 15, apre al pubblico sabato 6 ottobre dalle 15 alle 20 con ingresso gratuito (ultimo ingresso alle 19.30) e con possibilità di visite guidate alla scoperta delle testimonianze d’arte custodite nell’importante edificio barocco

Per le visite prenotazione obbligatoria via mail all’indirizzo partecipa.eventi@cr.piemonte.it entro il 4 ottobre. Ad arricchire l’offerta culturale in programma saranno alcuni momenti incentrati su storia e tradizione dell’Afghanistan, protagonista della mostra allestita al piano terra, in galleria Carla Spagnuolo, “Dall’Afghanistan all’Italia. I tappeti della guerra russo-afghana 1979-1988”. Si tratta di rari e straordinari documenti dal forte impatto visivo realizzati da manifatture nomadi e di villaggio dopo l’invasione sovietica del Paese, caratterizzati da un unicum decorativo che affianca motivi tradizionali a stilizzazioni di aerei, carri armati, fucili ed elicotteri dalle brillanti cromie.  I tappeti provengono dalla collezione torinese di Luca Brancati, che accompagnerà i visitatori lungo il percorso espositivo avvalendosi anche delle testimonianza di Farhad Bitani, divulgatore e socio fondatore del Global Afghan Forum. Nel cortile d’onore del palazzo si svolgerà una dimostrazione di tessitura con un telaio tradizionale, a cura di Marcela Bergnesi, e tutt’intorno risuoneranno le note di motivi mediorientali. In Sala dei Presidenti si assisterà poi a Fotografie dall’Afghanistan, una testimonianza di Silvestro Pascarella, giornalista de La prealpina. Durante tutta la manifestazione sia a Palazzo Lascaris sia all’Ufficio relazioni con il pubblico di via Arsenale 14/g si terrà il Book afternoon, con libri dedicati al Piemonte in distribuzione gratuita. “Le istituzioni sono la casa dei cittadini, per questo Palazzo Lascaris apre le sue porte in alcune significative occasioni, affinché i piemontesi possano visitare l’edificio in cui ha sede il Consiglio regionale ed apprezzarne il valore storico e artistico. Siamo felici di proporre un’apertura straordinaria durante Portici di Carta, una manifestazione molto amata e partecipata – ha affermato Nino Boeti, presidente del Consiglio regionale – Nel pomeriggio del 6 ottobre sarà possibile visitare gratuitamente le sale auliche e la mostra sui tappeti di guerra, che fa parte di un trittico di mostre ospitate a Palazzo in questi mesi contraddistinte, come denominatore comune, dal rapporto tra l’Arte e la Pace”.

 

(cs) www.cr.piemonte.it – foto: il Torinese

La passione del fare

Presentazione del libro edito da Daniela Piazza

Venerdì 12 ottobre al Teatro Gobetti alle 20,30, sarà presentato il libro su Massimo Scaglione, uscito recentemente per Daniela Piazza Editore.

Dal Cinema passione giovanile, alla Prosa (prima alla Radio e poi alla TV), dall’Opera all’Operetta, dal Teatro d’Avanguardia con il Teatro delle 10 a quello piemontese con Gipo, dall’Avanspettacolo ai molti libri pubblicati, infiniti sono gli aspetti che la pubblicazione riassume nel titolo “Massimo Scaglione, la Passione del Fare”. Insieme agli autori Franco Prono e Maurizio Ternavasio, saranno presenti i molti amici che lo hanno incontrato durante il suo lungo e sfaccettato percorso lavorativo e non. Tra le testimonianze quelle di Diego Novelli, Milena Vukotic, Tullio Solenghi, Carla Fracci, Beppe Menegatti, Enrico Beruschi, Bruno Gambarotta, Albina Malerba, Luciana Littizzetto, Ugo Nespolo, Lorenzo Ventavoli e moltissimi altri che interverranno durante la serata. Mario Brusa leggerà uno stralcio dell’ultimo libro scritto dal regista, “LA BIRRERIA MAZZINI, politica e pasta e fagioli” inedito che conclude e arricchisce il libro.

La rassegna dei libri di settembre

Bentornati all’appuntamento con i lettori del gruppo FB Un libro tira l’altro ovvero il passaparola dei libri

I libri più letti e discussi del mese di settembre sono stati:

Tutto questo ti darò, thriller di Dolores Redondo (DeA Planeta) vincitore del più recente Premio Bancarella ; sempre letture ad alta tensione con Gli ospiti paganti di Sarah Waters (Ponte alle Grazie), che vanta tra i suoi estimatori anche Stephen King; terzo posto per l’umoristico romanzo di Chiara Moscardelli Teresa Papavero e la maledizione di Strangolagalli (Giunti)

Focus on: Arturo Pérez Reverte. Questo grande narratore spagnolo, che ha raccontato i molti dilemmi e le glorie passate e presenti della Spagna ma non ha disdegnato incursioni nella narrativa di consumo, è uno degli autori più citati nel gruppo. La nostra redazione vi suggerisce una piccola selezione dei suoi titoli più noti:  Il maestro di scherma (Bur)Capitano Alatriste (Rizzoli)Purezza di sangue (Il Saggiatore) e Il pittore di battaglie (Marco Tropea Editore).

Ai lettori curiosi, questo mese consigliamo tre romanzi grafici: il classico Maus, di Art Spiegelman (Einaudi), il pluripremiato L’approdo, di Shaun Tan (Tunuè) e l recente I vivi e i morti, riduzione a fumetti del romanzo omonimo di Maurizo De Giovanni a opera di Alessandro Di Virgilio e Emanuele Gizzi (Star Comics)

Leggere o rileggere? Il dilemma è molto sentito nel gruppo: ci sono coloro che sostengono la necessità di rileggere un libro, anche dopo anni, per coglierne eventuali sfumature sfuggite alla prima lettura o semplicemente per rivivere le stesse emozioni, ma c’è anche chi afferma di non avere tempo e voglia di dedicarsi nuovamente a un titolo già affrontato, quando il mondo è pieno di libri ancora da scoprire. E voi, da che parte state? Fatecelo sapere unendovi alla nostra comunità, l’unica che sta dalla parte del lettore.

Podio del mese

Tutto questo ti darò, Dolores Redondo (DeA Planeta)  –  Gli ospiti paganti di Sarah Waters (Ponte alle grazie) –  Teresa Papavero e la maledizione di Strangolagalli di Chiara Moscardelli (Giunti).

Focus on: Arturo Pérez Reverte.

Per lettori curiosi: Maus, di Art Spiegelman (Einaudi) –  L’approdo, di Shaun Tan (Tunuè) – l  I vivi e i morti di Alessandro Di Virgilio e Emanuele Gizzi (Star Comics)

Buone letture!

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Testi : valentina.leoni@unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it

Grafica e Impaginazione : claudio.cantini@unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it

Il capolavoro ritrovato

Guarino Guarini arriva a Torino nel novembre del 1666. Ha quarantadue anni, è nato a Modena, non è soltanto architetto, ma anche teologo, filosofo, matematico, per i seminaristi della città natale ha composto una tragicommedia dal titolo La Pietà trionfante. È entrato a far parte dell’ordine dei Teatini e durante il periodo trascorso a Roma per il noviziato ha visto e apprezzato l’opera del Borromini, da cui sarà principalmente influenzato. All’inizio degli anni Sessanta, progetta e realizza a Messina la Chiesa della Santissima Annunziata, che verrà distrutta dal terremoto del 1908, è chiamato a Parigi, forse si reca a Praga e Lisbona per nuovi progetti ma non esistono documenti a provare quei viaggi. A due anni dall’arrivo alla corte sabauda, è nominato “ingegnere ducale” da Carlo Emanuele II, con il seguito di capolavori come la Cappella della Santa Sindone e la Chiesa di San Lorenzo, di Palazzo Carignano e della Chiesa di San Filippo Neri. Nel 1680 ottiene il titolo di “teologo” della casa di Emanuele Filiberto, debito di gratitudine per gli anni passati al servizio della corte e per l’abilità dimostrata nell’ideazione della Cappella della Sindone. Muore a Milano, nel 1683, in circostanze non definite.

 

 

La stupefacente verticalità della Cappella

Sin dal 1607 Carlo Emanuele I aveva incaricato Carlo di Castellamonte di dar vita ad un luogo che avrebbe dovuto custodire il il lenzuolo sacro, un luogo ideato per legare intimamente il palazzo del duca e la sede della religiosità torinese, per riconfermare il possesso del simbolo tangibile della cristianità. I primi anni della costruzione, tra scavi per le fondamenta e le lunghe interruzioni non sono particolarmente produttivi, a metà degli anni Cinquanta Bernardino Quadri ne riprende la costruzione ma modificandone il progetto originario, pensando a un edificio circolare che sia posto al di sopra del livello del piano nobile del palazzo e collegato alla navata della cattedrale grazie a due scaloni laterali. L’arrivo del Guarini vede esplodere un progetto inatteso e innovativo, una stupefacente verticalità che si esprime su sei livelli di archi sovrapposti, ruotati gli uni rispetto agli altri, che si riducono man mano a salire e a convergere nella stella/sole in pietra, al cui centro spicca la colomba dello Spirito Santo. Al centro della cappella l’altare del Bertola, con la teca a preservare la sacra reliquia.La presenza della corte, i battesimi e i funerali, il popolo a venerare e ad ammirare, le ostensioni. Poi la tragedia della notte dell’11 aprile 1997, le fiamme che divampano improvvise, l’eroismo dei vigili del fuoco nell’atto di mettere in salvo la teca, la gente incredula con gli occhi rivolti in alto a guardare distruggersi un capolavoro e un simbolo, l’incredulità del momento e dei giorni successivi come pure la rassegnazione che sempre più, buia, si faceva strada verso la necessità di cancellare quel che ancora rimaneva in piedi. Poi i ventuno anni passati a vedere, intramontabili per alcuni sguardi, le impalcature che stavano lì a testimoniare le tante difficoltà, le lunghe tempistiche, il lavoro di tante persone impegnate sui vari fronti del restauro: arrivando all’inaugurazione di giovedì scorso, nel foyer del teatro Regio, alla presenza del Ministro per i beni e le attività culturali Alberto Bonisoli, della Direttrice dei Musei Reali Enrica Pagella, del Presidente della Regione Sergio Chiamparino e della Sindaca Chiara Appendino, dell’Arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia, degli sponsor e partner del progetto.

 

Il lavoro di tante persone per una scommessa finalmente vinta

Dinanzi ad un capolavoro restituito ormai definitivamente “a chiunque ama la bellezza”, ha detto Chiamparino, ai torinesi e all’Italia e potremmo a dire al mondo interno (da questa settimana la sua visita rientra all’interno del percorso dei Musei Reali), il ministro ha espresso il ringraziamento a “tutti coloro – tra restauratori, architetti, ingegneri e tecnici – che in questi lunghi anni hanno lavorato per il recupero di questa straordinaria opera dell’architettura barocca, un lavoro eccezionale svolto dal personale del Mibac con passione, professionalità e dedizione al servizio di un bene comune”, sottolineando altresì il forte rapporto, quasi a simbolo che vince nell’immaginario collettivo, esistente tra la comunità e la cappella, mentre Chiara Appendino ha tenuto a precisare come l’inaugurazione “non è soltanto un punto di arrivo ma bensì un punto di partenza”. E, ancora il presidente della Regione, tra gli applausi della sala, ha ricordato come, all’indomani della tragedia, si sia “dimostrata appieno la tradizione tutta torinese e piemontese del tirarsi su le maniche” e come “mani sapienti abbiano saputo ricostruire questo capolavoro”. Anche Nosiglia ha fatto sentire la propria voce: ha espresso la volontà che la cappella finalmente ritrovata in tutto il suo splendore – resta ancora l’altare del Bertola a testimoniare, con quello scheletro scuro e quei monconi di marmi e di balaustra anneriti, gli effetti devastanti dell’incendio: il suo restauro inizierà nella primavera prossima – non resti esclusivamente quel capolavoro barocco che è, tappa obbligata del patrimonio artistico e culturale della città, ma sia anche un luogo di preghiera, come fu per secoli.

Adesso il capolavoro è di nuovo lì davanti ai nostri occhi, prova dell’impegno tra forze pubbliche e private e testimone delle eccellenze del Paese, e delle sue capacità. Il costo complessivo del restauro è stato di oltre 30 milioni di euro, vi hanno partecipato il Ministero delle attività culturali con 28, la Compagnia di San Paolo con 2,7, la Fondazione Specchio dei tempi con 645 mila, la Consulta con 150 mila e Iren con 125 mila, per dar vita a una illuminazione a più colori che già ha fatto discutere autorità e pubblico.

 

Un restauro lungo più di vent’anni

Per la mancanza di materiale documentario e grafico utile a comprendere la genesi e la reale statica della struttura dell’edificio, si è reso necessario eseguire indagini approfondite e sofisticate, come in primo luogo la messa in sicurezza della cupola mediante un sistema di ancoraggi e cerchiature metalliche che ne scongiurassero il crollo. Dopo la rimozione dei detriti, si è dovuto passare al montaggio degli impianti e dei sistemi che dovevano monitorare il comportamento della struttura. Nascendo cosi “il cantiere della conoscenza e della sperimentazione”, i rilievi e la schedatura di circa seimila frammenti in pietra, le ricerche storiche, chimiche, fisiche e strutturali, l’individuazione dei punti resistenti dell’edificio. Per acquisire la pietra che vada a sostituire certi materiali danneggiati, è richiesta la riapertura dell’antica cava originale di Frabosa Soprana, si porta avanti il consolidamento degli elementi superstiti e si restaurano i quattro gruppi scultorei e le tombe dei personaggi di Casa Savoia, Emanuele Filiberto, Amedeo VIII, Carlo Emanuele II e il principe Tommaso. Si sostituiscono ancora pilastri e trabeazioni, archi e parti di pareti, sono riprese le volte degli scaloni verso il Duomo e dei due vestiboli, si procede all’integrazione materica e al trattamento di finitura delle superfici interne. Ogni marmo è riconsiderato, i capitelli e le cornici, il grande finestrone che getta lo sguardo dalla cappella al duomo sottostante, l’affresco del lanternino e il rifacimento della sua raggiera dorata. Molto resta ancora da fare, non ultimo offrire al visitatore l’utilizzo degli scaloni – secondo la visuale guariniana – che da sempre eravamo abituati a percorrere senza affidarci al passaggio interno al palazzo, attraverso le collezioni. La direttrice dei Musei Reali Enrica Pagella (che durante l’inaugurazione ha parlato di “un’architettura immaginifica, ardita, ambiziosa”) e la soprintendente Luisa Papotti dovranno trovare una soluzione che accomuni sicurezza e comodità. Mentre si torna ad ammirare il capolavoro, ci si rende conto che siamo ancora di fronte ad un altro – sormontabile – punto di partenza.

 

Elio Rabbione

 

Le foto sono di Daniele Bottallo

 

Un festival per Gipo, canzoni e monologhi tra vecchie storie di barriera

Inserito nella sezione “Piemonte in scena” che fa da apripista alla stagione di Torino Spettacoli, Gian Mesturino ha inventato, con la complicità di molti, un altro godibilissimo tassello teatrale. Dove al centro suona netto quel termine, sumà, ormai sconosciuto ai più, alle nuove generazioni, a quelli ben lontani da quel profumo di “torinesità” che una volta invadeva le vecchie trattorie con la topia e le partite a carte, il quartino sempre sul tavolo e una chitarra pronta a essere abbracciata, i tetti del borgo e le case a ringhiera a fare da panorama, forse grigio e un po’ tetro, certo povero, con qualche piccolo cesare che cercava di farsi largo con qualche sbandata di troppo ma un panorama certo sempre pieno di dignità, di coraggio di vivere, di orgoglio di quella nascita appartata, di amicizie prolungate nel tempo. Un quadro ormai antico, la palestra e la vita del “cantore” Farassino – scoprendo un talento, Giuseppe Erba l’aveva ingaggiato all’Erba, intermezzo musicale tra una proiezione e l’altra -, con i suoi Sangon Blues o il cortile dl 6 ‘d via Coni con i suoi panni stesi, con i suoi personaggi strampalati che come Matilde Pelissero racchiudevano dentro un mondo.

Ricordi, suggestioni, sentimenti forse troppo presto buttati via, vecchie memorie che si sono sentite venir su con le risate, chissà da quale angolo del tempo, un po’ di giorni fa, quando Mesturino, nel foyer del Gioiello, ha dato il via alla presentazione del 1° Festival Gipo, che proprio nel teatro avrà i suoi quattro giorni di svolgimento, dal 18 al 21 ottobre prossimi. Punto di partenza sarà il film di Alessandro Castelletto, Gipo, zingaro di barriera, ovvero un viaggio intrapreso con Luca Morino, un autentico successo che ha visto il proprio inizio con il Torino Film Festival, vera testimonianza dell’interesse che ancora oggi circonda la vita come il percorso artistico dello chansonnier torinese. Parte dell’incasso della serata sarà devoluto a favore della Fondazione Caterina Farassino. Venerdì 19 sarà la volta di Mi e Gipo, con il sottotitolo assai significativo di “storie, emozioni e canzoni per 50 anni d’amicizia”, ideato dall’allegria e dallo spirito più che giovanile dell’ottantatreenne Tipo Zerbini, cabaret e canzoni che vedranno l’apporto di Andrea Stefanell al pianoforte, Stefano Milanesio alla fisamornica e Stefano Costantino alla chitarra. Ancora Ciao Sumà, ancora comicità e canzoni con Sergin e la sua Sangon Blues Band (il 20), mentre il tutto si concluderà domenica 21 con Na seira ’n piola (alle 16) con – “imprescindibile”, lo ha definito Mesturino – Giovanni Mussotto, spettacolo di poesie, canzoni e monologhi in lingua piemontese su musiche e testi di Gipo e Carlo Artuffo, un viaggio attraverso la lingua e la letteratura piemontesi e quelle tradizioni che non andrebbero perdute; e alle 21 A son peui mach canson con la voce di Luigi Ferroglio e gli strumenti dei sei musicisti che compongono il gruppo musicale “Terzo Turno”, anch’essi in scena per far rivivere la barriera di un tempo, le avventure e i sentimenti di una voce non facilmente dimenticabile.

 

Elio Rabbione

 

Nelle immagini, Gipo Farassino, Tino Zerbini (“Mi e Gipo”) e Giovanni Mussotto (“Na seira ’n piola”)

 

Res publica: il potere dei cittadini

Cosa manca al nostro tempo dell’effimero? Forse un paradigma interpretativo, ancorato alla memoria del passato ma capace di orientare il futuro. Perché la storia non è un fluire incessante: se si trovano adeguati strumenti di lettura, noteremo l’esistenza di avvenimenti che offrono occasioni per riflettere sulla vita collettiva. La cassetta degli attrezzi la mettono a disposizione i classici, libri che  non offrono soluzioni semplificate, ma ripropongono antichi dilemmi, non presentano un’immagine unilaterale ed edulcorata dell’uomo e del mondo, ma danno da pensare. Da questa idea nasce il Festival del Classico, dal 18 al 21 ottobre a Torino, quattro giorni di lezioni, dialoghi, letture, dispute dialettiche, presentazione di libri, spettacoli teatrali, alimentati dalle parole della letteratura e della filosofia, sullo sfondo della storia.

 

Il Festival del Classico affronta alcune grandi questioni del pensiero occidentale come i problemi e gli interrogativi della giustizia nati nelle antinomie tragiche, la ricchezza e gli insegnamenti dei miti, la nascita della visione scientifica del mondo, la crisi della polis, il concetto di colpa e di responsabilità, l’antico dilemma tra morale e politica. È una rassegna sulla classicità, quindi, dedicata ai grandi temi della Res publica per riannodare i fili della memoria e, nel dar voce ai testi fondamentali per renderli di nuovo vivi e vitali in un confronto aperto con la cultura e la società odierna. È un calendario di incontri con grandi voci per far incontrare i temi del passato e i dilemmi attuali, non solo per valorizzare il nostro patrimonio di tradizioni e di idee ma anche per rilanciare la ricerca di buoni modelli e di buone pratiche per il presente.

 

Quattro giorni in cui filologi, latinisti, storici, ma anche giornalisti, scrittori e giuristi, si incontrano al Circolo dei lettori (via Bogino, 9) e in altri luoghi della città, come l’aula magna della Cavallerizza Reale (via Verdi, 9), la Sala Plebisciti del Museo Nazionale del Risorgimento (via Accademia delle Scienze, 5), la Sala dei Mappamondi dell’Accademia delle Scienze (via Accademia delle Scienze, 6), le OGR – Officine Grandi Riparazioni (Corso Castelfidardo, 22), il Teatro Carignano (Piazza Carignano, 6), per aprire la cassetta degli attrezzi che i classici ci donano, «libri che – secondo Italo Calvino – quanto più si crede di conoscerli per sentito dire, tanto più quando si leggono davvero si trovano nuovi, inaspettati, inediti».

Sono coinvolti anche gli studenti e studentesse delle scuole e dell’Università di Torino intornei di disputa classica, realizzati in collaborazione con Rete Nazionale dei Licei Classici e USR Piemonte. Durante i giorni del festival, 18, 19 e 20 ottobre, nella sala dei mappamondi dell’Accademia delle Scienze, prende il via il Torneo di disputa classica. Antiche lezioni per moderni dilemmi, in cui, alla maniera dei paesi anglosassoni, due squadre di studenti delle scuole superiori di Piemonte e Valle d’Aosta si sfidano in una competizione retorica strutturata in termini sportivi, cercando ciascuna di fare trionfare la propria verità. Obiettivo è convincere i giudici della bontà delle loro ragioni su temi del mondo antico suscettibili di ricadute culturali nel mondo moderno. È un progetto a cura di Elisabetta Berardi, Marcella Guglielmo e Massimo Manca, realizzato in collaborazione con Accademia delle Scienze, Dibattito e Cittadinanza – Rete del Piemonte, Rete Nazionale dei Licei Classici e Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte. La prima semifinale è giovedì 18, ore 15.30, introduce Paola Mastrocola, scrittrice, segue venerdì 19, ore 16 la seconda semifinale, introduce Matteo Nucci, scrittore e infine sabato 20, ore 10.30 la finale, introduce Andrea Marcolongo, scrittrice.

Festival del Classico è un progetto della Fondazione Circolo dei lettori, diretta daMaurizia Rebola, presidente onorario del festival Luciano Canfora, curatori Ugo Cardinale e Massimo Arcangeli. La Nike di Samotracia che compare nella cover è un’opera di Ugo Nespolo. Festival del Classico è realizzato con il sostegno diFondazione CRT, con il patrocinio di Città di Torino, Università degli Studi di Torino, in collaborazione con Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, Museo Nazionale del Risorgimento Italiano, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, OGR – Officine Grandi Riparazioni, Accademia delle Scienze, Dibattito e Cittadinanza – Rete del Piemonte, Rete Nazionale dei Licei Classici e Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte. Partner QC Terme Torino. Media partner La Stampa e Rai Radio3.

 

GIORNATA INAUGURALE

 

A Gian Luigi Beccaria, linguista e critico letterario, è affidata la prima lezione del festival,giovedì 18, ore 17 al Circolo dei lettori. È Qualcosa è cambiato. Continuità e durata dei classici nel mestiere di scrivere, dedicata a quanto le scritture del passato influenzino quelle di oggi. Infatti, nei libri del presente – che siano romanzi, saggi o poesie – il classico vive e ritorna, come ispirazione e monito. Ma come avviene questo movimento? Qualcosa, adesso, è cambiato. Fino non molto tempo fa, le novità di rilievo si affermavano secondo una continuità con ciò che è stato, ne sono testimoni autori come Leopardi, Carducci, Pascoli e ancora Ungaretti, Pavese, Fenoglio. E adesso? È ancora così?

 

Lo stesso giorno, giovedì 18, ma alle ore 18.30, si entra nel vivo con un dialogo tra due intellettuali d’eccezione. A confrontarsi, all’aula magna della Cavallerizza Reale, sono il giornalista Paolo Mieli e il filologo Luciano Canfora, in Viviamo nel dopo Pericle? Dilemmi della politica, sul difficile rapporto tra la morale e l’arte di governare. Infatti «finché fu Pericle a capo del partito democratico la vita politica fu piuttosto onesta, scomparso lui, andò via via peggiorando»: questa la diagnosi di Aristotele, e già di Tucidide, secondo cui la forza dell’ateniese era proprio l’incorruttibilità. Cosa succede oggi? Pericle è davvero scomparso?

 

PROGRAMMA

 

Il Festival del Classico prosegue alle ore 21 di giovedì 18 con Quando la vita ti viene a trovare. Dialogo tra Lucrezio e Seneca, al Circolo dei lettori, spettacolo a cura diCompagnia Vetrano Randisi con la drammaturgia del latinista Ivano Dionigi. Divergono su tutto: cosmo, lingua, amore, religione, morte, politica, progresso. Ma entrambi tentano, con la sola ragione, l’assalto al cielo: Lucrezio per affrontare ed eliminare Dio, Seneca per avvicinarsi e rendersi simile a lui. Inutile chiedere loro pace, perché sono naturaliterantagonisti.

 

Venerdì 19 ottobre, cinque importanti occasioni di approfondimento, a partire dalle ore 11al Circolo dei lettori con I classici hanno un futuro? Riflessioni sulla strada del tempo, dialogo tra Luciano Canfora, storico del mondo antico e filologo dell’Università di Bari,Ivano Dionigi, latinista, professore ordinario di letteratura latina dell’Università di Bologna, e Lucio Russo, fisico, filologo e storico della scienza dell’Università di Roma Tor Vergata. Il mondo classico, fatto di ragione ed equilibrio, cos’ha in comune con questo mondo che delegittima ogni limite? Atene e Roma cosa dicono all’Europa, meta dell’arrivo di nuovi popoli che ne accelera il tramonto? Le parole dei classici come interessano l’uomo tecnologico che, frastornato dall’immensa rete dello spazio, ha smarrito la strada del tempo? L’incontro è aperto anche alle scuole superiori.

 

Quale forma di governo può assicurare la giustizia nello Stato?  È il confronto traMauro Bonazzi, docente di storia della filosofia antica presso l’Università di Utrecht,Giuseppe Cambiano, storico della filosofia alla Scuola Normale di Pisa e Salvatore Veca, filosofo all’Università di Pavia, alle ore 17.30 nella Sala plebisciti del Museo Nazionale del Risorgimento Italiano. Si è sempre guardato alle esperienze della politica e della giustizia antica di Greci e Romani, analizzando somiglianze e differenze rispetto alla situazione del proprio tempo, alla ricerca di nozioni riproducibili. Perché i corsi e ricorsi della storia, anche nell’organizzazione e gestione della vita condivisa, siano di insegnamento. ModeraMassimo Mori, filosofo dell’Università di Torino.

 

Segue, alle ore 18 al Circolo dei lettori, la presentazione Perché la cultura classica(Mondadori) con l’autore Lucio Russo, fisico, filologo e storico della scienza dell’Università di Roma e Sandro Graffi, fisico e matematico dell’Università di Bologna. Perché uno storico della scienza, docente di calcolo delle probabilità, promuove la difesa degli studi umanistici? All’idea che la definizione stessa di cultura non possa separare i campi del sapere si accompagna una proposta: la cultura classica, rivisitata, può riavere quel ruolo unificante svolto in passato e per cui non si è mai trovato un valido sostituto. È il primo incontro diClassica: i libri al festival, rassegna che porta al festival le novità editoriali legate al mondo degli antichi.

 

Seneca, un filosofo al governo. Tra otium e negotium è la lezione del latinista Ivano Dionigi, venerdì 19 ottobre, ore 18.30 al Circolo dei lettori (via Bogino, 9), intorno alla figura di un uomo fra i più influenti del suo tempo. Si tratta di Seneca che cerca ostinatamente il potere per tutta la vita, per poi rinnegarlo: quando la collaborazione con Nerone diventa impossibile, non solo chiede di ritirarsi a vita privata ma scrive anche De otio, in cui, dopo aver predicato e praticato l’impegno politico, sceglie ed elogia l’otium, che ritiene scelta obbligata per il filosofo, e per tutti.

 

Conclude la giornata di lavori lo scrittore Alessandro Baricco alle OGR – Officine Grandi Riparazioni, con La giustizia secondo Tucidide alle ore 21, una lettura dal dialogo fra i Melii e gli Ateniesi. Parla di una guerra di 2.500 fa, ma sul tavolo delle trattative ci sono le stesse cose di cui si potrebbe discutere ancora oggi: «Che giustizia c’è se uno dei due è fortissimo? Se c’è uno dei due che tiene l’altro sotto la minaccia di un’arma, è possibile parlare di diritto, doveri e giustizia?». Ingresso libero su prenotazione a org.it/education, i possessori di Carta Plus possono prenotare direttamente al Circolo dei lettori. 

 

Sabato 20 ottobre, ore 10 si apre con Enea e l’Eneide, il laboratorio per bambini dai 5 ai 10 anni a cura di Merende Selvagge. A partire dall’edizione La Frontiera Junior, i dodici libri del poema virgiliano riprendono vita attraverso le parole di Carola Susani e le immagini di Rita Petruccioli, che ci fanno ripercorrere le peregrinazioni di Enea, eroe bello e responsabile. Media partner Giovani Genitori. (Ingresso € 5, prenotazione obbligatoria 011 4326827 | info@circololettori.it, una piccola merenda conclude il laboratorio)

 

Segue, al Circolo dei lettori, ore 11, il secondo incontro di Classica: i libri al festival #2.Nicola Gardini, latinista e docente all’Università di Oxford, presenta Le 10 parole latine che raccontano il nostro mondo (Garzanti). Il latino – dei grandi autori ma anche quello quotidiano spesso usato in maniera inconsapevole – è un tesoro di significati che ci sfida a entrare in dialogo con il passato, e quindi a conoscere meglio noi stessi. Dimostrandoci che il nostro mondo continua a svilupparsi a partire da antichissime radici che sarebbe impossibile, e sbagliato, ostinarsi a ignorare.

 

Alle ore 11.30, sempre al Circolo dei lettori, continua Classica: i libri al festival #3 conFederico Condello, docente di Filologia greco-latina e Letteratura e tradizione classica all’Università Alma Mater di Bologna e il nuovo saggio La scuola giusta (Mondadori), eGiuseppina Magnaldi, latinista dell’Università di Torino. Il liceo classico è stato, per tradizione, la scuola della classe dirigente italiana e, anche per questo, oggetto di dileggio. In realtà questi studi – di storia, filosofia, logica, matematica, traduzione, sono un esercizio mentale completo in grado di mobilitare contemporaneamente capacità analitica e intuizione.

 

A partire da Giustizia e mito (il Mulino) saggio di Marta Cartabia, giudice costituzionale eLuciano Violante, il dialogo di Classica: i libri al festival #4 modera Gustavo Zagrebelsky, alle ore 12, Circolo dei lettori. Nella società di oggi riaffiorano dilemmi del diritto già raccontati nei miti: coscienza individuale vs ragion di stato (Antigone), verità storica vs verità soggettiva (Edipo), legge vs sua opposizione (Creonte). Per quanto emancipata dal primitivo nucleo vendicativo e amministrata con molte garanzie, la giustizia infatti non risana mai del tutto i conti, né per le vittime né per i carnefici. 

 

Classica: i libri al festival #5 continua alle ore 15 al Circolo dei lettori con Ulisse. L’ultimo degli eroi (Einaudi) incontro con l’autore Giulio Guidorizzi, grecista e filologo dell’Università di Torino. Ha espugnato Troia, affrontato tempeste, Ciclopi, Sirene e maghe, vagato per mare anni prima di tornare finalmente a casa. Ma il mito, come la storia, ha sempre un altro lato: l’Odissea è il romanzo originario della letteratura occidentale e Ulisse il primo vero personaggio moderno.

 

L’ora dei miti. Prometeo contro il potere degli dei arriva alle ore 16. Il laboratorio a cura di Progetto Odeon è per i bambini dai 5 agli 10 anni al Circolo dei lettori. Il mito di «colui che riflette prima» è lo spunto per affrontare temi come l’amicizia, lo scontro con un potere superiore, la libertà. A partire da una narrazione teatralizzata, i bambini si immergono, attraverso il gioco, nelle affascinanti vicende del primo Robin Hood ante litteram. (Ingresso € 5, prenotazione obbligatoria 011 4326827 | info@circololettori.it, una piccola merenda conclude il laboratorio)

 

Classica: i libri al festival #6 è con Arcipelago (Einaudi), nuovo saggio di Giorgio Ieranò, docente di Letteratura greca all’Università di Trento, e Olimpia Imperio, docente di italianistica all’Università di Bari, ore 16 al Circolo dei lettori. Il diario di viaggio nel tempo e nello spazio racconta l’intreccio di mito e realtà, storia e leggenda, che da sempre caratterizza l’Egeo. Mare mitologico di prodigi, paesaggio di labirinti e di colossi, di vulcani e di palazzi, ospita terre sacre, accoglie luoghi arcani e da millenni è anche scenario della grande storia europea.

 

La lezione di Piero Boitani, filologo, critico letterario della Sapienza di Roma, è alle ore 16.30 al Circolo dei lettori, si intitola Usare clemenza ai sottomessi, schiacciare i superbi. Roma, l’impero e l’anti-impero. La frase con cui Anchise indica a Enea il compito fondamentale della futura Roma è una costante della politica romana per circa mille anni: da una parte, la strategia di inclusione e assimilazione (e di tolleranza), dall’altra, la conquista, o la repressione, nei confronti di coloro che non si sottomettono. Ma cosa pensano di tutto questo i “superbi”, i ribelli?

 

Sabato 20 ottobre, ore 17, protagonista è Eva Cantarella con il nuovo saggio, presentato in anteprima, Gli amori degli altri (La nave di Teseo), inserito nella rassegna interna al festival, Classica: i libri al festival #7, all’Aula Magna, Cavallerizza Reale. Storica dell’antichità e del diritto antico presso l’Università di Milano è stata global professor alla New York University Law School. Tra le sue opere ricordiamo L’amore è un dio. Il sesso e la polis e L’ambiguo malanno. Condizione e immagine della donna nell’antichità greca e romana, entrambi per Feltrinelli. In libreria dal 31 ottobre, il saggio in discussione racconta trenta storie d’amore diversissime tra loro, da Zeus, il primo molestatore seriale della storia Occidentale a Cesare, il marito di tutte le moglie e la moglie di tutti i mariti.

 

Segue alle ore 18.30 al Circolo dei lettori (via Bogino 9) Parole antiche nella Costituzione italiana. Etimologia e significati, lezione di Gianmaria Ajani, rettore Università di Torino,Luciano Canfora, filologo e Giovanni Maria Flick, giurista, modera Giuseppe Laterza, editore. Le leggi sono incastri di parole così potenti da organizzare la vita dei popoli. Responsabili della convivenza degli uomini, accolgono e sfidano il tempo: conseguenza delle esperienze di ieri, devono saper gestire il presente con un occhio sempre attento ai cambiamenti. Quelle fondanti sono antiche, ma non passate.

 

Conclude la serata la lezione del grande Roberto Vecchioni, sabato 20, ore 21 all’Aula Magna, Cavallerizza Reale (via Verdi 9), che prima di dedicarsi alla musica, è stato assistente di storia delle religioni all’Università Cattolica di Milano dove si è laureato nel 1968, proseguendo poi per trent’anni la sua attività di insegnante di greco, latino, italiano e storia nei licei classici.

 

Maurizio Bettini è la prima voce di domenica 21, ore 11, al Teatro Carignano (piazza Carignano 6), con Narrare il mondo classico. Il racconto dei miti tra Atene e Roma, lezione del classicista e scrittore, docente di filologia classica Università di Berkeley e all’Università di Siena dove ha fondato il Centro Antropologia e Mondo antico. Da oltre duemila anni i miti continuano a porre interrogativi. Sono solo narrazioni affascinanti, talora bizzarre, oppure celano verità profonde e inaudite rivelazioni? Vanno conosciuti perché innanzitutto tramandano regole e significati di una cultura, e mettono a nudo le passioni, i dilemmi e le inquietudini della modernità.

 

Segue, sempre al Teatro Carignano, la lectio conclusiva del filologo Luciano Canfora,Antica e moderna res publica, percorso fra leggi e norme, visioni della collettività e dell’uomo, a partire dalla Costituzione degli Ateniesi dello Pseudo-Senofonte, dall’Epitafio di Pericle e da Le Supplici di Euripide, utili da (ri)leggere perché molto più contemporanee di quanto erroneamente si possa pensare.

 

Festival del Classico è anche un viaggio ad Atene, Il fascino dell’eternità, dall’11 al 14 aprile 2019 con lo scrittore Matteo Nucci, che al mondo antico ha dedicato i suoi studi e incentrato reportage, saggi e romanzi (come Le lacrime degli eroi, Einaudi). In programma anche gli incontri con lo scrittore Petros Markaris e l’artista Mary Zygouri (info circololettori.it).

 

Informazioni

Tutti gli appuntamenti sono a ingresso libero.

I possessori della Carta Plus del Circolo dei lettori possono prenotare il posto in sala (011 4326827 | info@circololettori.it).

 

 

circololettori.it

Ottobre al Museo del Cinema

TUTTE LE DOMENICHE E FESTIVI | Mole Antonelliana
ORE 11 –  GIOCHI E RACCONTI PRIMA DEI LUMIÈRE Visita guidata  per bambini e famiglie 


Dal teatro d’ombre ai primi disegni animati in un racconto che si sviluppa attraverso la scoperta dei giochi ottici e degli spettacoli che hanno preceduto  la nascita del cinema.
Durata: 1h
Costo visita: € 5 a partecipante  + Ingresso ridotto
Destinatari: famiglie e bambini a partire dai 4 anni.

ORE 16  – ALLA SCOPERTA DEL MUSEO Visita guidata 
Per conoscere il Museo e le sue meraviglie, dal teatro d’ombre ai fratelli Lumière, fino ai grandi protagonisti della storia del cinema.
Costo: € 6 a partecipante  + Ingresso ridotto
Durata: 1h30′ 
Destinatari: per tutti
Prenotazione consigliata – online su www.ticketlandia.com a questo LINK  
Info: 011 8138 564-5 – prenotazioni@museocinema.it

TUTTI I SABATI | Mole Antonelliana
Ore 11
– Bebè al Museo – Giochi con la luce sul tappeto magico! – Visita guidata
Visita animata per i più piccini: Un percorso di visita a misura di bebè alla scoperta della luce e delle ombre, dei giochi ottici e delle immagini in movimento, progettato per suscitare l’interesse, l’interazione attiva e la curiosità.
Costo: € 5 + ingresso museo ridotto

Per genitori e bimbi dai 18 mesi ai 3 anni – durata 1 ora
Prenotazione obbligatoria 011 8138 564-5 – prenotazioni@museocinema.it
Per i gruppi è possibile concordare altre date contattando l’uff prenotazioni del Museo del Cinema

#Naticonlacultura

 

 

 

 

I giovani di oggi? Non sempre rassegnati

Si intitola “L’ospite inquietante: il nichilismo e i giovani” il volume scritto nel 2007 dal filosofo e psicoterapeuta Umberto Galimberti, ospite domenica 30 settembre scorso della giornata conclusiva della quattordicesima edizione di Torino Spiritualità, e protagonista di una conferenza tenutasi al teatro Carignano dal titolo ” Non per forza rassegnati”. A distanza di poco più di un decennio dalla pubblicazione del libro, non pare essere cambiata molto la situazione, fatta eccezione per una non piccola percentuale di giovani, che è passata da un nichilismo passivo ad uno attivo, di cui non rimuove l’atmosfera pesante, ma non vi si rassegna. Il filosofo ha di recente pubblicato il volume “La parola ai giovani”, che raccoglie le voci di questi ragazzi, che mostrano un estremo bisogno di essere ascoltati per poter esprimere ciò che tacciono a genitori ed insegnanti, le loro ansie, le loro inquietudini ed i loro problemi. La conferenza al teatro Carignano è stata una vera e propria lectio magistralis con argomento i giovani, in particolare quelli tra i venti ed i trenta anni, che, secondo il filosofo ed accademico, si trovano nella fase della vita umana caratterizzata dalla maggior potenza creativa, dal massimo vigore fisico e sessuale.

***

La società pare trascurare l’enorme potenziale presente in questa fascia di popolazione, che spesso non trova una collocazione nel mondo del lavoro commisurata all’impegno ed al grado della sua preparazione. Scuola e famiglia costituiscono i due più importanti fattori educativi capaci di aiutare i giovani a superare l’apatia e la mancanza di fiducia nel futuro e nel presente.La ricetta indicata dal filosofo, nel corso della conferenza a Torino Spiritualità, è stata quella di insegnare i sentimenti e di trasmettere, da parte di genitori e professori, empatia, proprio come riuscivano bene a fare gli antichi, capaci di tramandare miti e storie legate agli dei ed al destino. “I professori per essere empatici – spiega Umberto Galimberti – non devono trasformarsi in amici o pari dei loro allievi, ma devono dimostrarsi capaci di affascinarli con la cultura. Per questo motivo, se un insegnante si dimostra incapace di essere empatico, lo si deve poter rimuovere dal suo incarico educativo, anche se è di ruolo” Fondamentale è, poi, secondo Galimberti, la presenza di una sintonia tra i genitori e gli insegnanti dei figli soprattutto nella scuola elementare. Rimproverare da parte dei genitori gli insegnanti disorienta i figli dai modelli che devono seguire.

 Mara Martellotta

 

Arriva Moving Tff

La settima edizione di Moving TFF sta arrivando! Dal 2 al 30 ottobre 16 proiezioni a Torino, Biella, Pinerolo, Novara, Saluzzo

Moving TFF propone, per il settimo anno consecutivo, un mese di iniziative “in movimento” per la città, legate al multiforme universo del cinema e intente a valorizzare la storia del Torino Film Festival. La manifestazione è ideata da Altera Centro di Cooperazione Culturale, coordinata da Altera e realizzata in collaborazione con UCCA (Unione Circoli Cinematografici Arci), Arci PiemonteMuseo Nazionale del Cinema Torino Film Festival. L’ingresso alle proiezioni è sempre gratuito. Tesseramento gratuito e contestuale presso la Bibliomediateca Mario Gromo. Nei circoli Arci è richiesta la tessera associativa.

MOVING TFF – IL TORINO FILM FESTIVAL IN GIRO PER LA CITTA’ (e non solo)

Quest’anno la rassegna conferma il cuore piemontese: nel weekend centrale del mese di ottobre saremo in tour con 4 proiezioni a Biella, Pinerolo, Saluzzo e Novara, alla scoperta di nuovi territori (Circolo XXV aprile di Novara), partecipando all’apertura di altri (il Teatro civico Magda Olivero di Saluzzo con la nuova gestione di Ratatoj) e tornando da partner ormai consolidati (lo Stranamore a Pinerolo, il circolo Hydro di Biella). Ma è su Torino che la rassegna resta radicata, com’è normale che sia: in città toccheremo cinque diversi quartieri con 12 proiezioni e la collaborazione di sette partner locali, a cui si aggiungono le due reti nazionali a cui aderiamo – UCCA e ARCI. La programmazione come ogni anno è molto varia, spaziando dal film partecipato Oggi insieme domani anche di Antonietta De Lillo all’esordio di Andrea De Sica I figli della notte, passando per Sangue do meu sangue di João Canijo, titolo non distribuito in Italia e appositamente sottotitolato per noi dall’associazione italo-portoghese Tu-Cá-Tu-Lá – imperdibile! Così, il progetto e i film raggiungeranno pubblici ancora diversi, incrementando la vocazione di diffusione culturale sul territorio che è la mission di Moving TFF. Le proiezioni si terranno, quindi, in tanti luoghi diversi di Torino e del Piemonte – biblioteche, circoli, teatri, spazi associativi fino ad arrivare alla Casa Valdese che ci ospita per il primo anno – per dare vita ad una edizione ancora più partecipata e ricca del Moving TFF, con l’intenzione di coinvolgere sempre più il territorio e accompagnare il pubblico fino all’appuntamento con il 36° TFF.

IL PROGRAMMA

Martedì 2/10

ASCENSORE PER IL PATIBOLO

Di Louis Malle, Francia 1957, durata 89’, proiettato al 2° Festival Internazionale Cinema Giovani 1984.

Una giovane donna supplica Julien, il suo amante, di uccidere suo marito. L’assassinio è sul punto di riuscire quando Julien resta bloccato nell’ascensore. Parallelamente un giovane teppista e la sua amichetta, rubata la macchina di Julien, dormono in un albergo lungo l’autostrada e uccidono una coppia di turisti tedeschi. Quando Julien esce dall’ascensore viene ingiustamente accusato di questo crimine. La giovane donna lo discolpa, ma la polizia trova delle foto compromettenti.

BIBLIOMEDIATECA MARIO GROMO – VIA MATILDE SERAO, 8/A – ore 15.30

Venerdì 5/10

APERIMOVING 2018 – APERITIVO DI INAUGURAZIONE DELLA VII EDIZIONE DEL MOVING TFF

CASARCOBALENO – VIA BERNARDINO LANINO, 3° – ore 19.30

OGGI INSIEME DOMANI ANCHE

Di Antonietta De Lillo, Italia 2015, durata 88’, proiettato al 33° TFF.

Un insieme di interviste, incontri, opinioni e sguardi compongono un documento strettamente aderente alla realtà contemporanea, un ritratto dell’amore oggi, a quarant’anni dal referendum sul divorzio. Persone incontrate per strada, intellettuali, ragazzi, adulti e anziani esprimono il loro sguardo lasciando trasparire quanto il tessuto politico-sociale sia intimamente legato ai mutamenti sulla percezione e sul senso primo dell’amarsi e dello stare insieme, tra incanto e disincanto.

CASARCOBALENO – VIA BERNARDINO LANINO, 3° – ore 21.30 (In collaborazione con Arcigay Torino)

Martedì 9/10

SADISMO

Di Donald Cammell – Nicolas Roeg, Gran Bretagna 1970, durata 105’, proiettato al 9° Festival Internazionale Cinema Giovani 1991.

Chas Devlin lavora al servizio di un racket guidato da Harry Flowers. Sapendo che Chas ha un risentimento personale contro Joey Maddocks, che ha un negozio di scommesse, Flowers gli ordina di tenersi fuori dalla trattativa con cui l’organizzazione sta tentando di affiliare Maddocks. Ma Chas disobbedisce e Maddocks distrugge il suo appartamento e lo picchia. In fuga Chas sente un musicista nominare un indirizzo. Impulsivamente vi si dirige fingendosi un saltimbanco amico del musicista incontrato.

BIBLIOMEDIATECA MARIO GROMO – VIA MATILDE SERAO, 8/A – ore 15.30

Venerdì 12/10

THE BANG BANG CLUB

Di Steven Silver, Sud Africa – Canada 2010, durata 113’, proiettato al 28° TFF.

Sudafrica, 1994. Nelson Mandela è appena stato liberato e la situazione è critica: la tensione è salita molto negli ultimi mesi di apartheid e le varie fazioni tribali si sono dichiarate guerra ingaggiando violenti scontri armati. In mezzo a tutto ciò si muove il Bang Bang Club, un gruppo di quattro giovani fotoreporter bianchi decisi a testimoniare quegli eventi. Con l’aiuto della loro photo editor Robin, riusciranno ad attirare l’attenzione internazionale sulla terribile carneficina in atto.

ASSOCIAZIONE ARTEMUDA – VIA DRUSACCO, 6 – ore 21.30

Sabato 13/10

DUSTUR

Di Marco Santarelli, Italia 2015, durata 74’, proiettato al 33° TFF.

Nella biblioteca del carcere Dozza di Bologna, insegnanti e volontari hanno organizzato un corso scolastico sulla Costituzione italiana. I partecipanti sono prevalentemente detenuti musulmani. Incontro dopo incontro si discute e si affrontano i principi e i valori che hanno animato la nascita della Costituzione. Un viaggio dentro e fuori il carcere, per raccontare l’illusione e la speranza di chi ha sognato e continua a sognare un «mondo più giusto».

ASSOCIAZIONE DEI SARDI IN TORINO “A. GRAMSCI” – VIA MUSINÉ, 5/7 – ore 18.30 (In collaborazione con Ecoborgo Campidoglio)

Martedì 16/10

VELVET GOLDMINE

Di Todd Haynes, USA – Gran Bretagna 1998, durata 123’, proiettato al 16° TFF.

Primi anni ‘70: sulla scena musicale britannica si impone il glam rock. La megastar Brian Slade – in arte Maxwell Demon – viene colpito a morte durante un concerto, ma quando si svela che il fatto è tutta una montatura la sua carriera ha un tracollo e la rockstar sparisce dalla ribalta. Dieci anni dopo, il giornalista inglese Arthur Stuart, trasferitosi a New York, all’epoca grande fan del cantante e testimone dell’incidente, deve scrivere un servizio proprio su quell’episodio.

BIBLIOMEDIATECA MARIO GROMO – VIA MATILDE SERAO, 8/A – ore 15.30

Venerdì 19/10

BERLINGUER TI VOGLIO BENE

Di Giuseppe Bertolucci, Italia 1977, durata 90’, proiettato al 26° TFF.

Mario Cioni è un giovane sottoproletario i cui propositi di rivalsa sono affidati alle speranze di una rivoluzione guidata dal segretario del PCI Enrico Berlinguer. Succube del rapporto edipico con la madre e ossessionato dal sesso, trascorre le giornate con gli amici o a spasso per le campagne toscane, improvvisando scurrili monologhi e assurdi ragionamenti. Quando gli amici gli annunciano, per scherzo, la morte della madre, Mario ne rimane sconvolto e trascorre la notte vagando senza meta.

CIRCOLO HYDRO – VIA SERRALUNGA, 31 – BIELLA ore 21.30

Sabato 20/10

I FIGLI DELLA NOTTE

Di Andrea De Sica, Italia 2016, durata 85’, proiettato al 34° TFF.

Il diciassettenne Giulio viene spedito in collegio, un luogo isolato sulle Alpi, in cui vigono regole ferree che limitano ogni tipo di contatto con l’esterno. Qui, il timido Giulio fa amicizia con il ribelle Edoardo. A cementare il loro rapporto le frequenti fughe notturne. I due iniziano così a frequentare un nightclub, nascosto tra i boschi, che diviene per loro una sorta di rifugio. Conoscono Elena, una prostituta, a cui presto si legano. Non sanno però di essere osservati…

CIRCOLO STRANAMORE – VIA BIGNONE, 89 – PINEROLO ore 21.30

Domenica 21/10

THE DEATH OF STALIN

Di Armando Iannucci, Francia – UK 2017, durata 107’, proiettato al 35° TFF.

Il 1953 sembra un anno come tanti nel mandato di Stalin: sicuro del suo potere, continua a ordinare omicidi e deportazioni, a oscurare la libertà di espressione e a tenere in riga la corte di personaggi che gli ruota intorno. Quando, una mattina, viene trovato riverso sul pavimento scoppia il panico… E ovviamente anche la corsa per la sua successione. Chi la spunterà tra Chruščëv, più simile a un mafioso che a un politico, la mina vagante Molotov, il mite Žukov e il malvagio Berija?

TEATRO CIVICO MAGDA OLIVERO – VIA PALAZZO DI CITTÀ, 15 – SALUZZO ore 21.30

Lunedì 22/10

BAKROMAN

Di Massimiliano e Gianluca De Serio, Italia 2010, durata 100’, proiettato al 28° TFF.

In lingua moré, quella parlata nel Burkina Faso, il termine bakroman significa «ragazzo di strada»: sono più di seicento, infatti, i ragazzi che vivono senza niente da mangiare, né un tetto sotto cui dormire per le strade di Ouagadougou, la capitale dello stato. Eppure, per difendere i propri diritti e coltivare le proprie speranze, si sono uniti in una sorta di sindacato che sembra rendere più concreta la possibilità, un giorno, di affrancarsi da quella condizione.

CIRCOLO XXV APRILE – VIA S. GIACOMO, 4 – NOVARA ore 21.30

Martedì 23/10

SEX PISTOLS – OSCENITÀ E FURORE

Di Julien Temple, Gran Bretagna 2000, durata 108’, proiettato al 32° TFF.

Ascesa e declino dei Sex Pistols, una band diventata fenomeno storico e culturale nel Regno Unito dei tardi anni Settanta, un periodo scosso da fortissime tensioni sociali e politiche che i Pistols riuscirono a trasformare in musica. Vent’anni dopo La grande truffa del rock’n’roll, il suo primo documentario sui Pistols, Julien Temple torna a raccontare la loro storia, affidandosi a materiali di repertorio rari e inediti e mostrando il punto di vista dei diretti interessati.

BIBLIOMEDIATECA MARIO GROMO – VIA MATILDE SERAO, 8/A – ore 15.30

À VOIX HAUTE

Di Stéphane De Freitas – Lad Ly, 2017, Francia, durata 99’, proiettato al 35° TFF.

Ogni anno presso l’Università di Saint-Denis, il concorso di Eloquentia nomina il «Miglior oratore del 93», numero del dipartimento di Seine-Saint-Denis. Possono partecipare gli studenti di tutti i corsi e prepararsi con l’aiuto di consulenti professionali, che insegnano loro l‘arte del parlare in pubblico e i sottili meccanismi della retorica. Acquisite queste nuove abilità, Leïla, Elhadj, Eddy e gli altri si affrontano per diventare il miglior oratore del 93.

CASA VALDESE – CORSO VITTORIO EMANUELE II, 23 – ore 20.30 (In collaborazione con Centro Culturale Protestante di Torino)

Mercoledì 24/10

AVANT LES RUES

Di Chloé Leriche, Canada 2016, durata 97’, proiettato al 34° TFF.

Nella valle del fiume Saint-Maurice, in Quebec, vive la popolazione indigena degli Atikamekw, caratterizzata da un profondo legame con la natura e da una lingua secolare. Shawnouk è nato in questa terra, ma da sempre ne mette in discussione i valori. Il coinvolgimento in una tragica rapina, però, segna per lui il punto di non ritorno. Shawnouk decide così di riavvicinarsi alle proprie origini, alla foresta e ai misteri della tradizione su cui si fonda la sua vera identità.

CASA VALDESE – CORSO VITTORIO EMANUELE II, 23 – ore 18.00 (In collaborazione con Centro Culturale Protestante di Torino)

FÉLIX ET MEIRA

Di Maxime Giroux, Canada 2014, durata 105’, proiettato al 32° TFF.

Nel Canada francese, Félix vive senza soldi né grandi ambizioni. La cosa però non lo preoccupa molto, dal momento che il suo ricco padre sta morendo. Tutt’altra vita è invece quella di Meira, ragazza ebrea di Montreal, sposata e con un figlio. Nonostante le certezze del suo ambiente, Meira è in cerca di qualcosa di diverso: incredibile che lo trovi proprio nell’eccentrico Félix. Eppure il loro incontro è destinato a segnare l’inizio di un sentimento più forte di ogni barriera sociale.

CASA VALDESE – CORSO VITTORIO EMANUELE II, 23 – ore 20.30 (In collaborazione con Centro Culturale Protestante di Torino)

Venerdì 26/10

SANGUE DO MEU SANGUE

Di João Canijo, Portogallo 2011, durata 140’, proiettato al 29° TFF. V.O. con sottotitoli in italiano

In un quartiere periferico di Lisbona, Márcia vive con i due figli Claúdia e Joca insieme alla sorella Ivete. Un giorno Claúdia racconta alla madre di essersi innamorata di un uomo più anziano e sposato; quando Márcia lo conosce, avverte la sensazione che sulla sua famiglia gravi l’ombra di una minaccia. Intanto Joca, già piccolo trafficante di quartiere, decide di soppiantare il suo fornitore, ma il suo piano fallisce e solo il sacrificio di Ivete potrà salvarlo.

CASARCOBALENO – VIA BERNARDINO LANINO 3A – ore 21.15 (In collaborazione con l’Associazione italo-portoghese Tu-Cá-Tu-Lá)

Martedì 30/10

WHIPLASH

Di Damien Chazelle, USA 2014, durata 105’, proiettato al 32° TFF.

Nonostante la giovane età, Andrew Neyman si è posto un obiettivo molto ambizioso: diventare il miglior batterista jazz del prestigioso conservatorio di Manhattan a cui è iscritto. Una notte, mentre è intento a provare, viene scoperto da Terence Fletcher, docente conosciuto sia per l’abilità nell’insegnamento sia per i metodi poco ortodossi. Per Andrew questo incontro rappresenta un’occasione per dimostrare le sue capacità, ma le pressioni esercitate dall’insegnante lo metteranno a dura prova.

BIBLIOMEDIATECA MARIO GROMO – VIA MATILDE SERAO, 8/A – ore 15.30