CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 584

Bardonecchia ricorda Mario Soldati

Il nuovo libro di Pier Franco Quaglieni

Sabato 3 agosto alle ore 17,30 a Bardonecchia, nel Palazzo delle Feste, Sala “Giolitti” (piazza Valle Stretta), verrà presentato il libro Mario Soldati, la gioia di vivere, Golem edizioni. L’autore, Pier Franco Quaglieni, che ne ha curato la realizzazione e scritto un ampio saggio introduttivo, è stato amico personale dello scrittore e cofondatore con Soldati e Arrigo Olivetti del Centro “Pannunzio” di cui Soldati fu Presidente per quasi 20 anni. Soldati veniva spesso a Bardonecchia , amava profondamente  la cittadina  montana  e ne parlò spesso nei suoi romanzi.A Bardonecchia  giovanissimo conobbe Benedetto Croce e  Giolitti in vacanza .  Del libro, ricco di contributi di critici e studiosi autorevoli, di relazioni a Convegni, di ricordi e testimonianze di Soldati stesso e di molti suoi amici, parlerà la scrittrice e giornalista Bruna Bertolo, in dialogo con l’autore.

L’isola del libro

Rubrica settimanale sulle novità in libreria

A cura di Laura Goria

Adam Gopnik “Io, lei, Manhattan” – Guanda-   euro 19.oo

E ‘ un inno al fascino di New York questo splendido memoir di Adam Gopnik, firma di punta del settimanale “New Yorker”. Più precisamente è una cavalcata d’amore per la fantastica Manhattan degli anni 80; quando, appena 20enni, lui e la moglie Martha Parker arrivano dritti dal Canada. Due giovani provinciali con pochi soldi e ambizioni tante. Lei è iscritta alla Columbia University e sulla strada per diventare una film maker di successo; lui dottorando di storia dell’arte, ma con il sogno di scrivere pezzi di costume sul “New Yorker”. Gli inizi del loro inossidabile amore hanno il non facile apprendistato nello spazio ultraridotto di un seminterrato di 9 metri quadrati nell’Upper East Side, “la definizione dell’impossibile”.

Pagine intense che vi portano direttamente in quello scantinato pieno di amore, ironia, intelligenza, passione e abilità nella difficile arte di riuscire a imbastire (senza azzannarsi) una convivenza nel minimo spazio vitale possibile. All’epoca Manhattan era proiettata in altezza, verso il cielo: aspirazioni, energia, ambizione e creatività erano un mix che funzionava alla grande. Poteva accadere di tutto. Gopnik iniziò con impieghi, a tratti dai risvolti comici, alla Frick Library, poi come guida al MoMA (piacevolissimo parlare di arte, ma decisamente poco remunerativo) infine decide di cercarsi “un lavoro vero, che pagasse”. E’ così che approda alla prestigiosa rivista maschile GQ dove cercavano qualcuno che rivedesse i testi….e dato che le sue qualifiche erano pari a zero, si aggiudicò il posto. Erano anni in cui era più fluido il passaggio da un lavoro all’altro, salivi le scale mobili della carriera fino al top “e neanche il tempo di voltarsi, eri alla guida di una casa editrice”.

Gli amici della coppia sono giovani romanzieri i cui libri vengono pubblicati, artisti talentuosi le cui opere vengono esposte ed hanno quotazioni di tutto rispetto. Manhattan era il luogo magico in cui potevi farcela. Capitava anche che il grande fotografo Richard Avedon (Dick) diventasse amico della coppia e mentore carismatico di Gopnik, (un’amicizia ininterrotta da quando si conobbero nel 1985 fino alla morte di Avedon nel 2004). Una sorta di padre adottivo che li introdusse nel mondo del potere e del glamour newyorkese. Uomo dall’immensa sensibilità estetica che immortalava immagini con una vecchia macchina fotografica 12 per 8 (la stessa usata da Matthew Brady per fotografare Lincoln e la Guerra di secessione). Gopnik erige quasi un monumento ad Avedon in pagine bellissime in cui racconta le loro passeggiate su e giù per Manhattan, la sua genialità nell’approcciarsi alla vita e alle persone (emblematiche e divertenti le pagine dedicate al loro incontro con “l’uomo delle spille”…godetevelo).

Poi la coppia, dal bugigattolo dell’86esima, infestato da scarafaggi, trasloca in un arioso loft di SoHo di 140 metri quadri: è terreno di scorribande di topi…ma vuoi mettere il fascino di vivere in un edificio con la facciata in ghisa (tratto architettonico tipico di quell’isola newyorkese)… Ed ecco il via a capitoli in cui Gopnik racconta l’evoluzione del quartiere: conteso da artisti e gallerie, sconfinante negli anni con TriBeCa, tra pop art, scrittori ed editor di grande prestigio. Tanti i nomi di personaggi famosi che Gopnik ha incontrato e di cui parla in modo da trascinarvi in quell’epoca e in quei luoghi, decisamente unici. Adam Gopnik ha vinto ampiamente la sua corsa al successo, ha ottenuto svariati premi come giornalista e scritto alti 8 libri prima di questo….tutti da leggere.

 

Ken Follet “Notre Dame”   -Mondadori- euro 9.00

Ken Follet, uno degli scrittori di maggior successo a livello mondiale, rende omaggio alla cattedrale di Notre Dame di Parigi che il 15 aprile scorso è stata devastata da un terribile incendio. E lo fa con

questo pampleth, il cui ricavato è destinato al fondo per la ricostruzione, come pure i suoi diritti d’autore. Proprio lui, che ha scritto il best seller “I pilastri della terra” -dedicato alla cattedrale di Kingsbridge- è stato particolarmente schioccato dal disastro. Incollato come tutti noi davanti agli schermi tv, ha assistito sgomento alle immagini della devastazione.

Ed eccolo ripercorrere il suo legame con Notre Dame.

Aveva visitato la chiesa molte volte: la prima nel 1996, quando era un 17enne più interessato alle coetanee che non alla bellezza della struttura e al suo carico di storia. Tra le tante occasioni successive anche una toccante messa di Natale, con la moglie Barbara, insieme a migliaia di persone che affollavano la chiesa e condividevano qualcosa di profondo. Allora l’emozione era stata sapere che i nostri antenati avevano celebrato il Natale allo stesso modo, in quell’edificio, per più di 800 anni. L’occasione più recente, solo 4 settimane prima dell’incendio, mentre passava in auto lungo la rive gauche, ammirando il maestoso spettacolo delle 2 torri e degli archi rampanti.

All’origine del suo romanzo “I pilastri della terra” ci sono state approfondite ricerche che Follet ha fatto anche “sul campo”, salendo sui tetti di molte cattedrali e imparando molto sulla loro struttura, ma anche sui loro punti deboli. Nel 4° capitolo c’è la scena chiave dell’incendio che distrugge la cattedrale di Kingbridge; per descriverlo al meglio si era chiesto come potesse prendere fuoco una grande chiesa di pietra. E’ così che ha subito intuito la matrice delle fiamme che hanno devastato Notre Dame. Si è ricordato dei detriti che si accumulano negli anfratti, vecchi pezzi di legno e corda, cartacce abbandonate dagli addetti alla manutenzione e tanti altri elementi potenzialmente pericolosi se anche solo sfiorati da una sigaretta accesa o dalla scintilla provocata da un guasto elettrico.

Nelle pagine seguenti, scritte di getto tra il 19 e il 30 aprile 2019, ripercorre i momenti storici che hanno reso la cattedrale uno dei simboli di Parigi. Narra che per edificarla trascorsero 100 anni, e anche dopo non cessarono continue migliorie. Sottolinea il contrasto tra le vite povere e sacrificate delle centinaia di operai che vi lavorarono: costruirono torri alte 69 metri, mentre loro vivevano in capanne di legno e non avevano gli strumenti di precisione odierni, per cui si procedeva a tentativi e si commettevano anche errori. Racconta molto altro…e rimanda anche al romanzo di Victor Hugo “Notre Dame de Paris”…

 

Victor Hugo “Notre Dame de Paris”

Questa potrebbe essere l’occasione giusta anche per rileggere e scoprire un classico della letteratura, “Notre Dame de Paris” di Victor Hugo. Scrittore francese (1802-1885) autore anche de “I miserabili” che gli diede fama imperitura in patria e all’estero. E subito dopo il rogo di aprile uno degli effetti collaterali è stato proprio un boom di vendite del tomo di Hugo in tutta la Francia.

“Notre Dame de Paris” è considerato un capolavoro della letteratura romantica e il massimo approdo del genere “gotico”. Hugo non aveva ancora 30anni quando diede alle stampe questo romanzo-cronaca dell’autunno del Medio Evo, espressione più che riuscita del suo grande amore per i monumenti del passato. E’ un torrente in piena nel descrivere il miserabile quartiere parigino intorno alla cattedrale, in un Medioevo fantastico, pittoresco, babelico, brulicante di personaggi ed echeggiante di suoni. E’ su questo sfondo e all’ombra della misteriosa macchina della cattedrale – che è la vera protagonista- che leggiamo le avventure della bella zingara Esmeralda che si guadagna da vivere ballando e predicendo il futuro. E di altri personaggi, come il campanaro deforme Quasimodo, Pierre Gringoire, il capitano Febo e l’intricato parterre dei mendicanti della corte dei miracoli, preti, scudieri del re, duca di Borgogna. Una storia corale pubblicata nel 1831, che non aveva pretese di esatta ricostruzione storica, ma in cui Hugo diede libero sfogo alla sua immaginazione, trasportata da un ritmo narrativo mozzafiato. E a rileggere oggi le pagine in cui sono descritte le fiamme fra le due torri della facciata (che in realtà oggi sono quelle meno intaccate) siamo percorsi da un brivido, perché quel pezzo di bravura suona anche sinistramente profetico. I critici dell’epoca non capirono la grandezza dell’opera, invece i lettori ne furono letteralmente stregati e questo diede fama e successo allo scrittore.

 

 

 

A Palazzo Reale, d’estate, il biglietto vale il doppio

Tre calde domeniche estive28 luglio, 11 e 25 agosto, per approfittare di un’occasione imperdibile: l’apertura del Secondo Piano di Palazzo Reale, solitamente chiuso al pubblico, con tariffa d’ingresso compresa nell’abituale biglietto dei Musei Reali. Juvarra, Alfieri, Palagi, Beaumont, De Mura, Piffetti, Bonzanigo, sono soltanto alcuni degli eccezionali artisti e architetti che si avvicendarono nella realizzazione di queste stanze.

La visita inizia percorrendo la juvarriana Scala delle Forbici e si snoda attraverso le raffinate sale degli Appartamenti dei Principi di Piemonte e dei Duchi di Aosta, con affaccio dal terrazzo settecentesco per godere del panorama circostante, dalla collina di Superga alla catena alpina, dal Giardino di Levante alle cupole della città.

Un tempo utilizzato dalle dame e damigelle d’onore di Madama Reale, dall’inizio del Settecento il Secondo Piano viene destinato ad accogliere i principi ereditari e le loro consorti, assumendo la denominazione di Appartamenti Nuziali o dei Principi di Piemonte, già utilizzati dai Duchi di Savoia Vittorio Amedeo III e Maria Antonia Ferdinanda di Spagna, raffigurati nella grande tela del Duprà. Rimodernati da Pelagio Palagi all’epoca di Carlo Alberto, tra i diversi ambienti spiccano per eleganza la Sala Blu, la Sala Rossa e la Camera da letto di Maria José, che vi soggiornò nei primi decenni del Novecento. Gli Appartamenti dei Duchi d’Aosta occupano l’altra metà del piano e rappresentano un vero e proprio unicum per integrità stilistica. Progettati dagli architetti Piacenza e Randoni per le nozze di Vittorio Emanuele I con Maria Teresa d’Asburgo Este, celebrate nel 1789, ospitano preziosi arredi realizzati da Giuseppe Maria Bonzanigo, affreschi con soggetti mitologici e una curiosa Sala del Biliardo.

In collaborazione con Coopculture, è possibile fruire della visita guidata al costo di € 5 (oltre il biglietto di ingresso). Per info e prenotazioni: tel. 011 19560449.

I libri più letti e commentati a Luglio

L’estate è nel suo splendore e che siate al mare o sui monti, probabilmente sarete curiosi di sapere di quali libri si parla sul gruppo FB Un libro tira l’altro ovvero il passaparola dei libri

Il titolo più amato del mese, ma forse dell’estate, è senza dubbio I leoni di Sicilia, di Stefania Auci, che ripercorre la storia della famiglia Florio; ormai va di moda e quindi anche questo libro è solo il primo di una serie che sta appassionando i lettori; secondo posto per Il cuoco dell’Alcyon, ultimo romanzo del compianto Andrea Camilleri con protagonista il commissario Montalbano, sempre molto amato dai nostri lettori; infine, terzo posto per Simona Sparaco  vincitrice del premio DeA Planeta con Nel silenzio delle nostre parole.

Chi non è interessato a commentare le ultime uscite può continuare a passare in rassegna Time’s List of the 100 Best Novels, ovvero i cento romanzi più importanti del secolo XX, scritti in inglese e selezionati dai critici letterari per la rivista Times: questo mese noi abbiamo discusso di Jim il fortunato, amaro e ironico ritratto di un giovane arrabbiato magistralmente tratteggiato da Kingsley Amis, de Il coltivatore del Maryland, poderoso affresco storico venato di satira e forte ironia, scritto da John Barth e ottimamente tradotto da Luciano Bianciardi e, rimanendo nel campo degli autori britannici, La morte del cuore, delicato e malinconico racconto di formazione di Elizabeth Bowen.

Cosa proporre ai lettori più giovani, per rendere meno noiosa la loro estate? A questa domanda hanno risposta in molti e dai vari sondaggi abbiamo estrapolato tre titoli per lettori giovani, curiosi e interessati: L’acchiapparatti di Tilos, romanzo di Francesco Barbi che rivisita il fantasy classico con una buona dose di ironia; Little Brother, di Cory Doctorow, per chi è interessato alla tecnologia e vuole provare il fascino del suo primo cyberpunk; L’angelo di Coppi, raccolta di racconti  di Ugo Riccarelli che mostrano il lato umano e fragile dei grandi nomi dello sport.

Infine, le nostre conversazioni si sono focalizzate sulle biblioteche. Ce ne sono dove vivete? Come sono organizzate? Come le preferireste? La discussione ha coinvolto lettori, addetti ai lavori, utenti appassionati e utenti più scettici, in uno scoppiettante dialogo che probabilmente verrà ripreso in futuro.

Per questo mese è tutto: vi ricordiamo che se volete partecipare ai nostri confronti, potete venire a trovarci su FB e se volete rimanere aggiornati sulle novità in libreria e gli eventi legati al mondo dei libri e della lettura, visitate il nostro sito ufficiale all’indirizzo www.unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it

Buone letture!

Podio del mese:  I leoni di Sicilia, Auci (Nord) – Il cuoco dell’Alcyon, Camilleri (Sellerio) – Nel silenzio delle nostre parole(DeA Planeta)

 

Focus on: libri per appassionare giovani lettori :L’Acchipparatti di Tilos, Barbi (Campanila) – Little Brother, Doctorow (Multiplayer) – L’angelo di Coppi, Riccarelli (Mondadori)

 

Time’s List of the 100 Best Novels : Jim il fortunato, Amis (Dallai) – Il coltivatore del Maryland, Barth (Rizzoli) – La morte del cuore, Bowen (Neri Pozza)

 

Testi : valentina.leoni@unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it

Grafica e Impaginazione : claudio.cantini@unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it 

Andiamo! L’estate del Torinodanza Festival

IL SECONDO CAPITOLO DI VERTIGINE#2

 


Torinodanza prosegue anche questa estate con l’esplorazione delle relazioni fra danza e montagna nell’interpretazione trasversale di tre artisti italiani che, attraverso residenze e laboratori in alta quota, presentano e costruiscono performance originali.

Un vero e proprio happening di tre giorni, il 26, 27 e 28 luglio, fra Avigliana, Sestriere e Prali, per mettere in connessione la città di Torino e le sue montagne, ma non solo. Il programma, che quest’anno si presenta con il titolo “ANDIAMO!”, il secondo capitolo di #VERTIGINE all’interno del progetto Corpo Links Cluster finanziato dal programma europeo ALCOTRA (Alpi Latine Cooperazione TRAnsfrontaliera), coinvolge oltre al Teatro Stabile di Torino ‐ Teatro Nazionale/Torinodanza festival anche Malraux scène nationale Chambéry Savoie, Associazione Dislivelli di Torino e Université Savoie Mont Blanc in un vero e proprio festival italo-francese.

 

ANDIAMO! è il secondo capitolo del progetto #VERTIGINE, un sentiero che abbiamo iniziato a percorrere la scorsa stagione e che passo dopo passo ci ha entusiasmato per l’originalità della proposta – dichiara il direttore di Torinodanza Anna Cremonini – Gli spettacoli che sono nati in montagna sono approdati in teatro e oggi sono nel programma dei migliori teatri e festival in Italia e non solo. In questa edizione diventa ancora più forte e concreta la collaborazione con la sponda francese del progetto: Torino, Chambéry e le montagne diventano davvero un unico grande territorio di spettacolo.

Sport, ambiente e cultura di montagna sono un’ispirazione unica di questi territori, capaci di stimolare danza, performance e partecipazione. Come partire insieme e conquistare una cima.

 

E’ un punto di vista diverso sulla montagna, che non vive così esclusivamente nella dicotomia fra inverno e estate, fra neve, sci, velocità e i cieli tersi di una gita estiva in alta quota, lungo sentieri e pendii verdissimi. Lo sguardo dei coreografi di Torinodanza esplora la storia e la memoria, incontra le persone e si immerge negli ambienti naturali. Gli artisti percorrono il territorio, abitano le valli e si confrontano con chi in montagna ci vive o chi ci passa solo qualche giorno e trasformano queste esperienze in danza.

Arrampicata, sci di discesa e trekking sono gli sport da cui si originano i gesti coreografici. Grandi personaggi di montagna, come la guida alpina Anna Torretta, il campione di sci Piero Gros e l’antropologa e scrittrice Irene Borgna, saranno i protagonisti degli incontri (coordinati dal giornalista e scrittore Enrico Camanni) che seguiranno ogni spettacolo.

 

Il programma:

 

DANZA E ARRAMPICATA AD AVIGLIANA

Venerdì 26 luglio 2019 – ore 21.00 Palestra di Roccia (Via IV Novembre)

Performance site-specific AU BOUT DES DOIGTS di Piergiorgio Milano

a seguire PIERGIORGIO MILANO incontra l’alpinista ANNA TORRETTA – modera ENRICO CAMANNI

in collaborazione con Comune di Avigliana e CAI – Sottosezione Avigliana

INGRESSO LIBERO

 

DANZA E SCI A SESTRIERE

Sabato 27 luglio 2019 – ore 17.00

Piazza Fraiteve

Performance a chiusura del laboratorio IL CORPO IN BILICO di Marco Chenevier con i giovani dello Sci Club Sestriere

a seguire MARCO CHENEVIER incontra il campione di sci alpino PIERO GROS – modera ENRICO CAMANNI

in collaborazione con Comune di Sestriere e Sci Club Sestriere

INGRESSO LIBERO

 

DANZA, TREKKING E FESTA A PRALI  

Domenica 28 luglio 2019

ore 11.00 – Conca dei 13 Laghi (Seggiovie 13 Laghi)*

TREKKING COREOGRAFICO di Silvia Gribaudi

ore 16.00 – Piazza Giovanni Perro

Performance a chiusura del laboratorio MON JOUR! LAB di Silvia Gribaudi

a seguire SILVIA GRIBAUDI incontra l’antropologa e scrittrice IRENE BORGNA – modera ENRICO CAMANNI

conclude la giornata il concerto folk occitano con TRIGOMIGO

in collaborazione con Comune di Prali, Prali Ski Area, Pralibro e AGAPE

INGRESSO LIBERO

*SEGGIOVIA 7€ A/R

Ritrovo alle ore 11.00 alla seggiovia dei 13 Laghi. Durata del trekking dalle ore 11.30 alle ore 13.00

 

NAVETTA GRATUITA TORINO-PRALI A/R

Info e prenotazione (obbligatoria)

agenzia@buscompany.it – 011/2261941 int. 1

 

Gli stessi artisti arriveranno poi in autunno a Torino per presentare il loro lavoro all’interno del programma di Torinodanza, elaborando ulteriormente gli spunti creativi nati in montagna. Piergiorgio Milano con White Out, nuovo spettacolo al suo debutto assoluto, Silvia Gribaudi e Marco Chenevier con performance che saranno presentate in forma compiuta a Torinodanza festival 2020.

 

Maria La Barbera

 

 

INFO

info@torinodanzafestival.it

www.torinodanzafestival.it

www.corpolinkscluster.eu

 

 

 

 

La Passione di Cristo nell’arte di Missaglia

Renato Missaglia, l’artista che ha donato sue importanti opere sul tema della Passione di Cristo al Museo Diocesano di Torino

 

il M° Renato Missaglia è un artista di origine bresciana, da anni molto attivo anche all’estero, che, dapprima imprenditore, ha intrapreso la professione artistica dal lontano 1979. Ha maturato con la città di Torino, ormai da molti anni, un legame importante.

Ha interpretato, infatti, per gli organizzatori, momenti ed emozioni delle Olimpiadi Invernali Torino 2006, che sono sfociati nel volume intitolato Con gli occhi dell’arte. XX Olimpiadi Invernali Torino 2006.

La multinazionale “Coca-Cola mondo” lo ha inoltre scelto quale testimonial artistico.

Banca Aletti, presso il Museo del Cinema alla Mole Antonelliana, ha poi organizzato una importante presentazione del suo lavoro artistico.

Per l’Arma dei Carabinieri ha inoltre realizzato il libro d’arte dal titolo I Carabinieri e Torino. Due secoli di storia, dalla fondazione ai Giochi Olimpici Invernali, un excursus a partire dalla nascita dell’Arma a Torino, in Via Pastrengo.

La Stampa di Torino ha poi rieditato il libro in diecimila copie, allegandolo al quotidiano cittadino.

 

– Lei ha di recente esposto nel Duomo di Torino e poi donato all’attiguo Museo Diocesano alcune opere pittoriche dedicate al tema della Passione di Cristo, presentate al pubblico proprio nel luogo dove si conserva la reliquia più importante della Cristianità, la Sacra Sindone. Quale significato ha avuto per Lei questa esposizione?

 

Premetto che sono un cattolico praticante da sempre affascinato dal mistero della Sacra Sindone, ragione per la quale, quando Don Carlo Franco, Giacomo Bottino ed il Maestro Antonmario Semolini mi hanno proposto un’esposizione all’interno del Duomo di San Giovanni a Torino, nell’ambito del progetto “Lo spirituale nell’arte”, parte integrante dell’Accademia di San Giovanni, ho realizzato tre opere pittoriche ispirate alla Passione di Cristo. Sono la drammatica Salita con la croce al Golgota, la Crocefissione e la Deposizione, opere poi posizionate per alcuni mesi sull’altare principale del Duomo, a fianco della Sacra Sindone, ultimo atto della Passione di Cristo.

 

– Il tema del Sacro lo ha già affrontato in precedenza nelle sue opere ispirate alla Via Crucis. Che cosa rappresenta per Lei questo soggetto?

Sempre colpito dalla drammaticità della Via Crucis, negli anni ho realizzato varie opere a tema con tecniche e interpretazioni diverse.

 

– Da dove nasce il suo interesse per la ritrattistica, che lo ha portato a dipingere i volti di Capi di Stato e Pontefici, tra cui Benedetto XVI e Papa Francesco, oltre che di alcuni tra i più importanti chef stellati?

 

Fino ad alcuni anni fa dipingevo per la mia collezione privata ritratti di personaggi che colpivano la mia fantasia (mai più di due all’anno).

La mia cara amica Milena Milani, alla quale li mostravo, li riteneva interessanti, ragione per la quale, un poco alla volta, mi sono dedicato a questo filone artistico.

Da anni i ritratti che realizzo non sono più finalizzati alla mia collezione privata, ma rivolti ai committenti, sempre più numerosi ed appartenenti ai settori più diversi.

I ritratti dei Papi mi sono stati commissionati direttamente dal Vaticano, i Capi di Stato da amici che volevano farne loro dono, i grandi Chef in occasione di Expo Milano 2015. (www.libroexpo2015.it).

 

 

– Proveniente da una città come Brescia, Lei ha fatto del mondo il palcoscenico della sua arte, esponendo anche al Grand Palais a Parigi, a Vienna, a Monaco, a Ginevra, New York, Shangai, Montecarlo e Palm Beach. Quali sono le differenze principali che ha colto nella percezione da parte del pubblico nei confronti dell’arte tra l’Europa e gli altri continenti?

L’elemento che mi ha sempre stimolato è stato il confronto con nuove culture e nazioni diverse; questi incontri mi hanno aiutato a crescere in maniera esponenziale.

 

– Nella sua arte Lei utilizza una tecnica che dimostra eclettismo ed originalità, capace di unire la pittura alla fotografia. Qual è il suo rapporto con quest’ultima disciplina?

Ho sempre amato la fotografia; fin da ragazzo fotografavo e stampavo. Ora sono riuscito a trasformare in tecnica mista il dipingere e il fotografare, un mondo senza limiti.

 

– Le sue opere sono dense di significati e suggestioni oniriche. Quale è il suo rapporto con l’universo onirico?

Le mie opere scaturiscono sempre da emozioni che l’universo mi regala quotidianamente, suggerite dal cambio delle stagioni, dai drammi e le catastrofi, o il semplice sbocciare di un fiore.

 

– Che ne pensa del rapporto tra l’arte figurativa e le altre arti, quali musica, teatro e letteratura, che contraddistingue l’operato dell’Accademia della Cattedrale di San Giovanni, che ha altresi’ generato un’orchestra come i Virtuosi, ormai nota ben oltre i confini regionali?

Ho sempre coniugato le mie opere e le esposizioni con eventi musicali e letterari, interpretando, di volta in volta, e ispirandomi alle musiche e alle opere dei grandi compositori.

 

Mara Martellotta

Una giornata dedicata a Dante

Di Pier Franco Quaglieni
.
Istituire una giornata dedicata a Dante Alighieri e’ un’idea ampiamente condivisibile, lanciata recentemente  da un giornalista del” Corriere della Sera”
La proposta e’ nata in rapporto al settimo centenario della morte del Poeta che cadrà nel 2021.La giornata, non felicemente già denominata “Dantedi’” , ha già avuto delle adesioni, ma nessuna particolarmente autorevole, se si esclude il ministro degli Esteri Mogavero e il linguista Marazzini. La proposta e’ in netta controtendenza con l’infausta idea di Aldo Cazzullo di ospitare le versioni dialettali dell’ ”Infinito”di Leopardi sul “Corriere”.
                                                                        ***
Ha taciuto finora sul “Dantedi’”   la storica “Società Dante Alighieri ” attualmente presieduta dall’ex ministro Riccardi, non certo la persona più qualificata, nel suo  incontenibile multiculturalismo,   per questa carica, ricoperta per tanto tempo, con esiti brillanti,  dall’ambasciatore Bottai. La “ Dante” che dovrebbe tutelare la lingua italiana in Italia e nel mondo venne gravemente penalizzata da quando non vennero più iscritti d’ufficio tutti gli studenti italiani della scuola che oggi si definisce primaria . Quella piccola tessera verde aveva un grande significato in una scuola che badava seriamente alla conoscenza della lingua italiana .La Società, fondata da Giosuè Carducci nel 1889 entrava naturaliter nella vita di ogni italiano fin da quando era bambino ,una scelta molto importante del percorso formativo . La “ Dante” per il VI centenario fu protagonista nel 1921 delle celebrazioni dantesche e dell’emissione  di una memorabile di francobolli.
C’è da augurarsi  che torni ad essere protagonista anche nel 2021, anche se qualche dubbio e’ lecito. Molte realtà locali della “Dante “ sono quasi inesistenti. Mentre all’estero il suo ruolo e’ rimasto inalterato negli anni, in Italia ha subito un  qualche appannamento dovuto anche  al decreto legislativo del 2004 che l’ha assimilata ad una Onlus . In effetti la “Dante “, per la sua storia e per la sua funzione,  non può essere assimilata ad una Onlus qualsiasi ,ma la trascuratezza della politica e anche la vera e propria ignoranza di troppi politici  non hanno consentito di tutelare uno strumento di italianità in patria e nel mondo così prezioso.
                                                                               ***
La novità di oggi e’ che un oscuro deputato barese  dei 5 stelle ,l’on.  Michele Nitti si è fatto promotore di una iniziativa parlamentare a sostegno della giornata dantesca. Sembra quasi incredibile che altri deputati e senatori non abbiano colto l’occasione per farsi avanti. Tra le tante giornate ,spesso inutili  o solo commerciali o da sfruttare politicamente da parte di qualcuno  ,una giornata dedicata a chi, attraverso il suo poema, davvero unico ed immortale,, ha creato la nostra lingua ,oggi tanto trascurata  dai più e violentata da troppi anche in televisione e nei giornali .Una giornata dedicata a Dante forse servirebbe a ridare vigore alla stessa “ Dante “ che merita ben altra attenzione, in primis ,da parte del mondo della scuola .
Occorre che Università e scuole sostengano la proposta del “Corriere”, che in particolare i senatori a vita mi muovano , che i  consigli regionali e comunali votino ordini del giorno ,dando vita in parlamento ad una iniziativa rigorosamente bipartisan.
Lasciare all’on. Nitti una questione del genere  rivelerebbe una disattenzione davvero incomprensibile,imperdonabile  ed anche un po’ preoccupante.
La mozione parlamentare  non deve partire dai 5 stelle,ma da parlamentari di ogni schieramento ,se ci sono  ancora parlamentari che abbiano a cuore il nostro patrimonio storico e culturale. Io sono sicuro che ce ne siano ,malgrado la demonizzazione della politica fatta proprio dai 5 Stelle,molto spesso – salvo l’on. Nitti, i più ignoranti .Credo anche che una donna colta e raffinata come la presidente del Senato Casellati ,seconda carica dello  Stato,possa essere sensibile a quest’idea .Dante merita davvero una grande mobilitazione di intelligenze al di là della mischia avvilente della politica.

“Donne in jazz”

Il  volume del musicologo e jazzista Piero Terranova, in cui storia e critica musicale si incontrano

 

“Donne in jazz” è l’omaggio che il jazzista e musicologo palermitano Piero Terranova ha voluto tributare alla femminilità jazzistica sia vocale sia strumentale.

Il libro, edito da Paola Caramella Editrice, è il frutto della passione dell’autore per il jazz e la scrittura, che lo ha già portato a pubblicare un precedente volume dal titolo “Genealogia di un linguaggio artistico”, con alcuni capitoli dedicati al jazz belga. Questi passi hanno reso il testo piuttosto noto presso le biblioteche non soltanto italiane, ma anche belghe, tra cui quella delle Arti di Bruxelles.

Nato a Palermo nel 1929, Piero Terranova ha iniziato la sua attività concertistica nel lontano 1972 con un concerto tenuto presso il Circolo della Stampa palermitano, trasmesso dalla sede romana della Rai, con il titolo “Jazz dal vivo”, insieme al gruppo formato da Armando Speciale al contrabbasso e Dino Dispenza alla batteria.

Il jazz è, per Piero Terranova, soprattutto improvvisazione. Questo lo si coglie benissimo seguendo la narrazione attraverso cui l’autore ci conduce alla scoperta dei ritratti delle 195 donne che hanno contribuito a scrivere alcune delle pagine più belle della storia del jazz, dal continente americano al Giappone, dall’Australia all’Europa.

Piero Terranova conduce il lettore attraverso una strada costellata di grandi talenti femminili nel jazz, un genere musicale che, soprattutto all’inizio, era diffuso in un mondo prevalentemente maschilista. Furono, in seguito, proprio alcune grandi cantanti blues degli anni Venti-Trenta, come Bessie Smith, vendendo milioni di copie di dischi e cantando con grandi come Armstrong e Goodman, a far nascere una vera e propria industria del jazz. La stessa Ella Fitzgerald, orfana, molestata, homeless, approdata al teatro Apollo ad Harlem e poi assunta nell’orchestra di Chick Webb, dimostrò di avere un piglio da leader, quando, alla morte di questi, ne prese le redini. Billie Holiday era amata e riconosciuta dai musicisti a lei contemporanei come un’artista di grande talento, indipendente e capace di penetrare dentro il tessuto della musica.

Il volume “Donne in jazz”, presentato a Torino al Salone del Libro sabato 11 maggio 2019, è stato anche recentemente accreditato presso l’ Accademia internazionale di studi sul jazz di Siena, massima autorità in questo specifico campo musicale, su parere del suo direttore Francesco Martinelli, storico e critico di jazz. È poi stato inviato, per gli italiani che lo frequentano, al Lincoln Center Jazz Club di New York, locale diretto dal tromebettista Winton Marsalis.

 

Mara Martellotta

Fausto Coppi. L’affollata solitudine del campione

AL TEATRO CARIGNANO UN OMAGGIO AL FAMOSO CICLISTA

 

Venerdì 26 luglio, alle 21.30 andrà in scena la prima nazionale del reading “FAUSTO COPPI. L’affollata solitudine del campione” un progetto di Gian Luca Favetto con Michele Maccagno, Gian Luca Favetto, Fabio Barovero e con l’allieva della scuola del Teatro di Torino Letizia Russo.

Lo spettacolo, una produzione della Fondazione Circolo dei Lettori e del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, sarà replicato sabato 27 luglio alle ore 21.00, sempre al Teatro Carignano, in occasione dell’inaugurazione degli European Master Games.

L’opera porta in scena un recital di parole e musica che vuole ricordare uno dei più grandi personaggi del ciclismo mondiale. “La storia di un uomo dentro la storia – scrive Gian Luca Favetto – e di un campione, di una persona gentile e riservata diventata già in vita, al di là delle intenzioni, una leggenda. Un uomo sempre in fuga che riassume in sé la storia di quel lembo del Piemonte sud orientale che lo ha forgiato, di cui portava in giro per il mondo silenzi, tenacia, fatiche asprezze e dolcezze. Un recital di parole e musica che vuole restituire al tempo presente la figura di Fausto Coppi. Non un ricordo, ma un racconto che si avvale anche delle pagine di chi ha ammirato e cantato le sue imprese da Dino Buzzati a Vasco Pratolini, da Orio e Guido Vergani a Curzio Malaparte.

Un racconto di vittorie e tragedie, di cadute e trionfi che mette in fila le prime pedalate come garzone di macelleria e la prima corsa, la prima vittoria al giro d’Italia e la prima doppietta Giro d’Italia-Tour de France, la fuga più lunga e i grandi distacchi con cui arrivavano al traguardo gli avversari. E poi il rapporto con Gino Bartali. E l’Italia di quegli anni. E il suo essere tutt’uno con la bicicletta, come Paganini era un tutt’uno con il suo violino. E naturalmente l’amore. E naturalmente la morte, che consegna al mito questo uomo solo in fuga, con la maglia biancoceleste addosso: il suo nome è Fausto Coppi”.

Storia di un Campione. 100 anni di Fausto Coppi è un progetto della Regione Piemonte, realizzato dalla fondazione Circolo dei Lettori e dal Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, in collaborazione con DMO Piemonte e Marketing e Piemonte dal Vivo. Media Partner La Stampa e il Secolo XIX.

I cento anni dalla nascita di una delle più importanti figure del ciclismo del Novecento sono l’occasione per celebrare lo sport, per ricordare il profondo legame che Coppi ebbe con il territorio piemontese, suo luogo di nascita, e per rievocare un momento storico e sociale entrato a pieno diritto dell’immaginario collettivo del nostro paese.

 

Maria La Barbera

 

 

 

 

 

Quattro pianisti a “Musiche da ripostiglio”

Il 27 luglio ad Azeglio (T0)

Alle 21 di sabato 27 luglio, la residenza di campagna “Fuori porta d’Azeglio”, prestigiosa location nell’omonimo comune del Canavese ospiterà un’altra serata della rassegna “Musiche da ripostiglio”, ideata e condotta da Giuseppe Lo Faro, multiforme artista e   infaticabile promotore di iniziative culturali. La serata, intitolata “Piano4te” vedrà sulla scena un pianoforte e quattro pianisti che si esibiranno in quattro diversi stili. Protagonisti saranno l’eclettico azegliese Vincenzo Savoretti, il compositore e pianista classico Antonio Adduce, la compositrice dalle influenze jazz e blues Anna Dari e, infine, con il suo pop melodico, il musicista ed ex produttore discografico David K Tickle, inglese di Lancaster e canavesano d’adozione. La serata avrà come special guest Angela Carlotta   mentre ogni brano sarà introdotto e descritto da Inika F Tickle.

M.Tr.