


Il Filatoio di Caraglio e la Castiglia di Saluzzo, esemplari unici del patrimonio architettonico piemontese, ospiteranno nell’autunno 2025 due mostre monografiche su due protagonisti indiscussi della fotografia del Novecento, Helmut Newton (1920-2004) e Ferdinando Scianna (1943).
Al Filatoio di Caraglio, nel Cuneese, antico setificio seicentesco tra i più importanti d’Europa, oggi polo culturale e sede del Museo del Setificio Piemontese, dal 23 ottobre prossimo al 1 marzo 2026 sarà allestita l’esposizione intitolata “Helmut Newton. Intrecci”.
La mostra riunisce oltre cento fotografie, tra cui diversi scatti inediti, frutto delle prestigiose collaborazioni con brand di fama internazionale come Yves Saint Laurent, Ca’ del Bosco, Blumarine, Absolute Vodka e Lavazza.
La rassegna è curata da Matthias Harder, direttore della Helmut Newton Foundation di Berlino, ed è introdotta da una serie di fotografie che hanno consacrato Newton come uno dei più celebri fotografi di moda del mondo, e restituisce lo sguardo audace di un autore capace di creare scenari onirici, ambigui e provocatori. La complicità con modelle come Monica Bellucci, Nadia Auermann, Kate Moss, Carla Bruni e Eva Herzigova, unita alla fiducia da parte degli stilisti, delle riviste e dei brand internazionali, gli ha permesso di ridefinire canoni della fotografia, facendone un linguaggio teatrale e evocativo. Nel corso degli anni Newton si è avvicinato alle grandi committenze della moda, sviluppando anche progetti per marchi prestigiosi del mondo produttivo, come la Lavazza, esplorando aspetti nuovi del suo stile, sempre iconico e radicale.
“Helmut Newton. Intrecci”, appositamente concepita per il Filatoio di Caraglio dalla Fondazione Artea, realizzata in collaborazione con il Comune di Caraglio, offre un percorso originale, approfondendo alcuni aspetti inediti della carriera del grande fotografo.
Analogamente ad un’altra esposizione, sempre promossa dalla Fondazione Artea e dedicata a Ferdinando Scianna, ospitata alla Castiglia di Saluzzo, nel Cuneese, antica fortezza e residenza marchionale, oggi spazio museale e luogo del contemporaneo, che negli ultimi due anni ha accolto progetti dedicati ai grandi maestri della Magnum Photos.
Dal 24 ottobre 2025 al primo marzo 2026 verrà ospitata, infatti, alla Castiglia di Saluzzo, la personale di Ferdinando Scianna, originario di Bagheria nel 1943, primo fotografo italiano ad essere annoverato tra i membri della prestigiosa agenzia internazionale.
La mostra reca il titolo “La moda, la vita” ed è curata dal direttore artistico de ‘Le Stanze della Fotografia’ a Venezia, Denis Curti, realizzata in collaborazione con il Comune di Saluzzo, e indaga uno dei capitoli meno noti della carriera di Scianna, la moda. Si tratta di un tema che l’artista affronta utilizzando il linguaggio da fotogiornalista e scardinando ogni estetica patinata a favore di una narrazione più umana. Esemplificativa, in questo percorso, la campagna promossa per Dolce &Gabbana, con la modella Marpessa, ambientata in diverse località della Sicilia.
Il percorso espositivo presenta oltre novanta fotografie, che costituiscono la produzione di Scianna realizzata tra la fine degli anni Ottanta e gli inizi degli anni Novanta, per alcune delle più importanti riviste al mondo come Stern, Vogue e Vanity Fair. Negli scatti di Scianna si fondono memoria e intuizione, fotografia e letteratura, etica e stile, in un approccio che ha consentito all’artista di capovolgere i modelli in genere consacrati al fascino delle passerelle, rendendo la fotografia di moda un racconto visivo capace di mantenere intatto il legame tra verità, cultura e immagine.
Mara Martellotta
Oltre Torino: storie miti e leggende del torinese dimenticato
L’espressione artistica si fa portavoce estetica del sentire e degli ideali dei differenti periodi storici, aiutandoci a comprendere le motivazioni, le cause e gli effetti di determinati accadimenti e, soprattutto, di specifiche reazioni o comportamenti. Già agli albori del tempo l’uomo si mise a creare dei graffiti nelle grotte non solo per indicare come si andava a caccia o si partecipava ad un rituale magico, ma perché sentì forte la necessità di esprimersi e di comunicare.
Così in età moderna – se mi è consentito questo salto temporale – anche i grandi artisti rinascimentali si apprestarono a realizzare le loro indimenticabili opere, spinti da quella fiamma interiore che si eternò sulla tela o sul marmo. Non furono da meno gli autori delle Avanguardie del Novecento che, con i propri lavori “disperati”, diedero forma visibile al dissidio interiore che li animava nel periodo tanto travagliato del cosiddetto “Secolo Breve”.
Negli anni che precedettero il primo conflitto mondiale nacque un movimento seducente ingenuo e ottimista, che sognava di “ricreare” la natura traendo da essa motivi di ispirazione per modellare il ferro e i metalli, nella piena convinzione di dar vita a fiori in vetro e lapislazzuli che non sarebbero mai appassiti: gli elementi decorativi, i “ghirigori” del Liberty, si diramarono in tutta Europa proprio come fa l’edera nei boschi. Le linee rotonde e i dettagli giocosi ed elaborati incarnarono quella leggerezza che caratterizzò i primissimi anni del Novecento, e ad oggi sono ancora visibili anche nella nostra Torino, a testimonianza di un’arte raffinatissima, che ha reso la città sabauda capitale del Liberty, e a prova che l’arte e gli ideali sopravvivono a qualsiasi avversità e al tempo impietoso. (ac)
Talvolta il cinema va in cerca di luoghi suggestivi e unici, per rendere la pellicola ancora più indimenticabile. Uno di questi ambienti da cellulosa si trova nella collina torinese, una villa silenziosa. Nascosta in un elegante “vedo non vedo” tra il verde degli alberi, l’abitazione si affaccia indifferente sul panorama torinese che si prostra poco più in là delle sue fondamenta. È Villa Scott, situata in Corso Giovanni Lanza 57, uno dei più fulgidi esempi dello stile floreale a livello nazionale. Il committente, Alfonso Scott, consigliere delegato della Società Torinese Automobili Rapid, nel 1901 acquista un appezzamento di terreno precollinare affidando l’incarico di costruire una villa per la propria famiglia all’ingegnere Fenoglio, che allora aveva 36 anni.

Fenoglio si impegna nella costruzione, dando al progetto caratteristiche architettoniche di alto pregio, con una chiara apertura al Liberty, e con prospetti caratterizzati da decorazioni floreali in litocemento e in ferro battuto. Alla morte di Alfonso Scott, la villa passa alle Suore della Redenzione, che la utilizzano per ospitare un collegio femminile, noto con il nome di Villa Fatima. Fenoglio, che lavora al progetto di Villa Scott in collaborazione con il collega Gottardo Gussoni, risolve le difficoltà di realizzazione – dato che vi è un dislivello di ben 24 metri tra la villa e il cancello d’ingresso – con una scalinata e con l’inserimento di diversi corpi di fabbrica, accanto al complesso principale lievemente curvilineo della villa. Il volume della costruzione è arricchito da un apparato decorativo che trae vita anche dalla scala esterna. L’edificio viene completato nel 1902, anno in cui Fenoglio si dedica anche alla palazzina Fenoglio-La Fleur di corso Francia angolo via Principi d’Acaja. Nel contesto dell’ampio spazio verde in cui è ubicata Villa Scott, si stagliano netti i due corpi laterali a torretta, uno su quattro livelli, un altro sutre, ma con un bovindo quadrato, collegati da una veranda vetrata sormontata da una terrazza. La pianta di Villa Scott è amabilmente articolata in un gioco di logge, bovindi, vetrate; gli elementi litocementizi di finitura muraria, ripieni e turgidi con misura, quasi rinviano all’ultimo barocco, con radiosi richiami eclettici. La fantasmagoria floreale, la fitta lavorazione del terrazzino, gli ariosi loggia-ti laterali, la decorazione a stucchi e boiseries di color crema e oro, il tutto perfettamente in armoniacon l’arredo interno, un mobilio apertamente ispirato a un fioritoLuigi XVI, ne fanno una dimora elegante e raffinata, e piuttosto suggestiva, tanto che il regista Dario Argento vi ha ambientato uno dei più celebri gialli italiani, Profondo rosso, del 1975.
Villa Scott viene infatti scelta per essere la villa del bambino urlante e gioca un ruolo essenziale per lo svolgimento della trama: è tra queste mura che si trova la soluzione del mistero. Tra gli appassionati, alcuni indentificano la sfarzosa e terribile residenza del film giallo-horror con l’altrettanto celebre Villa Capriglio, anch’essa situata in collina e nascosta tra la vegetazione, sede inquietante di vicende
orrorifiche, purtroppo più veritiere rispetto a quelle altrettanto spaventose ma irreali di Villa Scott.
Occorre ricordare che all’epoca delle riprese la villa era utilizzata come collegio femminile e abitata da suore e fanciulle che ovviamente non potevano rimanere lì mentre veniva girato il film. La produzione dovette allora trovare un escamotage, poiché non si poteva abbandonare quella location così perfettamente suggestiva! Si decise dunque di offrire un periodo di villeggiatura a Rimini alle suore e a tutte le ragazze del collegio, le quali non opposero alcuna obiezione e con la loro vacanza inaspettata contribuirono alla realizzazione di una delle pellicole horror più conosciute. Dopo un breve periodo di abbandono, la villa è stata restaurata e adibita a residenza privata.
UN VIAGGIO REALE IN QUELLO CHE CREDIAMO IRREALE
Giappone, tempi moderni. Poco più che ragazzina, Tsukiko, riceve la devastante notizia della morte dei genitori in un incidente d’auto. Ѐ un colpo terribile alla sua percezione del mondo, rispetto a una vita improvvisamente divenuta banale e vuota di qualunque significato.
A metà fra la sua volontà e la sorte, la vecchia Hana le offre da leggere un libro di insegnamenti spirituali, che però Tsukiko rigetta perché troppo distanti dai suoi stati d’animo straziati dal dolore della perdita. È una battaglia che la spinge a scaraventare il libro sulla parete della sua stanza e a dire a stessa che dovrà trovare da sola le risposte, partendo per un viaggio avventuroso verso la vetta del monte Fuji che le dicono contenga tutte le risposte, incontrando gli Elementi della natura e i loro Spiriti Custodi.
Attraversando Terra, Acqua, Fuoco e Aria giungerà anche a conoscere l’Etere, il quinto elemento.
Ma il suo vero obiettivo resta il Maestro che vive nel monte.
L’AUTRICE
Torinese di origine, Monica Felletti è nata il 9 settembre 1977
Dal 2000 vive e lavora a Roma
Da sempre appassionata di spiritismo e parapsicologia, ha investito tutti i suoi sforzi in una ricerca della vera comprensione di ciò che ci sembra inspiegabile.
Negli anni ha fatto parte di alcuni cerchi medianici di alto profilo, sperimentando direttamente le più diffuse tecniche di contatto con l’Aldilà.
E’ intervenuta, attraverso interviste, su canali YouTube dedicati al tema riscuotendo apprezzabile successo. Dopo la pubblicazione de “L’altro lato delle cose” con Serarcangeli editore e la collaborazione ad alcuni testi inerenti spiritismo e medianità, è qui alla sua prima pubblicazione indipendente.
Cinquant’anni fa, nel settembre del 1974, iniziavano a Torino le riprese di Profondo Rosso, un film che sarebbe diventato un riferimento classico per gli appassionati di cinema, uno dei migliori thriller italiani di sempre. Il regista Dario Argento per la terza volte sceglieva la prima capitale d’Italia e le sue atmosfere magiche dove si scorgono, oltre alle piazze e alle vie più note del centro, il Teatro Carignano, la Galleria San Federico e piazza CLN, dove si riconoscono le fontane di fronte alle quali Gabriele Lavia e David Hemmings assistono al primo terribile delitto del film, quello della sensitiva Helga Ullman ( l’attrice Macha Méril). Hemmings (che nel film interpretava il pianista inglese Marc Daly ) incrociò sulla collina torinese alcune dimore importanti come Villa della Regina (residenza storica dei Savoia), lungo la Strada Comunale Santa Margherita, per poi raggiungere l’obiettivo della sua ricerca: Villa Scott, in Corso Giovanni Lanza, 57.

È quella, infatti, la lugubre “villa del bambino urlante” che si trova in Borgo Po, sulle colline della città: un edificio bellissimo, uno degli esempi più straordinari dell’art decò. “L’avevo scoperta per caso — confessò il regista — mentre giravo in auto in cerca di posti interessanti dove girare il film. La villa era in realtà un collegio femminile diretto dalle monache dell’Ordine delle Suore della Redenzione e, siccome ne avevo bisogno per un mese, offrii alle occupanti una bella vacanza estiva a Rimini, dove si divertirono tantissimo. Con noi restò una monaca-guardiano, che sorvegliò le riprese con austerità”. Un’ulteriore curiosità merita di essere segnalata. Quando Marc, nel film suonò al campanello di casa del suo amico Carlo, si trovò di fronte la madre di lui (Clara Calamai) che lo fece entrare in un appartamento ricco di cimeli e foto d’ogni sorta. La casa era davvero quella dell’attrice e, quindi, ciò che si vede nel film era probabilmente in gran parte ciò che davvero c’era in quell’appartamento nel 1974, diventato set per l’ultima avventura cinematografica della grande interprete del cinema italiano. Il film, quinta prova dietro la macchina da presa per Dario Argento, uscì nelle sale il 7 marzo 1975 e lo consacrò, grazie al successo, come il vero maestro del brivido made in Italy.
Marco Travaglini
Oltre Torino. Storie, miti, leggende del torinese dimenticato.
Torino e l’acqua
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Le storie spesso iniziano là dove la Storia finisce

Il fil rouge di questa serie di articoli su Torino vuole essere l’acqua. L’acqua in tutte le sue accezioni e con i suoi significati altri, l’acqua come elemento essenziale per la sopravvivenza del pianeta e di tutto l’ecosistema ma anche come simbolo di purificazione e come immagine magico-esoterica.
1. Torino e i suoi fiumi
2. La Fontana dei Dodici Mesi tra mito e storia
3. La Fontana Angelica tra bellezza e magia
4. La Fontana dell’Aiuola Balbo e il Risorgimento
5. La Fontana Nereide e l’antichità ritrovata
6. La Fontana del Monumento al Traforo del Frejus: angeli o diavoli?
7. La Fontana Luminosa di Italia ’61 in ricordo dell’ Unità d’Italia
8. La Fontana del Parco della Tesoriera e il suo fantasma
9. La Fontana Igloo: Mario Merz interpreta l’acqua
10. Il Toret piccolo, verde simbolo di Torino
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3. La Fontana Angelica tra bellezza e magia
Maestosa e non vista la Fontana Angelica si erge in Piazza Solferino, nel pieno centro storico di Torino. L’opera architettonica prende il nome da Angelica Cugiani moglie di Tommaso Bainotti e madre del ministro Grande Ufficiale Pietro Bainotti. Quest’ultimo alla sua morte decise di devolvere un lascito di 150.000 lire alla città di Torino, affinché la cittadinanza acconsentisse al suo desiderio di far erigere una fontana in memoria dei genitori. Pietro chiese inoltre che tale opera venisse costruita in stile gotico medievale e che fosse collocata in Piazza San Giovanni davanti al Duomo. La commissione appositamente incaricata per la costruzione del monumento, costituita da Carlo Francesetti di Mezzenile, Leonardo Bistolfi, Giovanni Chevalley, Edoardo Rubino e Enrico Tovez, si oppose ad alcune indicazioni e non esaudì del tutto il volere di Pietro Bainotti. Le personalità coinvolte e lo stesso architetto e scultore Giovanni Riva, incaricato del progetto, identificarono come luogo urbanisticamente più adatto proprio Piazza Solferino. La Fontana fu inaugurata martedì 28 ottobre 1929, data molto significativa per il Regime Fascista che in quel giorno celebrava l’ottavo annuale dalla Marcia su Roma. La giornata era stata resa ancora più solenne dalla visita del Quadrumviro Italo Balbo, ministro dell’Aeronautica; in quello stesso giorno, oltre alla Fontana Angelica, vennero inaugurate case popolari e asili. Sulla cronaca de La Stampa si poteva leggere: “In piazza Solferino, alle ore 17,30, si inaugura pure la Fontana Angelica. Molta folla è radunata intorno. Giungono le autorità: i due vice-podestà prof. Silvestri e avv. Gianolio, il senatore Di Rovasenda, l’on. Bagnasco, l’on. Ferracini, il comm. avv. Edoardo Agnelli, vice-presidente al Consiglio dell’Economia, il Rettore della Universitàcomm. prof. Pivano, il gen. Fasolis, l’ing. Porporato, l’avv. Maccari ed altri. Lo scultore Riva, il quale da anni lavora ad ultimare la fontana che in seguito a concorso gli èstata aggiudicata, si trova fra le autorità che vivamente lo complimentano per l’opera sua. Egli raccoglie il premio del suo faticoso lavoro. Dalla fontana monumentale con le sue quattro statue in bronzo che rappresentano le stagioni, si sprigiona d’un tratto un alto pennacchio d’acqua ed altri due veli d’acqua convergono dai lati e si rovesciano nella vasca centrale. I giuochi d’acqua completano l’effetto decorativo della Fontana Angelica finalmente liberata dallo steccato che per tanto tempo ha ingombrato la piazza”(La Stampa, 29 ottobre 1930).
Siamo immersi nel centro della città, circondati da alti palazzi eleganti, da macchine e pullman rumorosi e dalle rotaie del tram, curve come asole luccicanti che ricamano le strade torinesi. La piazza in cui ci soffermiamo è ariosa, lascia un raffinato gioco al sole perché la illumini, si prende i suoi spazi e tiene alla giusta distanza gli edifici che la circondano.
Piazza Solferino èuna grande piazza del centro storico della città sabauda, limitata da via Pietro Micca, via Santa Teresa, via Cernaia e via dell’Arcivescovado. Essa prende il nome dal comune di Solferino in provincia di Mantova, dove il 24 giugno 1859 si svolse un’importante battaglia, che vide la vittoria delle truppe franco- piemontesi contro l’esercito austriaco durante la II guerra di indipendenza italiana. Fino all’età napoleonica la piazza era conosciuta come la “piazza del mercato del legno”, oppure come “piazza del bosco”o “piazza dei combustibili”. Era inizialmente di forma irregolare e si trovava alla periferia della cittàottocentesca e delimitava i confini meridionali dell’antico Castrum romano (l’attuale via Cernaia). Il progetto definitivo, che portòla zona ad avere l’aspetto che oggi possiamo ammirare, risale al 1853, ad opera dell’architetto Carlo Promis, successivamente vennero aggiunte le aiuole centrali. Per quel che riguarda gli edifici, ancora oggi, uno di quelli piùnoti è il “Palazzo dei telefoni”di via Meucci, che oggi ospita l’Agenzia del Territorio, inoltre non possiamo non nominare il Teatro Alfieri, uno degli luoghi culturali più amati dai torinesi, quando si desidera trascorrere una serata all’insegna dell’arte e della cultura. Se queste sono le notizie ufficiali che ci riposta la cronaca urbana della città, non dobbiamo scordarci che a Torino si viaggia sempre su piani paralleli, e alla dimensione reale corrisponde e controbilancia sempre una versione “non ufficiale”dei fatti. Anche il monumento della Fontana Angelica, come tanti altri edifici e angoli torinesi, pare nascondere qualcosa di più di una semplice dedica amorevole nei confronti della famiglia. Alcuni sostengono che in realtà si tratti di un’opera complessa pregna di misteriosi simbolismi massonici.

La Fontana si presenta costituita da quattro imponenti figure scultoree ispirate alle quattro stagioni, due femminili e due maschili, Primavera, Estate, Inverno e Autunno. E se ai più basta incantarsi davanti alla maestria della fusione del bronzo, alla bellezza della torsione dei corpi, all’eleganza e alla sontuosità che l’opera emana nella sua interezza, c’è chi strizza gli occhi e decide di soffermarsi a cercare qualcos’altro. E se la Primavera in realtàfosse la rappresentazione simbolica della virtù e l’Estate quella dei vizi amorosi e degli aspetti più profani della vita? Se le due figure maschili in realtà fossero Boaz e Joaquim, guardiani leggendari delle colonne d’Ercole? Domande che scorrono nella mente dei curiosi come trascinate dal vortice dell’acqua che esce dalle otri delle due figure centrali, quella stessa acqua che secondo alcuni è rappresentazione della conoscenza. Ancora un’osservazione prima di andare via: allontanandoci piano piano dalla fontana ci si rende conto che viene a crearsi uno spazio perfettamente rettangolare nel centro dell’opera architettonica, a metà tra i due guardiani; guardando con attenzione non può che essere un passaggio, l’ingresso per la via della conoscenza, che ovviamente ai più è precluso. Un’ultima cosa, intanto che si volgono le spalle all’imponente Fontana, sappiate che si racconta che lo steso Giovanni Riva abbia modificato il progetto originale, muovendo il volto della statua dell’Inverno verso oriente, dove sorge il sole: semplice licenza artistica o attenzione verso simbologie altre?
Alessia Cagnotto






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Il cortometraggio “Restare” del torinese Fabio Bobbio apre la 10 SIC@SIC, alla 40esima Settimana Internazionale della Critica di Venezia
Sarà protagonista della 10 SIC@SIC e aprirà il programma di cortometraggi della 40esima Settimana Internazionale della Critica di Venezia il film dal titolo “Restare” del torinese Fabio Bobbio.
Il film breve diretto da Bobbio e scritto insieme a Zelia Zbogar sarà presentato in anteprima fuori concorso giovedì 28 agosto alle 13.45 al palazzo del Casinò e replicato il 29 agosto alle 19.15, in occasione della apertura ufficiale della SIC@SIC, Settimana Internazionale della Critica, sezione autonoma e parallela della Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia, organizzata dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici italiani, incentrata su talenti nascenti e sulla sperimentazione indispensabile per continuare a mantenere vitale un’arte sempre giovane come il cinema.
“Restare” racconta la storia dei due protagonisti, Sara e Denis, due ventenni alla prese con la ricerca della propria identità e del proprio ruolo nel mondo, in un paesaggio rurale che diventa lo specchio delle loro inquietudini, insicurezze, fragilità e contraddizioni, tipiche di un’età caratterizzata dalla spinta alla fuga e dal bisogno di appartenenza, accentuato dal binomio tra confini reali e mondo digitale nel quale sono cresciuti.
Il film è stato girato nel Canavese, in provincia di Torino, e i due protagonisti scelti sono Yile Yara Vianello, (già interprete di “Corpo Celeste”, “La bella estate” e “La chimera”) e Zackari Delmas ( “Una sterminata domenica” , “Il mio compleanno”) scelti per la forte somiglianza fisica e per la complementarietà recitativa che li contraddistingue. Il film è diretto con uno stile che fonde gli stilemi del cinema d’autore europeo con le suggestioni del nuovo cinema rurale americano. La narrazione nel film è essenziale e visiva e l’emotività si esprime attraverso gesti, corpi e silenzi.
Fabio Bobbio, autore, regista e montatore torinese, ha esordito nel lungometraggio nel 2016 con “I cormorani” e con questo nuovo lavoro ritorna a raccontare storie di provincia e le nuove generazioni. Attualmente è impegnato nello sviluppo di due progetti di lungometraggi di finzione come regista e co- sceneggiatore, ne “I fuochi” con Zelia Zbogar, e ne “Le cose vicine”, scritto con Damiano Garofalo e Pietro Masciullo.
Il film “Restare”, girato nel Canavese, è prodotto da Ginko Film di Venezia con Filmine di Torino e Malfé Film sempre di Torino, con il sostegno della Film Commission Torino Piemonte- Short Film Fund.
Mara Martellotta
24 agosto 2025
Per informazioni dettagliate e aggiornamenti su tutte le aperture:
www.castelliaperti.it
Il viaggio tra le dimore storiche del Piemonte continua e, nella domenica del 24 agosto, la rassegna Castelli Aperti, giunta alla sua trentesima edizione, invita i visitatori a lasciarsi guidare dal fascino di borghi antichi, castelli e musei che punteggiano il territorio regionale. Non si tratta solo di aperture straordinarie, ma di esperienze capaci di trasformare una gita estiva in un vero incontro con la storia, l’arte e il paesaggio.
In Monferrato, tra le vigne e le colline di Alessandria e Asti, le visite si muovono tra le sale del Castello dei Paleologi di Acqui Terme, la raffinata Villa Ottolenghi con i suoi giardini d’artista, fino alla Torre medievale di San Giorgio Scarampi che svetta a dominare il panorama. La scoperta si intreccia con il gusto nelle cantine del Castello di Razzano, dove l’arte incontra la tradizione vitivinicola, mentre a Rosignano Monferrato i visitatori potranno passeggiare nel borgo riconosciuto Patrimonio Unesco per il paesaggio vitivinicolo.
Salendo verso il Biellese, il festival culturale “Viaggio. Orizzonti, frontiere, generazioni” anima Palazzo Gromo Losa, mentre a Villa Flecchia si aprono al pubblico le collezioni d’arte dell’Ottocento e del Novecento in un contesto intimo e suggestivo. Sempre nel cuore della provincia, il Ricetto di Candelo – una delle architetture medievali meglio conservate d’Europa – accoglie i visitatori con le sue atmosfere senza tempo.
La Granda propone un itinerario che da Alba e Barolo conduce a castelli e musei di grande fascino: dal WiMu, tra i musei del vino più innovativi al mondo, al Castello della Manta con i suoi affreschi cavallereschi, passando per le residenze di Govone, Roddi e Serralunga d’Alba, gioielli che raccontano l’intreccio tra storia nobiliare e paesaggio collinare. Saluzzo, con la Castiglia e Casa Cavassa, rinnova la sua identità di città-museo, mentre a Fossano e Cherasco i castelli diventano porte d’accesso a un patrimonio ricco e stratificato.
Nelle terre novaresi l’eleganza aristocratica del Castello Dal Pozzo e l’atmosfera raccolta del maniero di Vinzaglio offrono esperienze più riservate, da vivere esclusivamente su prenotazione.
Infine, nel Torinese, due grandi protagonisti: il Castello e Parco di Masino, con i suoi vasti giardini affacciati sulla pianura canavesana, e il Castello di Miradolo, che unisce la suggestione storica alla vivacità di mostre e iniziative culturali.
Castelli Aperti, nato nel 1995 con il sostegno della Regione Piemonte, celebra quest’anno trent’anni di attività, confermandosi un progetto unico capace di mettere in rete oltre ottanta luoghi della cultura. Ogni domenica fino al 2 novembre, il pubblico avrà l’occasione di conoscere da vicino dimore storiche, musei e giardini che non sono semplici custodi di memoria, ma organismi vivi pronti a dialogare con il presente.
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Elenco delle aperture per domenica 24 agosto, organizzate per province, con costi e orari.
PROVINCIA DI ALESSANDRIA
Acqui Terme – Castello dei Paleologi – Civico Museo Archeologico: aperto dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00, con visite guidate incluse nel biglietto di ingresso. Ingresso: Intero 4€, Ridotto 2€.
Acqui Terme – Villa Ottolenghi Wedekind: visite guidate su prenotazione alle ore 16.30 (orario soggetto a riconferma, Tel. 335 6312093), con degustazione (circa 2 ore e 30 minuti, durata totale).Ingresso: Intero 15€.
Prenotazioni: https://castelliaperti.it/it/beni/ville/villa-ottolenghi-a-acqui-terme.html
Alfiano Natta – Tenuta Castello di Razzano: aperto con orario 15.00 – 17.00. Visita libera al Museo Artevino e alle cantine di invecchiamento: 5 €, visita libera al Museo Artevino e alle cantine di invecchiamento + degustazione di 3 vini: 15 €
Bistagno – Gipsoteca Giulio Monteverde: aperto con orario 10.00-13.00 e 14.00-18.00. Ingresso: Intero 5€
Prenotazioni: https://castelliaperti.it/it/beni/musei/gipsoteca-giulio-monteverde-a-bistagno.html
Rivalta Bormida – Fondazione Elisabeth de Rothschild a Palazzo Lignana: visite guidate solo su prenotazione con orario 10.00-19.00. Si consiglia di prenotare la visita almeno con un giorno di preavviso al Tel. 345 8566039. Ingresso: Intero 10€.
Rosignano Monferrato – Borgo: visite accompagnate nei seguenti orari: 10.00, 11.30, 15.00, 16.30 con partenza dall’ Infopoint. Caldamente consigliata la prenotazione anticipata. Ingresso: offerta libera.
Prenotazioni tel. 334 1011278 oppure: https://castelliaperti.it/it/beni/sistemi-museali-e-circuiti-di-visita-cittadini/borgo-di-rosignano-monferrato.html
Trisobbio – Castello di Trisobbio (salita alla Torre): dalle ore 17.30 solo su prenotazione al numero Tel. 345 6044090. Ingresso: Intero 2€.
PROVINCIA DI ASTI
Castagnole delle Lanze – Torre del Conte Ballada di Saint Robert: dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 17.00. Ingresso: Solo risalita Intero 3€. Risalita con calice di vino: Intero 8€.
Prenotazioni: https://castelliaperti.it/it/beni/torri/conte-ballada-di-saint-robert.html
Castelnuovo Calcea – Area del Castello di Castelnuovo Calcea: visite libere con i seguenti orari 10.00-19.00. Ingresso: Gratuito.
Costigliole d’Asti – Castello di Rorà: aperto con orario 10.30 – 12.30 e 14.30 – 18.30. Ingresso: Intero 5€.
Nizza Monferrato – Gipsoteca Formica: visite accompagnate ai musei organizzate dalla IAT con orario 11.30 e 16.30. Ingresso: Intero 7€
San Giorgio Scarampi – Torre Medievale: aperta con visite guidate alle ore 10.30e 15.30. Sarà possibile visitare la torre per tutto il resto della giornata anche senza accompagnatore. Ingresso: offerta libera.
PROVINCIA DI BIELLA
Biella – Palazzo Gromo Losa: Mostre del festival “Viaggio. Orizzonti, frontiere, generazioni” 6° ed. dalle 10.00 alle 19.00. Biglietteria presso Palazzo Ferrero. Intero: 10€
Biella – Palazzo La Marmora: aperto con orario 16.00 – 20.00. Ingresso: a partire da 8€ per visita libera
giardino, 15€ per visita guidata completa.
Candelo – Ricetto di Candelo: accesso libero tutti i giorni. Per visite guidate contattare: Tel. 015 2536728.
ufficiocultura@comunedicandelo.it; info@prolococandelo.it.
Magnano – Collezione Enrico a Villa Flecchia: visite guidate dalle ore 14.30 alle ore 18.30.
Costo biglietto: Intero: 8€, Iscritti FAI: 4 €.Prenotazione consigliata. Tel: 0125 778100; faiflecchia@fondoambiente.it
PROVINCIA DI CUNEO
Alba – Museo Diocesano di Alba: aperto con orario 14.30 – 18.30. Ingresso: Intero 5€.
Prenotazioni: https://castelliaperti.it/it/beni/musei/museo-della-cattedrale-mudi-alba.html
Barolo – Castello Falletti di Barolo e WIMU Wine Museum: aperto dalle 10.30 alle 19.00. Ingresso: Intero 9€; ridotto 7€.
Prenotazioni: https://castelliaperti.it/it/beni/musei/castello-falletti-di-barolo-wimu-wine-museum.html
Bra – La Zizzola: parco e museo della Zizzola aperti dalle ore 10.00 alle ore 18.00. Ingresso gratuito.
Bra – Museo Civico di Storia Naturale Craveri: aperto dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17.30. Ingresso: Singolo Museo 5€; Musei Civici Bra 10€.
Bra – Museo Civico di Palazzo Traversa: dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17.30. Ingresso: Singolo Museo 5€; Musei Civici Bra 10€.
Caraglio – Il Filatoio: visite guidate alle ore 11.00, 15.30, 17.30. Ingresso: Intero 9€
Cherasco – Palazzo Salmatoris: dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.30. Ingresso: Gratuito.
Corneliano d’Alba – Torre di Corneliano d’Alba: aperto solo su prenotazione, con almeno due giorni di anticipo, contattando il Tel. 338 9654524 o Tel. 340 8026232.
Dronero – Museo Civico Luigi Mallé: dalle 15.00 alle 19.00 (ultimo ingresso ore 18.30). Ingresso: Gratuito.
Fossano – Castello dei Principi D’Acaja: aperto con partenza tour alle ore 11.00, 15.00 e 16.30. Biglietteria presso l’Ufficio Turistico (corte interna del maniero). Consigliata la prenotazione. Numero Verde 800 210 762 – Tel. 0172 601 60; iatfossano@visitcuneese.it. Ingresso: Intero 5€; ridotto 3€.
Govone – Castello Reale: dalle 10.00 alle 12:30 e dalle 15:00 alle 18.00 (ultimo ingresso ore 17.30). Ingresso: Intero 7€; ridotto 5€.
Prenotazioni: https://castelliaperti.it/it/beni/castelli/castello-reale-di-govone.html
Magliano Alfieri – Museo dei soffitti in gesso e Teatro del Paesaggio – Castello degli Alfieri di Magliano: aperto con orario 10.30-18.30. Ingresso: Intero 5€ (un museo); Intero 7€ (due musei).
Prenotazioni: https://castelliaperti.it/it/beni/musei/castello-degli-alfieri-di-magliano.html
Manta – Castello della Manta: aperto con orario 11.00-19.00. Ingresso: Intero 11€; Visita guidata Intero 15€.
Mombasiglio- Museo del Gen. Bonaparte nel Castello di Mombasiglio: dalle ore 10.00 alle ore 18.00. Ingresso: Intero 8€, Ridotto 6€.
Pamparato – Borgo e Castello: visite guidate su prenotazione alle ore 10.30 e 15.30. Prenotazioni: https://castelliaperti.it/it/beni/cuneo/borgo-antico-e-castello-di-pamparato.html
Priero – Borgo e Torre Medievale di Priero: visite guidate su prenotazione dalle 10.00 alle 18.00. Info: Tel: 3331714232; torre@prieroturismo.it. Ingresso: Intero 4€ .
Prenotazioni: https://castelliaperti.it/it/beni/cuneo/borgo-e-torre-maestra-di-priero.html
Roddi – Castello di Roddi: visite esclusivamente guidate con i seguenti orari: 10.30; 11.30; 12.30; 14.30; 15.30; 16.30; 17.30. Prenotazione consigliata. Info: Tel: 0173 386697; castelloroddi@barolofoundation.it. Costo
Biglietto: Intero 6€. Prenotazioni: https://castelliaperti.it/it/beni/castelli/castello-di-roddi.html
Saluzzo – Casa Cavassa: orario 10.00-13.00 e 14.00-19.00. Ingresso: Intero 6€; ridotto 3,5€.
Prenotazioni: https://castelliaperti.it/it/beni/musei/museo-civico-casa-cavassa-di-saluzzo.html
Saluzzo – Casa Natale di Silvio Pellico: visite accompagnate dalle 14:00 alle 19:00. Ingresso: Intero 3,5€; ridotto 2,5€. Prenotazioni: https://castelliaperti.it/it/beni/musei/casa-pellico-casa-museo-di-saluzzo.html
Saluzzo – La Castiglia: orario 10.00-13.00 e 14.00-19.00. Ingresso: Intero 8€; ridotto 6€.
Prenotazioni: https://castelliaperti.it/it/beni/castelli/la-castiglia-di-saluzzo.html
Saluzzo – Torre Civica e Pinacoteca Olivero: orario 10.00-13.00 e 14.00-19.00. Ingresso: Intero 3,5€; ridotto 2,5€. Prenotazioni: https://castelliaperti.it/it/beni/torri/torre-civica-di-saluzzo.html
Saluzzo – Villa Belvedere Radicati: orario 10.00-13.00 e 14.00-19.00. Ingresso: Intero 5€; ridotto 3€. Prenotazioni: https://castelliaperti.it/it/beni/ville/villa-belvedere-di-saluzzo.html
Savigliano – Museo Civico A. Olmo e Gipsoteca D. Calandra: orario 10.00-13.00 e 15.00-18.30.
Ingresso: Intero 5€; ridotto 3€.
Savigliano – Palazzo Muratori Cravetta: visite guidate con prenotazione consigliata allo 0172/370736 o mail ufficioturistico@comune.savigliano.cn.it. Turni previsti ore 11.00 e 15.30 (presentarsi qualche minuto prima dell’orario presso l’Ufficio Turistico di piazza santa Rosa; il personale dell’Ufficio Turistico accompagnerà i visitatori nella visita del Palazzo o Torre fornendo le relative notizie). Ingresso: Intero 3€.
Savigliano – Torre Civica: visite guidate con prenotazione consigliata allo 0172/370736 o mail ufficioturistico@comune.savigliano.cn.it. Turni previsti ore 11.00 e 15.30 (presentarsi qualche minuto prima dell’orario presso l’Ufficio Turistico di piazza santa Rosa; il personale dell’Ufficio Turistico accompagnerà i visitatori nella visita del Palazzo o Torre fornendo le relative notizie). Ingresso: Intero 3€.
Serralunga d’Alba – Castello di Serralunga d’Alba: aperto con visite guidate alle ore 10.30; 11.15; 12.00; 12.45; 14.30; 15.15; 16.00; 16.45; 17.30. Ingresso: Intero 6€; ridotto 3€.
Prenotazioni: https://castelliaperti.it/it/beni/castelli/castello-di-serralunga-dalba.html
PROVINCIA DI NOVARA
Oleggio Castello – Castello dal Pozzo: visite guidate su prenotazione al mattino. Per informazioni e prenotazioni: Tel: 0322 53713, 335 6121362, contact@castellodalpozzo.com. Ingresso: Intero 15€.
Prenotazioni: https://castelliaperti.it/it/beni/castelli/castello-dal-pozzo-a-oleggio-castello.html
Vinzaglio – Castello di Vinzaglio: aperto solo su prenotazione contattando il numero Tel: 346 7621774
PROVINCIA DI TORINO
Caravino – Castello e Parco di Masino: aperto con orario 10.00-18.00. Ingresso: (Castello e Parco) Intero 15€; Ridotto 8€; Iscritti Fai ingresso gratuito.
San Secondo di Pinerolo – castello di Miradolo: aperto dalle 10.00 alle 19.00. Prenotazione consigliata: Tel. 0121/502761 prenotazioni@fondazio necosso.it. Ingresso: Intero 15€.
Tra le moltissime etichette statunitensi del rock surf, garage e psichedelico degli anni ‘60 si è notato finora un carattere talvolta eterogeneo, con compresenza di svariati generi e stili all’interno di una stessa etichetta discografica. In altri casi la singola casa discografica decideva di creare espressamente proprie sotto-etichette dedicate a generi di nicchia, meno “commerciali”, ma poi rivelatisi fondamentali per la storia e la documentazione sonora; erano poco frequenti i casi di etichette fondate a partire da generi musicali con scarse fette di mercato. Tuttavia a più riprese emersero eccezioni interessanti e significative; si tratterà in questo articolo di un’etichetta assolutamente “sui generis”, la “Fleetwood Records”. Nata nel 1958 nell’area di Revere (Massachusetts) da un’idea “fuori scala” (e di vera nicchia) dei cugini Richard I. Blake e Raymond G. Samora, che un bel giorno vollero documentare su incisioni sonore un quantità oceanica di competizioni ed esibizioni delle cosiddette “Drum and Bugle Corps” (formazioni bandistiche del tipo “marching band” con ottoni e percussioni, accompagnate da “color guards” di ballerini) di quel periodo in U.S.A. e Canada, incluse le performances ad eventi sportivi; addirittura vi furono prese di suono “on field” delle esibizioni musicali e degli eventi connessi, soprattutto gare automobilistiche, con i relativi cerimoniali. Blake fondò persino un tabloid dedicato (“Drum Corps News”) ma col passare degli anni i generi toccati dall’etichetta si ampliarono ed inevitabilmente a metà anni ‘60 si estesero al surf, garage e poi psych rock. Purtroppo nel 1975 un vasto incendio distrusse i “masters” originali, ma la “Fleetwood Records” intraprese un’instancabile opera di riconversione e rimasterizzazione su CD di tutte le incisioni del passato fino agli anni Ottanta, con fedeli riproduzioni di copertine e relative note (l’etichetta è tuttora attiva col nome “Fleetwood Sounds”). Nel nostro caso ovviamente evidenzieremo i soli 45 giri di surf, garage e psych rock (alcuni di non facile datazione) qui di seguito:
– THE BONNEVILLES “See If I Care / You Just Can’t Tell Her” (FL-4551) [1964];
– LITTLE JOHN AND THE SHERWOODS “Rag Bang / Long Hair” (FL 001) [1965];
– THE SHADOWS FOUR “Follow Me / Heart Of Wood” (FL4553) [1965];
– THE GABLES “Ready / Chuck Wagon” (FL 4555) [1965];
– THE MEDICS “Snowman / Just Say Just Say” (FL-4558) [1965];
– J. GOON AND THE BELVEDERES “Linda Lou / Beware” (FL 4562) [1965];
– THE LEVIS “Hear What I Say / That’s Not The Way” (FL 4563) [1966];
– THE BONDSMEN “No Longer Mine / I Don’t Want Your Lovin Anymore” (FL 4564) [1966];
– LORD AND HIS BARONS “Foolish Lies / Guys Theme” (FL 4566) [1966];
– THE FURY’S “I Walk Away / Gone In The Night” (FL 4569) [1966];
– THE WHAT FOURS “Basement Walls / Eight Shades Of Brown” (FL 4571) [1966];
– BOSS TODES “Sally The Pollywog / Have Certainty” (FL 4580- Sound City) [c. 1967];
– THE FORBIDDEN “How Do You Prove / My Silent Prayer” (FL-4585) [1968];
– THE SHAGGS “My Pal Foot Foot / Things I Wonder” (FL 4584) [c. 1969];
– THE SOUND MACHINE “In The Night / Backroads Of Your Mind” (FL 4599).
Gian Marchisio