Sabato 20 marzo 2021 Ore 18 – Pagina facebook della biblioteca Arduino
Sabato 20 marzo sarà la giornata internazionale della felicità, e a Moncalieri si festeggia in rosa. Alle 18 la biblioteca civica Arduino propone sulla sua pagina facebook @bibliomonc la prima di due pillole video di Sara D’Amario e François-Xavier Frantz dedicate al tema della parità di genere. Il video si intitola “Pari!” e si propone di divulgare in modo serio e divertente allo stesso tempo “la possibilità, la necessità, l’urgenza di superare le discriminazioni di genere”, come spiegano i due artisti moncalieresi che hanno curato il progetto, una delle tante azioni realizzate sul tema dall’Assessorato alla Cultura e alle Pari Opportunità di Moncalieri.
Il racconto tocca numerosi aspetti generali e della vita quotidiana in cui la parità tra i due sessi è evidente, ma in cui spesso deve essere ribadita per contrastare vecchie abitudini mentali e di comportamento ancora radicate in molte persone. Il video è vivace e ludico nel ritmo, nei colori, nel montaggio. “Per veicolare il messaggio, Sara e Xavier hanno anche utilizzato molti dei quadri della Collezione Permanente d’Arte della Biblioteca di Moncalieri – spiega soddisfatta l’assessore alle Pari Opportunità Laura Pompeo – valorizzandoli e avvalendosi del loro potere evocativo al servizio dell’obiettivo: stimolare la riflessione sulla parità di genere e educare al rispetto”.
Il secondo appuntamento della minirassegna è in calendario per giovedì 25, giorno della nascita di Tina Anselmi, con una pillola dedicata alla sua figura.
L’autobus sul quale erano soliti viaggiare aveva l’impianto di riscaldamento fuori uso e la sola idea di farsi più di cinquecento al freddo metteva i brividi in corpo. Contattarono all’aeroclub locale il Dwyer Flying Service e affittarono l’unico aereo disponibile, un piccolo Beechcraft Bonanza da quattro posti, compreso quello per il pilota. Quest’ultimo, Roger Peterson, di anni ne aveva ventuno e non molta esperienza di volo. I tre posti per i passeggeri erano riservati allo stesso Holly e a due membri della sua band. Ma le cose andarono diversamente. “Big Bopper” chiese a Waylon Jennings, uno dei musicisti, di barattare il proprio posto con la scusa di un’influenza che lo stava tormentando. Jennings accettò di buon grado ma gli rimase per sempre il rimorso della battuta scherzosa che accompagnò con una risata: “che possiate schiantarvi al suolo con quel trabiccolo”. Anche Ritchie Valens si ritrovò a bordo per un capriccio del destino: non avendo mai viaggiato su un aereo da turismo chiese di potersi giocare il posto con l’altro musicista, Tommy Allsup. La decisione fu presa a testa o croce, lanciando in aria una monetina da 50 cent. Buddy Holly, che all’epoca aveva solo ventidue anni, aveva pubblicato tre album ed era ormai una star del rock’n’roll dopo aver lavorato in radio e in televisione con i The Crickets, la sua band. Ritchie Valens di anni ne aveva appena diciassettenne e la canzone che aveva da poco inciso ( La Bamba) era destinata a un successo clamoroso che la sorte gli impedì di conoscere e godere. Coi suoi ventinove anni il più vecchio fra i tre era J.P. “The Big Bopper” Richardson, autore di brani celebri come Chantilly Lake, destinato a entrare nella colonna sonora di American Graffiti del 1973. Era da poco passata la mezzanotte quando i tre musicisti raggiunsero l’aereo e al momento decollo, quasi all’una, nevicava fitto e in quell’inferno bianco era praticamente impossibile orientarsi a vista. Peterson si affidò alla strumentazione di bordo pur non avendo mai conseguito la certificazione necessaria per volare esclusivamente in quel modo. Pochi minuti dopo il decollo l’aereo si schiantò al suolo in un campo di grano. Nell’incidente persero tutti la vita. La mattina dopo i corpi di Buddy Holly e Ritchie Valens furono trovati a pochi metri dall’aereo mentre Big Bopper e il pilota furono sbalzati più lontano. Nel ’70 il testo della canzone American Pie di Don McLean rese l’idea della tragedia che si era consumata in una notte d’inverno del 1959: “Non ricordo se ho pianto/quando ho letto della sua sposa rimasta vedova/ma qualcosa mi ha toccato nel profondo/il giorno che la musica è morta”. “Muore giovane chi è caro agli dei”: così il greco Menandro scriveva attorno al 350 a.C. per tentare di dare senso a un dolore troppo grande. La morte prematura li consegnò al mito e la loro musica, soprattutto quella di Buddy Holly, influenzò per decenni il rock, dalle band semisconosciute fino ai Beatles e ai Rolling Stones. Oltre all’immortale musicaci restano i tre memoriali eretti in loro onore, opera dell’artista Ken Paquette. Uno si trova a otto chilometri da Clear Lake e rappresenta una steel guitar accanto a tre loro dischi. Un altro è alla Riverside Ballroom di Green Lake, nel Wisconsin, dove i tre si erano esibiti due sere prima della sciagura. L’ultimo, dedicato al giovane pilota, venne inaugurato sul logo dello schianto nel cinquantesimo anniversario della sciagura.
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