CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 521

Il vecchio che leggeva romanzi d’amore

Omaggio a Luis Sepúlveda Imbevuto della narrazione rigogliosa de “Il vecchio che leggeva romanzi d’amore”, mi giunge la terribile notizia della morte di Luis Sepúlveda. Proprio così! Ero immerso nella lussureggiante pericolosità della foresta pluviale narrata nel suo romanzo del 1989, quando vengo riportato alla dura realtà.

Il grande scrittore cileno, il coraggioso oppositore della violenza di regime e di ogni forma di dittatura, si è arreso al subdolo coronavirus, male che, nello sconcerto della popolazione mondiale, sta rinnovando un forte senso della umana caducità.

Sepúlveda è morto a Oviedo, nelle Asturie, ultima casa di una vita pellegrina, nata in Cile, con parentesi più o meno lunghe in vari paesi dell’America Latina e in URSS, prima di diventare cittadino francese e, infine, stabilirsi nella Spagna dei suoi avi.

Egli aveva idee politiche chiare e per esse lottò, anche nel vero senso della parola, per tutta la vita; per esse subì le torture del regime di Pinochet e, ovunque andò, ebbe l’amore dei lettori senza risparmiarsi le antipatie dei caporali di regime. Giovane comunista, di famiglia anarchica, sostenitore del socialismo di Allende, dovette lasciare la terra natia, oppressa da una violenta dittatura, ma è da ricordare che venne anche cacciato dalla Russia sovietica per comportamenti contrari alla “morale proletaria”, evidentemente perché in sintonia con gruppi dissidenti.

Il suo essere antisistema, soprattutto quando il sistema costringe l’uomo a violare un principio che tanto amava: “vivi e lascia vivere”, lo ha patito sulla sua pelle e lo ha trasmesso nelle mirabili narrazioni, sempre feconde di un mai domo senso di speranza. Leggere “Patagonia express” ha significato per molti l’innamoramento puro e vergine per il Sud America, dove il vivere quotidiano è un policromo murales di personaggi d’avventura e di cultura, di disperazione e riscatto. Il riscatto che Sepúlveda sognava per la sua gente, per le vittime di una politica e di una economica ciniche, imposte dal più forte, a danno dell’ambiente naturale e delle sue ricchezze, queste sì reali e da preservare.

Marxista, agnostico, comprese solo nel tempo, per sua stessa ammissione, il valore etico della letteratura, trasmissibile anche in un noir come “Un nome da torero”.

E di valori è feconda ogni sua opera, anche poetica, come “Poesie senza patria”, in cui è contenuta la celebre “La più bella storia d’amore”, dedicata alla moglie Carmen Yáñez, scrittrice, compagna di una vita e di patimenti politici. Ecco gli ultimi, bellissimi versi:

Che la via più breve
fra due punti
è il giro che li unisce
in un abbraccio sorpreso.

 

L’abbraccio, che sia d’amore, fraterno, per la terra incontaminata in cui l’uomo combatte e che egli stesso deve proteggere, è il gesto necessario che accompagna verso l’orizzonte utopistico dell’autore. Sepúlveda non è da solo, ma in compagnia di José Antonio Bolívar Proaño, protagonista de “Il vecchio che leggeva romanzi d’amore”, quando scrive nel 2018: “ci sediamo davanti a un fiume d’acqua verde, sulla cui superficie si riflettono i profili verdi della foresta, e perfino il cielo si tinge di quello stesso verde onnipresente”.

Eccolo di nuovo, l’abbraccio fraterno, quello che il grande scrittore cileno avrebbe voluto per il mondo, per la sua amata America Latina, così sofferente eppure meravigliosamente viva.

Massimiliano Giannocco

#IoRestoaCasa con il Circolo dei lettori

Nonostante la chiusura delle sedi di Torino, Novara e Rivoli, in ottemperanza alle misure per il contenimento dell’emergenza “coronavirus” Covid-19, la Fondazione Circolo dei lettori continua a rimanere accanto alla propria comunità regalando occasioni di approfondimento intorno ai libri e alle storie. Tante sono infatti le iniziative digitali pensate sia per offrire contenuti che per continuare a parlarsi e conoscersi online.

 

Gli Indispensabili – Beni primari culturali
Un format di video in cui scrittori e scrittrici consigliano la propria lista di “beni primari culturali”, tra classici, romanzi imperdibili, dischi, film e serie tv da recuperare per fare scorta di cultura in questi giorni di isolamento. Il primo video è andato online sulla pagina Facebook del Circolo dei lettori e sul profilo Instagram il 25 febbraio, ai tempi delle prime code ai supermercati. “Gli Indispensabili” sono diventati infatti anche un volantino che mima quelli delle offerte.
Da Carlo Levi e Rocco Scotellaro, autori da riscoprire secondo il direttore della Fondazione Elena Loewenthal, passando per La Peste di Curzio Malaparte, suggerimento di Nicola Lagioia, fino a Tucidide e Giorgio Caproni consigliati rispettivamente da Andrea Marcolongo e Antonio Manzini, “Gli Indispensabili” sono un bagaglio di quarantena prezioso e ricchissimo. È possibile anche contribuire mandando la propria lista via mail a comunicazione@circololettori.it.

Passatempi letterari
Un cruciverba, un labirinto, un rompicapo al giorno – sulla pagina Facebook e sul profilo Instagram del Circolo – per passare il tempo tra una lettura e l’altra e impegnare così la propria mente in una piccola sfida letteraria che ha a che fare con romanzi, scrittrici e scrittori, curiosità, pagine e parole. Le soluzioni vengono pubblicate sul blog.

 

Dizionario dei tempi incerti
Contagio, assalto, limite, casa, supermercato, attesa, opportunità, code, epidemia, fermarsi, fiducia, speranza, paura, ansia, regola, distanza, allarme, misura, contatto, rischio, sicurezza, speranza, fuga, assalto, emergenza, pazienza, deserto, panico, studio, tempo.
Sta per partire sui social del Circolo dei lettori il Dizionario dei tempi incerti, una collezione di parole scelte da filosofi, filologi, storici, antropologi e scrittori, tra quelle che riempiono pagine di giornali, miriadi di chat e trasmissioni televisive, bisbigliate o urlate in questi tempi incerti.
La Fondazione Circolo dei lettori ne ha chiesto la definizione ai protagonisti e alle protagoniste delle rassegne autunnali, Torino Spiritualità e Festival del Classico, perché le parole segnano il rapporto che abbiamo con il mondo e con il presente, perché le parole sono ricordi, affetti e storie: il Dizionario è un invito a riscoprirle insieme.

Chicche letterarie
Ci sono libri dimenticati da riscoprire o classici che magari non si è avuto tempo di leggere: sono le “Chicche letterarie”, una al giorno sulla pagina Facebook del Circolo dei lettori di Novara e sul profilo Instagram della sede novarese della Fondazione. Da Il potere dei sogni di Luis Sepúlveda a Il grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald, passando per Verso la bellezza di David Foenkinos, Ballata delle donne imperfette di Edgarda Ferri e molti altri.

Restiamo in casa, accendiamo lo stereo!
Consigli musicali sulla pagina Facebook del Circolo della musica: una colonna sonora per ogni momento della giornata, per arricchire le proprie playlist o per crearne di nuove.

La bellezza ai tempi del coronavirus, con il progetto Bella Presenza*
Un fiore sbocciato sul balcone, una fotografia che si credeva di aver perso, il sapore inaspettato in una pietanza preparata in casa, scoprire la vicinanza o la nostalgia di qualcuno, provare preoccupazione e allo stesso tempo sentire il bisogno di aiutare gli altri.
L’invito è a raccontare le cose belle che si vedono in questi giorni di isolamento con un video, senza limite di lunghezza, stile e formato, da inviare a bellapresenza@circololettori.it (obbligatorio allegare anche il documento compilato sulla privacy scaricabile). È possibile infatti trasformare la paura in opportunità.
* La Fondazione Circolo dei lettori è partner del progetto Bella Presenza, selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile e coordinato a livello nazionale dalla Cooperativa Dedalus di Napoli. All’ente di via Bogino è affidata Essere presenti a se stessi, terza delle dodici azioni prevista dell’iniziativa, con la curatela artistica di Roberto Tarasco e Gabriele Vacis, che trasformerà tutti i video raccolti dalla Fondazione in un progetto audiovisivo speciale.

Le ricette letterarie di Barney’s!
Sulla pagina Facebook di Barney’s – il bar del Circolo dei lettori, ogni giorno una ricetta diversa tratta da un’opera letteraria per cimentarsi ai fornelli.

Quando la pittura diventa “viaggio dell’anima”

I dipinti del torinese Carlo Patetta Rotta

La pittura e l’anima rappresentano due universi strettamente connessi, come dimostra l’arte del pittore torinese Carlo Patetta Rotta.

Se la pittura costituisce un’esperienza espressiva che individua un passaggio da un interno  ( quello dell’anima) ad un esterno, questo avviene, metaforicamente, attraverso un viaggio che si materializza in un ritorno all’azione. Nell’arte di Carlo Patetta Rotta la pittura, infatti, si fa creazione ma, al tempo stesso, sperimentazione ed interpretazione della realtà e delle figure umane, che egli osserva intorno a sé.

Ne è una dimostrazione un’opera come quella intitolata “Donna all’ombra dei Sassi”, dipinta nel luglio 2019, in cui un volto femminile di profilo viene fissato, nella sua bellezza espressiva,  in un tempo ed in uno spazio preciso ( quello dei Sassi di Matera, città della Basilicata proclamata lo scorso anno Capitale della Cultura).

“Mi sono accostato alla pittura in maniera più sistematica – spiega Carlo Patetta Rotta, imprenditore torinese –  nel marzo dello scorso anno, quando compresi l’importanza di dare una svolta alla mia vita, dopo anni trascorsi all’estero, a Londra, ed il successivo ritorno a Torino, mia città nativa. Ero già appassionato di arte e pittura, in particolar modo, sin da quando ero bambino quando, a casa di mio cugino, vedevo suo nonno pittore dipingere. Così, nel 2019, ho  deciso di seguire i corsi all’Accademia torinese Pictor, tenuti dal pittore Aldo Antonietti, corsi a cui ho, in seguito, affiancato quelli tenuti dall’artista Giulia Cotterli”.

“Negli ultimi mesi – aggiunge Carlo Patetta – l’isolamento, cui ci ha costretti questa emergenza da Covid 19, ha costituito per me uno stimolo per sviluppare ulteriormente la mia creatività, nata da una più profonda osservazione della  realtà che mi circonda.

Il soggetto da cui è partita inizialmente la mia ricerca pittorica è stato sicuramente il paesaggio. In genere mi piace fissarlo, attraverso la tela, in un istante preciso in cui la sua visione mi ha incuriosito e suscitato sensazioni particolari. In genere l’approccio della mia arte, per lo più pittura ad olio, non avviene attraverso una pratica en plein air, ma in studio, cogliendo il soggetto da dipingere a partire da fotografie che io stesso ho scattato”.

“I paesaggi possono essere – spiega Carlo Patetta Rotta –  scorci a me familiari,  come quello dipinto nel quadro intitolato “Vista della Gran Madre”, realizzato nell’autunno del 2019, in cui ho dipinto sullo sfondo la chiesa torinese della Gran Madre vista dall’altro lato del ponte, a partire da piazza Vittorio. I soggetti paesaggistici possono poi anche essere “luoghi dell’anima”,  ovvero paesaggi cui mi sento affettivamente legato, come la spiaggia di Noli, che domina uno dei miei quadri più recenti, risalente allo scorso marzo, o  “Villa Garabotta”, in cui emerge un  casale presente in frazione San Lorenzo, a Fossano, nel Cuneese. Uno dei miei quadri più recenti è  quello che raffigura la baita di mio cugino presso il Colle Bercia, sopra Claviere, cittadini montana al confine con la Francia.

Altri paesaggi nei miei dipinti sono poi il frutto della mia rivisitazione di soggetti di opere di artisti famosi,  come quello che ho dedicato alle ninfee di Claude Monet, intitolato “Giverny”, realizzato nel luglio 2019. Amo molto anche dipingere ritratti, non solo utilizzando il colore, ma anche schizzando semplici linee a matita su carta, capaci di creare effetti di grande suggestione. Tra tutti sono affezionato al ritratto raffigurante Robert De Niro “.

“L’emergenza Covid – conclude Carlo Patetta – mi ha poi portato a sviluppare numerose riflessioni personali e a tradurle  ttraverso la pittura, in particolare in un mio quadro in cui ho dipinto il crocifisso di San Marcello, che è  stato trasportato in Vaticano, in occasione della recente preghiera del Pontefice contro la pandemia. Crocefisso legato a due momenti miracolosi, il primo che vide il crocifisso scampare all’incendio che devasto’ l’intera chiesa nel 1519, ed il secondo momento nel 1522, quando una processione penitenziale sancì la fine della pestilenza. Questo dipinto ha per me voluto costituire anche un messaggio di speranza, in occasione della Pasqua, che reca con sé il valore metaforico di rinascita ed uscita dell’umanità dalle tenebre verso la luce, oggi più che mai attuale e sentito”.

Mara Martellotta

www.carlopatettarotta.com

 

Incipit offresi, scrittori online

Giovedì 16 aprile, ore 18.30   Appuntamento con la scrittrice Sara Rattaro sui canali Facebook e Youtube  

In attesa che ricomincino le tappe “live” del primo talent letterario itinerante dedicato agli aspiranti scrittori, Incipit Offresi approda online per mostrare il “dietro le quinte”: i segreti che si celano dietro la scrittura di un libro con il coinvolgimento di scrittori affermati o aspiranti tali e con il supporto del Trio Marciano (Vito Miccolis, Mao-Mauro Gurlino, Mattia Martino) e degli attori di BTeatro. Tutto sulla pagina Facebook di Incipit Offresi e sul canale Youtube della Biblioteca Archimede.

Protagonista dell’appuntamento di giovedì 16 aprile alle 18.30 è la scrittrice Sara Rattaro. Il suo primo romanzo “Sulla sedia sbagliata” viene pubblicato nel 2010 da Morellini editore; nel 2012 “Un uso qualunque di te” (Giunti) scala in poche settimane le classifiche dei libri più venduti e viene tradotto in 9 lingue. Con Garzanti pubblica il suo terzo romanzo best seller “Non volare via”, nel 2014 “Niente è come te”, nel 2016 “Splendi più che puoi”. Nel marzo 2017 esce il suo primo romanzo con la casa editrice Sperling&Kupfer “L’Amore Addosso” che vince il Premio Letterario 2018, debutta nella narrativa per ragazzi con “Il cacciatore di sogni” (Mondadori Ragazzi) e nel 2018 pubblica “Uomini che restano” e “Andiamo a vedere il giorno” (Sperling&Kupfer).

Incipit Offresi è un’iniziativa ideata e promossa dalla Fondazione ECM – Biblioteca Archimede di Settimo Torinese e Regione Piemonte, con la collaborazione della casa editrice Archimedebooks di Settimo Torinese, della Scuola del Libro di Roma e con la sponsorizzazione di NovaCoop.

Il Premio Incipit e il campionato sono dedicati a Eugenio Pintore, per la passione e la professionalità con cui ha fatto nascere e curato Incipit Offresi.

 

Andrea Mingardi e Silvia Mezzanotte cantano per asl e poveri

Su Gofundme.com per aiutare ASL e mense dei poveri piemontesi e valdostane. Il sostegno di Andrea Mingardi e Silvia Mezzanotte, ex voce dei Matia Bazar: il grande cuore della Bologna che canta per il Nord che soffre

Coronavirus, la Pasqua appena trascorsa inaugura un’altra preziosa iniziativa benefica. Al via da oggi l’iniziativa “Diffondiamo la solidarietà, non il virus: facciamola andar bene!”. Una campagna preziosa a sostegno delle realtà più periferiche di Piemonte e Valle d’Aosta che, in questo momento, necessitano di un aiuto importante per garantire anche i più basilari servizi di assistenza.

“Destinatari della raccolta già attiva sulla piattaforma di crowdfunding Gofundme.com sono Aziende Sanitarie locali e mense dei poveri che faticano a far fronte all’emergenza in corso: ASL di Alessandria, Casale Monferrato e Tortona, Aosta, Biella, Ivrea (TO), Novara, Vercelli e la ASLTO5 per quanto concerne il Torinese”, spiegano dal ‘Gruppo Marazzato’, che ha acconsentito a farsi capofila del grande progetto solidale diffuso, mettendo a disposizione le proprie professionalità al servizio dell’intera macchina organizzativa, rispondendo affermativamente alle varie richieste di intervento pervenute in questi giorni difficili al fine di rendere possibile l’ambiziosa iniziativa.

“Sosterremo altresì la Mensa Sociale ‘Tavola Amica’ di Aosta, Alessandria e Ivrea (TO) in mano alla ‘Caritas’, la mensa ‘Il Pane quotidiano’ di Biella, la mensa dei Frati Cappuccini San Nazzaro della Costa di Novara, la mensa dell’Associazione Don Luigi Longhi Onlus di Vercelli e la ‘Mensa dei Poveri’ di Torino del ‘Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione Onlus’ di Don Adriano Gennari”, concludono dal ‘Gruppo Marazzato’, in questi giorni attivo nel fornire consulenza gratuita a 360° riguardo tutte le procedure di disinfezione e sanificazione degli ambienti lavorativi, in prima linea nella disinfezione degli esterni (parcheggi, piazzali, strade), e indirettamente – mediante l’indicazione di una lista di operatori qualificati in tutta Italia – nella sanificazione di ambienti professionali interni (uffici, depositi e magazzini).

A dare manforte, con il proprio autorevole sostegno, alla campagna anche due grandi artisti della musica italiana. Due bolognesi dal cuore grande accorsi in aiuto del Piemonte e Valle D’Aosta che soffrono, Silvia Mezzanotte, ex voce dei Matia Bazar, e il cantautore e bluesman bolognese Andrea Mingardi. “Sono felice di dare il mio contributo a una così nobile iniziativa che presta attenzione anche al lavoro prezioso delle mense dei poveri, ogni giorno in trincea per sfamare chi è senza tetto e senza tutto”, afferma la nota cantante.

Mentre Andrea Mingardi ribadisce che “è un dovere di coscienza per tutti gli artisti italiani rendersi conto che di fronte a una tragedia di questo tipo bisogna aderire non solo attraverso con le note e il talento, ma anche attraverso uno spirito di solidarietà diffusa. In Valle D’Aosta sono andato a sciare tante volte, ho lavorato nei pochi locali che c’erano e sono sempre stato accolto in una maniera fantastica. Il Piemonte è stato invece la mia mamma artistica attraverso i dancing di inizio carriera. Una regione in cui ho vissuto tanto”, ricorda il cantautore, che alla raccolta fondi insieme a Silvia Mezzanotte hanno dedicato anche due singoli video disponibili sul canale ufficiale YouTube del ‘Gruppo Marazzato’.

A vigilare sulla bontà della campagna – nonché a disposizione di imprenditori e privati che scelgano di donare attraverso forme alternative differenti dal web – un Consiglio di Garanzia (contattabile all’indirizzo consiglio@diffondiamolasolidarieta.com e al numero verde gratuito 800 003346) composto dagli industriali Carlo e Mara Marazzato, dal giuslavorista e contributor de ‘Il Sole 24 Ore’ Professor Francesco Natalini, dal giornalista e Presidente di ‘Sorgenia’ Chicco Testa, dal Commercialista e Revisore Contabile Domenico Carello del Consiglio Direttivo di ‘Confimi Piemonte’ (Confederazione dell’Industria Manifatturiera Italiana e dell’Impresa Privata), dall’Avvocato penalista e d’impresa Emanuele Crozza (già collaboratore in passato dell’Unione Nazionale Consumatori), Matteo Fratini (Presidente Associazione Nazionale Consulenti del Lavoro Valle D’Aosta) e dal giornalista ed esperto di Terzo Settore Maurizio Scandurra.

All’appello ha risposto anche il gruppo piemontese dell’ASSIF, Associazione Italiana Fundraiser, fornendo gratuitamente tutto il proprio prezioso supporto alla buona riuscita dell’operazione.
Ma, soprattutto, moltissimi anche i testimonial del quotidiano – sindaci, professionisti, commercianti e punti di riferimento dei territori interessati – pronti a fare la loro parte, fornendo ciascuno il proprio apporto alla campagna.

 

Qui i link con i video degli artisti in sostegno alla campagna solidale:

https://www.youtube.com/watch?v=MMYlligUVxA VIDEO ANDREA MINGARDI CANTAUTORE E BLUESMAN

https://www.youtube.com/watch?v=hCCDCP1q5pw VIDEO SILVIA MEZZANOTTE, VOCE STORICA DEI MATIA BAZAR

 

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

 

Rachel Cusk  “Onori”   – Einaudi-   euro  16,50

Rachel Cusk, nata in Canada 52 anni fa, cresciuta in America ed ora residente in Gran Bretagna (tra Londra e il Norfolk) è considerata una delle maggiori scrittrici contemporanee. Con “Onori” (dopo “Resoconto” e “Transiti”)  chiude la trilogia iniziata nel 2014 e definita “dell’ascolto”, perché ha destrutturato il romanzo tradizionale e buttato a mare convenzioni letterarie come trama, suspense, personaggi, inizio e fine. Lei non fa scendere in campo un narratore tipico, bensì un coro di voci che raccontano a Faye, suo alter ego, che di tutto prende nota. Ne scaturisce un affresco corale in cui si intrecciano temi come la questione femminile, quella ecologica, la famiglia come nucleo in cui i fallimenti diventano intollerabili, l’incomunicabilità, l’inganno del capitalismo,….Ritroviamo Faye a bordo di un aereo verso l’Europa dove l’attendono festival e incontri letterari. Nel sedile di fianco c’è un uomo che ha appena seppellito il suo cane e da questo dolore inizia a raccontarle sprazzi della sua vita. E’ solo l’inizio di pagine in cui appaiono e parlano tanti personaggi, per lo più legati al mondo dell’editoria. Attraverso le parole, i dialoghi, i sentimenti, le ambizioni, le delusioni e gli aneddoti di vita di giornalisti, scrittori, agenti, editor e organizzatori di festival, Faye raccoglie tanti tasselli di un’umanità confusa. In un certo senso è una saccheggiatrice di storie e vite che ruotano intorno alla letteratura e alla spettacolarizzazione di un mondo che può rivelarsi anche fasullo e irto di inganni.

 

 

John Dos Passos  “USA. La trilogia”  -Mondadori-    euro 35,00

Un volume corposo che comprende “Il 42° parallelo”, “Millenovecentodiciannove”, “Un mucchio di quattrini” e racconta i primi 30 anni del 900 americano. E’ stato scritto dal prolifico John Dos Passos, autore di romanzi, saggi, poesie, ma anche pittore e reporter, nato a Chicago nel 1896, morto a Baltimora nel 1970. Non fatevi impressionare dalla mole del libro perché potete gustarlo un po’ per volta, senza fretta, leggendolo come un puzzle e scegliendo le parti che più vi attraggono. Di fatto è un poderoso affresco che narra i nervi scoperti della Grande Depressione e dei conflitti sociali di un paese che ha rincorso una velocissima modernizzazione. Ritrae una trance di storia americana importante e lo fa con un linguaggio e un intreccio inediti nel panorama letterario dell’epoca. Dos Passos costruisce un capolavoro assoluto sperimentando più cifre narrative: le storie di 12 personaggi di fantasia, brevi biografie di 27 americani famosi concentrate in un paio di pagine (folgoranti quelle della dinastia dei Morgan iniziata da un albergatore e diventata scialuppa  di salvataggio degli Usa tra ferrovie, banche, e tutte le ricchezze possibili; o quella del rampollo viziato e lungimirante William Randolph Hearst, l’editore più potente d’America). Poi cine-giornali con slogan pubblicitari, brani di canzoni popolari e titoli di giornale che interrompono le narrazioni e danno respiro alla lettura. Vi avventurerete anche in squarci di riprese cinematografiche e fotografiche e leggerete pagine in cui l’autore dispiega i suoi stati d’animo. Un grande intellettuale nomade che sperimentò più linguaggi artistici, viaggiò molto, conobbe personaggi della caratura di Hemingway e Fitzgerald nella Parigi degli espatriati dei ruggenti anni 20. Importante sarà anche il suo impegno politico, all’inizio come adepto del socialismo e difensore di Sacco e Vanzetti; poi la rottura con la sinistra radicale nel 1935 e la virata a destra come sostenitore del Maccartismo e detrattore del potere dei sindacati. Una decisa inversione politica che, secondo la critica, coincise con un inaridimento della vena creativa. Ma questa trilogia rimane imprescindibile per chi vuole ripercorrere alcuni elementi fondanti della grande nazione a stelle e strisce.

 

Delphine De Vigan  “Le gratitudini”   -Einaudi –   euro 17,50

Questo breve romanzo è un potente squarcio sulla vecchiaia e i danni che può arrecare alle persone. Protagonista è Michka  “…una vecchia signora con un’aria da ragazza. O una ragazza invecchiata per sbaglio” che non ha parenti e non può più vivere da sola senza correre dei rischi. Finisce in una residenza per anziani e nelle grinfie di una direttrice senza cuore. Gli anni le stanno ruzzolando addosso e la feriscono nel linguaggio facendola ammalare di “parafasia”. Non sta perdendo la memoria ma il linguaggio, proprio lei che è stata correttrice di bozze…oltre al danno anche la beffa. Mentre trascorre le giornate relegata in una piccola stanza asettica, continua a rincorrere e trasformare le parole che “le scarpano”. Al posto dei termini esatti ne mette di sbagliati, o cambia l’ordine a parole e sillabe, le sostituisce con altre inventate che spesso sono lapsus che smascherano qualcosa di più profondo.  La finestra si può aprire perché “…mica svaporiamo”, il rosbif diventa il “rospo”, il tè invece che al limone è “al salmone”, i residenti si trasformano in “rassegnanti” e la cremazione sfuma in una “crematura”.

Sono solo due le consolazioni alla sua solitudine: le visite e le amorevoli attenzioni di Marie, la giovane vicina di casa alla quale ha fatto da vice-madre. E le sedute con Jérȏme, l’ortofonista che dovrebbe aiutarla a trattenere le parole, ma che abbandona gli esercizi che la “sfioriscono” e diventa depositario dei suoi ricordi. Michka sa di essere vicina alla fine e a Marie confessa: “…non ci vorrà tanto, credimi. Voglio dire la fine senza la testa, persa, puff, con tutte le parole volate via. La fine del corpo non si sa…ma la fine senza la testa è cominciata, le parole “scarpano” via, e ciao”.

Resta un desiderio a tenerla ancora in vita. Rintracciare la giovane coppia che durante la guerra accolse lei -piccola ebrea marchiata dalla stella di David-, correndo enormi rischi e salvandola da morte certa. Saranno Marie e Jérȏme ad aiutarla nella ricerca, perché comprendono l’immensa importanza del”gratis” che lei vuole dire a chi l’ha sottratta alle camere a gas e al lager in cui i suoi genitori sono finiti in fumo.. Un “grazie” dalla portata enorme perché “…invecchiare è imparare a perdere…incassare …un nuovo deficit, una nuova alterazione, un  nuovo danno”.  E perdere la memoria significa perdere i punti di riferimento”. E questo romanzo ha un tocco lieve, tenero e struggente che mette a nudo l’ultima tranche della vita.

Il ponte di Istanbul

Un altro ponte a Istanbul ma questa volta molto speciale. L’ennesima mania di grandezza di Erdogan? Costruire il ponte di Leonardo da Vinci che non è mai nato e che nessuno, da cinque secoli, si è mai sognato di realizzare è proprio l’obiettivo del presidente turco.

D’altronde in questa metropoli gli italiani sono stati sempre presenti e protagonisti, hanno vissuto e lavorato a lungo, ieri come oggi. Quando fu inaugurato l’ultimo dei ponti sul Bosforo, con la partecipazione di un’importante impresa italiana, Erdogan affermò che il progetto di Leonardo sarebbe stato riesumato. Con Bayazid II (1481-1512), il sultano che contattò Leonardo per la costruzione del ponte, non si fece nulla mentre con il “sultano” Erdogan tutto sembra possibile. Benintenso, non si tratta di un nuovo ponte sul Bosforo ma di un più modesto viadotto sul celebre Corno d’Oro. A distanza di 500 anni dalla sua scomparsa i progetti di Leonardo continuano a vivere come l’idea del ponte, meno importante di tanti altri, anche perchè è rimasto solo sulla carta, ma i disegni sono stati conservati e i libri ne parlano, in particolare uno, fresco di stampa. É “Il ponte di Istanbul, un progetto incompiuto di Leonardo da Vinci”, di Gabriella Airaldi, Marietti editore. Un libretto di 86 pagine che parte da una lettera che Leonardo spedì da Genova con destinazione il palazzo imperiale di Costantinopoli. Il Gran Turco lo cercava e Leonardo gli rispose. Il genio toscano disegnava a quel tempo anche fortezze, ponti, armi e macchine da guerra.

Nella lettera Leonardo dà in realtà diverse risposte alla richiesta del sovrano di progettare un collegamento tra la capitale imperiale e il quartiere di Galata. Come scrive Leonardo, il disegno raffigura “un ponte da Pera-Galata a Costantinopoli, largo 40 braccia, alto dall’acqua braccia 70, lungo braccia 600….” destinato ad unire il quartiere genovese di Pera-Galata, da secoli centro della vita economica e del commercio internazionale, con Istanbul. A quel tempo Genova e Costantinopoli intrattenevano relazioni molto strette, turchi e genovesi vivevano a stretto contatto da una sponda all’altra del Corno d’Oro.

“Tradotta in lingua turca da un probabile originale italiano, spiega l’autrice del libro, la lettera leonardesca è allo stesso tempo una risposta e una proposta e può essere un’interessante chiave di lettura delle relazioni tra Oriente e Occidente. In questa prospettiva il geniale ponte progettato da Leonardo per Bayazid II e per Galata, prima genovese e poi turca, diventano il simbolo di un rapporto mai interrotto tra due mondi”. Ma quel ponte non sarà mai costruito. Nel 1453, l’anno della conquista turca di Costantinopoli, per portare le truppe ottomane al di là del Corno d’Oro Maometto II usò un ponte allestito con galee una accanto all’altra tenute unite da botti,travi e tavole fornite forse dai genovesi la cui posizione sul campo rimase molto ambigua. Un aiutino ai turchi per garantirsi privilegi e favori dopo la presa ottomana della città. Galata era in quel periodo un nido di traditori cristiani e il sultano sguinzagliava le sue spie tra i commercianti. Dopo Leonardo ci provò anche Michelangelo ma senza successo e bisognerà aspettare fino al 1845 per vedere un ponte tra Galata e Istanbul all’ingresso del Corno d’Oro. Erdogan, infatuato di storia ottomana e costruttore di ponti faraonici nella sua metropoli, ha rispolverato l’antico disegno leonardesco chiedendo ai suoi architetti di studiare il progetto e di realizzarlo, chissà, magari entro il 2023, centesimo anniversario della Repubblica turca, quando saranno in programma grandiosi e sfarzosi festeggiamenti.

Filippo Re

Isaia nuovo Segretario della Fondazione per la Cultura

E’ stato selezionato tramite avviso pubblico. Una Commissione ha valutato le 27 candidature pervenute individuandone una rosa di 4, di altissimo livello, da sottoporre al Consiglio Direttivo della Fondazione che ha infine affidato l’incarico, della durata di 5 anni.

Alessandro Isaia succede ad Angela La Rotella, Segretario della Fondazione dalla sua nascita, che il Consiglio Direttivo ringrazia per l’impegno e la professionalità nel lavoro dimostrati in questi anni e che da maggio sarà dirigente al Politecnico di Torino.

Alessandro Isaia

Quarantanove anni, laureato in Architettura al Politecnico di Torino, consegue la qualifica di “Esperto in Sistemi di gestione e comunicazione applicati ai Beni Culturali” frequentando il Master della Scuola Normale Superiore di Pisa.

Nel 2001 è nel Comitato organizzatore della BIG-Biennale Internazionale dei Giovani Artisti di Torino diretta da Michelangelo Pistoletto.

Dal 2002 al 2006 è Manager degli Eventi Culturali per il Comitato per l’Organizzazione dei XX Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006, per il quale progetta e coordina le “Olimpiadi della Cultura”.

Nel 2008-2009 è responsabile del settore Comunicazione, Marketing & Web della Fondazione Torino Musei e direttore organizzativo di “T2-Triennale d’Arte Contemporanea di Torino”.

Nel 2014 diventa Project Manager dell’Abbonamento Musei Lombardia Milano. Nel giugno 2017 è nominato Direttore della Fondazione Artea, costituita dalla Regione Piemonte per valorizzare e promuovere il patrimonio culturale materiale e immateriale di Cuneo e della sua provincia.

È docente e formatore in vari master e corsi universitari (fra gli altri: Università Cattolica di Milano, Sole24Ore Business School, IED-Istituto Europeo di Design, Università di Torino, Università di Sassari e Università di Cagliari dove insegna Project Management della Cultura.

Tormento ed estasi dell’amore

L’incidente d’amore diviene amore incidente che ci aiuta a comprendere come la casualità dell’incontro, diviene causalità di ricerca e  lacerazione interiore, il pathos si fa struggimento del cuore

Così Barbara Pregnolato nel suo primo romanzo ”L’altra accanto” ( edizioni Augh, collana frecce 2019, pagg.138 ) scava nel recesso dell’anima dei tre personaggi principali del suo testo, che divengono metafore dell’incomunicabilità della nostra società postmoderna, liquida ed egoista, dove il vissuto femminile del sentimento amoroso muta in disperato desiderio di verità.
.
In un flusso di coscienza dove si alternano passione e paura, coraggio e meschinità, ipocrisia e desiderio, si tracciano i destini esistenziali vissuti e narrati in prima persona dai protagonisti. Con un risultato letterario innovativo e anticonvenzionale. Atmosfere domestiche e  decostruzione psicologica, sono sincopata espressione di tormento ed estasi, ricerca e perdizione, erotismo e morte. Il tutto si svolge tra la provincia e il capoluogo torinese in tinte crepuscolari e atmosfere fortemente evocative.
.
”Siamo gettati nel mondo” scriveva Heidegger in ‘ Essere e tempo’  trauma primigenio e redenzione, regressione amniotica e tensione all’ Assoluto. La creatività poetica di uno degli Io narranti collide con l’incapacità d’amare pienamente la sua partner e diviene narcisistica negazione del Se. Alibi alla libera e compiuta affermazione dell’ amore tra persone travolte da eventi più grandi dei loro progetti individuali. Dove le domande esigono responsabilità e le risposte pongono nuovi interrogativi. Il lirismo avvince il lettore dalla prima all’ultima pagina e il processo di identificazione è inevitabile. La tensione emotiva stimola la riflessione e diviene catarsi la dove l’autrice innesca parti di thriller psicologico e maieutica terapia del fruitore testuale.
.
Luci e ombre degli spazi e degli umori quotidiani  aprono all’attesa del miracolo pacificatore e il situazionismo alla Guy Deborde sbuca da ogni angolo. Il cinema di Antonioni e il Kafka della Metamorfosi  descrivono la monade dell’uomo del terzo millennio globalizzato, bulimico sentimentale e desideroso di riscatto, che solo nella magia dell’Amore espresso e vissuto pienamente nelle sue infinite forme, potrà trovare la sua più profonda, compiuta, necessaria e Umana realizzazione.
Aldo Colonna

Cultura e storia online dal forte di Bard

Dalla Valle d’Aosta / I Capolavori della Johannesburg Art Gallery in diretta sul sito del Forte, con la curatrice Simona Bartolena

Prosegue la programmazione culturale online del Forte di Bard. Il palinsesto si arricchisce di due appuntamenti di approfondimento della mostra Capolavori della Johannesburg Art Gallery. Dagli Impressionisti a Picasso.

 

La curatrice dell’esposizione Simona Bartolena tiene due conferenze  trasmesse in diretta sul sito e sul canale YouTube del Forte: il primo appuntamento si è svolto martedì scorso , dedicato ad una presentazione del progetto espositivo e della collezione che aprì al pubblico nel 1910, diventando il principale museo d’arte africano. Nel secondo appuntamento live, martedì 14 aprile 2020, sempre alle ore 18.00, la curatrice si soffermerà sulle opere della collezione dedicate all’arte africana.

 

Le dirette sono visibili dal sito www.fortedibard.it nella pagina dedicata all’interno della sezione Eventi o sul canale Youtube del Forte, raggiungibile sempre dalla homepage del sito istituzionale.