Al Castello di Miradolo, indossa l’abito autunnale e si arricchisce di nuove opere la mostra dedicata al “genio” creatore di giardini e “orti felici”
Da venerdì 24 settembre
San Secondo di Pinerolo (Torino)
Nata con questo dichiarato obiettivo, è una mostra che segue il corso delle stagioni, che accompagna il trascorrere del tempo, che muta e s’inventa, di volta in volta, nuove forme e prospettive e colori e luci ed ombre, proprio come un giardino. Dal prossimo venerdì 24 settembre, il grande progetto espositivo “Oltre il giardino. L’abbecedario di Paolo Pejrone”, inaugurato al “Castello di Miradolo” (via Cardonata 2, San Secondo di Pinerolo) il 15 maggio scorso, prosegue infatti il suo cammino ideale lungo un anno, fino al 15 maggio 2022, magnificamente svelando la sua veste autunnale. Presentata dalla “Fondazione Cosso” e curata da Paola Eynard e Roberto Galimberti, la mostra si sviluppa attorno al concetto di abbecedario: un “ABC” del giardino, in rigoroso “dis – ordine alfabetico”, secondo le parole e i pensieri di Paolo Pejrone (fra i più grandi architetti del paesaggio a livello internazionale, oltre 800 giardini progettati in giro per il mondo), ma soprattutto “una riflessione profonda e intima – dicono i curatori – su temi come la luce, l’ambiente, la calma, i dubbi, le speranze, le sfide che il mondo contemporaneo offre al rapporto tra uomo e ambiente”.
E le parole –disordinate ma lucide – costruiscono, nelle quindici sale espositive e nei sei ettari di Parco all’inglese che circonda la settecentesca dimora, un dialogo immaginario con importanti opere d’arte e con oggetti, fotografie, acquerelli, progetti, memorabilia, oli dello stesso Pejrone e video installazioni. Così accanto al “Fango sulla carta” che “secca nell’erba che cresce, nell’acqua che scorre” di Richard Long e alla “peonia” di Andy Warhol o alla “Rosa per la democrazia” di Joseph Beuys troveranno spazio, con l’arrivo dell’autunno Giuseppe Penone (protagonista attualmente alla “Galleria degli Uffizi” di Firenze dell’importante progetto espositivo “Alberi”), Maria Lai di cui ricorrono i quarant’anni del progetto “Legarsi alla montagna”, i “Coriandoli” di Tano Festa (protagonista nel secondo Novecento della Scuola pop-romana), Evelina Alciati (prima donna a frequentare l’“Accademia Albertina” come allieva di Giacomo
Grosso), Piero Gilardi con il suo nuovo “Tappeto natura” in poliuretano espanso insieme ai “modelli pomologici” e ai disegni di Francesco Garnier Valletti provenienti dal “Museo della Frutta” e dall’“Accademia di Agricoltura” di Torino. In tutto sono oltre cinquanta gli artisti, tutti di gran blasone, rappresentati in mostra.
Da ricordare, fra gli altri Giorgio Griffa che, per questo evento, ha dedicato a una sala del Castello un’installazione inedita sul tema della conoscenza e della frammentarietà del sapere. L’esposizione è infine completata da un’installazione sonora, a cura del progetto artistico “Avant-dernière pensée”. La visita alla mostra permetterà anche di scoprire le suggestioni autunnali dell’antico “Orto” del Castello: 500 mq, a forma circolare, ripristinato dallo stesso Pejrone, in occasione della mostra e che nei prossimi mesi fornirà le verdure dell’autunno e dell’inverno, dai cavoli ai finocchi ai cavolfiori e a tant’altro ancora. Anima “rustica” dell’antica dimora, l’“Orto” ne completa l’originaria vocazione agricola, con stalla, fienile, forno, pollaio e lavatoio – visitabili quest’anno per la prima volta – sviluppandosi intorno all’asse centrale che attraversa il portale d’accesso all’antica cassina, l’aia e il Palazzo, fino alla torre rotonda. Visto dall’alto, è perfettamente inserito nel disegno del luogo.
Ma non è finita. L’autunno e l’inverno porteranno al “Castello di Miradolo”, sempre in connessione con la mostra di Pejrone, il progetto “La mostra racconta. Mezz’ora con…”, appuntamenti di approfondimento con esperti d’arte e musica, artisti e collezionisti. Si inizia sabato 25 settembre. Alle 11,30: “Mezz’ora con Margherita Oggero” che parlerà di “Mario Sturani: una personalità eclettica a Torino”. Sei gli incontri programmati, fino a sabato 11 dicembre.
Per info: tel. 0121/502761 o www.fondazionecosso.com
Gianni Milani
Nelle foto
– Paolo Pejrone
– Francesco Garnier Valletti: “Modelli pomologici”
– Piero Gilardi: “Zucchine”
– L’ “Orto” del Castello
Tutti i concerti saranno ad ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria. L’unico concerto a pagamento al Politecnico vedrà esibirsi il trombettista Markus Stockhausen accompagnato dal pianista Florian Weber. La versione autunnale del Festival prevede l’esibizione di numerosi musicisti tra cui: John Greaves con la cantante Annie Barbazza, il sassofonista Rick Margitza con la vocalist Lauren Henderson, Michael Rosen e Mike Cooper. Numerosi anche gli italiani tra cui: Tino Tracanna, Gabriele Mirabassi con Simone Zanchini. l’ex Area Ares Tavolazzi e i torinesi Marco Tardito, la band di Giancarlo Petrini, il sassofonista Emanuele Cisi. Molte le voci femminili: Lucia Minetti, Barbara Raimondi, Valentina Nicolotti. Elena Canone leggerà l’autobiografia di Billye Holiday.



Che prosegue: “Sarà faticoso riprendere l’abitudine al contatto dopo averlo così strettamente legato al contagio. Ma quando riusciremo a farlo, forse, ritroveremo il senso autentico di una prossimità necessaria, con la quale, all’inizio della nostra storia, imparammo a incontrarci, a trasmetterci emozioni, sentimenti e conoscenze”. “Prossimità”, dunque, quale soggetto e obiettivo, cui aiutarci a tendere, di “Art Site Fest”, spalmata, fino al 25 novembre, su ben tredici sedi: Parco delle Vallere (Moncalieri,), Castello di Govone (Govone), Chiesa dello Spirito Santo (Govone), Castello di Ussel (Châtillon), Castello Gamba (Châtillon), Archivio di Stato (Torino), Palazzo Madama di Torino, Palazzina di Caccia di Stupinigi (Nichelino), Castello di Masino (Caravino), Castello della Manta (Manta), Palazzo Madama (Torino), Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso (Buttigliera Alta), Area archeologica della “Nuvola Lavazza” (Torino) e “Heritage Lab” Italgas (Torino). Prossimo appuntameno, venerdì 24 settembre (dalle ore 17,30) alla “Palazzina di Caccia” di Stupinigi, che ospiterà “Neighbours”. Le sale e gli esterni della settecentesca residenza juvarriana vedranno convivere in un’originale “prossimità” di buon “vicinato” le opere site-specific di artisti parecchio distanti per concettualità e linguaggio espressivo fra loro: dal malaghiano Pablo Mesa Capella al più riflessivo Fabian Albertini, da Emilia Faro (con opere fortemente incentrate sulle tracce del vissuto umano) alle suggestioni scultoree dei torinesi Diego Dutto e Carlo D’Oria. Sabato 25 settembre, la rassegna si sposta nella Vallée. Il “Castello di Ussel”, a Chatillon (a partire dalle ore 17), si aprirà per la prima volta all’arte contemporanea con la mostra della giovane fotografa torinese Carola Allemandi, che esporrà per l’occasione i suoi più recenti lavori in bianco e nero ispirati, attraverso un singolare e nuovo punto di vista, alla montagna e alla sua natura. Non solo. Con inizio alle ore 18, sempre al “Castello di Ussel”, sarà di scena l’attore Toni Mazzara con il reading “Jan della balena”, l’incontro immaginario fra Albrecht Durer e un giovane aspirante pittore “in un racconto che tratta il tema della natura, della bellezza e della decadenza”. A chiudere il mese di settembre, domenica 26 (ore 17,30), al “Castello di Masino” a Caravino, sarà “Donne d’arte e di scienza”, reading dell’attrice moncalierese Sara D’Amato, che racconterà importanti figure di donne, fra l’arte e la scienza: spettacolo pensato in collaborazione con il FAI, Fondo Ambientale Italiano, in cui si compie “un viaggio nel tempo, dal tono leggero e divertente, in compagnia di donne che hanno rivoluzionato il mondo della matematica, della fisica, dell’astronomia, della filosofia, della pittura e della scultura”. E gli appuntamenti, nel solco di un’idea privilegiante le “diversità” dei temi e delle discipline, proseguiranno nei mesi di ottobre e novembre, secondo un’agenda consultabile su:
Una nuova opera dello scultore sardo Osvaldo Moi è stata inaugurata lo scorso sabato 18 settembre a Pianezza, nell’aiuola verde della rotonda tra Strada della Cortassa e viale Aldo Moro. L’installazione si intitola “La famiglia” ed è ispirata al concetto di nucleo familiare che torna a fruire, finalmente, dopo il lockdown, della natura.
Ispirata da questi pensieri ha preso le mosse questa mia nuova progettazione artistica, che è stata collocata nello spazio tra Strada della Cortassa e viale Aldo Moro. Si tratta di un progetto nato diverso tempo fa dalla proposta di realizzare una scultura in centro a Pianezza. A distanza di mesi questa idea si è convertita nella volontà di abbellire non più il centro cittadino, ma una più ampia rotonda. Mi hanno, così, proposto un’area verde con piante ecespugli, che per me avrebbe rappresentato lo spazio migliore per celebrare la famiglia e la sua guida, la Donna (con la D maiuscola)”.
L’uomo, in quanto figura maschile, non è assolutamente stato da me dimenticato, anzi colto all’interno delle sei figure oltre la rotonda, nell’atto di guardare la sua famiglia, la sua donna, il suo cane”.
