CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 492

Apeiron

La poesia di Alessia Savoini

APEIRON

Oscillo
tra i docili fianchi di questo sogno,
dopo aver strappato alla preghiera
la traccia inconsistente di questo corpo.

Volubile,
ho indugiato le cospirazioni della notte
nella fessura pigra della palpebra.

Come la schiusa di un guscio,
il giorno si rese parto, culla, occasione
ed il volo fu il desiderio incolmabile dell’ala.

Siamo generati dal nulla:
la parola mi salva dal buio.
Sconfino
nel graffio.

#noicisiamo. La fotografia come documentazione sociale

La nuova libreria Borgopo’ festeggia il primo compleanno con la mostra fotografica di Giuseppe Caldarella

Dal 31 ottobre al 20 novembre 2020 la Libreria Borgopo’, in via Luigi Ornato 10 a Torino, ospita la mostra fotografica #noicisiamo – La fotografia come documentazione sociale di Giuseppe Caldarella, a cura di Marco Gennaro: un’occasione per celebrare il primo compleanno della nuova gestione, che ha riportato a nuova vita la storica libreria della Gran Madre.

Fin dalla sua fondazione negli anni Novanta, la Libreria Borgopo’ è stata un vero e proprio salotto culturale, amata e frequentata da molti intellettuali torinesi come Nico Orengo e Carlo Fruttero. Dopo una lunga chiusura, nel 2019 è stata rilevata da Alberta Vovk, laureata in ingegneria gestionale, già consulente per diverse multinazionali in Italia e all’estero, che ha visto in questo progetto la possibilità di realizzare un sogno: unire la passione per i libri e la lettura con la voglia di fare impresa. Un sogno alimentato da una storia familiare legata strettamente al quartiere Borgo Po, dove sia i nonni che i bisnonni lavoravano come artigiani, e dalla frequentazione della libreria fin da bambina, quando l’acquisto di un libricino in compagnia del papà era un rito quasi settimanale.

Con il supporto della libreria Luxemburg, che ha accompagnato l’avvio della nuova attività, Libreria Borgopo’ è tornata quindi ad essere un punto di riferimento del quartiere e della città, diventando un vero e proprio salotto culturale dove fare cultura a 360 gradi. Il nuovo allestimento, progettato dall’architetto Marco Gennaro, dà spazio alla narrativa italiana e straniera, ai libri per bambini e ragazzi, ad arte, fotografia, design, giardinaggio, luxury books, senza dimenticare un’area dedicata a Torino, e le sezioni dedicate ai Tarocchi e ai temi della spiritualità. Inoltre, la libreria e il suo suggestivo giardino hanno già ospitato, in un solo anno di esercizio, numerose presentazioni, incontri, mostre, talk e laboratori, con la partecipazione di intellettuali, studiosi e scrittori come Bruno Segre, Mario Vattani, Fabiola Palmieri, Alessandro Avataneo e molti altri. Gli eventi, attualmente sospesi in ottemperanza alle disposizioni vigenti, riprenderanno appena possibile con un ricco calendario di presentazioni di narrativa, saggistica e spiritualità.

A confermare la vocazione di salotto culturale una serie di mostre d’arte curate dall’architetto Marco Gennaro, che attraversano le discipline della pittura, del disegno, della scultura e della fotografia. Dal 31 ottobre al 20 novembre, la libreria ospita la mostra fotografica #noicisiamo – La fotografia come documentazione sociale di Giuseppe Caldarella. Siciliano, classe 1976, il fotografo ritrova i suoi riferimenti estetici nell’opera di Franco Fontana, Robert Mapplethorpe e Guido Harari. Gli scatti in mostra nascono da un lavoro di indagine sul mondo del commercio e dell’artigianato, alla ricerca di quelle storie e quelle relazioni umane che animano «un mondo lontano dai grandi centri commerciali e intimamente connesso al tessuto umano che popola quelle isole urbane chiamate quartieri».

In un momento storico come quello che stiamo vivendo, segnato da una profonda crisi economica e minacciato dallo sfilacciamento dei rapporti umani, #noicisiamo nasce per promuovere le attività commerciali che animano i diversi quartieri della città di Torino: un modo, per tenere i fili legati, attraverso foto di persone, di volti umani, di interni, di progetti di vita. Un documentario che guarda verso il mattino.

Scrive Caldarella: «Le città si aprono. Si aprono le finestre dei palazzi, le porte delle case, le serrande delle botteghe, i banchi del mercato, i cancelli delle scuole, gli sportelli degli uffici. Conchiglie che la notte deposita sulla spiaggia, e che la luce del nuovo giorno fa schiudere. Tantissime storie, che attendono il mattino per riprendere il loro filo.

Come se la notte fosse una pausa sullo spartito, un attimo di silenzio che tutti i musicisti devono rispettare, prima di riprendere il dialogo orchestrale. In questo rituale che è l’apertura, rituale antico come le nostre città, come la nostra civiltà, come i luoghi del Mito, io ho cercato di essere un viandante, un narratore, un occhio attento e discreto, curioso e appassionato. Ho allora cercato le serrande. Quelle membrane di ferro, o di lamiera, che scorrono su un varco aperto al pubblico. Ho cercato chi apre quelle serrande. Ho cercato le mani che tirano su quelle serrande ogni mattino. Ho cercato gli occhi e la bocca di chi appende la propria vita a quella soglia, sperando che la gente arrivi, che la gente compri, che la gente ritorni. E intanto, si creano amicizie e legami di fiducia, si raccontano cose e si tramandano economie umane che sono fatte di gesti, di abitudini, di desideri, di fatica quotidiana e di quotidiana bellezza.»

Uomini d’arme e di lettere nelle opere esposte al MAO di Torino

“Samurai, poeti e uomini d’ingegno”    Fino al 21 febbraio 2021

Cambia look la “Galleria Giappone” del MAO – Museo d’Arte Orientale di Torino. E lo fa, mandando a riposo, per alcuni mesi e per ragioni di tutela e conservazione, i delicatissimi “kakemono” e gli “ukiyo-e” (stampe su carta periodicamente sostituite con altre opere delle collezioni) offrendo così ai visitatori la possibilità di ammirare esposizioni costantemente rinnovate.

Fino al prossimo 21 febbraio, dunque, il Museo di via del Carmine proporrà un’interessante rassegna – “Samurai, poeti e uomini d’ingegno” – dedicata alla figura maschile in Giappone, quale emerge dai dipinti del “periodo Edo”, ovvero di quella fase della storia nipponica (1603 – 1868) in cui la famiglia Tokugawa detenne, attraverso il “bakufu” (letteralmente il “governo della tenda”, titolo ereditario conferito ai dittatori militari) il massimo potere politico e militare nel Paese.

 

Da un lato, ci si potrà quindi confrontare in mostra con l’ideale marziale dei “Bushi” o “Samurai” (nome con il quale si riconoscevano i membri della casta militare del Giappone feudale, il cui declino coincise proprio con il “periodo Edo” per arrivare al definitivo accantonamento durante il “Rinnovamento Meiji” nel XIX secolo, in favore di un esercito regolare di stampo europeo) e dall’altro, con l’ideale dell’ “uomo di lettere” che si ispira più o meno direttamente alle figure di poeti famosi e uomini d’ingegno dell tradizione cinese.

Al primo gruppo appartengono un dittico di Kanō Chikanobu (1660-1728), che raffigura due samurai a cavallo, e un ramo di ciliegio fiorito di Kawamura Bunpō (1779-1821). Le due opere si ispirano all’antico detto “Tra i fiori, il ciliegio. Tra gli uomini il samurai” facente riferimento alla bellezza e alla caducità della vita terrena: così come il ciliegio fiorisce e sfiorisce in brevissimo tempo, la vita del guerriero può rivelarsi intensa ma fugace.

Allo stesso tempo, una metafora della ferocia e della spietatezza del guerriero giapponese trova il suo compimento in uccelli rapaci come il falco o l’aquila di mare, oggetto quest’ultima di un potente dipinto di Yanagisawa Kien (1704-1758).

Sul versante dell’uomo intellettuale si presentano invece un dipinto di letterati abbigliati alla maniera cinese firmato da Kishi Ganku (1749 o 1756-1838) e un dittico raffigurante “Li Bai” e “Su Shi”, considerati in Giappone come i poeti più rappresentativi nella storia della Cina, appartenenti rispettivamente ai “Periodi Tang” (618-907) e “Song” (960-1279).

Contestualmente alla rotazione dei dipinti, nella sala principale al secondo piano, si può ammirare anche un altro ideale di personaggio maschile, risalente addietro nel tempo addirittura al “Periodo Heian” (794-1185), che si materializza nella prima metà della serie “Murasaki Shikibu Genji Karuta” (“Le carte di Genji di Murasaki Shikibu”), parodia ottocentesca del famoso romanzo “Genji Monogatari” risalente all’XI secolo, che narra la storia del “Principe Splendente” Genji: una sorta di Don Giovanni o Casanova giapponese ante litteram.

g. m.

“Samurai, poeti e uomini d’ingegno”
MAO-Museo d’Arte Orientale, via San Domenico 11, Torino; tel. 011/4436919 o www.maotorino.it
Fino al 21 febbraio
Orario: giov. e ven. 12/19, sab. e dom. 10/19

 

 

Nelle foto
– Utagawa Kunisada: parte del trittico “Tre personaggi in giardino”, stampa, metà XIX secolo
– Kano Chikanobu: “Samurai a cavallo”, dipinto, fine XVII secolo
– Yanagisawa Kien: “Aquila di mare su scoglio con onde”, dipinto, metà XVIII secolo
– Kawamura Bunpo: “Albero di ciliegio fiorito”, dipinto, inizio XIX secolo

Luci d’Artista illumina il centro e le circoscrizioni

Dal 30 ottobre al 10 gennaio 2021 torna Luci d’Artista giunto alla XXIII edizione.

La rassegna – progetto della Città di Torino realizzato da IREN Smart Solutions e Fondazione Teatro Regio Torino, con il sostegno di IREN S.p.A, Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT – è nata nel 1998 come esposizione di installazioni d’arte contemporanea realizzate con la luce en plein air nello spazio urbano e, dal 2018, si è arricchita di un percorso educativo-culturale che favorisce l’incontro tra il pubblico e le opere. 

Ogni anno le Luci sono collocate in luoghi significativi del territorio urbano con l’obiettivo di valorizzarle e creare attesa e curiosità. La loro facile accessibilità e fruizione unita al miglioramento qualitativo che apportano al paesaggio urbano, ha reso la mostra a cielo aperto un evento culturale simbolo della città apprezzato in Italia e all’estero.

In questa edizione si potranno ammirare 26 opere (tra allestimenti temporanei e permanenti) di cui 14 nel Centro città e 12 nelle altre Circoscrizioni.

“Luci d’Artista è da tempo una delle iniziative più amate dai torinesi e, per la quale, ogni anno numerosi turisti giungono in città per farsi incantare – dichiarano la Sindaca Chiara Appendino e l’Assessora alla Cultura Francesca Leon -. La rassegna festeggia quest’anno il suo ventitreesimo compleanno e si arricchisce di opere, collaborazioni e nuovi progetti. Avvicinare le persone all’arte contemporanea è uno degli impegni che abbiamo voluto assumere e realizzare attraverso gli ‘Incontri Illuminanti con l’Arte Contemporanea’. Un programma di azioni che, per il terzo anno consecutivo, ci consente di accompagnare, coinvolgendoli attivamente, cittadini di ogni età alla scoperta delle opere, con la collaborazione di esperti dei musei, fondazioni d’arte e la partecipazione di scuole e associazioni dei territori in cui trovano collocazione le installazioni. Quest’anno il programma pubblico coinvolgerà la Circoscrizione 3 con l’opera ‘My Noon’ di Tobias Rehberger in Borgata Lesna, la 5 con un intervento di recupero e valorizzazione storico-artistica del monumento ‘1706’ di Luigi Nervo, la 8 che vedrà protagonista l’ospedale Regina Margherita grazie alla collocazione di ‘Concerto di parole’ di Mario Molinari nel piazzale antistante. In questi luoghi saranno realizzati percorsi di animazione collegati alle installazioni presenti. Siamo felici – concludono Appendino e Leon – di aver raggiunto un grande risultato avendo utilizzato le Luci d’Artista per dare visibilità insieme al centro ad altre zone della nostra città, cercando di coinvolgere le persone che in quei luoghi vivono per renderle protagoniste di un evento innovativo”.

L’esposizione, oltre a proporre uno speciale percorso che permetterà al pubblico di cogliere le diverse visioni poetiche espresse dalle opere realizzate da artisti accomunati dall’attrazione per la lucequest’anno si arricchirà di importanti novità:

la nuova collocazione temporanea di ‘Concerto di parole’ di Mario Molinari – per la quale è stato realizzato il rifacimento di alcuni moduli – che verrà allestita in prossimità dell’Ospedale Regina Margherita (piazza Polonia, all’altezza dell’uscita del sottopasso di corso Spezia, nella Circoscrizione 8); ‘Illuminated Benches’ di Jeppe Hein in piazza Risorgimento (Circoscrizione 4), sarà resa permanente in via sperimentale così come ‘Il  Regno dei fiori: nido cosmico di tutte le anime’ di Nicola De Maria in piazza Carlo Emanuele II (piazza Carlina, Circoscrizione 1) il cui allestimento in questa edizione sarà arricchito dopo l’integrazione dell’illuminazione pubblica della piazza stessa; l’opera ‘Amare le differenze’ di Michelangelo Pistoletto in piazza della Repubblica (Circoscrizione 7) è stata restaurata; ‘My Noon’ di Tobias Rehberger sarà allestita per la prima volta in Borgata Lesna (Circoscrizione 3) nel cortile dell’Istituto Comprensivo King-Mila (via Germonio 12); l’opera Ancora una volta di Valerio Berruti verrà installata in via Monferrato (in prossimità della Gran Madre, Circoscrizione 8) con l’obiettivo di sostenere lo sviluppo del Borgo Po contribuendo al rilancio delle attività commerciali della zona; una nuova illuminazione artistica valorizzerà il Monumento 1706 di Luigi Nervo (Circoscrizione 5).

 

LUCI D’ARTISTA NEL CENTRO CITTÀ

‘Cosmometrie’ di Mario Airò in piazza Carignano, schemi simbolici e geometrici proiettati sulla pavimentazione urbana; ‘Tappeto Volante’ di Daniel Buren in piazza Palazzo di Città, centinaia di cavi d’acciaio paralleli reggono una ‘scacchiera’ di lanterne cubiche basata su colori primari, il bianco il rosso e il blu (gli stessi della bandiera francese);‘Regno dei fiori: nido cosmico di tutte le anime’ di Nicola De Maria in piazza Carlina, lampioni tramutati in fiori luminosi; ‘Giardino Barocco Verticale’ di Richi Ferrero in via Alfieri 6 (Palazzo Valperga Galleani), leggere emissioni luminose che restituiscono alla memoria il segno caratteristico delle aree comuni di un giardino ormai scomparso; ‘L’energia che unisce si espande nel blu’ di Marco Gastini nella Galleria Umberto I (opera permanente), un intrigo di simboli e segni grafici di colore blu e rosso che si incontrano sul soffitto della galleria; ‘Planetario’ di Carmelo Giammello in via Roma, globi illuminati di varie dimensioni collegati da sottili tubi al neon e circondati da un pulviscolo di piccole luci; ‘Migrazioni (Climate Change)’ di Piero Gilardi nella Galleria San Federico, 12 sagome di pellicani applicate a una rete sospesa verticalmente che si illuminano e si spengono gradualmente, seguendo un algoritmo di controllo; ‘Cultura=Capitale’ di Alfredo Jaar in piazza Carlo Alberto (opera permanente), un’equazione luminosa cultura=capitale che è un invito a pensare alla creatività e al sapere condivisi da tutti i cittadini come al vero patrimonio di un Paese; ‘Doppio passaggio (Torino)’ di Josep Kosuth sul ponte Vittorio Emanuele I (opera permanente), due brani tratti dai testi di Friedrich Nietzsche e Italo Calvino; ‘Luì e l’arte di andare nel bosco’ di Luigi Mainolfi in via Carlo Alberto, la narrazione di una fiaba che si estende come una sequenza di frasi luminose; ‘Il volo dei numeri’ di Mario Merz sulla Mole Antonelliana (opera permanente), sulla cupola il segnale luminoso è dato dal valore simbolico della sequenza della serie di Fibonacci dove ogni numero è la somma dei due precedenti; ‘Vento Solare’ di Luigi Nervo in piazzetta Mollino, una grande sagoma luminosa legata alla cosmologia fantastica; ‘Palomar’ di Giulio Paolini in via Po, un antico atlante astronomico costellato da pianeti inscritti in forme geometriche che culmina nella profilo di un acrobata in equilibrio su un cerchio e, infine, le figure rosse dell’installazione ‘Noi’ di Luigi Stoisa si intrecciano in via Garibaldi.

 

LE LUCI D’ARTISTA NELLE ALTRE CIRCOSCRIZIONI

Piazza Livio Bianco (Circoscrizione 2) ospita ‘Ice Cream Light’ della berlinese di adozione Vanessa Safavi. Nell’area pedonale di via Di Nanni (Circoscrizione 3) si può apprezzare ‘Volo su…’ di Francesco Casorati, un filo rosso in flex-neon sostenuto da sagome geometriche di uccelli fiabeschi; mentre nella Borgata Lesna (della stessa Circoscrizione 3) quest’anno è visibile anche ‘My noon’ del tedesco Tobias Rehberger, il grande orologio luminoso che scandisce le ore in formato binario, posizionato nel cortile dell’Istituto Comprensivo King-Milain via Germonio 12.

Le panchine ‘Illuminated Benches’ di Jeppe Hein sono in piazza Risorgimento (Circoscrizione 4) e ‘L’amore non fa rumore’ di Luca Pannoli in piazza Eugenio Montale (Circoscrizione 5).

Le ‘Vele di Natale’ di Vasco Are aleggiano in piazza Foroni, zona mercato rionale (Circoscrizione 6) e nella vivace piazza della Repubblica (Circoscrizione 7) si riaccende ‘Amare le differenze’ di Michelangelo Pistoletto. Fanno parte invece della Circoscrizione 8,due opere permanenti, ‘Luce Fontana Ruota’ di Gilberto Zorio, una stella rotante che evoca un mulino è nuovamente visibile all’entrata sud della città, nel laghetto di Italia ’61 (corso Unità d’Italia) e, ‘Piccoli Spiriti Blu’ di Rebecca Horn, risplende ancora al Monte dei Cappuccini; e due opere temporanee ‘Concerto di Parole’ di Mario Molinari – di cui è stato realizzato il rifacimento – collocata in prossimità dell’Ospedale Regina Margherita (piazza Polonia, all’altezza dell’uscita del sottopasso di corso Spezia) e ‘Ancora una volta’ realizzata con materiali ecosostenibili e fonti luminose a basso consumo energetico dall’artista piemontese Valerio Berruti che fluttua nell’area pedonale di via Monferrato (lato Gran Madre). Le ‘Palle di Neve’ di Enrica Borghi torneranno nella XXIV edizione.

ALTRE LUCI

L’ALBERO DEL PAV di Piero Gilardi

Parco Arte Vivente, via Giordano Bruno 31

In tutte le culture umane, nello spazio e nel tempo, la figura dell’albero rappresenta un tramite simbolico tra la terra e il cielo. Oggi, più laicamente, l’albero e le foreste sono viste come lo snodo cruciale della vita dei sistemi ecologici, del continuo scambio vitale tra la terra e la generativa energia del sole.

 

α-CROMACTIVE di Migliore+Servetto Architects

Grattacielo Intesa Sanpaolo, corso Inghilterra 3

L’installazione luminosa site specific, realizzata da Migliore+Servetto Architects per il grattacielo Intesa Sanpaolo, è un’opera dinamica, un’onda di colore sensibile ai mutamenti della luce. Come frame in stop motion, una sequenza di scaglie luminose genera un organismo pulsante, perfettamente inserito nella natura della serra bioclimatica, un vortice iridescente che respira e vibra in sintonia col vento e con l’ambiente che la accoglie, plasmandosi alla luce naturale e trasformandosi nel buio.

 

SINTESI 59 di Armando Testa

piazza XVIII dicembre (Stazione di Porta Susa)

Sintesi ’59, una sfera e una mezza sfera di acciaio nero, di circa 5 metri di altezza, ricorda a Torino Armando Testa che è stato uno dei più grandi creativi italiani, protagonista della cultura visiva contemporanea e creatore di simboli entrati a far parte del nostro immaginario collettivo. L’artista ha esplorato molteplici linguaggi riuscendo a creare capolavori senza tempo, la cui modernità è oggi fonte di ispirazione per gli artisti contemporanei. SINTESI ’59 è il raggiungimento perfetto della scultura minimalista nata alla fine degli anni Cinquanta.

Progetto di illuminazione a cura di IREN.

 

LUCE IN CATTEDRA/POLITO IN LIGHT – team studentesco

Castello del Valentino, Corte d’Onore, viale Pier Andrea Mattioli 39

Un esempio originale di come coniugare la tecnologia con l’espressione artistica per focalizzare l’attenzione sul tema dell’uso della luce nel contesto urbano. Progettata con il LAMSA – Laboratorio di Analisi e Modellazione dei Sistemi Ambientali del Politecnico di Torino. Infolamsa@polito.it; pagina Facebook politoinlight; www.lamsa.polito.it

 

MONUMENTO ‘1706’ DI LUIGI NERVO – nuovo allestimento luminoso

Incrocio tra le vie Pianezza e Foglizzo

L’opera inaugurata nel 2006, in occasione della celebrazione del tricentenario dell’assedio francese di Torino, è definita dall’artista: “un vibrare di forme che si manifesta come materia in formazione, che scaturisce e germoglia dalle crepe della terra, diventa prima numero e poi cifra-simbolo capace di evocare e raccontare, nella sequenza: materia-cifra-storia” quest’anno avrà un nuovo allestimento luminoso.

COSÌ MI PARVE DA LUCE RIFRATTA – Installazione luminosa

Fabbrica delle E – Corso Trapani 91 – A cura del Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea con il Gruppo Abele Onlus – Accensione prevista dal 3 dicembre 2020

‘Così mi parve da luce rifratta, come quando da l’acqua o da lo specchio salta lo raggio a l’opposta parte” (Dante – Purgatorio, XV, 16-24).

L’installazione luminosa ispirata al tema dell’albero è realizzata in materiale riflettente e riciclato: un fantasmagorico albero rappresentativo sia della complessità sia della capacità di considerare l’arte e la creatività come strumenti utili alla promozione del benessere per tutti.

 

L’ALBERO ORIZZONTALE DI PIAZZA MONTALE

Dicembre 2020 – gennaio 2021

Un progetto partecipato realizzato dal Tavolo Vallette in collaborazione con la Casa di Quartiere e le Officine Caos della Circoscrizione 5 e IREN S.p.A.

 

IL PRESEPIO di Emanuele Luzzati

Parco del Valentino, Borgo Medievale

Dall’8 dicembre al 10 gennaio 2021

Il simbolo della tradizione natalizia cristiana, rappresentato dai personaggi creati dal celebre illustratore e scenografo Emanuele Luzzati, ritorna nella piazza del Melograno del Borgo Medioevale.

 

COLLABORAZIONI

LUCI D’ARTISTA / SUONI D’ARTISTA / C0C (CZEROC)

C0C (CZEROC), progetto di C2C – Club To Club Festival – a Torino dal 5 all’8 novembre 2020 – in sinergia con Luci d’Artista. Si tratta di un programma speciale diffuso nel quartiere di Porta Palazzo: quattro totem posizionati nell’area di piazza della Repubblica restituiranno, tramite la scansione di un QR code, l’ascolto di una sonorizzazione ispirata alla piazza e ai suoi movimenti. Le installazioni sonore dialogheranno con le opere luminose collocate nel quartiere di Porta Palazzo – ‘L’energia che unisce si espande nel blu’ di Marco Gastini e ‘Amare le differenze’ di Michelangelo Pistoletto – in un itinerario visivo e acustico che da un totem all’altro offrirà la completa fruizione della composizione musicale.

PROGETTI EUROPEI: ‘LIGHT ART IN PUBLIC SPACES / LAIPS’

La Città di Torino attraverso l’esperienza di Luci d’Artista continua a essere membro attivo della rete L.U.C.I. (Lighting Urban Community International) di cui nel 2002 è stata socio fondatore. L’Unione Europea (nell’ambito dell’European Cooperation Projects 2020 – Call for Proposals EACEA 32/2019) ha ammesso a finanziamento il progetto LAIPS – Light Art in Public Spaces, i cui partner sono la rete L.U.C.I. (capofila) e le città di TorinoOulu (FI) e Lyon (F).

Sono in via di realizzazione le attività formali e organizzative necessarie per l’avvio del progetto che mira a rafforzare le capacità delle città europee nel campo delle installazioni permanenti di arte luminosa negli spazi pubblici attraverso: lo scambio delle migliori pratiche, la promozione della cooperazione transnazionale tra le diverse realtà urbane coinvolte e l’utilizzo di strumenti digitali innovativi.

Ciò avverrà attraverso la creazione della nuova app Light & Art per smartphone.

Il progetto europeo si concluderà con 1) una conferenza finale sul tema Light & Art – in programma a Torino nel settembre 2023 – a cui parteciperanno esperti internazionali; 2) la realizzazione di workshop; 3) il lancio ufficiale dell’app.

 

COLLABORAZIONE CON PROGETTO ‘TONITE’

La Città di Torino è capofila – insieme a ExperientiaEspereal TechnologiesSocialFareFondazione Torino WirelessEngineering Ingegneria informaticaANCIEFUS – del Progetto Europeo ToNite.

Finanziato dal Programma Europeo Urban Innovative Actions, ToNite ha l’obiettivo di migliorare la vivibilità delle aree urbane lungo il fiume Dora nelle ore serali attraverso la riqualificazione di spazi pubblici e l’attivazione di percorsi di inclusione sociale. Alcuni degli interventi realizzati attraverso ToNite si collegheranno al progetto Luci d’Artista e al suo public program.

PUBLIC PROGRAM DI LUCI D’ARTISTA

Dal 2018 la Città di Torino, attraverso il progetto Incontri Illuminanti con l’Arte Contemporanea, ha avviato un ‘public program’ di Luci d’Artista per collegare le opere luminose e le poetiche dei loro autori con un programma di iniziative connesse alla presenza delle installazioni nei diversi contesti urbani. Le ‘Luci’ allestite nello spazio pubblico sono facilmente accessibili e costituiscono un’ottima opportunità per avvicinare i cittadini ai contenuti e ai linguaggi dell’arte contemporanea.

La difficile situazione determinata dall’emergenza COVID-19 ha portato a ridefinire e ampliare il progetto Incontri Illuminanti con l’Arte Contemporanea, giunto alla terza edizione. Sono cresciuti il numero degli autori, le aree di intervento e l’arco temporale delle attività di formazione e di laboratorio (da novembre 2020 ad aprile 2021). Uno degli obiettivi del Progetto di quest’anno è mettere in connessione le opere nello spazio pubblico con la loro fruibilità nello spazio virtuale (digitale) per creare un momento di grande partecipazione collettiva, sia nella dimensione locale, sia in quella globale (virtuale). Inoltre, in base all’evoluzione della situazione epidemiologica COVID-19, si esploreranno e applicheranno tutte le opportunità offerte dagli strumenti e i linguaggi del digitale.

Il Progetto di quest’anno – che ha come titolo ‘Nuovi Equilibri’ – è promosso dalla Città di Torino in cooperazione con la Fondazione Teatro Regio Torino ed è realizzato in collaborazione con il Dipartimento Educazione della GAM, le Attività Educative e Formative del PAV Parco Arte Vivente (Centro sperimentale d’arte contemporanea), il Dipartimento Educazione della Fondazione Merz e quello di Educazione del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea.

 

CERIMONIA DI INAUGURAZIONE

L’inaugurazione di Luci d’Artista 2020 si terrà venerdì 30 ottobre e si svolgerà in live streaming. La videoconferenza – in diretta dal Foyer del Toro del Teatro Regio di Torino – sarà realizzata a cura del consorzio TOP-IX (TOrino Piemonte Internet eXchange) nel pieno rispetto delle ultime disposizioni collegate all’emergenza COVID-19.

La cerimonia sarà visibile in diretta dalle ore 17.30 sulla piattaforma online https://streamyard.com/9zxf8wrhip oppure sui siti www.contemporarytorinopiemonte.itwww.comune.torino.it e sui canali social Facebook e You Tube di Luci d’Artista e di Contemporary Art. L’inaugurazione online si aprirà con l’intervento dei rappresentanti delle istituzioni, dei partner e degli sponsor.

Dalle ore 18 si effettueranno (in esterno, tramite un sistema di videoconferenza) brevi collegamenti in diretta con i rappresentanti istituzionali delle Circoscrizioni, degli Enti e delle realtà scolastiche e associative coinvolte nell’attività di animazione e nei percorsi degli Incontri Illuminanti con l’Arte Contemporanea inseriti nel Public Program di quest’anno.

Sono previsti collegamenti con i rappresentanti:

–          della Circoscrizione 2, degli insegnanti della Vidari, della parrocchia Redentore e di vari componenti del Tavolo Tecnico Case Popolari, che interverranno da piazza Livio Bianco per la festa di comunità da loro organizzata in occasione dell’accensione dell’opera Ice Cream Light di Vanessa SAFAVI;

–          della Circoscrizione 3 che parleranno dal cortile dell’Istituto Comprensivo King-Mila in via Germonio 12, con la presenza della Fondazione Merz che per l’accensione dell’opera My noon di Tobias REHBERGER collocata nel cortile dell’Istituto stesso.

–          della Circoscrizione 5, del Centro di Documentazione Storica (CDS), del CADD di via Pianezza 132 (Centro diurno per persone con disabilità della Città di Torino) e della GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea sull’opera di Luigi NERVO al Centro Culturale Principessa Isabella per l’accensione della nuova illuminazione artistica del Monumento del 1706 (opera dell’autore stesso) collocato in via Foglizzo/via Pianezza;

–          della Circoscrizione 8, della Città della Salute e della Scienza di Torino, del Presidio Ospedaliero Regina Margherita, della FORMA – Fondazione dell’Ospedale Infantile Regina Margherita Onlus, dell’Associazione Linea d’Acqua, della famiglia Molinari e del PAV – Parco Arte Vivente dedicata all’opera di Mario MOLINARI che saranno presenti all’Ospedale Regina Margherita per l’accensione dell’opera Concerto di Parole.

Gli interventi in videoconferenza si alterneranno con filmati originali – relativi ad alcune opere presenti nella XXIII edizione – realizzati dal consorzio TOP-IX (TOrino Piemonte Internet eXchange) con la regia di Max Chicco e con un contributo video a cura della Rete Internazionale L.U.C.I. (Lighting Urban Community International).

 

LUCI D’ARTISTA CITY TOUR

Visita Torino in una luce straordinaria con un tour della città davvero speciale.

Durante un emozionante tour di un’ora con il bus panoramico City Sightseeing® Torino (quest’anno sponsor della manifestazione) accompagnato da una guida turistica, si potranno ammirare (nel rispetto delle norme legate all’emergenza COVID-19) le installazioni più celebri della XXIII edizione di Luci d’Artista. Ogni sabato e domenica dal 28 novembre 2020 al 3 gennaio 2021 (inclusi il 7, 8 e 25 dicembre 2020 e l’1 e 6 gennaio 2021) si effettuerà il tour a bordo di un autobus panoramico con guida turistica (in lingua italiana, inglese e francese). Partenza alle ore 17.30 (piazza Castello/via Po) e nelle giornate del 5, 6, 7, 19, 25, 26 dicembre, 1, 2 gennaio anche alle ore 19.00.  Tariffa intero: € 16,00 – Tariffa ridotto (5-15 anni): € 8,00 – Bambini under 5: free

SPECIALE NOLEGGIO: è prevista anche la possibilità di organizzare tour privati per gruppi.  Info e prenotazioniwww.city-sightseeing.it/it/torino – infotorino@city-sightseeing.it – Tel: +39 011 19464500

ELENCO LUCI D’ARTISTA

 

CENTRO CITTÀ

  1. Cosmometrie – Mario AIRÒ – piazza Carignano
  2. Tappeto Volante – Daniel BUREN – piazza Palazzo di Città
  3. Regno dei fiori: nido cosmico di tutte le anime – Nicola DE MARIA – piazza Carlina – Opera permanente in via sperimentale
  4. Giardino Barocco Verticale – Richi FERRERO – via Alfieri 6 – Palazzo Valperga Galleani – Opera privata permanente
  5. L’energia che unisce si espande nel blu – Marco GASTINI – Galleria Umberto I – Opera permanente
  6. Planetario – Carmelo GIAMMELLO – via Roma
  7. Migrazioni (Climate Change) – Piero GILARDI  Galleria San Federico
  8. Cultura=Capitale – Alfredo JAAR – piazza Carlo Alberto – Opera permanente
  9. Doppio passaggio (Torino) – Joseph KOSUTH – ponte Vittorio Emanuele I -Opera permanente
  10.  Luì e l’arte di andare nel bosco – Luigi MAINOLFI – via Carlo Alberto
  11.  Il volo dei numeri – Mario MERZ – Mole Antonelliana – Opera permanente
  12.  Vento Solare – Luigi NERVO – piazzetta Mollino
  13.  Palomar – Giulio PAOLINI – via Po
  14.  Noi – Luigi STOISA – via Garibaldi

 

CIRCOSCRIZIONI: DALLA 2 ALLA 8

  1. Ice Cream Light – Vanessa SAFAVI – piazza Livio Bianco(Circoscrizione 2)
  2. Volo su… – Francesco CASORATI – area pedonale di via Di Nanni (Circoscrizione 3)
  3. My noon – Tobias REHBERGER – nuova collocazione – Borgata Lesna – cortile dell’Istituto Comprensivo King-Mila, via Germonio 12 (Circoscrizione 3)
  4. Illuminated Benches –  Jeppe HEIN  piazza Risorgimento  Opera permanente in via sperimentale (Circoscrizione 4)
  5. L’amore non fa rumore – Luca PANNOLI – piazza Eugenio Montale (Circoscrizione 5)
  6. Vele di Natale – Vasco ARE – piazza Foroni, zona mercato rionale (Circoscrizione 6)
  7. Amare le differenze – Michelangelo PISTOLETTO – piazza della Repubblica – Opera permanente (Circoscrizione 7)
  8. Piccoli spiriti blu – Rebecca HORN – Monte dei Cappuccini – Opera permanente (Circoscrizione 8)
  9. Ancora una volta – Valerio BERRUTI – via Monferrato (Circoscrizione 8)
  10. Concerto di Parole – Mario MOLINARI – nuovo allestimento – in prossimità dell’Ospedale Regina Margherita – piazza Polonia, all’altezza dell’uscita del sottopasso di corso Spezia (Circoscrizione 8)
  11. Luce Fontana Ruota – Gilberto ZORIO – Laghetto Italia ’61 – Opera permanente (Circoscrizione 8)
  12. L’albero del PAV – Piero GILARDI – Via Giordano Bruno, 31 (Circoscrizione 8)

 

Sito: http://www.contemporarytorinopiemonte.it

(foto Fabio Darò)

Scrittorincittà torna a Cuneo (ma solo online)

Cuneo, 11 – 15 novembre / Scrittorincittà torna a Cuneo da mercoledì 11 a domenica 15 novembre 2020 per la sua XXII edizione. Il filo conduttore di quest’anno, intorno al quale autori italiani e stranieri saranno come sempre chiamati a esprimersi, riflettere, confrontarsi, è Prossimo, tema scelto in tempi non sospetti e che gli ultimi mesi hanno infuso di nuovi significati e accezioni.

 

Programmando scrittorincittà 2020, all’insegna del tema “Prossimo”, l’organizzazione aveva immaginato un’edizione ibrida, con incontri in presenza e online, come sempre per tutte le fasce d’età, mantenendo al centro il cuore della manifestazione: far incontrare autori, libri e lettori. Nonostante la grandissima disponibilità da parte di scrittori, artisti ed editori nei confronti delle soluzioni di volta in volta proposte per adattare il programma in base alle disposizioni nazionali e regionali che si sono susseguite, la curva dei contagi ha costretto a ripensare ancora una volta l’edizione di quest’anno, che si svolgerà interamente online.

 

Il festival è un’iniziativa del Comune di Cuneo, in collaborazione con la Provincia di Cuneo e la Regione Piemonte ed è organizzato dall’Assessorato per la Cultura del Comune di Cuneo e dalla Biblioteca Civica. L’iniziativa è sostenuta da Fondazione CRC, Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT (main partner), da Open Baladin, UBI Banca, We Cuneo, Confcommercio (sponsor), da Baladin, CIA Cuneo, Cuneo Rent, Informatica System, Castelmar, Farmacie Comunali, Coldiretti Cuneo (sponsor tecnici), con la collaborazione di ABL-Associazione Amici delle Biblioteche e della Lettura, PromoCuneo, Associazione Librai Cuneo, ATL Cuneo, e il patrocinio della Rappresentanza a Milano della Commissione Europea.

Il programma è a cura di Stefania Chiavero, Paolo Collo, Matteo Corradini, Raffaele Riba, Andrea Valente.

 

 

Il tema dell’edizione 2020: Prossimo

Prossimo non significa vicino, ma molto vicino. È un superlativo. Prossimo significa così vicino da non poterlo evitare. Il prossimo è l’inevitabile, ciò che arriva, ciò che ti trovi addosso, anche quando non lo pensi, anche quando non lo vuoi.

È una vicinanza nello spazio. Ma è anche una vicinanza nel tempo: il prossimo minuto, il prossimo mese, il prossimo anno. È qualcosa che sta per accadere, inevitabilmente: l’estate sta arrivando, è ormai prossima, la prossima guarigione del malato. Tutti desideriamo essere prossimi alla felicità: anzi, la felicità spesso sta già in quel desiderio che ti fa sentire vicinissimo, sul punto di essere felice. Prossimo non è chiusura ma simbolo di apertura.

Prossimo è una persona, e non è solo un parente prossimo. È chi incontri. È chi sta sulla tua strada. È quella fetta di mondo che entra nella tua vita. In questa, non nella prossima. È il tuo prossimo. Che non scende alla prossima fermata ma resta accanto a te. E nemmeno tu scendi.

“Tolta una percentuale davvero irrilevante, l’intero universo è fatto da altri”, diceva Woody Allen.

Protagonisti del festival sono i prossimi scrittori in letteratura, gli autori e le autrici che raccontano questa prossimità di rapporti, indagano la relazione, il sentimento, l’intimità quando viene svelata a un’altra persona. Il futuro sognato, pensato, realizzato, studiato.

Racconteremo la responsabilità di chi fa solidarietà, la responsabilità civile di costruire un pianeta per il prossimo tuo, e anche per la prossima generazione. La politica, l’economia, l’agricoltura, la ricerca scientifica… nell’ottica di una prossimità realizzabile e in molti casi già realizzata. Un “vicinato” globale.

Con bambini e ragazzi cercheremo di capire cosa significa sbilanciarsi sugli altri, su individui o mondi diversi. Quale sarà il prossimo? Il prossimo presuppone un passo in avanti, uno spostamento, un occhio rivolto al prossimo futuro. Le prossime storie, le prossime sorprese. Le prossime responsabilità. Chi ci sarà il prossimo anno? Quale sarà il prossimo libro?

C’è tutto un futuro da costruire insieme, tu e il tuo prossimo. Un futuro prossimo, sul punto di accadere, un futuro che ha bisogno di uno sguardo lontano ma di scelte vicine, vicinissime, che cambino da subito il presente. Insomma: avanti il prossimo!

 

 

Gli ospiti della XXII edizione

Ad aprire la XXII edizione di scrittorincittà, mercoledì 11 novembre alle 17.30 in live streaming, sarà Gherardo Colombo in dialogo con Cristina Clerico nell’incontro “La democrazia, una casa in cui abitare”. A partire dal suo libro Anche per giocare servono le regole (Chiarelettere), racconterà la Costituzione ripercorrendone e chiarendone gli articoli, sviluppando i temi della libertà, dei diritti e dei doveri, dell’uguaglianza, del rispetto, della responsabilità, della cittadinanza e della democrazia.

 

All’Europa e alle nostre responsabilità in quanto cittadini europei è dedicato anche l’incontro di Filippo Spiezia (Attacco all’Europa, Piemme), che con Bruno Giraudo passa in rassegna alcuni dei rischi più inquietanti per la sicurezza dei cittadini europei: il terrorismo di matrice islamica, l’emergenza migratoria, le infiltrazioni mafiose su larga scala nell’economia legale. Da sempre il nostro mondo è percorso da mutamenti e metamorfosi, tanto sul piano geopolitico quanto sul fronte economico e sociale, mai però veloci e frequenti quanto in questo inizio di secondo millennio: se ne parla nell’Atlante del mondo che cambia di Maurizio Molinari (Rizzoli); con lui, a tracciare la rotta verso un orizzonte che prende forma, Massimo Mathis. Tito Boeri e Sergio Rizzo (Riprendiamoci lo Stato, Feltrinelli), in un incontro moderato da Patrizia Manassero, entrano nel labirinto infinito della burocrazia e ci portano in un viaggio nelle deviazioni e nelle storture dello Stato. A cinquant’anni dallo Statuto dei lavoratori, il diritto/dovere al lavoro appare sempre più in crisi, reso più precario e distante dalla pandemia: ce ne parlano Silvia Zanella (Il futuro del lavoro è femmina, Bompiani) e Roberta Lisi (Lavorare, è una parola, Donzelli), moderate da Maria Cristina Scalabrini.

 

Non potevano mancare nel palinsesto incontri dedicati alla situazione che stiamo vivendo – com’è nata, cosa è stato fatto a riguardo e cosa possiamo imparare da essa perché non ricapiti mai più: Marco Imarisio e Fiorenza Sarzanini (Come nasce un’epidemia, Rizzoli), moderati da Marco Alfieri, analizzano i giorni di Alzano Lombardo e della val Seriana, centro del centro della pandemia, a mente fredda e con i dati ben chiari. Riccardo Iacona (Mai più eroi in corsia, Piemme) con Paolo Griseri ci porta dentro l’inferno della pandemia riportando le voci e le testimonianze dei protagonisti, dei medici di base, degli infermieri, dei parenti delle vittime, ma anche degli esperti, di chi aveva avvisato dei rischi e che non è stato ascoltato per tempo. E non può che partire dai giorni più drammatici della primavera 2020, quando i mezzi militari portavano via da Bergamo le bare delle vittime del Covid-19, la riflessione che fa in Riscatto (Rizzoli) il sindaco Giorgio Gori; dialoga con lui il sindaco Federico Borgna.

 

Il prossimo è chi incontriamo, chi sta sulla nostra strada, non necessariamente vicino nel tempo e nello spazio. Sappiamo che l’amore per il prossimo è l’ultima parola e la più bella a cui approda il racconto biblico. Ma non è stata la sua prima parola, anzi, la storia dell’uomo sembra cominciare simbolicamente con una violenza: Caino uccide il fratello Abele senza pietà. Massimo Recalcati (Il gesto di Caino, Einaudi) ci spinge a riflettere sulla violenza e sulla risposta alla violenza; su cosa sia il prossimo e su come, pragmaticamente e per simboli, l’amore per chi arriva possa avere basi solide nel cuore e nella mente. Al prossimo, Don Luigi Ciotti ha dedicato tutta la sua vita. Ne L’amore non basta, scritto con Cecilia Moltoni (Giunti), racconta se stesso, della miriade di incontri che hanno segnato la sua vita, del lavoro del Gruppo Abele e di Libera. Con loro Stefania Chiavero. Il prossimo è Abdullahi Ahmed (Lo sguardo avanti, add), partito da Mogadiscio, scossa da una guerra civile, a 19 anni, nella speranza di poter studiare e mettere da parte qualche soldo per dare un futuro ai suoi fratelli, e che si sta preparando a tornare in Somalia con alcune borse di studio per i ragazzi di Mogadiscio che ancora devono costruire il proprio mondo. Dialoga con lui Alice Bigli. Il prossimo è anche Enaiatollah Akbari, protagonista di Nel mare ci sono i coccodrilli di Fabio Geda e ora del suo seguito Storia di un figlio (Baldini+Castoldi), intervistati dai ragazzi della redazione di 1000miglia. Ma il prossimo è anche oggetto di odio ed hate speech, che nell’epoca 2.0 ha trovato il modo di dilagare ovunque, inquinando e polarizzando ogni canale del dibattito pubblico. Ce ne parlano Federico Faloppa (#odio. Manuale di resistenza alla violenza delle parole, UTET) e Raffaele Riba.

 

Ai prossimi progressi che vorremmo vedere nel nostro sentire comune è dedicato l’incontro di Edoardo Lombardi Vallauri (Ancora bigotti, Einaudi), in dialogo con Pier Franco Brandimarte, una spallata agli ultimi 4.000 anni di bigottismo e alla nostra convinzione di essere liberi, così come quello di Micaela Ghisleni, autrice di Generazione arcobaleno. La sfida per l’eguaglianza dei bambini con due mamme (Einaudi) che racconta la battaglia civile perché ai genitori dello stesso genere, sia riconosciuto il dovere della responsabilità genitoriale per i propri figli fin dalla nascita; dialoga con lei Cristina ClericoMichela Murgia, invece, riflette sull’immaginario femminile raccontato dagli uomini, una discussione a fil di parola, là dove la parità diventa un desiderio da realizzare con consapevolezza, coraggio e, perché no, tenerezza. E a proposito di uomini, c’è il Maschilista inconsapevole (che non sa di esserlo), il silente (che preferisce cambiare discorso), l’infastidito (che trova le donne esagerate nelle loro rivendicazioni), l’indifferente (che proprio se ne frega dell’argomento). Come riconoscere un Maschilista in ufficio? E in famiglia? Tiziana Ferrario (Uomini, è ora di giocare senza falli, Chiarelettere) ha composto un pamphlet puntuale e provocatorio. Si confronta con lei Cristina ClericoJoni Seager (Atlante delle donne, Add), insieme a Chiara Codecà, ci introduce invece alla più aggiornata e accurata analisi di come vivono le donne qui e ovunque altrove, e mette in fila le informazioni perché siano chiare come i desideri di cambiamento delle donne nel mondo. Incontro realizzato in collaborazione con Laboratorio Donna.

 

Quale pianeta lasceremo in eredità alle prossime generazioni? In Climate Justice (Donzelli) Mary Robinson, prima Presidente donna dell’Irlanda dal 1990 al 1997 e già alta commissaria delle Nazioni Unite per i diritti umani, in dialogo con Andrea Vico, riporta storie di sofferenza, ma anche di riscatto e di resilienza, a conferma che la lotta contro il cambiamento climatico riguarda tutti, e che ciascuno è chiamato ad agire responsabilmente per sé e per le generazioni future. Elena Granata in Biodivercity (Giunti) racconta di esperimenti, di follia creativa, di occasioni in cui il banale buonsenso preserva preziosi contesti locali, esperienze singole e disparate, ma capaci di inaspettate ricadute planetarie; dialoga con lei Elena Lovera. Con Daniele Zovi (Ale e Rovere, De Agostini) e Irene Borgna parleremo di un paradosso: le piante prima e gli animali selvatici poi, a cui noi voltiamo le spalle, diventano sempre più prossimi. Gli alberi si avvicinano alle nostre case e appena lasciamo uno spazio vuoto, un terreno incolto, un orto abbandonato, lo riempiono lanciando i semi che presto lo trasformeranno in bosco. CClimaTT propone invece un appuntamento per conoscere l’evoluzione del clima e dei ghiacciai delle Alpi Marittime insieme a Luca Mercalli, che con Daniele Cat Berro ha realizzato il volume Ultimi ghiacci, clima e ghiacciai delle Alpi Marittime.

 

Cosa succederà nel (prossimo) futuro? Delle prossime tecnologie discutono Daniele Rielli e Raffaele Riba. Nel suo romanzo Odio (Mondadori), Rielli ha immaginato un’agenzia di Big data che monitora le scelte di migliaia di consumatori e che sta per lanciare sul mercato un dispositivo in grado di svelare il cuore oscuro degli umani. La ricerca scientifica guarda il cielo, e cerca un prossimo anche lassù, dove c’è l’origine del nostro pianeta, la storia della nostra storia, le tracce di vita che cerchiamo altrove. Tra domande e risposte, Amedeo Balbi ci racconta la ricerca astrofisica.

 

Prossimo può essere il futuro, ma anche il passato: la sera del 29 gennaio 1996 un incendio illumina il cielo di Venezia: è il teatro La Fenice che va a fuoco. Giorgio Falco (Flashover, Einaudi), in dialogo con Raffaele Riba, ha scritto un libro che, come un incendio, illumina e divora il suo oggetto: ricostruzione e decostruzione di una storia vera, indagine sul desiderio e sul potere del denaro di trasformare le cose e i corpi. Dopo quasi trent’anni, Pietro Grasso (Paolo Borsellino parla ai ragazzi, Feltrinelli) racconta a chi nell’estate del ’92 non era ancora nato la storia di un gruppo di giudici e del loro straordinario coraggio. Con lui Paolo Giaccone. Torniamo un po’ più indietro, agli anni ’80, con Gabriele Ferraresi (Mad in Italy, Il Saggiatore) che ne ripercorre i lati più trash, dai paninari e da Jerry Calà, da Luis Miguel e dalla guida alle discoteche d’Italia di Gianni De Michelis; poi i colorati anni Novanta, con il karaoke in tv e Nino D’Angelo che gira una parodia di Titanic in salsa neomelodica, un pellegrinaggio alla scoperta del peggio in compagnia di Elio Parola. Cosa accade quando oggetti di uso comune cadono in disuso dall’oggi al domani? Massimo Mantellini (Dieci splendidi oggetti morti, Einaudi) ci racconta il declino di 10 oggetti che segnano distanze istantanee tra generazioni, e punti cardinali su una bussola che indica chi eravamo e chi siamo diventati. Dialoga con lui Pier Franco Brandimarte. Indietro in una Palermo del 1942 ci porta Simonetta Agnello Hornby (Piano nobile, Feltrinelli), in dialogo con Martino Gozi, sgomitolando storie che sono anche episodi della storia di tutto il Paese e dilatano quella capacità di allacciare la visione d’insieme e la potenza del dettaglio.

 

Meno prossima è la storia di Enea, l’eroe che vaga nel mondo portandosi sulle spalle anziani e bambini, colui che viaggia su una nave senza nocchiero alla ricerca di un nuovo inizio, di una terra promessa in cui ricominciare. Andrea Marcolongo (La lezione di Enea, Laterza) con Andrea Grisi rilegge la storia di ieri nella storia di oggi, per capire meglio un mondo che cambia. Così come lo è quella di Dante, un uomo del Medioevo, immerso nel suo tempo, che ci ha lasciato la sua testimonianza personale su cosa significava, allora, essere un giovane uomo innamorato o cosa si provava quando si saliva a cavallo per andare in battaglia. Il grande poeta raccontato come non mai da Alessandro Barbero (Dante, Laterza). Con Telmo Pievani (Finitudine, Raffaello Cortina), intervistato da Federico Taddia, un giallo filosofico con due compianti premi Nobel, Albert Camus e il genetista Jacques Monod. Marco Buticchi (L’ombra di Iside, Longanesi) e Livio Partiti ci portano invece nell’antico Egitto. Forse più prossimo di quanto in realtà non si pensi è invece il Medioevo, un’epoca buia, nell’immaginario comune, che però ci parla oggi con voce chiara, attraverso le tante paure che assillavano donne, uomini, bambini: paura della fine, della miseria, della fame, delle epidemie; ma anche paura del diverso, dello straniero, degli ebrei, dei musulmani, dei mongoli. Chiara Frugoni (Paure medievali, Il Mulino) piega lo spazio-tempo e ci racconta come gli umani siano ancora gli stessi di allora: esseri che nascono, amano, crescono, sperano, si spaventano. Dialoga con lei Manuele Berardo.

 

Non solo letteratura ma anche sport e musica; lo sport è il grimaldello per aprire quegli spazi di libertà vitale fondamentali per la crescita dei giovani, per il loro stare e aprirsi al mondo; Andrea Zorzi riflette su questo strumento educativo fondamentale capace di influenzare il rapporto dei giovani col mondo, in un evento streaming organizzato da Fondazione CRC nell’ambito del progetto MotivAzione. Un incontro con Veronica Yoko Plebani (Fiori affamati di vita, Mondadori), giovanissima campionessa paraolimpica che pratica snowboard, canottaggio e triathlon, e che si allena per quello che sarà, speriamo, Tokyo 2021, in dialogo con Viviana MazzaRaoul Bova (Le regole dell’acqua. Il nuoto e la vita, Rizzoli) in un’inedita veste di scrittore, approfondisce un aspetto particolare del tema prossimo, raccontando le lezioni, le sfide e gli incontri legati al mondo del nuoto, di cui è stato promessa giovanile. In occasione del 250° anno dalla nascita, Saverio Simonelli (Cercando Beethoven, Fazi) in dialogo con Paolo di Paolo racconta l’uomo che ha cambiato per sempre il destino della musica: Beethoven. E incontriamo di persona anche la più prossima Orietta Berti (Tra bandiere rosse e acquasantiere, Rizzoli), cresciuta in un mondo alla Guareschi tra i comizi del PCI e la messa la domenica, intervistata da Matteo CorradiniPaolo Castaldi con la sua graphic novel La buona novella (Feltrinelli Comics) ci porta nella vicenda di Gesù di Nazareth cantata da Fabrizio de André nell’omonimo album, una storia che attraverso i secoli continua a coinvolge il presente. Modera Alessandro Mari. E non poteva mancare un ricordo in onore di Gianni Rodari, nel centenario della sua nascita, dedicato a Emma Meineri e Giovanna Ferro: Piccola serenata in rima baciata, un incontro con Daniele Aristarco e le musiche dal vivo di Giufà Galati.

 

E ancora: Gianumberto Accinelli (Mio nonno era una scimmia, Piemme), Ambra Angioini (InFame, Rizzoli), Silvia Avallone (Un’amicizia, Rizzoli), Corrado Augias (Guarda, Feltrinelli), Marta Barone (Città sommersa, Bompiani), Marco Bocci (In provincia si sogna sbagliato, Mondadori), Enrico Bucci (Cattivi scienziati. La pandemia della malascienza, Add), Gianrico Carofiglio (Della gentilezza e del coraggio, Feltrinelli), Lisa Casali (Il grande libro delle bucce, Castelvecchi), Alessandra Cassinelli, Lia Celi (Olympos’ Got Talent. Tre dee alla scuola media, Piemme), Anna Dalton (Tutto accade per una ragione, Garzanti), Andrea De Carlo (Il teatro dei sogni, La nave di Teseo), Roberto Dini, Luca Gibello e Stefano Girodo (Andare per rifugi, Il Mulino), Emanuele Ferrari (Il sapore dei ricordi, HarperCollins), Maria Frega e Francesco De Filippo (Filosofia per i prossimi umani, Giunti), Marilina Giaquinta (Non rompere niente, Euno edizioni), Alessia Gazzola (Costanza e buoni propositi, Longanesi), Thomas Gunzig (Feel Good, Marcos y Marcos), Lisa Iotti (8 secondi, viaggio nell’era della distrazione, Il Saggiatore), Gad Lerner (L’infedele, Feltrinelli), Loredana Lipperini (La notte si avvicina, Bompiani), Martina Liverani (Atlante di geogastronomia, Rizzoli), Elena Loewenthal (La carezza, La nave di Teseo), Vito Mancuso (I quattro maestri, Garzanti), Cristiano Militello (Cartelli d’Italia. Il diario 2020/2021, Baldini+Castoldi), Federico Pace (Passaggi segreti, Laterza), Enrico Pandiani (Il gourmet cena sempre due volte, EDT), Massimo Polidoro (Atlante dei luoghi misteriosi dell’antichità, Bompiani), Andrea Pomella (I colpevoli, Einaudi), Filippo Roma (Boomerang, Salani), Massimo Roscia (Il dannato caso del Signor Emme, Exòrma), Michael Rosen, Brunetto Salvarani (Dopo. Le religioni e l’aldilà, Laterza), Clara Sánchez (Cambieremo prima dell’alba, Garzanti), Jean-François Sénéchal (Semplice la felicità, Giralangolo), Beppe Severgnini (Neoitaliani, Rizzoli), Federico Taddia (Terra in vista!, Mondadori), Licia Troisi (La sfrontata bellezza del cosmo, Rizzoli), Raffaele Alberto Ventura (Radical choc, Einaudi), Andrea Vitali (Il metodo del dottor Fonseca, Einaudi).

 

Le anteprime

Tra le anteprime di scrittorincittà, mercoledì 7 novembre si terrà un incontro dedicato alla memoria del professor Franco Cordero, giurista e scrittore cuneese scomparso l’8 maggio 2020. Parteciperanno il sindaco Federico Borgna, il regista Walter Guadagnino e il giornalista Bruno Quaranta.

 

 

Il Premio Città di Cuneo per il Primo Romanzo

Scrittorincittà come sempre dà voce e fa conoscere ai lettori gli autori che nell’ultimo anno hanno esordito nella narrativa in lingua italiana. Il vincitore del Premio Città di Cuneo per il Primo Romanzo di quest’anno è Alice Cappagli, con il suo Niente caffè per Spinoza (Einaudi), che incontrerà virtualmente il pubblico insieme agli altri autori segnalati per il Premio – Emanuela Signorini (Il sangue nero di Mussolinia, Giovane Holden edizioni), Chiara Ferraris (L’impromissa, Sperling & Kupfer), Guido Saraceni (Fuoco è tutto ciò che siamo, Sperling & Kupfer). L’incontro di premiazione verrà realizzato in presenza appena possibile. Alle scuole superiori è dedicato invece un incontro online con l’autore selezionato dalle scuole tra le proposte del Festival du premier roman de Chambéry, Mathilde Chapuis (Nafar, Liana Levi), insieme a Guido Saraceni e Silvia Bono.

 

 

“B&B: Book&Breakfast”

Quest’anno, giocoforza, non sarà possibile incontrare gli autori a colazione nella storica cornice dell’Open Baladin. Il pubblico potrà comunque rivolgere online le sue domande agli autori, come sempre alle 9, proprio come se fossimo tutti lì! Sabato 14 novembre è la volta di Ginny Chiara Viola, che nel 2010 ha aperto un blog di oroscopo e astrologia e tiene ogni settimana su Radio Deejay la rubrica L’oroscopazzo. Saranno tante le domande che potremo rivolgerle, a partire da Il nuovo oroscopo personale 2021 (Rizzoli), guidati da Matteo Corradini. Domenica 15 incontro con Lia Celi che in Quella sporca donnina. Dodici seduttrici che hanno cambiato il mondo (UTET) ci propone una scorribanda nella storia, un tour libertino che ci mostra come una corrente sotterranea di ribellione abbia sempre attraversato i secoli, concentrandosi proprio nel punto ancora oggi più controverso di tutti: il sesso. Con lei, Federico Taddia.

 

 

Concorso Lingua Madre

C’è un filo sottile che congiunge le storie lontane, taciute e spesso sconosciute delle donne migranti: una modalità propria di stare al mondo, che antepone la relazione alla norma, la cura dei rapporti alla giustizia astratta. Da quindici anni il Concorso letterario nazionale Lingua Madre raccoglie e diffonde questo racconto corale che sfiora delicatamente i più vari aspetti: la maternità, l’emigrazione, le origini, la neutralità del linguaggio, le violenze. Vite che non si rassegnano ai pregiudizi e alle discriminazioni, dove a vincere è la forza delle donne che ne sono protagoniste. Sabato 14 novembre alle ore 16.30 un dialogo con le vincitrici della XV edizione del Concorso Lingua Madre, Yeniffer Lilibell Aliaga Chávez (Primo Premio) e Narcissa V. Ewans (Premio Speciale Torino Film Festival). Modera Daniela Finocchi, ideatrice del Concorso Lingua Madre.

 

 

Gli appuntamenti per bambini e ragazzi

Scrittorincittà ha come primo obiettivo quello di promuovere la lettura per tutti, dagli adulti ai ragazzi e ai bambini. Per questo è l’unico festival in Italia che dedica lo stesso spazio agli appuntamenti per i ragazzi e per il pubblico adulto, anche grazie a un ricchissimo programma per le scuole, dalle materne alle superiori. Tantissimi, come ogni anno, gli ospiti del programma dedicato ai più giovani.

 

Il programma completo è disponibile sul sito: www.scrittorincitta.it

 

Facebook: scrittorincittà | Twitter: @scrittorincitta | Instagram: scrittorincitta

#sic2020 #prossimo

La stagione del Teatro Superga parte in streaming

“Liberi di viaggiare” IL TEATRO SUPERGA NON SI FERMA con Maurizio Lastrico

“Nel mezzo del casin di nostra vita”: con un titolo quanto mai profetico parte la stagione 2020-2021 del Teatro Superga. In ottemperanza al DPCM in vigore dal 26 ottobre, lo spettacolo di Maurizio Lastrico sarà trasmesso in streaming il 31 ottobre alle ore 21. Contro la chiusura dei teatri, il Teatro Superga vuole aprire simbolicamente le sue porte a un pubblico ancora più vasto, rispetto a quello permesso dalle precedenti normative anti-Covid, e per questo motivo trasmetterà gratuitamente in streaming su piattaforma Zoom dedicata, direttamente dal palco del teatro di Nichelino, il primo appuntamento della stagione. Attraverso i suoi celebri endecasillabi “danteschi”, l’attore-cabarettista Maurizio Lastrico in “Nel mezzo del casin di nostra vita” mescola il tono alto e quello basso, ripercorrendo il meglio del suo repertorio e raccontando con ironia di incidenti quotidiani, di una sfortuna che incombe, di un caos che gode nel distruggere i rari momenti di tranquillità della vita.

La stagione 2020-2021 del Teatro Superga è promossa dalla Città di Nichelino, firmata dalla co-direzione artistica di Alessio e Fabio Boasi insieme a Claudia Spoto, direttrice del Teatro Colosseo, in collaborazione con Piemonte dal Vivo, protagonista in ambito regionale della diffusione della cultura teatrale nelle differenti dimensioni artistiche che abitano il palcoscenico con l’obiettivo di costruire delle stagioni su misura e vicine alle comunità locali. Per il sesto anno consecutivo, la gestione e la campagna di comunicazione sono di Reverse Agency all’interno di Sistema Cultura, il concetto dinamico di rete tra tutte le realtà culturali del territorio fortemente voluto dalla Città di Nichelino dal 2015.

 

MAURIZIO LASTRICO

 

Nel 1998 Maurizio Lastrico si diploma a Genova come operatore turistico e nello stesso anno vince il premio per la miglior sceneggiatura del cortometraggio “Molto piacere, sono io”, nell’ambito del concorso Cine in Città indetto dal Comune di Genova. Si diploma nel 2006 presso la Scuola del Teatro Stabile di Genova, lavorando in produzioni del teatro stesso. All’attività di attore teatrale affianca quella di comico e cabarettista, esordendo sulle emittenti nazionali nel 2007, nella quarta stagione della trasmissione Camera Café, con il personaggio de “il catatonico”.

Nel 2009 è in onda su Canale 5 a Zelig Off, proponendo una Divina Commedia rivisitata, trattando di temi quotidiani in lingua dantesca. Nello stesso anno fa parte del cast della trasmissione “Grazie al cielo sei qui” su La7. Partecipa inoltre alla trasmissione “Bravo Grazie” su Rai 2 e a “Piloti, sempre” su Rai 2. Collabora con la radio de Il Secolo XIX, Radio 19. Nel gennaio 2010 debutta in prima serata a Zelig. Nell’estate 2010 porta in tournée il suo spettacolo di cabaret “Quando fai qualcosa in giro dimmelo”, che si conclude nei primi mesi del 2011. Torna a far parte del cast di Zelig anche nel 2011 e nel 2012. Nel gennaio 2013 è nel cast della nuova edizione di Zelig. Debutta inoltre il suo nuovo spettacolo teatrale “Facciamo che io ero io”, con la regia di Gioele Dix. In seguito ha un cameo in “Sole a catinelle”, film di Checco Zalone. Il 10 gennaio 2017 debutta nel programma “diMartedì”, condotto da Giovanni Floris su La7, sostituendo Maurizio Crozza. Nel 2017 è anche nel cast di “Tutto può succedere”, in cui interpreta Elia, ex marito di Sara. Nel 2018 è uno dei protagonisti dell’undicesima stagione di “Don Matteo”. Dal 2018 fa parte del cast de “Le Iene” con il monologo finale che chiude la puntata intitolato “Pregiudizio Universale”.

Info

TSN Teatro Superga Nichelino

Via Superga 44, Nichelino

011.6279789 www.teatrosuperga.it

info@teatrosuperga.it

TSN WhatsApp: news e promozioni da quest’anno arrivano direttamente su WhtasApp inviando TEATRO SUPERGA ON al numero 011.6279789

I dettagli e le modalità del collegamento in streaming verranno pubblicate a breve sui social network e sul sito del Teatro Superga

Stephen King ai tempi del virus

Stephen King e il covid-19. Sembra che Mirko Vercelli abbia intercettato felicemente e con precisione quel filo rosso che lega il terrore narrativo dell’horror thriller alla realistica paura del coronavirus, nel suo passare dall’immaginario letterario del noir classico ( ”Blue Raccoon Hotel”, undici edizioni 2018, pagg. 208 10 € ) al racconto presente nell’ antologia di scrittori contemporanei che ha per titolo il boccaccesco e situazionista ”Decameroom storie dal lockdown” ( undici edizioni 2020, pagg. 106 € 15 ). Mirko é stato il vincitore rivelazione nel 2017 del contest letterario per scrittori esordienti ‘Incipit Offresi’, al Salone del Libro di Torino, proprio con ” Blu Raccoon Hotel”. Il giovane autore chierese, studente in Scienze della Comunicazione, ha molte volte preso ispirazione per la scrittura della sua opera prima, dai suoi numerosi e frenetici spostamenti nel capoluogo subalpino. Atmosfere, volti e situazioni si sono trasformati per lui in una continua fonte di osservazione e modulazione creativa. ”Blue raccoon hotel” é alimentato da una narrazione tesa a volte allucinata, che catturando nella fabula fin dalle prime battute, traghetta il lettore attraverso un flusso emozionale verso un inatteso e sorprendente finale. Nella seconda opera letteraria che ha per titolo ”Eliocidio” estratta dall’antologia ” Decameroom” , la cifra marcatamente kafkiana diviene un plot a metà tra tra l’indagine introspettiva e la narrazione documentale, suggerita parzialmente a Mirko dall’ incontro con amici torinesi e per la restante parte dalla sua vulcanica fantasia. Il suo prossimo libro, ultima fatica che qui anticipo per il Torinese si intitola ”Linea retta” in prenotazione su https://bookabook.it/libri/linea-retta. E’ un testo di nuovo genere, che si potrebbe definire di ‘ ‘fanta’ ‘ antropologia, ancora una volta ispirato dalla voglia di sperimentare. Scritto per denunciare il dolore e l’attualità di nuove e vecchie migrazioni dal continente africano, percorso dal sud al nord fino al Maghreb, in un ideale percorso etnografico e di denuncia sociale.

Aldo Colonna

“Andy Warhol é… Superpop”

Alla Palazzina di Caccia di Stupinigi, il “viaggio estroso e colorato” nella vita del mito indiscusso della Pop Art. Fino al 31 gennaio 2021

Altroché un quarto d’ora di celebrità! “Nel futuro- diceva lui – ognuno sarà famoso per quindici minuti”. Profezie o pillole di profezia. Non semplice boutade. Ma icone di pensiero buttate lì da un’autentica icona vivente.

A pronunciarle Andy Warhol, padre universalmente riconosciuto della Pop Art, che di fama ne ha invece macinata in quantità indescrivibile nei suoi cinquantotto anni di vita, continuando tutt’oggi, a poco più di trent’anni dalla scomparsa, ad esserne compagno fedele, al di là dei tempi, delle mode e in barba ai flussi implacabili dell’oblio. Secondo artista, pare, più comprato e venduto e quotato al mondo dopo Pablo Picasso, a Andy Warhol (Pittsburgh 1928 – New York, 1987, ultimogenito dei tre figli di modesti immigrati originari di Mikovà, paese dell’odierna Slovacchia), la “Palazzina di Caccia” di Stupinigi dedica, fino al 31 gennaio del 2021, la mostra evento “Andy Warhol é…Superpop”, promossa da “Next Exhibition” e “Ono Arte”, con il patrocinio della “Città Metropolitana Torino”.

 

Per la prima volta nel capoluogo piemontese, si tratta di un’esposizione unica, volta non solo a raccogliere un congruo numero delle più importanti e note opere di Warhol, ma anche a tracciare uno sguardo intimo e curioso di uno degli artisti simbolo del secolo scorso. Oltre settanta le opere ufficiali raccolte per l’occasione fra fotografie, serigrafie, litografie, stampe, acetati e ricostruzioni fedeli degli ambienti e dei prodotti che Warhol amava e da cui traeva ispirazione. Il percorso espositivo si apre con l’atmosfera degli anni Cinquanta e Sessanta, in cui si raccontano le sue prime importanti esperienza come grafico pubblicitario (lavorando per riviste come “Vogue” e “Glamour”) per poi passare alle opere seriali, dai colori alterati vivaci e forti, icone senza tempo, da “Marylin”, a “The Self Portrait”, a “Mao Zedong” fino a “Cow” e alla celeberrima “Campbell’s Soup”. Ripetizione e serialità. Provocazione. L’idea di un’arte da “consumarsi” come un qualsiasi altro prodotto commerciale. In bella vista nelle sale di un Museo o sugli allettanti scaffali di un qualsiasi centro commerciale.

Del resto, affermava “non è forse la stessa vita una serie di immagini, che cambiano solo nel modo di ripetersi?”. Di grande interesse e suggestione, accanto agli acetati e alle lastre serigrafiche da cui prendevano corpo le sue stampe, sono anche le foto in bianco e nero del fotografo Fred W. McDarrah (Ney York 1926 – 2007) che con i suoi scatti documentò la nascita dell’Espressionismo Astratto e della Beat Generation e che, per oltre trent’anni, immortalò Warhol, non solo attraverso le sue opere ma anche sotto l’aspetto più intimo e umano, all’apice della carriera circondato dalle scatole del detersivo “Brillo”, durante l’inaugurazione di una sua personale, o mentre gira una delle sue pellicole sperimentali (il cinema e la musica, altre sue grandi passioni) o ancora, anni dopo, intento a una delle sue attività preferite: una telefonata. In mostra troviamo anche una replica delle “Silver Clouds”, un’installazione composta da palloncini che fluttuano a mezz’aria circondando il visitatore, creata per la prima volta nel 1966 alla “Leo Castelli Gallery”, dove McDarrah documentò il processo di allestimento.

E come poteva mancare l’Andy comunicatore e istrionico? Primo attore in occasione di vernissage (“Andrei all’inaugurazione di qualsiasi cosa, anche di una toilette”) o intento a far bisboccia in chiassosa compagnia nei locali di maggior tendenza degli States o accogliente padrone di casa nella sua “Silver Factory”, l’ampio locale al quarto piano di un’ex fabbrica di cappelli sulla 47^ strada, l’“open house”, la “fabbrica” dove l’artista produceva la gran parte del suo lavoro, ma anche quartier generale, luogo di ritrovo per un mondo di “originali” che lì si riunivano per rincorrere i principi della Pop Art come stile di vita. Senza pregiudizi, fra attori, drag queen, musicisti e innumerevoli personaggi dello “Star System”, alla sua corte Warhol accolse e lanciò verso i lidi del successo un nutrito gruppo di Superstar, dai “Velvet Underground” a Edie Sedgwick e a Candy Darling. Il tutto in un’atmosfera sospesa fra sogno e realtà, chiasso, musica e colori, intorno a quello storico “divano rosso”, ricreato nella copia esatta esposta alla Palazzina di Stupinigi, su cui posero le nobili terga artisti come Lou Reed, Bob Dylan, Truman Capote e Mick Jagger. A chiudere il percorso gli scatti del fotografo americano (di origini croate) Anton Perich ai visitatori della “Factory” e le testimonianze di Keith Haring e Jean-Michel Basquiat (il “James Dean dell’arte moderna”), fra i più importanti esponenti del graffitismo americano ed eredi per eccellenza dell’arte del grande Maestro.

Gianni Milani

“Andy Warhol é…Superpop”
Palazzina di Caccia, piazza Principe Amedeo 7, Stupinigi (Torino); tel. 375/5475033 o www.warholsuperpop.it
Fino al 31 gennaio 2021
Orari: mart. – ven. 10/17,30, sab. – dom. 10/18,30

Nelle foto

– “Marylin”, 1962
– “Mao”, 1972
“Cow”, 1966
– “Warhol and Brillo Boxes at Stabel Gallery”, 1964, Photo Credit: Fred W. McDarrah/ MUUS Collection
-“Warhol Lines up a shot”, 1964, Photo Credit: Fred W. McDarrah/ MUUS Collection
– Warhol inflates his ‘Silver Clouds’ installation at the Leo Castelli Gallery”, 1966; Photo Credit: Fred McDarrah/MUUS Collection

La storia di una famiglia di ebrei mantovani, nel libro di Bruno Avataneo

“Le ossa affaticate di Salomon Castelletti”  presentato da “Progetto Cantoregi” alla Soms di Racconigi Venerdì 30 ottobre, ore 18 Racconigi (Cuneo)

Fra diario intimista, documento storico e biografia, è un libro intenso vissuto sulla propria pelle e nel profondo della propria carne, quello scritto – alla luce di rigorose indagini storiche – da Bruno Avataneo sulla sua famiglia materna di origine, i Castelletti di Mantova. Torinese, classe ’51 e cuneese d’adozione, lo scrittore (che ha lavorato a lungo nel settore della formazione professionale e da tempo si dedica, sollecitato da particolari eventi e situazioni famigliari, allo studio della presenza ebraica a Mantova nel corso dei secoli) presenterà il libro, dal titolo “Le ossa affaticate di Salomon Castelletti”, il prossimo venerdì 30 ottobre, alle 18, nei locali della Soms, ex Società operaia di mutuo soccorso oggi sede dell’Associazione culturale “Progetto Cantoregi”, in via Carlo Costa a Racconigi. A dialogare con lui sarà Alberto Cavaglion, storico e letterato, docente di “Storia dell’ebraismo” all’Università di Firenze e fondatore nel 2015 a Cuneo della Biblioteca e Centro Studi sugli ebrei in Piemonte “Davide Cavaglion”. L’incontro sarà accompagnato dalle letture di Irene Avataneo. Ed è lo stesso Cavaglion a precisare nella Prefazione: “Non è un libro di memorie, anche se è costruito sulla memoria…Se mai ci troviamo davanti a una ‘autobiografia riflessa’, fondata su una rigorosa ricerca archivistica. E’ a suo modo un (copioso) diario intimo compilato con voci (e carte) altrui, per interposte (e assai numerose) persone”.

 

Pagine, storie riallacciate “per interposte persone”, pur se l’autore mai rinuncia a fare proprie e a trasmettere le suggestioni e le emozioni che lo hanno accompagnato nel suo percorso esistenziale, a partire dal “non detto” in famiglia. Viene percorsa così la vicenda plurisecolare dei Castelletti, immersa nella vita di una città particolarissima e fascinosa qual è stata e qual é Mantova, con le sue acque, la sua umidità, le sue nebbie, la sua meravigliosa storia ebraica. Una vicenda che inizia con alcuni documenti della seconda metà del Cinquecento, in cui si trovano i nomi dei primi appartenenti alla famiglia (Moise, Benedetto, Gentilhomo, Daniel) e si dipana negli anni tra successi e insuccessi, fatti storici e della vita di ogni giorno che coinvolgono i suoi tanti protagonisti, all’interno di una comunità che sperimentò alcuni secoli di relativa tranquillità (i Gonzaga durante il loro dominio intrattennero buoni rapporti con i loro sudditi ebrei, situazione che perdurò quando Mantova passò a far parte dell’Impero degli Asburgo), visse le speranze del Risorgimento, la crescita economica e civile durante i primi decenni dello Stato unitario per poi dover affrontare il crescente antiebraismo fascista e la tragedia delle deportazioni verso la Shoah. Con questo libro, “penso – spiega lo stesso autore – di avere assolto un compito al quale, una volta apparso, difficilmente avrei potuto sottrarmi e che era maturato e cresciuto nel tempo fino a mostrare chiaramente la sua indifferibilità. Forse è stata la corresponsione di un debito, saldato probabilmente solo in parte, che avevo con loro o forse la riscossione di un credito: propenderei per la prima possibilità poiché forte è stato il peso della responsabilità che ho avvertito a ogni incontro con le loro vite attraverso i frammenti delle loro storie”.
L’incontro è organizzato da “Progetto Cantoregi”, in collaborazione con la Città di Racconigi.
Info: 335.8482321 – www.progettocantoregi.it – info@progettocantoregi.it – Fb Progetto Cantoregi – Tw @cantoregi – IG Progetto Cantoregi.
g. m.

Nelle foto:
– Bruno Avataneo e Alberto Cavaglion, la cover del libro

Il Mauto festeggia i suoi primi 60 anni

PER TUTTO IL MESE DI NOVEMBRE SARÀ POSSIBILE VISITARE IL MUSEO AL PREZZO PROMOZIONALE DI 5 EURO

60 anni fa nasceva la sede di Corso Unità d’Italia, progettata da Amedeo Albertini per conservare ed esporre la collezione del Museo dell’Automobile. Nel mese di novembre, il MAUTO festeggia questa ricorrenza con una promozione speciale per tutti i suoi visitatori.

COMPRA IL BIGLIETTO A SOLI 5 EURO
La prima sede ufficiale del Museo dell’Automobile nacque su un terreno concesso nel 1956 dalla Città di Torino, sulla sponda sinistra del Po a poca distanza dal Lingotto.