CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 484

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Javier Marias “Vite scritte”  -Einaudi-  euro 19,00

Abbiamo letto e amato i loro libri, ma delle loro vite magari sappiamo poco; ed è un peccato, perché spesso sono state affascinanti più di un romanzo, anche se tormentate e perigliose.

L’idea di Marias è stata proprio quella di raccontare l’esistenza di 20 autori trattandoli come personaggi letterari, rivelando pagine delle loro esistenze che meritano di essere raccontate perché spesso restano nell’ombra dei loro capolavori letterari. Scelta ed ordine di comparizione sono arbitrari, un po’ di tutte le latitudini (irlandesi, russi, americani, francesi,ecc.), purché non spagnoli, ed altra“conditio sine qua non” …che fossero tutti morti. Sono autori che lui ama e di cui ha scandagliato diari, testimoniane, biografie, immagini e documenti vari. Poi ce li ha raccontati con intelligenza, sensibilità ed affetto.

E’ così che scopriamo per esempio che la baronessa Isak Dinesen, ovvero la Karen Blixen de “La mia Africa”, a dispetto della sua immagine spettrale di donna anziana affetta dalla sifilide (regalo del marito) era una seduttrice di giovani poeti. La gracile e taciturna Emily Bronte, stroncata dalla malattia a soli 30 anni, in realtà aveva un’insospettabile forza fisica. Il Premio Nobel del 1949 William Faulkner era un dilapidatore che spendeva tutto e in fretta. O ancora, che James Joyce era incline al voyeurismo e Artur Rimbaud non si lavava volentieri.

Le vite di alcuni di loro si incrociarono e Marias racconta anche i loro rapporti. Per esempio la cordiale antipatia che correva tra Conrad e James; gli ingarbugliati legami come quello tra Madame du Deffand e Julie de Lespinasse. O come l’elegante Djuna Barnes era apertamente elogiata dal contemporaneo T.S.Eliot che scrisse  l’introduzione al suo capolavoro “La foresta nella notte”. Questi solo alcuni spunti delle pagine di Marias che ci restituisce volti, gesti quotidiani, passioni, manie e pensieri di 20 grandi della letteratura.

 

Évelyne Bloch-Dano  “Le case dei miei scrittori”  – Add Editore-  euro 18,00

La biografa e saggista francese 71enne ha esplorato decine di case di scrittori, andando alla ricerca delle origini dei loro libri; a volte partendo da un semplice oggetto capace di evocare un mondo e svelare anfratti della loro anima. E’ il libro che noi accaniti lettori -curiosi di sapere dove e come i nostri amati scrittori vivevano- bramavamo da tempo.  Évelyne Bloch-Dano sciorina pagine magnifiche che incitano al viaggio e alla scoperta delle dimore e delle stanze  “tutte per sé” in cui i mostri sacri della letteratura hanno sguinzagliato pensieri, genialità e parole. 266 pagine in cui facciamo il nostro ingresso in ville, loft, case di campagna, camere ammobiliate, minuscole dimore e caffè in cui ritrovarsi; dove ci sembra di vedere i nostri scrittori più amati alle prese con la vita, seduti alla scrivania e davanti a fogli bianchi e penna, oppure intenti a battere a macchina.

Per ognuna di queste mete l’autrice ci offre un’autentica guida: con l’ubicazione, il sito web di riferimento, la visita libera o rigorosamente su appuntamento, per andare dritti a visitare quello che più potrebbe incuriosirci. Inizia con i luoghi di Alan-Fournier, passa per quelli di Balzac, Beckett, Karen Blixen, Camus, Dickens, Proust, Hemingway.. e tanti altri, fino a chiudere con Zola, dopo averci spalancato porte e portoni. Perché “…nella casa di uno scrittore tutto ci parla, purché siamo capaci  di ascoltare”….chiarendo anche che “nessun autore è la sua casa ….ma la casa è uno stato d’animo”. E questo libro prezioso non è una guida turistica, ma un itinerario di vite che hanno lasciato il segno in pagine immortali.

 

 

“Scrittori la vita e le opere”  -Gribaudo-   euro 28,90

Questo volume è da sfogliare piacevolmente e da non far mancare nella vostra biblioteca. E’ una messe di testi e immagini che raccontano vita, passioni, contesti storico-politici e capolavori di oltre 80 tra scrittori, drammaturghi e poeti dal Medio Evo ad oggi. Si parte da Dante Alighieri e si veleggia a cavallo dei secoli fino alla contemporaneità, spaziando tra i vari continenti. Una sorta di grande ed esaustiva mappa che ha il grande pregio di essere di facile e veloce consultazione. Un’occasione anche per scoprire scrittori che magari avevamo trascurato e che invece ora ci viene voglia di leggere. 349 pagine con tanto di fotografie e  immagini che delineano le tappe fondamentali delle vite e delle opere dei vari protagonisti. E’ il frutto del lavoro di un nutrito pool di storici, redattori, scrittori e docenti universitari che hanno unito le loro competenze per ripercorre le fasi salienti di autori che hanno lasciato il segno nelle loro epoche. E ci sono tutti.

Troviamo i grandi classici, tra i quali Chaucher, Shakespeare, Defoe e Voltaire; poi Goethe, Wordsworth, la Austen e le sorelle Bronte. Per andare avanti nella storia della letteratura del 1900 con, tra gli altri, Yeats, Proust, D.H.Lawrence, Nabokov, la Duras, Kundera. E si finisce nel 6° capitolo che parla degli scrittori di oggi: da Saramago ad Arundhati Roy, passando per la Munro e la Allende, Cormac McCarthy, Murakami e Pamuk , con note che riassumono anche vita e libri di Margaret Atwood, Paul Auster, Houellebecq e, tra  gli altri, Ishiguro.

Poesia dalla quarantena

Dileguo le icone ultime dello sfarzo nelle rilegature del giorno.

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L’atto si fa cornice,
gli estuari del buio agonizzano le araldiche fasi del sonno.
Accarezzo il crudo battito dell’algoritmo,
tralascio la nuda convergenza dello specchio,
spalanco l’alba alle palpebre ancora incrostate nel sollazzo di un sogno,
Giulia J dice che anche i cadaveri sono soggetti alla quarantena.
Sputo la cenere fenice, scorgo il punto in cui tutto riluce.
È tempo di incontrarsi nel soma del paradosso.
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Alessia Savoini

Come disegnare l’arte… da casa

Da lunedì 23 a domenica 29 marzo 2020. Creare bellezza insieme, anche online: torna l’iniziativa di Abbonamento Musei dedicata ai piccoli artisti

Abbonamento Musei non è una semplice tessera: è una comunità, che ora più che mai ricerca arte e bellezza, condividendola anche stando lontani. È questo lo spirito della speciale edizione Disegniamo l’arte…da casa, in attesa di poter stabilire le nuove date dell’edizione 2020, inizialmente prevista per l’ultimo week-end di marzo.

 

Disegniamo l’arte è l’ormai tradizionale appuntamento di Abbonamento Musei durante il quale i visitatori più giovani e le loro famiglie visitano e scoprono in maniera speciale i musei del territorio, disegnando le opere, gli spazi e le architetture che più li caratterizzano, dando così nuove forme e nuovi colori alle realtà museali del territorio: un modo per conoscere e reinterpretare le bellezze del patrimonio culturale e artistico regionale. Date le particolari circostanze, l’evento approda online.

 

Da lunedì 23 fino a domenica 29 marzo 2020 sarà visibile sul sito di Abbonamento Musei una raccolta di immagini inviate dai musei piemontesi aderenti: ci sono ad esempio il Giardino fiorito di Ettore Fico, ma anche la Torre campanaria dell’Abbazia di Fruttuaria di San Benigno Canavese, oppure l’Alpe di Siusi fotografata da Luigi Ghirri, il Giardino delle Rose della Reggia di Venaria Reale e molto altro ancora per ispirare e stuzzicare la fantasia dei giovani artisti.

A partire da queste opere, ai partecipanti viene richiesto di copiare, reinterpretare o semplicemente dare sfogo alla loro creatività: vale tutto! L’importante è postare entro la mezzanotte di domenica 29 i prodotti del loro ingegno su Facebook, taggando Abbonamento Musei e usando gli hashtag #disegniamolarte #pigna #iorestoacasa #creoilmiomuseo

Le opere verranno raccolte in una gallery da Abbonamento Musei: in palio per i primi due che si aggiudicheranno il maggior numero di like, un set da disegno firmato Pigna, sponsor tecnico del progetto.

 

Come racconta Simona Ricci, direttrice di Abbonamento Musei: “Disegniamo l’arte è un appuntamento a cui teniamo molto, poiché coinvolge i bambini e i loro genitori in un’attività creativa e originale. Proponendo questa versione online, speriamo che per le famiglie sia un’occasione per utilizzare al meglio questo tempo ritrovato, lasciandosi conquistare dall’arte del disegno”.

 

Informazioni sempre aggiornate e dettagli sul sito: www.abbonamentomusei.it

Stress da calendario

Caleidoscopio rock USA anni ’60 / Una sola chitarra? Nemmeno un Vox o un Farfisa? Ma addirittura sax e tromba contemporaneamente in una rock band americana di metà anni Sessanta? Nell’area di Birmingham in Alabama non mancavano le garage bands, sempre agguerrite nel contendersi le occasioni di esibizione nell’area fino a Mobile e al confine meridionale con la Florida

 

C’erano “The Premiers”, “The Rockin’ Rebellions”, i più famosi “The Distortions”, ma anche quella band dalla formazione così insolita, con una sola chitarra, gli horns (tromba e sax) ma senza organo: The Torquays. Il nucleo originario sorse nel 1963 con Dale Aston (V, chit) e Wendell Colbert (b), cui si aggiunsero gradualmente componenti variabili fino alla formazione di quintetto, con Barry Bicknell (tr), Steve Salord (sax) ed Eugene Hayes (batt).

A differenza di altre band che patirono esordi “al rallentatore”, The Torquays ingranarono subito ad un ritmo sostenuto di date, gigs, esibizioni in tutti i settori possibili ed immaginabili in cui fosse richiesto intrattenimento musicale (favoriti anche dall’influenza musicale del rock&roll delle origini). La gamma di locations era vasta e geograficamente copriva numerose città e cittadine del centro-nord dell’Alabama, in un raggio d’azione per nulla ridotto: Birmingham, Huntsville, Decatur, Guntersville, Cullman, ma anche ad est e a sud oltre Anniston e Sylacauga e fino al confine con la Georgia (verso Lanett) o lungo la direttrice della U.S. 280 tra Alexander City, Dadeville, Opelika fino allo sconfinamento a Columbus. Il frenetico tourbillon di date ed appuntamenti non lasciava molto spazio a prospettive di sala discografica, eppure The Torquays riuscirono ad incidere due 45 giri nel 1965: “While I’m Away” [Aston – Salord] (4701; side B: “Pineapple Moon” [Shaddrix]), inciso a Muscle Shoals presso i Fame Studios, con etichetta Holly; il secondo “You’re The One Who Loves Me” [Aston] (219; side B: “Find A New Love” [Wammack]), inciso a Memphis, prodotto da Roland James (Sonic Sound Studios), con etichetta Ara. Le due incisioni ottennero buona accoglienza nelle radio locali di Birmingham, ma anche in Florida sulle aree di Tallahassee e Jacksonville. La band in realtà non poteva pienamente cogliere l’apprezzamento nella programmazione radiofonica, tanto era occupata nel continuo roteare di date ed esibizioni: nei due anni successivi si passò da teen clubs ad adult clubs, a feste universitarie (sia fraternities che sororities alle Universities of Alabama e Georgia), ad eventi sportivi, pool parties, ma anche ad esibizioni in armories e per contingenti militari, magari in qualità di opening band (tra gli altri per Chuck Berry, Freddy Cannon e Billie Joe Royal). L’intensità del calendario delle esibizioni richiese nervi saldi, buona gestione delle forze e della coesione interna; forse anche per inesperienza la band fu messa a dura prova, tanto che alcuni membri cominciarono a non sopportare più i ritmi divenuti stressanti (in primis Eugene Hayes e Wendell Colbert). Si decise allora di allentare la calendarizzazione serrata delle esibizioni, ma con il venir meno degli introiti aumentarono gli attriti interni e le incomprensioni. Tutto il 1967 passò in uno stato di equilibrio interno precario, con una decisa rarefazione dei gigs; degli ultimi mesi di vita della band si sa poco o nulla, ma in ogni caso The Torquays risultarono sciolti entro l’estate del 1968.

Gian Marchisio

Terza via

La Poesia

 

TERZA VIA

Il cicisbeismo imbellettato degli uni
e la subdola parvenza rivoluzionaria degli altri
spingono il derelitto a dover scegliere:
bianco o nero

destra o sinistra

liberismo o comunismo

apollineo o dionisiaco

fascismo o socialismo

Meschina menzogna
di questo manicheismo giacobino!

Uomo libero, per te
né gli uni né gli altri.

Virtuosa è la Terza Via,
di ispirazione liberaldemocratica;
è tracciata nelle nostre vene
dal grande genovese
al motto: Dio e Popolo!

Percorrerla è compito
di chi tiene sottobraccio
due fratelli virtuosi:
Liberoarbitrio e Dubbio.
Al loro fianco l’uomo risorge
e al cuore giunge nitido il grido:

la religione dell’umanità è l’Amore!

Massimiliano Giannocco

“I Lamberti”, opere d’arte all’asta nel Vco per l’emergenza sanitaria

L’Associazione omegnese I LAMBERTI, ispirata all’opera e all’insegnamento di Gianni Rodari, nell’intento di aderire all’iniziativa lanciata dalla Fondazione Comunitaria del VCO per la raccolta fondi per l’acquisto di sei Monitor per le sale di rianimazione degli Ospedali di Omegna, Verbania e Domodossola, ha promosso un’asta benefica di alcune opere messe a disposizione da un gruppo di artisti locali ad un prezzo base accessibile a tutti

Si tratta di diciotto opere corredate da un codice da segnalare nel momento dell’offerta da effettuare telefonicamente oppure con messaggio o WhatsApp al n. 3402243654 o via mail all’indirizzo di posta ripamonti.paolo@libero.it. L’asta proseguirà fino alla mezzanotte di Domenica 22 marzo, prendendo in considerazione le offerte più alte.

Un’iniziativa importante, motivata dall’urgenza della raccolta di fondi per l’emergenza imposta dal coronavirus, che ha raccolta l’adesione di artisti e grafici che hanno saputo una volta di più mettere il loro talento al servizio della comunità.

M.Tr.

Il Museo Accorsi-Ometto aderisce a #iorestoacasa

Le sale dei musei sono chiuse al pubblico per covid-19? Anche il Museo Accorsi-Ometto non si arrende e aderisce alla campagna #iorestoacasa, aprendo una finestra virtuale sulle sue collezioni e interagendo via social con il suo pubblico, cercando di rispondere a tutte le richieste, domande e curiosità.

Sarà intensificata la narrazione del museo e delle mostre su Facebook, Twitter e Instagram, aderendo inoltre alla campagna #laculturanontilasciasolo

Ecco gli appuntamenti fissi, a cadenza settimanale:

  • Martedì: Dentro l’opera. Approfondimento sui capolavori del Museo con #dentrolopera. Si scopriranno i dettagli, le curiosità delle opere più significative del Museo, comprese le nuove acquisizioni.
  • Giovedì: Le collezioni. Dalla porcellana, alla pittura, passando per gli orologi, i cristalli, i mobili, gli arazzi…Tante sono le collezioni presenti nel museo! #collezioniaccorsi
  • Sabato: A spasso nel museo. Le sale del Museo, raccontate una per una in una sorta di tour virtuale, in un racconto per immagini che è anche la storia del gusto collezionistico di Pietro Accorsi.
  • Lunedì: I vostri sguardi. Vengono pubblicate le foto più belle che i visitatori hanno condiviso con il Museo attraverso #museoaccorsi

Chiambretti positivo al coronavirus

Piero Chiambretti e la madre sono al Mauriziano

Il conduttore de “La Repubblica delle donne” è  ricoverato, assieme all’anziana madre: sarebbero entrambi positivi al virus, e si trovano all’ospedale Mauriziano di Torino. In serata, in diretta su Rete 4, la giornalista Barbara Palombelli, amica dello showman televisivo torinese, ha fatto sapere che Chiambretti le ha inviato diversi messaggi per dirle che sta bene e in ospedale è accudito in modo eccellente.

Rinviato anche il Salone del Libro

Il comunicato della Fondazione Salone del Libro

Il Salone Internazionale del Libro di Torino anche quest’anno si farà e sarà una grande occasione di incontro tra autori, editori e lettori.

”L’organizzazione sta lavorando con la passione di sempre all’edizione 2020, ma per poter continuare a essere un punto di riferimento di questa straordinaria comunità, il Salone del Libro deve prima di tutto garantire le condizioni di sicurezza e di salute del suo pubblico, dei suoi espositori e del personale che vi lavora.

 

Per questo motivo, preso atto della situazione di emergenza – nazionale e internazionale – nella quale ci troviamo, e in accordo con le istituzioni e i partner che collaborano in maniera essenziale alla sua organizzazione, oltre che con Lingotto Fiere, il Salone del Libro di Torino ha valutato necessario e responsabile rimandare la manifestazione (originariamente in programma dal 14 al 18 maggio) a una data che comunicheremo prima possibile.

 

In coordinamento con le istituzioni e a seguito di un incontro di questa mattina con la Regione Piemonte e il Comune di Torino che si sono impegnati a collaborare pienamente all’obiettivo comune di realizzare il Salone in piena sicurezza e con l’entusiasmo di sempre, l’organizzazione continua a lavorare e a monitorare attentamente l’evolversi della situazione in attesa delle disposizioni che verranno varate dopo il 3 aprile 2020, a scadenza del Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri attualmente in vigore. Le nuove date verranno annunciate non appena sarà possibile una valutazione esaustiva degli scenari futuri.

 

In un momento di grande sacrificio da parte di tutti gli italiani, il Salone vuole esprimere la sua più sentita vicinanza a coloro che stanno vivendo in prima persona gli effetti dell’emergenza: i malati, i loro cari, così come tutto il personale sanitario e le istituzioni che lavorano senza sosta per la salute e la sicurezza di tutti.”

Re Vittorio e la semplificazione della storia

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / Scarso risalto sui giornali italiani ha avuto il bicentenario di Vittorio Emanuele II. Era prevedibile ed anche comprensibile perché l’emergenza Coronavirus ci ha  invaso, creando via via sempre di più quel clima di psicosi che si voleva  illusoriamente evitare. Quindi lo spazio per il re il “Corriere  della Sera” non l’ha trovato

Se fosse stato  vivo  Giuseppe Galasso, non sarebbe accaduto, ma con i  vari Carioti e’ stato possibile. Tuttavia l’articolo   di Alessandro B a r b e r o  su “La Stampa” che riprende parte delle argomentazioni di Mack Smith, – vecchie di cinquant’anni e non frutto di ricerche condotte seriamente, – e  riprende persino  citazioni riportate su Wikipedia, basta ed avanza.
Pochi lo hanno letto, ma chi lo ha fatto non ha potuto non constatare le esagerazioni e le strumentalizzazioni che balzano fin troppo evidenti anche a un non addetto ai lavori. In passato gli storici del Medio Evo si limitavano a scrivere della loro disciplina, salvo casi eccezionali. Ed erano dei grandi storici. E’ stata un‘ eccezione quella di Luciano Canfora che da filologo dell’antichità classica si è spinto avventurosamente a scrivere di Gramsci e di Concetto Marchesi e di tanto altro . Gli esiti non sono stati sempre felicissimi, ma va riconosciuta la vivida intelligenza del  noto professore dell’ Università di Bari che a volte è anche fazioso, ma si rivela sempre brillante nel senso migliore dell’espressione e non e’ mai banale.  Sarebbe logico che ognuno si occupasse del suo orticello, curando in primis la ricerca, l’insegnamento e gli allievi, mettendo all’ ultimo posto la divulgazione che da’ facile notorietà e forse, anche, guadagni significativi. Il  docente, di norma, dovrebbe rifiutare la mediaticità dei circenses che piacciono alle plebi, anche se  ormai i monaci del sapere  laico come Franco Venturi non ci sono più  da tempo.
Sarebbe stato  comunque impensabile un Rosario Romeo, sommo storico risorgimentale, nella veste di volgarizzatore sommario di storia medievale, ad esempio. Certo e ‘ lecito criticare il re Vittorio – anzi le celebrazioni vanno abortite  –  ma occorrono sempre delle  serie argomentazioni storiche riferite al Risorgimento e al trentennio del suo regno che non può essere solo e soltanto un insieme di  errori e di ombre negative.
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 C’è stata in Italia una storiografia repubblicana da  Salvatorelli  a Spadolini, a Galasso, tanto per citare tre nomi importanti, che ha dato un contributo alto al dibattito risorgimentale. Adolfo Omodeo non esito’ a difendere  il Risorgimento dalle semplificazioni giovanili di Gobetti con assoluta fermezza, parlando dell’ “orianesimo“ giornalistico del giovane torinese.  Questi  storici sarebbero  indignati di fronte alla prosa  un po’ troppo disinvolta di B a r b e r o  che non ha titolo  specifico per scrivere su Risorgimento e fascismo, come invece fa da anni. Il fatto che piaccia al pubblico televisivo non dimostra nulla. Anzi, il successo televisivo è inversamente proporzionale allo scrupolo storiografico che impedisce  sempre la semplificazione, una scorciatoia vietata agli storici. Direi che la consapevolezza della complessità  e’ per uno studioso anche una questione di  etica  professionale  irrinunciabile . La storia e’ sempre un fatto complesso  e non semplificabile,  se non si vuole tradire il valore della ricerca. Luigi Firpo, quando ci insegnava i rudimenti della ricerca storica, era molto rigoroso e chiaro  su queste premesse procedurali. Ma c’ è un esempio ancora più emblematico di una storiografia di origini nettamente di sinistra,   opera di un dirigente del PCI  che ha ricoperto importanti incarichi pubblici. Mi riferisco a Gianni Oliva la cui opera ha spaziato dalla storia militare a quella sabauda, per poi giungere in tempi molto difficili alla ricostruzione storica del dramma delle foibe, tema sul quale  il PCI ebbe posizioni omertose e mendaci. Oliva ha saputo e continua a distinguere il suo legittimo impegno politico e la sua ricerca storica  con un’onestà intellettuale davvero eccezionale. Anche Oliva ha fatto della divulgazione storica, anche Oliva va in televisione, ma ha sempre saputo mantenere il necessario rigore scientifico. Non si è mai esibito e non si è mai montato la testa anche se viene invitato in tutta Italia e i suoi libri hanno un ampio successo. Oliva usa un linguaggio semplice e leggibile che molti storici rifuggono, rendendosi troppi elitari, ma non scade mai nella banalità  oggi imperversante.
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Oggi in Italia  tutti scrivono di tutto, ma la tuttologia  è esattamente l’inverso della scienza. E non si può stabilire una differenza tra  il testo  di un articolo di giornale rispetto ad un saggio perché il rispetto della verità e dello scrupolo storico deve essere sempre lo stesso . Il venir meno a certe regole in un articolo non è meno grave che in un saggio. B a r b e r o si laureò con Giovanni Tabacco di cui fui amico. Non fu lui a succedergli sulla cattedra torinese, ma  B a r b e r o vinse la cattedra a Vercelli. Tabacco  non  credo – il dubbio e’  sempre doveroso, trattandosi di un morto – che potrebbe approvare il suo ex allievo, anche se è chiaro che ognuno è libero di scegliere la sua strada in assoluta libertà . Anche Galante Garrone criticò il suo  ex allievo Vittorio Messori,  un giornalista  per molti versi colto e intelligente che, per un eccesso  di foga polemica, cercò di distruggere, niente di meno,  il Risorgimento.   Anche il solito presidente della sedicente consulta dei senatori del regno ha voluto scrivere in questa occasione il suo compitino, una rigovernatura di luoghi comuni che hanno  assai poca affinità con la riflessione storica sul bicentenario.   Nessun esponente dei diversi comitati per il bicentenario del re ha fatto sentire la sua voce   per confutare l’articolo di B a r b e r o. Hanno taciuto in attesa di riorganizzare  magari a Ferragosto il  gran ballo  programmato per il 13 marzo. Loro, invece di studiare la storia, ballano. Questione di gusti ma anche  segno  sinistro dei tempi calamitosi in cui viviamo.