CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 438

Sacro e Monferrato alla Fortezza di Verrua Savoia

È in corso la mostra fotografica Sacro e Monferrato alla Fortezza di Verrua Savoia. In 46 splendide fotografie vengono illustrate le chiese campestri del Monferrato. L’evento, che si chiude domani domenica, è itinerante. Ad organizzarlo sono il Gruppo Fotografi Monferrini e Monferrato Touring. Un appuntamento assolutamente da non perdere

La disgregazione della famiglia tratta da “Festen” di Thomas Vinterberg

Sul palcoscenico del teatro Astra, repliche sino a domani

Thomas Vinterberg – recente premio Oscar per “Un altro giro” con il suo attore feticcio
Mads Mikkelsen – fu con Lars von Trier il creatore di Dogma 95, un movimento
cinematografico firmato a Copenhagen pressoché a fine secolo per ricercare la
purezza del cinema (fu coniata anche l’etichetta significativa di “Voto di castità”),
poggiante sui valori della recitazione e del tema e libero dall’uso sempre più invadente
degli effetti speciali o delle tecnologie elaborate – scrisse con Mogens Rukov e Bo Hr.
Hansen e diresse “Festen”, presentato a Cannes nel ’98 e premiato con il Premio
Speciale della Giuria, coniando il primo film della corrente. “Per Dogma 95 il cinema
non è illusione” fu scritto tra i punti del decalogo e “Festen”, con la imposizione delle
location, con il risparmio di scenografie e di oggetti di scena, con la macchina a mano
pronta a tallonare l’attore, incollandosi alla sua faccia e ai suoi gesti, fu materia
verissima, sanguinolenta, sfacciatamente vissuta e riproposta. Insomma, un modo
nuovo e inatteso di fare cinema.
Perché il teatro, affine per molti versi alla materia, non avrebbe dovuto impadronirsi di
certe regole e trasportare sullo spoglio palcoscenico quel titolo apripista? Ci pensarono
i londinesi pochi anni dopo, ci ha pensato oggi, nello spazio dell’Astra, primo
adattamento italiano in una coproduzione TPE – Teatro Piemonte Europa in
collaborazione tra gli altri con Il Mulino di Amleto e il Teatro Stabile del Friuli Venezia
Giulia, il regista Marco Lorenzi con Lorenzo De Iacovo coadattatore (visual concept e
video Eleonora Diana, sound designer Giorgio Tedesco). Laddove ogni cosa potrebbe
essere raccontata come una favola dei fratelli Grimm, tra una casetta sul limitare del
bosco e il verde degli alberi su cui cinguettano gli uccelli, felicità e ogni cosa rosa
pastello, si respira al contrario truce aria di tragedia greca o la rivolta del castello di
Elsinore. Tra bicchieri di vino e grandi sorrisi, tra l’arrivo dei giovani figli Christian, il
primogenito, e Helene e lo scapestrato Michael, l’ultimo della nidiata, e dei vari ospiti,
si festeggiano i sessant’anni dell’agiato Kligenfeld. Mentre a poco a poco prende una
dolorosa presenza Linda, la sorella scomparsa, suicida. Anche il momento gioioso dei
brindisi si rivolta come un pugno allo stomaco, sferrato da Christian, i sorrisi di
circostanza e i segreti, il soffocamento delle ipocrisie e lo svelamento di un passato da
sempre se non dimenticato certo sepolto, un gioco al massacro che mette a nudo
l’esistenza di tutti, un equilibrio delicato che si sfalda, certi tabù da urlare in faccia a
tutti perché tutti sappiano. Rabbiosamente, quasi si festeggia la disgregazione della
famiglia, per alleggerire poi in uno sghembo giravolta il disastro sulle note di
“Amapola” o “Bambina innamorata” con la voce di Gigli. Sì, perché Christian accusa
papà della violenza esercitata su di lui e sulla povera sorella (una sua lettera verrà
ritrovata a confermare ogni cosa). Lorenzi ha reimpiegato in piena formula teatrale la
camera posta su un appoggio a tre piedi, spostato dagli attori a turno, ha filtrato
parole dette e in musica come tanti coltelli messi lì in scena a scarnificare, ha rigettato
ogni segno di ambientazione, ha colto la vicenda in un giusto susseguirsi di risate e di
accuse, ponendo tra pubblico e palcoscenico un velario su cui le immagini vengono
ampiamente riversate, starà a chi guarda il fascino e il coinvolgimento veritiero dello
spettacolo scegliere il miglior punto d’attenzione. Ha avuto a disposizione una
compagnia tutta da sentire e guardare, esempio di verità tutto da applaudire: citeremo
in primo luogo le prove di Danilo Negrelli (il padre), di Elio D’Alessandro (il rivoltoso
Christian) e di Barbara Mazzi (Helene), ma tutti sono da ricordare, da Irene Ivaldi a
Roberta Calia a Yuri D’Agostino, da Roberta La Nave a Raffaele Musella a Angelo
Tronca. Stasera e domani ultime repliche, che andrà in tournée a Trieste, Parma e
Milano.
Elio Rabbione
Le foto dello spettacolo sono di Giuseppe Distefano

Inaugurazione del Memoriale Cavour a Santena

160° Anniversario della morte di Camillo Cavour 

 
​In occasione del 160° Anniversario della morte di Camillo Cavour, il Museo Nazionale del Risorgimento proporrà domenica 6 giugno alle ore 15.30 la visita guidata Cavour, l’Italia e l’Europa nella quale sarà presentata l’incessante attività e le eccezionali capacità politiche di uno dei principali protagonisti del Risorgimento. Prenotazione obbligatoria telefonando al n.0115621147; costo 4 euro da aggiungere al biglietto di ingresso.
Sempre domenica 6 giugno,  si inaugurerà ufficialmente  il Memoriale Cavour a Santena: per l’occasione il Museo Nazionale del Risorgimento ha prestato la camicia funebre del grande statista piemontese che sarà temporaneamente esposta nella stanza da letto di Cavour al secondo piano del Castello di Santena.

Racconigi, l’illustratore Marco Cazzato ospite di “Progetto Cantoregi”

Al centro dell’incontro le sue ultime illustrazioni per il celebre “Niente di nuovo sul fronte occidentale” di Erich Maria Remarque. Sabato 5 giugno, ore 17,30

Racconigi (Cuneo)  Illustrazioni nitide e vigorose nella drammatica forza di un’attualità che oggi è ancora realtà assai inquietante. Come attuale, oggi più che mai, continua ad essere il libro scritto più di novant’anni fa, cui le stesse illustrazioni s’ispirano. Se ne parlerà, delle illustrazioni e del libro, nell’incontro organizzato a Racconigi, sabato 5 giugno (ore 17,30) negli spazi della “Soms”, in via Carlo Costa 23, dall’Associazione Culturale “Progetto Cantoregi” con Marco Cazzato. Origini racconigesi ma residente a Torino, Cazzato è fra i più importanti illustratori italiani, collaboratore di riviste, giornali ed editori nazionali e internazionali nonché autore di copertine di libri e album musicali e disegnatore di manifesti. Nel corso dell’incontro, si parlerà e si dialogherà intorno al suo ultimo lavoro uscito nel 2020, edito da “Neri Pozza”: le illustrazioni del romanzo “Niente di nuovo sul fronte occidentale”, l’opera con cui nel lontano 1929 lo scrittore tedesco Erich Maria Remarque raccontò alla Germania e al mondo intero l’orrore della Prima guerra mondiale, che lui stesso aveva vissuto come giovane soldato. Marco Cazzato illustra il libro con immagini che riescono a restituire la drammaticità e l’intensità di un conflitto che, dominato dalla tecnica e da un impiego di mezzi di distruzione mai visto prima, segnò la fine della vecchia Europa. Quarant le tavole illustrate in cui si legge appieno la modernità di Remarque, perché il romanzo è una storia anche attuale, sulle conseguenze del nazionalismo esasperato. “Per cogliere tutto questo – racconta Marco Cazzato– ho deciso di concentrarmi sui dettagli, che sono una delle mie cifre stilistiche. Per aiutarmi a descrivere visivamente il conflitto ho attinto da fotografie e documentari d’epoca. […] Ci sono anche molti disegni che non raccontano la guerra, ma ciò che con la guerra si perde”.
Dialogheranno con lui Serena Fumero e Marco Pautasso, presidente di “Progetto Cantoregi”, per capire come si può raccontare attraverso le immagini l’orrore delle guerre e il dramma delle giovani vite mandate al fronte.
Altamente qualificate anche le collaborazioni di Marco Cazzato in ambito musicale. Ricordiamo le copertine dell’album “Canzoni per un figlio” dei Marlene Kuntz, per i quali ha curato anche il video “Il Partigiano” per la regia di Flavio Nani, mentre per Gianni Maroccolo ha curato insieme a Michele Bernardi i video in animazione dei 4 volumi della collana “Alone”. Ha realizzato inoltre manifesti e curato l’immagine per molti eventi, tra i quali il “Torino Film Festival 2011” e per “La Traviata” di Giuseppe Verdi e “Tosca” di Giacomo Puccini per la Stagione lirica di Spoleto 2012 e 2013, “Guido Catalano Tour” e molti altri.
L’ingresso alla “Soms” di Racconigi è gratuito fino a esaurimento posti, con prenotazione obbligatoria: info@progettocantoregi.it o tel. 349.2459042 . Il bookshop è a cura della “Libreria Clerici” di Racconigi.
g. m.

Esce “La passione della libertà”, l’ultimo libro di Quaglieni

Lunedì 7 giugno alle ore 18 sulla pagina facebook del Centro “Pannunzio”, il prof.  Pier Franco Quaglieni presenterà, in dialogo con l’editore Francesca Mogavero e il saggista Salvatore Vullo, il suo nuovo libro “La passione della libertà”, Buendia Books.

Un libro controcorrente su temi divisivi come etica , religione ,aborto , episodi storici discussi , liberalismo e fascismo , difesa della proprietà privata e ritratti tra gli altri di Ceronetti, Daverio, Frassati, Missoni, Mila, Pansa, Ostellino, Ghidetti, il Cardinal Ravasi, conosciuti dall’autore personalmente. Il libro e’ completato da ricordi di vita, non banali e indicativi del malcostume odierno, a Torino, in Liguria e in altre città. Un libro destinato a far molto discutere per le tesi anticonformiste di uno degli storici italiani  più liberi che è anche semplice e accattivante come giornalista nel suo linguaggio chiaro e comprensibile  ai lettori.

Musiche in Mostra. Soundwatching Reloaded

Passeggiate musicali, mostre en plein air, performance dal vivo e concerti online
Da sabato 5 giugno a sabato 17 luglio

Un esercizio dinamico d’arte completa. Consigli per l’uso. Unite l’osservazione di un’esposizione artistica in un qualsiasi contesto museale o en plein air, all’ascolto simultaneo di elaborati musicali più o meno celebri (dal classico allo sperimentale al più coraggioso contemporaneo) o semplicemente di suoni particolari del paesaggio che ci circonda. Assimilate il tutto, in un’assoluta inaspettata visionarietà di suoni, melodie e immagini. Ed ecco. Il gioco è fatto. Questo vuol essere “Musiche in Mostra”.

“Soundwatching Reloaded”, per l’appunto. Stoppata nei mesi scorsi dall’emergenza sanitaria, la rassegna che, sotto la regia dell’Associazione Musicale “Rive-Gauche”, ha ricevuto per il quarto anno consecutivo l’“EFFE Label” dalla “European Festivals Associations”, torna in pista (con il principale sostegno della “Fondazione Compagnia di San Paolo” nell’ambito dell’edizione 2020 del bando “Performing Arts”) confermando tutti gli appuntamenti ancora in programma. In tutto 10. Cinque le città coinvolte ( Genova e quattro piemontesi: Torino, Cuneo, Rivoli e Santena), 44 gli interpreti di calibro internazionale, la maggior parte under 35, con 25 prime esecuzioni assolute. Tutti gli appuntamenti sono a ingresso libero e gratuito. Dopo la ripartenza da Genova, sabato 5 giugno (nella prestigiosa “Galleria Nazionale di Palazzo Spinola”, dove fra opere di Antonello da Messina, Antoon van Dick e Rubens, ci si potrà muovere fra teatro e cinema nelle interpretazioni della flautista londinese Sara Minelli e del Duo Alterno), da mercoledì 9 a venerdì 11 giugno al “Conservatorio Ghedini” di Cuneo è in programma un workshop – con successivi laboratori di “soundwatching” – sui fenomeni acustici della vita quotidiana tenuti dai giovani musicisti del Conservatorio cuneese e dal compositore e performer napoletano Elio Martusciello, in omaggio al grande Lelio Giannetto, morto prematuramente per Covid lo scorso mese di dicembre. Doppio appuntamento, tra arte e musica, domenica 20 giugno in due luoghi simbolo: il “Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea” e il Parco del “Castello Cavour” di Santena. Si parte alle 10,30 con la prima “passeggiata soundwatching” con performance elettronica: dal parcheggio della manica del Castello di Rivoli si percorre il muro perimetrale del Museo d’Arte Contemporanea per arrivare alla “Sala Tesi” che ospita l’opera “Interference Pearl” (“Perla Interferenza”) della giovane artista figurativa Alessandra Tesi. Si tratta di un’opera quasi invisibile che “provoca” le nostre capacità di percezione mutando forme e colori a seconda del punto di osservazione. Il pubblico attraverserà lo spazio osservando l’opera e ascoltando allo stesso tempo le elaborazioni elettroniche di nove compositori emergenti, selezionati in collaborazione con il “Conservatorio Giuseppe Verdi” di Milano. La seconda “passeggiata soundwatching” con mostra e “mandala” elettrificato dal vivo è in programma alle 15,30 nello scenografico parco del settecentesco “Castello Cavour”. Qui, ci si muoverà tra le opere della mostra en plein air di Silvana Castellucchio: quadri “ecologici”, immersi nella natura che il pubblico potrà toccare e successivamente partecipare alla costruzione collettiva di un “mandala” di sale colorato, guidata dagli utenti con disabilità mentali del Centro Territoriale “Giorgio Bisacco” diretto da Alberto Taverna, in collaborazione con la “Cooperativa Piergiorgio Frassati”. La performance collettiva sarà accompagnata dal vivo dalle musiche di alcuni eccellenti giovani compositori del Conservatorio di Milano. Si spostano invece online i concerti programmati al “Borgo Medievale” di Torino. Sul canale Youtube di “Rive-Gauche Concerti” e sulla pagina Facebook di “Musiche in Mostra” sarà trasmesso sabato 12 giugno alle 18 il concerto a 6 corde e 88 tasti del duo toscano formato dal chitarrista Lapo Vannucci e dal pianista Luca Torrigiani. Sabato 19 giugno alle 18 rivive invece online la magia del balletto romantico con il duo pianistico a quattro mani formato da Francesca Amato e Sandra Landini per un programma che attraversa tre secoli, dall’Ottocento ad oggi. Tra vocalità “estesa” e sperimentalità elettronica si muoverà quindi il concerto di sabato 26 giugno alle 18, quando le nuove forme del suono verranno esplorate dal “Duo Voicetronics” formato dalla cantante di origini russe Natalia Pschenitschnikova e dal compositore berlinese Martin Daske. Sabato 3 luglio alle 18 sarà trasmesso online il concerto del duo pianistico formato da Giovanni Calabrese e Pierluigi Camicia dedicato a Leonardo Leo, grande nome della scuola musicale napoletana. A chiudere sabato 10 luglio alle 18 il Duo Pitros- Luigi Santo, tromba e Daniela Gentile, pianoforte – che interpreterà un’inedita rielaborazione in chiave contemporanea della celebre aria di ordinanza “Il Silenzio” e sabato 17 luglio alle 18, il concerto online dal “Conservatorio Ghedini” di Cuneo “Soundwatching (Omaggio a Lelio Giannetto)” con Elio Martusciello e i giovani del Conservatorio per un programma di prime esecuzioni in onore del maestro palermitano dell’improvvisazione e grande amico della rassegna.

Per info: tel.011/6614170 – www.rivegaucheconcerti.org – FB MusicheInMostra
g. m.

Nelle foto
– Il duo Amato-Landini
– Lapo Vannucci
– Martin Daske

Con un catalogo di “podcast”, la torinese “Neos Edizioni” é fra i vincitori della call “Hangar del Libro”

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Nata a Torino nel 1996 come marchio della Tipolito Subalpina (storica tipografia editoriale torinese in attività dal 1953), la casa editrice “Neos Edizioni” è stata selezionata dalla call di “Hangar del Libro” – progetto della Regione Piemonte realizzato dalla “Fondazione Circolo dei Lettori” e dalla Camera di Commercio di Torino attraverso il suo “Punto Impresa Digitale” con l’obiettivo di promuovere la piccola e media editoria indipendente piemontese, potenziandone le competenze manageriali e gestionali – grazie ad un progetto che prevede la realizzazione di un catalogo di “podcast”.

Cinque le edtrici selezionate. Insieme a “Neos Edizioni”, la “Babi Editore” di Borgomanero, “Effatà Editrice”con sede a Cantalupa, la novarese “Gainsworth e la “Libreria Therese” nata nel 2007 a Torino a Vanchiglietta. “Sono veramente contenta – spiega Silvia Maria Ramasso, amministratore unico di ‘Neos Edizioni’ – che la nostra casa editrice sia tra i cinque progetti di innovazione editoriale selezionati da Hangar del Libro per questo percorso di sviluppo imprenditoriale. Per noi è importante guardare al futuro, innovare e confrontarci con le sfide che le nuove tecnologie ci propongono ogni giorno”.

L’idea alla base del progetto presentato è quella di attingere all’ ampio archivio di circa mille short storiescomprese nei 67 titoli antologici pubblicati dalla “Neos”, per dare vita ad un catalogo di podcast che si potrà usufruire tramite piattaforma on line, con formula di abbonamento e pagamento on-line (tra la fine di quest’anno e gli inizi del 2022). Le tematiche che Neos Edizioni tratta nelle sue collane antologiche sono molte, dalla questione femminile al territorio, dalla famiglia al giallo, dai viaggi all’arte. Nel corso degli anni l’elenco dei titoli è cresciuto, ottenendo sempre maggiore attenzione da parte dei lettori. Si è così formato un patrimonio editoriale di alta qualità letteraria, che urgevarivitalizzare con strumenti non consueti. Il podcast – ancora Ramasso – è un prodotto che la casa editrice non ha mai esplorato e che in questo momento sembra suscitare l’attenzione di una più vasta area di pubblico; il progetto può rappresentare l’avvio di un nuovo asset aziendale dedicato a una fascia di persone giovani o con difficoltà di lettura come gli anziani, gli ipovedenti, i dislessici. Ci piace anche molto l’idea di sostenibilità del prodotto, rivitalizzare contenuti letterari disponibili, non aumentare l’utilizzo di materia prima e andare incontro alle necessità di consumo di fasce di lettori‘fragili’, con una proposta nuova e ‘trend’”.

Per Info: “Neos Edizioni”, via Beaulard 31, Torino; tel. 011/7413179 o www.neosedizioni.it

g. m.

Attraverso i secoli, uno sguardo attorno a quanto ci circonda

Nelle sale di palazzo Lomellini a Carmagnola la mostra “…di là dal fiume e tra gli alberi…”

Venerdì 28 maggio è stata inaugurata a Palazzo Lomellini, in Carmagnola, con ingressi contingentati secondo le attuali norme ministeriali, la mostra “…di là dal fiume e tra gli alberi…”. Intorno al paesaggio nell’arte dal secolo XVII a oggi, a cura di Elio Rabbione, in programma sino al 25 luglio.

Questo appuntamento – organizzato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Carmagnola, per la riapertura della sede espositiva, con la collaborazione dell’Associazione “Amici di Palazzo Lomellini”, è stato pensato considerando quanto ci circonda, all’ambiente, al paesaggio declinato pittoricamente nelle varie epoche e nelle varie tecniche, nelle intenzioni degli artisti più differenti, ritrovati ieri e oggi in Italia e altrove. Volendo sin dal titolo assorbire l’angolo di un giardino, i cieli e le nubi rigonfie, i corsi d’acqua e un mulino sulla riva, il verde degli alberi che vanno a formare imponenti macchie e le distese dei prati che si perdono contro l’azzurro, gli sguardi a perdita d’occhio che possono interessare non soltanto le cime di una montagna ma pure il traffico congestionato di una città, abbiamo preso a prestito il titolo green dalla narrativa hemingwayana, riponendo oggi, attraverso una visione di oltre cento opere, in quei punti di sospensione che precedono e che seguono quel tanto di sogno che sempre accompagna le belle immagini. Un viaggio che certamente non ha le pretese di colmare ogni vuoto, di poter gettare lo sguardo completo su quanto in quattro secoli di storia la pittura abbia detto sull’argomento, come si sia mossa, tra i nomi importanti e non, nel riportare allo spettatore dei nostri giorni quel gran teatro che è la natura che ci circonda. Un viaggio che ha potuto espandersi grazie all’apporto dei collezionisti e delle Gallerie torinesi che hanno generosamente fornito le tele. Un rapporto di fiducia che ha coinvolto, in ultimo, per la prima volta, anche un piccolo quanto suggestivo museo della Valsusa.

Ad aprire il corpus delle sedici opere che offrono una visione sui secoli XVII e XVIII può essere il barcone di gentiluomini (di Jacques d’Artois) che attraversa un corso d’acqua per lasciarsi alle spalle massicci e chiomati tronchi d’alberi e per entrare in un bosco altrettanto ricco, mentre una luce o un raggio di sole (nascosto) colpisce quei tronchi e quell’acqua totalmente tranquilla. E poi i pastori di Nicholas Berchem, ambientati in una campagna romana abitata da rupi e rovine; o l’attenzione (affettuosa) dedicata agli animali da Paul Potter e da Michiel Carree, da Philipp Ross divenuto cittadino romano e dal nostro Michelangelo Cerquozzi che, pur occupando il primo piano con l’arrivo di Erminia tra i pastori, ha modo di “perdere” la sua tela in un suggestivo scorcio lontano di paesaggio. Con uno sguardo all’Ottocento, cogliamo il tempietto classico di Pietro Bagetti e le vedute di campagna di Lorenzo Delleani, la tristezza sperduta nel mare di Enrico Reycend e le ampie distese, trionfanti, celebrate da Enrico Ghisolfi, da Giuseppe Camino, da Carlo Follini in un geniale gioco di luci crepuscolari. Del Novecento (con trentasette opere in mostra) apprezziamo la pacatezza e l’intimità del villaggio bretone di Henry Cahours, quello più gioioso e assolato di Pierre Lesage come il piccolo porto inondato di luce e di riflessi dovuto alla poesia di Emmanuel Laurent; se buttiamo un occhio tra gli immensi spazi russi incontriamo le piccole barche di Dmitrij Kosmin sovrastate da un cielo innaturale, le case di San Pietroburgo di Boris Lavrenko, che allineano movimento e ricercato cromatismo, i tratti irruenti e corposi per il bosco di Maya Kopitzeva. Tra i paesaggi italiani parlano tra gli altri la bellezza dei colori trasmessi dalle opere di Giuseppe Augusto Levis, il lago di Avigliana di Cesare Maggi quasi al riparo degli alberi, l’Inverno di Francesco Menzio dai vasti biancori, il personaggio solitario di Gianni Sesia della Merla immerso nei terreni grumosi del deserto, Luigi Spazzapan che ci dà la sua idea di paesaggio, i favolistici gruppi di case di Nella Marchesini, tra il classicheggiante e l’impressionista, sino ad arrivare al “soffocamento” del paesaggio nel Tappeto-natura di Piero Gilardi.

Gli artisti dei nostri giorni, per concludere. Classicheggianti i paesaggi di Giancarlo Gasparin, di un affascinante nervosismo quelli di Luisella Rolle, pazienti, emozionalmente d’antan le distese di alberi e di poggi di Xavier de Maistre, gli antichi spazi siciliani di Pippo Leocata, le irruzioni del quotidiano tra le montagne di Luciano Spessot, i realistici scorci cittadini di Sandro Lobalzo, di recente scomparso, come Giacomo Gullo; e ancora, tra gli altri, la morbidezza impressionista di Bruno Molinaro, le stilizzazioni di Antonio Presti, le infinite colline dovute al lavoro di Franco Negro e di Adelma Mapelli. Infine in ultimo, tra i paesaggi di oggi, quelli della distruzione prodotta dall’uomo, quelli di Mario Giammarinaro dolorosamente coinvolgenti, amaramente affascinanti nella loro tristezza e nella loro rovina: un mesto risultato, mentre ci si volta indietro a guardare i boschi lussureggianti da cui ha mosso i passi la mostra.

 

Elio Rabbione

curatore della mostra

 

Immagini:

 

Enrico Reycend, Giornata triste

olio su cartone, cm 48 x 66, 1924, firmato in basso a sinistra, titolato sul retro. Esposizioni: “Mostra Commemorativa Enrico Reycend”, Torino 1955; “Enrico Reycend”, Città di Acqui Terme 1989. Bibliografia: M. Biancale – M. Bernardi, “Mostra Commemorativa Enrico Reycend”, Torino 1955; A. Dragone, “Enrico Reycend”, Città di Acqui Terme 1989, pagg. 106/107 n° 79. Galleria Aversa, Torino.

 

Lorenzo Delleani, Strada di campagna sotto il sole

olio su tavola, cm 45 x 31,5, datato 29.11.84 in basso a destra. Bibliografia: Angelo Dragone, “Delleani”, Biella 1973, vol. II, pag. 268 n° 1983. Autentica di Leonardo Bistolfi al retro. Galleria Aversa, Torino.

 

Henry Cahours, Bretonnes sur le chemin du village, olio, cm 61 x 52, 1920, Galleria Pirra, Torino.

 

Francesco Tabusso, Ragazza con libri, olio su tavola, cm 70 x 100, firmato in basso a destra, Galleria Biasutti & Biasutti, Torino.i

Il curioso caso (piemontese) di Benjamin Button

IL LEGAME TRA I RUGGENTI ANNI VENTI DI FRANCIS SCOTT FITGZERALD E L’ITALIA (E TORINO) DELLA FINE DI BELLE EPOQUE IN UN BEL LIBRO DI PATRIZIA DEABATE

Volume vincitore Acqui Inedito del Premio Acqui Storia Ora è in corsa per la selezione al prestigioso Premio Viareggio

C’è un sottile filo rosso che collega i ruggenti anni Venti, epoca in cui gli
Stati Uniti vivevano l’età del jazz, ben descritta da Francis Scott Fitzgerald
e l’Italia (ed in particolare il Piemonte) degli anni Dieci del Novecento ed il
suo mondo letterario, poetico e cinematografico, poi spazzati via
dall’”inutile strage’ rappresentata dalla prima guerra mondiale. Il
collegamento l’ha scoperto Patrizia Deabate in una documentata ricerca che
le ha fruttato la palma di vincitore ‘Acqui Inedito nel Premio Acqui Storia’
2019, diventata poi il libro ‘Il misterioso caso del Benjamin Button da
Torino a Hollywood – Nino Oxilia il fratello segreto di Francis Scott
Fitzgerald’ edito nel novembre 2020 per il Centro Studi Piemontesi. Tutto
è partito da una pellicola, ‘Il curioso caso di Benjamin Button’, del 2008,
interpretato da Brad Pitt e Cate Blanchet, liberamente tratto da un racconto
di Fitgerald contenuto nella raccolta di novelle sulla ‘Età del jazz’. E’ la
storia di un uomo che nasce vecchio per poi ringiovanire, vivendo così una
vita al contrario. A Patrizia Deabate è saltato immediatamente all’occhio il
parallelo con Giulio Gianelli, poeta torinese crepuscolare dall’intenso
spirito religioso che nel 1911 pubblicò, in anticipo su Fitzgerald, ‘Storia di
Pipino nato vecchio e morto bambino’. Di qui la domanda se sia stata
quest’ultima opera ad ispirare Fitzgerald e l’incontro con un altro
crepuscolare torinese, Nino Oxilia, giornalista, scrittore, poeta e regista.
Anch’egli ha in comune con Gianelli il trasferimento a Roma e una morte
precoce: Gianelli si spense nel 1914 nella Capitale per un attacco di tisi,
Oxilia, dopo aver ottenuto fama come autore teatrale e regista
cinematografico e l’amore di Maria Jacobini una delle grandi dive del
cinema dell’anteguerra, perderà la vita come combattente sul Monte
Tomba, mentre partecipava alla linea di difesa del Monte Grappa. Nel suo
saggio Patrizia Deabate, sottolinea che Nino Oxilia sarebbe stato un
riferimento costante per Fitzgerald che in tre dei suoi 5 romanzi avrebbe
inserito un personaggio ‘Dick’, come alter ego dello scrittore torinese. Le
350 pagine dell’opera della studiosa albese, oltre allo sviluppo della tesi sul
parallelismo tra le due sponde dell’Atlantico, offrono anche lo spaccato su
un mondo che ormai la grande storia tende a dimenticare, sull’epoca del
cinema muto, quando le dive italiane (prima tra tutte Maria Jacobini) erano
popolarissime al di là dell’Oceano, su figure di poeti e letterati che
altrimenti cadrebbero nell’obblio. Il tutto si articola grazie ad una
conoscenza approfondita della materia e ad un’attenta comparazione delle
fonti. Nel 2014 ha curato la nuova edizione dei Canti Brevi di Nino Oxilia,
nel 2016 per l’Associazione Italiana di Ricerche di Storia del Cinema ha
pubblicato il primo saggio critico sul film ‘Addio Giovinezza’, tratto
dall’opera dello stesso Oxilia. Come il Centro Studi Piemontesi è poi
beneficiaria di un fondo di documentazione su Nino Oxilia donato
dall’avvocato e slavista Piero Cazzola.
Abbiamo voluto approfondire alcune tematiche del libro direttamente con
l’autrice.
Come e quando è nata l’idea di questo libro ?
Nel 2013 anche se c’era già in precedenza l’idea ma non l’avevo ancora
sviluppata, essendo stato distribuito in Italia nel 2009 ‘Il curioso caso di
Benjamin Button’, del regista David Fincher. Il punto di partenza è stato il
paragone sulla vita al contrario di Pipino, il protagonista dell’opera di
Gianelli. Poi, dall’analisi dei testi di Francis Scott Fitzgerald con quelli di
Oxilia e le vicende della sua vita sembra che questi ne abbia letto i testi.
Quali sono i punti di contatto tra i due autori ?
C’è una somiglianza anche nelle sfaccettature delle opere che è
impressionante. Le pagine dei critici dei due autori, poi utilizzano spesso le
stesse parole. I punti di contatto sono indiretti. Ad esempio la pellicola
‘Giovanna d’Arco’, nella quale sono racchiusi due miti per Fitzgerald,
quello della donna moderna e di Santa Romana Chiesa. La pellicola che
aveva come protagonista la diva Maria Jacobini, prodotta a Torino nel 1913
venne diretta da Ubaldo Maria Del Colle coadiuvato da Nino Oxilia. Un
legame passa anche, sempre indiretto, con il Vaticano: Fitzgerald era
cattolico e la Jacobini apparteneva alla nobiltà ‘nera’ romana, vicina alle
gerarchie vaticane, tanto da avere un legame di parentela con Papa
Benedetto XV.
Perché Nino Oxilia che fu all’epoca un protagonista della vita letteraria è
così poco conosciuto ?
Sicuramente nell’Italia Repubblicana ha scontato la glorificazione che ne
aveva fatto il fascismo che lo aveva esaltato come precursore, anche se
fascista non era. Era, però, partito volontario per la Grande Guerra e caduto
al fronte. Inoltre scrisse l’inno goliardico ‘Il commiato’ nel 1909, musicato
da Giuseppe Blanc, una parte del quale, opportunamente modificato,
sarebbe diventato ‘Giovinezza’. Le sue poesie sono state poco studiate
anche perché spesso incomplete, la raccolta è postuma, ci sono dei testi
mutilati.
Anche il cinema muto italiano sembra quasi condannato ad una ‘damnatio
memoriae ….
Si e con esso le dive degli anni Dieci. Anche in questo caso il fascismo fece
la sua parte. Il mito vent’anni dopo era passato di moda, il cinema muto era
visto come un qualcosa di ridicolo. Mussolini diede anche ordine di
distruggere scene e costumi di Cabiria. E in ogni caso non va dimenticato
che gusti e mode passano.
Guido Gozzano e Giulio Gianelli vissero entrambi nella stessa epoca, ma il
primo è molto più conosciuto del secondo, perché ?
Probabilmente già all’epoca in cui visse la poesia e l’opera di Gianelli
riflettevano maggiormente il riflesso della sua vita dedita agli altri, quasi in
aurea di santità, Gozzano viene studiato considerando forse una maggiore
universalità della sua poesia.
Che ruolo ha il futurismo nel suo libro ?
Ha un ruolo fondamentale perché i tre pilastri di Fitzgerald erano: Sacra
Romana Chiesa, il decadentismo e Gabriele D’Annunzio e l’avanguardia
futurista con Filippo Tommaso Marinetti. Ho ripreso alcuni studi su Mina
Loy, amante di Martinetti e precursore e diffusore dell’idea futurista nei
Paesi Anglosassoni.
Qual è il suo prossimo progetto letterario ?
Per il momento l’auspicio è che il libro venga selezionato per la rosa del
Premio Viareggio. Sarebbe davvero un bel traguardo.
Massimo Iaretti

Kevin Spacey “turista” a Torino per un nuovo film

Il due volte premio Oscar Kevin Spacey, il cinico Francis Underwood di House of cards,  è in questi giorni a Torino per le riprese del film “L’uomo che disegnò Dio”, diretto da Franco Nero, prodotto da Louis Nero per L’AltroFilm. Nero interpreta un anziano non vedente, insegnante di ritrattistica a carboncino in una scuola serale. Nella foto di Facebook, Spacey al ristorante Brick’s. L’attore americano ha visitato il Museo del Cinema e  ha preso un aperitivo al Caffe Torino.