CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 415

Kashmir, conflitto e lavoro ad ago. Al Museo del tessile

Museo del Tessile di Chieri

ADAM STCLAIR

KASHMIR: conflict and stitchery

KASHMIR: conflitto e lavoro ad ago

Mostra di fotografia e cultura materiale tessile

Dal 16 al 26 ottobre 2021

 

Sabato 16 ottobre, alle ore 15.00, si inaugura al Museo del Tessile di Chieri, in via Santa Chiara 5, la mostra del fotografo, antropologo e docente inglese Adam STCLAIR (Norwich, 1967, vive e lavora a Torino), che, insieme ad una selezione di fotografie di viaggio, presenta anche una collezione di manufatti di artigianato artistico dal Kashmir.  

 

Come il vicino Afghanistan, anche il Kashmir ha subito una delle più lunghe occupazioni militari al mondo. Tuttavia, la comunità internazionale sembrerebbe aver ignorato per decenni la negazione o la ripetuta violazione dei diritti umani delle popolazioni che abitano il territorio oggi identificato come Kashmir, le cui terre sono controllate in parte dall’India, in parte dal Pakistan e in parte dalla Cina. L’instabilità derivante da questa situazione ha pesato inevitabilmente sulle attività delle piccole manifatture e botteghe di artigiani, la cui vitalità e maestria traspaiono dagli smaglianti manufatti tessili che ancora producono.

 

Adam STCLAIR ha avuto modo di rapportarsi direttamente con la vita in Kashmir poiché, per diverso tempo, è stato ospite di una famiglia sul lago Dal, nei pressi della città di Srinagar, e ha viaggiato in lungo e in largo attraverso il Kashmir per condurre la sua ricerca di dottorato in antropologia visiva, che già lo aveva condotto a Mumbai (India). Durante i suoi viaggi attraverso paesaggi himalayani, ha fotografato, ripreso e intervistato persone che lavoravano nelle botteghe e piccole manifatture tessili del Kashmir. Ha così realizzato il valore dell’intenso lavoro manuale necessario a realizzarli, quasi sempre eseguito da donne che operano in condizioni ambientali estreme subendo ingiustizia ed esclusione dalla vita sociale e culturale. Ha osservato le loro abili mani filare, pettinare e tessere disegni intricati con fili di seta, lana e cotone a telaio. Ha visto la manifattura di bellissimi tappeti in seta, stole in lana Pashmina (ricavata dalla capra tibetana) tessute con aghi porgifilo lignei detti kani, ma anche scialli in lana Shahtoosh (ricavata dall’antilope tibetana) decorati con splendidi disegni ricamati a mano, ognuno dei quali esprime un senso di identità e orgoglio per i Kashmiri.

 

«Il Kashmir non è una storia, bensì una moltitudine storie che accadono intorno all’osservatore»,afferma Adam STCLAIR, la cui mostra, ospitata al al Museo del Tessile di Chieri fino al 26 ottobre, offre scorci sulla sua esperienza di viaggio in quell’area tormentata nel cuore dell’Asia centrale. Oltre a raffinati tappeti e stole, sono esposti strumenti tradizionali quali aghi uncinati per il ricamo a punto catenella, pettini e kaniimpiegati a telaio per oltre un secolo e persino un Corano Kashmiri. Le fotografie ritraggono bambini e adulti in abiti tradizionali, ambienti domestici e paesaggi, manufatti di alto artigianato e particolari di quegli stessi lavori d’arte tessile. Una produzione audiovisiva restituisce i suoni che erano parte integrante della vita quotidiana del Kashmir al tempo in cui furono effettuate le riprese – musica trasmessa da una stazione radio locale, l’adhān (chiamata islamica alla preghiera) da diverse moschee di Srinagar, il suono ubiquo della voga prodotto sul lago Dal da chi cerca un incontro o la fuga dal coprifuoco.

 

«Questa esposizione dalle diverse anime racchiude ‘storie personali’ che restituiscono il senso di cosa significa vivere in Kashmir, dove conflitto e lavoro ad ago coesistono-spiega di Melanie ZEFFERINO, Presidente della Fondazione Chierese per il Tessile e per il Museo del Tessile, e curatrice del ciclo di eventi “Ars et Industria”-Scriveva la storica e scrittrice di viaggi gallese Jan Morris che “il Kashmir è sempre stato più di un mero luogo. Esso ha la qualità di un’esperienza, di uno stato mentale o forse di un ideale”. Anche Adam STCLAIR vede il Kashmir come una realtà dalle molteplici sfaccettature, e le diverse tradizioni tessili del Kashmir, seppure diffuse anche in alcune regioni limitrofe, sono presentate per la prima volta al Museo del Tessile in questa intrigante mostra, contestualizzandole attraverso immagini di grande impatto. Tutto ciò non solo nell’ottica di esaltare il valore estetico ed etnografico dei manufatti esposti, ma anche di riconoscere, attraverso la cultura materiale, la diversità come valore per l’essere umano».

Il giorno dell’inaugurazione della mostra, sabato 16 ottobre, sarà possibile visitare presso la sede del Museo del Tessile di Chieri anche il laboratorio di ricamo diretto da Anna Ghigo, Presidente dell’Associazione Amici del Ricamo Bandera, tecnica di tradizione chierese che contempla anche il punto catenella tipico del lavoro ad ago nel Kashmir.

 

Prenotazione obbligatoria (prenotazioni@fmtessilchieri.org, tel.329/4780542)

costo del biglietto 6 euro (Museo + mostra)

Orari: Martedì, Mercoledì e Venerdì: 9:30-12:30Sabato: 14:00-18:00 Domenica 10:00-12:00

I visitatori devono essere in possesso di green pass, da esibire all’ingresso,

e indossare la mascherina in ottemperanza delle norme di sicurezza in vigore

 

Adam STCLAIR

Fotografo, attore, antropologo e docente, Adam STCLAIR (Norwich, 1967), si è laureato in Archeologia e Antropologia alla University of Manchester. Ha lavorato in diversi ambiti, dalla ricerca urbanistica alla pratica museale alle industrie creative fra Austraila, Stati Uniti e Regno Unito. Ha trascorso diversi anni in India mentre era impegnato nella sua ricerca universitaria e, dal 2018, vive e lavora a Torino. Si focalizza sull’impatto sociale e storico della fotografia, sugli aspetti legati alla rappresentazione, al viaggio e alla visione di chi lo compie, ma anche sui diversi linguaggi con cui è possibile raccontare le storie delle persone.

 

L’evento, che riceve il sostegno del Churchill British Centre di Torino, fa parte del ciclo di conferenze «ARS ET INDUSTRIA», organizzato dalla Fondazione Chierese per il Tessile e Museo del Tessile con il patrocinio del Comune di Chieri, della Città Metropolitana di Torino, della Regione Piemonte, e il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del bando CivICA-progetti di cultura e innovazione civica.

 

A Omegna il Festival e il museo dedicati a Gianni Rodari

Torna a Omegna l’ottava edizione del Festival della Letteratura per Ragazzi  dedicato al più illustre cittadino del capoluogo del lago d’Orta, lo scrittore Gianni Rodari. Da sabato 16 a domenica 24 ottobre il Festival sarà accompagnato da molti eventi in un crescendo che culminerà con l’inaugurazione del Museo “Una fantastica storia”, interamente dedicato a Rodari.

L’edizione 2021 dell’evento rodariano si inaugura con una  serie di mostre che porterà  sulle rive del Cusio  importanti autori ed editori . “Per questa ottava edizione – commenta Sara Rubinelli, assessore comunale alla Cultura – avremo ospiti Beatrice Masini, Angelo Ruta, Nicola Cinquetti, Giuseppe Festa, Sergio Olivotti, Guido Quarzo e Cinzia Ghigliano”. Evento importantissimo, sabato 23 ottobre, giorno del 101° compleanno di Rodari. l’inaugurazione di ‘Una fantastica storia’ , il museo realizzato a Omegna dopo un attento lavoro di riqualificazione di un immobile comunale fatiscente, allestito dalla società torinese Aurora Meccanica in collaborazione con un gruppo di esperti conoscitori dell’opera di Rodari, prenderà spunto dalle sue opere e da quel testo fondamentale intitolato Grammatica della Fantasia. Nello spazio espositivo del Forum saranno visitabili l’interpretazione artistica delle opere letterarie di Rodari a cura dell’artista omegnese Giorgio Rava, nonché la mostra sugli illustratori di  C’era due volte il barone Lamberto ,curata dal professor Pino Boero che, attraverso sedici roll up, presenterà la figura dell’illustre omegnese, affrontando le diverse sequenze narrative attraverso la riproduzione delle illustrazioni di Paola Rodari, Federico Maggioni, Bruno Munari, Francesco Altan, Javier Zabala e Mauro Maulini. Gianni Rodari era nato a Omegna il 23 ottobre 1920, in riva al Lago d’Orta dove i genitori, originari della Val Cuvia nel Varesotto, si erano trasferiti per lavoro. E il ricordo dell’infanzia nella città sul lago d’Orta emerse più volte nelle su interviste e nei racconti. “Da ogni punto della parola Omegna partono, per me, fili che si allungano in ogni direzione  […]. Per adesso preferisco che i ricordi, quando si fanno vivi, rimangano dentro di me a nutrire le mie emozioni, a colorare le mie fantasie”. In C’era due volte il barone Lamberto  scrisse: “Se vi mettete a Omegna, in piazza del Municipio, vedrete uscire dal Cusio un fiume che punta dritto verso le Alpi. Non è un gran fiume, ma nemmeno un ruscelletto. Si chiama Nigolia e vuole l’articolo al femminile: la Nigolia”. E anche le sue umili origini  ( aveva visto la luce in via Mazzini, una delle vie principali di Omegna, dove il padre, Giuseppe Rodari, fornaio, svolgeva la sua attività) vennero descritte così: “Credo di averlo già detto sono figlio di un fornaio […] La parola “forno” vuol dire, per me, uno stanzone ingombro di sacchi, con un’impastatrice meccanica sulla sinistra, e di fronte le mattonelle bianche del forno, la sua bocca che si apre e chiude, mio padre che impasta, modella, inforna, sforna. Per me e per mio fratello, che ne eravamo ghiotti, egli curava ogni giorno in special modo una dozzina di panini di semola doppio zero, che dovevano essere molto abbrustoliti. L’ultima immagine che conservo di mio padre è quella di un uomo che tenta invano di scaldarsi la schiena contro il suo forno. È fradicio e trema. È uscito sotto il temporale per aiutare un gattino rimasto isolato tra le pozzanghere. Morirà dopo sette giorni, di broncopolmonite. A quei tempi non c’era la penicillina“. Nonostante l’infanzia segnata da quel lutto, Rodari seppe sviluppare al meglio la sua straordinaria fantasia, diventando uno dei più grandi scrittori per l’infanzia di tutti i tempi.

Marco Travaglini

 

Nasce Spiritual life, la rivista del dialogo tra religioni

Al Salone del Libro


LA RIVISTA MULTIMEDIALE DEL DIALOGO INTERCULTURALE E INTERRELIGIOSO

IL DIO DEGLI ALTRI è un progetto nato da un’idea di Don Ermis Segatti nell’ambito del coordinamento interreligioso piemontese NOI SIAMO CON VOI, di cui è portavoce l’ex assessore e consigliere regionale Giampiero Leo, con l’intento di dare voce alle esperienze religiose delle comunità immigrate. Sviluppato poi dall’associazione INTERDEPENDENCE, col supporto della FONDAZIONE CRT, si è tradotto in un ciclo di incontri online curato dal comitato FEDINSIEME e trasmesso sui canali social EventiSpiritual su Facebook, Instagram e YouTube.
Il progetto diventa rivista. Nasce così SPIRITUAL LIFE per far conoscere ai più le diverse culture e i diversi culti. Il 1 6 ottobre alle ore 11,00, presso il Salone Internazionale del Libro di Torino – PAD 3, sala argento -, verrà presentato il progetto di questa ambiziosa rivista. In tale occasione porteranno i saluti Giampiero Leo (in qualità anche di vicepresidente del Comitato Regionale per i Diritti Umani) e Bhante Dharmapala (Claudio Torrero), presidente di Interdependence. In merito al progetto della rivista interverranno: Don Ermis Segatti (che è docente presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale), Massimo Introvigne (direttore del CESNUR), Younis Tawfik (scrittore e giornalista, presidente del Centro Culturale Italo-arabo DAR AL-HIKMA), Padre Paul Porcescu (parroco della Comunità Ortodossa di Settimo Torinese) e Marco Margrita(giornalista ed editore del Gruppo EchosGroup). La rivista avrà il sostegno di importanti centri di studio come il CESNUR e l’OPR (Osservatorio sul Pluralismo Religioso) per la costituzione di una redazione di personalità qualificate a livello nazionale e internazionale. L’evento del 16 organizzato da INTERDEPENDENCE col sostegno di NOI SIAMO CON VOI e FEDINSIEME e col supporto della FONDAZIONE CRT, avrà inoltre come partner l’associazione Insieme senza Confini, la Fondazione ISEF Piemonte e il Sindacato Italiano Militare – Carabinieri. In occasione della presentazione del progetto, verrà consegnato da parte di FEDINSIEME un riconoscimento a Luigi Berzano per la sua ultima opera: Un altro Gesù, pubblicato da Elledici Edizioni. Tutti i partecipanti all’incontro del 16.10.21, ore 11,00, in sala argento, saranno omaggiati di una copia del libro.

La presentazione della rivista  multimediale sulla realtà del pluralismo avverrà
sabato alle ore 11,00 16.10.2021
presso la sala Argento, PAD 3, Lingotto Fiere – Via Nizza n. 294 – TORINO

Musica en plein air. Corni e cornamuse tra Inghilterra, Scozia e Irlanda

ALLA REGGIA DI VENARIA Appuntamento sabato 16 alle 17 in Sala Diana

 

Una nuova iniziativa per celebrare corno e cornamusa, due strumenti nati per esser suonati anche all’aperto, dove segnale, cerimonia, impiego militare e divertimento si sono, da sempre, intrecciati. La firma l’Accademia di Sant’Uberto, nel quadro di appuntamenti per il riconoscimento Unesco dell’ arte musicale dei corni da caccia, avvenuta nel dicembre scorso, in collaborazione con il Consorzio delle Residenze Reali Sabaude, con maggior sostenitore  Compagnia di San Paolo e con il contributo di Fondazione CRT.

 

L’appuntamento è sabato 16 alle 17 nella Sala Diana della Reggia di Venaria (accesso con biglietto di ingresso alla Reggia,  fino ad esaurimento posti. Necessario Green Pass) con “Musica en plein air. Corni e cornamuse, tra Inghilterra, Scozia e Irlanda”. Questa volta non si rievoca la vita di corte sabauda, le giornate di caccia o quelle dedite al divertissment. L’iniziativa conduce infatti nel paesaggio d’Inghilterra, Scozia ed Irlanda attraverso la musica del Trio O’Carolan, Fabio Rinaudo (uilleann pipes, ovvero cornamusa irlandese), Elena Spotti (arpa irlandese) e Luca Rapazzini (violino). L’obiettivo è promuovere e far conoscere la musica della cornamusa, visti i tanti fili rossi che la legano a quella del corno da caccia, che sarà comunque anche un po’ protagonista: l’Equipaggio, infatti, si alternerà a questo omaggio alla cornamusa proponendo brani d’intrattenimento.

I musicisti del trio sono importanti individualità sia nell’ambito della musica tradizionale sia della musica antica in Italia, con all’attivo numerosissime incisioni discografiche, radiofoniche e televisive e tournée in Italia, Europa, Stati Uniti, Giappone e Canada. Sono tutti componenti dei Birkin Tree, la più importante Irish band italiana. I brani in programma, presentati da Fabio Rinaudo come delle storie , introdurranno il pubblico al ricco repertorio della tradizione musicale d’Irlanda e Scozia. Il concerto vedrà l’antica arpa, strumento simbolico d’Irlanda, dialogare con il violino e la uilleann pipes, la cornamusa irlandese, e  la loro musica porterà  l’ascoltatore alla scoperta di un mondo musicale affascinante e sorprendente. 

 

Il programma è tratto da composizioni scritte a partire dal XVII  sino al XIX secolo. Tra i diversi compositori dell’epoca ricordiamo per l’originalità della produzione e per la notorietà acquisita, il leggendario arpista irlandese Turlough O’Carolan, ultimo vate dell’antica cultura gaelica, ed il violista scozzese Neil Gow.

 

 

L’Equipaggio della Regia Venaria di suonatori di corno da caccia si alternerà al Trio con intermezzi musicali, proponendo partiture del repertorio classico, tratto da un metodo per “French Horn” (1746) che comprende anche  brani d’intrattenimento, rappresentativi dell’impiego dello strumento secondo il gusto inglese, per momenti di svago e divertimento. La presenza di cornisti era ambita, per allietare i giovani aristocratici in occasione di feste, matrimoni e anche per scampagnate in barca. Del 1717 la famosa “Musica sull’acqua” di G.F.Händel eseguita per re Giorgio I. Lo strumento era inizialmente usato anche per le cacce, secondo il cerimoniale francese, ma ben presto lo spirito “sportivo” e l’amore per l’arte equestre lo trasformerà già nel corso del XVIII, delineando un modello nuovo ed inedito e fuori dagli schemi consueti.

 

Lo strumento impiegato non sarà la trompe de chasse attuale ma il corno da caccia in uso in età barocca  sia per le cacce che per orchestra (tonalità 415 Hz), in particolare i corni “Seyssel” sabaudi copia del settecentesco recentemente ritrovato dall’Accademia di Sant’Uberto e riprodotti dal costruttore valdostano Cristian Bosc secondo le antiche metodologie. Cornisti: Elisa Bellezza,  Gregorio Demaria, Aldo Marietti e Donato Gavino Murru.

L’iniziativa rientra nell’ambito del progetto “Vita di corte. Tempi e luoghi della musica”.

I Subsonica posticipano a marzo e aprile 2022

POSTICIPATO A MARZO E APRILE 2022 IL MICROCHIP TEMPORALE CLUB TOUR

 

A causa della situazione attuale, Vertigo comunica che il “Microchip Temporale Tour Club” dei Subsonica è posticipato a marzo e aprile 2022. I biglietti acquistati saranno validi per le nuove date.

 

La tournée, prodotta da Vertigo, partirà giovedì 3 marzo 2022 dall’Hall di Padova (data iniziale 05.03.2020 posticipata poi al 05.04.2020, 22.10.2021, 04.03.2021 e 04.11.2021) per poi fare tappa al Vox Club di Nonantola (MO) venerdì 4 marzo (data iniziale 06.03.2020 posticipata poi al 17.04.2020, 23.10.2020, 05.03.2021 e 05.11.2021) e sabato 5 marzo (data iniziale 27.032020 posticipata poi al 08.05.2020, 24.10.2020, 6.03.2021 e 06.11.2021), al Common Ground di Napoli giovedì 10 marzo (data iniziale 19.03.2020 posticipata poi al 23.04.2020, 12.11.2020, 18.03.2021 e 18.11.2021), al Pin Up di Mosciano Stazione (TE) venerdì 11 marzo (data iniziale 20.03.2020 posticipata poi al 24.04.2020, 13.11.2020, 19.03.2021e 19.11.2021), al Demodè di Modugno (BA) sabato 12 marzo (data iniziale 21.03.2020 posticipata poi al 25.04.2020, 14.11.2020, 20.03.2021 e 20.11.2021), all’Afterlife di Perugia giovedì 17 marzo (data iniziale 11.03.2020 posticipata poi al 7.05.2020, 16.10.2020, 11.03.2021 e 11/11/2021), al Mamamia di Senigallia (AN) venerdì 18 marzo (data iniziale 03.04.2020 posticipata poi al 02.05.2020, 30.10.2020, 12.03.2021 e 12.11.2021), al Live Club di Trezzo Sull’Adda (MI) sabato 19 marzo (data iniziale 07.03.2020, posticipata poi al 04.04.2020, 07.11.2020, 13.03.2021 e 13.11.2021), al Capitol Fiera di Pordenone venerdì 25 marzo (data iniziale 28.03.2020 posticipata poi al 10.04.2020, 06.11.2020, 26.03.2021 e 26.11.2021), al C.S. Rivolta di Marghera (VE) sabato 26 marzo (data iniziale 04.04.2020 posticipata poi al 18.04.2020, 17.10.2020, 27.03.2021 e 27.11.2021), al Brixia Forum di Brescia domenica 27 marzo (data iniziale 30.03.2020 posticipata poi al 28.03.2021 e 14.11.2021), al Teatro della Concordia di Torino giovedì 31 marzo (data iniziale 14.03.2020 posticipata poi al 28.04.2020, 21.11.2020, 09.04.2021 e 10.12.2021), venerdì 1 aprile (data iniziale 15.03.2020 posticipata poi al 29.04.2020, 22.11.2020, 10.04.2021 e 11.12.2021) e sabato 2 aprile (data iniziale 31.03.2020 posticipata poi al 30.04.2020, 20.11.2020, 11.04.2021 e 12.12.2021), al Tuscany Hall di Firenze giovedì 7 aprile (data iniziale 12.03.2020 posticipata poi al 06.05.2020, 14.10.2020, 02.04.2021 e 03.12.2021), all’Atlantico di Roma venerdì 8 aprile (data iniziale 24.03.2020 posticipata poi al 15.04.2020, 28.10.2020, 31.03.2021 e 01.12.2021) e sabato 9 aprile (data iniziale 25.03.2020 posticipata poi al 16.04.2020, 29.10.2020, 01.04.2021 e 02.12.2021) e all’Alcatraz di Milano martedì 12 aprile (data iniziale 08.04.2020 posticipata poi al 17.11.2020, 06.04.2021 e 07.12.2021) e mercoledì 13 aprile (data iniziale 09.04.2020 posticipata poi al 18.11.2020, 07.04.2021 e 08.12.2021).

 

CALENDARIO AGGIORNATO MICROCHIP TEMPORALE CLUB TOUR – 2022

 

giovedì 3 marzo 2022 – Hall, Padova
(data iniziale 05.03.2020 posticipata poi al 05.04.2020, 22.10.2021, 04.03.2021 e 04.11.2021)
venerdì 4 marzo 2022 – Vox Club, Nonantola (MO)
(data iniziale 06.03.2020 posticipata poi al 17.04.2020, 23.10.2020, 05.03.2021 e 05.11.2021)
sabato 5 marzo 2022 – Vox Club, Nonantola (MO)
(data iniziale 27.03.2020 posticipata poi al 08.05.2020, 24.10.2020, 06.03.2021 e 06.11.2021)
giovedì 10 marzo 2022 – Common Ground, Napoli
(data iniziale 19.03.2020 posticipata poi al 23.04.2020, 12.11.2020, 18.03.2021 e 18.11.2021)
venerdì 11 marzo 2022 – Pin Up, Mosciano Stazione (TE)
(data iniziale 20.03.2020 posticipata poi al 24.04.2020, 13.11.2020, 19.03.2021e 19.11.2021)
sabato 12 marzo 2022 – Demodè, Modugno (BA)
(data iniziale 21.03.2020 posticipata poi al 25.04.2020, 14.11.2020, 20.03.2021 e 20.11.2021)
giovedì 17 marzo 2022 – Afterlife, Perugia
(data iniziale 11.03.2020 posticipata poi al 07.05.2020, 16.10.2020, 11.03.2021 e 11.11.2021)
venerdì 18 marzo 2022 – Mamamia di Senigallia (AN)
(data iniziale 03.04.2020 posticipata poi al 02.05.2020, 30.10.2020, 12.03.2021 e 12.11.2021)
sabato 19 marzo 2022 – Live Club, Trezzo Sull’Adda (MI)
(data iniziale 07.03.2020, posticipata poi al 04.04.2020, 07.11.2020, 13.03.2021 e 13.11.2021)
venerdì 25 marzo 2022 – Capitol Fiera, Pordenone
(data iniziale 28.03.2020 posticipata poi al 10.04.2020, 06.11.2020, 26.03.2021 e 26.11.2021)
sabato 26 marzo 2022 – C.S. Rivolta, Marghera (VE)
(data iniziale 04.04.2020 posticipata poi al 18.04.2020, 17.10.2020, 27.03.2021 e 27.11.2021)
domenica 27 marzo 2022 – Brixia Forum, Brescia
(data iniziale 30.03.2020 posticipata poi al 28.03.2021 e 14.11.2021)
giovedì 31 marzo 2022 – Teatro della Concordia, Torino
(data iniziale 14.03.2020 posticipata poi al 28.04.2020, 21.11.2020, 09.04.2021 e 10.12.2021)
venerdì 1 aprile 2022 – Teatro della Concordia, Torino
(data iniziale 15.03.2020 posticipata poi al 29.04.2020, 22.11.2020, 10.04.2021 e 11.12.2021)
sabato 2 aprile 2022 – Teatro della Concordia, Torino
(data iniziale 31.03.2020 posticipata poi al 30.04.2020, 20.11.2020, 11.04.2021 e 12.12.2021)
giovedì 7 aprile 2022 – Tuscany Hall, Firenze
(data iniziale 12.03.2020 posticipata poi al 06.05.2020, 14.10.2020, 02.04.2021 e 03.12.2021)
venerdì 8 aprile 2022 – Atlantico, Roma
(data iniziale 24.03.2020 posticipata poi al 15.04.2020, 28.10.2020, 31.03.2021 e 01.12.2021)
sabato 9 aprile 2022 – Atlantico, Roma
(data iniziale 25.03.2020 posticipata poi al 16.04.2020, 29.10.2020, 01.04.2021 e 02.12.2021)
martedì 12 aprile 2022 – Alcatraz, Milano
(data iniziale 08.04.2020 posticipata poi al 17.11.2020, 06.04.2021 e 07.12.2021)
mercoledì 13 aprile 2022 – Alcatraz, Milano
(data iniziale 09.04.2020 posticipata poi al 18.11.2020, 07.04.2021 e 08.12.2021)

Prevendite autorizzate:

Segui su:
IG @subsonicaofficial
FB @Subsonica

Concerto d’organo per i 400 anni della chiesa di San Martino a Revigliasco

Sabato 16 ottobre 2021 Moncalieri, ore 21 Chiesa parrocchiale di San Martino, Revigliasco

 

Revigliasco è un pezzo di storia fondamentale del nostro territorio. Di origini latine, è stato comune autonomo dal 1861 al 1928, quando fu accorpato a Moncalieri – commenta l’assessore alla Cultura Laura Pompeo – La borgata ha inoltre a fortuna di essere animata da una Pro Loco appassionata e con un forte spirito di iniziativa”.

In occasione dei festeggiamenti per i 400 anni della Chiesa di S.Martino a Revigliasco Torinese, la Parrocchia e la Pro Loco di Revigliasco invitano tutti sabato sera 16 ottobre a un concerto d’organo in onore della chiesa parrocchiale di cui ricorre il quarto centenario della fondazione (1620-2020). In programma musiche di i Mozart, Beethoven,Vangelis, Cesar Franck, Marco Frisina, Albinoni e Morricone, che verranno eseguite dal mezzo soprano Sabrina Pecchenino e dagli organisti Marco Gallo (organista della Gran Madre a Torino) e Stefano Rosso (organista incaricato per la prima visita in Piemonte di papa Benedetto XVI). Ingresso libero, posti limitati a un massimo di 65.

La serata inaugura un programma di festeggiamenti per celebrare degnamente i 400 anni della chiesa, che proseguirà con altri appuntamenti importanti: una conferenza il 29 ottobre con la partecipazione tra gli altri dello storico Gianni Oliva, una mostra e la Festa di San Martino il 14 novembre.

“Rotary Club Torino 150 Dieci anni dopo. 2011-2021″

Il Rotary Club Torino 150 festeggia il decennale con una pubblicazione edita da Raineri Vivaldelli e curata dal torinese Giuseppe Roddi

 

“Rotary Club Torino 150 Dieci anni dopo. 2011-2021″ rappresenta un volume prezioso che celebra una tappa importante della storia associativa di questo Club rotariano,  il suo decennale.

Edito da Raineri Vivaldelli, casa editrice torinese, e curato dal torinese Giuseppe Roddi, docente e consulente di Compliance economico finanziaria, già Presidente del Rotary  Torino Europea negli anni 2011/12 e entrato nel Rotary Club 150 dal 2015, il libro si propone e riesce perfettamente nell’intento di ripercorrere i primi dieci anni di un Club fondato proprio nell’anno del 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia, precisamente il 29 giugno 2011.

Il nuovo Club, ventitreesimo nell’area torinese, nasceva come formazione e sotto il patrocinio del Rotary Club Torino Chivasso, all’interno del distretto 2031, comprendente parte del Piemonte e Valle d’Aosta.

Il Rotary International è definito quale “il punto di incontro in cui uomini e donne intraprendenti, amici, conoscenti, professionisti e imprenditori si riuniscono per impegnarsi nella risoluzione dei problemi più  pressanti, attraverso lo scambio di idee e l’apporto di cambiamenti positivi e duraturi per la comunità”.

Il Rotary, costituito a Chicago nel lontano febbraio 1905 grazie alla lungimiranza e all’impegno di alcuni amici capitanati da Paul Harris, approdò in Italia diciotto anni dopo con la fondazione del primo Club a Milano, il 20 novembre 1923 e, l’anno successivo, con quella del Club Torino, preceduta dai Club di Trieste e Genova. Le contingenze politiche e militari, oltre che sociali, del periodo bellico, consentirono la sopravvivenza, durante la guerra,ad un solo distretto rotariano, il 46, che si sarebbe poi sciolto non senza problemi e contrasti.

Nel ’55 subentrarono i distretti 87 (del Piemonte, Lombardia, Liguria e Valle d’Aosta), con la formazione del Distretto 2031, cui appartiene il Club Rotary 150, e la precedente cessazione del Distretto 2030.

Il Rotary 150 si presenta come un service club, dotato di statuto e regolamento, e formato da persone che sono accomunate, sulla base di valori condivisi, da rapporti di amicizia reciproci e si impegnano  per il bene degli altri.

L’attività realizzata, come indica il suo oggetto statutario, si traduce in scopi umanitari, sanitari, sociali, culturali e educativi. Il Rotary Club Torino 150, privo di influssi di carattere religioso o politico, è anche libero di agire al di fuori dei confini nazionali, tanto che intrattiene rapporti con gli amici francesi della vicina Maurienne e con quelli del Kenya.

Fondamentale per l’appartenenza al Club è lo svolgimento di un’attività professionale, in quanto esso deve unire rappresentanti  del maggior numero di professioni possibili, rispecchiando tutti isettori significativi presenti nella vita quotidiana.

I tre o quattro incontri mensili del Club hanno lo scopo di mantenere viva l’amicizia tra i componenti del Club, che è considerata un elemento essenziale della sua stessa vita, oltre a favorire attività culturali e ludiche.

Il Club Rotary Torino 150 intrattiene continui scambi con il Club padrino RC Chivasso, il Club contatto di Saint Jean de Maurienne e tutti i club torinesi e del distretto 2031 e l’omonimo Club catanese. Finora non è ancora stato costituito  un Rotaract vero e proprio, ma il Club contribuisce con la sua presenza nelle continue attività dei Rotaract del distretto. Molti i service effettuati durante il decennio, dal cui elenco emerge una serie cospicua di interventi a favore di associazioni, compagini sociali deboli italiani e straniere, malati, poveri e sofferenti. Da diversi anni svolge un ruolo preciso in questa direzione “Qui Rotary”, una realtà che raccoglie più Club interessati da comuni progetti a favore della comunità.

La serata di inaugurazione del Rotary Club Torino 150 trova spazio in un capitolo del libro dedicato al decennale, che ricorda anche i principi cardine che hanno ispirato la nascita del Club Torino 150. L’allora neo presidente Gennaro Vivarelli, nella cornice del Circolo del Golf di Vinovo, davanti a oltre cento persone, ricordando le tappe fondamentali compiute dai soci fondatori, affermò che il Rotary Club Torino 150 si proponeva “pur mantenendo la più  assoluta ortodossia rotariana, di adottare uno stile di vita associativa più  semplice, nelle pretese di ciò che i soci trattengono per sé e più generoso in quello che danno per gli altri”.

Nel successivo giugno sarebbe avvenuto il gemellaggio con il Rotary Club Catania Duomo 150 e il secondo Presidente, il compianto Emanuele Campanella, citato nel volume come tutti gli altri presidenti del Club, avrebbe dato vita a quella attività di collaborazione che si sarebbe concretizzata nel progetto “Qui Rotary”, promuovendo inoltre l’iniziativa concretizzatasi l’anno seguente, con il progetto “Global Grant”, a favore di Casa Maria in Kenya.

Durante il quarto anno e la presidenza femminile di Luisella Fassino sarebbero avvenuti il gemellaggio con il Club Rotary Saint Jean, le visite alle mostre cittadine e all’Expo di Milano.

Un progetto particolarmente significativo che ha fatto seguito agli anni di impegno dei presidenti Antonio Mezzacappa, Cinzia Cagnola e Gianluigi d’Agostino, è  stato quello del service promosso durante l’anno 2018/19 presieduto da Giorgio Mentuccia, il Global Grant “mano robotica 2 D”, incentrato sul progetto innovativo di riabilitazione integrata e avanzata, per il quale il Rotary 150 ha collaborato insieme ai Club Rotary Polaris, Chivasso, Saint Jean de la Maurienne, 45esimo Parallelo, Stupinigi, Nord Est, Sud e Sud Ovest oltre alla Reale Foundation. Il successivo presidente Filippo Barral ha promosso service di rilievo, ha poi potenziato i settori della comunicazione e dell’informazione, coinvolgendo i soci in commissioni e serate, con un’attenzione particolare rivolta alle nuove generazioni. Purtroppo poi l’aggravarsi della situazione pandemica ha impedito la prosecuzione degli incontri in presenza subito dopo l’estate 2020, sotto la presidenza di Michele Palumbo, ma quest’estate,sotto i migliori auspici, si è aperto un nuovo anno rotariano con ilneo presidente Gerardo Cornagliotti.

MARA MARTELLOTTA

La strana coppia Di Stasio e Aganahuei in mostra al MEF di Torino

L’arte “anacronistica” a braccetto con quella “industriale

 

Fino al 19 dicembre, la prima, e fino al 24 ottobre la seconda

Sarà anche strana coppia. Ma non di meno ci appare estremamente interessante e suggestiva l’accoppiata in mostra al “MEF-Museo Ettore Fico” di Torino del napoletano (da anni operante fra Roma e Spoleto e per la prima volta a Torino) Stefano Di Stasio e del collettivo “Aganahuei”. Entrambe curate da Andrea Busto (direttore del Museo di via Cigna) con testi in catalogo di Vittoria Coen, le due rassegne –“Un attimo di eternità”, fino al 19 dicembre, la prima e“A noi importa il tempo che viviamo”, fino al 24 ottobre, la seconda – evidenziano con tutta chiarezza e altezza di toni alcune fra le varie e di certo più suggestive strade che può assumere nelle sue mille sfaccettature interpretative il linguaggio dell’arte contemporanea. Esponente di spicco dell’ “Anacronismo”, movimento artistico teorizzato da Maurizio Calvesi negli anni Ottanta (rivolto ad esaltare un ritorno alla pittura tradizionale in contrasto con le tendenze concettuali dell’epoca), Di Stasio “attinge a piene mani – scrive Andrea Busto – dalla storia dell’arte, soprattutto quella italiana, fonte  inesauribile e autogerminante ove il passato, il presente e il futuro sono sostantivi dal sugnificato incomprensibile”. Il suo è un acuto compendio della storia dell’arte di figurazione nelle sue più essenziali espressioni ed espressività.

Da quella rinascimentale al Barocco alla Metafisica dechirichiana (Di Stasio incontra De Chirico a soli dodici anni nella casa romana dell’artista di Volo e ne resta folgorato portandosi dietro negli anni le visioni e le intuizioni del Maestro, l’essenzialità delle sue architetture, la classicità delle forme e delle figure e quella particolre atmosfera onirica  di enigmatica e  trascendente surrealtà), finanche all’esperienza iperrealista degli anni Settanta. Tutta la matrice – la più profonda – di quel secolare percorso artistico ritroviamo nelle opere del pittore napoletano, in una sorta di caleidoscopio pittorico realistico e di vigorosa perfezione. Mai però di facile lettura. Perché i suoi sono “paesaggi dell’anima”, scrive a ragione Vittoria Coen, dai quali “affiora una conoscenza profonda della cultura classica, fatta di simboli e significati allegorici, a volte sorprendenti, come se l’artista, attraverso il lento fluire delle sapienti pennellate, ci svelasse il teatro della vita attraverso un intreccio di quinte, di piani contrapposti e intrecciati, di simultanea rappresentazione dello spazio e del tempo, in cui passato e presente sembrano confondersi nella visione notturna di un sogno che prende corpo sulla tela”.

Che diventa, afferma lo stesso Di Stasio, “percorso PER immagini e non pensiero che USA immagini”. Come dire: gesto pittorico lasciato libero di andare “alla potenza evocativa dell’immagine stessa”, come essa si presenta, in prima battuta, alla mente e prima che intervenga, a modificarne la visionarietà dell’intuizione, lo spirito razionale. Una mostra “storica” e di impegnativa interpetazione. Al centro le opere di un artista presente a varie “Biennali di Venezia” (nell’ ’84 fu lo stesso Calvesi ad invitarlo con una sala personale ad “Arte allo Specchio”) e a numerose “Quadriennali” di Roma, oltreché in innumerevoli e, fra i più prestigiosi, Musei nazionali e internazionali. Una proposta, l’antologica di Di Stasio al “MEF”, di preziosa godibilità, accanto a quella di “Aganahuei” , “fresca, nuova e divertente, per riprendere la vita -conclude Busto– in modo non troppo pesante”.

Collettivo di professionisti del mondo artistico (Bruno Sacchetto – Pietro de Carolis – Danilo Manassero – L. Ferrando –R. Fontanone), “Aganahuei” – ironica storpiatura all’Alberto Sordi dell’americano “I ‘m gonna away”– opera ad Alba ma, pur essendo piemontese doc, rappresenta una scoperta per il territorio. La produzione artistica dei cinque albesi si inserisce nel filone cosiddetto dell’ “arte industriale” o “arte in serie”, ispirata alla ricerca di Pinot Gallizio che proprio ad Alba realizzava con tecniche sperimentali, negli anni Cinquanta, “rotoli” di pittura industriale destinati ad essere venduti a metri e democraticamente per le strade così come nei grandi magazzini. Da “pret-à-porter” a “l’arte- à -porter”. Obiettivo: “rendere l’arte accessibile nella forma e nei contenuti al maggior numero possibile persone”. Dicono ancora i cinque: “Con l’arte industriale, l’artista torna ad essere un progettista, come già accadeva nelle botteghe d’arte del Quattrocento”. In mostra, attraverso percorsi di astratta informalità, troviamo installazioni realizzate con l’uso della tecnologia digitale e dei nuovi materiali prodotti dall’industria italiana: dal dibond all’alluminio al propilene sagomato, per arrivare alla stampa digitale su banner in pvc e vetroresina. Di creatività ce n’è davvero tanta.

Gianni Milani

 

“Un attimo di eternità” – “A noi importa il tempo che viviamo”

MEF-Museo Ettore Fico, via Cigna 114, Torino; tel. 011/853065 o www.museofico.it

Fino al 19 dicembre (Di Stasio) e al 24 ottobre (“Aganahuei”)

Orari: ven. 14/19 – sab. e dom. 11/19

Nelle foto

–         Stefano Di Stasio: “Autoritratto dopo Cristo”, olio su tela, 1980

–         Stefano Di Stasio: “Quartetto”, olio su tela, 1985

–         Aganahuei: “Woman”, stampa digitale su banner

Il procuratore e la bella dormiente Incontro con Giorgio Vitari

Venerdì 15 ottobre 2021

IL VENERDì DELLO SCRITTORE

Moncalieri, ore 17

Pagina facebook della Biblioteca Arduino @bibliomonc

Il nuovo romanzo di Giorgio Vitari è ambientato ad Ivrea e racconta l’avvincente indagine del procuratore Ròtari – già protagonista de Il vestito nuovo del procuratore, romanzo d’esordio di Vitari – sull’assassinio di un uomo dal passato non limpidissimo. Un’indagine che si complica quando, tra le informazioni sulla vita privata della vittima e quelle sulle beghe del Carnevale cittadino, affiorano gli indizi di una riservatissima operazione finanziaria. L’autore presenterà il libro in dialogo con l’assessore alla Cultura Laura Pompeo.

Auguro anche a questa nuova indagine del procuratore Ròtari il successo di pubblico che ha avuto la prima – dichiara Laura Pompeo – Sono due gialli giuridici dallo stile di scrittura serrato e avvincente, che si leggono d’un fiato e che meriterebbero una fiction piemontese”.

 

Giorgio Vitari

Torinese, nato nel 1948, si è laureato in giurisprudenza e, nel 1977, ha vinto il concorso ed è entrato in magistratura. Pretore penale e sostituto procuratore a Torino, quindi procuratore della Repubblica a Ivrea, Vercelli e Asti, infine avvocato generale presso la Procura generale di Torino. Come sostituto procuratore, dal 1983 all’85, ha seguito il cosiddetto caso Zampini che precorse Tangentopoli e che ha ispirato il suo primo romanzo, Il vestito nuovo del procuratore, edito da Neos nel 2019.

Due progetti del Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio Regionale 

Come ogni anno, il Comitato  Resistenza e  Costituzione del Consiglio Regionale del Piemonte organizza il “Progetto di storia contemporanea – Resistenza, resistenze, diritti violati, diritti negati” , giunto alla sua quarantunesima edizione.

Il Progetto si avvale della collaborazione dell’Ufficio scolastico regionale per il Piemonte e degli Istituti storici della Resistenza ed è rivolto agli studenti degli Istituti di istruzione secondaria di II grado e degli Enti di formazione professionale e da quest’anno anche agli studenti della scuola secondaria di primo grado. Il concorso consiste nello svolgimento di un tema di ricerca con due declinazioni diverse: 1) per gli Istituti di istruzione secondaria di I grado: “Quali sono i diritti dei bambini e dei ragazzi? Sono stati sempre garantiti? Conoscete esempi del passato, anche riferiti al vostro territorio, in cui questi diritti sono stati messi in pericolo o, al contrario, promossi?”. 2) per gli Istituti di istruzione secondaria di II grado e gli Enti di formazione professionale: “Partendo dal Titolo Primo della Costituzione e analizzando i diritti fondamentali, quali tra questi hanno maggiore impatto sui giovani e devono essere con più forza garantiti? Studiate un esempio che vi sembra particolarmente significativo e costruite un manifesto che possa rivendicarlo”.

La partecipazione al concorso e l’adesione alla formazione vanno segnalate, entro il 20 ottobre 2021, inviando l’apposito modulo alla Segreteria del Comitato Resistenza e Costituzione all’indirizzo e-mail comitato.resistenzacostituzione@cr.piemonte.it . Gli elaborati dovranno pervenire, a pena di esclusione, entro e non oltre il 14 marzo 2022 all’indirizzo sopracitato, indicando nell’oggetto la seguente dicitura: “Progetto di Storia contemporanea” con il nome dell’Istituto/Ente di formazione. Gli Istituti Storici della Resistenza del Piemonte hanno organizzato un percorso formativo destinato a docenti e studenti in preparazione al tema proposto dal bando, secondo il calendario allegato; gli incontri si terranno a distanza, sulla piattaforma Zoom. Un secondo Progetto vede la luce quest’anno: “Chi è di scena? …La Repubblica”. La finalità del concorso è quella di proporre agli studenti e ai loro insegnanti un’occasione per spiegare e rappresentare, attraverso il teatro e la recitazione, la propria idea di Repubblica ispirata ai valori fondamentali della Carta costituzionale. Il concorso, rivolto agli istituti di istruzione primaria e secondaria di primo grado, consiste nella rappresentazione teatrale, riprodotta in un video, della propria idea di Repubblica italiana, attraverso scenografie, coreografie e testi. La partecipazione al concorso e l’adesione alla formazione vanno segnalate, entro il 20 ottobre 2021, inviando l’apposito modulo alla Segreteria del Comitato Resistenza e Costituzione all’indirizzo e-mail comitato.resistenzacostituzione@cr.piemonte.it . I video andranno inviati, a pena di esclusione, entro e non oltre il 14 marzo 2022 all’indirizzo sopracitato, indicando nell’oggetto la seguente dicitura “Bando Repubblica”.