CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 414

I giorni del destino

Un quadro crudo e commovente della vita di un uomo sfrattato dalla propria abitazione, in concorso alla 39° edizione del Torino Film Festival

Paolo Poma è una di quelle tante persone che ogni giorno possiamo incontrare nelle strade o fingere di non vedere. Vive al Balon e cerca di campare vendendo oggetti al tipico mercato della zona. Spesso non sa dove dormire e la sua dipendenza dall’alcool è l’unica via di fuga che gli è rimasta da quella sofferenza che si porta dentro. Se lo incontrereste per strada probabilmente lo giudichereste senza nemmeno sapere che quell’uomo una volta aveva una casa e si era costruito una famiglia. La storia di Paolo potrebbe essere quella di ciascuno di noi, piccola o grande che sia la ferita che ci portiamo dentro. Ed è grazie alla documentazione della sua storia, attraverso gli occhi del regista, che veniamo condotti in un viaggio introspettivo personale ma, allo stesso tempo, comune alla condizione umana. Un viaggio fatto di ingiustizie, sofferenze, coraggio e speranze. Un viaggio alla ricerca di una rivincita nei confronti di un destino subito e di un’identità perduta, perchè se è vero che i fatti del passato non si possono cambiare è pur sempre vero che i ricordi del passato, racchiusi dentro di noi, si possono curare. Ed è da questo viaggio di cura che nasce la voglia del regista di vivere da vicino la vita di Paolo, di tuffarsi a capofitto in quel dolore per trovare una strada che lo conduca sempre più in profondità dentro di sé, alla ricerca del senso della sofferenza umana.
Anche il papà di Emanuele da giovane aveva vissuto il problema dell’emergenza abitativa e, sempre quello stesso papà, è riuscito a trasmettergli la passione per la filmografia non lasciandosi sfuggire nemmeno un solo attimo prezioso della sua vita: Emanuele era il protagonista indiscusso del papà che lo osservava da dietro quella videocamera della Sony che oggi lui stesso utilizza per documentare le storie e le vite dei suoi personaggi.
Ecco che la pellicola diventa uno strumento terapeutico per entrambi, protagonista e regista, alla ricerca di quel significato che possa riempire un vuoto che solo le ferite abbandoniche sanno egregiamente lasciare.
E’ possibile vedere il film “I giorni del destino” questo sabato 4 dicembre alle ore 16.15, presso il cinema Greenwich sito in Via Po, 30.
Per quest’anno, è possibile acquistare i biglietti esclusivamente online sul sito del TFF: https://biglietteria.torinofilmfest.org/biglietti/

 

Il regista
Emanuele Marini, marchigiano classe 91, è il regista del documentario “I giorni del destino” in concorso alla 39° edizione del TFF. Emanuele è il tipico esempio di chi, senza imparare il mestiere in modo accademico, riesce a farcela da solo contando sulle proprie risorse interiori e sul poprio talento.
E’ il 2010 quando Emanuele, finito il liceo, tenta il concorso al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma in qualità di aspirante regista. Il provino non va come lui vorrebbe: “forse ero ancora acerbo” dice lui riflettendoci e, spinto dalla curiosità, sceglie un percorso di studi che gli consenta di maturare come persona e di ampliare gli orizzonti della sua mente.

Si laurea in filosofia e inizia a prendere parte a diversi seminari cinematografici per formarsi come regista. E’ il 2014 quando Emanuele partecipa ad un workshop sul cinema documentario diretto dai fratelli Gianluca e Massimiliano De Serio, i quali si appassionano del nascente progetto sulla storia di Paolo. Nel mentre, nel 2016 esce un suo cortometraggio dal titolo “Non chiudere gli occhi”, in cui racconta la storia e la tragica morte del nonno avvenuta nel 1961, quando il suo papà aveva appena 9 anni. Emanuele capisce presto quanto il cinema possa essere per lui un potente mezzo di introspezione e, allo stesso tempo, di condivisione con il mondo esterno e sente ancora di più quella spinta motivazionale che lo porterà a lavorare per ben sette anni alle riprese dei frammenti di vita del suo protagonista. Intanto, nell’intricarsi dei fili del destino, Emanuele partecipa ad un laboratorio di scrittura cinematografica, tenuto dallo sceneggiatore e produttore Alejandro De La Fuente, colui che diventerà anche il produttore di quel nascente documentario ora in concorso al Torino Film Festival.

Irene Cane

Sant’Eusebio e i Longobardi

Grande successo di pubblico per la lezione della storica medievista, scrittrice e giornalista, Elena Percivaldi, a Camagna Monferrato, nel pomeriggio di domenica 28 novembre. L’evento, tenuto nell’ambito delle iniziative per i 1650 anni dal “passaggio dalla Terra al Cielo” di S. Eusebio, protettore della comunità di Camagna e di molti borghi monferrini, oltreché della Regione ecclesiastica Piemonte e Valle d’Aosta, ha visto l’adesione e il patrocinio di due siti UNESCO, quello nostrano dei Paesaggi Vitivinicoli (riconosciuto nel 2014) e quello dei Longobardi, i luoghi del potere (riconosciuto nel 2011); non sono mancate, inoltre, le presenze, per un saluto, di altre importanti associazioni a carattere non solo locale, ma anche europeo; hanno, infatti, portato il loro contributo, volendo essere presenti per illustrare il lavoro fin qui svolto e, in prospettiva, quello che si vorrebbe costruire in futuro, Massimo Tedeschi, Presidente dell’Associazione Europea delle Vie Francigene (AEVF), il celeberrimo percorso di 2000 km attraverso l’Inghilterra, la Francia, la Svizzera e l’Italia, sugli antichi passi dei pellegrini medievali che camminavano verso le grandi mete come Roma o Gerusalemme.

È stata poi la volta di Emiliana Conti, Presidente del Circolo I Marchesi del Monferrato, realtà molto nota nel nostro territorio, il cui scopo prioritario è quello di favorire i contatti e l’aggregazione di persone interessate alle vicissitudini storiche del Marchesato, poi Ducato, di Monferrato, una realtà politica fondamentale nello scacchiere non solo euro-mediterraneo, con un ruolo da protagonista nella storia, per oltre sette secoli.

Per il mondo della rievocazione storica portata avanti con professionalità e rigore scientifico, è intervenuto Massimo Savio, del Gruppo Storico La Fara di Belmonte, in cui rientra un territorio riconosciuto anch’esso sito UNESCO per i Sacri Monti, destino che accomuna tale sito con i due monti, di fondazione eusebiana, di Crea e Oropa.

Diversi gli amministratori locali presenti in sala, tra cui una rappresentanza di Fubine e di Giarole, e che ha visto la presenza anche dell’Assessore di Casale Monferrato, Gigliola Fracchia, che ha seguito, negli ultimi mesi, le pratiche per l’acquisizione dei 14 reperti di epoca longobarda, rinvenuti in frazione San Germanonel 1895, con gli eredi di Carlo Guaschino, colui che, a fine Ottocento, li trovò in un fondo di sua proprietà e che, in base alla normativa dell’epoca, ne divenne proprietario. Ha portato il suo saluto anche il Sindaco di Castelseprio, comune rientrante nel sito UNESCO seriale dei Luoghi del potere longobardi, Silvano Martelozzo, realtà con cui da un paio di anni si è realizzata una collaborazione con il borgo di Camagna per risaltare e promuovere coralmente i due siti UNESCO all’insegna di attività originali, dalla cultura all’enogastronomia.

Oltre a questi, tante le presenze di sindaci del territorio, come Ottiglio e Robella d’Asti, accomunati dalla presenza di una chiesa, una pieve o un antico sacello dedicato a S. Eusebio, personaggio ricorrente, come evidenziato dalla storica Percivaldi, proprio in quanto segno di demarcazione della progressiva conversione di quel popolo al cattolicesimo, sotto la spinta di diversi regnanti, su tutti la regina Teodolinda che, proprio per favorire la conversione, avrebbe chiesto aiuto a monaci formatisi alla scuola di S. Colombano presso l’abbazia di Bobbio, altro grande evangelizzatore antiariano.

Un pomeriggio d’intreccio tra storia e fede che ha visto il pubblico coinvolto nella lectio magistralis della celebre storica e scrittrice, il cui ultimo testo, non a caso, era in finale per il Premio Italia Medievale con “competitor” agguerriti come Dante, di Alessandro Barbero, ricordando che la Percivaldi aveva già vinto tale premio nel 2009 con un’edizione commentata del classico medievale La navigazione di San Brandano.

Al termine dell’iniziativa, i sindaci di Castelseprio e Camagna hanno siglato un protocollo d’intesa volto a formalizzare il processo di collaborazione per la promozione dei rispettivi territori, entrambi siti UNESCO, in grado di mettere a sistema le diverse esperienze, individuando nella storica Percivaldi la guida del Coordinamento scientifico, con il compito di supportare le due amministrazioni nella progettazione e valorizzazione del patrimonio storico-culturale e materiale dei due partecipanti.

Luca Beccaria

La rilettura di Paravidino, tra borse griffate, scagnozzi traditori e figlie innamorate

“Peachum. Un’opera da tre soldi” in scena al Carignano sino a domenica

 

In principio (era il 1728, forse la prima commedia musicale della storia?) fu John Gay con la sua “Beggar’s Opera”, in seguito, due secoli esatti dopo, Bertolt Brecht e Kurt Weill diedero alle scene “L’opera da tre soldi”, che oggi, a quasi cent’anni di distanza, Fausto Paravidino riscrive, rendendola indefinita (“Un’opera da tre soldi”) e con la temperatura della nostra epoca, approfondendone e contemporaneizzandone le dinamiche, le forme violente, i meccanismi del denaro. Mette al centro della rilettura – non più il “Moritat” o altro, trovano posto in mezzo alle parole nuove microfoni, chitarre elettriche e le musiche di Enrico Melozzi – Peachum, portandolo a divenire l’emblema di una vera e propria società di mercato, “dipende dal denaro senza neanche prendersi la briga di esserne appassionato, non è avido, non ambisce a governare il denaro, è governato dal denaro”, così il nuovo autore definisce il proprio protagonista. Vigila attento sulla sua proprietà, lui, il vecchio re dei mercanti, divenuto un venditore (chiamiamolo trafficante) di borse griffate, una tribù a formare quanti fanno mercato per lui e lui nel proprio negozio ad alzare i prezzi e a vendere per un bel po’ di euro. Ma qualcosa un giorno, come nelle vecchie fiabe o nelle antiche tragedie, qualcosa non va più per il verso giusto, gli viene portata via la figlia. Una parte della sua proprietà. Inizia qui la strada dell’agguerrito Peachum per riagguantare quanto è suo, avventure e disavventure s’uniscono, tra consorti che pensano soltanto allo shopping e alle sedute nel centro benessere con le amiche, tra scagnozzi che vanno e vengono non sempre al meglio della fiducia, tra sindaci (anzi, è una sindaca) che flirtano e strizzano l’occhio alla mala, tra figlie che hanno deciso la rivoluzione perché innamorate perse del malavitoso. Un strada che mostra la miseria dietro l’angolo, in ogni sua forma, dei poveri e di chi si vuole arricchire, la guerra dei ricchi contro i poveri che mette la maschera del nuovo millennio.

Peachum vorrebbe mantenere un ordine, secondo la sua volontà e la sua visione, Mackie Messer con la sua banda di naziskin (pronti a tradirlo nel momento in cui il capo sembra prendere altre strade) non può invadere quella prestabilita e ben governata “proprietà”, vuol dire sovvertire quell’ordine. Come non può alterarla la sindaca, messa un giorno ad hoc per salvaguardarla, se gli equilibri si rompono spetterà a Peachum giocare quel gioco che li ricomporrà. Tra siparietti da strada e abbozzi di interni borghesi (scene di Laura Benzi), Paravidino autore e regista porta avanti linearmente e sfacciatamente il proprio discorso e le proprie convinzioni, Rocco Papaleo è un Peachum dalla bella concretezza, moderno e filosofico. Tra le nuove idee e la miseria serpeggiante, da appassionarsi con gusto al ritratto che di Polly, la figlia ribelle del re dei mendicanti, costruisce scena dopo scena Romina Colbasso. Repliche al Carignano per la stagione dello Stabile di Torino sino a domenica. Quanti poi volessero fare dei confronti tra ieri e oggi, youtube può offrire scene delle repliche e soprattutto le prove al Piccolo milanese dell’edizione dell’”Opera” di Strehler e dei suoi attori, Milva e Santuccio e Tedeschi in testa, tanto per vedere quanto è cambiato il teatro.

 

Elio Rabbione

Le immagini sono di Luca Guadagnini

Concerto di Natale alla Reggia di Venaria

Sabato 4 dicembre

Protagonista l’Orchestra Barocca dell’Accademia di Sant’Uberto

 

E’ la Cappella di Sant’Uberto della Reggia di Venaria a ospitare sabato 4 dicembre alle 17,30 il tradizionale «Concerto di Natale» organizzato dall’Accademia di Sant’Uberto, in collaborazione con la Reggia di Venaria e con il patrocinio della Città di Venaria Reale. Giunto alla terza edizione, sarà eseguito dall’Orchestra Barocca dell’Accademia di Sant’Uberto, con voci soliste,  in collaborazione con il Liceo Musicale Cavour di Torino, sotto la direzione del Maestro Alberto Conrado. Il concerto è stato organizzato grazie a Compagnia di San Paolo, maggior sostenitore, e il contributo di Fondazione Crt, partners FITF – Fédération Internationale de Trompes de France e FRTM – Fondation pour le Rayonnement de la Trompe Musicale (sotto l’egida della Fondation de France).

Il concerto, per essere condiviso a un pubblico più ampio possibile, e visti i numeri realizzati dagli appuntamenti di primavera sulla rete, sarà trasmesso anche in streaming: si potrà seguire in diretta sul canale YouTube dell’Accademia di Sant’Uberto e sulla sua pagina Facebook.
Prevede l’esecuzione del Te Deum (Seibel 117) in Re maggiore di Johann David Heinichen (1683-1729), maestro di cappella alla corte di Dresda, la Suite orchestrale n. 3 in Re maggiore BWV 1068 di Johann Sebastian Bach (1685-1750), Il Laudate Dominum KV339 di Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791) e la Messa per il Santissimo Natale di Giovanni Alberto Ristori (1692-1753), grandiosa partitura composta per la corte sassone.

Il Liceo Musicale Cavour partecipa all’iniziativa grazie a due progetti PCTO di orientamento (acronimo di “Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento”, quelli che un tempi si chiamavano progetti di Alternanza scuola-lavoro), ovvero il “Coro da camera”  e il “Progetto Barocco”.  Ogni anno alcuni studenti del Liceo Musicale Cavour ricevono dall’Accademia di Sant’Uberto gli strumenti originali barocchi ed il supporto di tutor esperti. L’accordo di collaborazione prevede una formazione musicale, la lettura da partitura originale nel contesto storico, la realizzazione delle parti, e anche la pratica  dell’ attività di fonico e registrazione video-audio. Ogni anno si preparano due concerti che sono poi eseguiti alla Palazzina di Caccia di Stupinigi (in primavera) e alla Reggia di Venaria (il concerto di Natale, appunto). L’Accademia promuove, infatti, l’esecuzione di concerti in  residenze e chiese di corte, o beni culturali opportunamente scelti, in luoghi dove storicamente la musica scandiva i tempi dei diversi cerimoniali musicali, e dove oggi il suono concorre a restituirne la vita vissuta, per il pubblico di visitatori o di appassionati.

Il “Concerto di Natale”, ogni anno, include nel programma importanti partiture che comprendono il corno da caccia, arte musicale riconosciuta dall’UNESCO Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità nel dicembre 2020. La pratica, nata per le cacce reali nel XVII secolo con un preciso codice cerimoniale musicale, è stata infatti accolta subito come preziosa opportunità da grandi compositori. Prevede, per ogni edizione, l’esecuzione di un Te Deum, musica di “ringraziamento” tradizionalmente condivisa in tutta Europa, legata a grandi avvenimenti, ma anche alla ricorrenza dell’ultimo giorno dell’anno, evento che mira a  creare nel tempo una rete di comunicazione internazionale.

L’ingresso  è libero ad esaurimento posti. Si richiede il Green Pass.

Olivetti e musica contemporanea

Arriva Solo con il clarinetto di Michele Marelli

 

4 dicembre | Ore 20.30

 

Allievo di Karlheinz Stockhausen, eclettico e capace di muoversi in un repertorio contemporaneo vasto e variegato, Michele Marelli porterà la musica negli spazi del Polo formativo universitario di Ivrea. Già insignito dal Teatro La Fenice di Venezia del prestigioso premio “Arthur Rubinstein – Una vita nella musica giovani”, è uno dei più importanti clarinettisti d’Europa.

È di nuovo l’Officina H, ex fabbrica Olivetti (via Monte Navale 2) a ospitare un viaggio nella creazione contemporanea il 4 dicembre, alle ore 20.30. L’evento, nell’ambito, del 20° EstOvest Festival, è una coproduzione con Gli Accordi Rivelati-Associazione Il Timbro, realtà con cui la manifestazione porta avanti da anni una collaborazione di successo.

 

Clarinetto, corno di bassetto e clarinetto basso sono gli strumenti utilizzati da Michele Marelli, fra gli interpreti contemporanei più apprezzati a livello internazionale.

Le infinite declinazioni del suono e un mirabile equilibrio esecutivo lo rendono cangiante e rigoroso, flessibile e profondo. Il repertorio, che va da Francesconi a Stockhausen, da Saariaho a Hosokawa, da Ferneyhough a Stroppa, rende il programma un territorio musicale sconfinato. La capacità di entrare nel personaggio con abilità unica e raffinatezza esemplare ci consegna un musicista in continua trasformazione, eppure sempre fedele a se stesso.

 

Il programma

Karlheinz Stockhausen, EVAs SPIEGEL, per corno di bassetto; Luca Francesconi, Tracce per corno di bassetto; Brian Ferneyhough, Time and Motion Study I per clarinetto basso; Kaija Saariaho, Duft per clarinetto; Karlheinz Stockhausen, Susani per corno di bassetto; Marco Stroppa, And sing until he drop per corno di bassetto; Toshio Hosokawa, Edi per clarinetto; Ivan Fedele, High per corno di bassetto; Mark Andre, iv 3 per clarinetto.

 

Michele Marelli

Diplomato in clarinetto con lode al Conservatorio di Alessandria e in Musica elettronica al Conservatorio di Latina, Michele Marelli è fra i migliori solisti di musica contemporanea della sua generazione. A 18 anni ha incontrato Karlheinz Stockhausen, con il quale per oltre un decennio ha instaurato un profondo rapporto artistico ed è stato scelto dal Maestro come solista del suo ensemble. Sotto la sua direzione ha interpretato prime esecuzioni assolute e inciso tre cd.

Fra premi internazionali e prestigiose collaborazioni con importanti festival nel mondo, ha collaborato con i più importanti compositori del nostro tempo come Helmut Lachenmann, György Kurtàg, Ivan Fedele, Marco Stroppa, Vinko Globokar, Franco Donatoni o Sylvano Bussotti.

 

Il biglietto per Solo ha il costo di 8 euro.

Informazioni e dettagli: https://estovestfestival.it/programma/solo/

Van Gogh On Ice in prima mondiale

/

Lo spettacolo che non avevate mai visto

La poesia, il genio e il tormento del Maestro dell’Impressionismo in un’opera poetica mai vista prima. Una pista da ghiaccio, luci, colori, immagini, le note della musica classica dal vivo che avvolgono il pubblico, una compagnia di pattinatori di eccellente bravura. L’idea rivoluzionaria che unisce poesia, danza, musica e tecnologia per regalare un viaggio emozionante nell’arte magica di Van Gogh. Con il patrocinio dell’Assessorato allo Sport del Comune di Torino. “Lo sport si fa danza e la danza si fa arte. I pattini dei più grandi atleti internazionali disegnano il ghiaccio come il pennello sulla tavolozza mentre il ghiaccio diventa la tela, dipinta da proiezioni di ultima generazione”

Venerdì 3 dicembre ore 21 Palavela Torino

TFF. A Giuseppe Piccioni il “Premio Maria Adriana Prolo”

/

A consegnarlo, al Cinema “Massimo” di Torino, sarà Margherita Buy

Venerdì 3 dicembre, ore 20

Più di trent’anni di gloriosa e prolifica attività. Giuseppe Piccioni (Ascoli Piceno, 1953) è sicuramente oggi fra i più grandi e singolari registi del cinema italiano, anche se il suo è  un “cinema di piccole storie e grandi speranze, un cinema intimo, capace di scavare nei sentimenti ma anche di raccontare grandi sogni e grandi cambiamenti…in cui le donne sono quasi sempre protagoniste, e che Piccioni sa ritrarre con originalità e profondità”. A lui, in occasione del 39° Torino Film Festival, l’“Associazione Museo Nazionale del Cinema (AMNC)” ha deciso di conferire il Premio “Maria Adriana Prolo alla Carriera 2021”, che sarà assegnato al regista marchigiano venerdì 3 dicembrealle ore 20, nella Sala 3 del Cinema “Massimo” di Torino. A consegnarlo sarà un ospite d’eccezione, una delle attrici più note e amate del cinema italiano, Margherita Buy, presenza importante nel cinema del regista, che nel corso degli anni e di molti film ha dato vita a tanti personaggi diversi: divertenti, drammatici, e anche commoventi, come quello di suor Caterina in “Fuori dal mondo” (1999), il film di Piccioni – vincitore del “David” e nominato dall’Italia come candidato all’ “Oscar” per il miglior Film Straniero – che sarà proiettato dopo la cerimonia di  premiazione. Intitolato a Maria Adriana Prolo (Romagnano Sesia 1908– 1991), storica della stagione pionieristica del cinema italiano e fondatrice nel 1956 del “Museo Nazionale del Cinema” (prima sede, un’ala del Palazzo Chiablese), il premio è un riconoscimento assegnato dal 2002 a una personalità del mondo del cinema che si sia particolarmente distinta nel panorama italiano. In passato, a riceverlo sono stati i registi Giuseppe Bertolucci, Marco Bellocchio, Ugo Gregoretti, Giuliano Montaldo, Massimo Scaglione, Cecilia Mangini, Daniele Segre, Bruno Bozzetto, Lorenza Mazzetti, Costa-Gavras e David Grieco. Con loro gli attori e attrici Piera Degli Esposti, Lucia Bosè, Ottavia Piccolo, Roberto Herlitzka, Elio Pandolfi, il compositore Manuel De Sica, lo sceneggiatore Giorgio Arlorio, il film-maker, artista e operaio Pietro Perotti e l’esercente e storico del cinema Lorenzo Ventavoli. Quest’anno, a seguire la premiazione – come già detto – sarà proiettata una copia 35 mm conservata dalla “Cineteca Nazionale” del film “Fuori dal mondo” (1999, 100’), prodotto da Lionello Cerri per la “Lumière & Co.”. La storia inizia quando Caterina (Margherita Buy), una suora sul punto di prendere i voti perpetui, si vede consegnare tra le braccia un bambino abbandonato in un parco. Dopo averlo portato in ospedale, suor Caterina va alla ricerca della madre del bambino, e nella lavanderia dove la donna lavora conosce Ernesto (Silvio Orlando), anche lui, a suo modo, coinvolto nella vicenda. Immerso nelle atmosfere invernali di Milano, il film è un “racconto commovente dove si incontrano solitudini saldamente costruite e diversamente motivate, ma capaci, in circostanze non ordinarie, di aprire una breccia nella propria corazza e di scoprire le possibilità che derivano dall’apertura all’altro”.

Il Premio “Maria Adriana Prolo” è un’iniziativa curata dall’ “Associazione Museo Nazionale del Cinema” nell’ambito del progetto “Nuovo Cinema Piemonte 2021”, sostenuto da Regione Piemonte e “Fondazione CRT”.

  1. m.

Per info: “Associazione Museo Nazionale del Cinema”, via Montebello 15 D, Torino; tel. 011/8138560 o www.amnc.it

Nella foto:

–         Giuseppe Piccioni e Margherita Buy sul set del film  “Il rosso e il blu”

Natale nei beni Fai del Piemonte

Castello e Parco di Masino, Caravino (TO) Castello della Manta (CN) da sabato 4 dicembre 2021

Natale è tornare a casa, ritrovare la propria famiglia, godere dell’affetto di genitori e amici. È il momento più magico dell’anno, tanto atteso da grandi e piccini: l’occasione più bella per trascorrere insieme giornate diserenità, allegria e pace. Per questo anche nel 2021 il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano invita a visitare i Beni “vestiti a festa” e a condividere con le persone più care lo splendore di ville, castelli e palazzi signorili riccamente addobbati, la suggestione dei presepi allestiti secondo le tradizioni locali e la bellezza di aree naturalistichee boschi imbiancati di neve e immersi nella fioca luce dicembrina.

Numerosi eventi allieteranno il pubblico durante le Festività. Sabato 4 e domenica 5, sabato 11 e domenica 12, sabato 18 e domenica 19 dicembre alle ore 10.45 e 11.45 il Castello e Parco di Masino, Caravino (TO) ospiterà uno speciale percorso per bambini e famiglietra le sale del maniero allestite per Natale, alla scoperta delle usanze che caratterizzavano la ricorrenza del 25 dicembre nella millenaria dimora della nobile famiglia Valperga: dalla tradizione dellAdorazione di Gesù di scuola piemontese nel Salotto Rosso – uno degli ambienti più preziosi del castello, aperto in via eccezionale – al ricco Presepe in corallo di manifattura trapanese nella Galleria dei Poeti, fino ai ricordi della Vigilia del 1959 e del 1960, di cui si conservano le registrazioni audio nell’archivio del castello.

Mercoledì 8, domenica 12 e 19 dicembre alle ore 11, 14 e 16 piccoli e grandi potranno partecipare a Feste in tavola, una visita guidata straordinaria tra i servizi da tè e da cioccolata e la tavola preparata nella Sala da pranzo estiva, fino al grande abete allestito nel Salone degli Dei.Al termine, si terrà un laboratorio ispirato ai preziosi servizi in porcellana del castello, durante il quale i bambini potranno creare un segnaposto per le Feste. Biglietti per “Natale al Castello” e “Feste in tavola”: intero € 20; Bambini 6-18 anni €10; Iscritti FAI € 6; Bambini fino a 5 anni gratuito; Studenti fino ai 25 anni: € 15.

Ancora, domenica 12 dicembre alle ore 11.30 e alle 15 e domenica 19 dicembre alle ore 11 e alle 15, appuntamento con L’Arte di accogliere, con la collaborazione eccezionale dell’Associazione Italiana Maggiordomi: unoccasione unica per visitare l’allestimento natalizio del castello focalizzandosi sulle tavole imbandite con i pregevoli servizi della famiglia Valperga. Nel laboratorio si daranno consigli e dimostrazioni sull’arte di ricevere gli ospiti, l’apparecchiatura della tavola e le cortesie che oggi, come nel Settecento, rendono indimenticabili i momenti conviviali durante il Natale. Biglietti: intero € 35; Iscritti FAI € 20.

Gli eventi di Natale 2021 al Castello e Parco di Masino si svolgono con il Patrocinio di Regione Piemonte, della Città Metropolitana di Torino e del Comune di Caravino.

Sabato 4 e domenica 5, mercoledì 8, sabato 11 e domenica 12, sabato 18 e domenica 19 dicembre, alle ore 11.30 e alle 15.30, il Castello della Manta (CN) aprirà per visite speciali incentrate sul Natale: nel percorso dalla Chiesa di Santa Maria del Rosario alle sale affrescate si racconteranno le tradizioni e le pratiche più diffuse legate ai simboli natalizi, dalla corona dell’Avvento allalbero addobbato, dal Presepe alle ghirlande, dallagrifoglio al vischio. Gli ambienti decorati per l’occasione accoglieranno i visitatori che scopriranno la storia della fortezza medievale tra aneddoti e gli splendidi affreschi testimoni della cultura cavalleresca. Biglietti: intero € 15; Bambini 6-18 anni € 7; Studente 19-25 anni € 9; Famiglia € 42; Iscritto FAI € 5; Bambini fino a 5 anni gratuito. Nelle stesse date, alle ore 14.30 e 16.30, saranno in programma percorsi straordinari dedicati ai bambini dai 4 ai 10 anni: occhi aperti per cogliere tutti gli indizi natalizi nascosti nelle sale delcastello e orecchie spalancate per ascoltare le fiabe di Natale che gli indizi rivelano. Al termine, laboratori manuali per realizzare addobbi per la casa e per l’albero, centritavola e ghirlande, chiudi pacco e biglietti d’auguri(prenotazione consigliata). Biglietti: intero € 12; Bambini € 5; Famiglia € 32; Iscritto FAI € 3; Bambini fino a 5 anni gratuito.

Gli eventi di Natale 2021 al Castello della Manta si svolgono con il Patrocinio di Regione Piemonte, della Provincia di Cuneo e del Comune di Manta.

I visitatori, inoltre, potranno curiosare nei Negozi del Castello di Masino e del Castello della Manta e lasciarsi ispirare per gli acquisti natalizi.Tra le proposte regalo si potranno trovare libri selezionati, un coloratissimo assortimento di oggettistica e prodotti gastronomicirealizzati con le materie prime provenienti dai Beni, come le marmellate di agrumi antichi del Giardino della Kolymbethra, l’olio extravergine dagli ulivi secolari della Baia di Ieranto e il sale integrale delle Saline Conti Vecchi. Doni esclusivi, originali e “di valore” perché l’acquisto va a sostegno della missione del FAI per la tutela e la valorizzazione dello straordinario patrimonio d’arte e natura dell’Italia.Gli Iscritti FAI avranno l’opportunità di usufruire del 10% di scontosu tutti i prodotti in vendita.

Amore contrario Incontro con Luisio Luciano Badolisani

Venerdì 3 dicembre 2021

IL VENERDì DELLO SCRITTORE

 

Moncalieri, ore 18

Diretta sulla pagina facebook @bibliomonc della Biblioteca civica Arduino

Ernesto è un insegnante settantenne in pensione. Solitario e all’apparenza burbero, si ritrova a ripercorrere gli amori passati, a ricordare le donne con cui avrebbe potuto essere felice, se solo avesse concesso loro la possibilità di amarlo. Ma perché? Quali sono le ferite che hanno portato Ernesto a respingere l’amore? Quella di Amore contrario è una trama ricca di sorprese e colpi di scena, in grado di tenere il lettore incollato dalla prima all’ultima pagina. Amore contrario offre diversi spunti di riflessione su più temi: da un lato la scelta di non farsi amare per non soffrire, che conduce inevitabilmente alla solitudine. Dall’altro, le difficoltà familiari e la violenza e infine la diversità, che spaventa e induce le persone a isolarsi e isolare. Durante la diretta Marta Brentan e Noemi Badolisani, della neonata casa editrice Argonauta Edizioni, parleranno dell’imprenditoria giovanile in ambito culturale e dell’importanza di investire sui libri.

Nel testo di Badolisani ritroviamo il racconto di un legame affettivo che incontra difficoltà e diventa fonte di sofferenza commenta l’assessore alla Cultura Laura PompeoCi si immerge pagina dopo pagina nella dinamica dolorosa che trasforma i legami più intimi da luogo di protezione e di amore nel loro opposto”.

Luisio Luciano Badolisani

Formatosi a Torino alla fine degli anni Settanta, è nato artisticamente come autore e interprete teatrale. Ricordi sincronizzati e Ultimo atto sono alcuni dei suoi monologhi più significativi di quegli anni. Nello stesso periodo è stato interprete di alcuni videotape underground, diventati dei veri cult-movie degli anni Ottanta. In televisione ha preso parte allo sceneggiato Passioni, girato sulle colline torinesi, trasmesso da Rai Uno. Ha svolto l’attività cli critico teatrale per la rivista Sipario.

 

Ritorno degli appuntamenti musicali dal vivo dell’Orchestra Polledro

E’ diretta dal maestro Federico Bisio. “Concerto d’autunno” alle Fonderie Limone il 7 dicembre prossimo

Grande ritorno  con un appuntamento musicale dal vivo dell’Orchestra Polledro con il “Concerto d’Autunno”, in programma martedì 7 dicembre prossimo alle 21, presso il Teatro Fonderie Limone, in via Eduardo De Filippo, a  Moncalieri.

Sul podio il maestro Federico Bisio, direttore stabile dell’Orchestra; primo oboe solista il maestro Carlo Romano, già primo oboe dell’Orchestra RAI.

Nella prima parte del concerto verrà  eseguito il Divertimento per Orchestra in Re maggiore n. 11 K 251 di Wolfgang Amadeus Mozart. I Divertimenti mozartiani prevedono una struttura piuttosto varia e sono stati scritti per archi e singoli strumenti a fiato oppure per soli fiati, il cui numero non è  rigidamente fisso.La formazione più  frequente contempla la presenza di due oboi, due corni e due fagotti. Il timbro strumentale riveste sicuramente in queste composizioni un ruolo significativo e queste rivelano la capacità da parte del compositore di contrapporre, per esempio, il timbro chiaro dell’oboe alla voce malinconica e leggermente nasale del corno inglese.

Una prova abbastanza indicativa dello stile di queste composizioni viene data dal Divertimento K 251, scritto da Mozart nel luglio 1776 per il compleanno della sorella Nannerl. Il brano risulta punteggiato da ritmi brillanti, arguti e leggeri di intonazione parigina, scelti per assecondare i gusti della sorella che, da brava clavicembalista, si era specializzata nell’esecuzione della musica francese.

Il Divertimento si apre con un tempo in forma di sonata dal ritmo vivace e allegro; segue un Minuetto in cui il musicista introduce variazioni e ornamenti al tema principale. L’Andantino rappresenta un delicato Rondò  con una serie di intermezzi che paiono siparietti di un’unica scena. Il secondo Minuetto risulta un tema che presenta sei variazioni, di cui l’ultima si richiama ciclicamente all’inizio del movimento. Il quinto tempo, Allegro assai, presenta l’andamento di un rondò, sviluppato ampiamente e con grande ricchezza di variazione timbrica. A concludere il Divertimento è una Marcia alla Francese, così denominata per il carattere particolare del ritmo, molto marcato e meno cantabile rispetto ai temi della marcia precedentemente composti da Mozart.

Il concerto proseguirà con l’esecuzione del Divertimento in Si bemolle maggiore n. 15 K 287 dal titolo “Seconda musica notturna di Lodron”, composto nel febbraio del 1777 per commemorare l’onomastico della contessa Maria Antonia Lodron, membro dell’aristocrazia di Salisburgo e amica di famiglia.

Concepito per organico di due corni e archi, come il K 251, questo Divertimento n. 15 K 287 e’ organizzato in sei movimenti che alternano temi svariati, minuetti, andanti e rondò di gusto e ispirazione settecentesca. Fa parte di quelle musiche che Mozart compose, insieme a Cassazioni e Serenate, prima che il viaggio a Parigi del 1777-78 lo riportasse al genere sinfonico più impegnativo. Mozart, tuttavia, nei suoi Divertimenti,  sarebbe riuscito a toccare vette capaci di superare non poche sinfonie precedenti. Il manoscritto del Divertimento n. 15 K 287 reca l’indicazione di “Divertimento a 6 Strumenti”, vale a dire un quartetto d’archi (violini primi e secondi, viole, bassi) e una coppia di corni, che si integrano agli archi per necessità.

Il primo Minuetto  di questo Divertimento rimane forse la “parte più perfetta di tutta questa opera perfetta”, come fu definito da Wyzewa e Saint Fox, per l’incanto del ritmo della danza tedesca e l’introduzione, nel trio, di modulazioni in sol minore, che rendono questo tono mozartiano contraddistinto  da un’inquietudine appassionata e al tempo stesso misteriosa.

L’Orchestra Polledro fa ritorno a Moncalieri a due anni dall’ultima esecuzione, con la presenza di un grande virtuoso dell’oboe, il maestro Romano, e la direzione del maestro Bisio, che con il loro carisma daranno un suggello particolare alla serata.

Mara Martellotta