CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 36

Due gioielli di Kaoluco Mizuno alla Fondazione Accorsi Ometto

Il 23 ottobre 2025 la Fondazione Accorsi-Ometto ha celebrato un evento di grande rilevanza culturale con l’ingresso nella propria collezione di due preziosi gioielli realizzati dall’artista giapponese Kaoluco Mizuno, tra i nomi più interessanti e premiati del panorama contemporaneo nel campo del jewelry design.

Questi due preziosi camei sono ispirati al Kabuki giapponese e ai drammi di Kyōka IzumiYashagaike e Tenshu Monogatari. Le opere narrano leggende ricche di mistero, bellezza e spiritualità: nel primo, il patto tra un drago e uomini di cuore; nel secondo, l’incontro tra un giovane guerriero e lo spirito di una principessa.

L’ingresso di questi due gioielli nella collezione permanente del Museo rappresenta non solo un arricchimento della raccolta, ma anche un messaggio culturale: la possibilità di conoscere e di valorizzare la bellezza e le tradizioni artistiche del Giappone attraverso lo sguardo contemporaneo di un’artista capace di unire maestria tecnica e profondità narrativa.

La donazione è stata formalizzata giovedì 23 ottobre presso lo Studio Morone di Torino, alla presenza dell’artista e donatrice Kaoluco Mizuno, del donatore Kaoruko Nagatani, del Presidente della Fondazione Accorsi-Ometto, Costanzo Ferrero, del Direttore del Museo, Luca Mana, della storica dell’arte ed esperta di gioielli Paola Stroppiana, e del gallerista Ermanno Tedeschi che ha fatto da tramite per la donazione.

 

I gioielli saranno esposti all’interno di una delle vetrine lungo il percorso museale.

Oggi al cinema. Le trame dei film nelle sale di Torino

A cura di Elio Rabbione

After The Hunt – Thriller. Regia di Luca Guadagnino, con Julia Roberts, Andrew Garfield e Ayo Edebiri. Terzo film su suolo americano del regista di “Chiamami col tuo nome”, dove Alma è insegnante di filosofia all’università di Yale, del suo gruppo fanno parte l’assistente Hank, quarantenne, e la dottoranda Maggie, in non completa armonia tra loro. Un giorno la ragazza si presenta a casa di Alma (che ha anche un proprio segreto da camuffare) e le confessa di aver subito molestie da Hank: all’insegna del me too, da un lato una credibilità verso chi combatte per il presente delle donne e dall’altro in beneficio del dubbio da riconoscere comunque a Hank, entrambi metteranno a dura prova il fisico e la mente dell’insegnante. Scrive Maurizio Porro nelle colonne del Corriere: “Guadagnino padroneggia l’atmosfera con un certo esibizionismo dialettico, che però si dipana òlungo la bravura notevole di tutto il cast, tra ambiguità, sottintesi e dialoghi quasi vintage tanto sono ben scritti e una Julia Roberts che colpisce, di raffinata malinconia.” Durata 139 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 2, Reposi sala 2, The Space Torino, Uci Lingotto anche V.O., The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

Amata – Drammatico. Regia di Elisa Amoruso, con Miriam Leone, Stefano Accorsi e Tecla Insolia. “Amata” racconta due vite che si sfiorano senza incontrarsi, legate da fili invisibili e scelte capaci di cambiare un destino. Con uno sguardo intimo, sensuale e profondamente umano, “Amata” esplora attraverso il corpo e l’anima delle sue protagoniste cosa significa scegliere. E amare. Nunzia è una giovane studentessa fuori sede, schiacciata dal peso di una gravidanza segreta e non desiderata. In una realtà che la isola, si confronta con una decisione profonda e lacerante: custodire o rinunciare. Altrove, Maddalena e Luca abitano il vuoto lasciato da ciò che non arriva. Dopo un lungo percorso, una possibilità si affaccia nelle loro vite: delicata, luminosa, carica di attese. “Amata” è la storia incrociata di due donne, fragilità combattenti e potenti, che raccontano l’amore, la libertà e la maternità in molte delle sue forme. E di una terza donna, Margherita, la bambina, sospesa tra mondi diversi, portatrice silenziosa di un legame che unisce, senza che nessuno lo sappia. Durata 100 minuti. (Reposi sala 5, Romano sala 3)

L’attachement – La tenerezza – Drammatico. Regia di Carine Tardieu, con Valeria Bruni Tedeschi e Pio Marmaï. L’occupazione di Sandra è la gestione di una libreria, conduce una vita tutta sua tra molte sigarette, vari compagni occasionali, la certezza di non aver mai voluto avere figli. Ma se poi prevale l’incontro con la propria vicina di casa che s’allontanerà qualche giorno per andare in ospedale a partorire, vicina che le rifila il primogenito Elliott di cinque anni perché sia lei a occuparsene? Una tragedia inaspettata stravolgerà la via e le abitudini di Sandra, costringendola a far parte contro ogni sua volontà del ménage della porta accanto. Ma intanto stanno entrando in scena un grande attaccamento e una immensa tenerezza. Tratto dal romanzo “L’intimité” di Alice Ferney. Durata 106 minuti. (Centrale, Due Giardini sala Ombrerosse)

Bugonia – Commedia / Fantascienza. Regia di Yorgos Lanthimos, con Emma Stone, Jesse Plemons e Alicia Silverstone. Due giovani ossessionati dalle teorie del complotto che decidono di rapire l’influente CEO di una grande azienda, convinti che sia un’aliena decisa a distruggere la terra. Convinti della sua natura extraterrestre, passano alla cattura e a un serrato interrogatorio. La situazione si complica quando la ragazza del giovane rapinatore, l’imprenditrice e un investigatore privato coinvolto nella vicenda si ritrovano intrappolati in una battaglia mentale ad alta tensione. La Stone nuovamente musa ispiratrice del regista di origini greche. Presentato a Cannes. Durata 120 minuti. (Massaua, Fratelli Marx sala Harpo, Greenwich Village anche V.O., Ideal, Nazionale sala 4, Reposi, The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

Le città di pianura – Commedia. Regia di Francesco Sossai, con Filippo Scotti, Sergio Romano, Andrea Pennacchi e Robero Citran. Due spiantati cinquantenni sono ossessionati di bere l’ultimo bicchiere. Una sera incontrano un ragazzo, Giulio, timido studente di architettura e il modo di vedere il mondo e l’amore all’improvviso si trasforma pian piano mentre i tre girano tra i locali del Veneto. Durata 90 minuti. (Eliseo, Romano sala 1)

DJ Ahmet – Commedia. Regia di Georgi M. Unkovski, con Arif Jakup. Ahmet, un ragazzo quindicenne, proveniente da uno sperduto villaggio nella Macedonia del Nord, trova rifugio nella musica mentre cerca di destreggiarsi tra le aspettative del padre, una comunità conservatrice e la sua prima esperienza amorosa con una ragazza già promessa a un altro. Durata 99 minuti. (Greenwich Village)

Eddington – Drammatico. Regia di Ari Aster, con Joaquin Phoenix, Pedro Pascal, Austin Butler ed Emma Stone. Maggio 2020, in periodo di piena pandemia, nella piccola cittadina di Eddington, nel New Mexico, lo sceriffo Cross si ritrova a dover osteggiare l’imposizione della mascherina protettiva, venendo immediatamente in contrasto con il sindaco Garcìa, che della moglie di Cross, donna mentalmente instabile, è stato in passato l’amante. Contrasti politici riversati nel personale. Quando Cross decide di candidarsi a sindaco, ecco che la cittadine si divide in gruppi di diversi interessi, il tutto coinvolgendo proteste giovanili e post e messaggi virali, sino a degenerare in un fatto di violenza che metterà a repentaglio la vita della comunità. Durata 148 minuti. (Centrale V.O., Lux sala 1)

Jane Austen ha stravolto la mia vita – Commedia drammatica. Regia di Laura Piani, con Camille Rutherford, Charlie Anson e Pablo Pauly. Agathe, una ragazza goffa e al tempo stesso affascinante e piena di contraddizioni, si ritrova ad affrontare la sua solitudine. Sogna un amore simile ai personaggi di un romanzo di Jane Austen e la sua massima aspirazione è diventare una scrittrice. Invece trascorre le sue giornate vendendo libri nella leggendaria libreria britannica Shakespeare&Company, a Parigi. Invitata in Inghilterra alla residenza per scrittori di Jane Austen, deve combattere con le sue insicurezze: fino a quando non accade qualcosa di inaspettato e la sua vita cambia come per magia. Durata 94 minuti. (Greenwich Village)

Per te – Drammatico. Regia di Alessandro Aronadio, con Edoardo Leo, Javier Francesco Leoni e Teresa Saponangelo. Paolo, quarantenne, ha cominciato a poco a poco svanire parti della propria memoria, a causa di una malattia neurovegetativa, Accanto a lui ci sono la moglie e il piccolo Mattia, di soli undici anni, che dimenticando tutto ciò che fanno i ragazzini della sua età, diverrà la sua guida, il suo sostegno. Lo sosterrà anche con le più piccole cose, con i gesti d’affetto, con i momenti di allegria che riuscirà a costruire. Durata 115 minuti. (Massaua, Ideal, Uci Lingotto, The Space Beinasco)

Il professore e il pinguino – Commedia drammatica. Regia di Peter Cattaneo, con Steve Coogan e Jonathan Price. Argentina, 1976. Tom, insegnante inglese senza certezze e senza sogni, accetta un lavoro in una scuola privata frequentata da gente danarosa. Agli ordini del ferreo preside Buckle, mentre all’esterno si respira aria di lotta e di rivoluzione. Durante una vacanza in Uruguay, su una spiaggia dove il petrolio è arrivato a inquinare e uccidere, Tom trova un pinguino in fin di vita. il professore lo prende e lo pulisce, lo salva e lo porta con sé di nascosto a casa sua. Nasce una vera amicizia, l’animale è il riferimento di parole e chiacchiere l’unico confidente: un angolo di serenità mentre il paese è travolto dall’arrivo di ombre scure e sanguinose. Durata 111 minuti. (Uci Lingotto)

Springsteen – Liberami dal nulla – Drammatico/Biografico. Regia di Scott Cooper, con Jeremy Allen White e Stephen Graham. Il film segue il cantante nella realizzazione dell’album “Nebraska” del 1982, anno in cui era un giovane musicista sul punto di diventare una superstar mondiale, alle prese con il difficile equilibrio tra la pressione del successo e i ffantasmi del suo passato. Inciso con un registratore a quattro piste nella sua camera da letto in New Jersey, l’album segnò un momento di svolta nella sua vita ed è considerato una delle sue opere più durature: un album acustico puro e tormentato, popolato da anime perse in cerca di una ragione in cui credere. Durata 112 minuti. (Massaua, Greenwich Villaga anche V.O., Ideal, Lux sala 3, Reposi, The Space Torino, Uci Lingotto anche V.O., The Space Beinasco, Uci Moncalieri anche V.O.)

Tre ciotole – Drammatico. Regia di Isabel Coixet, con Elio Germano e Alba Rohrwacher. Dopo quello che sembrava un banale litigio, Marta e Antonio si lasciano. Marta reagisce alla rottura chiudendosi in se stessa. L’unico sintomo che non può ignorare è la sua improvvisa mancanza di appetito. Antonio, chef in rampa di lancio, si butta sul lavoro. Ma sebbene sia stato lui a lasciare Marta, non riesce a dimenticarla. Quando Marta scopre che la mancanza di appetito ha più a che fare con la propria salute che con il dolore della separazione, tutto cambia: il sapore del cibo, la musica, il desiderio, la certezza delle scelte fatte. Dal romanzo di Michela Murgia. Durata 122 minuti. (Fratelli Marx sala Chico, Due Giardini sala Ombrerosse, Eliseo, Nazionale sala 3, Uci Lingotto, Uci Moncalieri)

Tron: AresAzione, fantascienza. Regia di Joachim Rønning, con Jared Leto, Greta Lee e Jeff Bridges. Ares è inviato nel mondo reale, stabilendo così il primo incontro dell’umanità con esseri dotati di intelligenza artificiale. La sua esistenza cambia, sviluppa una nuova quanto a lui sconosciuta coscienza, instaura rapporti inaspettati con una brillante tecnologa, che è alla ricerca di un codice scritto da Kevin Flynn. Durata 119 minuti. (Massaua, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

Un crimine imperfetto – Thriller. Regia e con Franck Dubosc, con Laure Calamy e Benoît Poelvoorde. Ambientato in un remoto villaggio del Giura, dove Michel e Cathy tirano avanti vendendo alberi di Natale. Con il figlio dodicenne Doudou, ragazzino con difficoltà, vivono in una vecchia fattoria tra montagne innevate, conti in rosso e sogni ormai sbiaditi. La coppia è allo stremo: troppe rate da pagare, troppe delusioni e un inverno che non sembra finire mai. Una sera, sulla strada del ritorno, Michel inchioda di colpo per evitare quello che sembra un orso sulla carreggiata. La manovra azzardata lo fa schiantare contro un’auto sul ciglio della sttada, i cui passeggeri a bordo muoiono sul colpo. Preso dal panico, Michel chiama Cathy. Dopo un breve, gelido silenzio, decidono insieme di nascondere tutto. Mentre tentano di far sparire i corpi, nel bagagliaio dell’auto incidentata scoprono una borsa con oltre due milioni di euro in contanti. Quello che inizialmente sembra un miracolo natalizio si trasforma in un incubo a occhi aperti, innescando una serie di eventi caotici e assurdi. Ha scritto Maurizio Porro nelle colonne del Corriere della Sera: “Il problema è l’accumulazione dei fatti, tanti da sembrare un sogno, indagini e rimorsi, euro ed etica, un’alta tensione che si stempera in osservazioni di colore umoristico ma in un panorama notturno tenebroso, come se fosse tutto una paurosa favola per grandi.” Durata 109 minuti. (Classico)

Un semplice incidente – Drammatico, thriller. Regia di Jafar Panahi, con Vahid Mobasseri e Mariam Afshari. Padre, madre e figlioletta percorrono di notte una strada in auto quando un cane finisce sotto le ruote. Ciò provoca un danneggiamento al veicolo che costringe a una sosta per la riparazione temporanea. Un uomo che si trova sul posto cerca di non farsi vedere perché gli è parso di riconoscere nel conducente dell’auto un agente dei servizi segreti che lo ha sottoposto a violenza in carcere. Riesce successivamente a sequestrarlo ed è pronto a seppellirlo vivo quando gli viene il dubbio che si tratti di uno scambio di persona. Cercherà conferme in altri che, come lui seppure in misure diverse, ha subito la ferocia dell’uomo. Designato Film della Critica dal SNCCI: “Commedia nera dall’inequivocabile denuncia politica, il nuovo magistrale lavoro di Jafar Panahi procede per accumuli attraverso un ritmo incalzante e uno sguardo ironico fisso sul suo obiettivo di smascheramento, con il regista ex “prigioniero” che trova un doppio alter ego con cui rispecchiare se stesso e tutto il popolo iraniano da anni lacerato dai soprusi perpetrati dal regime islamico.” Durata 101 minuti. (Nazionale sala 2 V.O.)

Una battaglia dopo l’altra – Thriller, azione. Regia di Paul Thomas Anderson, con Leonardo Di Caprio, Sean Penn, Benicio Del Toro e Chase Infiniti. Un gruppo di ex rivoluzionari si riunisce quando un loro perfido nemico riemerge dal loro passato, dopo sedici anni di silenzio. Tra loro, Bob Ferguson, che ha sognato per anni un mondo migliore ai confini tra Messico e States. Appeso al chiodo l’artiglieria e il nome di battaglia, Ghetto Pat, fa il padre a tempo pieno di Willa, adolescente esperta di arti marziali. Tra una canna e un rimorso prova a proteggerla dal suo passato che puntualmente bussa alla porta e chiede il conto. Dall’ombra riemerge il colonnello Lockjaw, che più di ogni altra cosa vuole integrare un movimento suprematista devoto a San Nicola. Il gruppo avrà il duro compito di salvare la ragazza, che verrà rapita, prima che accada l’inevitabile. Durata 161 minuti. (Centrale V.O., Fratelli Marx sala Chico, Greenwich Village V.O., Ideal, Nazionale sala 2, Reposi sala 3, The Space Torino, Uci Lingotto anche V.O., The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

La vita va così – Commedia drammatica. Regia di Riccardo Milani, con Ignazio Mulas, Virginia Raffaele, Diego Abatantuono e Aldo Baglio. Il protagonista, un pastore sardo, abbandonato da moglie e figlia che si sono trasferite nel paese vicino, vive alla fine del millennio solitario in una casa che s’affaccia su una stupenda spiaggia dove le pecore possono pascolare. Non vuole assolutamente abbandonare quella propria casa: neppure quando un prestigioso gruppo immobiliare lo vorrebbe riempire di quattrini, nel progetto di costruire proprio in quel tratto di spiaggia un resort a cinque stelle. Ecosostenibile. Il responsabile del gruppo, al fine di convincerlo, manda sul posto Mariano, il capocantiere in cui ha piena fiducia: da quel momento Francesca, la figlia del pastore, si ritroverà tra la solidarietà nei confronti del padre e l’ostilità dei suoi concittadini. Durata 118 minuti. (Massaua, Due Giardini sala Nirvana, Eliseo Grande, Fratelli Marx sala Groucho, Ideal, Reposi sala 1, The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)Designato Film della Critica dal SNCCI: “

Paola Giubergia nominata Presidente di Lingotto Musica

Con voto unanime dell’Assemblea dei soci, riunitasi il 23 ottobre scorso, Paola Giubergia è stata nominata Presidente di Lingotto Musica, succedendo nella guida dell’Ente a Giuseppe Proto

Torinese, appassionata d’arte, dopo la Facoltà di Architettura e una intensa attività in proprio, è entrata nel 2001 in Ersel, storica azienda di famiglia con la carica di Responsabile delle Relazioni Esterne, curando personalmente l’organizzazione di importanti mostre e eventi promossi dal gruppo. Nel 2015 è stata tra i soci fondatori di Camera, Centro Italiano per la Fotografia e socia operativa della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e culturali di Torino. Dal 2019 al 2023 è stata nel Consiglio Generale della Fondazione Compagnia di San Paolo e attualmente affianca all’attività in Ersel quella di presidente della Fondazione Renzo Giubergia, nata per volontà del padre per la promozione di giovani talenti musicali.  È consigliera della Fondazione Paideia e della De Sono Associazione per la musica.

Mara Martellotta

Tony Pitony, il fenomeno che infiamma Hiroshima Mon Amour: due date da tutto esaurito

Il fenomeno Tony Pitony approda a Hiroshima Mon Amour e conquista ancora una volta il pubblico. Le due date torinesi del 23 e 24 ottobre sono andate sold out in tempi record, confermando la forza travolgente di un artista capace di trasformare la propria visione in un’esperienza collettiva.

C’è chi lo definisce un genio, chi un semplice provocatore. Tony Pitony — maschera da Elvis, ironia tagliente e presenza magnetica — preferisce restare sospeso tra i due poli. Performer e artista siciliano, è stato protagonista di numerosi festival estivi nell’isola e oltre, attirando l’attenzione anche grazie al suo recente album Tony Pitony e a un’improbabile, ma riuscitissima, collaborazione con il gamer Favij.

Sul palco, Pitony trasforma ogni concerto in un rito. Cadono le maschere — tranne quella di Elvis — e resta un’energia cruda, autentica, che unisce e provoca allo stesso tempo. In un’epoca di volti perfetti e narrazioni preconfezionate, lui sceglie di farsi specchio dell’imperfezione collettiva.
È lì, in quella fragilità condivisa, che trova la sua forza: la potenza creativa di chi osa essere vero.

Valeria Rombolà

Briganti, che storia!

L’esposizione affronta il fenomeno del brigantaggio dal Risorgimento fino ai giorni nostri attraverso documenti, opere d’arte e immagini che ne ripercorrono la complessità storica e culturale.

La mostra intende ricostruire il contesto storico in cui nacque e si trasformò il brigantaggio, andando oltre la leggenda romantica o la semplificazione politica. Oltre 200 opere tra dipinti, stampe, fotografie, uniformi, armi, amuleti, manifesti cinematografici e materiali multimediali raccontano l’evoluzione di un mito che ha attraversato due secoli di storia, letteratura, cinema e cultura popolare. Il percorso espositivo è stato allestito nel Corridoio dell’Aula della Camera Italiana.

Tra le opere esposte troviamo l’Album Carelli con 16 disegni sulle “Scene del brigantaggio nelle provincie napoletane”, rare fotografie d’epoca e caricature satiriche che mostrano come la violenza e la propaganda abbiano contribuito a costruire l’immagine pubblica del brigante. L’allestimento è arricchito da installazioni multimediali interattive.

Per maggiori informazioni mostra I Briganti 

Al Museo nazionale del Risorgimento di Torino

23/10/2025 – 29/03/2026

Al via l’edizione n. 28 di Moncalieri Jazz

Ai blocchi di partenza Moncalieri Jazz 2025. Il Festival si svolgerà dal 25 ottobre al 9 novembre. Si parte sabato 25 dalle 17 nel centro storico di Moncalieri, con “La Notte Nera-Jazz a Corte”. Musica non stop per 8 ore con 100 musicisti con 2 marching band (Funk Off, Fantomatik Orchestra) tutto gratuito. Domenica 26 alle 18 all’Auditorium Toscanini, l’Orchestra Rai diretta da Steven Mercurio con ospite l’attore cantante Gianluca Guidi e con la House Band, presenta un concerto dedicato ai 110 anni di Frank Sinatra.

La serata sarà presentata da Marco Basso critico musicale della Stampa. Dal 6 al 9 novembre il programma clou con 2 concerti a sera alle Fonderie Limone. Il 6 novembre alle 20.30 con il titolo “Jazz & Welfare” suona il Leonardo Sistillo Quartet. A seguire Nico Gori Swing 10 TET. Il 7 sempre alle 20.30 prevede “The Koln Concert”. Omaggio ai 50 anni dalla prima escuzione e agli 80 anni di Keith Jarrett con Cesare Picco e Gloria Campaner al pianoforte. A seguire Gegè Telesforo Big Mama Legacy. L’8 suona Albert Hera & Friends. A seguire “Blues For Pino”. Omaggio a Pino Daniele con musicisti che hanno nel tempo suonato con lui. Conduce la serata Marco Basso critico della Stampa. Chiusura il 9 con lil Viden Spassov Trio. A seguire il trio “stellare” Pèrez- Patitucci- Cruz. Conduce la serata il giornalista Gino Li Veli.

Pier Luigi Fuggetta

Torna Rai NuovaMusica, repertorio novecentesco con il direttore Daniel Kawka

Giovedì 23 ottobre riparte Rai NuovaMusica, la consueta rassegna dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai dedicata alla musica contemporanea, con quattro appuntamenti dedicati al repertorio novecentesco, in serata unica, in programma all’Auditorium Rai “Arturo Toscanini” di Torino.

Il primo, nella giornata di giovedì 23 ottobre, alle 20.30, con trasmissione in diretta su Radio3 e in live streaming sul portale Rai Cultura, segna il ritorno sul podio di Daniel Kawka, con Anna Tifu violinista solista e musiche di Silvia Colasanti, Éric Tanguy e Hans Werner Henze. Attuale direttore musicale e artistico del Léman Lyriques Festival di Ginevra, il francese Daniel Kawka è ospite regolare delle stagioni dell’OSN Rai. Apprezzato interprete del repertorio romantico, in particolare di Mahler, Strauss e Wagner, è altrettanto attivo nell’ambito della musica moderna e contemporanea. Ha diretto compagini come l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, la Filarmonica di San Pietroburgo, la London Sinfonietta e l’Orchestre Philharmonique de Radio France.

In apertura di serata, Kawka propone “In Excelsis” per orchestra di Éric Tanguy. Nato a Caen nel 1968, Tanguy è uno dei compositori francesi più eseguiti e trasmessi dei nostri giorni. Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, tra i quali il “Grand Prix de la SACEM” (2012) e il “Grand prix des Lycéens” dei Compositori (2014), assegnato dagli studenti delle scuole superiori di tutta la Francia. È anche stato nominato due volte “Compositore dell’Anno” alle Victoires de la musique classique (nel 2024 e nel 2008).
Nel 2009, in occasione del suo trentesimo anniversario, l’Ensemble Orchestral de Paris ha presentato in prima assoluta il suo “In Excelsis” per orchestra al Théâtre des Champs-Élysées di Parigi. Nel marzo 2015, la nuova versione del brano è stata creata alla Philharmonie de Paris dall’Orchestre National d’Ile de France, diretta da Enrique Mazzola. Il brano è proposto per la prima volta dall’Orchestra Rai.

A seguire il Concerto per violino “Esercizi per non dire addio” di Silvia Colasanti, classe 1975, che ha recentemente ottenuto un grande successo alla Scala con “Anna A.”, la prima opera andata in scena nel teatro milanese firmata da una compositrice donna. Il brano è stato composto su commissione dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi ed eseguito per la prima volta nel 2022 all’Auditorium di Milano.

“Scrivere un lavoro per violino e orchestra oggi – ha raccontato Silvia Colasanti – rappresenta una sfida difficile, vuol dire tornare su un organico che ha più di quattro secoli di storia, per il quale sono stati scritti grandi capolavori ed esplorate le infinite possibilità espressive e tecniche dello strumento e del suo rapporto con l’orchestra. La storia fa sentire il suo peso, ma costituisce anche la più importante risorsa di conoscenza di noi stessi. Esercizi per non dire addio è un pezzo attorno al tema del distacco e della perdita, nel ricordo vivo di quello che si è amato e che si continua ad amare in modo sempre nuovo, un racconto in suoni dei tentativi che un’esistenza compie, lungo un cammino carico di richiami interni e di memoria, per vivere il presente, guardando al futuro ma con la consapevolezza piena del nostro legame con il passato”.

A interpretarlo è chiamata la violinista Anna Tifu, ospite regolare dell’Orchestra Rai e vincitrice nel 2007 del Concorso George Enescu di Bucarest nel 2007.

Chiude la serata la Sinfonia n. 7 per grande orchestra di Hans Werner Henze, scritta tra il 1983 e il 1984 e commissionata dai Berliner Philharmoniker per il centenario della loro fondazione. Durante la composizione, il musicista si immerse nella personalità e nelle opere del poeta Friedrich Hölderlin, la cui vita e poetica influenzano profondamente la pagina sinfonica.

Auditorium Rai “Arturo Toscanini”- via Rossini 15, Torino

Biglietti: prezzo unico 5 euro / 3 euro per gli under 35 / in vendita presso la biglietteria dell’Auditorium Rai di Torino e online sul sito www.osn.rai.it / biglietteria.osn@rai.it

Mara Martellotta

I due cowboys, tra le montagne “teatrali” del Wyoming

Venerdì 24 ottobre debutto nazionale all’Alfieri

Difficile immaginare come il palcoscenico torinese dell’Alfieri – da venerdì 24, tre repliche, in prima nazionale poi una lunga tournée sino a gennaio – possa contenere gli ampi spazi del Wyoming, le montagne e la ricca vegetazione e le mandrie, un’America rurale di metà degli anni Sessanta fatta di piccoli paesi e comunità non certo avanzate nella mentalità e nello stile di vita. Sono gli spazi raccontati dalla scrittrice Annie Proulx nel suo racconto breve “Brokeback Mountain”, uscito sulle pagine del New Yorker nel 1997, che il regista Ang Lee, originario di Taiwan, portò sullo schermo esattamente vent’anni fa: la stesura di una sceneggiatura e una pre-realizzazione contrastate, chiamando a interpretarlo e dirigerlo attori del calibro di Matt Damon o Mark Wahlberg o Joaquin Phoenix e registi come Gus Van Sant o l’europeo Pedro Almodòvar. Tema difficile e spinoso l’amore tra due giovani uomini, una vicenda chiusa a cui il pubblico ancora forse non era del tutto preparato, una proposta azzardata che sarebbe anche stata in grado di bloccare una carriera e nessuno accettò il progetto. Il film alla fine si fece, raggiunse guadagni che moltiplicarono ben più di dieci volte l’iniziale budget di 14 milioni di dollari, s’aggiudicò il Leone d’oro alla Mostra di Venezia, tre Oscar (su otto candidature) per la migliore regia, miglior sceneggiatura non originale e colonna sonora, quattro Golden Globe e altrettanti Bafta, ebbe critiche ovunque entusiaste, fu il vero trampolino di lancio per Jake Gyllenhaal (come Jack Twist) e lo scomparso Heath Ledger (come Ennis Del Mar).

Ma il racconto dei due mandriani che accettano un lavoro e un isolamento per mesi, che allontanati dal mondo vivono una storia d’amore nascosto e rivelato poi tra le ostilità di tutti, tra le pareti di casa innanzitutto, una storia che porta ad abbandoni e a ritrovamenti sino ad arrivare alla morte, non è soltanto fatto di belle visioni e di paesaggi che letterariamente e cinematograficamente toglievano il fiato: “Brokeback” è storia profonda di sentimenti e delle parole che li esprimono, di una coscienza di sé e di uno svelamento che prendono affermazione a poco a poco, lo scavo eccellente di comportamenti e psicologie, il terreno di un importante impatto emotivo, un luogo intimo di commozione che sin dal suo apparire ha sempre dimenticato la focalizzazione di uno spazio e di un tempo: un successo annunciato per molti versi, ma capace anche di ottenere parecchi ostacoli al suo apparire. Non solo la censura cinese o quella del Medio Oriente, anche una intera catena di cinema nello stato dello Utah annullò, senza nessuna spiegazione agli spettatori, le proiezioni del film, giustificando quella decisione in seguito con la presenza di qualcosa di molto sbagliato all’interno della vicenda.

Prendendo necessariamente altre strade, “Brokeback” è divenuto una “play with music”, una versione teatrale scritta da Ashley Robinson, con le musiche di Dan Gillespie Sells, che ha visto il proprio debutto a Londra nel 2023, con enorme successo di pubblico e di critica. Il milanese Teatro Carcano, con Altra Scena & GF Entertainment e Accademia Perduta Romagna Teatri, la propone al pubblico italiano per la versione e la regia di Giancarlo Nicoletti, le scene di Alessandro Chiti e i costumi di Giulia Pagliarulo. L’intera partitura musicale è affidata alla voce di Malika Ayane e alla live band capitanata da Marco Bosco al pianoforte, accompagnato da Giacomo Belli (chitarre) e Giulio Scarpato (basso e contrabbasso). Ha detto Nicoletti (di cui nel maggio prossimo il TST riproporrà al Gobetti la bella regia dei “Due papi”, già visto sul palcoscenico del Gioiello): “Portare ‘Brokeback Mountain’ a teatro è un esercizio di sottrazione e di fiducia. Fiducia nella potenza del racconto, dei personaggi e nella capacità del linguaggio teatrale, la vastità dei luoghi – così centrale nel racconto originale – viene allora affidata alla musica, ai giochi di luce, alla suggestione teatral/cinematografica (con l’utilizzo di videoproiezioni e camere live), in uno spazio in costante trasformazione, che si dilata e contrae, facendosi intimo e aprendosi all’orizzonte, in relazione con ciò che accade tra i corpi in scena.”

Nei ruoli dei protagonisti, Edoardo Purgatori, già visto in “Diamanti” di Ozpetek e “Siccità” con la regia di Paolo Virzì, e Filippo Contri, compagno di scena di Carlo Verdone nel televisivo “Vita da Carlo”.

Elio Rabbione

Nelle immagini, Edoardo Purgatori e Filippo Contri fotografati da Carlo Mogiani, e Malika Ayane, foto di Attilio Cusani.

Al MAO di Torino l’artista Chiharu Shiota, “The Soul Trembles”

Il MAO, Museo di Arte Orientale di Torino, presenta la mostra dal titolo “Chiharu Shiota, The Soul Trembles”, a cura di Mami Kataoka, direttrice del Mori Art Museum di Tokyo, che ne ha concepito il progetto originale, e Davide Quadrio, direttore del MAO, con l’assistenza curatoriale di Anna Musini e Francesca  Filisetti. Sarà visitabile fino al 28 giugno 2026.
La grande esposizione monografica dedicata all’artista giapponese approda al MAO in anteprima nazionale e per la prima volta in assoluto  in un museo di arte asiatica, dopo essere stata ospitata in prestigiose istituzioni internazionali  tra cui il Grand Palais di Parigi, il Busan Museum of Art, il Long Museum West Bund di Shanghai, la Queensland Art Gallery di Brisbane e lo Shenzhen Art Museum.
Si tratta di un progetto ampio e articolato, di grande potenza espressiva, che ripercorre l’intera produzione dell’artista  attraverso disegni, fotografie, sculture  e alcune delle sue più celebri installazioni ambientali e monumentali. Spesso ispirate da esperienze personali, le opere di Chiharu Shiota esplorano l’intangibile, quali ricordi, emozioni, immagini e visioni oniriche, offrendo spazi di silenzio e contemplazione, e pongono interrogativi su concetti universali e esistenziali quali l’identità, la relazione con l’altro, la vita e la morte. Valicando i confini temporali e spaziali, i suoi lavori coinvolgono la parte più intima e vulnerabile dell’animo umano. Le sue installazioni più celebri sono composte da fili rossi e neri intrecciati, al fine di creare strutture imponenti, avvolgendo gli spazi in cui sono collocate, trasformandone i volumi e guidando lo spettatore in un’esperienza immersiva in cui la fascinazione si alterna all’inquietudine, il movimento alla stasi.
Il progetto espositivo è concepito come un’unica grande installazione che si espande negli spazi del MAO, dall’area delle mostre temporanee fino alle Gallerie delle collezioni permanenti, ponendosi in un dialogo diretto con le opere del Museo. L’esposizione prevede, oltre a disegni, sculture,  fotografie e installazioni, interventi site specific e nuove opere realizzate dall’artista appositamente per l’occasione.
Tra le opere in mostra alcune delle più iconiche installazioni di Shiota dal titolo “Where are we going?” del 2017, in cui il motivo della barca, ricorrente in diverse opere, evoca visioni di vita  e di futuri incerti; “ Uncertain Journey” del 2016 è costituita da scheletri di imbarcazioni disposti  in uno spazio avvolto da fili rosso vivo, a suggerire i molti incontri che potrebbero manifestarsi alla fine di ogni viaggio; “ In Silence” (2008), in cui un pianoforte bruciato e diverse sedute per un fantomatico pubblico, immerso in un reticolo di fili neri, raccontano il silenzio che segue alla distruzione. “Reflection of Space and Time” del 2018 utilizza un abito e la sua immagine specchiata per riflettere sulla presenza nell’assenza. “Inside-Outside” del  2009 è un’opera incentrata sul concetto di separazione  fra interno ed esterno, tra privato e pubblico, tra Est e Ovest. Infine la monumentale “Accumulation-Searching  for the destination”  del 2021, composta di centinaia di valigie oscillanti, simbolo di ricordo, spostamenti, migrazioni e archetipo del viaggio compiuto da ciascuno di noi.

“Con questo progetto il MAO prosegue nel suo processo di evoluzione, da museo di arte antica a luogo del contemporaneo,  di cura e di tempo lento – afferma il direttore del MAO Davide Quadrio – la mostra di Chiharu Shiota nasce al MAO come progetto site specific, capace di dialogare in modo naturale con le opere della collezione di arte asiatica, trasformando lo spazio del museo in qualcosa di vivo e in continua evoluzione. Attraverso installazioni monumentali e al tempo stesso intime, che parlano un linguaggio universale,  ‘The Soul Trembles’ esplora la fragilità umana, offrendo al visitatore la possibilità di intraprendere un viaggio interiore, liberatorio e condiviso.

Mara Martellotta