CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 355

“La Primavera” secondo Pejrone al Castello di Miradolo

Prosegue al ritmo delle stagioni, la mostra “Oltre il Giardino. L’abbecedario di Paolo Pejrone”

Fino al 15 maggio

San Secondo di Pinerolo (Torino)

Architetto-paesaggista fra i più celebri a livello internazionale. Ha raccontato di “giardini e orti felici” in numerosi libri, è fondatore e presidente dell’“Accademia Piemontese del Giardino” ed è l’ideatore della mostra-mercato “Tre giorni per il Giardino” al Castello di Masino. Nel 2013 è stato insignito del titolo di “Chevalier de l’Ordre des Art et des Lettres” dal Ministero francese della “Cultura e Comunicazione”. Creativo a larghe mani. Geniale. Originale e un po’ (quel tanto che basta) visionario, solo a Paolo Pejrone poteva venire in mente di organizzare una mostra nella mostra, incentrata sul viaggio nel tempo, “una mostra che segue il corso delle stagioni, che accompagna il loro trascorrere nel tempo, che muta prospettive, colori, luci e ombre, come un giardino”. Una rassegna che cambia pelle, voce, armonie e s’arricchisce di nuove opere e proposte a seconda del mutar delle stagioni. Così, dopo l’estate, l’autunno e l’inverno, “Oltre il Giardino. L’abbecedario di Paolo Pejrone” è arrivata finalmente, da alcuni giorni, alla primavera. E in tal veste proseguirà fino al 15 maggio. Il progetto espositivo, distribuito nelle sale storiche del Castello e nei sei ettari del Parco all’inglese che lo circondano, è stato immaginato come un cammino ideale lungo un anno, dove le opere in mostra, per l’appunto, cambiano con il variare delle stagioni. Nella sua inedita e ultima veste, quella primaverile, saranno esposti nuovi modelli e disegni pomologici di fragole, albicocche, mele e pere ( in tema con la stagione ) di Francesco Garnier Valletti (Giaveno, 1808 – Torino, 1889), ultimo ineguagliato modellatore e riproduttore di frutti artificiali, artigiano, artista e anche scienziato, e il “Tappeto natura – Cavolo canario” di Piero Gilardi. I “tappeti natura” (realizzati dall’artista torinese a partire dal 1965) riproducono fedelmente scenari naturali con intento ironico e polemico: l’artista prende spunto dalla Pop Art statunitense, in particolare dalle creazioni di Claes Oldemburg (origini svedesi di Stoccolma), per denunciare l’intervento dell’uomo che ha trasformato la natura in realtà asettica e del tutto artificiale. Le nuove opere si affiancano a quelle già presenti – provenienti per la maggior parte da collezioni private – di Andy Warhol, Giorgio Griffa, Lucio Fontana, Giovanni Frangi, Francesco Menzio, Arrigo Lora Totino, Gilberto Zorio, Umberto Baglioni, Paola Anziché, Robert Rauschenberg, Giuseppe Penone, Mario Merz e Giovanni Anselmo. Obiettivo: costruire un dialogo immaginario con le parole di Paolo Pejrone intessendo riferimenti e suggestioni e suggerendo letture e possibili interpretazioni del percorso di visita per costruire un cammino, “oltre il giardino”.

La mostra, realizzata dalla “Fondazione Cosso” al Castello di Miradolo a San Secondo di Pinerolo (Torino), a cura di Paola Eynard e Roberto Galimberti, si sviluppa attorno al concetto di abbecedario: un “ABC” del giardino, in rigoroso “dis-ordine alfabetico”, secondo le parole e i pensieri di Pejrone, ma soprattutto una riflessione profonda e intima su temi come la luce, l’ambiente, la calma, i dubbi, le speranze, le sfide che il mondo contemporaneo offre al rapporto tra uomo e ambiente. L’esposizione è completata da un’installazione sonora appositamente dedicata, a cura del progetto artistico “Avant-dernière pensée”, articolata attorno a tre nuclei essenziali. Il primo, al piano terra, si concentra sulla musica di Gioachino Rossini proponendo un’architettura sonora nello spazio dell’opera giovanile del compositore “6 Sonate a quattro”. Nelle sale del primo piano l’installazione sonora presenta una reinterpretazione della Sesta Sinfonia, “La Pastorale”, di Ludwig van Beethoven. Infine, dedicata all’opera “Venti frammenti” di Giorgio Griffa, un’inedita riscrittura di “Apartment House 1776” di John Cage, nella versione per quartetto d’archi. Le ricerche iconografiche per la mostra sono a cura di Enrica Melossi.

g.m.

“OLTRE IL GIARDINO. L’abbecedario di Paolo Pejrone”

Castello di Miradolo, via Cardonata 2, San Secondo di Pinerolo (Torino); tel. 0121/502761 o www.fondazionecosso.com; solo su prenotazione

Fino al 15 maggio

Orari:ven. sab. dom. e lun. 10/18,30

Nelle foto

–         Paolo Pejrone

–         Piero Gilardi: “Tappeto natura. Cavolo canario”, poliuretano espanso, 2020, Courtesy Biasutti & Biasutti

–         Orto Castello di Miradolo

Allevi e non solo al teatro Colosseo

 

TEATRO COLOSSEO
Via Madama Cristina 71 – Torino

La stagione 2021 – 2022

 

Mercoledì 30 marzo ore 21
OPEN
poltronissima € 33,70 | poltrona A € 28,50 | galleria € 25,50 | galleria B € 22,50

Open, scritto a quattro mani dal coreografo americano – innamorato dell’Italia – Daniel Ezralow con la moglie Arabella Holzbog, è un patchwork di piccole storie che strizzano l’occhio allo spettatore con numeri a effetto, multimedialità, ironia e umorismo, all’insegna del più puro entertainment.  “Un antidoto alla complicazione della vita“, come dichiara lo stesso Ezralow. Uno spettacolare inno alla libertà creativa, al ciclo della vita e alla rivisitazione dei successi da lui creati, volto a trasportare il pubblico in una nuova dimensione dove umorismo e intensità danno vita a una miscela esplosiva di straordinaria fantasia creativa ed emozione scenica. “Prima di chiamare lo spettacolo Open, pensando a Calvino avevo pensato a Recostruction, perché dobbiamo continuamente rimuovere e ricostruire. Il titolo però non funzionava, così mia moglie mi ha suggerito Open: una parola che, con le sue quattro lettere molto bilanciate ha in sé tanta energia. I motivi per cui ho deciso di chiamare lo spettacolo Open sono diversi: aperti possono essere il cuore, la mente, gli occhi, una finestra. Open vuol dire aperto al mondo, al lavoro, al business, agli altri. Bisogna guardare al presente senza remore, appunto con mente aperta. La vita è spesso pesante, ma abbiamo tanta energia positiva che aiuta a risolvere i problemi. Il titolo fa riferimento a un’apertura culturale ma anche stilistica. A me piace mescolare. La mia formazione non è classica, quindi ci sono poche punte; non è neanche la break dance, quindi non roteo tanto sulla testa. Posso però usare ognuno di questi elementi per comunicare il senso del momento”.
Sul palcoscenico, oltre ad una scenografia molto semplice composta di quattro pannelli su cui vengono proiettati una successione di quadri visivi e vignette in movimento, vi sono otto ballerini della sua compagnia americana che, nelle numerose sequenze di gruppo così come negli assoli, coniugano con scioltezza il linguaggio neoclassico e la modern dance, incantando il pubblico in un mix tra sorpresa, divertimento, leggerezza e agilità. Nella coreografia di Open si susseguono emozioni e sensazioni differenti, come l’ironia, il dolore, o la speranza, fino ad arrivare a un’idea ecologista. “In Open c’è il contrasto tra città e natura, laddove solo quest’ultima può liberare l’uomo dalla frenesia della vita. Il filo conduttore è che attraverso la città arrivo alla natura. Ritengo che oggi i più giovani siano cresciuti con dei nuovi valori che noi non avevamo, come il rispetto per l’ecologia. L’ho visto in mio figlio che a dieci anni nella sua scuola di Los Angeles aveva seguito programmi innovativi sul rimboschimento. Saranno loro a salvare il mondo. Con questo spettacolo la mia intenzione non è raccontare una storia, tant’è che il clima è piuttosto astratto, ma sono i vari elementi messi insieme a fare la storia. I danzatori per metà spettacolo sono vestiti, l’altra metà sono nudi ma dipinti. È stato a diciannove anni che avevo scoperto che potevo esprimermi e raccontare col corpo. Del resto, il nostro linguaggio nasce dal corpo, che è il nostro strumento. La tecnica, invece, è un modo di esprimersi; a differire sono solo le finalità


OPEN – Olympiads -Photo by Fabio Diena
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Venerdì 1 e sabato 2 aprile ore 21
MAURIZIO BATTISTA
Tutti contro tutti
sold out

Maurizio Battista torna sul palco con uno spettacolo inedito, “Tutti Contro Tutti”.
È proprio vero che si è destinati a vivere tutti contro tutti? Che si è costretti ad assecondare i ritmi frenetici di una vita mandandola spesso fuori giri? Che i social sono l’unico momento di aggregazione o non piuttosto il modo migliore per alienarsi e soffrire di solitudine?
A queste e a tante altre domande risponde nel suo nuovo show Battista che, con la sua indiscutibile capacità di far ridere, riesce ad unire tutti gli spettatori all’insegna del divertimento e delle risate.
«Perché la risata, udite udite, unisce tutte le persone! – afferma – Visto che la cosa più bella che abbiamo in questa vita, sono proprio gli altri! Oddio, non proprio tutti, eh…»

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Domenica 3 aprile ore 18
GIOVANNI ALLEVI
Estasi Tour
poltronissima € 50,00 | poltrona A € 39,80 | galleria € 32,60 | galleria B € 25,50

Il  nuovo  tour  europeo  del  compositore  e  pianista Giovanni Allevi, il 3 aprile, al Teatro Colosseo di Torino. In questo concerto presenta live  i  brani  della  sua  ultima  opera  musicale,  Estasi,  per  pianoforte solo.
Attraverso  le  note  del  pianoforte,  il compositore  Giovanni  Allevi  conduce  per  mano  l’ascoltatore  nelle molteplici emozioni dell’essere umano, fino alla più sublime: l’estasi, percorrendo  momenti  di  riflessione,  di  sognante contemplazione, impennate aggressive e rarefatta tenerezza. Le coinvolgenti note del nuovo lavoro del compositore-filosofo, saranno l’occasione per il pubblico di avvicinarsi all’esperienza meravigliosa  dell’estasi,  attraverso  il  tocco  inconfondibile  del  suo pianoforte.


Giovanni Allevi – Photo credit Max Valerio

Tutte le informazioni sul sito www.teatrocolosseo.it e sui profili social del Teatro.

 
 

 

Bere il territorio, raccontare il vino attraverso un viaggio

Ventunesima edizione per il Concorso Letterario Nazionale di Go Wine

Il bando di concorso scade il 30 aprile 2022
L’associazione Go Wine promuove la ventunesima edizione del Concorso Letterario Nazionale
“Bere il Territorio”. Il Bando viene divulgato più avanti rispetto ai tempi abituali di tutte le
precedenti edizioni, con scadenza per la consegna degli elaborati al prossimo 30 aprile 2022.
La cerimonia di premiazione è fissata per sabato 28 maggio ad Alba.
Il Concorso Nazionale “Bere il Territorio” è un progetto culturale che ha sempre accompagnato la
vita dell’associazione fin dalla sua costituzione, caratterizzandosi come un’iniziativa qualificante
per Go Wine e sempre molto partecipata.
Il Concorso anche quest’anno rimane fedele all’idea che l’ha originato e risponde alla volontà di
contribuire in modo concreto ad accrescere e diffondere la cultura del vino e il consumo
consapevole di un prodotto strettamente connesso con il suo territorio. “Bere il Territorio” per
attribuire un valore aggiunto a ciascun vino di qualità ed apprezzare, attraverso il calice, non solo
il prodotto in sé, ma anche la cultura e l’ambiente che esso racchiude.
Il tema del concorso si lega da alcuni anni in modo più diretto all’idea che ha ispirato fin dalla
costituzione l’associazione Go Wine: ovvero guardare ad una figura qualificata di consumatore
che non ama solo conoscere e degustare i vini, ma avverte il desiderio di farsi viaggiatore per
scoprire i luoghi dove ciascun vino si afferma e dove uomini e donne del vino operano.
Si mantiene peraltro inalterato lo spirito di fondo che anima l’iniziativa culturale: storia, tradizioni,
paesaggio e vicende culturali sono diversi i fattori che distinguono il vino da una qualsiasi
bevanda e che si esaltano nel percorrere un territorio del vino.
“Raccontare il vino attraverso un viaggio”: il Bando si lega a uno dei temi ispiratori
dell’Associazione Go Wine e invita i partecipanti a farsi idealmente viaggiatori, narrando un
percorso in un territorio del vino italiano, raccontando un’esperienza, evidenziando il rapporto
con i valori cari all’enoturista: paesaggio, ambiente, cultura, tradizioni e vicende locali.
La sezione generale del Concorso Nazionale “Bere il Territorio” si divide in due categorie – una
riservata agli over 24 anni senza distinzioni e una riservata a giovani dai 16 ai 24 anni – con la
finalità di stabilire un ideale confronto fra generazioni.
A fianco delle due categorie della sezione generale e agli altri riconoscimenti, si inserisce in questa
edizione la novità di un nuovo Premio Speciale con una connotazione più rivolta ai temi
dell’ambiente: è destinato infatti a realtà del comparto vinicolo che si siano distinte per aver
salvaguardato il patrimonio territoriale in un’ottica di valorizzazione del paesaggio, come recita
l’art. 8 del Bando.
È prevista inoltre la sezione speciale riservata agli studenti degli Istituti Agrari: in questa sezione
il Bando intende valorizzare e premiare lavori di ricerca rivolti al tema dei vitigni autoctoni, anche
tenendo conto di interessanti contributi che in ogni edizione pervengono.
Gli elaborati saranno sottoposti al vaglio della giuria composta da Gianluigi Beccaria e Valter
Boggione (Università di Torino), Margherita Oggero (scrittrice), Bruno Quaranta (La Stampa),
Massimo Corrado (Associazione Go Wine). Saranno quindi selezionati dalla sezione generale i due
migliori testi, uno per ciascuna categoria: i vincitori riceveranno ciascuno un premio di euro
500,00. Sarà selezionato dalla sezione speciale riservata agli Istituti agrari il migliore lavoro di
ricerca: il vincitore (o il gruppo) della sezione speciale riceverà un premio di euro 500,00.
Oltre ai premi riservati agli aspiranti scrittori, Bere il territorio conferma altri due Premi: ovvero il
riconoscimento a “Il Maestro” e il Premio Speciale a favore di un libro, edito durante l’anno
2021, che abbia come tema il vino o che, comunque, riservi al vino una speciale attenzione.

Sostengono questa iniziativa la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo e un Comitato di aziende
vinicole italiane che sostengono i progetti culturali di Go Wine:

Per informazioni:
Associazione Go Wine tel. 0173 364631 gowine.editore@gowinet.it – www.gowinet.it

IN ONDA: il palinsesto digitale di Fondazione Torino Musei

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Si trasforma in network, con nuovi contenuti dedicati a tutto il pubblico. La Fondazione Torino Musei presenta il suo nuovo canale. Una stratificazione di ispirazioni, punti di vista e approfondimenti che si articola tra MAO, GAM e Palazzo Madama

 

inonda.fondazionetorinomusei.it

Guarda il trailer

Il progetto IN ONDA è nato nell’ottobre del 2020 con lo scopo di offrire, principalmente agli insegnanti e studenti costretti alla didattica a distanza, un ampio e innovativo palinsesto di contenuti didattici multimediali, grazie a video e laboratori altamente professionali che hanno permesso di portare il museo a scuola, con il coinvolgimento di oltre 6.000 studenti.

Con 38 video, 3 visite guidate virtuali 360°, 7 podcast, 3 virtual tour interattivi e 12 percorsi didattici, oggi IN ONDA – ideato e curato da Fondazione Torino Musei in collaborazione con lo studio creativo multidisciplinare MYBOSSWAS e realizzato con il supporto di Camera di commercio di Torino – si trasforma in un vero e proprio network dedicato a un pubblico eterogeneo. Un canale Video On Demand ricco di contenuti inediti, a costruire il nuovo patrimonio digitale della Fondazione Torino Musei, amplificando in rete un’offerta culturale dal valore inestimabile. Il palinsesto include visite in realtà virtuale, mini-serie documentaristiche focalizzate sulle opere, approfondimenti dal taglio divulgativo, podcast e format didattici.

AFFLUENTI

Il cuore del palinsesto digitale di IN ONDA è il format Affluenti, che vede la partecipazione straordinaria di personaggi di spicco del panorama culturale italiano chiamati a interpretare le collezioni dei musei secondo le loro personali visioni e competenze. Mario CalabresiGloria CampanerGiada MessettiSavina NeirottiPiergiorgio OdifreddiGiuseppe PenoneCarlo Ratti e Marco Revelli sono i primi nomi coinvolti in un piano destinato ad arricchirsi, per approfondire temi legati alla fotografia, matematica, architettura, cinema, musica, storia, arte e letteratura, nelle prestigiose sale della GAM, del MAO e di Palazzo Madama.

 

RADIOGRAFIE DI UN’OPERA

Una serie di 9 video da circa 5 minuti raccontano ciascuno un’opera, scelta tra le collezioni di GAM, MAO e Palazzo Madama. Radiografie di un’opera vede direttori e conservatori approfondire i particolari di alcuni lavori iconici rivelandone il contesto storico, la tecnica, la composizione, in un racconto scandito da riprese video di alta qualità. La macchina da presa si avvicina e riprende il più piccolo dettaglio, e chi guarda può quasi entrare nell’opera e individuare nei particolari la tecnica: dalle pennellate alle incisioni, al segno lasciato dallo scalpello. Sacco di Alberto Burri, Ritratto d’Uomo di Antonello da Messina, Novembre di Antonio Fontanesi, il Cofano del Cardinale Guala Bicchieri, la scultura di un Guerriero giapponese e un Albero delle monete cinese sono solo alcune delle opere rappresentate.

LETTURE IN MUSEO

Con questo format il museo diventa teatro e palcoscenico di un contenuto che apre alla riflessione.

Grazie alla partnership con la Scuola Holden fondata da Alessandro Baricco, le Letture in museo hanno coinvolto gli allievi che, offrendo nuove chiavi di lettura ai capolavori esposti, sono impegnati nella lettura, direttamente nelle sale, di alcuni brani tratti dai classici della letteratura. Mattatoio n°5 di Kurt Vonnegut abbinato a Sacco di Alberto Burri, Il manuale dello spadaccino di William Scott Wilson con le armature dei samurai, Il deserto dei tartari di Dino Buzzati con la torre panoramica di Palazzo Madama, Un uomo solo di Christopher Isherwood con Portrait Relief of Claude Pascal di Yves Klein, Le città invisibili di Italo Calvino con lo scalone juvarriano, I cani romantici di Roberto Bolaño con Le Baiser di Francis Picabia, L’isola di Aldous Huxley con il Buddha sdraiato in Parinirvana, L’eleganza del riccio di Muriel Barbery con la stanza da tè tradizionale giapponese, La gioia di scrivere di Wislawa Szymborska abbinato alla Sala Stemmi di Palazzo Madama.

PODCAST

Il palinsesto di Fondazione Torino Musei non poteva non aprirsi a uno degli strumenti di approfondimento ormai divenuto imprescindibile per i fruitori di cultura. I podcast di IN ONDA sono audio racconti di storie e curiosità condotti dalle voci gli ospiti illustri di Affluenti, che guidano nell’esplorazione delle collezioni mettendole in relazione con altre discipline.

 

VIRTUAL TOUR E VISITE GUIDATE VIRTUALI

Il portale IN ONDA offre due tipologie di visite virtuali. Una visita guidata a 360° che prevede un itinerario studiato dai curatori, e un virtual tour per attraversare le sale dei musei in autonomia anche da casa. Un’esperienza digitale completa e immersiva, che offre l’opportunità di conoscere per la prima volta le collezioni, o rivivere il proprio percorso di visita approfondendo alcuni highlights grazie alla presenza di contenuti video mirati. I virtual tour sono realizzati con un sistema di scansione 3D che ricostruisce l’ambiente museale con fotografia ad alta risoluzione.

DIDATTICA

Continua l’impegno verso le scuole, gli insegnanti e gli studenti, per cui IN ONDA è nato.

Il successo che Fondazione ha raggiunto con il suo canale digitale pensato per le scuole conferma la volontà di proseguire nello sviluppo delle soluzioni dedicate agli alunni. Per questa ragione il palinsesto legato ai percorsi didattici si implementa con nuove proposte che arricchiscono l’offerta online.

Alle precedenti proposte si aggiungono 4 nuovi percorsi educativi, realizzando un nuovo video accompagnato dal relativo laboratorio per ciascun museo, più un percorso dal tema Natura, trasversale tra le tre realtà museali, sempre con un’attenzione particolare alla disabilità uditiva: alcuni video sono disponibili in LIS Lingua dei Segni italiana.

La Fondazione Torino Musei si prende cura delle oltre 150.000 opere delle collezioni d’arte della Città di Torino. Il passato con Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica, l’Oriente con il MAO Museo d’Arte Orientale e il futuro con la GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea: offriamo prospettive diverse su epoche storiche e mondi apparentemente lontani eppure connessi fra loro. La mission è la tutela di questo patrimonio e la sua divulgazione, con una particolare attenzione all’accessibilità e ai progetti educativi, per bambini e ragazzi di ogni età e le loro famiglie.

Per informazioni:

inonda.fondazionetorinomusei.it –  www.fondazionetorinomusei.it – www.gamtorino.it  – www.maotorino.it –www.palazzomadamatorino.it

Un omaggio al legame tra Carmelo Bene e Torino

 

Nella  mostra Bene, bis. 85 anni dalla nascita, 20 dalla scomparsa

Torino rende omaggio a Carmelo Bene nel ventennale della scomparsa con diversi appuntamenti tra cui la mostra “Bene, bis. 85 anni dalla nascita, 20 dalla scomparsa” a cura di Mario Serenellini al centro PHOS in Via Giambattista Vico 1 a Torino.L’esposizione si concentra sulle stagioni teatrali di fuoco degli anni 1966-1968 con una selezione di scatti d’autore (Gianfranco Mantegna, “Stephan”, Riccardo Orsini, Claudio Abate) scelte dal curatore ed esposte per la prima volta nel 2017 al MAV di Ercolano e al Festival Magma di Acireale/Milo.

L’artista dalla personalità straripante con il vizio della provocazione e una instancabile volontà di sperimentare l’arte come attore, regista, drammaturgo, scrittore e poeta, trovò un terreno fertile nella Torino degli anni Sessanta, percorsa da unfervido spirito avanguardistico. A vivacizzare la scena culturale torinese indipendente tra la metà degli anni Sessanta e Ottanta spiccava Edoardo Fadini, fondatore del Cabaret Voltaire, con unasensibilità artistica vicina a quella di Carmelo Bene, con il quale portò avanti un sodalizio artistico trentennale.

Il “sommo Bene” nel 1966, il 17-18 maggio, porta per la prima volta a Torino il suo Pinocchio e, sostenuto dall’Unione culturale Franco Antonicelli, animata da Edoardo Fadini, e con la mediazione del futuro sindaco Diego Novelli, lo spettacolo viene ospitato al Teatro Alfieri, e il 18 pomeriggio Bene lo presenta incontrando il pubblico nella sede storica di Palazzo Carignano dell’Uc. L’anno successivo, nel giugno 1967, il “Primo Convegno Nazionale per un Nuovo Teatro” di Ivrea promosso da Fadini e dall’Uc accoglie interventi e spettacoli di Eugenio Barba e dell’Odin Teatret, di Leo De Berardinis e Perla Peragallo, di Carlo Quartucci e Carmelo Bene, le cui contestazioni segnano fortemente lo svolgersi degli incontri. Nel 1968, l’8-9 e 11 marzo, l’Unione culturale e il Piper Pluri Club (che lo ospita) organizzano lo spettacoloconcerto di Carmelo Bene e Vittorio Gelmetti dal titolo Majakovskij. L’8 dicembre 1968, all’Unione culturale, va in scena Don Chisciotte di Carmelo Bene (con Bene, Mancinelli, De Berardinis e Peragallo), replicato dal 9 al Teatro Gobetti grazie alla co-organizzazione dello spettacolo tra Uc e Teatro Stabile. Il 14 gennaio 1969, Torino ospita quella che viene presentata come la prima nazionale di Nostra signora dei Turchi al Cinema Gioiello. Anche in questo caso si organizza a Palazzo Carignano un incontro pomeridiano di presentazione del film con Bene. Nei decenni successivi, Bene tornerà poi in città nell’ambito del progetto Toreat, realizzato sempre dall’inesauribile Fadini con il suo Cabaret Voltaire, l’Uc e le Università di Torino e Cagliari e verrà ricordato nell’anno della sua scomparsa dal convegno Le arti del Novecento e Carmelo Bene (GAM, ottobre 2002) organizzato da Fadini e i cui atti sono stati recentemente stampati da Kurumuny editore con il titolo Il sommo Bene.

La mostra, realizzata in collaborazione tra Le Plateau de la Méduse di Parigi, MAV (Museo Archeologico Virtuale) di Ercolano, Unione culturale Franco Antonicelli, Teatro Stabile di Torino e PHOS – Centro per la Fotografia e le Arti Visive, è stata inaugurata il 21 marzo alla presenza del curatore Mario Serenellini. È aperta da lunedì a venerdì, dalle 15.30 alle 19.30 o su appuntamento fino all’8 aprile.

Mario Serenellini, giornalista, critico (“France Culture/Radio France”, “la Repubblica”, “Alias–il manifesto”, “la Gazzetta del Popolo”), cura rassegne e mostre internazionali con la sua associazione Le Plateau de la Méduse. Già direttore artistico di Cinéma italien Nouvel Air all’Espace Pierre Cardin, Capolavori d’un giorno all’Institut Culturel Italien, AniMav a Ercolano e Napoli, Sottosopra18 a Torino, guida a Parigi con Ysé Brisson il FDFC-Festival Droits des Femmes & Cinéma. Traduttore (da Proust, Lewis Carroll, Tim Burton, Hitchcock), autore di pièces e video, ha pubblicato tra l’altro Max Ernst dada e surrealista, Le figure incrociate, L’AnNez Pinocchio/Il NasoMese, François Truffaut: il ragazzo salvato.

PHOS è un centro culturale polifunzionale in cui confluiscono molteplici attività incentrate sullo studio, la promozione e la produzione della fotografia e delle arti visive. Fondato nel 2011 da un collettivo di artisti, fotografi e professionisti legati al mondo della fotografia Fine Art, ha come finalità quella di costituire un punto d’incontro per chiunque si interessi al mondo dell’immagine. Il Centro offre supporto alla realizzazione e valorizzazione di progetti fotografici, iniziative editoriali (tirature in edizione limitata e libri d’artista) e mostre, con particolare attenzione al lavoro di giovani autori. Propone inoltre percorsi di riflessione e mostre di grandi maestri della fotografia come Michael Ackerman, Lisette Model, Jacob Aue Sobol, Luigi Ghirri, Mario Cresci e Mario Giacomelli. Il Centro opera poi per l’istituzione di concorsi, l’organizzazione di residenze per artisti provenienti dall’Italia e dall’estero e per l’attivazione di collaborazioni e scambi con istituzioni analoghe.

GIULIANA PRESTIPINO

Contatti: tel. 011 7604867; web: www.phosfotografia.com; email: phos@phosfotografia.it

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

 

Michel Houellebecq “Annientare” -La nave di Teseo- euro 23,00

Il famoso scrittore francese ha condensato più tematiche in oltre 700 pagine: malattia, politica, rapporti familiari, l’amore che sembra essere l’unica ancora di salvezza, attentati e stragi, il travaglio interiore di un uomo di fronte agli sbarramenti della vita.
Tantissima carne al fuoco, con pagine a tratti più lente e ingarbugliate, ma altre di una potenza narrativa eccezionale. Di fatto non c’è un preciso baricentro, piuttosto un corollario di uomini, donne e svariate situazioni.
L’incipit è comunque fulminante, con la divulgazione di video agghiaccianti che gettano nel panico il mondo della politica francese. La storia poi si avvolge però intorno ad un personaggio che risulta centrale.
E’ Paul Raison, uomo di mezza età, consigliere di Bruno Juge che è il ministro dell’Economia, delle Finanze e del Bilancio, possibile candidato alle future elezioni presidenziali.
Il clima generale è in stato di allerta per i messaggi criptati che anticipano spaventosi atti terroristici.
Il più straziante è il siluramento di una barca piena della disperazione dei migranti. Gli attentatori filmano e mettono in rete scene di panico, orrore e morte; quella di 500 persone, tra uomini, donne e bambini che annegano di fronte agli occhi del mondo.
Houellebecq per l’occasione mette a fuoco anche le reazioni della politica, e sembra riflettere sui grandi temi dei nostri tempi.

Ma è soprattutto su Paul Raison che si concentra maggiormente, raccontandoci molto di lui e della sua famiglia. Il matrimonio con Prudence sembra quello di due separati in casa…anche se poi le cose cambieranno decisamente.
A sconvolgere la vita di Paul dapprima è l’ictus che riduce suo padre in coma e poi allo stato di larva; anziano non autosufficiente da gestire, tra ospedale, Rsa e continua assistenza infermieristica. A prendere in mano la situazione saranno soprattutto la figlia Cecile e la compagna del malato (della quale conosceremo la famiglia e il legame con Paul).
Mentre sullo sfondo rimane il loro fratello minore Aurelien, particolarmente fragile e problematico, sposato con una donna insopportabile che lo umilia continuamente. E anche qui ci saranno sviluppi….

Ma la tragedia più grande che investe Paul è la diagnosi infausta di un tumore gravissimo. Sono le pagine più emozionanti del romanzo. Scopriremo come l’uomo affronterà la situazione, le scelte per quanto riguarda la possibile devastante prospettiva chirurgica e le cure altamente debilitanti. Come si prepara Paul? Chi gli starà più accanto? Come andrà a finire?……

 

Jokha Alharthi “Corpi celesti” -Bompiani- euro 18,00

Decisamente interessante questa scrittrice che ha raggiunto una serie di primati: è la prima autrice dell’Oman ad aver ottenuto successo oltre confine e diventata un caso letterario, la prima di lingua araba ad aver vinto l’International Booker Prize nel 2019 proprio con “Corpi celesti”.

Jokha Alharthi, nata nel 1978, vanta un curriculum di tutto rispetto. Ha studiato nel suo paese e poi a Edimburgo dove ha conseguito un dottorato di ricerca in letteratura araba. E’ autrice di saggi, libri per ragazzi, di questo romanzo e di altri due ancora inediti in Occidente. Oggi è tornata nel suo paese dove insegna alla Sultan Qaboos University, vicina alla capitale Mascate. Ma è nella scrittura che c’è la sua anima più profonda.
“Corpi celesti” l’ha scritto mentre ad Edimburgo viveva in una manciata di metri quadrati insieme al marito e al figlio di 8 mesi. Chapeau, perché nel frattempo studiava anche come una forsennata per il dottorato.

Il romanzo narra le vite, le scelte, le aspirazioni e le frustrazioni di tre sorelle che abitano in un villaggio rurale dell’Oman. Di fatto le pagine raccontano quel paese fortemente patriarcale, basato su rigide gerarchie e maschilista, nel quale la schiavitù fu legale fino al 1970.
Nel decennio tra 1970/1980 si svolgono i fatti narrati che testimoniano anche una serie di cambiamenti nel paese.

Le protagoniste sono Mayya, tutta presa a sognare un uomo che studia a Londra; ma accetta di sposare il pretendente al quale il padre l’ha promessa. E’ Abdallah, figlio di un ex mercante di schiavi, ragazzo in vista che l’amerà con tutto il cuore, e soffrirà per la distanza emotiva di lei che il suo cuore se lo tiene ben stretto. La loro figlia femmina -che Mayya ha chiamato London (suscitando sdegno e scalpore per un nome che non tiene conto della tradizione) diventerà medico e donna autonoma che sa cosa vuole.

Poi c’è Asma’, romantica sognatrice che ama leggere e accetta di buon grado il matrimonio con un artista assorbito solo dai suoi dipinti; non lo ama ma si adegua.

L’unica a impuntarsi è Khawla, la più bella delle sorelle, che rifiuta qualsiasi pretendente. Per lei esiste solo l’amore per Nasir, emigrato in Canada.
Lui laggiù convive con una fidanzata; dopo 5 anni torna per l’eredità che la madre gli ha lasciato, ma solo a patto che sposi Khawla. Ecco in che termini nasce quel matrimonio; poi riparte subito e torna dalla ragazza canadese, alla quale si dimentica di dire che nel frattempo si è sposato.
E Khawla lo aspetterà per 10 anni; lui tornerà ogni due, per vedere il figlio nato mentre era via, e per rimettere incinta la moglie. E il finale è tutto da scoprire.

 

Sandra Petrignani “Leggere gli uomini” -Laterza- euro 18,00
Questo libro apre le pagine della grande letteratura e suggerisce spunti di pensiero e analisi su scrittori uomini, leggendo i quali si sono formate le donne.
La forma è quella del memoir -intelligente, acuto, introspettivo e colto- in cui la giornalista e scrittrice Sandra Petrignani adotta una prospettiva inedita e parecchio interessante.
Per secoli sono stati gli uomini gli unici ad avere avuto il privilegio di una stanza “tutta per sé”; quello studio privato e tranquillo in cui poterono scrivere in santa pace capolavori assoluti. Le donne dunque lessero solo opere maschili e su quelle si sono formate. La Petrignani compie un volo a 360 gradi e riannoda suggestioni, brani e significati dei libri che l’hanno accompagnata nella sua formazione.
Dalla sua approfondita analisi emergono tantissimi dati. Tanto per cominciare: gli scrittori, pur parlando spesso di donne, le hanno evocate, inventate, descritte, sguinzagliate nelle loro pagine, ma senza conoscerle davvero, poichè raramente era possibile leggere libri scritti dal gentil sesso. Risultato romanzi bellissimi ma magari incompleti.
Petrignani ha riletto i libri che hanno segnato la sua vita ed ha rilevato aspetti che magari non aveva notato alla prima lettura. Ha sottolineato i vari caratteri maschili, le loro ossessioni e manie, il loro sguardo sul mondo femminile.
Una curiosità: nella letteratura maschile ricorre il gioco degli scacchi (assente invece da quella femminile), e la Petrignani lo interpreta sul piano simbolico. Lo scacco al re, ovvero la tendenza degli uomini a sostituire il padre.
Altra costante è l’ossessione del doppio, l’ansia della scissione in due personalità diverse.
Questa è l’occasione per una carrellata attraverso gli autori più amati dall’autrice: uno stuolo di nomi tutelari della letteratura mondiale, oltre 330 romanzi che ha letto e sui quali ha meditato.
Impossibile citarli tutti, però è consigliato riscoprirli attraverso questo libro che è un affascinante omaggio alla letteratura.

Camilla Lackberg – Henrik Fexeus “Il codice dell’illusionista” -Marsilio- euro 22,00

Questa volta la regina del “crime svedese” si lancia in una nuova impresa, che si preannuncia avvincente ed è l’assaggio di una nuova serie. Mette in campo un personaggio del tutto nuovo. E’ Vincent, di professione mentalista, al quale si rivolge Mina, poliziotta di un’unità specializzata in crimini violenti di Stoccolma.
Le prime pagine afferrano immediatamente il lettore con un omicidio raccontato nei minimi particolari e agghiacciante.

Una giovane donna viene trovata morta in una “sword box”, quelle usate per i numeri di magia in cui l’illusionista finge di trafiggerla ripetutamente. Solo che questa volta dentro c’è una vittima letteralmente squarciata da ripetuti colpi di spada.
La polizia non sa da dove iniziare. Mina contatta il famoso mentalista Vincent e gli propone un incarico di consulenza. Lui oltreché psicologo è un profondo conoscitore del mondo dell’illusionismo: è capace di leggere e decodificare il linguaggio del corpo, di entrare nella mente altrui studiando sguardi e toni di voce.

Due personaggi che la Lackberg ci racconta mettendo a nudo le loro personalità, rendendo il loro spessore umano, il loro vissuto e i loro punti nevralgici.
Mina Dabiri soffre di un disturbo ossessivo compulsivo per cui vive nel terrore dello sporco e dei germi; al punto che indossa i guanti anche per prendere i vasetti di yogurt dal frigo.
Vincent Walter ha una vita decisamente ingarbugliata: sposato due volte con due sorelle che, ovviamente, si odiano.
I figli della prima moglie non riconoscono l’autorità della zia-matrigna e gli equilibri saltano spesso. Vincent ha seri problemi di comunicazione con la seconda consorte; donna razionale e dalla mente matematica, gelosissima del marito, sospettosa all’eccesso e totalmente priva di sense of humor.

I due lavorano con il gruppo investigativo che annovera altri soggetti interessanti.
La capa Julia, alla ricerca della maternità; l’anziano detective Chester apparentemente disilluso, che scopriamo invece empatico; il giovane Peter neo padre stravolto da notti insonni.
Ecco il team che insegue un killer seriale, un mago che si diletta ad ammazzare le donne e che va fermato. Aspettatevi colpi di scena a raffica e un epilogo soprendente.

 

Rock Jazz e dintorni Giovanni Allevi e i Subsonica

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Martedì. Al Magazzino sul Po si esibisce Sonosem. Al Jazz Club suona il duo Sunay &Meloni. All’Otium Pea Club è di scena il quartetto del trombonista Luca Begonia.

Mercoledì. Al Jazz Club si esibisce il cantante e chitarrista Fabio Giua. Al Cafè Neruda suona il trio di Nico Di Battista.

Giovedì. Al Dash si esibiscono i Sucker Punch. Al Jazz Club è di scena Chelo e Les2Clochards. Al Cafè Neruda suona il quartetto di Riccardo Zegna e Sandro Gibellini.

Venerdì. Al Magazzino di Gilgamesh si esibiscono i Black Coffee. Al Concordia di Venaria prima di tre serate consecutive per i Subsonica con il tour “Microchip Temporale”.All’Otium Pea Club è di scena Didie Caria. Alla Suoneria di Settimo si esibisce Cristina Donà.  Al Blah Blah suona il gruppo punk rock Slaughter &Punch. Al Circolo della Musica di Rivoli è di scena Generic Animal con Marco Fracasia. All’Arteficio suona il quartetto del batterista Mel Contino.  Al Molo di Lilith si esibisce il duo Giorgianni & Perego.

Sabato. Al Capolinea 8 è di scena il chitarrista Barry Finnerty.Al Teatro Civico di Vercelli arriva Claudio Baglioni. Al Folk Club si esibisce Maggie McInnes con il figlio Calum Park.Ad Alessandria è di scena Davide Van De Sfroos. Allo Spazio 211 suona il quartetto indie rock Cara Calma. Allo Ziggy si esibiscono i Necrodeath con il trio Mindsnare.

Domenica. Al Cap 10100 suona il trio Dudu Folk Experience di Davide Morandi dei Modena City Ramblers. Al Teatro Colosseo si esibisce Giovanni Allevi. Allo Ziggy è di scena il supergruppo Il Senato. Al Bunker suonano i Duma.

Pier Luigi Fuggetta

Le Giornate FAI compiono trenta primavere

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Evento nazionale di partecipazione attiva e di raccolta pubblica di fondi sabato 26 e domenica 27 marzo 2022

Una festa, ma non solo: l’occasione per rinsaldare i valori del vivere civile testimoniati dal patrimonio culturale
In programma visite a contributo libero in oltre 700 luoghi inaccessibili o poco conosciuti in 400 città.

Elenco dei luoghi aperti e modalità di partecipazione su www.giornatefai.it
Sabato 26 e domenica 27 marzo tornano le Giornate FAI di Primavera, il più importante evento di piazza dedicato al
patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese. Oltre 700 luoghi solitamente inaccessibili o poco conosciuti in
400 città saranno visitabili a contributo libero, nel pieno rispetto delle norme di sicurezza sanitaria, grazie ai volontari
di 350 Delegazioni e Gruppi FAI attivi in tutte le regioni (elenco dei luoghi aperti e modalità di partecipazione consultabili
su www.giornatefai.it; per molti luoghi, soprattutto nelle grandi città, è consigliata la prenotazione online perché garantisce
l’accesso alla visita).

Le Giornate FAI quest’anno compiono “trenta primavere”: dal 1993 a oggi, 14.090 luoghi di storia, arte e natura aperti in
tutta Italia, visitati da oltre 11.600.000 di cittadini, grazie a 145.500 volontari e 330.000 studenti “Apprendisti Ciceroni”.
Un traguardo esaltante, che tuttavia non potrà essere solo una festa. Nel pieno di una guerra che segna tragicamente la
storia europea, non è il momento di festeggiare, né di invitare gli italiani a distrarsi nel puro godimento delle meraviglie del
nostro Paese, ma piuttosto a concentrarsi sul significato e sul ruolo del patrimonio culturale che riflette la nostra identità,
testimonia la nostra storia e rinsalda i valori del vivere civile. In cos’altro si incarna, del resto, l’identità di un popolo se
non nella sua storia, nella cultura e nella tradizione? I monumenti, il paesaggio, le opere d’arte raccontano chi siamo a chi non
ci conosce e alle generazioni presenti e future: il patrimonio culturale è come il patrimonio genetico di un popolo, che
conserva a perenne memoria un codice di esperienze e valori condivisi su cui si fonda la nostra umanità.

Mai come quest’anno, allora, le Giornate FAI mostrano il loro più autentico spirito civico ed educativo, che è nella
missione del FAI: visitare gli oltre 700 luoghi eccezionalmente aperti dai volontari del FAI sarà l’occasione per conoscere la
nostra storia e riflettere su quanto può insegnarci per affrontare il presente e il futuro, perché ciò che siamo e che
abbiamo non sia dato per scontato, ma sia compreso e apprezzato come esito di lunghi e talvolta drammatici trascorsi che ci
accomunano come italiani, europei, e con l’umanità tutta. Proteggere, conservare e valorizzare il patrimonio culturale,
aprendolo al pubblico e invitando tutti gli italiani a conoscerlo e frequentarlo: questa è la missione del FAI, che proprio in
questi tempi bui, in queste Giornate FAI, trova un senso ancor più profondo e una funzione ancor più necessaria e
urgente.

Il FAI, come istituzione della Repubblica, ha scelto di esprimere in maniera esplicita la vicinanza e la solidarietà con il popolo
ucraino esponendo i colori della sua bandiera in tutta la comunicazione e nei Beni, ma la Fondazione vuole dare un
contributo concreto e perciò si impegna oggi formalmente a finanziare il recupero di un’opera d’arte del patrimonio
culturale ucraino che sarà individuato non appena cesserà la guerra e sarà avviata la ricostruzione del Paese.

Chi deciderà di prendere parte alle Giornate FAI potrà offrire un contributo per sostenere la Fondazione. Ai partecipanti
verrà suggerito un contributo non obbligatorio a partire da 3 euro e la donazione online su www.giornatefai.it consentirà,
a chi lo volesse, di prenotare la propria visita; per molti luoghi, soprattutto nelle grandi città, la prenotazione online è
consigliata per garantirsi l’accesso alla visita. Chi lo vorrà, potrà sostenere ulteriormente il FAI con contributi di importo
maggiore oppureconl’iscrizione annuale, sottoscrivibile onlineo in piazza in occasione dell’evento(boxinfondoper dettagli).
Un weekend per riconnetterci alla storia e alla cultura dell’Italia, che permetterà ai visitatori di sentirsi parte dei territori in cui
vivono e di cui spesso non conoscono appieno la bellezza e il valore. Verranno aperti ville e palazzi storici, aree
archeologiche, chiese di grande valore architettonico o storico-artistico, esempi di archeologia industriale, castelli,
biblioteche, collezioni d’arte e musei. Non mancheranno itinerari nei borghi alla scoperta di angoli meno noti del paesaggio
italiano, dove si conservano tesori nascosti e si tramandano antiche tradizioni, e visite didattiche in parchi urbani, orti
botanici, giardini storici e cortili, che nascono dall’impegno messo in campo dalla Fondazione per la diffusione di una più
ampia “cultura della natura”.

Ecco alcune delle aperture più interessanti in PIEMONTE:
– a Stresa il Grand Hotel Des Iles Borromèes a cura della Delegazione FAI del Verbano-Cusio-Ossola
– a Chianocco l’antica cava di marmo e a Bussoleno l’antica cava di pietra a cura della Delegazione FAI della Valle di
Susa
– a Quarona la Maison Claire a cura della Delegazione FAI della Valsesia
– ad Alessandria la Casa del Mutilato a cura della Delegazione FAI di Alessandria
– ad Asti il percorso dei teatri presenti e scomparsi: Teatro Alfieri, Casa del Teatro 3, Spazio Kor, il Teatro Politeama a cura
della Delegazione FAI di Asti
– a Mosso la Casa Regis a cura della Delegazione FAI di Biella
– a Casale Monferrato il Palazzo Ottavi a cura della Delegazione FAI di Casale Monferrato
– a Cuneo il palazzo della Banca d’Italia e il percorso nel Liberty e nell’eclettismo a cura della Delegazione FAI di Cuneo
– a Settimo Vittone il Castello di Montestrutto a cura della Delegazione FAI di Ivrea e Canavese
– a Galliate la Chiesa di Sant’Orsola a cura della Delegazione FAI di Novara
– a Novi Ligure il Palazzo Negrone Pavese a cura della Delegazione FAI di Novi Ligure
– a Busca l’Eremo a cura della Delegazione FAI di Saluzzo
– a Torino il Palazzo del Rettorato dell’Unito, il laboratorio di realtà virtuale e aumentata e il laboratorio di fabbricazione
additiva e stampa 3d del Politecnico, la chiesa ed ex Convento di Santa Croce dell’Unito, l’ex regio Istituto di Riposo per la
Vecchiaia dell’Unito a cura della Delegazione FAI di Torino
– a Vercelli l’Antica Biblioteca capitolare e le sculture di Francesco Messina e Cappella Pettenati a cura della Delegazione
FAI di Vercelli
– a Pella lo showroom Fantini e a San Maurizio di Opaglio il Museo del Rubinetto a cura del Gruppo FAI del Lago d’OrtaCusio
– a Montecastello il Castello a cura del Gruppo FAI della Bassa Val Tanaro
– a Ovada il parco e la villa Gabrielli a cura del Gruppo FAI di Ovada
– a Villarbasse la villa D’Anges a cura del Gruppo FAI Valsangone.

Dal 17 marzo elenco dei luoghi aperti, modalità di partecipazione e prenotazioni su
https://fondoambiente.it/il-fai/grandi-campagne/giornate-fai-di-primavera/i-luoghi-aperti/?regione=PIEMONTE
Le Giornate FAI di Primavera si inquadrano nell’ambito delle iniziative di raccolta pubblica di fondi occasionale (Art 143, c 3,
lett a), DPR 917/86 e art 2, c 2, D Lgs 460/97). A coloro che decideranno di partecipare verrà suggerito un contributo non
obbligatorio a partire da 3 euro, utile a sostenere la missione di cura e tutela del patrimonio culturale italiano della Fondazione.
La donazione online consentirà, a chi lo volesse, di prenotare la propria visita. Per molti luoghi, soprattutto nelle grandi città, la
prenotazione online è consigliata perché garantisce l’accesso alla visita.

Sarà inoltre possibile sostenere ulteriormente la Fondazione con contributi di importo maggiore oppure con l’iscrizione
annuale, online o in piazza in occasione dell’evento, un gesto concreto in difesa del patrimonio d’arte e natura italiano che
permette di godere di vantaggi dedicati. In occasione delle Giornate di Primavera, gli iscritti FAI potranno beneficiare di aperture
e visite straordinarie in molte città e altre agevolazioni e iniziative speciali.

Le visite si svolgeranno nel pieno rispetto delle normative anti Covid-19 vigenti, l’accesso è consentito alle sole persone in
possesso di Green Pass Rafforzato ed è obbligatorio l’utilizzo di mascherine FFP2. Il Green Pass non è obbligatorio per i bambini
al di sotto dei 12 anni e per i soggetti esenti in base a idonea certificazione medica.

Le Giornate FAI di Primavera chiudono la Settimana Rai di sensibilizzazione dedicata ai beni culturali in collaborazione
con il FAI. Dal 21 al 27 marzo, come ormai da oltre 10 anni, la Rai sarà infatti in prima linea al fianco del FAI con tutti i
canali radiofonici e televisivi e attraverso RaiPlay per creare un racconto corale che metterà al centro la bellezza e la
sostenibilità del nostro patrimonio artistico e paesaggistico. Rai è Main Media Partner del FAI per sensibilizzare tutti gli
italiani alla cura e valorizzazione del nostro Paese e supporta in particolare le Giornate FAI di Primavera 2022, anche
attraverso la collaborazione di Rai per il Sociale.

Le Giornate FAI di Primavera 2022 sono possibili grazie al prezioso contributo di importanti aziende illuminate:
Ferrarelle, acqua ufficiale del FAI e Partner degli eventi istituzionali, da undici anni prezioso sostenitore dell’iniziativa
presente con il suo Parco Sorgenti di Riardo (CE) nella lista dei luoghi visitabili e impegnata insieme alla Fondazione in
importanti attività di sensibilizzazione sul corretto riciclo del materiale plastico.

Fineco, una delle più importanti realtà FinTech in Europa e fra le principali reti di consulenza in Italia, crede fermamente che
la cura e il valore del patrimonio artistico e culturale siano un asset strategico per lo sviluppo del Paese e per questo è il
prestigioso Main Sponsor dell’evento.
Un grazie particolare a Fondazione Leonardo-Civiltà delle Macchine, costituita da Leonardo nel 2018 per promuovere la
cultura industriale e valorizzare il proprio patrimonio museale che quest’anno, in occasione dell’evento, apre al pubblico
anche il Museo del Centro Spaziale del Fucino – Telespazio e il Museo WASS di Livorno; a Edison, azienda storicamente
vicina al FAI, da sempre impegnata nel miglioramento del profilo di sostenibilità ambientale dei luoghi e dei beni di interesse
culturale e sociale del nostro Paese, presente in questa edizione anche con l’apertura delle Centrali Idroelettriche “Carlo
Esterle” e “Angelo Bertini” (MB) e lo storico Palazzo Edison di Milano.
Si ringrazia inoltre DHL Express Italy, che riconferma il suo contributo all’iniziativa in qualità di Logistic Partner.
Si ringrazia per la collaborazione la Commissione europea, da alcuni anni partner delle Giornate FAI attraverso l’Ufficio di
Rappresentanza a Milano, con la quale verranno proposte aperture speciali a tema europeo.
L’evento si svolge con il Patrocinio del Dipartimento della Protezione Civile, del Ministero della Cultura, di Regione
Piemonte, di tutte le Regioni e le Province Autonome italiane.
Grazie di cuore alle 131 Delegazioni, 109 Gruppi FAI, 98 Gruppi FAI Giovani e 7 Gruppi FAI Ponte tra culture, e a tutti
i volontari attivi in Italia. Ad affiancarli ci saranno gli Apprendisti Ciceroni, studenti che desiderano attuare con i propri
docenti un’esperienza sul campo come percorso formativo per le competenze trasversali e l’orientamento, o che hanno scelto
autonomamente di mettersi in gioco per vivere un’esperienza di cittadinanza attiva coinvolgente e memorabile.
Un ringraziamento particolare per il generoso sostegno alla buona riuscita della manifestazione all’Arma dei Carabinieri per
il contributo alla sicurezza dell’evento e alla Croce Rossa Italiana per una partnership ormai consolidata negli anni, a
prezioso supporto in questo periodo di emergenza sanitaria.
Grazie al Fondo Edifici di Culto, amministrato dal Ministero dell’Interno, per averci concesso le aperture della Chiesa di S.
Ignazio all’Olivella e dell’Oratorio di S. Filippo Neri a Palermo.
Ringraziamo infine in modo speciale i proprietari delle centinaia di luoghi aperti in aggiunta ai nostri Beni e le
amministrazioni comunali che hanno accolto questa iniziativa.

Moncalieri legge: libri, musica, cinema al castello

Domenica 27 marzo 2022

Premiazione del 42° Premio Letterario Città di Moncalieri per la sezione Romanzo Edito

 

Moncalieri, ore 16

Castello Reale

 

Verrà assegnato domenica 27 marzo il Premio letterario “Città di Moncalieri”. Giunto alla 42esima edizione, curato dal circolo culturale Saturnio, il concorso celebra la propria cerimonia conclusiva al Castello Reale di Moncalieri a partire dalle 16, con un momento musicale affidato ad Annastella e Donatella Gibboni per un concerto per violino a quattro mani e con il contributo di Patrizia Scianca, che leggerà brani dalle tre opere finaliste, e della presentatrice Alessandra Comazzi (confermare la propria partecipazione a saturnio@saturnio.ito al tel. 3898303466). Cresce l’attesa per il conteggio dei voti popolari, che avverrà in presa diretta durante la cerimonia, decretando a quale dei romanzi della terna finalista andrà il premio, patrocinato da Regione Piemonte, Consiglio regionale, Città Metropolitana e Città di Moncalieri. In lizza ci sono Io e Mr Wilder di Jonathan Coe, Io sono Gesù di Giosuè Calaciura e Complice la notte di Giuseppina Manin.

Io e Mr Wilder è un delicato romanzo di formazione che ha come protagonista Calista Frangopoulou, basato sull’incontro casuale con Billy Wilder, che le cambia la vita. Un’occasione fortuita che la porterà a lavorare come interprete dal greco sul set di un film del grande regista, determinando la sua scelta di diventare compositrice di colonne sonore.

Io sono Gesù narra le vicende di un giovanissimo viandante in un cammino pieno di sorprese, passioni e tradimenti, dolcezza e violenza. Calaciura immagina per il giovane Gesù una vita fatta di lavoro, di divertimento e di passioni e ne restituisce un ritratto intimo e umanissimo.

Complice la notte racconta la storia di una donna appassionata e ribelle, una monaca in scarpe da ginnastica innamorata di Dio e di Bach. Maria Judina, virtuosa del pianismo russo novecentesco, osò sfidare Stalin donandone il denaro ai poveri e rimanendo sempre scopertamente leale e amica di dissidenti e invisi al potere.

 

Come e più che nelle passate edizioni, la qualità dei tre finalisti è anche quest’anno elevatissima, per cui la suspence, e il dispiacere per chi non vincerà, ci sono tutticommenta l’assessore alla Cultura Laura Pompeo – Ringrazio il Centro culturale Saturnio, cui vanno riconosciute costanza e dedizione alla vita culturale della città, sia con le tante iniziative rientranti in Moncalieri Legge, sia per quelle collegate allo European Music Competition (che quest’anno saranno arricchite da una serie di concerti, inaugurata al Matteotti giusto lo scorso weekend)”.

Piemonte Musei rilancia l’arte sul territorio

Il punto di vista / Le interviste di Maria La Barbera

A SAVIGLIANO LA MOSTRA DI DANIELE FISSORE

Il 5 marzo si è inaugurata a Savigliano, a Palazzo Muratori Cravetta, la mostra dedicata a Daniele Fissore. Sono moltissime le opere esposte in questa bellissima location piemontese, in provincia di Cuneo, che ripercorrono i 50 anni di carriera del pittore iperrealista.

La mostra è gratuita per favorire la “democratizzazione” dell’arte e vuole promuovere, inoltre, la valenza del progetto culturale dell’Associazione BeLocal e di Piemonte Musei insieme alla cittàdi Savigliano.  Un ringraziamento particolare va al sostegno di Banca CRS, Fondazione CRS e Fondazione CRC. L’esposizione, curata dallo storico dell’arte Francesco Poli, è composta da molteopere che ripercorrono l’intera produzione dell’artista segnata da una costante ricerca sul linguaggio della pittura e sulle sue possibili interazioni con la fotografia. La mostra è arricchita, inoltre, dall’ animazione di un dipinto realizzata da Phantasia, azienda specializzata negli effetti speciali multimediali e da una esperienza sensoriale, con le suggestioni olfattive proposte da Muses Accademia Europea delle Essenze. Per chi lo desidera saràdisponibile un video anch’esso inedito, da scaricare sul proprio cellulare realizzato nel 2016 dalla videomaker Federica Borgato,per seguire la narrazione di questo artista che si racconta in prima persona. Uno splendido catalogo in edizione limitata è acquistabile presso il bookshop  per tutta la durata della mostra. 

Stefano Gribaldo, ideatore e organizzatore della mostra per Piemonte Musei, di cui è Presidente, ci racconta la genesi di questo importante evento culturale e i progetti futuri.

Come è nata  l’idea di organizzare questa mostra dedicata all’artista Fissore?

Sono sempre stato affascinato dai lavori di Daniele e in passato abbiamo avuto delle collaborazioni molto interessanti.  Dopo la sua scomparsa incontrando Miresi , la moglie, in un modo molto semplice abbiamo pensato di organizzare questa mostra che conta cinquanta opere che ripercorrono tutta la sua vita, con tutti suoi momenti, quelli colorati e quelli  grigi.  Invito tutti a venire a visitarla perché raccontiamo un artista unico nel suo genere.

Ci può dire qualcosa su Piemonte Musei?

Piemonte Musei nasce da una mia visione del brand nel 2018. Ho lavorato per circa 20 anni in aziende e agenzie di comunicazione dove ho avuto la fortuna di essere formato. Ho collaborato con artisti, grafici, designer, architetti, giornalisti, musicisti e stilisti. Un pool di esperti e visionari che è riuscito a rendermi oggi quello che professionalmente sono.

Quali sono i prossimi progetti a cui si sta dedicando?

La novità degli ultimi giorni e che la mostra  di Daniele Fissore verrà prolungata a Torino all’Archivio di Stato, grazie allintervento del Presidente Quaglia della Fondazione CRT. Nel 2023 sono già in cantiere due mostre di grande interesse, che presto saranno svelate al pubblico, progettate e costruite con uno storytelling evoluto, supportato dalla tecnologia, che consentiranno la fruizione dei contenuti della mostra in una modalità innovativa e divertente. Inoltre è nato ed è in via di evoluzione un magazine che abbiamo chiamato “LINKED”, un vero e proprio “collegamento” tra diversi mondi: quello del food, del design, dell’arte e  del territorio, come richiama il nome stesso della rivista. Posso assicurare che è un progetto innovativo che rivoluzionerà il settore della distribuzione delle riviste.