CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 348

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Tove Ditlevsen “Infanzia” -Fazi Editore- euro 15,00

Una bellissima riscoperta letteraria femminile quella della penna di Tove Ditlevsen, importante poetessa e scrittrice danese del Novecento (nata nel 1917, morta suicida nel 1976); autrice della Trilogia di Copenaghen di cui “Infanzia” è il primo volume, pubblicato in patria nel 1967.
La trilogia è di fatto la sua struggente autobiografia, articolata anche nei successivi volumi “Gioventù” e “Dipendenza” di prossima pubblicazione, per la prima volta, in Italia.
Il suo sguardo sulla vita è amaro e disincantato: «L’infanzia è lunga e stretta come una bara, e non si può uscirne da soli….».
Racconta così i suoi stati d’animo, con frasi brevi, incisive, scolpite nel profondo del suo essere. Come tutti i sommi scrittori ha la capacità di trascinarci nel suo mondo, nel suo sentire e nella sua sofferenza con parole che ci afferrano e non ci lasciano più.
La piccola Tove è nata in un quartiere operaio di Copenaghen, figlia di un uomo dalle simpatie socialiste che perde il lavoro e scivola nell’inferno della disoccupazione; vissuta dalla famiglia come onta suprema e vergogna da nascondere.
La madre Alfrida, invece, è una donna astiosa, piena di rabbia e rancore, facile agli scatti d’ira, distante e, per la figlia, decisamente irraggiungibile e incomprensibile.
Tove l’adora e cerca disperatamente di conquistarne l’affetto…senza mai riuscirci e portandosi per sempre nel cuore questa ferita sanguinante.
Un’esistenza che sarà segnata dal desiderio di scrivere poesie; le custodisce e nasconde in un album in cui riversa i suoi pensieri e tutta la sua sensibilità, la difficoltà di crescere, il suo sguardo sugli adulti.
La fase dell’infanzia le va decisamente troppo stretta, eppure inizierà a rimpiangerla nel momento in cui se la lascerà alle spalle.

Una meravigliosa scoperta quella di questa autrice che ebbe vita difficile, breve e travagliata, con i sassi dell’esistenza che la ferivano continuamente. La prigione dell’infanzia lascerà il posto a quella dell’età adulta.
Lei, che era uno spirito creativo e libero, non riuscirà mai a venire a patti con la vita; si sentirà sempre fuori posto ed affogherà il suo male di vivere in alcol e droghe. Fino al tragico epilogo: la morte per un’overdose di sonniferi che fermò la sua vita a soli 58 anni.

Amélie Nothomb “Primo sangue” -Voland- euro 16,00

E’ il trentesimo romanzo pubblicato dalla baronessa belga 55enne -scrittrice di lingua francese che mette a segno un libro all’anno (sempre in testa alle classifiche), ed è dedicato al padre morto a 83 anni, il primo giorno del lock-down.
Un romanzo catartico in cui presta la sua voce al genitore, Patrick, ex diplomatico ed eroe che nel 1964 aveva salvato 1.450 ostaggi in Congo. Artefice di estenuanti trattative con i ribelli, inoltre era rimasto immobile e coraggioso di fronte al plotone d’esecuzione che era sul punto di fucilarlo.
117 pagine in cui la Nothomb, con la sua scrittura elegante e poetica, racchiude infanzia, giovinezza, matrimonio e primo incarico diplomatico di Patrick Nothomb; nato nel 1936 e morto nel 2020, erede di una delle famiglie più importanti del Belgio.

Quando aveva solo 8 mesi era rimasto orfano del padre; militare 25enne saltato in aria mentre imparava a sminare un terreno (destino volle che qualcuno avesse sbagliato usando una mina vera). Due anni prima aveva sposato Claude, donna bellissima che rimase vedova a soli 25 anni; ne indossò la maschera per non togliersela mai più.
Una giovane donna quasi inaccessibile al figlio. Lasciò volentieri che lo crescessero i nonni; mentre lei passava da un ricevimento all’altro, veleggiando nell’alta società, sempre impeccabile ma scostante.
Claude è la nonna della scrittrice e nel libro è una presenza incostante, distante e fredda con il figlio, che chiamava “Paddy” come imponeva l’anglofilia. Tendenza in voga nell’aristocrazia belga dell’epoca (durante la Seconda guerra mondiale e protratta fino agli anni Sessanta) per cui il massimo dello chic era fingersi inglesi, e Claude parlava francese con accento inglese.

Compaiono spesso i nonni di Patrick; dai genitori della madre che praticamente lo hanno cresciuto, alle trasferte dai nonni paterni, esperienza che finirà per divertirlo parecchio, nonostante le privazioni.
E si, perché quando andava dal barone Pierre Nothomb, che viveva nella roccaforte di Pont d’Oye,-in un castello, ma faticava a sfamare i numerosi figli- Patrick cadeva sotto l’incantesimo di quel luogo.
Il nonno paterno aveva avuto la bellezza di 13 figli, (dei quali 3 erano morti, incluso il padre di Patrick) e due mogli. La sua casa pullulava di vita e Patrick entrava a pieno titolo in quell’orda di Unni che erano tecnicamente i suoi zii e zie, compagni di giochi e di scoperte continue.
Una casa in cui il cibo scarseggiava e comunque prima andava agli adulti; solo se avanzava qualcosa era dato ai bambini, perché gli spiegarono «..se arrivi all’età di 16 anni poi sarai sfamato».

Scorrono altre pagine che ci danno la misura di Patrick: il suo tallone d’Achille per cui sveniva alla vista del sangue (persino a quello di una bistecca), le amicizie e le delusioni, le aspirazioni e l’incontro con l’amore della sua vita che finirà per sposare ad ogni costo.
Ampio spazio anche al suo eroismo come ambasciatore nel Congo, che si era appena liberato dal colonialismo ed aveva conquistato l’indipendenza. Sulla situazione politica di quel paese e l’esperienza del sequestro scrisse anche il libro “Dans Stanleyville”.
Insomma un magnifico omaggio a quel padre a cui la Nothomb assomiglia tanto, che vedeva immortale, salvo poi non poterlo neanche accompagnare al cimitero causa epidemia. Quel padre tanto affascinante e pieno di coraggio ci appare vicino in questo bellissimo libro che lo riporta in vita.

 

John O’Hara “Elizabeth Appleton” -Nutrimenti- euro 20,00
Questo romanzo è un grande classico della letteratura mondiale e mette a fuoco i campus americani: le loro dinamiche, ipocrisie, gelosie, rivalità, e molto altro di una società arroccata nel perbenismo. Scritto dall’americano John O’Hara (1905- 1970), considerato uno dei più importanti autori della sua generazione, anche se dal carattere difficile. O’Hara era abilissimo nelle short story; narratore dallo sguardo disincantato che scandagliò, soprattutto in questo romanzo, l’America e le sue mille sfumature.
Protagonisti sono il docente John Appleton -preside di facoltà nel College più antico del luogo- e la moglie Elizabeth; che nel 1950 vivono immersi nel mondo puritano e sonnolento della cittadina universitaria di Spring Valley in Pennsylvania. Abitano in una casa che è l’emblema anche del loro matrimonio, ovvero solida, rispettabile e comoda. Almeno così appare a un primo sguardo veloce.
O’Hara però ci conduce nei loro pensieri e ci offre un’immagine più approfondita. John è un insegnante in carriera, stimato e rispettato. Ma per quanto lontano possa arrivare non riuscirà mai a ricompensare appieno la moglie Elizabeth, abituata al benessere della sua ricca famiglia di origine. Lei riesce a permettersi qualche piccolo lusso solo grazie al denaro inviatole dalla madre rimasta vedova dopo un matrimonio infelice.
Agli occhi del microcosmo in cui vive, Elizabeth, si è ritagliata l’immagine pubblica di moglie devota e operosa.
Ma l’autore ci offre una ricostruzione provocatoria in cui mette a nudo le falsità, i maneggi sotterranei, i giochi di potere, gli intrighi e i segreti che vanno ad intaccare l’immagine sacra delle università americane. Lo fa con una sottigliezza che emerge dai dialoghi serrati e dall’immergersi negli stati d’animo dei protagonisti. Dietro le quinte dei riti sociali si annidano insoddisfazioni, tradimento, discrepanze tra classi sociali.

 

Giorgio Van Straten “Una disperata vitalità” -HarperCollins- euro 18,00

Possiamo leggere questo libro dell’autore fiorentino come una sorta di bilancio della vita del protagonista, Giorgio, alle soglie del 60esimo compleanno. Momento in cui si trova sospeso tra la vita precedente a Roma e Firenze dove ha lasciato –ma non del tutto- l’ex moglie e la sua esperienza newyorkese con ritmi di vita frenetici, tra un incontro e l’altro.
L’omonimia con l’autore, la professione di scrittore e agente letterario, e New York (dove Van Straten è stato direttore dell’Istituto di Cultura Italiano tra 2015 e 2019) inducono a pensare che il protagonista altri non sia se non l’autore stesso. Comunque in queste pagine ci sono parecchie cose in comune tra i due: mestiere, passioni, interessi, città.
Nelle pagine del romanzo abbondano i malanni -veri o presunti- del protagonista, il rapporto con il corpo e l’usura del tempo, l’idea di una vitalità a tutti i costi, lo spettro della morte. Giorgio ci porta con lui tra un evento newyorkese e l’altro, le infatuazioni più o meno passeggere per donne che per un po’ abitano il suo cuore. Party, presentazioni di libri, film, mostre d’arte, in cui i discorsi vacui affogano in cocktail ad alta gradazione alcolica con cui stordire l’affanno del vivere.
Questa frenesia, la vitalità disperata e a tutti i costi, gradatamente perdono consistenza e diventano meno interessanti. Invece iniziano a pesare le paure, le tachicardie a ogni rampa di scale.

Giorgio fa un bilancio della sua esistenza secondo parametri che hanno a che fare con il tempo che fugge, i fallimenti sentimentali, la disillusione della sua generazione, e una nuova realtà newyorkese che lo spiazza parecchio, intrisa di decadenza morale ed etica.
Un disincanto che alberga abbondantemente in questo libro di auto-fiction, in cui l’autore si è anche parecchio divertito a prendere in giro non solo se stesso, ma anche persone amiche o incontrate strada facendo.

Una serata con il poeta Roberto Mussapi

Al Teatro MARCIDOFILM! di corso Brescia 4, stasera alle ore 20,45

 

Dopo gli esiti felici delle serate dedicate alla Poesia nelle scorse stagioni, i Marcido ripropongono quest’anno una ulteriore indagine sul rapporto tra il Teatro e la Poesia, con il poeta Roberto Mussapi. Mussapi, nato a Cuneo nel 1952, è considerato uno dei maggiori poeti italiani contemporanei, è drammaturgo, autore di saggi, di traduzioni da testi classici e contemporanei e di opere narrative. La sua opera poetica è stata raccolta nel volume Le poesie, prefazione di Wole Soyinka, saggio introduttivo di Yves Bonnefoy, (Ponte alle Grazie, 2014). Tra i volumi recenti di poesia, I nomi e le voci. Monologhi in versi, Mondadori 2020. Lirici greci, Ponte alle Grazie, 2021. Tra le opere in prosa, Il sogno della Luna (Ponte alle Grazie, 2019), Villon (teatro, La Collana, 2019). E’ editorialista e critico teatrale di Avvenire.

“Ecco dunque il terzo atto di un programma di Teatro/Poesia che ha esordito nella stagione 2018, programma che si ripropone di mettere in strettissima relazione la testualità poetica con l’espressione drammatica, in un testa a testa che riveli l’identico nucleo germinativo di entrambe le esperienze, che noi vediamo e sosteniamo essere sostanzialmente uguali.” Con gli attori Maria Luisa Abate, Paolo Oricco, Valentina Battistone, Ottavia Della Porta, Alessio Arbustini e Marco Isidori a dirigere lo spettacolo, tra i titoli di Roberto Mussapi saranno presentati Otello, Cassandra  e  Antigone, da I nomi e le voci. Monologhi in versi (Mondadori 2020).

Mussapi ha scelto tre personaggi simbolo, insinuandosi nelle pieghe della loro vicenda drammatica, svelando i lati segreti delle trame che li riguardano; portando così alla luce quegli scarti esistenziali, quelle titubanze sentimentali, quel mondo di sensazioni, di ricordi, di presentimenti che, secondari nella “storia” ufficiale di questi protagonisti del teatro di tutti i tempi, qui risultano eloquenti, anzi determinanti, per disegnarne tutta la complessità psicologica ed umana.” Sottolinea Marco Isidori: “Giova ripeterlo, giova anche virgolettarlo per potenziarne il significato: “il Teatro dei Marcido nasce da una costola della poesia”; ed è in questo clima, in questa temperie sentimentale che abbiamo pensato di immergere una parte significativa dell’attività di MARCIDOFILM! Infatti l’appuntamento con la Poesia della stagione, vede nuovamente ospite Roberto Mussapi, un poeta di livello internazionale che insieme a noi presenterà una serata strutturata sulla nostra ricerca della coniugazione tra il verso letterario e la sua espressione vocale, uno sposalizio questo che secondo noi offre alla parola poetica quella consapevolezza della sua genitiva teatralità, che è appunto una delle ipotesi fondanti del lavoro della Compagnia. Nel corso della serata, alcune delle sue composizioni, verranno “cantate” dai Marcido, a voce nuda, singolarmente e coralmente, nel solco tracciato da una partitura “musicante”, intavolata per cercare di trasportare la testualità verbale verso quel destino drammatico che secondo noi le è proprio; verso il pieno teatro, appunto.”

Nella medesima sala, il 28 e 29 maggio, alle ore 20,45, “Studio per Otello” da William Shakespeare (esito del Laboratorio Teatrale 2021/2022): diretti da Maria Luisa Abate, in scena Alessio Arbustini, Beatrice Borsa, Sebastiano Cenedese, Davide Cera, Mario Elia, Giovanna Gagliardotto, Beatrice Gai, Federico Mirabella, Vincenzo Quarta.

 

TEATRO MARCIDOFILM!

Torino, corso Brescia 4 bis

ingresso gratuito, con prenotazione obbligatoria, prenotazioni cell. 339.3926887-328.7023604,

info.marcido@gmail.com

 

e.rb.

Nella foto, Roberto Mussapi; e “Il Poeta”, visto da Daniela Dal Cin

22 maggio: la liberazione di Torino da parte degli austro russi nel 1799

Riceviamo e pubblichiamo. Inviate commenti e opinioni a redazioneweb@iltorinese.it


Una pagina memorabile ma proscritta della storia della città.

 

Il 22 maggio è una data che non dice nulla alla stragrande maggioranza dei torinesi. Eppure, 223 anni orsono, la nostra città visse una pagina memorabile della propria storia che vogliamo qui ricostruire. Piemonte, ultimi anni del 1700. Lo Stato sabaudo è stato travolto dal dilagare della rivoluzione francese. Sorretto dalle baionette delle armate repubblicane, a Torino s’installa un governo giacobino. Il nuovo regime raccoglie consensi fra le sole élite cittadine mentre è profondamente inviso alla massa della popolazione che lo identifica con l’occupazione e le ruberie dell’esercito francese.

Approfittando dell’assenza di Napoleone in Egitto, nella primavera del 1799 Austria e Russia formano una coalizione anti-francese per cacciare i giacobini dal norddell’Italia. Il comando delle truppe alleate è offerto al Feldmaresciallo Aleksandr Vasil’evič Suvorov (1729–1800).

A settant’anni Suvorov è riconosciuto quale uno dei più grandi geni della storia militare. Egli conduce la campagna secondo una propria linea che lo mette in contrasto con gli alleati austriaci, desiderosi di sfruttare gli eventi

Per estendere i domini dell’Impero nell’area padana. Suvorov invece fa appello ai sentimenti legittimisti e religiosi della popolazione per suscitare sollevazionipatriottiche. Mettendo in rotta, uno dopo l’altro i generali francesi che confluiscono per sbarrargli la strada, dopo Verona e Milano Suvorov giunge a fine maggio a Torinodove ordina immediatamente di issare la bandiera del Regno di Sardegna. La città accoglie il vecchio generale quale liberatore dal regime giacobino e dalle sue vessazioni e gli reputa accoglienza ed onori degni di un imperatore. Portato in trionfo dalla popolazione,

Suvorov viene celebrato in Duomo dal vescovo Buronzo che lo chiama “novello Ciro”. La municipalità gli dedica un inno e pubblica la sua biografia in italiano.

Si trattò di un’esperienza effimera ma intensa e significativa. Prima della fine dell’anno, lo Zar Paolo I richiamò le sue truppe. Il Piemonte fu lasciato

all’ingombrante tutela austriaca e venne presto riconquistato da Napoleone. Tuttavia, contro il volere austriaco, la presenza russa cercò di favorire l’indipendenza del Piemonte, richiamando il Re Carlo Emanuele IV dall’esilio imposto e ricostituendo l’esercito nazionale. Per questi servigi, il Re conferì a Suvorov il titolo di Principe di Casa Savoia.

E sorprendente che nell’odierna Torino non sia presente alcun segno visibile a commemorazione di una pagina di storia cittadina di una tale intensità.

Conto tenuto dell’accoglienza e dell’ammirazione che i torinesi gli dedicarono, una figura storica quale quella di Suvorov meriterebbe una via od un monumento a memoria di quei giorni. Al contrario, quanto descritto viene mantenuto nell’oblio

 

L’auspicio è che nel futuro questo episodio trovi la collocazione che merita, anche perché ciò

contribuirebbe a porre le relazioni fra Italia e Russia in una più ampia prospettiva storica e a superare l’odierno clima da “nuova guerra fredda” causato dall’attuale crisi in Ucraina.

 

Fabrizio Vielmini

 

La leggendaria avventura di Arnoldo Mondadori

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Rai Fiction, Anele e Film Commission Torino Piemonte hanno dedicato uno spazio di approfondimento all’interno del Salone del libro ad Arnoldo Mondadori con due appuntamenti per celebrare uno dei più grandi imprenditori dell’industria editoriale italiana.

Ieri sera al Cinema Massimo il primo appuntamento, che rientra nel Salone off, l’anteprima della docu-fiction “ArnoldoMondadori – i libri per cambiare il mondo” con protagonista Michele Placido. Il film in onda prossimamente sulla Rairipercorre la vita privata e professionale del grande editore, dalleumili origini, Arnoldo era figlio di un ciabattino di Ostiglia con la passione della lettura, ai primi passi come ragazzo di bottega in una tipografia (interpretato da Brenno Placido) fino alla creazione di un impero editoriale, mosso dal desiderio di rendere la lettura accessibile a tutti e creare una società migliore con la scelta di un’“editoria  popolare”, che ha favorito la crescita culturaledell’Italia in gran parte ancora semi analfabeta e povera.

Il film abbraccia tutta la parabola del grande pioniere dell’editoria: dalleaudaci collaborazioni degli inizi con personaggi che spaziano da D’Annunzio a Walt Disney, alla passione genuina e viscerale nei confronti dei grandi scrittori che pubblicava da Ernest Hemingway e Giuseppe Ungaretti, dal concepimento dei Gialli e Oscar Mondadori come letteratura di evasione, alla creazione della rivista Epoca, prima affidata al figlio Alberto (creatore della collana Il Saggiatore), con cui ebbe sempre un rapporto conflittuale, e poi ad Enzo Biagi. Il secondo Appuntamento si è tenuto nello Spazio Rai del Salone del Libro con il titolo “L’importanza dell’investimento nella cultura e nell’editoria il caso Arnoldo Mondadori”. Sono intervenuti Michele PlacidoAnouk Andaloro, capostruttura Rai Fiction, Gloria Giorgianniproduttrice e founder di Anele, Marco Frittella, direttore di Rai Libri, Gian Arturo Ferrari, ex direttore di Mondadori e Marino Sinibaldi, Presidente del Centro per il libro e la lettura che ha moderato l’incontro partendo dalla figura di Arnoldo Mondadori. Si è discusso su come è cambiato il ruolo dell’editoria, se ha ancora il ruolo centrale che ebbe nel secondo dopoguerra per favorire la rinascita del Paese.

Giuliana Prestipino

 

Barone Canavese, apre il castello

BARONE CANAVESE – In occasione della XII Edizione della Giornata Nazionale ADSI (Associazione Dimore Storiche Italiane), domenica 22 maggio per l’intera giornata sarà possibile visitare il Castello di Barone Canavese. “Il Castello essendo privato ed abitato soprattutto d’estate – afferma il Sindaco Alessio Bertinato – non viene aperto frequentemente. Domenica sarà possibile visitare l’importante edificio posto su un’altura e progettato dall’architetto Costanzo Michela. Per questa iniziativa – prosegue il primo cittadino- i Baronesi sono felici di poter e far visitare il “proprio” castello ai visitatori che arriveranno dalle diverse zone della regione e non solo. Inoltre, il Comune ha predisposto un parcheggio con relativa segnaletica per facilitare l’ingresso in paese dei turisti”. Si è di fronte ad una struttura di arte barocca, particolare nel suo genere perchè rimasto incompiuto e conferisce allo stesso un fascino particolare.

Garage rock USA 1966. Discografia minore /16

CALEIDOSCOPIO ROCK USA ANNI 60

Prendete una garage rock band americana anni ‘60 con “management autogestito”, aggiungeteci un’etichetta autoprodotta con denominazione “ad hoc” e vita brevissima, in più metteteci un “modus operandi” di piccolo cabotaggio nella distribuzione del singolo 45 giri (amici, ambito di high school, cerchia di conoscenti non ampia)…. Poi magari, come se non bastasse, qualche spiacevole inconveniente nei locali in cui venivano tenute in deposito le copie delle incisioni (es. ambienti allagati, “basements” compromessi da eventi avversi più o meno dolosi). Mescolate il tutto e molto probabilmente ne uscirà un oggetto da collezione raro, ambitissimo da cultori ed appassionati, che con una certa facilità potrebbe raggiungere sul mercato di settore valutazioni imponenti, in certi casi perfino a 3 zeri… Nella seconda metà della presente sezione spuntano alcuni esempi di “potenziali candidati” al raggiungimento di cifre interessanti in un futuro non lontano…

– Kempy and The Guardians “Love For A Price / Never” (Lucky Sounds LS-1006);
– The Mersey Men “Take A Heart / Hey Little One” (Wild Woods WW-2002);
– Euphoria “Hungry Women / No Me Tomorrow” (Mainstream Records 655);
– The Left Banke “Pretty Ballerina / Lazy Day” (Smash Records S-2074);
– [The] Canoise [CanOY] “Something I Could Do / Born In Chicago” (IGL Records 45-120);
– The Judges “The Judge And Jury / Come On – Come On” (Shurfine 018; No. 417);
– The Fantastic Zoo “Midnight Snack / This Calls For A Celebration” (Double Shot Records 105);
– [The] Wild Thing “Weird Hot Nights (Suffer Baby) / Don’t Fool With My Girl” (SPQR 1003);
– The Bassetts “A Little Love From You / So Bad” (Mercury 72624);
– [The] Brymers “I Want To Tell You / Sacrifice” (Diplomacy Records DIP 45-350; No. 30);
– The Missing Lynx “Behind Locked Doors / (You Don’t Love Me) Anymore” (DynoVoice Records 227);
– The Hard Times “(Old Wine) New Bottles / I Can’t Wait Till Friday Comes” (Gray Ant G-107; 626V-7477);
– The Huns “Destination Lonely / Winning Ticket” (Rock N’ Jazz Records [red label] SS-8668-01; S-4923-R);
– The Olivers “I Saw What You Did / Beaker Street” (Phalanx 1023);
– The Undecided? “Make Her Cry / I Never Forgot Her” (Dearborn D-542);
– The Rogues “You Better Look Now / Train Kept A-Rolling” (Audition Recording 6110);
– The English Setters “Someday You’ll See / It Shouldn’t Happen To A Dog” (Glad-Hamp Records Inc. GH 2033);
– The Smacks “Nobody Else Is Gonna Do / Reckless Ways” (Alear Records A-116; 655A-7353);
– The Lost Souls “Lost Love / My Girl” (Leopard LS-100);
– The Why Four “Not Fade Away / Hard Life” (Rampro Records R-118);
– Danny and The Other Guys “(You Been Givin’ Me) Hard Times / Five For Fourteen Fifty” (CP Records CP 101);
– String and The Beans “Come Back To Me / When I Get That Feeling” (Fat City Records 6130);
– The Bare Facts “Instant Happiness / There Won’t Be A Next Time” (Harvest Records H-727);
– The G’s “’Cause She’s My Girl / There’s A Time” (Young Generations Records YG-108);
– Dave and The Detomics “Soft White Gloves / Why Can’t I” (Van Recording V-04266).

(…to be continued…)

Gian Marchisio

 

“Libera”, Lea Ypi al Salone con Giannini

Il Centro di Cultura Albanese presenta “LIBERA”, grande successo internazionale della scrittrice LEA YPI, che dialogherà con MASSIMO GIANNINI direttore del quotidiano La Stampa, Sabato 20 maggio ore 15, Sala Internazionale, Pad. 2, Salone del Libro (Lingotto, Torino).

Bagno di folla per Jovanotti al Salone del Libro

Bagno di folla ieri per Jovanotti che ha presentato insieme all’editore-poeta Nicola Crocetti “Poesie da spiaggia”: un’antologia di grandi poeti di ogni tempo e paese selezionati dal cantautore e dall’editore. Hanno dialogato con Valeria Parrella della passione per la poesia che li unisce.

Giuliana Prestipino

La scuola internazionale di Comics al Salone del Libro

Un fitto calendario di appuntamenti, signing session e incontri per la Scuola Comics al Salone Internazionale del Libro

Il 2022 della SCUOLA INTERNAZIONALE DI COMICS di TORINO è partito con una rinnovata vocazione – riassunta dall’hashtag #nonsolocomics – e con un fittissimo programma di masterclass, workshop, presentazioni, corsi e incontri. E, soprattutto, con l’ambizione di usare il fumetto – una delle più versatili forme narrative contemporanee – come leva per diventare un polo culturale importante e uno dei centri nevralgici di Torino, della Regione e della vita creativa italiana.

Per questo SCUOLA INTERNAZIONALE DI COMICS di TORINO sarà presente alla XXXIV edizione del SALONE INTERNAZIONALE DEL LIBRO di TORINO con un proprio stand e, soprattutto, con un ricchissimo calendario di appuntamenti, incontri con gli autori, firmacopie e workshop.

La presenza della SCUOLA si innesta nel progetto culturale che vuole intrecciare tutte le espressioni artistiche e narrative che animano la vita didattica e creativa durante il corso dell’anno: fumetto, sceneggiatura, scrittura, illustrazione, animazione, grafica, webcomics, disegno e molto altro ancora.

Ad avvicendarsi dal 19 al 23 maggio negli spazi della Scuola e del Salone, oltre al direttore Mario Checchia, al direttore artistico Andrea Serio e ad altri docenti, anche giovani allievi che nel frattempo si sono affermati nei mercati europeo e americano.

Nel dettaglio, questo è il calendario degli incontri e dei workshop di SCUOLA COMICS:

Lab Fumetto PADIGLIONE 2
Giovedì 19 Maggio – ore 18:15/19:15
Imparare a capire i fumetti.
Con Manfredi Toraldo e Jacopo Masini in collaborazione con Scuola Comics Torino
– Cos’è il fumetto e come si impara a leggere correttamente. Esempi pratici della narrazione per immagini e della differenza tra Occidente e Oriente.

Lab Fumetto PADIGLIONE 2
Venerdì 20 Maggio – ore 18:15/19:15
Scrivere è mettere nei guai i personaggi.
Con Jacopo Masini e Vito Ferro in collaborazione con Scuola Comics Torino
– Un workshop dedicato all’importanza dei guai e dei conflitti nella creazione delle storie. In fondo, raccontare è sempre farsi gli affari di qualcun altro.

Sala Fumetto PADIGLIONE 1
Sabato 21 Maggio – ore 12:00/13:00
Scuola Comics Torino presenta: Tutto il mondo è fumetto! Italia, Francia, Stati Uniti (e un po’ di Giappone).
Con Martina Naldi, Andrea Serio, Simone di Meo e Antonio Lapone. Modera Jacopo Masini In collaborazione con Scuola Comics Torino
– Quattro grandi autori e docenti della scuola di Torino raccontano la genesi e l’evoluzione del proprio lavoro, in relazione ai mercati del fumetto in cui è stato presentato e pubblicato.

Lab Fumetto PADIGLIONE 2
Sabato 21 Maggio – ore 17:00/18:00
Non solo Comics – Una scuola di talenti: evoluzione di Scuola Comics in più di quarant’anni di attività e progetti per il futuro.
Con Mariasara Miotti, Roberto Glielmi, Mario Checchia e Jacopo Masini in collaborazione con Scuola Comics Torino
– Presentazione delle novità fondamentali per un’accademia creativa al passo coi tempi. Dal programma fittissimo di iniziative, corsi, appuntamenti, incontri a quello delle presentazioni, masterclass e workshop con scrittori, illustratori, sceneggiatori e altre figure di spicco della creatività nazionale e internazionale.

Lab Fumetto PADIGLIONE 2
Domenica 22 Maggio – ore 17:00/18:00
Sceneggiatura e storyboard.
Con Roberto Gagnor e Manfredi Toraldo in collaborazione con Scuola Comics Torino
– Si fa presto a dire “so scrivere” ma quanto può esser diverso creare una storia per un fumetto e una per il cinema? Il quesito verrà svelato da Roberto Gagnor, professionista in entrambi i settori!

Lab Fumetto PADIGLIONE 2
Lunedì 23 Maggio – ore 17:00/18:00
Narrazione per l’infanzia.
Con Carlo Greppi, Marco Paschetta e Manfredi Toraldo in collaborazione con Scuola Comics Torino
– Quali elementi sono più importanti quando si creano immagini dedicate a un pubblico di giovanissimi? Quali corde toccare nei cuori degli adulti che accompagnano i più piccoli nella lettura? Tutto questo e molto altro ci verrà raccontato dal punto di vista di un illustratore e di uno scrittore in un percorso unico nel suo genere.

E di seguito tutti gli autori che sarà possibile incontrare allo stand di SCUOLA COMICS, al PAD 1 – STAND D13 per firme, dediche e sketch: Luca Baino, Ciro Cangialosi, Simone Di Meo, Roberto Gagnor, AlbHey Longo, Andrea Malabaila, Marco Paschetta, Fabio Ruotolo e Andrea Serio.

Cinque giorni di grandi incontri per la città, il Salone e Scuola Comics.

“Soli tra le stelle”

LE LETTURE DI BELLEVILLE

“Secondo Lacan l’amore è offrire qualcosa che non si ha a qualcuno che non lo vuole. Sembra tragico, ma credo abbia a che fare con la gratuità dell’amore. Pensa di aver regalato il suo amore senza aver ricevuto in cambio quel che meritava?”

Le giornate di Angelina Sperperi, psicologa trentenne, curiosa e paziente, sembrano trascorrere con ritmo pigro e tranquillo tra consulti astrologici appena abbozzati nel suo “Studio di Psicoastrologia e Sviluppo Individuale”, pomeriggi al parco con il nipote Davide e notti a provare con la sua band.
Tra i suoi clienti ci sono Saverio Pompeo, gentile ex bodyguard in cerca di una nuova identità esistenziale, Claudia, mima insicura dai tormentati amori, e Barbara, moglie molto arrabbiata del noto professore e critico letterario Gianluca Zinaldi.

“Composta e seria, mi guardava dritta negli occhi: “Credo che non ci sia un altro modo per definire mio marito: antipatico. Gianluca è sempre stato antipatico più che cattivo. E questo in un certo modo fa parte del suo carisma, non fa nessuno sforzo per piacere alla gente, è naturalmente incapace di empatia e quindi quello che un’altra persona sente non lo può condizionare nel bene e nel male. Non sto parlando di una persona insensibile, l’ho visto piangere per il verso di una poesia. Ma solo le parole lo toccano, la fisicità non lo raggiunge…”

Sarà proprio Zinaldi a presentarsi una sera nello studio di Angelina preoccupato perché sua moglie è improvvisamente sparita nel nulla. Dopo la morte del professore in circostanze misteriose toccherà ad Angelina di indagare sulla scomparsa di Barbara Vallora e, collateralmente, sulla misteriosa morte del marito.
Seguendo una scia di incontri, intuizioni e imprevisti, Angelina coinvolgerà l’ex bodyguard Saverio Pompeo e suo nipote Davide in un rocambolesco viaggio in camper sulle tracce di una donna complessa e controversa. Un viaggio che li porterà a svelare ogni mistero.
Soli tra le stelle è un romanzo che sa coniugare con maestria profondità e leggerezza, senza mai essere banale e scontato. La grande capacità dell’autrice è quella di saper delineare dei personaggi in cui non sarà difficile riconoscersi: Angelina, psicologa sensibile che crea con i suoi pazienti un legame forte, di grande fiducia e complicità, e poi Barbara, una donna insicura e brillante allo stesso tempo, che per molti anni si è fatta mettere in ombra da un marito troppo ingombrante ed egocentrato. Saverio, ex carabiniere, ex autista tuttofare che da neopensionato entra nella classica crisi di mezza età e non riesce a ricostruirsi un ruolo, e Davide, il nipote di Angelina che con il suo sguardo bambino riesce a spiazzare gli adulti quando diventano “troppo adulti”.
Se dovessi consigliare questo romanzo a qualcuno in particolare direi che è un ottimo balsamo per l’anima, e quindi l’ideale da leggere in un momento di crisi o di scoramento, per ritrovare l’energia e il sorriso senza però smettere di riflettere e di sentire le parti più profonde di sé, perché in fondo, non siamo tutti un po’ soli tra le stelle?
“A casa, davanti allo specchio, mi interrogo. Ma di preciso quand’è che son passata dalle creme antiacne a quelle antirughe? Possibile che la vita di una donna di fronte al proprio riflesso sia una continua battaglia, dal mattino alla sera?”

“SOLI TRA LE STELLE”
DI ELENA BIONDO
GOLEM EDIZIONI 2022

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