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Anche quest’anno l’Associazione propone i festeggiamenti insieme a coloro che ne fanno parte e agli appassionati.
Lunedì 12 dicembre prossimo, alle 18, a Villa della Regina, si terrà il concerto di Santa Lucia, con il Coro del Conservatorio di Stoccolma. Il concerto è a ingresso libero, non è necessaria la prenotazione e si terrà all’esterno della villa. L’Associazione è poi lieta di invitarvi alla festa di Natale nel salone d’onore di Villa della Regina, promossa nell’ambito dell’evento “Vendemmia a Torino – Grapes in Town Xmas Edition”, in collaborazione con Eventum.
Data la capienza limitata del salone, è necessaria la conferma della presenza alla festa di Natale, indicando il nominativo nella casella mail apposita: infoamicivilladellaregina@gmail.com, entro domenica 11 dicembre prossimo. Le prenotazioni verranno accettate fino a esaurimento posti. Il contributo per la partecipazione è pari a 15 euro.
Per ulteriori informazioni è possibile consultare il sito dell’Associazione “Amici Villa della Regina”.
E, alla “Porta del Tessile”, proiezione del corto “Rosso Fuori”
Giovedì 8 dicembre
Chieri (Torino)
Una giornata di festa per tutti in piena atmosfera natalizia. E’ quanto propone il “Museo del Tessile” di Chieri, aperto nel 1997 nell’ex Convento di Santa Chiara – in via Giovanni De Maria 10 – già opificio “Levi”, per volontà di Armando Brunetti, ex imprenditore tessile. L’appuntamento è per la “Festa dell’Immacolata”, giovedì 8 dicembre prossimo.
Alle 14,45 è in programma una “Caccia al tesoro” organizzata da Laura Vaschetti e riservata ai bambini dagli 8 ai 12 anni di età. Prenotazione obbligatoria fino a esaurimento dei 20 posti disponibili: prenotazioni@fmtessilchieri.org, tel. 338/4710717
Alle 17, presso la sala della “Porta del Tessile” (via Santa Chiara 10/A), proiezione del cortometraggio “Rosso fuori” di Anita Contini. Il film ha vinto il “Premio ingaggio” conferito dalla “Fondazione Chierese per il Tessile” ed il “Museo del Tessile” in occasione del “Fashion Quick Corto Lab Contest”, concorso rivolto a giovani film maker emergenti organizzato da “Piemonte Movie Glocal Network” e “Hòferlab Project”, nell’ambito del progetto “Riflessioni Circolari. Ricucire il territorio. Tra abito e habitus”, curato dall’associazione culturale “Hòferlab” e ideato dall’artista torinese Sara Conforti, da molti anni impegnata nello sviluppo di progettualità che promuovono la cultura della “moda circolare” e la connessione tra industria culturale e manifatturiera, oltre a progetti artistici che coinvolgono donne in stato di fragilità. Sara Conforti interverrà alla premiazione di Anita Contini e alla proiezione del suo “Rosso fuori”. Il “corto” racconta di Ada, in una società provata e corrotta da un consumismo tossico. Giovane narratrice del mondo, Ada, messa alla prova dalla vita, troverà il modo di esprimere se stessa e la sua visione delle cose, sfruttando a suo vantaggio proprio il sistema che vuole scardinare.
“Con questa giornata – sottolinea Melanie Zefferino, presidente del ‘Museo del Tessile’ e della ‘Fondazione Chierese per il Tessile’ – riservata a grandi e piccoli, la ‘Fondazione’ chiude un anno importante, durante il quale ha agito sinergicamente con la ‘Biblioteca civica’ e con il ‘Comune di Chieri’ nell’ambito del progetto ‘RestArt!’ e di altre iniziative mirate. Attore culturale anche su ‘Torino Città Metropolitana’, in virtù della collaborazione al progetto ‘Riflessioni Circolari’, a Chieri il ‘Museo del Tessile’ è stato sede di numerosi eventi d’arte, di workshop per scuole di diverso ordine e grado, nonché del corso professionalizzante di avvio al lavoro nell’industria tessile sviluppato come progetto pilota insieme alla ‘Associazione Tessili Cotonieri’ dell’ ‘Unione Industriali Torino’. È dunque con soddisfazione che ci si prepara alle feste natalizie accogliendo generazioni diverse insieme per esplorare le molte sfumature del tessile di ieri e di oggi”.
Per info: www.fmtessilchieri.org
g.m.
Nelle foto:
– “Museo del Tessile”
– Una scena di “Rosso e fuori”
La mostra d’arte natalizia presso la galleria Malinpensa by La Telaccia si è inaugurata il 6 dicembre scorso e rimarrà aperta fino al 20 dicembre.
Si articola in una collettiva dove espongono quattro validi artisti, che mostrano stili e tecniche diverse, ma con un connubio intenso che è rappresentato dalla sperimentazione della materia e del significato contenutistico.
La prima artista in mostra è Elena Ortelli, le cui opere derivano da una bellezza dello spirito e si avvalorano di un comunicabilità sempre rinnovata. In un’epoca in cui l’umanità risulta profondamente disorientata e quasi priva di valori, nel suo iter cogliamo una forte presenza intimistica di notevole significato.
Nel suo percorso lo sviluppo di un contenuto simbolico e di sapiente rappresentazione assume un valore universale e costituisce un elemento determinante nel suo operare.
Un altro artista in mostra è lo scultore Cesare Iezzi, che propone opere in cui emerge una ricerca di evidente solidità artistica e diprofondo valore culturale.
I suoi volti umani paiono vivere in un tempo sospeso e si liberano in un concetto universale di vero significato, pregno di risonanza emotiva e di ricchezza interiore. Le sue creature si ispirano alla mitologia greca e sono immerse in uno spazio di rinnovata dimensione, realizzate alla luce di una interpretazione personale e con un’essenza esecutiva elegante nella dinamica dei volumi e nella loro essenziale sintesi formale.
Un altro artista in mostra è Mauro Sanna, di cui è evidente un astrattismo ricco di fascino, dove la materia dell’olio su tela, palpitante di un profondo lirismo e di una concretezza assoluta, si carica di un linguaggio assolutamente originale, capace di sviluppare una naturale introspezione psicologica e una decisaqualità tecnica. La funzione timbrica del colore, sapientemente calibrato e molto ben armonizzato, rivela una interpretazione personale capace di vivacizzare uno scenario significativo, in cui luce e forma dialogano tra loro in perfetto equilibrio.
L’ultima artista in mostra è Lavinia Salvatori, che raggiunge con il suo iter pittorico una grande libertà di espressione, riuscendo a comunicare al fruitore una definizione stilistica decisamente innovativa, tanto da rendere ogni sua opera un’immagine simbolica e un’astrazione indipendente.
I suoi soggetti comunicano un linguaggio armonioso e si elevano nell’opera con un movimento di ritmi curvilinei e di larghe campiture in cui il dinamismo del gesto pittorico e la sinfonia del colore assumono un ruolo importante all’interno della loro creazione.
Il direttore artistico è Monia Malinpensa, il consulente artistico Giuliana Papadia
Mara Martellotta
Malinpensa galleria d’arte by La Telaccia
Corso Inghilterra 51, Torino
Telefono: 0115628220
Orari: dal martedì al sabato 10:30/12:30 – 16:00/19:00
Lunedì e festivi chiuso
Il palcoscenico pressoché spoglio, l’interno di una casa, su nel nord norvegese, due alte colonne al centro, un lampadario con la sua luce fioca che incombe dall’alto, una mezza dozzina di sedie, un tavolo sul fondo ingombro di bicchieri e lampade e un mucchio di libri, un grande specchio sul fondo che saprà anche accompagnare, come in una folle quanto macabra danza, i momenti più stranianti della vicenda; poi un fumo che dall’esterno a poco a poco continua a invadere l’ambiente, ovvero i miasmi di cui la vita ha riempito non solo la casa ma un’intera famiglia o forse l’evocazione dell’incendio dell’asilo da inaugurare, che qui passa in secondo piano, e una pioggia continua, battente, nauseabonda, come i fragorosi tuoni che l’accompagnano. “Spettri”, uno dei capolavori di Ibsen, arriva al Carignano (repliche sino a domenica 11 dicembre) per la Stagione dello Stabile torinese, prodotto dallo Stabile del Veneto, nella versione e nell’adattamento prosciugante, di 90’, di Fausto Paravidino (fu già Osvald a Bolzano) e per la regia lineare, estremamente rigorosa del lituano Rimas Tuminas. È anche il ritorno sulle scene italiane, nel ruolo di Hélène Alving, di Andrea Jonasson, in un bel contrasto pittorico dei suoi capelli ramati e l’abito verde di scena, algida e avara di dialoghi nella prima parte per poi esplodere lungo la tragedia che s’allunga all’interno del finale, concepita a madonna, con il suo scialle in capo, a raccogliere, la boccetta di morfina in una mano, la richiesta dolorosa e la morte del figlio. Ruolo non semplice, drammaticamente alto, che a tratti la frequentazione diradata di una lingua pare rallentare, cercare il giusto silenzio o afferrare la parola immediata, ma un ruolo superato felicemente, in piena eleganza, con la passione e la maestria che le vedevamo abituale in quel Piccolo milanese di strehleriana memoria.
Pare una tragedia greca questo “Spettri”, dove una madre dice che “gli spettri siamo noi” e un figlio intona “Vesti la giubba” dei “Pagliacci” per chiedere poi disperato il sole. Ma quel sole, nella casa, non potrà mai entrare. Forse qualcuno dovrà immolarsi. C’è realtà e c’è sogno nella elaborazione di Paravidino, c’è il tempo presente e il passato che può aver visto i giochi di due ragazzi, c’è in vantaggio il grumo di rapporti familiari – le parole di Osvald trovano anche lo spazio per un riallacciarsi alla contemporaneità, quando afferma che famiglia non è quella stabilita ma forse incancrenita, bensì quella dove c’è amore tra i componenti – con il ritorno di Osvald da Parigi, artista squattrinato e malato di quella sifilide (“i medici mi parlano di allentamento cerebrale, parole che sanno di tende di velluto!”) che un padre sempre in giro per femmine e gonnelle s’è portato in casa, con la giovinezza e la fuga di Regine (Eleonora Panizzo, tra spensieratezza e ribellione giustamente descritte), che da sempre vede nel vecchio falegname Jakob Engstrand (un appartato Giancarlo Previati, che si prefigura un diverso avvenire, non sai quanto chiaro) una figura paterna per poi scoprire, nella confessione di Hélène che svelerà quanto di marcio non vi sia soltanto in Danimarca, che il vero padre è il signor Alving e che lei sta per innamorarsi di un ragazzo che le è fratellastro. C’è il moralismo puritano e il perbenismo incarnati dal pastore Manders (un logico – “loico” – Fabio Sartor), c’è una pericolosa ambiguità, che hanno lungo un’intera esistenza seppelliti i peccati di casa, c’è il comportamento di Hélène che ha finto di non vedere e che mai s’è sognata di sbattere la porta come la Nora di “Casa di bambola” e di allontanarsi, di fuggirsene via. Ma il tutto sembra essere lo specchio di un destino, di un percorso prefissato, “è d’obbligo per noi umani essere felici?” si chiederà il pastore.
La vera sorpresa della serata è Gianluca Merolli con il suo Osvald, febbricitante, ai limiti della follia, chiuso nella conoscenza, nel disvelamento, nella conseguente propria sofferenza, tra ricordi antichi e paure, una costruzione che arriva anche a scomporsi fisicamente, in quel muovere svirgolato delle labbra e delle mani, in quell’accartocciarsi come un fantoccio sul pavimento. Una prova eccellente, applauditissimo con tutti i compagni la sera della prima. Non ultime raccolgono il successo le musiche, struggenti e appropriate, che vanno da Faustas Latènas a Giedrius Puskunigis, da Georges Bizet a Jean Sibelius. Davvero spettacolo da non perdere.
Elio Rabbione
Le immagini dello spettacolo sono di Serena Pea
Nell’anno 2022 ricorre il bicentenario della decifrazione dei geroglifici da parte di Jean-François Champollion.
Questo evento storico segna la nascita dell’egittologia moderna e il Museo Egizio lo celebra con una mostra dedicata interamente alle scritture e alla lingua della civiltà egizia. Secondo il mito, fu il dio Thot a ideare l’arte della scrittura, divenendo patrono della conoscenza e degli scribi.
La scrittura è uno strumento fondamentale per l’amministrazione del paese e, allo stesso tempo, componente essenziale della visione del mondo e dell’immaginario egiziano, veicolo del pensiero religioso e del rito, della rappresentazione del potere regale e dell’identità sociale delle élite.
“Il Dono di Thot: Leggere l’antico Egitto” ripercorre l’evoluzione delle scritture(ieratico, demotico, copto e geroglifico) e la varietà dei supporti su cui si scriveva, aprendo una finestra sull’ambiente, il pensiero e la società dell’antico Egitto.
Sono 170 i reperti in esposizione, tutti provenienti dalle Collezioni del Museo Egizio, ad eccezione delle tavolette cuneiformi provenienti dai Musei Reali di Torino. In mostra sono esposti papiri, capolavori della statuaria, oggetti in alabastro e statuine lignee, a testimonianza di quella cultura materiale attraverso cui egittologi e storici hanno ricostruito la biografia non solo degli oggetti, ma dell’intera civiltà nilotica.
Curata da Paolo Marini, Federico Poole e Susanne Töpfer, curatori del Museo Egizio, la mostra è frutto di un progetto scientifico ideato dal direttore del Museo, Christian Greco ed è sostenuta dalla Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino.
Dal 7 novembre 2022 al 7 settembre 2023.
Si è conclusa la 40° edizione del Torino Film Festival, diretto da Steve Della Casa e inaugurato con un messaggio del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella. L’edizione 2022 si è svolta completamente in presenza nella prospettiva del ritorno in sala del pubblico e coinvolgendo attivamente la città. Sono stati 173 i film presentati nei quattro cinema coinvolti, oltre agli appuntamenti dislocati in numerose location cittadine tra cui Casa Festival in Cavallerizza Reale, cuore pulsante della manifestazione.
I dati dell’edizione 2022 sono i seguenti: 49.622 presenze suddivise in 37.622 spettatori agli eventi a pagamento e 12.000 spettatori agli eventi gratuiti (tra cui masterclass, anticipate stampa, altre proiezioni ed eventi), 2074 accrediti rilasciati (stampa e professionali/industry), 411 abbonamenti e 224 pass giornalieri venduti e un incasso di 151.632 euro a fronte di 64.699 posti a sedere nelle sale cinematografiche contro i 98.963 dell’edizione 2019 (ultima pre pandemia).
Tante le proiezioni sold out tra cui: Dry Ground Burning di Joana Pimenta e Adirley Queirós, Eo di Jerzy Skolimowski, Empire of Light di Sam Mendes, Magical Girl e Mantìcora di Carlos Vermut, Nocebo di Lorcan Finnegan, O Acidente di Bruno Carboni, Pacifiction di Albert Serra, Palm Trees and Power Lines di Jamie Dack, Pinball di Austin e Meredith Bragg, Plan 75 di Chie Hayakawa, Riotsville, Usa di Sierra Pettengill, Runner di Marian Mathias, The Woodcutter Story di Mikko Myllylahti, Un Varón di Fabian Hernández, Urban Myths di Won-Ki Hong.
La copertura social del TFF è stata di circa 600 mila utenti unici, con dati di assoluta eccellenza per le piattaforme Facebook e Instagram con oltre 116 mila interazioni con i canali del festival. Tutti i canali social del TFF – Instagram, Facebook, Twitter e Youtube – hanno prodotto oltre 2.000.000 di impression totali e 330 mila visualizzazioni di video.
Molto significativo anche il dato del canale Instagram con impression organiche durante il festival che si attestano oltre quota 1.335.000 mila, trainate da oltre 145.000 views dei 24 video postati durante eventi, presentazioni e masterclass, e un incremento di oltre il 45% del numero di follower.
Durante il TFF40 sono stati inoltre realizzati diversi TikTok a tema Torino Film Festival sul canale TikTok del Museo Nazionale del Cinema con un totale di oltre 122.000 views.
Alla luce di queste considerazioni, i dati del 40° Torino Film Festival sono testimonianza di un importante segnale di ripresa, a conferma del valore della manifestazione e della sua capacità di coinvolgimento della città.
Mercoledì 7 dicembre
Ivrea (Torino)
Ad Ivrea, “Capitale italiana del libro 2022”, è ormai avviata la macchina organizzativa del Natale, che quest’anno, doverosamente per il capoluogo eporediese, si aprono alle ormai prossime celebrazioni del centenario della nascita di Italo Calvino (Santiago de las Vegas, Cuba, 15 ottobre 1973 – Santa Maria della Scala, Siena, 19 settembre 1985), con un’installazione di “Luci d’artista” in centro città ispirata ad uno dei suoi romanzi più celebri e amati “Le città invisibili”, pubblicate nel 1972, esattamente cinquant’anni fa. L’opera, realizzata da Paolo Amico, siciliano di San Cataldo (“l’artista delle penne a sfera”), a cura dell’assessore alla cultura di Ivrea Costanza Casali e nata da un’idea di Paolo Verri, coordinatore del programma di “Ivrea Capitale del libro”, è composta da 63 striscioni bifacciali collocati nel cuore della città, in via Palestro e in via Arduino, e realizzati con un particolare effetto che li rende visibili in qualsiasi momento della giornata. Ognuno riporta una frase tratta da “Le città invisibili” e particolarmente “vicina” a Ivrea, per l’appunto la “città segreta” che dà il titolo all’intera opera. La tecnica scelta dona un particolare effetto luminoso e permette di vedere l’opera senza il bisogno dell’illuminazione esterna, una “scelta precisa di sostenibilità ambientale e culturale” del progetto, che non produce impatto ambientale e nello stesso tempo è fruibile da tutti, a qualunque ora del giorno. Quest’ultimo aspetto è particolarmente significativo poiché è stato uno dei capisaldi intorno a cui si è sviluppato il dossier di candidatura di “Ivrea a Capitale del libro 2022”. L’opera (che rientra nel circuito di “Luci d’Artista”, il progetto della Città di Torino nato nel 1998 per volontà dell’allora assessore alla Cultura, Fiorenzo Alfieri) sarà inaugurata mercoledì 7 dicembre (ore 17,30 Sala Dorata del “Palazzo di Città” di Ivrea) con una lectio magistralis di Marco Belpoliti – il più autorevole studioso contemporaneo di Calvino – dal titolo “Guardare è un modo di essere nel mondo. Italo Calvino e il visivo”, che anticipa l’uscita in marzo del volume di Italo Calvino “Guardare”, a cura dello stesso Belpoliti (per Mondadori), proprio in occasione del centenario della nascita dello scrittore.
A seguire, alle 18,30 sarà acceso il tradizionale “Albero di Natale” contemporaneamente all’inaugurazione dell’opera di Paolo Amico. Tutta Ivrea sarà “vestita” di Italo Calvino grazie al coinvolgimento della “Biblioteca” e dei librai che realizzeranno delle vetrine a tema. “ ‘Ivrea 2022’ – sottolinea Paolo Verri – non poteva non dedicare uno spazio significativo a Italo Calvino. La pubblicazione nel 1972 delle ‘Città invisibili’ ha segnato un punto di svolta nei modelli narrativi e comunicativi contemporanei; quel libro è stato già indicato in candidatura come uno dei 10 libri italiani alla base della nostra idea di comunità dei lettori. Ora che il centenario di nascita di questo grande autore si avvicina, Ivrea si offre come luogo in cui librerie, biblioteche, scuole, semplici lettori, omaggiano con le loro vetrine e con il proprio tempo uno dei personaggi fondamentali dell’editoria italiana dello scorso secolo. Calvino infatti, oltre che scrittore, è stato un pilastro della casa editrice ‘Einaudi’, inventore di una collana innovativa come ‘Centopagine’, collaboratore del ‘Corriere della Sera’ e di ‘Repubblica’, del cui fondatore e direttore Eugenio Scalfari è stato anche compagno di classe. Da Ivrea parte l’invito a ricordarlo in ogni modo, per tutto il 2023. Siamo certi che accadrà non solo in Italia, ma in tutto il mondo, come merita, e come la diffusione delle sue opere, in particolare delle ‘Lezioni americane’, dimostra”. Il romanzo di Calvino è composto da nove capitoli, ciascuno dei quali si apre e si chiude con un dialogo fra Marco Polo e l’imperatore dei Tartari Kublai Khan che interroga l’esploratore sulle città del suo immenso impero. Ciascun capitolo contiene cinque descrizioni delle città visitate da Marco Polo. Le città sono cinquantacinque e ciascuna ha un nome di donna. “Tra i tanti particolari narrati nelle varie città – aggiunge l’assessore Costanza Casali – è possibile riconoscere similitudini con la Città di Ivrea; con questo spirito si è dunque scelto di prendere queste frasi e dare vita al progetto ‘la città segreta’”. “Ivrea, poi, anche quest’anno– conclude l’assessore – non rinuncerà agli alberi di Natale, che verranno posizionati in Piazza di Città, ai lati della Fontana ‘Camillo Olivetti’ e nelle periferie ‘Bellavista’ e ‘San Giovanni’. Inoltre, è stata indetta una manifestazione di interesse per la pista di pattinaggio, che ha avuto esito positivo, e verrà installata in Piazza Ottinetti. Vi saranno, altresì, varie iniziative per i bambini”.
g.m.