CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 315

Guido Calleri di Sala, dalle energie rinnovabili alla cultura

Ritratti torinesi

 

Torinese, 55 anni, il suo nome si lega alla dimora storica della famiglia, il palazzo dei Conti di Bricherasio, in provincia di Torino, che egli gestisce da qualche anno.

Esperto nel settore delle energie rinnovabili, Guido Calleri di Sala ha due figli, Melania e Matteo, e il suo nome riporta alla memoria proprio  un palazzo tuttora esistente, che ha vissuto fasti nel passato, il palazzo dei Conti di Bricherasio.

Venne costruito a cavallo tra il Seicento e il Settecento ai piedi della collina del castello, dove sorgevano le fortificazioni distrutte nel corso dell’assedio del 1594 in cui Bricherasio, occupata dai francesi, venne riconquistata dalle truppe dei Savoia,  dopo quaranta giorni di bombardamenti. Nel parco, come testimonianza storica, si può ancora vedere ciò che è rimasto delle mura di quelle fortificazioni. Nel palazzo nacque nel 1706 il conte Giovanni Battista di Cacherano di Bricherasio, comandante delle truppe austropiemontesi che il 19 luglio 1747 sconfissero i Francesi nella battaglia del colle dell’Assietta. Tra Otto e Novecento frequentò il palazzo Emanuele Cacherano di Bricherasio, tra i primi esponenti della nobiltà italiana a intuire le enormi potenzialità dell’industria meccanica volta alla produzione di automobili a uso privato.  Erail primo luglio del 1899 quando Emanuele Cacherano di Bricherasio convocò nel suo studio,  nella sua residenza torinese, un gruppo di aristocratici e notabili per siglare l’accordo costitutivo della prima società che prese il nome di FIAT. Per l’occasione Bricherasio convocò il celebre pittore Delleani, amico di famiglia, per abbozzare il soggetto che ritrasse lo storico evento.

Residenza nobiliare per oltre due secoli, il palazzo dei Conti di Bricherasio venne adibito dal dopoguerra a residenza estiva e fu da quel periodo che iniziò a disegnare l’attuale architettura del parco di oltre quattro ettari, che oggi conta una cinquantina di specie arboree e almeno venti specie arbustive per un totale di oltre mille alberi.

Dominato da stili che attingono sia al giardino inglese di prima maniera sia alla vena del collezionismo botanico il parco presenta grandi macchie arboree che si contrappongono ad ampie radure a prato con laghetti e rigagnoli.

Il palazzo dei Conti di Bricherasio è inserito nei beni culturali sottoposti a  vincolo di tutela dalla Sovrintendenza del Piemonte e fa parte dell’ADSI, Associazioni Dimore Storiche italiane e del consorzio turistico del Pinerolese con cui collabora ad organizzare diversi eventi, quali, per esempio,  quello dedicato al bicentenario della nascita della Cavalleria di Pinerolo oppure il percorso Benessere come quello in programma il 15 luglio prossimo.

Da quest’anno partecipa alla rassegna letteraria, giunta alla sua quarta edizione, dal titolo “Bellezza tra le righe”, in collaborazione con il Castello di Miradolo e con Casa Lajolo  di Piossasco. Sono nove incontri,  di cui il primo inaugurato lo scorso 25 giugno con la presentazione del libro di Beppe Pezzetto,  dal titolo “Pala e Tequila”. Il prossimo 30 luglio presenteremo alle 17 il libro dell’autrice Bruna Macaluso e la rassegna si concluderà  con la presentazione di un libro divertente e al tempo stesso ironico, dal titolo “De rebus brevi” di Marco De Candia, in arte Mark Mc Candy.

“Bellezza tra le righe” rappresenta una rassegna di ottime letture che ogni anno porta autori e libri nei giardini storici di alcune dimore del Pinerolese. In questa edizione sono casa Lajolo,  il castello di Miradolo e palazzo Bricherasio.

“Come ADSI siamo aperti l’ultima domenica ogni mese tra aprile e ottobre, quando i nostri visitatori saranno condotti a conoscere gli interni e il parco. Le visite del parco fanno parte di un progetto in collaborazione con l’Istituto Agrario di Osasco, dove un gruppo di studenti porta i visitatori alla scoperta del parco e delle sue bellezze.

Ad ottobre chiuderemo poi la stagione ospitando le Giornate del Fai d’autunno”.

MARA MARTELLOTTA

Ricordando Andrea Camilleri scomparso il 17 Luglio 2019

 

A Torino l’edizione 2019 di Portici di Carta fu dedicata al grande scrittore siciliano

Tra le tante, questa foto di Camilleri è emblematica della sua esistenza di scrittore e di ricercatore della vita, nel suo studio stracolmo di libri, volumi, quaderni di annotazioni, penne e calamai da collezione, con quel disordine ordinato che fa parte di chi è abituato a districarsi nel suo mondo fatto di tanti oggetti, ricordi, pezzi di storia vissuta da sé e da altri. Alla sua scrivania, con i suoi occhiali, fedeli alleati di giorni e di notti, il suo sorriso ospitale, quel suo sguardo ironico che anche oltre le lenti sapeva giungere all’anima della gente e delle cose.

Ci sono persone che non si ha modo di conoscere nella vita ma che sono entrate pienamente nei giorni di tutti e Camilleri è stata una di queste per molti che hanno scelto i suoi libri e per quanti hanno scelto invece di conoscerlo attraverso il piccolo schermo, con il suo Commissario Montalbano e le tante vicende che lo hanno reso popolarissimo e familiare. Ha traghettato il suo mare siciliano oltre i confini italiani, lui così presente con i suoi libri nelle case del mondo ! Oltre cento libri, tradotti in più di trenta lingue, per trentun milioni di copie vendute soltanto in Italia, con Mondadori e Sellerio editore. Ha fatto parte di quelle persone che non si vorrebbe mai dover lasciare, mai dover dire non ascolteremo più la sua voce ormai familiare che ci narra, dal piccolo schermo, di mondi tutti suoi facendoci partecipare in prima persona come solo lui sapeva fare. Camilleri che sapeva di sapere e per questo si faceva umile senza stancarsi mai di porgere quel suo mondo di conoscenza, di una lunga vita vissuta pienamente !


Il 17 Luglio del 2019 questo prolifico scrittore ha lasciato questo mondo ed in molti lo ringraziarono quel giorno per averli accompagnati per mano per tanti anni nei suoi percorsi, sempre illuminanti, vivi, intelligenti con quella sua capacità di entrare nei mondi delle sue narrazioni e di quanti sapeva dipingere attorno a sé, tratteggiandoli con la sua penna prolifica ed infaticabile ! Non si può che pensare a lui con un sorriso di simpatia come al ricordo di chi è stato caro a tanti per tanto tempo, scandendo giorni, stagioni ed anni e ricordare quando Torino, nell’anno della sua dipartita, gli dedicò Portici di carta 2019 ! Due chilometri di libri nella libreria più lunga del mondo , sotto quegli antichi portici torinesi che videro la nascita dell’Italia e che ci raccontano l’autentica storia sabauda in ogni loro pietra. Quell’anno i librai che ancora sono presenti nel capoluogo piemontese e nella sua provincia, gli editori pedemontani, e sono tanti, i giornalisti , gli scrittori, tutti gli amanti della carta stampata e della lettura si trovarono a rendere omaggio ad un grande siciliano, nato a Porto Empedocle nel 1925, legato indissolubilmente alla sua terra d’origine che contribuì a far conoscere nel mondo.

Patrizia Foresto

Da oggi Cannes sbarca al cinema Nazionale

Il titolo della rassegna è “Cannes mon amour”, accanto il logo del Palmarès, il luogo di provenienza la cittadina festivaliera che dall’ormai lontanissimo 1946 decreta il vincitore della rassegna, sempre in pacifica guerra con la Laguna, guerra sopita a suon di fairplay e di armistizi e dolci parole all’orecchio che magari smorzano qualche fuoco di troppo. Nella sala 1 del rinnovato Nazionale di via Pomba, a cura lodevolissima del Circuito Cinema, Torino dal 17 al 27 luglio si allineerà – per la prima volta – con le altre città di Roma, Milano, Bologna e Firenze nelle anteprime in versione originale sottotitolata di dieci pellicole che maggiormente nel maggio scorso (quattro dei titoli si sono aggiudicati alcuni diversi premi) hanno segnato l’interesse del pubblico presente sulla Croisette e della giuria che era presieduta dal regista Ruben Östlund. È l’impegno di un esercente privato ed è il supporto del Ministero della Cultura, ringraziato “per le politiche messe in campo che stanno riportando sempre più spettatori al cinema”, ringraziamento che va esteso alle case di distribuzione Universal, Medusa, Lucky Red, Bim Distribuzione, Notorius e Movies Inspired per l’attiva collaborazione.

Primo titolo in programma “Monster” (lunedì 17 alle 18,30, il 18 e il 19 alle 21) firmato del giapponese Hirokazu Kore-eda, settima presenza del regista a Cannes, una partecipazione che ha già visto una Palma d’oro (“Un affare di famiglia”) e il Premio della Giuria (“Father and son”): un padre, allorché il proprio figlio inizia a comportarsi in modo strano, è indotto a pensare che il motivo sia il comportamento di un insegnante. Ma in un mosaico di colpe vere e presunte, di parole e fatti taciuti, Saori dovrà rendersi conto di dover andare a fondo nel vasto panorama della adolescenza. Poesia e ricca umanità impreziosite dalla colonna sonora di Ryūichi Sakamoto, scomparso nel marzo scorso, perfetto collaboratore di Bertolucci (da “L’ultimo imperatore” a “Il tè nel deserto” a “Piccolo Buddha”). “Jeanne du Barry”, che aveva aperto la rassegna a Cannes, interprete e regista Maïwenn, affiancata da un incipriato Johnny Depp nelle vesti di Luigi XV, affresco sfarzoso e un occhio moderno intorno all’ultima concubina del sovrano, di umili origini ma sin dalle più tenera età bella e brillante, pronta a farsi strada nella vita: la sua vicinanza al sovrano durerà sino alla morte di quest’ultimo avvenuta nel 1774. Proiezioni lunedì 17 alle ore 21, mercoledì 19 alle 21 e venerdì 21 alle 17. “Asteroid City” del controverso Wes Anderson, cast ricco di stelle, da Tom Hanks a Margot Robbie, da Scarlett Johanson a Edwars Norton a Steve Carrell, storia di fantascienza ambientata negli anni Cinquanta durante un convegno di astronomia che vede ospiti studenti con i rispettivi genitori, sarà sullo schermo il 18 alle 18,30 e giovedì 20 alle ore 21,15.

“About dry grasses” è il titolo che verrà presentato giovedì 20 alle 17,30 e sabato 22 alle 16. Palma alla migliore attrice, l’opera del turco Nuri Bilge Ceylan descrive piccole solitudini per raccontare le grandi contraddizioni della società del proprio paese, una vicenda che corre tra Cechov e Bresson, quella di due insegnanti perduti in un villaggio dell’Anatolia, l’amaro disegno tra bene e male, tra individualismo e collettivismo. Uno dei titoli più attesi “May December” di Todd Haynes (“Lontano dal Paradiso”, “Carol”), quinta prova accanto a Julienne Moore cui per l’occasione tiene buona compagnia Natalie Portman (due grandi prove d’attrice): per prepararsi al suo nuovo ruolo, una famosa attrice incontra la donna che interpreterà sullo schermo, la cui vita sentimentale ha acceso la stampa scandalistica e affascinato il paese 20 anni prima. Proiezioni il 21 alle 19,15, il 22 alle 21,30 e lunedì 24 alle 18,15. Il sempre rivoluzionario e agguerrito Ken Loach ci regala “The Old Oak”, titolo che deriva dal nome di quell’ultimo pub rimasto in una cittadina mineraria inglese da cui i giovani stanno fuggendo. A infoltire la popolazione i nuovi rifugiati siriani con cui si dovrà imparare a convivere (venerdì 21 alle 21,30, domenica 23 alle 19,15 e martedì 25 alle 17). Altri titoli e altri maestri in arrivo nei giorni successivi, di cui ancora parleremo. Prezzo unico del biglietto 8 Euro.

e. rb.

Nelle immagini, scene tratte da “Jeanne du Barry” e “May December”

L’isola del libro

 

Cormac McCarthy “Il passeggero” -Einaudi- euro 21,00

Il grande scrittore americano Cormac McCarthy, morto recentemente a 89anni, il 13 giugno 2023, ha fatto in tempo a vedere pubblicata la sua ultima opera “Il passeggero”.

Il premio Pulitzer (vinto nel 2007 con “La strada”), dopo 17 anni di silenzio, era tornato in libreria con questo romanzo che ci catapulta nel vortice di un mistero e mille quesiti sul vivere.

Protagonista è Bobby Western che di lavoro fa il sommozzatore; una notte si infila nella muta da sub e scende nel mare della baia del Mississippi per recuperare il relitto di un aereo precipitato negli abissi. Il velivolo è un JetStar della Lockeed, scomparso dai radar da qualche giorno e Bobby lo raggiunge a circa 12 metri di profondità, trovandolo quasi intatto.

Quando punta la torcia sull’oblò vede al suo interno i cadaveri di 9 passeggeri ancora seduti ai loro posti. Nessun evidente segno di collisione, sembra che nulla sia fuori posto, a parte il fatto che inspiegabilmente è finito sott’acqua.

Dal velivolo mancano la borsa del pilota, un pannello della strumentazione e non si trova neanche la scatola nera che potrebbe spiegare l’accaduto.

Bobby si pone alcune domande non irrilevanti: da dove arriva quell’aereo, perché si è inabissato, e perché è intatto anziché frantumato in mille pezzi (come solitamente succede negli impatti contro la superficie del mare che diventa muro)?

Altro mistero da chiarire: perché non ci sono notizie o articoli in merito all’incidente che ha fatto sprofondare un velivolo da tre milioni di dollari e stroncato le vite di 9 passeggeri?

Il mistero si infittisce quando Bobby riceve la visita inaspettata di 2 personaggi muniti di distintivi, sembrano dei mormoni e appartengono a qualche agenzia governativa. Lo tartassano con una serie di domande inquietanti che spalancano una voragine di misteri.

Una sorta di interrogatorio durante il quale gli comunicano anche che i passeggeri dovrebbero essere 10; che fine ha fatto il corpo mancante?

Seguendo il suo istinto Bobby intuisce di trovarsi in pericolo, così mette in atto la sua fuga attraverso Texas, Montana, Wyoming, in un susseguirsi di tappe, incontri, pensieri sul senso stesso dell’esistenza.

Una storia che nasce dall’ingegno dello scrittore la cui vita è stata densa come mille romanzi. E’ stato studente brillante ma interrotto, militare in Alaska, marinaio, esperto di cavalli e scrittore da Pulitzer.

La trama di questo libro si sviluppa poco per volta. Ci guida nella difficile alchimia di sparire e tornare in abiti che sentiamo più nostri, nella rincorsa ai rimpianti e agli amori passati, ma anche agli affetti controversi e proibiti. Come quello di Bobby per la sorella, di cui non anticipo nulla ma che fa parte della struttura portante della narrazione…..E questa è solo la punta dell’iceberg di un romanzo che parla di tempo, sentimenti, svolte, regno dei morti …

 

Patrick Hamilton “Schiavi della solitudine” -Fazi Editore- euro 20,00

Ha il passo lento questo romanzo dello scrittore inglese Patrick Hamilton, vissuto nella prima metà del Novecento, e quasi sconosciuto in Italia.

Nacque nel Sussex nel 1904 in una colta famiglia di letterati; amante del teatro visse una breve parentesi come attore, poi si dedicò alla scrittura, ed ebbe successo come drammaturgo e romanziere, prima di morire ancora nel fiore degli anni nel 1962.

In questo delicato e ironico libro scandaglia con sensibilità ed occhio acuto la solitudine di un gruppo di personaggi che si muovono sullo sfondo della Seconda guerra mondiale; nell’inverno del 1943, in un paesino appena fuori Londra sulla quale imperversano i bombardamenti e la distruzione.

Un piccolo nucleo di sconosciuti che si ritrovano a vivere in una ex sala da tè, la Rosemund Tea Rooms, trasformata in pensione signorile. Gli ospiti fissi incrociano le loro giornate, scambiandosi convenevoli, discussioni e opinioni, mentre fuori il mondo sta andando a fuoco e i tempi sono particolarmente duri e incerti.

Persone diversissime tra loro, solitudini dalle diverse fogge che si incontrano durante i riti quotidiani che scandiscono la vita alla Rosemund Tea Rooms. Vite tra amori, perbenismo, tradimenti, pettegolezzi, pregiudizi e morte. E qualche scossone ….

Hamilton ci racconta in particolare la vita di Miss Roach, 39enne nubile, impiegata come segretaria tuttofare in una casa editrice londinese.

La sua vita scorre lenta, quasi letargica tra incombenze monotone e ripetitive, fino a quando irrompono due incontri che aprono nuovi capitoli nel suo solito tran tran.

A dare una bella scossa alla sua inerzia emotiva è l’incontro con il tenente Pike. Lui è un ufficiale americano stanziato lì vicino e con lui inizia un non ben definito flirt, tra alti e bassi.

Poi a scuotere Miss Roach è anche l’incontro e una parvenza di progressiva amicizia con la giovane profuga tedesca Vicki Kugelmann, vista con sospetto e isolata dagli altri. Le due donne sono quasi coetanee ma molto diverse caratterialmente; una è tranquilla, posata e analitica, laddove Vicky è più trasgressiva e maliziosa.

La grandezza del romanzo sta nel raccontare piccoli gesti, consuetudini, pensieri in un modo delicatissimo in chiave ironica e a tratti comica. E vedremo come si muoveranno i vari protagonisti che incrociano le loro storie in triangoli amorosi non ben chiari e inaspettati. Una lettura piacevolissima che ricorda i grandi romanzieri come Dickens e Thomas Hardy.

 

 

Antonio Caprarica “Carlo III” – Sperling & Kupfer- euro 19,90

Per l’incoronazione di re Carlo III e della consorte Camilla è arrivato in libreria l’ultimo libro del giornalista e scrittore Antonio Caprarica; che non ha bisogno di essere presentato dal momento che è uno dei massimi esperti di corona inglese (dopo 15 anni come corrispondente Rai da Londra), personaggio televisivo tra i più gettonati per commentare le vicende della casa reale più famosa del pianeta.

Un corposo libro, scorrevole come un avvincente romanzo, nel quale Caprarica risponde a domande che tutti ci facciamo ma alle quali lui si applica con conoscenza di causa e approfondimenti da Royal Watcher

Che tipo di sovrano sarà Carlo che ha atteso per tutta la sua lunga vita questo momento? Come dirimerà le controversie familiari, e come gestirà un paese che dopo la Brexit è in piena crisi economica. Lui e la consorte Camilla come potranno sottrarsi al peso del fantasma di lady D? In poche parole quale sarà il destino della monarchia inglese dopo la morte della regina Elisabetta, modello inimitabile di regnante saggia e accorta, amata a tutte le latitudini del globo.

Emerge il ritratto di un re dal passato non sempre felice, a partire dall’educazione rigidissima in scuole durissime scelte dal padre Filippo, col quale il rapporto è sempre stato complicato. Dopo essere stato bullizzato dai compagni, il ragazzo sensibile, timido, insicuro e colto si è trasformato in uno degli scapoli più ambiti del pianeta: vissuto sempre all’ombra della madre longeva oltre ogni altro sovrano della storia.

Una vita di privilegi e lussi, parecchia solitudine stemperata dal legame con la nonna Regina madre, l’unica che sembrava capirlo davvero. Da sempre abituato ad essere riverito e servito, ma con un’attenzione all’ambiente prima di tutti gli altri.

Poi la nota vicenda del disastroso matrimonio con Diana, che pare non si sia mai sforzata di entrare nel ruolo di consorte del nuovo sovrano. Caprarica svela anche che, nonostante l’amore di sempre per Camilla Parker Bowles, almeno nei primi anni di matrimonio, Carlo sarebbe stato un consorte fedele, in attesa che Lady D facesse la sua parte.

In realtà i due erano davvero male assortiti: interessi completamente diversi, gap generazionale, profondità di pensieri e background culturale inesistente di lei a fronte di quello monumentale e raffinato di Carlo. Il resto della storia è noto. E la vicenda oltre ad avere reso a lungo infelice Carlo, lo ha danneggiato non poco agli occhi dei sudditi.

La sua vita è stata un alti e bassi di popolarità e gradimento. Ha dovuto affrontare parecchie sfide; dall’educazione dei figli rimasti orfani dell’adorata madre, alla consacrazione di Camilla come compagna di vita e di trono; dopo essere stati entrambi dileggiati in seguito alle dichiarazioni al veleno di Diana e poi alla sua tragica morte.

Tra le difficoltà immediate, quella del rapporto con il figlio ribelle Harry che ha spalato tonnellate di fango sui Windsor, nessuno escluso. Come andrà a finire nessuno può saperlo, ma l’analisi di Caprarica è approfondita e acuta. Così come è interessante il suo resoconto dell’abilità di Carlo nell’amministrare le sue tenute, con un occhio di riguardo al rispetto dell’ambiente, ed un altro ai conti. Insomma un ritratto a tutto tondo del sovrano che ora regnerà su un paese alle prese anche con i problemi del Commonwealth. Un libro che travalica il gossip ed è documentatissimo.

 

Alessandro Barbero “Brick for stone” -Sellerio- euro 16,00

Lo storico Alessandro Barbero ha ambientato questo romanzo nella New York del 2001, quella dell’11 settembre e dell’attentato alle Torri Gemelle, che campeggiano in copertina e sono ormai un simbolo universale di quanto devastante può essere uno spietato atto terroristico.

E’ un romanzo in cui si avvicendano più personaggi e più voci. Al centro l’agente della Cia Harvey Sonnenfeld, abile e serio funzionario, che ne ha viste così tante da essere ormai disilluso. Da una serie di labili indizi sospetta che sia imminente un attentato al Trade World Center. Sulla scorta di questa intuizione si muove per capire se un’azione di simile portata sarebbe davvero realizzabile, e come, giusto per cercare di prevenirla.

Intorno a lui vengono coinvolti, chi in un modo e chi in un altro, alcuni newyorkesi diversissimi tra loro per età, etnia, competenze e storie.

Segue una narrazione a tratti surreale in cui si avvicendano: un professore tedesco esperto in graffiti urbani, un ingegnere russo specializzato nella protezione dei sistemi elettronici dagli insetti, una cassiera afroamericana che ama un uomo sposato, una fotografa italiana che sogna premonizioni, tra le quali un aereo…

Loro ed altre comparse discutono, vivono ansie e amori, in un caleidoscopio narrativo in cui si inseriscono pure ipotetici pensieri degli attentatori che stanno per schiantarsi a bordo di due aerei contro le torri Nord e Sud. Ed è una disperata corsa contro il tempo il tentativo di Sonnenfeld di stanare e fermare il gruppo terroristico che lavora nell’ombra per mettere a punto l’attentato del 2001.

Rock jazz e dintorni a Torino: i Pinguini Tattici Nucleari, Giorgia e Morgan

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Gli appuntamenti musicali della settimana

 

Lunedì. Alla Cascina Bellaria di Sezzadio (Al), live di Bob Waynecon il suo country made in Usa.

 

Martedì. A Pianezza l’apertura del Vertigo Summer Festival con il concerto di Omar Pedrini. Stanley Jordan, virtuoso americano di chitarra, è all’Alfieri di Asti per Asti Jazz. Matteo Mancuso, giovane chitarrista siciliano maestro di fingerstyle, suona a Tortona e, in replica, il giorno dopo, allo Stresa Festival.

 

Mercoledì. Lo Stadio Olimpico di Torino accende il palcoscenico con il music show dei Pinguini Tattici Nucleari. All’Alpàa diVarallo, Paolo Belli e la sua rodata Big band; a Condove inizia il Due Laghi Jazz Festival con il trio del contrabbassista canadese Alain Bédard.

 

Giovedì. Giornata intensa di musica: Mr. Rain, ad Alba, per Collisioni; Raf al Mov Summer Festival di Mondovì; Gigi D’Alessio on stage all’anfiteatro dell’Anima di Cervere (tre giorni dopo, replica a Varallo); Umberto Tozzi a Sanfront (Cn), per Suoni del Monviso. I maestri del jazz, Paolo Fresu e Rita Marcotulli, nel chiostro dell’Annunziata di Tortona. Il festival Apolide, alla Certosa Reale di Collegno, propone la techno di Jeff Mills, con il progetto “Tomorrow Comes the Harvest”.

 

Venerdì. I Gemelli Diversi a Varallo; scat, vocalese e sonorità affini, a Stresa, per il jazz del sestetto multinazionale Accent.

 

Sabato. Aosta Classica ospita Diodato al Forte di Bard; NiccoloFabi è in concerto a Gavi, Ermal Meta suona a Varallo. A Salza, nel pinerolese, grande performance condivisa di Africa Unite e Modena City Ramblers. A Torino, Arsenico, Medusa e Cibo allo Spazio 211; alla Tesoriera, i cileni Newen Afrobeat e l’omaggio a Battisti con Gianluca De Rubertis e Leo Pari.

 

Domenica. Concerto di Giorgia a Cervere; a Cavagnolo, per Monferrato on Stage, live show di Morgan.

 

Pier Luigi Fuggetta

Alan Brunetta: se LastanzadiGreta ti va stretta, punta a Hollywood

 Il compositore, batterista e polistrumentista torinese Alan Brunetta torna sulle scene in grande stile. Suo il singolo “You’ve stopped walking away”, estratto dalla colonna sonora del film “The Killing of Billy the Kid”, di Brett Bentman.

Ennio Morricone diceva che non aveva bisogno di andare in America per fare colonne sonore per il mercato americano. Non fu lui a valicare l’oceano, ma la sua bravura. La sua musica partiva da Trastevere per riecheggiare nei film di Sergio Leone. La stessa strada sembra percorrerla Alan Brunetta, classe 1985, un diploma in percussioni conseguito al Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino e una valigia piena di strumenti del mestiere, note e melodie.

Dal 2005 al 2015 collabora attivamente col gruppo torinese Supershock prendendo parte alla sonorizzazione di capolavori come Nosferatu di F.W. Murnau’s, Der Golem di Paul Wegener e Metropolis di Fritz Lang. Nel 2009 fonda insieme a Umberto Poli, Leonardo Laviano, Flavio Rubatto e Jacopo Tomatis il collettivo Lastanzadigreta,  con cui realizza l’album “Creature selvagge”- nel 2017, e vince la Targa Tenco come Opera Prima.

Ma è la strada delle colonne sonore quella che sembra attirarlo maggiormente. Nel 2013 aveva lavorato alla colonna sonora di “The Repairman” di Paolo Mitton mentre   2018 prende parte alla stesura di brani per “Ulysses: A Dark Odissey”, produzione italo-americana che vanta attori del calibro di Danny Glover, Udo Kier, Walter Nudo e un cameo di Skin, volto e voce degli Skunk Anansie. Seguono le musiche per “Dog” di Federico Alotto con cui vince il premio “Best Original Music” all’Eastern Festival del cinema europeo nel 2022.

Il 1 agosto 2023 esce il brano “You’ve stopped walking away” per il film “The Killing of Billy the Kid” di diretto da Brett Bentman. Si tratta di una ballata che rieccheggia le sonorità di Jhonny Cash, Bob Dylan e in cui fa capolino anche la musica di Nick Cave. Il brano vede alla voce Stefano Sirbone Raggi, Dave Moretti alla chitarra acustica Weissenborn e ai cori, Gianfranco Nasso al basso e infine lo stesso Alan che copre chitarra acustica, piano e batteria.

Raggiungo Alan al telefono di pomeriggio. Il caldo torrido non aiuta la conversazione, ma quando si racconta ciò che si ama fare, i racconti sono un fiume in piena. Devo chiedergli più volte di rallentare perché non riesco a prendere appunti.

Come sei stato coinvolto nella colonna sonora per questo film? Ti ha cercato Brentman?

Il direttore della fotografia è un caro amico, Federico Alotto, lui vive lì e ha chiesto al regista di farmi scrivere un brano. Avevo già lavorato per lui per Dog che sta vicendo molti premi.

Lui ha chiesto al regista se gli sarebbe piaciuto avere un brano e Brentman è parso molto interessato.

Cosa significa comporre per il cinema? Quali sono i limiti o le caratteristiche richieste, se ce ne sono?

Quando compongo mi danno delle reference. La mia era Knocking On Heaven’s Door, visto che il film si ispira al boss. Il brano doveva rieccheggiare.

Immagini e una reference musicale ti può aiutare o anche incasinare. Io cerco sempre di cancellare subito quella reference e inizio a scrivere. Diciamo che le reference servono più a chi fa sound design.

Quindi alla fine lavori su cosa il regista chiede?

Esatto, poi lui e il produttore hanno l’ultima parola. Magari hai scritto tutto ma loro ti dicono si mi piace ma mi piacerebbe andare in una direzione. E si va di taglia e cuci. Una sarta musicale.

Tu passi dal palcoscenico alla sala di registrazione. Dove preferisci stare?

Lo studio. Anche se 10 anni fa forse avrei detto il palco.

Questa risposta mi spiazza. Sento sempre dire che i musicisti amano il live, il contatto col pubblico, suonare in giro. Ma Alan mi rimanda la figura della sarta che ricama, taglia e cuce. So che tu oltre ad aver lavorato con un Premio Tenco hai anche inciso con un Premio Strega, ovvero un giovanissimo Paolo Giordano che poi avrebbe vinto con La solitudine dei Numeri Primi.

Si, muovevamo i nostri primi passi a San Mauro, nella stessa sala di registrazione in cui transitarono gruppi come Subsonica e Africa Unite. Molti artisti torinesi passarono dalla stessa sala prove (Valentine Suite) dove lui ha registrato il disco “Soli Alogeni” con gli Hodemeluna.

E dallo studio di registrazione, noi dal 1 Agosto 2023 ti ritroveremo su tutte le piattaforme di streaming con questo brano e ti ascolteremo al cinema. Grazie per queste due chiacchiere. E per averci ricordato che le barriere, quando si ha una passione, sono solo un piccolo dettaglio.

Lori Barozzino

Checco Zalone per la prima volta al festival Collisioni

Collisioni dà appuntamento al pubblico, con un nuovo protagonista domenica 16 luglio: Checco Zalone per la prima volta al festival, in piazza Medford ad Alba, con il suo esilarante spettacolo Amore + Iva. Biglietti disponibili on line e in cassa.

 

Checco Zalone torna a incontrare dal vivo il suo pubblico a undici anni di distanza dal Resto Umile World Tour con il suo nuovo spettacolo Amore + Iva, prodotto da Arcobaleno Tre e MZL con l’organizzazione generale di Lucio e Niccolò Presta.  Un irresistibile show, dove la musica, i racconti, le imitazioni e le parodie saranno accompagnati dalla sua inconfondibile ironia. Comico, attore, showman, imitatore, cantautore, musicista, cabarettista, sceneggiatore e regista italiano, Luca Medici esordisce su Telenorba con il personaggio che lo rende celebre, Checco Zalone, prima di approdare a Zelig e farsi conoscere dal grande pubblico con Siamo una squadra fortissimi, un vero e proprio inno dedicato alla Nazionale Italiana di calcio che in quell’anno vince il Mondiale. Nel 2009 esce il suo primo film, Cado dalle nubi, diretto da Gennaro Nunziante; e con una delle canzoni della colonna sonora, Angela, ottiene la nomination ai David di Donatello. Sempre nel 2009, è sul piccolo schermo con il Checco Zalone Show. Nel 2011 è protagonista del Resto Umile World Tour, a cui segue l’omonimo programma televisivo. Nello stesso anno, Checco Zalone torna al cinema segnando i primi record al botteghino con Che bella giornata, superati da Sole a catinelle (2013), che risulta il film più visto dell’anno, e da Quo vado? (2016), tuttora il film italiano più visto di sempre al cinema. Zalone esordisce alla regia con Tolo Tolo (2020) che fa registrare il maggior incasso nella storia del cinema italiano nel primo giorno di programmazione. Con Tolo Tolo l’artista pugliese si aggiudica anche i primi due David di Donatello, quello per la Migliore canzone originale (“Immigrato”) e il David dello spettatore.

 

Collisioni non si ferma però quest’anno al consueto weekend di luglio in Piazza Medford. Grande novità di quest’edizione, dopo i grandi concerti di massa, è la programmazione del festival nella nuova casa dell’Arena permanente realizzata presso il Parco Tanaro di Alba, che presenterà una rassegna estiva di concerti, incontri letterari, spettacoli e altri appuntamenti fino a metà settembre, per poi spostarsi nel Collisioni Circus per la stagione invernale.

 

Proprio per festeggiare il suo 15° compleanno, l’Associazione ha infatti deciso di dare vita a un nuovo progetto per la creazione di un’arena permanente, dedicata ai concerti e allo spettacolo nel Parco Tanaro di Alba, che vede la partecipazione del Comune di Alba e il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo, attraverso il bando Re:azioni. Difendi l’ambiente contribuisci al benessere di domani”.

 

Un ingente piano di investimenti per la riqualificazione di una zona urbana attualmente poco frequentata, specialmente di notte, che necessita di azioni come la creazione di nuova illuminazione, l’installazione di barriere acustiche, nuovi dispositivi per la raccolta differenziata e per la sicurezza, oltreché un progetto di piantumazione di alberi di pregio in cui sono coinvolti anche i ragazzi del Progetto Giovani con laboratori dedicati alla salvaguardia e alla cura del verde, per creare un’area dove la musica e lo spettacolo siano in grado di vivere in armonia con la città e l’ambiente, secondo lo slogan lanciato dal progetto “Più giovani, più alberi, più vita”.

 

In questo nuovo spazio, il festival ospiterà giovedì 20 luglio l’unica data estiva in Piemonte di Mr. Rain, che devolverà parte degli incassi della sua esibizione all’acquisto di nuovi alberi, il concerto di Maurizio Solieri venerdì 21 luglio, lo spettacolo di Ruggero dei Timidi domenica 23 luglio, l’unica data in Piemonte di Diodato prevista per giovedì 30 luglio, e tanti altri appuntamenti che saranno presto annunciati.

 

La Fondazione Torino Musei per i 90 anni del MAUTO

MAO

Dal 15 luglio al 3 settembre 2023

Sala Polifunzionale

Anche il MAO Museo d’Arte Orientale partecipa alla rassegna diffusa organizzata per celebrare i 90 anni del MAUTO e propone la video installazione dell’artista Axl LE The Six Realms of Reincarnation 2023, che mescola temi ecologici con la visione dei sei regni buddisti come mondi ipertecnologici e distopici.

Utilizzando la tecnologia CG, Axl LE combina un personaggio digitale scansionato in 3D con la sua visione immaginaria del futuro, cercando di reinterpretare il concetto dei sei regni della reincarnazione. L’artista immagina sei regni: il Regno del Cielo, dove le persone caricheranno la loro coscienza sul cloud, entrando in un regno digitale dove tutto è possibile; il Regno Ashura un mondo dove l’intelligenza artificiale prende coscienza di sé e ingaggia una guerra costante con il Regno del Cielo; il Regno umano, un’epoca di coltivazione spirituale attiva; il Regno dell’Inferno, antitesi del Regno del Cielo derivato dalle conseguenze catastrofiche causate da insetti maligni nel mondo delle nuvole; il Regno del fantasma affamato, in cui le persone sono ridotte a schiavi di un’intelligenza artificiale consapevole; il Regno degli animali, in cui le persone hanno perso la resistenza del proprio spirito e del proprio corpo fisico e vivono in un perenne stato di malinconia, incapaci di liberarsi dalla loro situazione.

L’opera è installata in sala Polifunzionale ed è visibile tutti i giorni in orario di apertura del museo.

PALAZZO MADAMA

Dal 15 al 24 luglio 2023

Atrio del museo. Momento inaugurale: lunedì 17 luglio alle 12:30

Torino, luglio 1968: tre Mini Cooper con i colori della bandiera inglese – blu, bianca e rossa – rombano fuori dalla Sala del Senato del Regno d’Italia e si precipitano a capofitto giù per lo Scalone juvarriano di Palazzo Madama.

È Un colpo all’italiana (The Italian Job) di Peter Collinson a segnare un clamoroso caso cinematografico che renderà la città sabauda protagonista di folli inseguimenti tra vie monumentali e i capolavori recenti di Italia ‘61.

Per i 90 anni del MAUTO Palazzo Madama rievoca questi avvenimenti esponendo una Austin Mini Cooper S del 1962 nel suo atrio, accompagnata da una narrazione di quei giorni e da un serrato montaggio a rievocare quanto fu.

Ingresso libero

 

GAM

Dal 18 luglio al 3 settembre 2023

Atrio del museo. Apertura al pubblico: martedì 18 luglio alle 18:30

 

In occasione del novantesimo anniversario del Museo dell’Automobile di Torino, la GAM propone nella grande parete dell’atrio del museo due opere d’arte della sua collezione, entrambe legate alla rappresentazione di un moderno veicolo, possibile o immaginato. Sia nel caso della Macchina del 1963 di Alberto Moretti sia in quello dell’invenzione del Black Scooter realizzato nel 1969 da Gianni Piacentino siamo posti di fronte alla irruzione di una nuova iconografia nell’opera d’arte. Siamo, in entrambi i casi, nei pieni anni sessanta, e dunque in coincidenza con gli anni del boom economico e la massima espansione dell’industria dell’auto e del motore. Queste opere – così come nel caso della auto da corsa ‘ricostruita’ da Salvatore Scarpitta, la mitica Rajo Jack del 1964, acquistata per le collezioni del museo e ora esposta alle OGR – nascono forse sul filo della parodia, ma sono correlate, comunque, a una rivoluzione comportamentale e a un senso della modernità che non si era più visto dai tempi del mito della macchina e della velocità propugnati dai Futuristi al principio del secolo. Da sottolineare è la quasi perfetta coincidenza della nascita di queste opere con i “Car Disasters” di Andy Warhol, proprio del ’63, di cui la GAM possiede il famoso Orange Car Crash, esposto nella collezione permanente.

Ingresso libero

Il “Pannunzio” presenta Gianni Oliva: Il purgatorio dei vinti

AD ALASSIO PRESENTAZIONE DEL LIBRO DELLO STORICO. LA STORIA DEI PRIGIONIERI FASCISTI NEL CAMPO DI COLTANO, MONDADORI. INTRODUCE IL DIRETTORE DEL CENTRO PANNUNZIO PIER FRANCO QUAGLIENI.

Lunedì 17 luglio alle ore 21,30 ad Alassio, nell’Auditorium “R. Baldassarre” della Biblioteca civica (piazza Airaldi e Durante, 7), il Centro “Pannunzio” in collaborazione con la Città di Alassio, organizza la presentazione del nuovo libro dello storico Gianni Oliva Il purgatorio dei vinti. La storia dei prigionieri fascisti nel campo di Coltano, Mondadori. Introduzione del prof. Pier Franco Quaglieni. Sarà presente l’autore.  Sulla storia di Coltano, alle porte di Pisa, e degli altri campi di prigionia per fascisti si è scritto poco, circondando il tema di silenzio e di rimozione: ci sono tanti nomi di persone, diventate personaggi negli anni della democrazia italiana, ammucchiate in quel campo, Ezra Pound, Enrico Maria Salerno, Mauro De Mauro, Walter Chiari, Raimondo Vianello, Giorgio Albertazzi, Ugo Tognazzi, per citarne alcuni…  Con un attento lavoro sulle testimonianze autobiografiche e la documentazione scientifica, Gianni Oliva squarcia quel silenzio, indagando su un’ ulteriore pagina della nostra storia per capire quella stagione tormentata e contraddittoria che ha travolto la generazione cresciuta nella guerra 1940 – 45 e ciò che è accaduto ai “vinti”.

ASD dancing school conquista i Campionati europei

ASD dancing school diretta da Alessandra Colucci con Sede a Bruino e Orbassano lo scorso 2 luglio per i campionati di Danza Europei e Nazionali riceve numerosi titoli e riconoscimenti:
Nei tanto attesi CAMPIONATI EUROPEI tenuti ad Ostia (Roma) porta in scena la compagnia: Experience Dance project con la Coreografia: “Terra dei fuochi” vince il titolo di CAMPIONI D’EUROPA, con accesso diretto ai campionati Mondiali, premio speciale alla Coreografia di Alessandra Colucci.
– Aurora Giannelli, medaglia d’argento, 9 anni sale sul podio con la coreografia: “Farfalla bianca” di Alessandra Colucci, qualificandosi ai prossimi campionati del Mondo;
– Aurora Piazzolla 21 anni, medaglia d’argento con la Coreografia: “Ritorno al presente”di Alessandra Colucci, con accesso ai prossimi campionati del Mondo, una borsa di studio al 100% x due grandi eventi in Sicilia e a Malta;
– Giulia Intino, 10 anni medaglia di bronzo, con la Coreografia: “Portami a ballare” con accesso ai prossimi campionati del Mondo, una borsa di studio al 100% per un grande evento che si terrà a Malta.
CAMPIONATI ITALIANI
Aurora Giannelli 9 anni Campionessa Italiana con la Coreografia di Alessandra Colucci: “Farfalla bianca” , Borsa di studio al 100% per un grande evento che si terrà prossima primavera in Sicilia;
Virginia Mombellardo, 16 anni Campionessa Italiana con la Coreografia di Alessandra Colucci “Potevi fare di più” si qualifica per i prossimi campionati europei;
Medaglia d’argento per Aurora Giannelli e Aurora Piazzolla con il passo a due di Alessandra Colucci: ” Ali”, accedono ai prossimi campionati europei;
Il gruppo Hip hop teen con la Coreografia “Medley Lady Gaga” di Sara Zilio entra nei primi 6 classificati e di qualifica x i prossimi campionati europei.