CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 300

Sting sceglie Sonic Park Stupinigi

MERCOLEDÌ 12 LUGLIO 2023
Biglietti in vendita da giovedì 15 dicembre alle 10

STING

My Songs 2023

IL GRANDE RITORNO DI STING IN ITALIA

STING torna in Italia con tre nuovi appuntamenti nel 2023 e sceglie Sonic Park Stupinigi per portare sul palco moltissime canzoni del suo indimenticabile repertorio.

Dopo gli annunci di Simply Red e Placebo, uno dei nomi più importanti della scena musicale mondiale arricchisce la line up del festival organizzato da Reverse nel Parco della Palazzina di Caccia di Stupinigi. La rassegna torinese si conferma così come una delle migliori venue italiane per la musica dal vivo grazie a una location straordinaria e a un’organizzazione di profilo internazionale: un’occasione perfetta per aggiungere all’emozione della musica dal vivo tutta la suggestione e l’incanto di Stupinigi, residenza reale e patrimonio Unesco dell’Umanità.

“My Songs” è uno spettacolo dinamico e divertente che si concentra sulle canzoni più amate scritte dall’artista durante la sua prolifica carriera come solista e frontman dei Police, costellata di successi e premi tra cui 17 Grammy Awards. Dopo il sold out delle sei serate al London Palladium, “My Songs” è stato definito “una masterclass” dal Times; “Sting rimane un interprete innegabilmente abile con un catalogo d’oro”. Un viaggio musicale che comprende successi come “Fields of Gold”, “Shape of my Heart”, “Roxanne” e “Demolition Man”, il concerto è stato descritto come “una rara delizia” dal The Telegraph e Sting è stato elogiato come “quasi impareggiabile” dal The Guardian con una “sublime alchimia pop”. I fan potranno ascoltare anche “Englishman In New York”, “Every Breath You Take”, “Message In A Bottle” e molte altre.
Durante il tour, Sting suonerà come sempre accompagnato dalla sua band.

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

 

Federico Rampini “America. Viaggio alla riscoperta di un paese” -Solferino- euro 18,00

Rampini non ha bisogno di presentazione, giornalista e scrittore, è stato inviato di “Repubblica” a Parigi, Bruxelles, San Francisco e Pechino; ma soprattutto è un profondo conoscitore dell’America nella quale vive da quasi 25 anni, avendone ottenuta anche la cittadinanza.
In queste pagine sfata alcuni luoghi comuni sul paese che conosce così bene e nel quale si è trasferito con la famiglia; lo fa con illuminanti aneddoti personali miscelati a ricostruzioni saggistiche perfettamente documentate sulle tante Americhe.

Chiarisce subito che l’America è composta da tante realtà diverse tra loro: geografiche, climatiche, paesaggistiche, architettoniche, etniche, sociali e culturali. Un paese complesso in cui l’estensione continentale fa sì che annoveri differenze simili a quelle che in Europa oppongono realtà come l’Islanda a nord e la Grecia a sud.
Sostanzialmente il paese può dirsi diviso tra due Americhe che si guardano in cagnesco e vivono realtà parallele; quando si va a votare una volta vince una e un’altra l’altra.
Quella conservatrice e quella progressista, quella dei ricchi e quella dei poveri, di chi ha l’assicurazione sanitaria e di chi invece non può permettersela. Diversità anche linguistiche, tra chi parla slang e chi arriva da Sud America, India, Indocina, India,ecc. ; dunque un paese plasmato fortemente dall’immigrazione che ha creato quartieri-specchio dei paesi di origine (per esempio Chinatown a New York e San Francisco).

Una spaccatura geografica che è divisione etnica, politica, di valori e religione. L’America delle metropoli costiere ha molti più immigrati ed è segnata da queste diversità, è più progressista, vota democratico, va meno in chiesa ed ha meno armi.
L’America più profonda, quella che sta in centro, è all’opposto.
Eccezione è la Florida, capace di attrarre stranieri e fasce della popolazione – come i pensionati – che lì trovano esenzioni fiscali e agevolazioni che consentono una vita facilitata.

Tra i temi del libro, l’annoso problema delle armi che possono essere acquistate anche da persone squilibrate e tendenti a compiere stragi di innocenti (in scuole, supermercati e strade), ma non dovunque. In città come San Francisco e New York le leggi in materia sono severe come quelle europee. Le statistiche dicono che sul territorio degli Stati Uniti ci sono 400 milioni di armi da fuoco, ovvero più di una per ogni abitante, bambini compresi; ma è altrettanto vero che molti sono disarmati, mentre altri possiedono un arsenale domestico.
Rampini spiega anche cosa vuol dire studiare ed essere giovane in America, i costi dell’istruzione e le opportunità che si aprono ai più volenterosi e talentuosi. Interessante anche l’analisi che fa del sistema sanitario e di quello fiscale, e pure in questi casi ci svela che la realtà è molto più variegata e complessa di quel che normalmente si pensa.

Julia Navarro “Naufraghi del destino” -tre- 60- euro 19,80

La scrittrice spagnola compone un affresco storico in cui centrali sono gli effetti della Guerra civile spagnola e fa muovere i suoi personaggi su più sfondi: Madrid, Alessandria d’Egitto, New York, Santiago del Cile e Parigi. Protagonisti sono 4 giovani dalla vita ingarbugliata: Fernando Garzo, Cataline Vilamar, il pittore Eulogio Jeménez e l’americano con velleità poetiche Marvin Brian.

Fernando è il figlio di un famoso editore arrestato dal regime, e dopo aver tentato inutilmente di farlo liberare, quando apprende che è stato condannato a morte e fucilato, medita la vendetta, ma si trova costretto alla fuga.
Eulogio è un giovane pittore figlio di repubblicani, ferito nel corso della guerra è tornato a casa insieme all’americano Brian, al quale ha salvato la vita; e culla il sogno di andare a vivere e dipingere a Parigi.
Catalina appartiene a un’importante famiglia di grandi proprietari terrieri di fede monarchica che hanno perso tutto; indebitati fino al collo si vedono costretti a promettere la figlia in sposa al figlio dello spregevole usuraio che li tiene sotto scacco.

I tre sono cresciuti insieme e Fernando è innamorato – non corrisposto- di Catalina che lo vede solo come amico.
Le cose si complicano ulteriormente quando la ragazza s’invaghisce dell’americano Brian, che è planato a Madrid sulle orme di Cervantes, ha combattuto per i repubblicano ed ha un debito di riconoscenza verso Eulogio che l’ha tratto in salvo.
Proprio come dei naufraghi alla deriva i 4 protagonisti devono lasciare la Spagna per cercare un futuro migliore altrove ed inseguire i loro sogni. Ma intanto scoppia la seconda guerra mondiale e le loro vite vengono dirottate attraverso mille prove, pur sempre tenacemente attaccati al sogno della libertà e del riscatto.

Agatha Christie “Il giro del mondo” -Mondadori- euro 23,00

Esattamente un secolo fa l’allora 32enne giallista Agatha Christie fu la prima donna occidentale a fare surf in piedi alle Hawaii e a raccogliere esperienze uniche ed esotiche durante il suo Grand Tour in giro per il mondo.
Tutto racchiuso in questo libro che ha la prefazione scritta dal nipote Mathew Prichard, e accompagnato dai ricordi dell’ autobiografia della scrittrice. Risultato: un affascinante album di lettere e fotografie con cui la grande scrittrice inglese ha raccontato il lungo ed emozionante viaggio fatto con il marito nel 1922.
Attraverso le missive destinate alla madre e alla figlia ha praticamente redatto una sorta di diario di bordo e viaggio di quella che ha annoverato come una delle esperienze più straordinarie della sua vita.

Il 20 gennaio del 1922 ebbe inizio il viaggio nell’Impero Britannico, in cui la famosa giallista accompagnò il consorte Archibald nel British Empire Exhibition Tour, ovvero il viaggio ufficiale dal Sud Africa all’Australia, di lì alla volta della Nuova Zelanda, poi Hawaii e Canada. Tutto per promuovere la mostra dell’Impero che si doveva tenere tra 1924- 25 a Wembley.

La Christie scattò centinaia di foto con la sua fotocamera portatile, raccolse cartoline, ritagli di giornale e cimeli vari.
Un giro durato un anno e scandito da navigazioni a tratti perigliose e con il mal di mare che inchiodò la Christie per giorni tra cuccetta e malesseri. La scoperta del Sud Africa, tra le imponenti Cascate Vittoria, Città del Capo, scoperta del fiume Zambesi a bordo di una lancia. Sempre accolti con tutti gli onori dai personaggi che li ospitarono. Ma anche un viaggio oscillante tra glamour e miserie locali, che contribuì a instillare nella giovane scrittrice la passione per l’avventura

Seconda tappa la lontanissima Australia dove la coppia andò alla scoperta del Queensland, con escursioni nella rigogliosa e sorprendente giungla tropicale e le sue felci gigantesche. Poi Melbourne, Sydney e i loro dintorni con l’allevamento e le piantagioni di ananas

Da lì alla volta della Tasmania, con flora e fauna sorprendenti, e incontri bizzarri come quello con un ricco
“Disidratatore” che faceva soldi seguendo la moda del momento: disidratare frutta e verdure che la Christie fu tenuta ad assaggiare e trovò totalmente senza sapore.
In Nuova Zelanda -che la scrittrice descrisse come il paese più bello che avesse mai visitato- soggiorneranno a Wellington, (che trovò meno deludente di Auckland) e verranno guidati in escursioni per scoprire la rigogliosa natura dei dintorni e paesaggi “straordinari”.

Altre tappe le Fiji e poi Honolulu,dove lei e Archie si cimentarono nel surf, alle prese con enormi tavole rudimentali. Infine di nuovo in viaggio verso il Canada per ammirare le Niagara Falls, le Montagne Rocciose e il lago Louise che ammaliò letteralmente la Christie.
Infine una tappa a New York e poi il viaggio di ritorno a bordo della prima classe (lussuosissima come testimoniano le foto) della sontuosa SS Majestic.

 

Nina De Gramont “Il caso Agatha Christie” -Neri Pozza- euro 18,00

Nina De Gramont, scrittrice americana e docente di scrittura creativa nel North Carolina, è tornata sul mistero irrisolto degli 11 giorni in cui la famosa giallista Agatha Chritie sparì nel nulla, e lo fa in questo romanzo di grande suspense psicologica, in cui miscela realtà e fantasia, e ci tiene incollati fino all’ultima pagina.

Il 3 dicembre 1926 la Christie sale sulla sua Morris Cowley (acquistata con i guadagni dei primi 6 romanzi), lascia la casa nella periferia londinese, affida alla cameriera la figlia Rosalind di 7 anni e il terrier Peter. Indossa pelliccia e cappello e ha con sé una valigia.
La madre a cui era molto legata è morta recentemente e il marito Archibald le ha appena comunicato di volere il divorzio perché innamorato della giovane segretaria Nancy Neele.

La Christie scomparve e gettò l’intero paese nell’angoscia. Furono organizzate ricerche su vasta scala e si sprecarono le supposizioni sul destino della donna; dal suicidio a una calcolata mossa pubblicitaria, ad una strategia per punire l’infedele marito.
Ancora oggi nessuno ha scoperto cosa accadde in quel lasso di tempo, e quando la scrittrice viene ritrovata – viva e vegeta in un albergo termale dello Yorkshire- afferma di non ricordare nulla di quel periodo in cui era scomparsa dal mondo. Per tutta la vita si trincererà dietro a “non ricordo”, il mistero non verrà svelato neanche nell’ autobiografia che scrisse.

La De Gramont compie una magia letteraria in cui intreccia un puzzle raffinato, elegante, arguto e a tratti ironico. Mette al centro della trama l’altra donna, l’amante del marito, che è chiamata “Nan O’Dea”. Solo apparentemente ingenua sprovveduta, vittima di una spietata società bigotta che non perdona certi errori. In realtà è un personaggio ricco di soprese, ed ha un preciso piano in testa che scoprirete leggendo.

Attraverso più voci –un onnisciente narratore, Nan, Aghata, Archie, e altri personaggi minori ma funzionali al racconto- la De Gramont orchestra un romanzo che rimanda allo stile dei gialli scritti dalla Christie, e si avvale anche di rigorosi indizi storici e carte dell’inchiesta, orchestrando un libro notevole e godibilissimo.

 

“Lei trasformerebbe la pioggia in un arcobaleno”

Music Tales, la rubrica musicale 

Lei mi toglierebbe il mondo dalle spalle

Se mai fosse difficile muoversi

Lei trasformerebbe la pioggia in un arcobaleno

Quando vivevo nella tristezza

Perché allora, se lei è così perfetta

Vorrei ancora che fossi tu?

Perfetto non significa che sta funzionando

Allora cosa posso fare?”

Il testo della canzone di cui vorrei parlarvi oggi, tratta di una relazione ormai finita.

Il protagonista sta vivendo una nuova relazione ma non riesce a provare le emozioni che provava nella sua precedente storia quindi si fa mille domande.

GLIMPSE OF US, il titolo, Joji il cantate ed autore.

Molto giovane, Joji ( pseudonimo di George Kusunoki Miller) nasce ad Osaka il 18 settembre del 1992 ed è noto in precedenza sul web come Filthy Frank e Pink Guy.

Ricopre più ruoli: cantautore, produttore discografico e youtuber giapponese.

Divenne famoso grazie al suo canale YouTube di umorismo surreale, nonsense e humor nero, spesso sconfinante con la satira sociale, TVFilthyFrank. Nel dicembre 2017 decide di dedicarsi esclusivamente alla musica usando il nome Joji, con il quale pubblica tre album in studio: Ballads 1 (2018), Nectar (2020) e Smithereens (2022).

Ha, a mio parere, una voce interessante e sonorità che riscontrano il mio favore.

Poco si conosce della sua vita privata, in quanto cerca di mantenere la sua privacy. Nasce a Osaka, appunto, da padre australiano e madre giapponese e si diploma nel 2012 alla Canadian Academy.

Nel 2014 pubblica un video dove rivela di essere uno studente del college di Brooklyn, New York, spiegando di non voler rivelare le proprie informazioni personali per paura di non poter trovare un lavoro in seguito, a causa della natura esagerata del suo show.

Il video viene eliminato pochi giorni dopo.

Miller crea il suo canale DizastaMusic nel 2008, con lo scopo di promuovere le sue canzoni. Insieme a ciò pubblica anche video demenziali insieme ai suoi amici.

Il canale inizia a riscuotere successo solo nel 2011, quando crea prima il personaggio di Filthy Frank, il quale si descrive come “l’anti-blogger di YouTube”, poi quello di Pink Guy, che lo vede indossare un costume rosa.

Altri personaggi da lui impersonificati sono Salamanderman e Chin-Chin, tra i tanti.

L’umorismo demenziale e “nonsense” è alla base del suo canale e rende Miller uno degli youtuber più famosi e più popolari su YouTube.

Nel 2014 crea un secondo canale, TVFilthyFrank, a causa delle numerose segnalazioni su DizastaMusic che rischiava di portarlo alla chiusura.

In questo canale continua con i video di Filthy Frank e gli altri personaggi, caricando anche i video precedentemente realizzati.

Qualche mese dopo apre un terzo canale, TooDamnFilthy, dove inizia a pubblicare alcune sue canzoni demenziali usando il personaggio di Pink Guy. 
 
Il 23 maggio 2014 pubblica gratuitamente su YouTube il suo album autoprodotto Pink Guy, di genere hip hop e rap, dal forte carattere demenziale.

Nel gennaio 2017 pubblica su iTunes e YouTube il mixtape autoprodotto Pink Season, anche questo di musica demenziale con canzoni già presenti in diversi suoi video. Al debutto si piazza al 70º posto della Billboard 200.

L’album ha un discreto successo di critica, tanto che nei mesi successivi firma per l’etichetta discografica 88rising. Con questi pubblica il suo primo EP Pink Guy: The Prophecy, l’ultimo con lo pseudonimo Pink Guy.

Nello stesso periodo compone diverse tracce di carattere trip hop e alternative R&B sotto il nome d’arte Joji, che è semplicemente la trascrizione del suo nome George dall’inglese al giapponese, ossia il suo soprannome sin da quando era piccolo. Anche con questo suo progetto personale firma per la 88rising, con il quale però esprime maggiormente la sua creatività e la sua passione per la musica sperimentale. Il 17 maggio si esibisce alla Boiler Room di Los Angeles.

Il 18 ottobre 2017 pubblica Will He, il primo singolo estratto dal suo primo EP In Tongues che verrà pubblicato a novembre sulle piattaforme digitali sotto l’etichetta Empire Distribution con la collaborazione di 88rising. Il brano arriverà rapidamente in cima alla classifica “Viral” globale di Spotify e vi rimarrà fino all’uscita dell’EP il 3 novembre 2017.

Il 29 dicembre 2017 Miller annuncia su Twitter che non realizzerà più video di Filthy Frank, Pink Guy e gli altri numerosi personaggi da lui interpretati, a causa di seri problemi fisici e neurologici che lo stress derivante da tale attività gli provoca.

Afferma perciò di volersi dedicare esclusivamente alla sua carriera musicale utilizzando come nome d’arte Joji.

Vi presento quindi “Glimpse of Us”, sperando sia di vostro gradimento

La follia appartiene a pochi, e pochi riescono a capirla.”

Joji – Glimpse of Us

CHIARA DE CARLO

scrivete a musictales@libero.it se volete segnalare eventi o notizie musicali!

Ecco a voi gli eventi da non perdere!

Rock Jazz e dintorni. Biagio Antonacci e Jozef Van Wissem

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Martedì. Al Jazz Club suona il pianista Tommaso Sorba insieme alla vocalist Giulia D’Amico. Alla Cricca vengono interpretate le canzoni di Giorgio Gaber da Marco Carena per la serie “Morto dal vivo”.

Mercoledì. Al Blah Blah si esibisce Jozef Van Wissen (liutista nelle colonne sonore dei film di Jim Jarmusch).

Al Pala Alpi Tour arriva Biagio Antonacci.

Giovedì. All’Osteria Rabezzana è di scena il quartetto di Lil Darling. Al Pala Alpitour si esibisce il Volo. Al Blah Blah è di scena la cantautrice Monica P. Al Dash suona l’Ukulele Turin Orchestra. Al Mad Dog si esibisce il Post Jazz Project di Beppe Golisano. Al Jazz Club suona la Momo Rock Band.

Venerdì. Al Circolo della Musica di Rivoli è di scena il Sunshine Gospel Choir. Al Folk Club si esibisce il trio della pianista e cantante Liane Carroll. Al Magazzino di Gilgamesh suona il quintetto BluesCreen. Allo Ziggy si esibiscono i Woptime. Al Blah Blah suona il duo Gotho. Allo Spazio 211 sono di scena Studio Murena e Korabeat mentre all’Off Topic si esibisce Vergo.

Sabato. Al Jazz Club suona il trio BlueSuitcase. Al Pala Alpitour è di scena Alessandra Amoroso. Al Magazzino sul Po Gli Alberi presentano il disco “Reinhold. Al Gabrio suonano i RasEmiliani &The Marsili Explosion. Al Blah Blah si esibiscono i The Black Legacy.

Domenica. Al Jazz Club suona il trio Soulfood. Al Pala Alpitour si esibisce il rapper Salmo.

Pier Luigi Fuggetta

“Oscurarsi”, la piena e pura astrazione di Roberto Demarchi

Il maestro Roberto Demarchi è giunto, con  “Oscurarsi”, non solo ai massimi livelli  qualitativi di sempre, ma anche alla piena e pura astrazione.

“Ha raggiunto la piena e pura astrazione da un po’ “ – obietterà sornione qualcuno, persuaso di conoscere bene il maestro. In effetti il ciclo “Peri Physeos” risale al 2001 e “Alogia” al 1990.

 

Questo qualcuno conosce il maestro solo in maniera superficiale,  perché poche altre volte Demarchi ha dipinto quadrati rettangoli che non rappresentassero altro che stessi. Lo fa in alcune delle dieci tavole del ciclo “Oscurarsi”, che possono essere ammirate, su appuntamento, presso lo spazio di corso Rosselli 11, a Torino.

Le undici tavole sono di una bellezza semplicemente clamorosa, posizionandosi  oltre i massimi livelli in precedenza raggiunti da Demarchi. Si tratta di “pura astrazione”. Anche le opere che hanno un qualche rimando a fatti mitici o concettuali sono esposte senza titolo.

La chiave di lettura narrativa, se c’è,  è  rivelata su richiesta. La pura forma, le pure proporzioni parlano da sé.  Ognuno dei dipinti presenta un solo colore oltre ai neri e grigi. Dalle tinte neutre il tono emerge  come una pura luce o, talvolta, come una lancinante ferita.

ANDREA DONNA

 

La mostra è visitabile fino a Natale, salvo proroghe. Ingresso libero su prenotazione 3480928218.

Il premio Maria Adriana Prolo al regista Markus Imhoof

MARKUS IMHOOF

Premio Maria Adriana Prolo

A conferire il premio sarà il Presidente di Amnesty International Italia

EMANUELE RUSSO

Lunedì 12 dicembre 2022

 

> ore 20.30 | CERIMONIA DI PREMIAZIONE

 

Sala 3, Cinema Massimo

(via Giuseppe Verdi, 18, Torino)

 

ingresso libero

 

a seguire,

proiezione de La barca è piena di Markus Imhoof

In occasione della Giornata mondiale dei diritti umani, l’Associazione Museo Nazionale del Cinema (AMNC) è lieta di conferire il PREMIO MARIA ADRIANA PROLO 2022 al regista Markus Imhoof. Il Premio sarà assegnato lunedì 12 dicembre 2022 alle ore 20.30 nella sala 3 del Cinema Massimo di Torino. A consegnarlo sarà un ospite d’eccezione, il Presidente di Amnesty International ItaliaEmanuele Russo che per l’occasione ha scritto un testo sul rapporto tra cinema e diritti nell’opera di Imhoof. La barca è piena (1981) del regista svizzero candidato all’Oscar come miglior film straniero e vincitore dell’Orso d’argento alla Berlinale sarà proiettato dopo la cerimonia di premiazione. Nel corso della serata interverrà la Console generale di Svizzera a MilanoSabrina Dallafior.

Intitolato a Maria Adriana Prolo, fondatrice del Museo del Cinema, il premio è un riconoscimento assegnato a una personalità del mondo del cinema che si è particolarmente distinta nel panorama italiano e internazionale. In passato, il premio è stato conferito ai registi Giuseppe Bertolucci, Marco BellocchioUgo GregorettiGiuliano MontaldoMassimo ScaglioneDaniele Segre, Bruno Bozzetto, Lorenza Mazzetti, Costa-GavrasDavid Grieco, agli attori e attrici Piera Degli EspostiLucia BosèOttavia Piccolo, Roberto Herlitzka ed  Elio Pandolfi, all’esercente e storico del cinema Lorenzo Ventavoli, al compositore Manuel De Sica, allo sceneggiatore Giorgio Arlorio, al film-maker, artista e operaio Pietro Perotti, a Cecilia Mangini e Giuseppe Piccioni le ultime due edizioni.

Con la prospettiva del 70° anniversario previsto per il prossimo 7 luglio 2023 – dichiarano Valentina Noya e Vittorio Sclaverani, curatori del progetto –  l’Associazione ha deciso di ripensare e rinnovare la maggior parte delle attivitàcostruendo nuove partnership e progettualità per essere più vicina alle sfide che la contemporaneità ci presenta: diritti umani e civili, scuola e istruzione, coinvolgimento delle nuove generazioni, parità di genere, lavoro nei contesti di povertà educativa, nei luoghi di detenzione, nei centri del protagonismo giovanile, tutte realtà dove l’accoglienza e l’inclusione devono essere valori condivisi e non divisivi. Per queste ragioni l’AMNC ha deciso di portare fuori il Premio Maria Adriana Prolo dalla vetrina del Torino Film Festival, ex Cinema Giovani, ringraziando per l’ospitalità degli ultimi anni, per ricercare una posizione libera e autonoma, con i piedi nel fango della realtà e lo spirito nel cielo della speranza come ci insegna il cinema di Markus Imhoof”.

La  ventunesima edizione del premio ha come protagonista Markus Imhoof, un autore dalla rarissima sensibilità umana, storica e sociale. Con La barca è piena il regista svizzero è stato candidato all’Oscar per miglior film straniero nel 1982, oltre ad avere ottenuto l’Orso d’argento a Berlino. È un autore estremamente poco prolifico: ha infatti girato solo nove lungometraggi in cinquant’anni insieme ad alcuni cortometraggi e brevi documentari, alcuni dei quali censurati per lungo tempo perché dedicati a tematiche tabù come il carcere e il sistema militare. More than Honey incentrato sugli effetti del cambiamento climatico è stato tra i film svizzeri più visti e premiati nella storia del suo paese. In Eldorado, distribuito in Italia da ZaLab, emergono la forza, il rigore e l’autocritica di una civiltà occidentale tutt’altro che neutrale di fronte alle tragedie dell’umanità si condensano in un documentario che unisce la poesia e la violenza della Storia di ogni latitudine al più intimo racconto autobiografico.

Come di consueto il numero di Mondo Niovo 18-24 ft/s, la rivista dell’AMNC diretta da Davide Mazzocco, sarà interamente dedicato al premiato, Markus Imhoof. Curato da Valentina Noya Vittorio Sclaverani, il numero 107 della rivista sarà presentato in occasione della consegna del Premio Maria Adriana Prolo e include una lunga intervista inedita al regista. Il numero va a colmare una lacuna nel panorama editoriale cinematografico internazionale poiché si tratta della prima monografia dedicata a Markus Imhoof, la quale raccoglie anche numerose testimonianze di persone amiche, collaboratrici e collaboratori tra cui Maud CorinoRaffaele FalconeMarco Tullio GiordanaPeter IndergandStefan JägerJudith KennelDieter KosslickPierre-Alain MeierIsis RampfAntonia WhalterMartin Wiebel e Maurizio Zaccaro.

A seguire la premiazione sarà proiettata la versione restaurata de La barca è piena (Das Boot ist voll, Svizzera, Germania Ovest e Austria 1981, 103′, DCP, col.). “La barca è piena si è imposto come un film sorprendente perché rovescia il luogo comune della Svizzera paradiso dei rifugiati, che ci portavamo dietro in maniera acritica da L’ultima speranza di Leopold Lindtberg (1945). Basandosi su documenti d’archivio, Imhoof ci svela che quella svizzera fu spesso carità pelosa e a volte, nei confronti degli ebrei poveri, mancò del tutto fino a risolversi in una serie di complicità nell’orrendo disegno della soluzione finale. Markus Imhoof ha fatto un’operazione notevole sotto un duplice profilo: quello della cronaca e quello della metafora. Sul piano cronachistico, fenomeno curioso per un autore che all’epoca stava nascendo, La barca è piena ritrova il passo e il respiro della realtà, la capacità di registrare la fenomenologia della vita quotidiana, gli eventi minimi, i tic psicologici, tutto annotato con una schietta naturalezza che non esclude le sfumature di commedia. La trama degli egoismi, che emerge dalla vicenda in maniera paradossalmente esemplare, ci avvia alla seconda lettura, quella metaforica, che è forse la vera motivazione del successo di un film simile ai nostri giorni. In fondo, gli svizzeri di Imhoof siamo noi di fronte ai diseredati di tutto il mondo. Pronti a ripetere «la barca è piena» quando ci minacciassero invasioni di profughi mossi dalla fame o dalle persecuzioni politiche”. Tullio Kezich

Il Premio Maria Adriana Prolo giunto alla sua ventunesima edizione, è un marchio dell’Associazione Museo Nazionale del Cinema; l’edizione 2022 è sostenuta dal Consolato generale di Svizzera a Milano e Fondazione CRT ed è realizzata con il patrocinio di  Amnesty International Italia, ArTeMuDaCentro Studi Sereno RegisMosaico RefugeesStraLiStudio legale Kriol e ZaLab.

Il Premio Prolo da quest’anno si apre alle nuove generazioni grazie alla preziosa collaborazione con i Servizi Educativi del Museo Nazionale del Cinema. L’AMNC e i Servizi Educativi promuovono una proiezione speciale gratuita rivolta agli istituti secondari di II grado del film Eldorado di Markus Imhoof (Svizzera/Germania 2018, 92′) alla presenza del regista in sala. L’appuntamento, in programma martedì 13 dicembre alle ore 9.30 presso il Cinema Massimo di (Via Verdi 18, Torino), è inserito nel progetto Ragazzi in Città 3 sostenuto nell’ambito del Piano nazionale di educazione all’immagine per le scuole promosso dal Ministero della Cultura e dal Ministero dell’Istruzione. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, la famiglia di Markus Imhoof ospita Giovanna, una bambina italiana rifugiata in Svizzera. Da qui comincia un viaggio tra i ricordi d’infanzia, quando gli immigrati non voluti erano gli italiani, e l’oggi: tra le coste libiche, quelle del sud Italia e tutto il mare che c’è in mezzo, i nuovi esclusi provano a entrare nel “nostro Eldorado”.

L’appuntamento rivolto alle scuole è a ingresso libero su prenotazione fino a esaurimento a questo link: https://educamuseocinema.wufoo.com/forms/m150vt4f1a3z1oe/

La ventunesima edizione del Premio Maria Adriana Prolo intreccia anche un altro importante anniversario: il 15 dicembre 2022 si celebrano i cinquant’anni dall’approvazione della legge 772 sull’obiezione di coscienza, ovvero l’esito, ancora parziale, di una lotta nonviolenta durata oltre vent’anni, di un gruppo di pacifisti che si sono tramandati il testimone di immaginare una difesa della patria con mezzi diversi dal servizio militare. Nel 1972 si è aperta dunque una fase nuova: per la prima volta in Italia prendeva corpo il servizio civile. 708 sono stati in totale gli obiettori che fino all’approvazione della legge hanno pagato con il carcere il rifiuto di svolgere il servizio militare per un’idea di nonviolenza. Il Centro Studi Sereno Regis, che raccoglie e conserva la testimonianza ideale di quelle lotte, celebra il cinquantennale della legge con il progetto Signornò! Torino, città protagonista della storia dell’obiezione di coscienza in Italia”. Giovedì 15 dicembre alle ore 20.30 presso la Sala Poli (Via Garibaldi 13, Torino), il Centro Studi Sereno Regis, in collaborazione con l’AMNC, festeggia questa importante data con la proiezione gratuita del lungometraggio di finzione Kukushka – Disertare non è reato di  Aleksandr Rogožkin (Russia 2002, 104′) e il breve documentario Ormenis 199+69 di Markus Imhoof (Svizzera 1969, 25′) dedicato alla cavalleria svizzera che per molti anni è stato censurato nel suo paese di origine.

 

Un libro per Natale al Centro studi piemontesi

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Martedì 13 dicembre a partire dalle ore 11 fino alle 19

Via Ottavio Revel 15 – Torino

inaugurazione della mostra

Un libro per Natale 2022

Tradizionale esposizione, in sede, dei libri pubblicati

dal Centro Studi Piemontesi

e di altre edizioni proposte a prezzi natalizi

con il saluto del Presidente

e un brindisi di buon augurio

 

Durante tutta la giornata di martedì 13 dicembre

flashmob con gli Autori

 

La mostra proseguirà fino al 22 dicembre, orario 9-12; 15-18

sabato 17 dicembre apertura con orario continuato 10-18.

Chiuso la domenica

Info: tel. 011/537486; info@studipiemontesi.it; www.studipiemontesi.it

La musica? Con Paideia è nel cuore

Insieme per trasmettere un messaggio di inclusione

Una serata benefica promossa dalla Fondazione Renzo Giubergia a favore di Fondazione Paideia
Con Accademia Suzuki Talent Center e De Sono Associazione per la Musica

In programma musiche di grandi compositori bambini e canti natalizi

Orchestra Suzuki
Marco Mosca, direttore

Programma

Johann Sebastian Bach (1685-1750)
Arioso dalla Cantata BWV 156 (arrangiamento di Antonio Mosca)

Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791)
Sinfonia in re maggiore K. 19 (versione per archi)

Jules Massenet (1842-1912)
Méditation da Thaïs

Felix Mendelsson-Bartholdy (1809-1847)
Sinfonia n. 10 in si minore per archi

Andrea Tedesco
…Un giro di Valzer

American Folk Song
Fiddle-Faddle per archi

Canti di Natale da tutto il mondo
O’ Tannenbaum (Germania), Tu scendi dalle Stelle (S. Alfonso de’ Liguori), The First Nowell (Inghilterra), Stille Nacht (Franz Xaver Gruber), Deck the Halls (Inghilterra), O little town of Bethlehem (Inghilterra), No Potto Reposare (Sardegna), Joy to the world (G. F. Händel), Ring Christmas Bells (Ucraina), Les anges dans nos campagnes (Francia), Jingle Bells (J. L. Pierpoint).

Orchestra Suzuki
Marco Mosca, direttore
 

Suonare in orchestra insegna che non c’è un “io”, ma un “noi”, in un sistema di forze collaborativo e mai competitivo. Ogni parte ha un ruolo insostituibile e concorre a trasmettere la bellezza.
È una delle prime lezioni insegnate dal metodo Suzuki – filosofia educativa per l’apprendimento musicale famosa in tutto il mondo e arrivata in Italia nel 1976 grazie a Lee e Antonio Mosca – che diviene una perfetta metafora dell’inclusione sociale, uno degli obiettivi primari della Fondazione Paideia, che da trent’anni supporta i bambini con disabilità e le loro famiglie affinché «nessuna famiglia possa sentirsi sola e nessun bambino escluso».

Ed è proprio questo il messaggio che vuole trasmettere il concerto La musica nel cuore, in programma lunedì 12 dicembre alle ore 21.00 presso l’Auditorium del Lingotto di Torino: una serata benefica e festiva, per celebrare la gioia di suonare insieme e ricordare l’importante tema dell’inclusione.
Promosso dalla Fondazione Renzo Giubergia – istituzione diretta da Paola Giubergia, nata nel 2012 per onorare la memoria e rinnovare l’impegno del Presidente di Ersel – il concerto è a favore della Fondazione Paideia, creata nel 1993 per iniziativa delle famiglie Argentero e Giubergia al fine di sostenere i bambini con disabilità e le loro famiglie, offrendo occasioni e relazioni che possano essere utili per il loro benessere e di chi si cura di loro, promuovendo percorsi e spazi grazie ai quali ognuno possa esprimere al meglio le proprie potenzialità e diffondendo una cultura dell’inclusione, per una società più attenta ai bisogni dei bambini.
Protagonisti, sul palcoscenico dell’Auditorum Giovanni Agnelli, i piccoli musicisti dell’Orchestra Suzuki diretti da Marco Mosca, che saranno impegnati nell’esecuzione di pagine di Bach, Mendelssohn, Mozart, Massenet e diverse musiche natalizie.
Espressione rappresentativa dell’Accademia Suzuki Talent Center, l’Orchestra Suzuki è la più giovane orchestra da camera d’Europa, composta da cinquanta bambini di età compresa tra i sei e i sedici anni. Dalla sua nascita, nel 1977, a oggi ha tenuto più di quattrocento concerti ed è stata diretta per quarant’anni da Lee e Antonio Mosca, i suoi fondatori e coloro che hanno introdotto il metodo Suzuki in Italia. Oggi l’orchestra è guidata dal violoncellista Marco Mosca, presidente dell’Accademia Suzuki dal 2007 e prosecutore dell’instancabile attività educativa dei genitori in favore dei giovani.
Il lavoro pedagogico dell’Accademia si basa sul pensiero del giapponese Shinichi Suzuki (1898-1998), convinto che il talento, in ciascun individuo, non sia qualcosa che la natura regala al momento della nascita, ma debba essere coltivato e formato attraverso gli stimoli che provengono dall’ambiente e attraverso l’esercizio. Il metodo di apprendimento utilizzato è quello della “lingua madre”: come il bambino attraverso l’imitazione impara a parlare ascoltando e ripetendo continuamente le parole dette infinite volte dai genitori, così impara a suonare ascoltando e ripetendo un frammento musicale, un ritmo, una melodia. Pienamente coinvolti in questo processo di apprendimento sono i genitori, che affiancano i bambini nel loro percorso e condividono la crescita musicale dei bambini.

In programma pagine che ruotano intorno al tema dell’infanzia e alla gioia della musica, a partire da due lavori scritti da grandi autori in giovanissima età, quali la Sinfonia K. 19, scritta quando Mozart aveva solo 9 anni e la Sinfonia in si minore n. 10, composta da un Mendelssohn dodicenne; dal giocoso tema della tradizione folk americana di Fiddle-faddle al Giro di valzer arrangiato da Andrea Tedesco, per continuare con i più classici e tradizionali canti natalizi, provenienti da tutto il mondo, tra cui gli immancabili O’ TannenbaumTu scendi dalle StelleStille Nacht, Jingle Bells… Completano la serata Méditation da Thaïs di Massenet e l’Arioso dalla Cantata BWV 156 di Bach.

L’ingresso è gratuito.

È possibile sostenere i bambini e le famiglie seguite dalla Fondazione Paideia con una donazione online su: https://bit.ly/concertoperpaideia
O tramite bonifico bancario intestato a Fondazione Paideia
IBAN:IT03M0200801046000101322993 con causale: La musica nel cuore + codice fiscale donatore

COMUNICATO STAMPA
PROGRAMMA DI SALA
Marco Mosca, direttore

Vita e avventure di Babbo Natale. Al teatro Concordia